Academic literature on the topic 'Equilibrio finanziario'

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Journal articles on the topic "Equilibrio finanziario"

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Genovino, Cinzia, and Rosa Maria Caprino. "Il ruolo della banca nel processo di innovazione del modello di business." ESPERIENZE D'IMPRESA, no. 2 (January 2021): 69–105. http://dx.doi.org/10.3280/ei2018-002005.

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Abstract:
Il contributo rappresenta un approfondimento del Rapporto MACREF Strategie di integrazione tra produzioni agroalimentari e turismo ed in particolar modo il ruolo della banca nei processi d'innovazione dei modelli di business per le PMI. Si è cercato di offrire un'analisi critica della letteratura sul tema della scelta relativa alla struttura finanziaria efficiente delle imprese, con particolare riguardo alla realtà delle piccole e medie imprese italiane, ed in particolar modo del settore agroalimentare, attraverso una visione della letteratura empirica sull'argomento. Le PMI si caratterizzano tradizionalmente per l'uso quasi esclusivo di capitale di debito nella copertura del fabbisogno finanziario e presentano di conseguenza una struttura finanziaria quanto mai semplificata, nella maggior parte dei casi composta dal debito bancario da una parte e dal capitale dei soci fondatori dall'altra. In questo momento di crisi e di particolare frammentazione del tessuto societario italiano, in particolar modo quello del comparto agroalimentare, un ruolo determinante è stato rivestito dagli istituti bancari anche come gestori di garanzie e contributi pubblici. La scarsa patrimonializzazione delle nostre aziende, spesso a carattere e proprietà familiare, è stata negli anni supplita con un forte ricorso al credito bancario, dal quale le imprese sono diventate dipendenti a scapito di un corretto equilibrio finanziario. L'intero sistema si trova difronte ad una rieducazione finanziaria, dunque sia le imprese che le banche, quest'ultime spinte dall'innovazione tecnologica e dalla ricerca di redditività, si accingono al superamento della loro tradizionale veste istituzionale legata alla erogazione di credito. Gli istituti di credito possono e stanno quindi trasformando in opportunità tale situazione rivedendo i propri modelli distributivi e di business per diversificare le proprie fonti di reddito concentrandosi sull'offerta di nuovi servizi ad alto valore aggiunto alle imprese, sostenendo lo sviluppo e la crescita economica del nostro paese. Oggi il ruolo trainante della ripresa è infatti rappresentato da quelle imprese che sono innovative, che sanno coniugare la produttività e la tecnologia, che si aggregano tra loro o che si internazionalizzano: è proprio a queste impr- se che il sistema bancario deve guardare offrendo loro un supporto non solo in termini finanziari ma in termini di esperienza, conoscenze, competenza e consulenza.
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Marone, Enrico. "La sostenibilità economica delle ipotesi gestionali dei boschi soggetti a vincolo paesaggistico." L'Italia forestale e montana 77, no. 6 (January 30, 2023): 235–41. http://dx.doi.org/10.36253/lifm-1089.

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Abstract:
La gestione dei boschi soggetti a vincolo paesaggistico è particolarmente complessa in quanto è necessario accordare la massimizzazione degli aspetti paesistici con la sostenibilità economica degli interventi di gestione. Ciò implica da una parte massimizzazione del valore di un bene non di mercato, dall’altra necessità di arrivare ad un equilibrio economico finanziario. Il paper partirà dall’analisi dei problemi di natura estimativa e valutativa per poi arrivare a sviluppare considerazioni economiche. L'obiettivo di questo breve scritto è quello di fornire elementi utili alla definizione di future linee guida che possano conciliare gli aspetti della tutela paesaggistica con quelli della gestione forestale.
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Marone, Enrico. "La sostenibilità economica delle ipotesi gestionali dei boschi soggetti a vincolo paesaggistico." L'Italia forestale e montana 77, no. 6 (January 30, 2023): 235–41. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1089.

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Abstract:
La gestione dei boschi soggetti a vincolo paesaggistico è particolarmente complessa in quanto è necessario accordare la massimizzazione degli aspetti paesistici con la sostenibilità economica degli interventi di gestione. Ciò implica da una parte massimizzazione del valore di un bene non di mercato, dall’altra necessità di arrivare ad un equilibrio economico finanziario. Il paper partirà dall’analisi dei problemi di natura estimativa e valutativa per poi arrivare a sviluppare considerazioni economiche. L'obiettivo di questo breve scritto è quello di fornire elementi utili alla definizione di future linee guida che possano conciliare gli aspetti della tutela paesaggistica con quelli della gestione forestale.
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Patané, Michele. "Capitale proprio e ricapitalizzazioni. Fisiologia e patologia." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (November 2012): 175–94. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002002.

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Abstract:
Il saggio offre una chiave di lettura per definire, valutare e classificare una specifica richiesta di nuovo capitale. In altri termini evidenzia le tipologie di sviluppi gestionali che inducono un'azienda ad assumere la decisione di varare un'operazione sul capitale a titolo oneroso. Il saggio si distingue dai filoni di studi piů tradizionali che specialmente per la aziende bancarie dibattono sulla riforma della regolamentazione dei requisiti patrimoniali e sull'attitudine degli stessi a fronteggiare adeguatamente le diffuse situazioni di instabilitŕ finanziaria. Il saggio si sviluppa a monte, ed in questo risiede la sua specificitŕ, in ambiti poco investigati e con una logica rigorosamente economico- aziendale. Seguendo questo approccio scientifico mira ad individuare i filtri interpretativi che saldano le condizioni di instabilitŕ del governo aziendale alle riconducibili operazioni sul capitale con le quali gli amministratori mirano a correggere, ripristinare o rilanciare condizioni di equilibrio operativo. Questi ultimi si rendono infatti necessari per conoscere i reali motivi che inducono a varare operazioni sul capitale oltre che per accertare se le medesime si inseriscono in percorso d'impresa che a seconda dei casi rientri nei confini della fisiologia o in quelli della patologia della gestione aziendale. Il lavoro propone una successione di aree di riflessione che ricollocano nella giusta centralitŕ lo studio di dette operazioni quando si deve valutare lo stato di salute d'azienda. Le conclusioni si concentrano sull'opportunitŕ che le operazioni sul capitale siano obbligatoriamente e preventivamente corredate da molte informazioni. Dette informazioni vanno nella direzione di richiamare il senso di responsabilitŕ degli amministratori che le propongono e di accrescere la capacitŕ valutativa da parte dei potenziali destinatari. Le decisioni innovative, gli interventi strutturali e l'acquisizione di quote di attivitŕ intangibili, da finanziare con mezzi patrimoniali o similmente tali, devono essere assunte in condizioni di massima sicurezza. In circostanze normali devono essere finanziate con risorse patrimoniali precedentemente accantonate. Eccezionalmente i tempi di realizzazione possono contrarsi mediante la preventiva richiesta di ulteriori conferimenti o di finanziamenti di carattere straordinario. La compagine sociale nella sua interezza deve essere tuttavia opportunamente ed adeguatamente preinformata. Richieste di nuovi apporti, in corso d'opera o successive ad operazioni giŕ concluse, sono sempre discutibili. Sono quantomeno espressione di inadeguata trasparenza di importanti processi decisionali. Nei casi piů censurabili segnalano invece inesatte valutazioni dell'impatto finanziario, economico e patrimoniale dei progetti giŕ avviati.
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Sancetta, Giuseppe, and Francesco Mirone. "Gli strumenti finanziari partecipativi quale meccanismo di Creditor Engagement." CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & DEVELOPMENT STUDIES, no. 1 (November 2020): 9–39. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds1-2020oa10113.

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Abstract:
Obiettivo del lavoro è quello di esaminare il complesso rapporto che si instaura tra creditori e debitori, nella fase delicata del concordato preventivo. Recenti esperienze documentano che l'utilizzo degli Strumenti Finanziari Partecipativi (SFP), all'interno dei concordati preventivi, sembrerebbe esercitare effetti negoziali positivi. Gli SFP, in alcuni casi, appaiono in grado di facilitare i rapporti di engagement tra creditore e debitore, spingendo i creditori a sostenere l'omologa del concordato.L'uso degli SFP faciliterebbe, quindi, la difficile negoziazione dei rapporti tra creditori e debitori, favorendo il raggiungimento di un equilibrio tra tutti i player interessati, col duplice scopo di tutelare i creditori, ma, soprattutto, di assicurare continuità e stabilità all'impresa.In quest'ottica, si cercherà di rileggere gli SFP quale meccanismo di creditor engagement, con evidenti riflessi: da un lato, gli SFP potrebbero consentire una più facile negoziazione dei rapporti tra le parti, semplificando ed agevolando l'omologazione del concordato; dall'altro, il creditor engagement migliora la partecipazione dei creditori alla vita ed al governo societario dell'impresa e può assicurare agli stessi l'ottenimento di ulteriori benefici anche nel periodo successivo all'esecuzione del concordato.Il lavoro è suffragato da un'analisi di alcuni casi riguardanti aziende italiane che hanno utilizzato gli strumenti finanziari partecipativi nell'ambito di procedure concorsuali.
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Cerfeda, Walter. "La di-unione europea e il patto euro plus." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 3 (February 2012): 85–91. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-003005.

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Abstract:
L'Europa sta attraversando il periodo piů difficile della sua storia e gli sbocchi sono del tutto incerti ed imprevedibili. La combinazione inedita tra stagnazione economica e speculazione finanziaria puň determinare un lungo periodo di recessione economica e la messa in discussione della stessa moneta dell'euro. Per questo vi č una sostanziale moratoria dei diritti sociali. Il modello sociale europeo č stato sempre interconnesso al modello economico e la crisi attuale ingenera quella sociale. Una politica di solo rigore non basta. La crisi non č nell'euro ma dell'euro. Serve un equilibrio urgente tra rigore e crescita. Quindi non un'Europa delle nazioni ma un'accelerazione dell'integrazione economica e un vero ruolo di Banca centrale della BCE. La scorciatoia di rovesciare tutto il deficit di competitivitŕ sul lavoro in realtŕ sta conducendo l'UE in un vicolo cieco.
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Spazzali, Roberto. "Uno sguardo dall’Adriatico. La crisi asiatica dei tre imperialismi nei commenti di politica estera di Silvio Benco." Histria : the Istrian Historical Society review 3, no. 3 (2013): 117–42. http://dx.doi.org/10.32728/h2013.05.

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Abstract:
Trieste è stata, per un certo periodo di tempo, un privilegiato punto di osservazione sui principali fatti del mondo, in quanto sede di importanti compagnie di navigazione e di assicurazioni che fondavano i loro traffici e i loro interessi sulla raccolta e l’analisi puntuale della situazione internazionale. Infatti il giornalista triestino Silvio Benco dimostra notevole attenzione per la “geopolitica”, una disciplina che si afferma alla fine del XIX secolo come strumento di interpretazione dei fatti della politica internazionale in relazione alla geografia terrestre. Grazie agli strumenti scientifici della geopolitica, egli è in grado di esaminare la trasformazione degli equilibri internazionali nei primi 50 anni del XX secolo, prestando attenzione ad alcuni aspetti molto importanti: la corsa agli armamenti delle grandi potenze europee per ottenere il predominio marittimo con spese così pesanti da pregiudicare l’economia dei singoli Stati; l’affermazione di nuove potenze (Giappone e Stati Uniti) che si contendono l’Oceano Pacifico e il declino dell’Impero russo messo in crisi dalla grave situazione interna; il declino dell’Europa dove i sistemi politici sembrano troppo fragili ed incapaci di dare vita ad una società realmente democratica, in essi prevalgono le spinte autoritarie e l’ascesa delle caste militari in pieno accordo con i circoli finanziari e industriali; la crisi balcanica che accelera il processo di dissoluzione dell’Impero austro-ungarico e dell’Impero ottomano, aprendo un pericoloso varco negli equilibri dell’Europa sud orientale. Infine, dopo la seconda guerra mondiale, Silvio Benco ripone molta fiducia nella possibilità di costruire un nuovo spirito europeo in considerazione degli errori che hanno portato ad un conflitto più terribile del precedente. Benco è consapevole che l’Europa ha esaurito il suo ruolo storico rinunciando da tempo alla cultura e allo spirito liberale, il continente sembra escluso dal futuro. La maggiore preoccupazione di Benco è la perdita di identità: egli è attratto dal progresso e dalla modernità ma guarda con diffidenza i grandi movimenti di massa che sembrano non controllabili.
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Mancini, Elena. "I malati invisibili della povertà: troppi alberi per accorgersi della foresta? Le politiche sanitarie internazionali per il contrasto delle malattie neglette e della povertà (Neglected Tropical Diseases)*." Medicina e Morale 71, no. 1 (April 14, 2022): 39–54. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1198.

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Abstract:
Le malattie, soprattutto se infettive, hanno da sempre accompagnato la storia dell’umanità, modificando profondamente gli assetti economici e condizionando le strutture sociali e l’evoluzione culturale di intere popolazioni. Tutto questo è ancora vero per un miliardo e mezzo di persone colpite da malattie che l’occidente ha oramai dimenticato e che sono endemiche nelle aree tropicali del pianeta (Neglected Tropical Diseases – NTDs). Enormemente favorite dalla povertà, esse sono a loro volta una delle principali cause di povertà e uno dei più insidiosi ostacoli allo sviluppo di estese aree geografiche dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina. Occorre combattere la povertà per ridurre le malattie, ma occorre anche eliminare le malattie per sollevare dalla povertà e favorire lo sviluppo. Contrastare le NTDs significa tuttavia affrontare contesti caratterizzati oltre che dalla povertà, da equilibri sociali precari, da drammatiche condizioni igienico-sanitarie, dall’assenza o inadeguatezza delle infrastrutture e dei sistemi sanitari, da varie forme di discriminazione ed esclusione sociale dei malati: fattori questi che ostacolano qualsiasi azione a partire dalla stessa raccolta e verifica dei dati epidemiologici. Sono qui esaminate alcune strategie di intervento ispirate all’approccio community-driven, diretto al coinvolgimento delle comunità locali nell’integrazione e gestione delle misure di contrasto. È analizzato inoltre il ruolo degli operatori sanitari informali (Community Health Workers) nella diffusione di comportamenti, informazioni e strumenti di profilassi e nella valorizzazione di pratiche locali marginali che tuttavia si siano dimostrate efficaci nel contrasto o prevenzione di una o più NTDs (devianza positiva). Una riflessione conclusiva è dedicata alla formazione dei CHWs ai fini dell’educazione sanitaria di comunità. * Questa pubblicazione si inserisce nell’ambito delle attività del progetto “Centro per la ricerca sulle malattie rare neglette e della povertà”, finanziato dal Consorzio CNCCS.
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Lupoi, Alberto. "Doveri fiduciari e ESG." Trusts, no. 6 (December 1, 2022): 1090–101. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.221.

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Abstract:
Tesi Il trustee deve gestire il fondo in trust secondo il duty of care e il duty of loyalty. Quasi tutti gli Stati degli Stati Uniti hanno adottato lo Uniform Prudent Investor Act, che specifica cosa debba intendersi per duty of care nella gestione degli investimenti. In realtà, il classico riferimento allo standard dell’«uomo prudente» si è evoluto in quello dell’uomo che deve conoscere le basi delle teorie finanziarie relative al portafoglio di investimento. Trova così spazio il concetto di portafoglio equilibrato e di diversificazione dei rischi. In questa prospettiva deve essere effettuata la scelta degli investimenti da parte del trustee e non per ragioni o motivi personali seppur non in conflitto con gli interessi dei beneficiari o con le finalità del trust. Un trustee che si orienti su investimenti ESG, per motivazioni sociali o ecologistiche, contravviene il duty of loyalty in quanto privilegia un proprio interesse rispetto alla regola del «sole interest» del beneficiario e contravviene la regola del duty of care se la scelta non è stata motivata dalla gestione equilibrata del rischio. The authors’ view A trustee must manage the trust fund according to duty of care and duty of loyalty. Almost all States of the United States of America have adopted the Uniform Prudent Investor Act, which specifies what is to be understood by duty of care. In fact, the classic reference to the standard of the «prudent man» has evolved into that of the man who must know the basics of financial theories relating to the investment portfolio. Thus, the concept of a balanced portfolio and risk diversification finds its place. It is from this perspective that the trustee must managed the trust fund and not for following his personal reasons or motives even if they do not conflict with the interests of the beneficiaries or the purposes of the trust. A trustee who opts for ESG investments, for social or ecological reasons, contravenes the duty of loyalty as the trustee privileges his or her own interest over the beneficiary's sole interest and contravenes the duty of care and the duty of loyalty if the choice was not motivated by risk management needs.
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Lacey, Eric F. "The Italian Competition Law Compared with Other OECD Countries’ Competition Laws." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 147–51. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345090.

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Abstract:
Abstract L’ltalia è il penultimo Paese membro dell’OCSE che abbia adottato una legge sulla protezione della concorrenza (adesso solo la Turchia non ha alcuna legge al riguardo).Peraltro, la legislazione vigente nei Paesi OCSE non è del tutto identica. Vi è, per esempio, una notevole differenza tra la legislazione anti-trust degli Stati Uniti, con proibizione (rafforzata da sanzioni penali) della fissazione di prezzi e di ripartizione dei mercati, ed il progetto di legge belga contro l’abuso di potere economico, che da luogo ad un tipo di controllo molto tenue.Per quanto riguarda, in particolare, le norme attinenti alle concentrazioni, l’ltalia è il quindicesimo Paese OCSE ad avere una normativa. Questo significa non soltanto che nove Paesi OCSE devono ancora convincersi dell’utilità del controllo delle concentrazioni, ma che, date le divergenze tra le diverse normative in vigore, sono anche diversi i criteri e le procedure mediante cui possono essere valutate fusioni ed acquisizioni.Si può affermare che l’impostazione della legge italiana, di carattere dichiaratamente proibitivo, quanto ad accordi restrittivi ed abuso di posizione dominante segue l’attuale tendenza dei Paesi OCSE a favore di questo metodo di controllo piuttosto che del metodo del caso per caso, che e ancora vigente nei Paesi nordici, in Irlanda e nel Regno Unito.Per quanto attiene, invece, alle concentrazioni, l’impostazione di carattere proibitivo non si estende normalmente al loro controllo. Molti ordinamenti preferiscono il sistema del «caso per caso» e così fa anche la legge italiana, anche se questa procedura richiede un giusto equilibrio tra l’esigenza di completare in tempi stretti l’indagine, per non danneggiare le imprese interessate, e l’altrettanto legittima esigenza di avere tempo sufficiente per un esame accurato. Su questo ultimo aspetto, i tempi previsti dalla legge italiana sembrano più brevi della media dei Paesi OCSE. In particolare, il periodo di tempo previsto dalla legge italiana perché l’Autorità effettui l’indagine è di quarantacinque giorni, mentre il tempo mediamente previsto nei Paesi OCSE è di tre mesi.Un elemento molto positivo della legge italiana è quello di sottoporre le concentrazioni ad una valutazione di natura strettamente concorrenziale, senza introdurre dementi di natura politica o sociale. Inoltre, in molti Paesi il Governo ha il potere di dire l’ultima parola sull’autorizzazione o meno delle concentrazioni.Bisogna anche notare che, mentre molti Paesi hanno costruito poco per volta la loro legislazione concorrenziale, partendo dagli accordi orizzontali per poi estendere il controllo all’abuso del potere di mercato e giungendo quindi al controllo delle concentrazioni, la legge italiana include tutti e tre questi tipi di restrizioni della concorrenza. Essa riguarda, inoltre, sia il mercato dei beni che quello dei servizi.La legge italiana si applicherà sia alle imprese private che a quelle pubbliche, con l’eccezione dei monopoli pubblici. Per quanto riguarda le banche e le assicurazioni, la legge italiana riserva ad essi un trattamento analogo a quello di altre leggi della concorrenza, anche se adesso sembra emergere la tendenza a restringere le esenzioni dalle leggi sulla concorrenza di cui godono questi settori.L’Autorità italiana per l’applicazione della legislazione concorrenziale ha ampi poteri di investigazione, di decisione e anche di sanzione, attraverso la comminazione di multe, nonche importanti funzioni consultive. In altri ordinamenti vi è una distinzione tra gli organi che nelle diverse fasi applicano la legislazione della concorrenza. La legge italiana, dato che l’Autorità è responsabile delle varie fasi, potrà essere applicata più facilmente, anche se si potrebbe rilevare che la distinzione tra funzioni istruttorie e funzioni decisionali dà maggiori garanzie (in ogni caso, le parti hanno comunque diritto di ricorrere contro le decisioni dell’Autorità).L’applicazione di sanzioni, che è un aspetto essenziale del sistema di controllo, è modellata nella legge italiana sulla base della normativa CEE e sembra adeguata.Per quanto riguarda il particolare trattamento riservato alle istituzioni finanziarie, sebbene in diversi Paesi vi siano norme speciali nei riguardi delle concentrazioni bancarie (con approvazione da parte delle autorità bancarie, in sostituzione delle autorità che si occupano della concorrenza o in aggiunta all’approvazione di queste ultime), non si riscontra in altri ordinamenti una norma come quella secondo cui anche l’acquisizione di una quota del cinque per cento del capitale debba essere sottoposta ad autorizzazione. Soltanto l’Olanda, forse, ha una regola analoga, mentre l’Australia ha una regola che stabilisce un limite generale del quindici per cento per un solo investitore.Nel complesso, la legge italiana per la concorrenza sembra fornire una buona base per una efficiente politica della concorrenza. Evidentemente, tutto dipenderà dal modo in cui l’Autorità assicurerà che le norme siano effettivamente applicate, soprattutto per quanto riguarda l’art. 4 (che prevede deroghe per le intese) e l’art. 8, paragrafo 2, sulle deroghe per le imprese che forniscono servizi d’interesse economico generale. Sarebbe molto spiacevole se questa norma fosse utilizzata per non applicare la legge allo stesso modo, sia alle imprese private che a quelle pubbliche.
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Dissertations / Theses on the topic "Equilibrio finanziario"

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VILLA, ELENA OMBRETTA. "L'equilibrio nel processo di pianificazione." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/16521.

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Abstract:
dopo aver esaminato la teoria sull'equilibrio aziendale (patrimoniale, economico e finanziario) in dottrina e nella pratica professionale, ci si è concentrati sulla determinazione dell'equilibrio nella pianificazione di breve e di lungo periodo. Nella determinazione dell'equilibrio nella pianificazione di breve periodo si è alanizzata la break even analysis.
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Lionzo, Andrea. "Le cooperative sociali: caratteri istituzionali, condizioni di equilibrio e strumenti per l'analisi economico-finanziaria." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 1999. http://hdl.handle.net/10579/358.

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LAI, NGUYEN THANH CONG. "An analysis of equilibria for Nash problems, Radner problems and Multi-leader-follower games." Doctoral thesis, Università degli studi di Brescia, 2021. http://hdl.handle.net/11379/551778.

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CONSTANTINO, DA SILVA RUI MIGUEL. "ESSAYS ON EQUILIBRIUM SELECTION AND GAME THEORY." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/636885.

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Abstract:
The problem of equilibrium selection has been a relevant and fundamental topic in game theory since the own definition of the Nash equilibrium concept. However, despite its importance, this topic does not appear any longer as a top priority in the game-theoretic research agenda; at least, considering the absence of relevant contributions in the last two decades. In its present state, the existent literature consists of an eclectic collection of methods, each one dependent on a particular methodology, or tailored merely to a specific class of problems. Hence, it becomes almost impossible to organize those approaches under the umbrella of one or two research programs. The current state is partially the product of the initial approach to the equilibrium multiplicity issue; that was the equilibrium refinement research program. Its purpose was the refinement of the equilibrium concept, seeking in the process to produce more reasonable predictions, and to reduce the number of possible solutions in a game. However, the result was a sequence of competing refinements and the absence of a consensual and unanimous concept. Even in extensive-form games, where the sequential equilibrium concept is possibly the most sensible candidate, we can find several variations that depend on the conditions for the consistency of beliefs, none of which being entirely satisfactory. The first approach aiming at the development of rational criteria for the selection of an equilibrium as the solution of a game emerges in the late 1980s, seen as the culmination of the refinement program and led by two of its main contributors, John Harsanyi, and Reinhard Selten. The subsequent interest resulted in some new methods and theories; however, none became utterly dominant. The slowdown that followed was also the product of an emerging paradigm, under which the information provided by the multiplicity of solutions is perhaps more useful than the prediction/prescription of a single one. However, in my opinion, game theory has reached a stage that justifies renewed attention over this topic. In the one hand, the information provided by the multiplicity of solutions does not prevent the selection of a single solution. On the other hand, the dissemination of game theoretical tools in applied research raises the necessity for sensible predictions. Those predictions do not have to correspond to an exact behavior code; instead, they may just have a prescriptive orientation, matching the limitations that real agents face. The absence of such criteria limits the impact of game-theoretical tools and raises questions as to the usefulness of the theory itself. The product of behavioral and experimental economics research also has increased the criticism on game theory, based on the argument that a theory that does not make consistent and recurrent predictions cannot be effectively useful in social sciences. In this dissertation, I treat the selection issue with a prescriptive orientation. Therefore, I propose an equilibrium selection method to static games with complete information and an extension of it to dynamic games with asymmetric information. In the first paper - equilibrium selection in static games - I define criteria of risk and payoff dominance, which I combine into a single measure. That measure - the premium of an equilibrium - represents the risk of an equilibrium to a player, given his perception about risk, and the expected payoff. Such measure helps to rationalize the available experimental evidence by adjusting the importance of each dominance criterion to the selection of an equilibrium according to the characteristics of the game, namely, the distribution of the payoffs across the game outcomes. The solution of a game is an equilibrium that minimizes the premium to the player, that is, which minimizes the risk to a player given their perception of risk and their expected payoff, conditional on the same being true for every opponent. I provide a brief axiomatic characterization of that measure, and show that the solution set is nonempty and that almost all games have a unique solution; therefore, the set of games with multiple solutions have null Lebesgue measure. In the second paper, I extend the method to dynamic games with asymmetric information. Considering the sequential nature of decision making, I show that a solution of an extensive-form game does not necessarily coincide with the solution of its reduced normal-form. I apply the method to the most basic version of Spence signaling game with just two types of worker. I obtain that the solution of such a game depends on the firms’ prior concerning the players’ types. In both dynamic and static games, I show that the method’s solutions respect certain invariance properties. I am then able to identify several directions of research. In one direction, we have the application of the selection method to specific problems in which the multiplicity of solutions play a critical role. Among such problems, I highlight bank-runs, and climate change negotiations. Additionally, I am interested in expanding the selection analysis of Spence game through the inclusion of additional types of worker. Another direction follows a different path, and focus on the identification and further characterization of the epistemic conditions of this selection method, and the comparison with the conditions in other selection methods and/or equilibrium refinement concepts.
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DOLDI, ALESSANDRO. "EQUILIBRIUM, SYSTEMIC RISK MEASURES AND OPTIMAL TRANSPORT: A CONVEX DUALITY APPROACH." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/812668.

Full text
Abstract:
This Thesis focuses on two main topics. Firstly, we introduce and analyze the novel concept of Systemic Optimal Risk Transfer Equilibrium (SORTE), and we progressively generalize it (i) to a multivariate setup and (ii) to a dynamic (conditional) setting. Additionally we investigate its relation to a recently introduced concept of Systemic Risk Measures (SRM). We present Conditional Systemic Risk Measures and study their properties, dual representation and possible interpretations of the associated allocations as equilibria in the sense of SORTE. On a parallel line of work, we develop a duality for the Entropy Martingale Optimal Transport problem and provide applications to problems of nonlinear pricing-hedging. The mathematical techniques we exploit are mainly borrowed from functional and convex analysis, as well as probability theory. More specifically, apart from a wide range of classical results from functional analysis, we extensively rely on Fenchel-Moreau-Rockafellar type conjugacy results, Minimax Theorems, theory of Orlicz spaces, compactness results in the spirit of Komlós Theorem. At the same time, mathematical results concerning utility maximization theory (existence of optima for primal and dual problems, just to mention an example) and optimal transport theory are widely exploited. The notion of SORTE is inspired by the Bühlmann's classical Equilibrium Risk Exchange (H. Bühlmann, "The general economic premium principle", Astin Bulletin, 1984). In both the Bühlmann and the SORTE definition, each agent is behaving rationally by maximizing his/her expected utility given a budget constraint. The two approaches differ by the budget constraints. In Bühlmann's definition the vector that assigns the budget constraint is given a priori. In the SORTE approach, on the contrary, the budget constraint is endogenously determined by solving a systemic utility maximization problem. SORTE gives priority to the systemic aspects of the problem, in order to first optimize the overall systemic performance, rather than to individual rationality. Single agents' preferences are, however, taken into account by the presence of individual optimization problems. The two aspects are simultaneously considered via an optimization problem for a value function given by summation of single agents' utilities. After providing a financial and theoretical justification for this new idea, in this research sufficient general assumptions that guarantee existence, uniqueness, and Pareto optimality of such a SORTE are presented. Once laid the theoretical foundation for the newly introduced SORTE, this Thesis proceeds in extending such a notion to the case when the value function to be optimized has two components, one being the sum of the single agents' utility functions, as in the aforementioned case of SORTE, the other consisting of a truly systemic component. This marks the progress from SORTE to Multivariate Systemic Optimal Risk Transfer Equilibrium (mSORTE). Technically, the extension of SORTE to the new setup requires developing a theory for multivariate utility functions and selecting at the same time a suitable framework for the duality theory. Conceptually, this more general setting allows us to introduce and study a Nash Equilibrium property of the optimizers. Existence, uniqueness, Pareto optimality and the Nash Equilibrium property of the newly defined mSORTE are proved in this Thesis. Additionally, it is shown how mSORTE is in fact a proper generalization, and covers both from the conceptual and the mathematical point of view the notion of SORTE. Proceeding further in the analysis, the relations between the concepts of mSORTE and SRM are investigated in this work. The notion of SRM we start from was introduced in the papers "A unified approach to systemic risk measures via acceptance sets" (Math. Finance, 2019) and "On fairness of systemic risk measures" (Finance Stoch., 2020) by F. Biagini, J.-P. Fouque, M. Frittelli, and T. Meyer-Brandis. SRM of Biagini et al. are generalized in this Thesis to a dynamic (namely conditional) setting, adding also a systemic, multivariate term in the threshold functions that Biagini et al. consider in their papers. The dynamic version of mSORTE is introduced, and it is proved that the optimal allocations of dynamic SRM, together with the corresponding fair pricing measures, yield a dynamic mSORTE. This in particular remains true if conditioning is taken with respect to the trivial sigma algebra, which is tantamount to working in the non-dynamic setting covered in Biagini et al. for SRM, and in the previous parts of our work for mSORTE. The case of exponential utility functions is thoroughly examined, and the explicit formulas we obtain for this specific choice of threshold functions allow for providing a time consistency property for allocations, dynamic SRM and dynamic mSORTE. The last part of this Thesis is devoted to a conceptually separate topic. Nonetheless, a clear mathematical link between the previous work and the one we are to describe is established by the use of common techniques. A duality between a novel Entropy Martingale Optimal Transport (EMOT) problem (D) and an associated optimization problem (P) is developed. In (D) the approach taken in Liero et al. (M. Liero, A. Mielke, and G. Savaré, "Optimal entropy-transport problems and a new Hellinger-Kantorovich distance between positive measures", Inventiones mathematicae, 2018) serves as a basis for adding the constraint, typical of Martingale Optimal Transport (MOT) theory, that the infimum of the cost functional is taken over martingale probability measures, instead of finite positive measures, as in Liero et al.. The Problem (D) differs from the corresponding problem in Liero et al. not only by the martingale constraint, but also because we admit less restrictive penalization terms D, which may not have a divergence formulation. In Problem (P) the objective functional, associated via Fenchel conjugacy to the terms D, is not any more linear, as in Optimal Transport or in MOT. This leads to a novel optimization problem which also has a clear financial interpretation as a non linear subhedging value. Our results in this Thesis establish a novel nonlinear robust pricing-hedging duality in financial mathematics, which covers a wide range of known robust results in its generality. The research for this Thesis resulted in the production of the following works: F. Biagini, A. Doldi, J.-P. Fouque, M. Frittelli, and T. Meyer-Brandis, "Systemic optimal risk transfer equilibrium", Mathematics and Financial Economics, 2021; A. Doldi and M. Frittelli, "Multivariate Systemic Optimal Risk Transfer Equilibrium", Preprint: arXiv:1912.12226, 2019; A. Doldi and M. Frittelli, "Conditional Systemic Risk Measures", Preprint: arXiv:2010.11515, 2020; A. Doldi and M. Frittelli, "Entropy Martingale Optimal Transport and Nonlinear Pricing-Hedging Duality", Preprint: arXiv:2005.12572, 2020.
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BONENTI, FRANCESCA. "La matematica come occasione e stimolo per la formulazione di un giudizio critico." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28639.

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Abstract:
The thesis develops an analysis of the scientific knowledge construction based on a psychological description of the mental procedures which in our mind help to construct the mathematical thought. The analysis was carried on in the Part I of the thesis and was supported by a deep insight in the scientific research experience concerning mathematics. This research was the opportunity for the personal encounter with the mathematical discipline and gave also the possibility and ispiration to question the meaning of the mathematical thinking and the reliability of its cognitive procedures. In Part II the results of psychological and cognitive experience of the scientific research, discussed in Part I, have been described in details. The results of the scientific research, both in basic and applied fields of mathematics, has been described in different papers appeared in national and international journals and are collected in the thesis' appendix.
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CORAZZA, Marco. "Caso e Caos Deterministico: un Approccio all’Analisi delle Leggi di Evoluzione dei Prezzi Speculativi." Doctoral thesis, La pubblicazione in oggetto è stata stampata in proprio dall'autore, 1995. http://hdl.handle.net/10278/24052.

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Abstract:
Questa tesi, che si articola in tre parti, in un primo momento propone la specificazione, lo sviluppo e il coordinamento di metodiche e di strumenti alternativi a quelli impiegati nell'approccio classico per l'analisi dell'evoluzione dei prezzi speculativi; in particolare, considera le distribuzioni di probabilità Pareto-Lévy stabili, i moti Browniani frazionari e le dinamiche deterministiche non lineari complesse. In un secondo momento, la tesi propone l'utilizzo di tali metodiche e di tali strumenti al fine di analizzare empiricamente il mercato finanziario italiano. In un terzo e ultimo momento propone degli strumenti e dei modelli economico-finanziari "coerenti" con i risultati empirici empirici ottenuti; in particolare, propone un approccio alla valutazione del valore di equilibrio in una opzione call di tipo europeo nell'ipotesi in cui la legge degli incrementi dei logaritmi dei prezzi sia descrivibile da una dinamica deterministica non lineare complessa.
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MATTERA, ROSA. "La responsabilità civile nei mercati finanziari. Alla ricerca di un equilibrio." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1356765.

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Abstract:
L'incremento della regolamentazione in materia finanziaria all'interno dell'Unione Europea e della supervisione posta in essere nell'era post-crisi, in aree tradizionalmente disciplinate da leggi private nazionali, accompagnato dalla mancanza di un approccio coerente relativamente al rapporto tra la regolamentazione finanziaria europea e il diritto privato, sono i punti di partenza da cui prende le mosse la presente tesi di dottorato. Ai sensi del diritto privato nazionale, le parti danneggiate hanno rimedi cui fare ricorso nel caso di violazione dei doveri di regolamentazione imposti a livello europeo? E qual è la relazione sussistente tra gli obblighi imposti nell'ordinamento comunitario e i doveri di diritto privato previsti nell'ambito dei sistemi legali nazionali? È forse auspicabile sviluppare una relazione più coordinata tra la regolamentazione finanziaria e la responsabilità civile a livello europeo? Questi alcuni degli interrogativi a cui si è tentato di dare risposta. La mancanza di qualsivoglia armonizzazione delle norme relative alla responsabilità civile è una caratteristica distintiva della regolamentazione finanziaria dell'Unione. In particolare, essa detta discipline specifiche in materia di prodotti finanziari, servizi e capitale, ma non regola il contenuto dei contratti tra partecipanti ai mercati finanziari, né fornisce rimedi per la violazione dei relativi obblighi. Il diritto europeo impone agli Stati membri di prevedere efficaci sanzioni amministrative in caso di mancato rispetto, da parte delle imprese, delle norme di comportamento, ma non impone di stabilire rimedi contrattuali o diritti d'azione privati per le perdite subite con la relativa violazione. Partendo da tali osservazioni, con il presente lavoro si è inteso determinare se e in che misura la regolamentazione finanziaria europea influenzi il diritto nazionale e in che modo tale influenza si rifletta nei diritti e rimedi contrattuali dei partecipanti al mercato.
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SCOPELLITI, Domenico. "A deterministic and stochastic variational approach to multistage equilibrium problems under uncertainty and application to an electricity market." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11570/3182131.

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Abstract:
The central aim of this thesis is the study of a Radner equilibrium model, also known as "equilibrium of plans, prices, and price expectations". The theory of variational inequalities is used to weaken, from a theoretical point of view, some aspects related to the issues of the considered equilibrium problem.
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NARDI, FRANCESCO. "L'incidenza del Patto di stabilità e crescita sull'equilibrio costituzionale dei poteri." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11573/925126.

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Abstract:
Il presente lavoro trova come spunto i temi trattati nel convegno “Euro e Fiscal Compact: quali prospettive per l’Euro” ed in particolare le riflessioni suscitate dalle relazioni del Prof. Guarino e del Prof. Tosato. Il successivo approfondimento, svolto in coerenza con le attività di studio e di ricerca legate al dottorato , ha avuto ad oggetto le riforme apportate al Patto di stabilità e crescita durante il periodo 2011 e 2013. Tali riforme hanno inciso nella poltica economica europea, di coordinamento, di sorveglianza economica multiaterale e di controllo sui bilanci pubblici nazionali. Per tale via le decisioni europee si insinuano anche nella fase di preparazione, approvazione e controllo dei bilanci nazionali e inferiscono nella determinazione delle spese pubbliche parlamentarmente assentibili, manifestando un potere che non appare più contenibile nel quadro previgente di governance economica europea. In quanto la riserva di legge che affida l’approvazione del bilancio al Parlamento non è solo un elemento che caratterizza storicamente la forma dello Stato liberale e che trova indirizzo di sviluppo nello Stato sociale, ma misura anche concretamente l’indice di democraticità di uno Stato. Infatti, “i bilanci generali non sono solo materie di calcoli aritmetici, ma in mille modi vanno alla radice della prosperità delle persone, ai rapporti fra le classi sociali, e alla potenza” degli Stati . Il nuovo quadro europeo più che attuare il rafforzamento della disciplina prevista nei Trattati, manifeta l’emersione di un vero e proprio Potere (sia dal punto di vista soggettivo che procedurale) di governo dell’economia. Sebbene ciò la cooperazione economica verso obiettivi comuni quali crescita e sviluppo è e deve essere ancora il tratto fondante del progetto europeo, il suo valore economico ha ancora oggi bisogno di essere letto attraverso la lente di principi, quali ad esempio l’uguaglianza e la solidarietà, per permettere al processo di integrazione europeo di approfondirsi politicamente. Partendo da queste considerazioni, il presente lavoro approfondisce lo studio della poltica economica europea ancorando tale indagine “ai principi ed ai valori fondanti della costruzione europea” ritrovandoli nelle Costituzioni nazionali, che costituiscono l’architettura su cui si poggia l’equilibrio costituzionale dei poteri in un ordinamento composito. In quanto, sebbene la separazione dei poteri sia un principio originariamente “sconosciuto all’organizzazione istituzionale europea” , tale principio e il suo equilibrio istituzionale in ambito di politica di bilancio appartiene “alla struttura fondamentale, politica e costituzionale” degli Stati membri che le Istituzioni eurpee nel loro agire e nei loro atti devono rispettare ai sensi dell’art. 4, par. 2, TUE . L’inferenza della normativa europea su quella nazionale di bilanicio quindi investe il rapporto tra i poteri in un quadro istituzionale multi livello, che coinvolge oltre all’equilibrio istituzionale anche quello costituzionale nazionale. Rispetto a tale assunto, nel presente lavoro dopo un indagine storico ricostruttiva sulla normativa afferente la politica economica europea (Capitolo I), si approfondisce: il nuovo assetto di coordinamento economico rafforzato dalle riforme al Patto di stabilità e crescita (Capitolo II), l’inferenza di questo nel ruolo democratico di approvazione delle scelte di spesa e di bilancio affidate ai Parlamenti nazionali (Capitolo III), i nuovi equilibri emersi tra le prerogative governative europee e nazionali di governo dell’economia (Capitolo IV), la loro incidenza nell’equilibrio dei poteri e rispetto a questo equilibrio il ruolo assunto dalla Corte costituzionale tedesca nell’affermare la tutela delle prerogative democratiche nazionali sulle decisioni afferenti la spesa pubblica (Capitolo V). Concludendo il discorso con un ragionamento che riporta i difetti dell’attuale costrutto di politica economica europea all’imperfezione del modello originario di fusione a freddo delle competenze nazionali in ambito di politca economica europea, rispetto invece a quello di fusione a caldo adopertato in ambito di politica monetaria unica (Capitolo VI). Si premette che lo scrivente ritiene che tale compromesso raggiunto per fondare l’Unione economica e monetaria è stato inevitabile date le esigenze contrapposte di tutela della sovranità nazionale in ambito economico e di bilancio, rispetto a quella di devoluzione all’ordinamento europeo della politica monetaria. Mentre le successive implementazioni normative hanno dimenticato l’approfondimento dell’integrazione politica dal punto di vista democratico. Il presente lavoro ha quindi un tono critico rispetto alla politica economica europea, ma lo stesso non è un giudizio sul valore dell’Unione economica e monetaria. Tale critica è, invece, lo strumento attraverso il quale si è approfondito lo studio della normativa europea e si conclude sulla necessità di una novella al diritto primario europeo per continuare nel cammino di integrazione politica attraverso un modello Istituzionale e procedurale che legittimi democraticamente le decisioni economiche prese, che contempli un bilanciamento tra interessi economici parziali e tutela di diritti generali (ovvero, per tutti i cittadini europei), e che contemperi la politica di stabilità con gli indirizzi alla crescita.
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Books on the topic "Equilibrio finanziario"

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Giustiniani, Antonio Zorzi. Costituzione americana ed equilibrio finanziario: Il caso della legislazione antideficit. Ospedaletto (Pisa): Pacini, 2002.

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Nisco, Attilio. Controlli sul mercato finanziario e responsabilità penale. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg245.

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Abstract:
Scandali finanziari e crisi più e meno recenti pongono un fondamentale interrogativo: a che servono molteplici meccanismi di controllo innanzi ad un ineliminabile rischio di “abusi di mercato” e di frodi nei confronti dei risparmiatori? La risposta del legislatore è rappresentata da un consistente moto di riforme intese a conferire nuovi doveri, poteri e, soprattutto, credibilità ai controlli, interni ed esterni alle società, nonché all’autorità di vigilanza sul mercato. È dato supporre che una simile palingenesi della funzione di controllo non possa non incidere sulla responsabilità penale dei suoi titolari, in particolare, per l’omesso impedimento dei reati commessi dagli organi esecutivi di una società, in danno di un interesse collettivo di recente emersione: il “risparmio”. Questo volume ricostruisce tale problematica, rivisitando temi classici, quali il reato omissivo improprio e la compartecipazione omissiva, alla luce delle questioni sollevate dall’assurgere delle organizzazioni societarie ad apparati procedurali complessi, entro i quali lo schema gerarchico e i tradizionali equilibri di potere subiscono una significativa metamorfosi. L’indagine costituisce occasione di riflessione sul concetto di “posizione di garanzia” e sulle sue possibilità di impiego, a tutela dei risparmiatori, nello scenario organizzativo delineato dal diritto delle società azionarie e del mercato finanziario.
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Birindelli, Giuliana, Andrey Karpov, Vera Palea, Pasqualina Porretta, Fabio Salis, Paola Brighi, Helen Chiappini, et al. L’integrazione dei fattori ESG nella valutazione del rischio di credito. AIFIRM, 2021. http://dx.doi.org/10.47473/2016ppa00029.

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Abstract:
L’interesse verso assetti produttivi compatibili con la tutela dell’ambiente, con un maggiore equilibrio sociale e con adeguate prassi di governance rappresenta una necessità vieppiù sentita dalle banche, incoraggiate a perseguire simili obiettivi da una regolamentazione sempre più pervasiva e dalla crescente consapevolezza di investitori e clienti. Un atteggiamento di apertura verso le istanze ecologiche, sociali e di buon governo societario (in breve, “ESG”) appare quanto mai raccomandabile in un business, come l’intermediazione finanziaria, fondato sulla fiducia. La capacità di allinearsi alle nuove preferenze e sensibilità del pubblico può diventare un potente driver di successo, come confermato dagli elevati tassi di crescita registrati dai fondi comuni “sostenibili” e di altre forme di responsible investing.
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