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Dissertations / Theses on the topic 'Emozioni'

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1

Spampinato, Eliana <1992&gt. "LA FORZA DELLE EMOZIONI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15180.

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Abstract:
Si vuole mostrare il pensiero di Martha Nussbaum per quanto concerne la concezione platonica della vita buona e della teoria dei valori che le è connessa, prendendo in particolare considerazione le emozioni. Le opere prese in esame sono: il Protagora, la Repubblica, il Simposio, il Fedro e il Timeo; secondo il parere dell'autrice è possibile rintracciare in questo percorso una sorta di evoluzione che condurrebbe Platone via via a ritrattare alcuni aspetti unilaterali della sua etica e della sua psicologia, focalizzati nel Protagora e nella Repubblica. Altre opere esaminate sono: "The fragility of Goodness" di Martha Nussbaum, Appunti per il corso di Filosofia Morale "Ragione, Passione e Libertà" di Pagani, "La geometria dell'Anima" di Pagani, "La natura delle emozioni" di Matteucci e Portera e "L'Intelligenza delle emozioni" di Martha Nussbaum.
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2

Costanzucci, Paolino Claudio. "Cognizioni-ed-emozioni: prospettive neuroeducative." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2014. http://hdl.handle.net/11369/331986.

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Abstract:
Abstract A livello internazionale si sta strutturando un ambito di ricerca che vede il dialogo tra neuroscienze ed educazione come una delle relazioni transdisciplinari più interessanti e produttive degli ultimi anni. Questo settore d’indagine, definito Neuroeducation, vede nella declinazione educativa delle ricerche nel campo delle neuroscienze cognitive, affettive e sociali e nell’indispensabile collaborazione tra ricercatori ed educatori, gli obiettivi principali per una sua autonoma caratterizzazione epistemologica ed operativa. La ricerca neuroeducativa è nata soprattutto in seguito alla diffusione del neuroimaging funzionale, grazie al quale è stato possibile studiare “in vivo” i processi cognitivi ed emotivi, andando così oltre i risultati della ricerca psicologica. L’importanza che ricopre la ricerca neuroscientifica per l’educazione è stata dimostrata dall’accelerazione che il suo paradigma sperimentale ha impresso alla comprensione dei processi cognitivo-emotivi di fondamentali attività educative come la lettura e il calcolo matematico. Ma il dato scientifico più interessante che questo nuovo approccio sperimentale ha prodotto è la dimostrazione dello strettissimo legame che sussiste fra cognizioni ed emozioni, cosa che ha contribuito a superare quei dualismi epistemologici (natura e cultura, scienze naturali e scienze umane, mente e corpo, mente e cervello), che per secoli hanno contraddistinto il pensiero filosofico e la ricerca scientifica. In particolare, l’utilizzo del brain imaging, oltre che chiarire gli aspetti funzionali dei processi mentali, ha permesso anche di valutare l’efficacia di alcuni programmi di recupero utilizzati in disturbi come la dislessia, la discalculia e l’autismo. L’interconnessione fra neuroscienze ed educazione si sta realizzando su questo piano e tale approccio consiliente sta producendo risultati che a breve renderanno sempre più efficaci i processi di insegnamento-apprendimento. A fronte di un crescente interesse internazionale per questo ambito di studio, che ha portato alla fondazione di associazioni scientifiche, alla messa a punto di programmi di ricerca finanziati dai governi, alla costituzione di centri di ricerca specifici, alla messa a punto di percorsi di formazione universitari, il mondo pedagogico italiano, invece, si è rivelato poco sensibile a questi argomenti, limitandosi, nel migliore dei casi, ad una riflessione meramente epistemologica. La riconquista di una centralità culturale e scientifica da parte della Pedagogia potrà avvenire soprattutto se essa giocherà un ruolo fondamentale in questo dialogo tra neuroscienze ed educazione, contribuendo a ridurre quella distanza tra classe e laboratorio, che troppo spesso lascia gli insegnanti in balìa di false credenze prodotte da psicomiti e neuromiti, o li irrigidisce in una didattica che fa dell’autarchia operativa e dello scetticismo scientifico la propria bussola professionale. L’auspicio è che a breve anche in Italia sorgano Centri di Ricerca e di Formazione Universitari Interdipartimentali, che consentano a ricercatori ed educatori una stretta collaborazione sia in fase di ricerca sperimentale e sia in quella didattico-operativa.
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3

Pasquali, Luca. "Riconoscimento delle emozioni tramite strumentazione per EEG." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Lo scopo di questa trattazione è quindi di illustrare il lavoro svolto nel tentativo di classificare le reazioni emozionali ad immagini con una forte carica emozionale, sia positiva che negativa. A tale scopo sono stati acquisiti i segnali EEG di diversi soggetti durante l’esposizione ad immagini di vario contenuto, insieme alla loro reazione dichiarata alle immagini stesse. Queste sono state immagazzinate, elaborate utilizzando diversi metodi di estrazione delle informazioni, ed infine si è tentato di effettuare un riconoscimento di pattern sui segnali tramite algoritmi di apprendimento supervisionato; i dati sono stati quindi divisi tra dati di “training”, utilizzati per la strutturazione dell’algoritmo, e dati di test, necessari per la verifica dell’affidabilità dell’algoritmo.
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4

Boscariol, Silvia <1991&gt. "Emozioni al lavoro. Risuonare con gli altri." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8006.

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Abstract:
A lungo considerate fattori negativi di perturbazione della razionalità, negli ultimi anni le emozioni hanno assunto una legittimazione sociale e scientifica del tutto inedita. Il mio lavoro intende dimostrare – all’interno di un quadro di riferimento teorico filosofico, psicologico e neuro-scientifico - come la natura delle emozioni sia insieme razionale e irrazionale, corporale e cognitiva, individuale e sociale, superando così un certo modo di pensare, profondamente radicato nella cultura occidentale (scientifica e non), che separa il corpo dalla mente, la natura dalla cultura, l'universale dal relativo, la ragione dalle emozioni. Partendo da tale assunto, verificherò – anche attraverso la ricerca empirica - se e come l’Intelligenza Emotiva possa trovare applicazione e valorizzazione in ambito lavorativo. L’approdo della mia ricerca sarà considerare l’organizzazione, da un punto di vista sistemico, ovvero nella relazione tra assetti tangibili e assetti in-tangibili. In questo modo si vedrà ridimensionata la razionalità strumentale, che facilmente assimila l’uomo alla macchina, e si andrà a recuperare l’imprescindibile ed insostituibile valore della soggettività. La “capacitazione” soggettiva, che deriva dalla combinazione di razionalità ed emozionalità, può essere oggi - più delle mere competenze tecnico-specialistiche - la vera fonte di vantaggio competitivo per le imprese.
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5

REALDON, OLIVIA. "Differenze culturali nella percezione multimodale delle emozioni." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/37944.

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Abstract:
The research question in the present study concerns how culture shapes the way in which simultaneous facial and vocalization cues are combined in emotion perception. The matter is not whether culture influences such process: cultures supply systems of meaning that make salient different core emotional themes, different sets of emotions, their ostensible expression, and action tendencies. Therefore, research doesn’t regard whether, but how and at what level of analysis culture shapes these processes (Matsumoto, 2001). Cultural variability was tested within the methodological framework of cultural priming studies (Matsumoto & Yoo, 2006). In such a methodological option culture is not viewed as consensual, enduring, and context-general, but as fragmented, fluctuating, and context-specific (situated cognition model; Oyserman & Sorensen, 2009). Bicultural individuals that, through enduring exposure to at least two cultures, possess systems of meaning and practices of both cultures, can therefore switch between such cultural orientations alternating them depending on the cultural cues (cultural primers) available in the immediate context (cultural frame switching; Hong et al. 2000). The present research investigated cultural differences in the way visual and auditory cues of fear and disgust are combined in emotion perception by Italian-Japanese biculturals primed with Japanese and Italian cultural cues. Bicultural participants were randomly assigned to Italian or Japanese priming conditions and were shown dynamic faces and vocalizations expressing either congruent (i.e., fear-fear) or incongruent (i.e. fear-disgust) emotion and were asked to identify the emotion expressed ignoring the one or the other modality (cross-modal bias paradigm; Bertelson & de Gelder, 2004). The effect of to-be-ignored vocalization cues was larger for participants in the Japanese priming condition, while the effect of to-be-ignored dynamic face cues was larger for participants in the Italian priming condition. This pattern of results was investigated also within current perspectives on embodied cognition, that, regarding emotion perception, assume that perceivers subtly mimic a target’s facial expression, so that contractions in the perceiver’s face generate an afferent muscolar feedback from the face to the brain, leading the perceiver to use this feedback to reproduce and thus understand the perceived expressions (Barsalou, 2009; Niedenthal, 2007). In other words, mimicry reflects internal simulation of perceived emotion in order to facilitate its understanding. A mimicry-interfering (with the facial expressions of fear and disgust; Oberman, Winkielman & Ramachandran, 2007) manipulation with bicultural participants performing the same task above described generated no cultural differences in the effect of to-be-ignored vocalizations, showing that the interference effect of vocalizations on faces turns out to be larger for participants in the Italian priming condition. Altogether, these results can be interpreted within the cultural syndromes highlighting the independent vs. interdependent and socially embedded nature of self, providing meaning systems that encourage and make available a different weighting of nonverbal cues in emotion perception depending on their relying, respectively, on more (or less) face exposure (meant as individual exposure) in modulating social relationships and less (or more) vocal exposure (more subtle and time-dependent than the face) in order to enhance individual standing and autonomy (vs. establish and maintain social harmony and interpersonal respect). Current perspectives sketching how human cognitive functioning works through a situated (Mesquita, Barrett, & Smith, 2010) and embodied (simulative) mind (Barsalou, 2009), and their implications in emotion perception are briefly described as the theoretical framework guiding the research question addressed in the empirical contribution.
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6

Convertini, Luciana. "Classificazione delle emozioni in base ai segnali EEG." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
La tesi si è basata sulla caratterizzazione delle emozioni al fine di comprendere quale siano le diverse metodologie in termini di creazione delle features e di classificazione. In primo luogo, è stata condotta un’analisi anatomica, fisiologica e biologica del sistema nervoso centrale maggiormente coinvolte nel processo emozionale, con particolare riguardo al sistema limbico. In secondo luogo, è stata effettuata una descrizione dell’elettroencefalogramma sia per quanto concerne l’architettura e la sua funzione delle singole componenti nonché la modalità di acquisizione del segnale. Il database utilizzato è il DEAP. Fa seguito la caratterizzazione delle diverse metodologie per l’estrazione delle features (KDE,HOC,EMD,FD,QTFT, Trasformata di WAVELET). Infine, vengono analizzate le metodologie di Machine Learning al fine di ottenere una migliore interpolabilità in fase di training e un’accurata flessibilità in fase di test; in particolare è stato preso in considerazione la sottoclasse del Supervised Learning.
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7

PEVERI, LAURA. "Resilienza e regolazione delle emozioni. Un approccio multimodale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/7893.

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Abstract:
Thesis object is resilience considered as the ability to deal with critical and stressful events, overcome them and continue to grow by increasing its resources, with a consequent positive life reorganization (Malaguti, 2005). As pointed out by Richardson (2000) resilience has a dual nature is both a state, a set of traits and resilient qualities (self-esteem, self-efficacy, optimism, etc..) and a process which leads to the attainment of the state. The resilience is innate because everyone born with a different "predisposition to resilience” but at the same time is acquirable and developable through the resilient process. Starting from a general art state analysis on the resilience construct, the thesis turns its attention to the psychological processes that begins with the resilient quality allowing the positive resolution of the critical event (resilient reintegration). In particular, the thesis consists of three studies, focuses on the relationship between the resilience of the one part and the emotion regulation process on the other. Before proceeding to the experimental investigation of relations between resilience and emotional regulation was necessary identify, translate and validate three scales for the assessment of resilience: Resilience Scale (Wagnild & Young, 1993), the Connor-Davidson Resilience Scale (Connor, Jonathan, & Davidson, 2003) and the Resilience Scale for Adults (Friborg, Hjemdal, Rosenvinge, & Martinussen, 2003). The validation work, conducted on a sample of 400 subjects and subject of the first study, shows good psychometric properties of all three scales, but particularly highlights the reliability and validity of the Resilience Scale for Adults, who besides provide an overall assessment of resilience’s level, also allows to obtain information about personal resources and social networks to which resilient individuals appeal to face the critical life situations. The second study's objective is an in-depth examination of the relationship between the resilience from a side and some of the emotion regulation process components from the other one. The considered components are: appraisal, coping and positive emotions. The second study fits into a situational perspective and adopt a multimodal approach using both subjective measurements, such as self-report, both objective measurements such as the not verbal behavior analysis. We use a research design with one independent variable at two levels: resilience (a1 = resilient, a2 = not resilient) and a sample of 60 female subjects. Second study's results confirm some matches already verified by other researchers, such as the close links between being resilient and experience more positive emotions during and after stressful events, and between being resilient and appraise stressful events as challenges (Tugade e Fredrikson, 2004). The mediation effect study highlights the link between these two phenomena. The obtained mediation model suggests that the biggest positive emotion experimentation is imputable to the appraisal of challenge that the resilient do in front of every kind of emergency. The second study offers also new insights on the relationship between coping, appraisal and resilience. Inside this relationship plays a key role the appraisal of controllability of the events. If resilient appraise the stressful event as controllable they actively face him with a coping approach style, if instead they don’t evaluate the situation as controllable they choose other types of coping like avoidance coping or how data coming from the analysis of the not verbal behaviour suggest a repressive coping form that is a passive event acceptance. In both cases, the chosen style of coping, coupled with increased testing of positive emotions, ensure the best possible adaptation with respect to the circumstances. Thesis intent is also to pass from the theory on resilience to the "practice" of resilience. The third study's objective is the effectiveness evaluation of a training that aims to improve the “resilient reintegration” through the enhancement of some components of the emotion regulation process seen in the second study (appraisal, coping and positive emotions). The training adopts as work methodology the guided personal narratives about events emotionally positively or negatively features. We use an experimental research design with two independent variables: resilience (a1 = resilient, a2 = not resilient), training (b1 = positive training, b2 = negative training, b3 = no training) and a sample of 60 female subjects. Results highlight the possibility of improving the ability of the not resilient individuals to adapt quickly and positively to the experimental stressful events by strengthening the process of emotion regulation and some of its components specifically: appraisal of control, coping and positive emotions. Enhancement achieved through the use of personal narratives about stressful events negative features. The same type of reinforcement obtained from the negative training, doesn’t seem reachable with positive training. The ineffectiveness of the positive training can be attributed to an inadequate assessment methodology, or to a deliveries not sufficiently clear and comprehensive. The third study also shows the not training effectiveness (positive or negative) for the resilient individuals at the purposes of strengthening the emotion regulation process and therefore the ability to adapt positively. It’s possible to assume that resilient individuals already able in regulating their emotions, as evidenced by second study’s results, need to achieve further enhancement of its resilience a more intensive and specifically directed work on various resilient qualities.
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8

CASSANO, ANTONELLA. "Attaccamento, emozioni e resilienza. Bambini in contesti d'emergenza." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/144.

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Abstract:
Il presente elaborato descrive tre dimensioni quali lo stile d'attaccamento (Bowlby, 1969, 1973, 1980; Ainsworth e coll., 1978), la competenza emotiva (Frijda, 1990; Goleman, 1996, 1998; Grazzani Gavazzi, 2004) e la resilienza (Cyrulnik, 2002), analizzata partendo da un excursus storico del concetto di trauma, dalle prime teorie psicoanalitiche fino a giungere alla categoria diagnostica del DPTS disturbo post traumatico da stress. Viene quindi riportata una ricerca condotta in Sri Lanka su un campione di 70 bambine tra gli 8 e i 10 anni, che hanno avuto esperienza dello tsunami che ha colpito il sud est asiatico nel dicembre 2004. Lo studio ha previsto l'utilizzo del SAT (Separation Anxiety Test) (Attili, 2001) per individuare gli stili di attaccamento dei bambini; il disegno a tema, analizzato attraverso la griglia interpretativa ideata da Bombi e Pinto (1993, 2000) per individuare il grado di competenza emotiva e il test della memoria a breve termine della figura complessa di Rey (1967), volto ad indagare le capacità attentive, di concentrazione e di memoria a breve termine dei bambini. Le variabili prese in considerazione sono state quindi analizzate sia singolarmente sia in relazione tra loro.
This work describes three dimensions: the attachment style (Bowlby, 1969, 1973, 1980; Ainsworth e coll., 1978), the emotional competence (Frijda, 1990; Goleman, 1996, 1998; Grazzani Gavazzi, 2004) and the resilience (Cyrulnik, 2002), analyzed through the history of the trauma's concept, since the first psychoanalytic theory until the category of PTSD Post Traumatic Stress Disorder. Therefore, it is described a research in Sri Lanka about a sample of 70 female children between 8 and 10 years old, who had experience of Tsunami of December 2004 in the South East Asia. The research included the use of SAT (Separation Anxiety Test) (Attili, 2001) to find out the attachment styles of the children; the thematic painting, analyzed through the interpretative grate of Bombi e Pinto (1993, 2000) to analyze the grade of emotional competence and the Test of short-term memory of Complex Figure of Rey (1967), to describe the capability of attention, concentration and short-term memory of the children. The variables had been analyzed individually and in relation one to one.
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9

CASSANO, ANTONELLA. "Attaccamento, emozioni e resilienza. Bambini in contesti d'emergenza." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/144.

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Abstract:
Il presente elaborato descrive tre dimensioni quali lo stile d'attaccamento (Bowlby, 1969, 1973, 1980; Ainsworth e coll., 1978), la competenza emotiva (Frijda, 1990; Goleman, 1996, 1998; Grazzani Gavazzi, 2004) e la resilienza (Cyrulnik, 2002), analizzata partendo da un excursus storico del concetto di trauma, dalle prime teorie psicoanalitiche fino a giungere alla categoria diagnostica del DPTS disturbo post traumatico da stress. Viene quindi riportata una ricerca condotta in Sri Lanka su un campione di 70 bambine tra gli 8 e i 10 anni, che hanno avuto esperienza dello tsunami che ha colpito il sud est asiatico nel dicembre 2004. Lo studio ha previsto l'utilizzo del SAT (Separation Anxiety Test) (Attili, 2001) per individuare gli stili di attaccamento dei bambini; il disegno a tema, analizzato attraverso la griglia interpretativa ideata da Bombi e Pinto (1993, 2000) per individuare il grado di competenza emotiva e il test della memoria a breve termine della figura complessa di Rey (1967), volto ad indagare le capacità attentive, di concentrazione e di memoria a breve termine dei bambini. Le variabili prese in considerazione sono state quindi analizzate sia singolarmente sia in relazione tra loro.
This work describes three dimensions: the attachment style (Bowlby, 1969, 1973, 1980; Ainsworth e coll., 1978), the emotional competence (Frijda, 1990; Goleman, 1996, 1998; Grazzani Gavazzi, 2004) and the resilience (Cyrulnik, 2002), analyzed through the history of the trauma's concept, since the first psychoanalytic theory until the category of PTSD Post Traumatic Stress Disorder. Therefore, it is described a research in Sri Lanka about a sample of 70 female children between 8 and 10 years old, who had experience of Tsunami of December 2004 in the South East Asia. The research included the use of SAT (Separation Anxiety Test) (Attili, 2001) to find out the attachment styles of the children; the thematic painting, analyzed through the interpretative grate of Bombi e Pinto (1993, 2000) to analyze the grade of emotional competence and the Test of short-term memory of Complex Figure of Rey (1967), to describe the capability of attention, concentration and short-term memory of the children. The variables had been analyzed individually and in relation one to one.
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Ammendola, Giulia <1985&gt. "Prospettive sulle Emozioni e Analisi Neurolinguistica della Prosodia Emotiva." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2294.

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Abstract:
Per molti secoli è stata tramandata l’idea che le emozioni fossero un aspetto bestiale dell’essere umano che andava dominato perché in contrasto con la sua parte razionale. Solo a partire dalla pubblicazione di The Expression of the Emotions in Animals and Men (1872), di Darwin, l’emozione ha riconquistato una dignità, ricavandosi uno spazio proprio di indagine all’interno del vasto panorama di ricerche scientifiche. Da quel momento, l’emozione è diventata uno dei fenomeni più interessanti e controversi per la scienza. Sebbene, infatti, negli anni si sono accumulati moltissimi studi sulla natura, il ruolo ed il funzionamento delle emozioni, non siamo ancora arrivati ad una definizione completa del termine ‘emozione’. Questa impossibilità deriva dal fatto che le emozioni sono fenomeni complessi e multicompositi. Una delle maggiori difficoltà della scienza nei confronti delle emozioni è, infatti, quella di riuscire a descrivere attraverso i rigidi strumenti scientifici un fenomeno dai contorni sfumati. Per questo, negli anni, le ricerche hanno finito per concentrarsi su singoli o pochi aspetti di questo fenomeno, nel tentativo di arrivare ad una spiegazione globale e definitiva. Questa ricerca si apre con un’analisi degli aspetti problematici legati allo studio delle emozioni (storici, linguistici, metodologici e deontologici). Si è passati poi alla descrizione delle teorie più rilevanti in campo neurofisiologico, neuropsicologico e psicologico, con il tentativo di delineare attraverso una prospettiva storica il percorso che ha portato alle conoscenze attuali su questo processo. Un capitolo a parte è dedicato alle ultime ricerche sulla neurofisiologia delle emozioni. Diversamente dai primi studi, che ritenevano l’emozione un processo unitario e riconducibile ad un sostrato neurale unico, un ‘cervello emotivo’, i risultati delle ultime ricerche hanno evidenziato che l’emozione è piuttosto un fenomeno multicomposito che coinvolge non una ma molte strutture cerebrali, sia sottocorticali sia corticali, connesse tra di loro. Infine, l’ultimo capitolo è focalizzato su un aspetto particolare degli studi neurofisiologici, relativo alla prosodia emotiva. Questi studi, relativamente recenti, stanno cercando di capire le connessioni neurali e l’eventuale specializzazione emisferica che è possibile riconoscere nella prosodia emotiva. Poiché alla prosodia emotiva è stata data meno attenzione rispetto ad altri aspetti dell’emozione, si crede che un’attenzione posta su questi studi sia essenziale per contribuire allo scopo più generale di queste ricerche: rispondere alla famosa domanda di James: “Cos’è un’emozione?”.
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Marchesan, Cristina <1990&gt. "Emozioni e comunicazione: il concetto di competenza emotiva oggi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8465.

Full text
Abstract:
L’obiettivo della tesi è quello di sottolineare il filo rosso che lega il contributo delle neuroscienze, l’influenza delle emozioni sul cervello e la capacità di comunicarle attraverso un utilizzo efficace di precise abilità relazionali, per arrivare a possedere una competenza emotiva, requisito fondamentale non solo nella dimensione dell'apprendimento e del successo scolastico, ma anche nella vita sociale quotidiana.
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Scattolin, Marta <1992&gt. "Il ruolo delle emozioni dell'insegnante nella didattica delle lingue." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9271.

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Abstract:
Questo lavoro tratta il ruolo delle emozioni dell'insegnante di lingua e l'influenza che queste possono avere sull'identità professionale del docente stesso, sulla sua motivazione e sul rapporto con gli studenti. La prima parte della tesi è bibliografica: nel primo capitolo, scritto in tedesco, viene data una definizione filosofica e una psicologica di emozione presentando le principali teorie che tentano di spiegarla, con particolare attenzione a quella dell'appraisal. Nel secondo capitolo ci si occupa nello specifico della presenza delle esperienze emozionali nella classe di lingua, accennando l'influenza di queste nell'apprendimento e approfondendo invece il ruolo dell'esperienza emotiva del docente. Infine, vengono descritti i risultati di una ricerca sperimentale svolta attraverso la somministrazione di un questionario rivolto agli insegnanti di lingua con l'obiettivo di capire quali siano le principali esperienze emotive vissute dai docenti e quanto queste influenzino la loro motivazione, la loro capacità cognitiva, la motivazione degli studenti e l'atmosfera che si viene a creare in classe. I risultati dimostrano che la maggior parte degli insegnanti è convinta che le emozioni che provano abbiano un effetto sulla loro motivazione, su quella degli studenti e sull'atmosfera in classe, mentre solo la metà ritiene che le esperienze emotive possano influenzare le loro capacità cognitive.
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Grassi, Giorgia <1993&gt. "Emozioni patrimoniali. Una proposta per Palazzo San Bonifacio Ardit’." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13680.

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Abstract:
Questo scritto vorrebbe far riflettere su uno dei maggiori problemi delle organizzazioni culturali ovvero quello di interagire con i destinatari adottando strategie comunicative efficaci al fine di ottenere una maggiore partecipazione. Una delle trasformazioni più apprezzabili messe in atto in questo campo è il superamento del deficit model, lo schema unidirezionale secondo il quale la conoscenza viene trasmessa dagli esperti ai non esperti. I visitatori desiderano essere considerati co-attori del fenomeno culturale in atto; desiderano non essere semplici spettatori e sono disposti ad attribuire importanza al patrimonio culturale nella misura in cui ne sono coinvolti. L'atteggiamento di interesse verso il pubblico è coerente con la tesi del visitatore al centro, tesi emersa nella letteratura e nel dibattito museale intorno alla fine degli anni 80 del Novecento. Vengono analizzate, a titolo esemplificativo, alcune iniziative culturali. Seguendo queste riflessioni ho strutturato una proposta per Palazzo San Bonifacio Ardit. La peculiarità del racconto come primo canale di conoscenza mi ha portato a prediligere la metodologia dello storytelling per articolare il progetto di tesi. Il prototipo, che si avvale dell'arte performativa , vorrebbe suggerire una lettura innovativa di una realtà locale con il duplice obiettivo di fornire nozioni inerenti il Palazzo e di comunicare con il pubblico tramite una modalità emozionale ed esperienziale.
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ASCOLESE, ANTONIO. "La funzione dell'ottimismo nel processo di regolazione delle emozioni." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/7776.

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Abstract:
Emotion regulation represents a fundamental aspect for adaptation, due to its social functioning and its subjective wellbeing. In the present research relation between emotion regulation and optimism were studied. Dispositional optimism is considered as a perspective on future life events, in which optimists tend to have positive expectations for the future. Moreover this relation rebounds are evaluated referring to psychological wellbeing, defined by the way people perceive, interpret and evaluate the world and their experiences. Finally, since there are not studies in which habitual emotion regulation strategies and situational ones are compared, in the present research they are compared through non verbal behaviours during an emotion elicitation experience. Through the three studies the main aim is to deepen different aspects of these dynamics. In particular, study 1 intends to verify if dispositional optimism really plays an important role during the emotion regulation process. Results show some interesting data: there are a lot of correlation between variables, coherently with hypothesis, especially between dispositional optimism and emotional regulation strategies. Nevertheless to verify the mediation role of emotion regulation it is necessary to work out new and more complex models, because the ones elaborated showed weak data. The main aim in Study 2 is to analyze non verbal behaviour during a negative emotion elicitation in a sample of 42 students, balanced with regard to optimistic disposition. The objective is to describe behaviour differences to compare habitual emotional regulation strategies and situational ones, measured by ERQ. Qualitative and quantitative results allow to partially verify every hypothesis. Emotion regulation was moreover compared by different kind of collected data. The main aim of Study 3 is to verify if it is possible to influence emotion regulation process by using a treatment. In particular, the emotional written disclosure paradigm by Pennebaker was used. Although results don’t show a lot of significant data, it is possible to observe how emotional disclosure could influence adopted variables. In particular a lot of differences emerged, in particular between optimism and other variables more impressionable by Pennebaker’s method. Finally, the present research, through three studies tried to highlight some characteristics of dispositional optimism, emotion regulation and psychological wellbeing, from different points of view: theoretical, linked to non verbal behaviour and to the use of a specific treatment. Some important indications about future developments were collected from results and limits of the present work: in particular, next research could compare positive and negative emotions together; could find a tool able to measure emotion regulation situational strategies, finally could study emotion regulation also in an interactive situation, to compare intentional nonverbal behaviour.
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AIMO, DARIA MARIANGELA. "Tra emozioni, affetti e sentimenti. Riflessioni e prospettive pedagogiche." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/139.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca ha inteso porre le basi di una pedagogia del sentire umano. Si è inteso indagare le emozioni gli affetti e i sentimenti da un punto di vista pedagogico-educativo. Muovendo dai contributi offerti dalla psicologia e dalle neuroscienze, dalla filosofia, dall'antropologia e dalla sociologia si è delineata una visione complessa e articolata dell'essenza, del valore e del significato del sentire umano. Poiché nella riflessione pedagogica le emozioni, gli affetti e i sentimenti sono in misura variabile da sempre stati oggetto di attenzione, si è presentato, altresì, ripercorrendo e rileggendo criticamente, il pensiero di alcuni autori legati alla storia della pedagogia e alla pedagogia contemporanea. La scelta è avvenuta sulla scorta della significatività delle riflessioni circa la fondatività delle emozioni, affetti e sentimenti nella persona e nella relazione educativa; circa l'educazione del cuore nei percorsi di crescita e umanizzazione dell'educando. Successivamente, nel riflettere sull'educabilità del sentire umano, si sono svolte precisazioni e chiarificazioni semantiche dei termini in questione e si è approfondito il tema della competenza emotivo-narrativa e della riflessività emotivo-affettiva. Infine, prendendo le mosse da una micro ricerca svolta sull'affettività familiare si è tematizzata la famiglia come nucleo affettivo originario; il ruolo educativo gentioriale nella formazione emotivo-affettiva, il rapporto tra formazione emotivo-affettiva e formazione morale della persona.
The present work of research meant to lay the bases of a pedagogy of human feeling. We intended to analyse the emotions, the affections and the feelings from a pedagogical and educational point of view. Beginning from literary contributions of the psychology and neuroscience, of the philosophy and anthropology and of the sociology, we delineated a complicated and well constructed vision about the essence, the value, and meaning of human sensibility and feeling. Because of in pedagogical consideration, emotions, affections and feelings, have always been object of attention in different ways, we have also critically showed the thought of some authors connected to the history of pedagogy and to the current pedagogy. It was due to the meaning of reflection about the importance of emotions, affections and feelings in the human being and in the educational relation; about the hart education in the growth of the child. After that, thinking about the education of human feeling, we realized semantic explanations regarding the terms of the phenomena of human feeling, we studied in depth the theme of emotional literacy and of the emotional reflectivity. At the end, starting from a micro research about family affectivity we talked about family as emotional and affective original nucleus; about the education parents role in the emotional growth; about the connection between emotional formation and the moral formation of the human being.
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AIMO, DARIA MARIANGELA. "Tra emozioni, affetti e sentimenti. Riflessioni e prospettive pedagogiche." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/139.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca ha inteso porre le basi di una pedagogia del sentire umano. Si è inteso indagare le emozioni gli affetti e i sentimenti da un punto di vista pedagogico-educativo. Muovendo dai contributi offerti dalla psicologia e dalle neuroscienze, dalla filosofia, dall'antropologia e dalla sociologia si è delineata una visione complessa e articolata dell'essenza, del valore e del significato del sentire umano. Poiché nella riflessione pedagogica le emozioni, gli affetti e i sentimenti sono in misura variabile da sempre stati oggetto di attenzione, si è presentato, altresì, ripercorrendo e rileggendo criticamente, il pensiero di alcuni autori legati alla storia della pedagogia e alla pedagogia contemporanea. La scelta è avvenuta sulla scorta della significatività delle riflessioni circa la fondatività delle emozioni, affetti e sentimenti nella persona e nella relazione educativa; circa l'educazione del cuore nei percorsi di crescita e umanizzazione dell'educando. Successivamente, nel riflettere sull'educabilità del sentire umano, si sono svolte precisazioni e chiarificazioni semantiche dei termini in questione e si è approfondito il tema della competenza emotivo-narrativa e della riflessività emotivo-affettiva. Infine, prendendo le mosse da una micro ricerca svolta sull'affettività familiare si è tematizzata la famiglia come nucleo affettivo originario; il ruolo educativo gentioriale nella formazione emotivo-affettiva, il rapporto tra formazione emotivo-affettiva e formazione morale della persona.
The present work of research meant to lay the bases of a pedagogy of human feeling. We intended to analyse the emotions, the affections and the feelings from a pedagogical and educational point of view. Beginning from literary contributions of the psychology and neuroscience, of the philosophy and anthropology and of the sociology, we delineated a complicated and well constructed vision about the essence, the value, and meaning of human sensibility and feeling. Because of in pedagogical consideration, emotions, affections and feelings, have always been object of attention in different ways, we have also critically showed the thought of some authors connected to the history of pedagogy and to the current pedagogy. It was due to the meaning of reflection about the importance of emotions, affections and feelings in the human being and in the educational relation; about the hart education in the growth of the child. After that, thinking about the education of human feeling, we realized semantic explanations regarding the terms of the phenomena of human feeling, we studied in depth the theme of emotional literacy and of the emotional reflectivity. At the end, starting from a micro research about family affectivity we talked about family as emotional and affective original nucleus; about the education parents role in the emotional growth; about the connection between emotional formation and the moral formation of the human being.
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Cogliani, Maurizio. "Il codice delle emozioni. L'ascolto musicale come modello interpretativo." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2010. http://hdl.handle.net/10556/249.

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Abstract:
2008 - 2009
l. Un aspetto importante del recente aumento di interesse per la psicologia delle emozioni è rappresentato dallo studio del rapporto tra musica ed emozione. Storicamente, e limitandoci a un ambito occidentale, opinioni al riguardo si possono trovare già in Platone, che, nella "Repubblica", insiste sulla necessità di bandire dal suo modello ideale di Città alcune tipologie di musiche che, attraverso i loro presunti effetti sulle emozioni, sono associate a comportamenti negativi. Sul rapporto tra musica ed emozione esiste una lunga tradizione di studi ad opera di estetici e musicologi. le cui idee sopravvivono nel pensiero contemporaneo, sia nell'ambito della filosofia della musica, sia per quanto riguarda la psicologia sperimentale (anche Darwin, come è noto, rivolse la sua attenzione alle risonanze emozionali della musica nelle scelte sessuali). In particolare, il lavoro dell'estetica musicale sul significato in musica è importante per la ricerca psicologica sulle espressioni musicali dell'emozione, e per operare distinzioni tra emozioni semplici, emozioni complesse e stati d'animo. Lo studio delle emozioni musicali sta conoscendo oggi una rinascita. Tuttavia la letteratura su musica ed emozione presenta ancora un quadro disomogeneo, in quanto il suo terreno concettuale è tuttora in fase di ricognizione, e occorre inoltre un considerevole raffinamento nelle modalità di studio di questa tematica. Probabilmente, la questione centrale del rapporto Musica/Emozione riguarda l'espressione e l'induzione di emozioni con la musica. Per affrontare questo problema, Kivy ha descritto la dicotomia cognitivistico vs. emozionale per contrastare la prospettiva che guarda al rapporto Musica/Emozione, in cui la musica è pensata solo come mezzo finalizzato a rappresentare o "esprimere" emozioni, sulla base della concezione di una musica che induce emozione in chi ascolta. Questa dicotomia, pur essendo frutto di una semplificazione forse eccessiva, rappresenta una questione di base su cui si sono cimentati diversi psicologi, e comunque resta il fatto che l'innegabile capacità della musica di esprimere emozioni può in un certo senso formare lo sfondo su cui innestare la discussione sull'induzione emozionale attraverso l'ascolto musicale. Un altro problema è quello riguardante le emozioni percepite e quelle effettivamente provate nell'ascolto musicale. Si distingue fra percezione emotiva, ossia percepire un'espressione emotiva in musica senza venirne necessariamente coinvolti in prima persona, e induzione di un'emozione, ossia la risposta emotiva alla musica da parte degli ascoltatori. Tale distinzione non viene sempre osservata nelle conversazioni quotidiane sulle emozioni, e neppure negli articoli scientifici. È stato sottolineato in proposito come sia la percezione dell'emozione, sia in particolar modo, la risposta emotiva dipendano da un'interazione tra fattori musicali, personali e contestuali. Un'ultima, ma non meno importante questione, è di ordine metodologico. Lo studio degli effetti emotivi della musica appare ostacolato, infatti, da una carenza di paradigmi di ricerca e di metodi adeguati, a causa di una scarsità di analisi concettuali e teoriche dei processi che stanno alla base della produzione di emozioni attraverso la musica. È dimostrato che nessuno dei più importanti metodi usati per valutare l'induzione emozionale - come per esempio le tassonomie delle emozioni di base - si adatta bene al compito. Concentrandosi su un numero limitato di emozioni di base evolutivamente continue, in realtà si sminuiscono le forme più complesse di processi emozionali. Nella Parte III (Variationes) si scandagliano le possibilità di condensare le risultanze delle prime due parti nella definizione dell'ascolto musicale come modello interpretativo e costruttivo in ricerca educativa, e a tale proposito si mettono a confronto vari modelli di costruzione della conoscenza nel tentativo di identificare, nell'ambito dell'apprendimento, un ascolto emozionalmente orientato. Si offre quindi un esempio di attualizzazione didattica tratto da una personale esperienza d'insegnamento in una scuola di Management del Trentino - esperienza corroborata da una lunga attività d'insegnamento prima di Educazione musicale e poi di Pianoforte nei corsi a indirizzo musicale nella Scuola secondaria di I grado - in cui a futuri manager del mondo della cultura e delle arti si è proposto un percorso di ascolto multiparadigmatico (il paradigma scelto per essere presentato in questa sede è quello della Melanconia) lontano anni luce dalla nostra realtà quotidiana. ma così attuale nell'efficace induzione di emozioni attraverso l'uso di codici retorico/musicali. Si propone, infine, un'accezione del tutto musicale del termine, proprio della didattica enattiva, di "azione incarnata". La conclusione (parte IV, Cauda) riprende una serie di riflessioni scaturite dalla ricerca su Musica/Emozioni, con speciale riferimento ai risultati degli Studi esposti nella Parte II, sottoposti a confronto con altre ricerche per quanto riguarda il problema delle definizione stessa di Emozione quale emerge sperimentalmente e storicamente nel contesto psicologico ed estetico-musicale... [a cura dell'Autore]
VIII n.s.
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PISTORIO, BIANCA ANTONIA DONATELLA. "Regolazione delle Emozioni e Strategie di Reazione in Età Prescolare." Doctoral thesis, La Sapienza, 2006. http://hdl.handle.net/11573/917239.

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Maccagnan, Rossella Susanna <1986&gt. "L'insegnante madrelingua all'estero: un'indagine qualitativa tra emozioni, motivazioni e stereotipi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4168.

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Abstract:
L’idea e l’argomento di questa tesi nascono da un’esperienza personale, rivelatasi estremamente motivante e formativa allo stesso tempo. Nel periodo compreso tra l’inizio del gennaio scorso e i primi di maggio dello stesso anno mi trovavo negli Stati Uniti poiché vincitrice, insieme con altri studenti italiani, di una borsa di studio presso la Georgia State University. Lì, oltre ad aver frequentato alcuni corsi come studentessa, mi è stato chiesto di tenere delle lezioni di italiano elementare per un gruppo di studenti americani miei coetanei. Non avevo mai insegnato la mia lingua materna prima e, sebbene le difficoltà iniziali vertessero principalmente sulle problematiche legate all’insegnamento di aspetti grammaticali per me innati, mi sono trovata ben presto a riflettere su alcuni concetti, quali la mia italianità, i miei valori morali e culturali, il senso di appartenenza e attaccamento al mio paese. Queste riflessioni mi hanno spinta ad indagare aspetti quali quello di emozione e motivazione e del loro rapporto con l’insegnamento di una lingua straniera. Per questo, ho sviluppato, nei primi due capitoli del mio lavoro, una breve panoramica, rispettivamente, dei due concetti sopracitati. Mi sono poi occupata, nel capitolo terzo, dello stretto legame che esiste tra una lingua e la sua cultura, due elementi inscindibili perché, come vedremo, profondamente interconnessi. Nel quarto capitolo invece ho descritto la comunicazione interculturale passando in rassegna le più comuni problematiche che gli stranieri riscontrano quando entrano in contatto con gli italiani. Il mio lavoro tuttavia trova il suo focus maggiore nel capitolo quinto, il quale presenta i risultati di una ricerca che ho svolto. Nello specifico, ho contattato degli insegnanti di italiano all’estero e ho chiesto loro di rispondere ad alcune domande inerenti la loro professione; in seguito ho analizzato i risultati di quest’indagine, cercando di capire quanto il loro lavoro fosse influenzato da fattori emotivi e motivazionali. Infine mi sono occupata di alcune problematiche connesse all’insegnamento dell’italiano all’estero: ho indagato i più diffusi stereotipi dei quali sono ‘vittime’ gli italiani e di come spesso le differenze culturali incidano in queste valutazioni dell’ ‘altro’.
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STEFANINI, AMBRA. "Le emozioni: patrimonio della persona e risorsa per la formazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427003.

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Abstract Emotions: individual patrimony and training resource This research is part of the reflection affecting emotions, to understand whether and to what degree we can transform them into a resource for adult education. The introductory analysis has tried to define emotions from different points of view: analyzing D. Goleman’s studies on the development of emotional intelligence and recent scientific discoveries in neurosciences; studying emotions in psychology; exploring their role in education and didactics; passing on to the training sector, for which we have posed the question whether emotions in some way can be transformed into a resource for adult learning, referring to andragogical studies on learning in adulthood and to the dimensions of adultity, as defined by M. Knowles; to D. Kolb’s studies upon the value of experience of the person who is learning; to D.A. Schön’s studies on the figure of the reflexive professional and upon the importance of learning to learn; to J. Mezirow’s conceptions upon adult learning interpreted as transformation, that combines the concepts of adultity and maturity bringing them closer together; and to the development of a new training theory that, as G.P. Quaglino pointed out, intercepts in the complexity the preponderant character of training in the current situation. With the results of this work we can consider the hypothesis at the base of the research as corroborated: if emotions are used in training, the same becomes more effective, more engrossing, closer to the person, deeper and more significant. Emotions play a part in training. They stimulate intentionality and participation, the desire to learn and motivate the wish for new knowledge. Emotions become a training resource if they are nominated, recognized and declared: becoming fertile soil for the process of change, learning, growth and transformation that accompanies adult learning. They come into play when the trainer involves, exploits and demonstrates his/her impetus and commitment, the will of conveying and bringing him/herself into play. Methods, techniques, methodologies, activities, objectives, tools and the way of proposing and handling them, also over time, stimulate them. And also people’s needs (of confrontation, sharing, transmitting ideas, listening, consideration and pleasantness), the way of being, the commitment, the desire for something new and different, values and beliefs. Emotions as a tool are able to focus attention, fix contents and experiences, facilitate interiorization and memorization. They act upon the profound intelligence generating true, natural, sound learning and increase the will and receptiveness to learn. They facilitate team spirit and the creation of a friendlier and more collaborative climate, generating involvement and the desire of active and transparent participation. The trainer’s role and preparation therefore become the centre point around which reflection upon the possibilities of creating an “emotional” didactics revolves. An important element of his/her training is the in-depth study of topics relating to active methodologies based upon experience, method and techniques used to create stimulating teaching. With the aim of enhancing emotions to support teaching, the trainer should be aware of most of the analogical ingredients that can contribute an added value to his/her teaching: experiential learning, outdoor training, theatre, cinema, music, images, using the web in teaching, sport… The emphasis remains strong: their use means having a good command. The chosen activities or tools must be suitable, enhancing, contextualized and used with a final aim and clear objectives. Conclusions Emotions in adult education play an important role and contribute in rendering the teaching more intense, more aware and meaningful for the people. They enter the game automatically and spontaneously, and this requires training experts to acquire awareness in order to start-up a suitable preparation path that allows one to recognize and positively manage emotions; and to study and select methods, activities and tools so that emotions can be used in the learning context.
Riassunto - Le emozioni: patrimonio della persona e risorsa per la formazione Il lavoro si inserisce all'interno della riflessione in atto sulle emozioni, per comprendere se e in quale misura possano trasformarsi in risorsa per la formazione dell’adulto. Nell’analisi introduttiva abbiamo tentato di inquadrare le emozioni da diversi punti di vista: analizzando gli studi D. Goleman sullo sviluppo dell’intelligenza emotiva e le recenti scoperte scientifiche che provengono dall’ambito delle neuroscienze; studiando le emozioni nella psicologia; esplorando il loro ruolo nell’educazione e nella didattica, per poi dedicarci al settore della formazione, per il quale ci siamo chiesti se le emozioni potessero in qualche modo trasformarsi in una risorsa per l’adulto che apprende, rifacendoci agli studi e agli approfondimenti relativi all’andragogia, come teoria dell’apprendimento in età adulta e alla dimensione dell’adultità, definite da M. Knowles; agli studi di D.A. Kolb sul valore dell’esperienza soggettiva della persona che apprende; agli studi di D.A. Schön sulla figura del professionista riflessivo e sull’importanza dell’apprendere ad apprendere; alle concezioni di J. Mezirow sull’apprendimento della persona adulta inteso come trasformazione, che avvicina, combinandoli, i concetti di adultità e di maturità; e allo sviluppo di una nuova teoria della formazione che, come evidenziato da G.P. Quaglino, intercetta nella complessità e nella risposta ad essa il carattere preponderante della formazione nella situazione attuale. I risultati del lavoro permettono di considerare corroborate le ipotesi alla base della ricerca: se nella formazione si fa uso di emozioni, allora la formazione diventa più efficace, più coinvolgente, più vicina alla persona, più profonda e più significativa. Le emozioni entrano in gioco nella formazione. Stimolano l’intenzionalità, la partecipazione, la voglia di imparare e sono la molla che determina la volontà di nuovi saperi. Diventano risorsa per la formazione se nominate, riconosciute e declinate: si trasformano allora in terreno di innesto del processo di cambiamento, di apprendimento, di crescita e di trasformazione che accompagna la formazione dell’adulto. Entrano in gioco quando il formatore coinvolge, valorizza, dimostra la sua carica, la sua dedizione, la sua voglia di trasmettere e di mettersi in gioco. Le stimolano i metodi, le tecniche, le metodologie, le attività, gli oggetti, gli strumenti utilizzati e il modo di proporli e gestirli, anche nei tempi. E ancora, le stimolano i bisogni (di confronto, condivisione, trasmissione di idee, ascolto, considerazione, piacevolezza), il modo di essere, l’impegno, la voglia di nuovo e diverso da sé, i valori e le credenze delle persone. Le emozioni come strumento sono in grado di focalizzare l’attenzione, di fissare contenuti ed esperienze, di facilitare interiorizzazione e memorizzazione. Agiscono nel profondo dell'intelligenza generando vero apprendimento, naturale, duraturo, e aumentano la voglia e la disponibilità ad apprendere. Facilitano il fare squadra e la creazione di un clima più confidenziale e collaborativo, generano coinvolgimento e desiderio di partecipazione attiva e trasparente. Il ruolo e la preparazione del formatore diventano quindi il punto cardine attorno al quale ruota la riflessione sulle possibilità di realizzazione di una didattica “emozionale”. Una parte importante della sua formazione riguarda l’approfondimento delle tematiche relative alle metodologie attive basate sull’esperienza, ai metodi e alle tecniche da utilizzare per realizzare una formazione che sia ricca di stimoli e di sollecitazioni. Con l’obiettivo della valorizzazione delle emozioni a supporto della formazione, il formatore deve perlomeno conoscere gran parte degli ingredienti analogici che possono conferire valore aggiunto ai suoi interventi formativi: la formazione esperienziale, la formazione outdoor, il teatro, il cinema, la musica, le immagini, l’uso del web nella formazione, lo sport… La sottolineature resta forte: il loro uso impone di saperli padroneggiare. Le attività o gli strumenti scelti devono essere adatti, valorizzativi, contestualizzati e usati con finalità ed obiettivi chiari. Conclusioni Le emozioni nella formazione giocano un ruolo importante e concorrono a rendere l’apprendimento più profondo, più consapevole e più significativo per le persone. Entrano in gioco volenti o nolenti, in maniera automatica e spontanea, e questo impone ai professionisti della formazione di acquisirne consapevolezza, per poter avviare un percorso adeguato di preparazione che permetta di conoscere e gestire le emozioni e con esse le attività e gli strumenti che permettono di fare uso delle emozioni nella formazione.
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Maurer, Caterina. "Die Vernünftigkeit der Gefühle. Hegel e il contemporaneo dibattito sulle emozioni." Doctoral thesis, University of Trento, 2018. http://eprints-phd.biblio.unitn.it/2840/1/Tesi_Maurer.pdf.

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Abstract:
Scopo del presente lavoro è dimostrare che Hegel, benché sia assente dal contemporaneo dibattito filosofico, psicologico e neuroscientifico sulle emozioni, non si è disinteressato alle componenti della Gefühlssphäre e al loro valore conoscitivo. Terreno privilegiato ma non esclusivo d’indagine sono le sezioni antropologica e psicologica dell’Enzyklopädie (1830), nelle quali Hegel indaga tematiche che sono al centro degli interessi della contemporanea filosofia della mente e della psicologia filosofica, quali l’essere incarnata dell’anima, l’espressione delle emozioni e il loro fondamento fisiologico, l’abitudine, la volontà e, appunto, Empfindungen, Gefühle, Triebe, Neigungen e Leidenschaften. La delineazione delle caratteristiche fondamentali delle componenti della Gefühlssphäre ha consentito di comprendere “cosa” siano Empfindungen, Gefühle, Neigungen e Leidenschaften, come insorgano nell’uomo, “quale funzione” Hegel accordi loro e “perché”. La risposta a tali domande, unitamente a una ricostruzione dei diversi livelli entro cui entrano in gioco, nella Philosophie des subjektiven Geistes, le suddette componenti, ha infine permesso di delineare la “Theorie des Gefühls” hegeliana. Ciò che questa articolata “teoria” suggerisce è il ruolo fondamentale ricoperto dalla Gefühlssphäre nel processo di sviluppo che conduce l’anima naturale a riconoscersi come uno spirito che si pone degli scopi e che cerca di tradurli nel mondo esterno attraverso azioni. È però il rapporto di continuità individuato da Hegel tra Gefühl e cognizione ad approssimare la sua teoria ai più recenti studi sulle emozioni. Il lavoro si propone di mostrare come i Gefühle, intesi quali fenomeni psichici complessi, implichino secondo Hegel sia le valutazioni cognitive che il soggetto fa, di situazioni e cose in rapporto al proprio benessere e alla propria soddisfazione, sia un’attivazione fisiologica dell’organismo a cui segue l’espressione delle risposte emotive e la preparazione all’azione. I Gefühle sono quindi concepiti da Hegel quali momenti costitutivi dello sviluppo di attività razionali e sono strumenti necessari al soggetto per orientarsi nel mondo. Poiché Hegel riconosce l’importanza della Gefühlssphäre del soggetto (sempre concepito come soggetto incarnato) e dà rilievo al valore conoscitivo dei Gefühle, questo lavoro si propone infine di mostrare come egli possa rappresentare un importante interlocutore per le contemporanee trattazioni sulle emozioni, che insistono sulla connessione che sussiste tra emozione, ragione e tendenza all’azione.
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Sassi, Sara <1996&gt. "Lingua, colori ed emozioni. Una ricerca antropologica in una scuola primaria." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20354.

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Abstract:
La tesi indaga i possibili significati culturali attribuiti ai termini di colore, e in particolare le connessioni tra termini di colore ed emozioni. Lo scopo della ricerca è comprendere se e in quale modo gli usi linguistici influenzino tali connessioni. La prospettiva dalla quale si trattano questi temi è nel contempo antropologica e linguistica. Viene presentata innanzitutto una breve rassegna teorica, focalizzata in particolar modo sugli studi etnolinguistici sui termini di colore, nonché sull’antropologia delle emozioni e sull’antropologia dei bambini. Successivamente viene presentata una ricerca sul campo svolta in una scuola primaria italiana. Il lavoro sul campo ha previsto la riproduzione di alcuni test di associazione colore-emozione già noti nella letteratura scientifica di riferimento e un test linguistico specifico per verificare la conoscenza delle espressioni della lingua italiana che associano colori ed emozioni (es. 'verde d'invidia'). Esso inoltre ha incluso un periodo di osservazione partecipante e delle interviste semi-strutturate, opportunamente adattate all'età degli intervistati.
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Mariani, Lucia. "Ermione dalla tragedia greca a Rossini." Doctoral thesis, Università del Piemonte Orientale, 2018. http://hdl.handle.net/11579/102649.

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Abstract:
La ricerca è dedicata al personaggio mitico di Ermione, figlia di Elena e Menelao: l’indagine prende le mosse dai primi testi della letteratura greca in cui compare Ermione, per giungere sino all’opera lirica italiana di inizio Ottocento. Il lavoro analizza infatti la figura di Ermione in vari testi: nei testi greci, con particolare attenzione all’Andromaca di Euripide, dramma in cui sono contenute in nuce le principali caratteristiche connesse a Ermione presenti nelle successive riscritture del mito; nella letteratura latina, con particolare riguardo all’Hermiona di Pacuvio e all’ottava eroide di Ovidio; nella tradizione medievale; nella letteratura teatrale francese moderna, in due tragedie di fine Cinquecento e nella celebre Andromaque di Jean Racine; infine, nell’opera lirica italiana settecentesca e nell’Ermione di Rossini. Tra i testi scelti è emersa una continuità dovuta, in alcuni casi, a un rapporto diretto tra di essi (es. l’Andromaca di Euripide modello dell’Andromaque di Racine); in altri, al riferirsi a un medesimo testo di partenza (es. l’Andromaca di Euripide per Percheron e Heudon e per Racine). Questa continuità ha permesso di ricostruire e comprendere la complessa natura del personaggio di Ermione, nei suoi tratti – e.g. la sua natura estrema e la sua gelosia – che, all’interno della tradizione, mutano o restano invariati. Le emozioni da cui Ermione è caratterizzata costituiscono quindi il fil rouge che lega le varie opere analizzate, in cui l’eroina svolge un ruolo da protagonista, nonché la chiave di volta dell’interpretazione del personaggio stesso.
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Carrera, Lisa <1987&gt. "Edward Hopper e il melodramma americano degli anni Cinquanta: spazi, corpi, emozioni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3433.

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Coghetto, Silvia <1996&gt. "L'influenza delle emozioni nei processi decisionali e la moderna disciplina del neuromarketing." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18889.

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Abstract:
Questo elaborato mira ad approfondire il ruolo che la sfera emozionale umana ha nei processi decisionali e, più in particolare, nei meccanismi d’acquisto. A livello culturale e scientifico, le emozioni sono state rilegate per molto e, forse troppo tempo, ad un ruolo marginale a causa della predilezione in ambito della ricerca della conoscenza secondo criteri logici e razionali. Da pochi decenni tuttavia, è stato avviato un processo di rivalutazione del ruolo delle emozioni nell’agire umano grazie alle scienze filosofiche, alla psicoanalisi ed alle moderne neuroscienze. Lo scopo di questa ricerca è dunque quello di sottolineare l’importanza della sfera irrazionale nei processi decisionali e della necessità di utilizzare le emozioni consapevolmente nella comunicazione odierna da parte delle aziende, evitando di trasformare le emozioni stesse in un bene di consumo nelle mani delle imprese. Si procederà con un'analisi approfondita della sfera emozionale e dell'evoluzione degli studi a riguardo nel corso del tempo, approfondendo successivamente gli studi di Neuromarketing: scienza basata sulle emozioni e sulla loro comprensione per poter realizzare strategie di marketing aziendali efficaci. Tale studio sarà supportato da un'indagine qualitativa sperimentale. Si ritiene altresì importante delineare i limiti dell’utilizzo delle emozioni entro cui le aziende possano avvalersi di questi strumenti per persuadere e non manipolare le scelte d’acquisto. Esistono infatti asimmetrie informative rilevanti fra i consumatori e le aziende che, se non adeguatamente considerate, possono sfociare in strategie non etiche e disoneste.
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Fiorese, Lorenzo <1994&gt. "Musica ed emozioni: una lettura critica della dicotomia tra cognitivismo ed emotivismo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19419.

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Abstract:
Il presente lavoro si propone come un’analisi concettuale del rapporto musica-emozioni. L’obbiettivo generale del lavoro è cercare di presentare la complessità del rapporto musica-emozioni (e la natura dell’esperienza estetica musicale), ponendosi al di fuori della contrapposizione tra emotivismo e cognitivismo. A tal fine, la presente indagine si basa su una metodologia che combina diverse prospettive disciplinari, allo scopo di restituire la complessità delle implicazioni del rapporto tra l’esperienza d’ascolto di musica strumentale, priva di contenuti semantici o programmatici, e la risposta emotiva, tenendo conto dei risultati della ricerca biologica degli ultimi decenni. Il lavoro si apre con un capitolo introduttivo, atto a mettere in luce la genesi e lo sviluppo filosofico di alcune delle principali tematiche che caratterizzano il problema delle emozioni in musica. Il lavoro prosegue quindi secondo tre prospettive concettuali differenti. 
Il secondo capitolo approfondisce il (neo)formalismo da Hanslick a Kivy, mettendo a tema l’autonomia del discorso musicale rispetto alle componenti affettivo-emotive. Il terzo capitolo si concentra sui contributi delle ricerche in ambito biologico evolutivo al tema delle emozioni in musica. Il quarto capitolo si sofferma sull’indagine fenomenologica dell’esperienza emotiva della musica, includendo le modalità di rilevamento e studio dei fenomeni emotivi sollecitati dall’ascolto. Nella conclusione, infine, esporrò le ragioni per cui tale percorso concettuale sia in grado di evidenziare un limite originario alle spalle della dicotomia emotivismo-cognitivismo, spesso proposta come chiave interpretativa per simili problemi concettuali.
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Casotto, Giorgia <1995&gt. "Emozioni veicolate tramite i social: analisi dell'impatto esercitato sulle scelte di viaggio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21104.

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Abstract:
Le emozioni, da sempre tema rilevante nell’ambito dell’agire umano, ricoprono un ruolo fondamentale nell’orientare le scelte del consumatore, il quale viene delineato nella sua figura di turista sempre pronto a ricercare esperienze di viaggio coinvolgenti e di valore. In risposta ai bisogni inespressi manifestati dallo stesso consumatore, dunque, si pone la necessità di approfondire il tema in questione, evidenziando come la presenza dei social networks sia divenuta di fondamentale importanza per veicolare emozioni e sensazioni forti tramite condivisione di contenuti. Lo studio condotto nel presente lavoro di tesi ha l’obiettivo di individuare le best practice da seguire, all’interno delle piattaforme social, per ottenere un effetto particolarmente efficace sulla sfera emozionale dell’utente, influenzandone così la decisione finale. A questo proposito, la domanda di ricerca è la seguente: in che modo e quanto gli utenti presenti all’interno dei social si lasciano influenzare dalla visualizzazione dei contenuti pubblicati. Per rispondere al quesito, i soggetti intervistati sono stati sottoposti a un sondaggio online, volto ad analizzare nel dettaglio la coerenza tra i dati teorici e statistici emersi e l’effettiva modalità di agire dei consumatori alla vista del contenuto social. I risultati ottenuti indicano che, a seconda dei dovuti accorgimenti nell’individuazione del contenuto perfetto da pubblicare, questo avrà un impatto decisamente rilevante sulle emozioni e sul comportamento adottato. Su questa base, ricerche più approfondite includenti un target più esteso potrebbero sollevare reazioni diverse afferenti alla componente emozionale, nonché fungere da orientamento per la scelta di contenuti maggiormente efficaci da pubblicare in futuro.
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CARRERA, ALBA. "L'integrazione cross-modale delle emozioni: componente mimica e vocale. Correlati psicofisiologici (ERPS)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/154.

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Abstract:
Lo studio si prefigge di indagare il decoding simultaneo degli elementi vocali e della mimica facciale delle emozioni mediante i potenziali evocati corticali (ERPs), utilizzando un'ampia gamma di emozioni. Stimoli emotivi vocali e patterns mimici sono stati accoppiati in condizioni di congruenza o di incongruenza. Le variazioni ERPs e i tempi di risposta (TR) rilevati sono state sottoposti ad analisi univariata della varianza per misure ripetute (ANOVA). Alcuni fenomeni ERP sono altamente sensibili alla condizione di congruenza/incongruenza del pattern (con una maggiore ampiezza per stimoli congruenti rispetto a stimoli incongruenti) e costituiscono marker specifici dell'integrazione intersensoriale. In particolare, i dati permettono di riconoscere l'indice di media latenza P200 come un marker dell'integrazione intersensoriale di stimoli emotivi. Altri fenomeni, invece, maggiormente sensibili al contenuto emotivo, segnalano la presenza di processi cognitivi legati più in generale al decoding emotivo. I risultati indicano inoltre che l'integrazione, che nelle prime fasi di processamento è un fenomeno automatico, coinvolge successivamente processi decisionali intenzionali. Infine, è stato riscontrato che la condizione di congruenza provoca un effetto di riduzione dei TR per alcune delle emozioni analizzate (tristezza) ed un effetto inverso per un secondo gruppo di emozioni (paura, rabbia e sorpresa). Tale risultato viene discusso in riferimento al significato adattivo dei diversi correlati emotivi e dei rispettivi processi di decodifica cross-modale.
The study investigates the simultaneous processing of emotional tone of voice and emotional facial expression by event-related potentials (ERPs), through an ample range of different emotions. Auditory emotional stimuli and visual patterns were matched in congruous and incongruous pairs. ERPs variations and behavioral data (response time) were submitted to repeated measures analysis of variance (ANOVA). ANOVA showed numerous ERP effects, with different cognitive functions. Some of them, in particular the medium-latency P200, are highly sensible to pattern congruent/incongruent condition (with more intense amplitude for congruent rather then incongruent stimuli) and constitute intersensory integration specific markers. The other ERP effects, instead, are more sensible to the emotional content and signal the presence of cognitive processes that are more generally tied to the emotional decoding. Furthermore results show that, in the first processing phase, integration is an automatic and obliged phenomenon, while later it implies intentional decisional processes. Finally, a TR reduction was found for some congruous patterns (i.e. sadness) and an inverted effect for a second group of emotions (i.e. fear, anger, and surprise). Finally, behavioural results indicate that congruence causes a RT reduction for some emotions (sadness) and, on the contrary, an inverse effect for other emotions (fear, anger, surprise). This result is discussed with reference to different emotional correlates adaptive function and their respective cross-modal decoding processes.
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CARRERA, ALBA. "L'integrazione cross-modale delle emozioni: componente mimica e vocale. Correlati psicofisiologici (ERPS)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/154.

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Abstract:
Lo studio si prefigge di indagare il decoding simultaneo degli elementi vocali e della mimica facciale delle emozioni mediante i potenziali evocati corticali (ERPs), utilizzando un'ampia gamma di emozioni. Stimoli emotivi vocali e patterns mimici sono stati accoppiati in condizioni di congruenza o di incongruenza. Le variazioni ERPs e i tempi di risposta (TR) rilevati sono state sottoposti ad analisi univariata della varianza per misure ripetute (ANOVA). Alcuni fenomeni ERP sono altamente sensibili alla condizione di congruenza/incongruenza del pattern (con una maggiore ampiezza per stimoli congruenti rispetto a stimoli incongruenti) e costituiscono marker specifici dell'integrazione intersensoriale. In particolare, i dati permettono di riconoscere l'indice di media latenza P200 come un marker dell'integrazione intersensoriale di stimoli emotivi. Altri fenomeni, invece, maggiormente sensibili al contenuto emotivo, segnalano la presenza di processi cognitivi legati più in generale al decoding emotivo. I risultati indicano inoltre che l'integrazione, che nelle prime fasi di processamento è un fenomeno automatico, coinvolge successivamente processi decisionali intenzionali. Infine, è stato riscontrato che la condizione di congruenza provoca un effetto di riduzione dei TR per alcune delle emozioni analizzate (tristezza) ed un effetto inverso per un secondo gruppo di emozioni (paura, rabbia e sorpresa). Tale risultato viene discusso in riferimento al significato adattivo dei diversi correlati emotivi e dei rispettivi processi di decodifica cross-modale.
The study investigates the simultaneous processing of emotional tone of voice and emotional facial expression by event-related potentials (ERPs), through an ample range of different emotions. Auditory emotional stimuli and visual patterns were matched in congruous and incongruous pairs. ERPs variations and behavioral data (response time) were submitted to repeated measures analysis of variance (ANOVA). ANOVA showed numerous ERP effects, with different cognitive functions. Some of them, in particular the medium-latency P200, are highly sensible to pattern congruent/incongruent condition (with more intense amplitude for congruent rather then incongruent stimuli) and constitute intersensory integration specific markers. The other ERP effects, instead, are more sensible to the emotional content and signal the presence of cognitive processes that are more generally tied to the emotional decoding. Furthermore results show that, in the first processing phase, integration is an automatic and obliged phenomenon, while later it implies intentional decisional processes. Finally, a TR reduction was found for some congruous patterns (i.e. sadness) and an inverted effect for a second group of emotions (i.e. fear, anger, and surprise). Finally, behavioural results indicate that congruence causes a RT reduction for some emotions (sadness) and, on the contrary, an inverse effect for other emotions (fear, anger, surprise). This result is discussed with reference to different emotional correlates adaptive function and their respective cross-modal decoding processes.
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Rivola, Maria. "Relazione tra profilo sensoriale, emozioni e gradimento: il caso studio del prosciutto cotto." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10011/.

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Il prosciutto cotto è un alimento presente nella dieta degli italiani, che lo consumano più di ogni altro salume. Il D. M. del 21/09/2005, che ne disciplina produzione e vendita, lo classifica in tre diverse categorie merceologiche (Prosciutto cotto o Standard, Prosciutto cotto Scelto, Prosciutto cotto Alta Qualità). Il lavoro svolto presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna su 92 consumatori di prosciutto cotto ha permesso di studiare abitudini, gusti, aspettative dei soggetti intervistati e di verificare la loro capacità di distinguere prosciutti cotti appartenenti alle differenti categorie. A tale scopo è stato progettato un questionario strutturato secondo il modello RATA con una sezione per valutare i profili emozionali dei prodotti in esame conforme al metodo EmoSemio. Il gruppo di consumatori intervistati era composto da soggetti con età compresa tra 19 e 70 anni, frequenza di consumo di prosciutto cotto pari a 1-3 volte al mese e maggior familiarità con l’Alta Qualità. I risultati ottenuti hanno evidenziato l’ottima capacità percettiva dei consumatori, che hanno descritto i campioni in modo analogo al panel di esperti, che in precedenza aveva valutato gli stessi campioni. La chiara discriminazione riscontrata da parte dei consumatori tra i prosciutti Standard e Alta Qualità, però, non sempre si è tradotta in una preferenza per il prodotto della categoria migliore. I risultati relativi alla valutazione dello stato emozionale erano in linea con il gradimento: per i prodotti più graditi l’intensità delle emozioni positive era più alta. Infine, quasi tutti gli attributi scelti dal panel sono stati compresi e valutati allo stesso modo dai consumatori, risultando efficaci e, talora, comunicabili. Questo studio ha contribuito a fornire gli elementi per la comprensione del profilo di gradimento del prosciutto cotto al consumo ed ha confermato l'utilità del metodo RATA e dell’EmoSemio.
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Emanuelli, Aleona. ""La relazione tra la lingua, le emozioni e la cognizione nei soggetti bilingui"." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Il presente elaborato si pone l’obiettivo di fare luce sul fenomeno del bilinguismo. In particolare, verranno analizzati i fattori che incidono sull’uso di una lingua piuttosto che un’altra in contesti diversi e alcuni fenomeni legati agli aspetti emotivi e cognitivi che si osservano nella personalità di un individuo bilingue. Poste le basi teoriche sul fenomeno del bilinguismo nel primo capitolo, nel secondo capitolo si passa ad un’analisi interdisciplinare e alla descrizione di un aspetto in concreto: il rapporto tra la lingua, le emozioni e la cognizione. Vengono presi in considerazione vari studi e teorie sviluppate da studiosi in ambiti diversi a fine di compiere una ricerca interdisciplinare. Infine, l’ultimo capitolo rappresenta lo spazio dedicato alla ricerca qualitativa in forma di un’intervista semi-strutturata di natura esplorativa. Quest’ultima si propone di indagare e analizzare le esperienze dei soggetti bilingui tardivi di madrelingua russa che hanno acquisito l’italiano tra i 10 e i 12 anni e che attualmente adoperano entrambe le lingue nella vita quotidiana.
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Maurer, Caterina. "Die Vernünftigkeit der Gefühle. Hegel e il contemporaneo dibattito sulle emozioni." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2018. https://hdl.handle.net/11572/368974.

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Abstract:
Scopo del presente lavoro è dimostrare che Hegel, benché sia assente dal contemporaneo dibattito filosofico, psicologico e neuroscientifico sulle emozioni, non si è disinteressato alle componenti della Gefühlssphäre e al loro valore conoscitivo. Terreno privilegiato ma non esclusivo d’indagine sono le sezioni antropologica e psicologica dell’Enzyklopädie (1830), nelle quali Hegel indaga tematiche che sono al centro degli interessi della contemporanea filosofia della mente e della psicologia filosofica, quali l’essere incarnata dell’anima, l’espressione delle emozioni e il loro fondamento fisiologico, l’abitudine, la volontà e, appunto, Empfindungen, Gefühle, Triebe, Neigungen e Leidenschaften. La delineazione delle caratteristiche fondamentali delle componenti della Gefühlssphäre ha consentito di comprendere “cosa†siano Empfindungen, Gefühle, Neigungen e Leidenschaften, come insorgano nell’uomo, “quale funzione†Hegel accordi loro e “perché†. La risposta a tali domande, unitamente a una ricostruzione dei diversi livelli entro cui entrano in gioco, nella Philosophie des subjektiven Geistes, le suddette componenti, ha infine permesso di delineare la “Theorie des Gefühls†hegeliana. Ciò che questa articolata “teoria†suggerisce è il ruolo fondamentale ricoperto dalla Gefühlssphäre nel processo di sviluppo che conduce l’anima naturale a riconoscersi come uno spirito che si pone degli scopi e che cerca di tradurli nel mondo esterno attraverso azioni. È però il rapporto di continuità individuato da Hegel tra Gefühl e cognizione ad approssimare la sua teoria ai più recenti studi sulle emozioni. Il lavoro si propone di mostrare come i Gefühle, intesi quali fenomeni psichici complessi, implichino secondo Hegel sia le valutazioni cognitive che il soggetto fa, di situazioni e cose in rapporto al proprio benessere e alla propria soddisfazione, sia un’attivazione fisiologica dell’organismo a cui segue l’espressione delle risposte emotive e la preparazione all’azione. I Gefühle sono quindi concepiti da Hegel quali momenti costitutivi dello sviluppo di attività razionali e sono strumenti necessari al soggetto per orientarsi nel mondo. Poiché Hegel riconosce l’importanza della Gefühlssphäre del soggetto (sempre concepito come soggetto incarnato) e dà rilievo al valore conoscitivo dei Gefühle, questo lavoro si propone infine di mostrare come egli possa rappresentare un importante interlocutore per le contemporanee trattazioni sulle emozioni, che insistono sulla connessione che sussiste tra emozione, ragione e tendenza all’azione.
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Giannini, Vito <1988&gt. "Emozioni e difesa del territorio: la protesta contro il gasdotto TAP in Salento." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9927/1/Giannini_Vito_TESI.pdf.

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Abstract:
Tra i vari conflitti che contribuiscono a rendere instabile la società e ad alimentare le disuguaglianze tra individui e gruppi, quelli per l'uso del suolo e delle risorse naturali rivestono un'importanza cruciale poiché riguardano principalmente la sopravvivenza stessa degli ecosistemi viventi. Il fenomeno della protesta locale contro l'uso indesiderato del territorio (LULU) è in costante aumento in tutto il mondo e in Italia, ed è stato analizzato soprattutto da un punto di vista sociologico e politico, ma anche attraverso la lente della psicologia sociale e ambientale. Lo scopo di questo lavoro è di esplorare la dimensione emozionale dei conflitti socio-ambientali, contribuendo a colmare una lacuna in questo campo, soprattutto rispetto alla letteratura italiana. Se da un lato viene messa in discussione la narrazione NIMBY, che sottolinea a fini strategici il carattere localista, irrazionale ed egoistico delle proteste contro gli usi sgraditi del territorio, dall'altro emerge il ruolo delle emozioni sia come motore della protesta ma anche in relazione ai processi di sviluppo o di declino. La ricerca si concentra su una protesta in corso contro la costruzione di un gasdotto internazionale - il Trans Adriatic Pipeline (TAP) - in un'area costiera del Salento, in Puglia. Ho adottato un metodo qualitativo per meglio cogliere i significati e le emozioni dei soggetti coinvolti nella protesta, attraverso l'utilizzo di tecniche come l'intervista, l'osservazione partecipante e l'analisi di materiale documentario relativo al conflitto.
Among the various conflicts that contribute to making society unstable and fueling inequalities between individuals and groups, those for the use of land and natural resources are of crucial importance since they primarily concern the very survival of living ecosystems. The phenomenon of local protest against unwanted land uses (LULU) is constantly increasing all over the world and in Italy, and has been analyzed above all from a sociological and political perspective, but also through the lens of social and environmental psychology. The aim of this work is to explore the emotional dimension of socio-environmental conflicts, helping to fill a gap in this field, especially with respect to the Italian literature. If, on the one hand, the NIMBY narrative, which emphasizes for strategic purposes the localist, irrational and selfish character of the protests against the unwelcome uses of the territory, is questioned, on the other, the role of emotions emerges both as a driving force of protest but also in relation to the processes of development or decline. The research focuses on an ongoing protest against the construction of an international gas pipeline - the Trans Adriatic Pipeline (TAP) - in a coastal area of Salento, in Puglia. I adopted a qualitative method in order to better grasp the meanings and emotions of the subjects involved in the protest, through the use of techniques such as interview, participant observation and the analysis of documentary material relating to the conflict.
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Tornati, Ilaria <1987&gt. "Il ruolo delle emozioni nei processi decisionali del consumatore: dalle neuroscienze al neuromarketing." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2544.

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Le emozioni sono da sempre al centro delle strategie di marketing e oggi, grazie allo sviluppo delle neuroscienze e delle tecnologie di rilevazione dell'attività celebrale, è possibile studiare ciò che avviene nella mente del consumatore. Il neuromarketing integrato con le tecniche di ricerca tradizionali permette una nuova prospettiva d'analisi nello studio del comportamento del consumatore.
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Zapparrata, Maria Valentina. "LE COMPETENZE EMOTIVE E RELAZIONALI NELLA PROFESSIONE DOCENTE. UN LABORATORIO PER LO SVILUPPO DELLE LIFE SKILLS NEL CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2017. http://hdl.handle.net/10447/239971.

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Padula, Alessandra [Verfasser]. "Il ruolo della musica nella gestione delle emozioni : Il tema del distacco / Alessandra Padula." München : GRIN Verlag, 2010. http://d-nb.info/1186790679/34.

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DE, ANGELI ETTORE. "Dov'è la giustizia? Adolescenti ed emozioni tra procedure di giustizia in famiglia e devianza." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1209.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca si focalizza sui modelli di giustizia e sulla devianza in adolescenza. Obiettivo è quello di mettere a fuoco alcuni elementi cruciali che intervengono come fattori protettivi e fattori di rischio nel comportamento adolescenziale. Nello specifico è indagato il ruolo svolto da variabili familiari, dalla giustizia procedurale, dalle emozioni e dal bisogno di riparazione. I contributi empirici utilizzano metodologie diverse: partendo da un lavoro esplorativo e passando attraverso la validazione di uno strumento di misurazione della giustizia procedurale il lavoro giunge alle analisi confermative su un modello teorico. Il primo studio qualitativo indaga le narrazioni e i significati attribuiti, da parte di adolescenti autori di reato, a tematiche familiari, emotive e di giustizia. Il secondo offre un contributo alla validazione italiana della Family Procedural Justice Scale (Fondacaro, Jackson, & Luescher, 2002), uno strumento self-report volto a misurare la giustizia procedurale in famiglia. Il terzo si occupa di proseguire nella direzione generata dagli studi precedenti e, attraverso analisi confermative sul modello teorico proposto, evidenzia il ruolo protettivo della percezione di giustizia procedurale in famiglia, della legittimità parentale, del bisogno di riparazione e delle emozioni di vergogna reintegrativa e colpa, mentre individua come fattore di rischio l’associazione a pari devianti.
The research focuses on the models of justice and delinquency in adolescence. The primary goal is to focus on crucial elements that act as protective and risk factors in adolescent behavior. Specifically, the role played by family variables, procedural justice, emotions and reparation is investigated. The empirical contributions use different methodologies: starting from an exploratory work and going through the validation of a procedural justice measuring instrument, the research comes to confirmatory analysis on a theoretical model. The first qualitative study explores the narratives and meanings attributed by adolescents offenders to family, emotional and justice issues. The second is a contribution to the Italian validation of the Family Procedural Justice Scale (Fondacaro, Jackson, & Luescher, 2002), a self-report instrument designed to measure procedural justice in the family. The third study continues in the direction generated by previous studies and, through confirmatory analysis on the proposed theoretical model, highlights the protective role of family procedural justice, parents legitimacy, need for reparation, reintegrative shame and guilt, whereas the association to deviant peers is identified as a risk factor.
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DE, ANGELI ETTORE. "Dov'è la giustizia? Adolescenti ed emozioni tra procedure di giustizia in famiglia e devianza." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1209.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca si focalizza sui modelli di giustizia e sulla devianza in adolescenza. Obiettivo è quello di mettere a fuoco alcuni elementi cruciali che intervengono come fattori protettivi e fattori di rischio nel comportamento adolescenziale. Nello specifico è indagato il ruolo svolto da variabili familiari, dalla giustizia procedurale, dalle emozioni e dal bisogno di riparazione. I contributi empirici utilizzano metodologie diverse: partendo da un lavoro esplorativo e passando attraverso la validazione di uno strumento di misurazione della giustizia procedurale il lavoro giunge alle analisi confermative su un modello teorico. Il primo studio qualitativo indaga le narrazioni e i significati attribuiti, da parte di adolescenti autori di reato, a tematiche familiari, emotive e di giustizia. Il secondo offre un contributo alla validazione italiana della Family Procedural Justice Scale (Fondacaro, Jackson, & Luescher, 2002), uno strumento self-report volto a misurare la giustizia procedurale in famiglia. Il terzo si occupa di proseguire nella direzione generata dagli studi precedenti e, attraverso analisi confermative sul modello teorico proposto, evidenzia il ruolo protettivo della percezione di giustizia procedurale in famiglia, della legittimità parentale, del bisogno di riparazione e delle emozioni di vergogna reintegrativa e colpa, mentre individua come fattore di rischio l’associazione a pari devianti.
The research focuses on the models of justice and delinquency in adolescence. The primary goal is to focus on crucial elements that act as protective and risk factors in adolescent behavior. Specifically, the role played by family variables, procedural justice, emotions and reparation is investigated. The empirical contributions use different methodologies: starting from an exploratory work and going through the validation of a procedural justice measuring instrument, the research comes to confirmatory analysis on a theoretical model. The first qualitative study explores the narratives and meanings attributed by adolescents offenders to family, emotional and justice issues. The second is a contribution to the Italian validation of the Family Procedural Justice Scale (Fondacaro, Jackson, & Luescher, 2002), a self-report instrument designed to measure procedural justice in the family. The third study continues in the direction generated by previous studies and, through confirmatory analysis on the proposed theoretical model, highlights the protective role of family procedural justice, parents legitimacy, need for reparation, reintegrative shame and guilt, whereas the association to deviant peers is identified as a risk factor.
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MONTAGNER, FLAVIO. "Design per le emozioni: interfacce tangibili per il supporto allo sviluppo emotivo in ambiente domotico." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2020. http://hdl.handle.net/11583/2840375.

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Compagnin, Veronica <1996&gt. "Emozioni e comportamenti nella progettazione dell’esperienza utente: il ruolo di testi e microtesti nell'Architettura dell'Informazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20321.

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Abstract:
Il presente elaborato è diretto allo studio dell’impatto delle parole nelle emozioni e nei comportamenti delle persone nell’esperienza utente vissuta nelle interfacce digitali. Lo studio, in particolare, evidenzia l’importanza della progettazione di testi e microtesti umani creati tenendo conto delle caratteristiche psicologico-cognitive ed emotive degli utenti, al fine di condurre ad una user experience percepita come maggiormente significativa dalle persone, poiché progettata su di esse. Tale analisi, pone inoltre l’attenzione nella produzione e misurazione empirica di osservazioni confrontabili in merito al valore aggiunto creato nell'esperienza utente, tramite la creazione di testi e microtesti mediante l'uso dell’Intelligenza Artificiale, più specificatamente attraverso l’utilizzo del modello di linguaggio auto-regressivo GPT-3, piuttosto che l'impiego della capacità umana. Al fine di rispondere a tali obiettivi di studio, la parte di ricerca è stata svolta mediante A/B test effettuati sui diversi canali di comunicazione messi a disposizione da quattro aziende partner del progetto. I test sono stati svolti sui testi e sui microtesti presenti nelle newsletter e nelle pagine dei siti web delle aziende. Nella parte finale dell’elaborato sono stati discussi i risultati emersi complessivamente dagli A/B test, dimostrando concretamente la rilevanza dei contenuti testuali all’interno dell’esperienza utente vissuta dalle persone. Inoltre, rispetto all’impiego di GPT-3, i risultati ottenuti hanno portato ad evidenziare la capacità di questo strumento di poter creare contenuti testuali efficaci e vicini al linguaggio umano non potendo ancora, tuttavia, essere paragonato alla capacità ideativa delle persone.
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Boschiero, Veronica <1996&gt. "Emozioni, motivazione e analfabetismo: un’ intervista ad apprendenti di Italiano L2 analfabete o bassamente scolarizzate." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21101.

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Abstract:
Nowadays the influence of emotion on language learning is still an interesting topic in language teaching research, given the difficulty in the definition of concepts such as Emotion or Motivation. The aim of this thesis is to explore motivation in adult illiterate students of Italian as a Second Language by means of qualitative research. In Chapter 1 the word “emotion” is defined, with regard to the contributions of James (1884), Cannon & Bard (1927), Fridja (1986), and Damasio (2003), and draws particular attention to the distinction between primary and secondary emotions (Ekman, 1971). Furthermore, the influence of emotions on the brain, cognitive processes, and learning is described. Chapter 2 illustrates the concept of Motivation, starting from the research made by Gardner & Lambert (1959; 1985; 2010), in order to explain how this construct had changed over the decades. According to the studies of Clément (1985), Schumann (1986), Ushioda (1993), and Ellis (2008), the main models of motivation are portrayed. Furthermore, the years of the Motivational Renaissance are described through the examination of the Affective Filter Hypothesis (Krashen, 1985), the Self-Determination Theory (Deci & Ryan, 1985; 2000), and the Ten Commandments for Motivating Language Learners (Dörnyei,1996). Finally, dynamic motivation is depicted with reference to the studies of Dörnyei (2009) and Ushioda (2009). Chapter 3 focuses on the adult learner and its characteristics. A description of andragogy (Knowles, 1980) and lifelong learning leads to the analysis of the cognitive, psychological, and socio-cultural factors which define the adult learner, and a practical guide with the suggestions of Sudati (2014), Caon & Brichese (2019), Serragiotto (2020) is offered. Moreover, the chapter defines the profile of the “illiterate student”, aiming attention at neurosciences and the influence of the cognitive processes implied in reading and writing on the brain. The last paragraph of the Chapter proposes some operational instructions, developed by Bigelow & Schwarz (2010), Casi (2015), Brichese (2018), and Raspollini (2019), which were proved to be useful during Second Language teaching to illiterate students. The last Chapter presents a qualitative research done on immigrant women who are studying Italian as a second language, to detect their motivation and anxiety level during Italian lessons. The study was conducted by following the method of framework analysis, elaborated by Ritchie & Spencer (1994). The research consists of an interview delivered to immigrant students of Italian as a second language, which produced qualitative results about their integrative/instrumental and extrinsic/intrinsic motivation. The final section of the interview examines their state of anxiety and the influence of that emotion on motivation. According to the stages typical of framework analysis, the data are indexed, tabled, and then interpreted in the final discussion.
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BRAMBILLA, PAOLA. "Competenza pragmatica e comprensione delle emozioni. Training studies con bambini a sviluppo tipico e atipico." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/43781.

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Abstract:
This research project originates within, and extends, the enquiry into the link between emotion and language (Astington & Jenkins, 1999; Cutting & Dunn, 1999; Dunn, Brown, Slomkowski, Tesela, & Youngblade, 1991; Hughes, 1998). Communication competence implies the ability to understand the mental state of an interlocutor, which in turn requires what has been defined as “theory of mind”. Having a theory of mind (ToM) means both being able to attribute mental states (in terms of emotions, feelings, beliefs, thoughts) to self and others, and understanding that behavior is based on such mental states (Premack & Woodruff, 1978). Children’s conscious awareness of emotional mental states in particular is considered to be a specific aspect of overall ToM, termed “emotional theory of mind” (Saarni e Harris, 1989). Linguistic competence is a very broad domain that may be investigated in different ways and focusing on different aspects. With regard to the link between language and emotion comprehension, some studies have examined children’s lexicon, that is to say, the breadth and quality of their vocabulary for expressing emotions (Dunn et al., 1991; Denham et al., 1994). Other research has explored syntactic competence (rules for the construction of sentences, ability to combine words) (Lohman & Tomasello, 2003; Hale & Tager-Flusberg, 2003), while still other studies have focused on semantics, or the ability to understand the meaning of words (Astington & Jenkins, 1999). All of these abilities have been found to be linked with understanding of the mind and of emotions: specifically, the more advanced children’s lexical, syntactic and semantic competence, the greater their emotion understanding. However, few studies have investigated the link between emotion understanding and another key aspect of language competence: pragmatics. The term pragmatics refers to the ability to comprehend the set of relations that link language to context; this ability is essential to understanding the meaning of communication (Levinson, 1983). Pragmatic language skills have however been studied in relation to overall ability to understand the mental states of others, especially in children with autism. The latter have difficulty in understanding the thoughts, desires and feelings of others and this deficit has been found to be linked with language difficulties, specifically in the area of pragmatics (Baron-Cohen,1988; Eisemajer & Prior, 1991). Research in this area has mainly focused on individuals with autism displaying a high level of verbal competence, especially those with High-Functioning Autism (HFA) or Asperger’s Syndrome (AS), because they provide a valuable opportunity to investigate the qualitative nature of language deficits and how these are related to other aspects of development. Nonetheless even in this area the number of studies carried out to date remains low and the results are not univocal. The current study aims to add to this line of research, by investigating the role of pragmatic competence in the development of emotion understanding, first in typically developing subjects and second in a clinical sample of subjects known to have a specific deficit in pragmatic competence. To this end, two studies were conducted in parallel with the following aims: 1. to investigate the link between the pragmatic aspects of communication and emotion understanding in subjects with typical and atypical development 2. to explore the extent to which the components of pragmatic competence impact on emotion understanding (in both typically developing and clinical samples) through an intervention designed to train the children in the use of pragmatic skills 3. within the population diagnosed with autism spectrum disorders, to verify whether there are differences between children with HFA and children with AS in terms of pragmatic competence and emotion understanding. The basic underlying hypothesis was that more advanced pragmatic competence would contribute to a higher level of emotion understanding. I therefore expected that pragmatic abilities would predict emotion understanding in both groups, and that strengthening pragmatic skills would have a positive effect on the ability to understand emotions. Finally, within the sample with atypical development, I expected to find more advanced pragmatic and emotion understanding abilities in subjects with AS, whose language abilities are typically largely intact. Study I Participants in the first study were 64 normally developing children, average age 8 years and 8 months, from two third grade classes at a primary school in the Greater Milan Area. In a preliminary phase of the research, Raven’s CPM (Coloured Progressive Matrices, 1984) was administered to participants in order to verify that they all displayed typical cognitive development. In order to assess participants’ level of emotion understanding, I used the TEC: Test of Emotion Comprehension (Pons & Harris, 2000, in the standardized Italian version by Albanese & Molina, 2008), which evaluates nine different components of emotion understanding in children between the ages of 3 and 11 years. In order to assess participants’ pragmatic competence, I administered a battery of sub-tests evaluating pragmatic language ability (APL - Medea Abilità Pragmatiche nel Linguaggio, Lorusso, 2009), and specifically examining how the different components of pragmatic competence develop in children aged 5 to 14 years. In this training study I adopted intervention research methodology. During the first phase, the competences under study (pragmatic language ability and emotion understanding) were assessed using the measures outlined above. In the second phase of the research, half of the participants, that is to say 32 children, received training in pragmatic language skills, while the other half (control group) followed the standard curriculum. Finally pragmatic language ability and emotion understanding were retested in all participants. The training in pragmatic language skills was based on the “Parliamone” program (Santoro, Mazzotta, & Lorusso, 2009), designed to promote development in the same components of pragmatic ability as measured by the APL test. It was carried out with small groups (eight children per group) over a ten-week period, at once-weekly sessions lasting about one hour each. The descriptive statistics for the overall sample showed that all participants obtained pragmatic language ability and emotion understanding scores within the normative range for their age group. However, lower scores were obtained at the pre-test stage, particularly in the experimental group. Correlational (Pearson’s coefficient, two-way) and linear regression analyses were then performed on the overall sample. An association was found between pragmatic language ability and emotion understanding, in support of the first research hypothesis. The second research hypothesis was tested using a repeated measures analysis of variance (ANOVA), which showed a statistically significant gain in the experimental group at the post-test phase in both pragmatic competence and emotion understanding, indicating that the training had been effective. The control group too demonstrated a statistically significant gain in pragmatic competence, probably attributable to normal development over time. Study II Participants in the second study were eight subjects, of whom four had diagnoses of High-Functioning Autism and four diagnoses of Asperger’s Syndrome; these children were aged between 4 and 9 years and were all members of an association in the province of Lecco. The same methodology was used as in the first study – that is to say, pre-test - training - post-test – but in this case all participants took part in all three phases of the research. In this study, the training covered the same components of pragmatic language competence as in the prior study, but was adapted to suit the abilities and skill bases of the participants. It was conducted with small groups (participants were divided into two groups of four on the basis of diagnosis); one two-hour session was held weekly over a five-week period. The descriptive analysis showed that children’s scores for emotion understanding went from below normative average for their age group at pre-test to in line with normative average at the post-test stage. A similar trend was found for pragmatic language ability, with scores in line with age-adjusted normative average at pre-test and higher than normative average at post-test. In addition, there was a difference between the scores of the subjects with HFA and those of the subjects with AS: specifically, the latter displayed a higher level of competence in both areas under study, particularly at the pre-test stage. Non-parametric correlation analysis (Spearman’s rho) between emotion understanding and pragmatic language ability confirmed a link between the two competences only at the pre-test stage In order to verify the efficacy of the training, I also conducted non-parametric analyses for dependent samples using the Wilcoxon test. Although participants’ scores for pragmatic language ability were considerably higher at post-test, this change was not statistically significant. In contrast, scores for emotion comprehension were significantly higher at the post-test stage, thus confirming – albeit partially – the second research hypothesis. Finally the Mann-Whitney test between independent samples was used to compare the HFA and AS sub-samples. The AS group was found to obtain higher scores than the HFA group on both measures at both times, but this difference was only statistically significant for emotion understanding at the pre-test stage. However, it must be acknowledged that non-parametric analyses with very small samples are relatively low in power. Further limitations of these studies include the lack of follow up to verify the longer-term effects of the interventions, the lack of a control group in the second study and the fundamental difference between the test setting, which offers close to laboratory conditions, and real life situations. Nonetheless, the results essentially support the research hypotheses, particularly in the first study, providing some additional insight into the aspects of communication required to understand the emotions of others in both typical and atypical development. My findings also suggest the desirability of educational interventions with children aimed at enhancing the preliminary basic abilities required to establish positive relationships with others. Thus, studies of this kind are not only of value in extending theoretical knowledge at the explanatory and/or predictive levels, but also in informing educational practice.
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TAMBURRELLI, CHIARA. "Processi di apprendimento ed emozioni: il contributo delle neuroscienze alla scuola. Indagine tra i docenti italiani." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2020. http://hdl.handle.net/11695/98523.

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Abstract:
La sempre maggiore complessità della società contemporanea impone alle figure presenti nella agenzie educative di individuare strumenti utili a catturare l’attenzione di bambini e giovani, a coinvolgerli nella vita scolastica attraverso un nuovo modo di fare scuola. Tale obiettivo può essere raggiunto efficacemente attraverso il coinvolgimento attivo dei ragazzi in forme di apprendimento che agiscono in particolare sulla motivazione e sulle emozioni. Il tema generale della presente ricerca è lo studio dei processi di apprendimento nella relazione pedagogia- neuroscienze e l’analisi dei nuovi modelli educativi e didattici sviluppati sulla base delle conoscenze neuro scientifiche. Riteniamo che la ricaduta in ambito educativo degli studi neuroscientifici possa costituire un’importante base per ogni tipo di discorso concernente la formazione e che la conoscenza dei fenomeni biologici sottesi all’apprendimento possa fornire importanti risposte alla necessità della scuola e degli educatori di avere a disposizioni strategie didattiche più efficaci e rispondenti al target cui sono indirizzate. La prima fase della ricerca è stata l’approfondimento e la comprensione dei meccanismi neurobiologici che regolano e condizionano i processi di maturazione e di sviluppo del cervello umano e dei meccanismi cognitivi attivati e implementati da strategie didattiche adeguate. Sono stati presi in esame, a questo scopo, i nuovi modelli educativi sviluppati dai principali gruppi di ricerca italiani che si occupano di neurodidattica e apprendimento emotivo. La fase successiva della ricerca, immaginata come premessa essenziale ad un agire educativo-didattico che si intende mettere in piedi in studi futuri, è stata quella di indagare quale fosse la posizione dei docenti italiani rispetto al campo di indagine, attraverso la somministrazione di un questionario incentrato sulla dipendenza dei processi apprenditivi da quelli emotivo-motivazionali. Le emozioni poste al centro, quindi, per comprendere il modo in cui viene percepito il loro rapporto con la formazione e l’apprendimento, per individuare le possibilità di utilizzare le emozioni in aula e per delineare un profilo di docente che fa uso delle emozioni nel suo agire didattico.
The growing complexity of today's society requires teachers being able to identify useful tools which can capture the attention of children and young people and involve them in school life. This target can be achieved through new ways of teaching that act on motivation and emotions. This work analyses learning in both the pedagogical-neuroscience relationship and the new educational and didactic models, developed on the basis of neuroscientific knowledge. The first phase of the research consisted of understanding the neurobiological mechanisms which affect the human brain developing and maturation process as well as the cognitive mechanisms activated and implemented by teaching strategies. In this phase the current development of neurobiology educative research in Italy were taken into consideration. In particular, neuroeducational and emotional learning research were analyzed. The next phase of the research was to enquiry the position of the Italian teachers as regards our field of investigation. For this purpose, we used a survey, focused on learning and emotional-motivational processes. Identifying how using emotions in the classroom and outline the teacher's profile able to do it and promote a more effective learning, was the target of this survey. Our results will be the basis for future studies on the contribution of neurosciences and emotions to teaching.
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Parancola, Elena <1997&gt. "Tra timore e adorazione: le emozioni medievali nei Milagros de Nuestra Señora di Gonzalo de Berceo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21767.

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Abstract:
Este trabajo ofrece una descripción general del contexto histórico-social de la Edad Media, en la que destacan de manera especial los sentimientos del pueblo que marcaron ese periodo histórico, es decir la inquietud, el miedo y la sensación de impotencia humana frente a las calamidades naturales. La vida entera y la mentalidad del pueblo medieval estaban dominadas por la Iglesia, que difundió la idea de que todo lo que ocurría era el resultado del comportamiento del hombre y de sus vicios, que causaban la ira de Dios. El hombre tenía que evitar los pecados y seguir la doctrina cristiana: una auténtica fe en la Virgen era lo que podía salvar la humanidad de la perdición y de las llamas del infierno. La obra Milagros de Nuestra Señora de Gonzalo de Berceo encierra todo esto: es un conjunto de 25 milagros de culto mariano, que Berceo sacó de una fuente latina. Sin embargo, en estos relatos se percibe la influencia del estilo de Berceo, clérigo de elevada cultura. El poeta creó una obra coherente, en la que todos los milagros están relacionados entre ellos y con la introducción, invención del mismo autor, puesto que no se encuentra en ninguna fuente latina. En la introducción a los milagros Berceo pone una alegoría sobre la Virgen: Nuestra Señora, como un prado acogedor, recibe a cualquier peregrino que está recorriendo el camino de su vida. Además, este trabajo presenta un análisis detallado de los milagros contenidos en la obra y, en particular, del milagro de Teófilo, en el que se perciben de manera clara las emociones y la mentalidad del pueblo medieval.
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MOLINARI, ELENA. "Valutazione delle funzioni cognitive e della capacità di automonitoraggio delle emozioni in pazienti con neoplasia mammaria." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2018. http://hdl.handle.net/11567/929107.

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Abstract:
ABSTRACT La relazione tra tumore e fattori psicosociali è un’ipotesi molto antica in medicina che è stata a lungo studiata, sia dal punto di vista dell’effetto dei fattori psico- sociali sull' eziologia del tumore sia dal punto di vista dell’effetto di diagnosi e trattamenti sui fattori psicosociali. Questo studio si inscrive nel secondo ambito di ricerca e in particolare il suo scopo è l’analisi degli effetti di due trattamenti farmacologici, chemioterapia e ormonoterapia, sulle funzioni cognitive e sull’ abilità di riconosci- mento e gestione delle emozioni nelle donne a cui è stato diagnosticato un tumore della mammella. In letteratura, il problema dei deficit cognitivi correlati ai trattamenti chemio-terapici (definiti colloquialmente in ambito clinico come chemofog) è molto noto e studiato, ma al momento non siamo a conoscenza di studi che abbiano indagato l’effetto dei trattamenti farmacologici sull’ intelligenza emotiva (IE), ovvero l’abilità cognitiva di riconoscimento e gestione delle emozioni. Fino ad oggi gli studi che hanno indagato la chemofog si sono concentrati su funzioni cognitive “di pensiero logico” quali memoria, attenzione, linguaggio, funzioni esecutive; l'attenzione agli effetti sull’IE può essere utile per le ricadute che vi possono essere sul paziente, in quanto è noto come la popolazione oncologica sia sottoposta ad un forte stress emotivo. Andare ad indagare quanto l'IE venga intaccata dalla neurotossicità legata ai farmaci può dare informazioni utili ad improntare degli interventi terapeutici e riabilitativi per aiutare i pazienti a far fronte al carico di stress emotivo che stanno affrontando; questo nell’ ottica anche di avere un impatto positivo sulla qualità di vita e sulla gestione delle fasi di malattia. La popolazione oggetto di studio è identificata in donne adulte con diagnosi di neoplasia mammaria, afferenti alle Oncologie Mediche di un ospedale regionale; complessivamente sono state contattate 113 donne con diagnosi di neoplasia mammaria di età compresa tra i 33 e i 60 anni. Di queste 65 sono risultate arruolabili se- condo i criteri di inclusione ed esclusione definiti per la partecipazione allo studio. Hanno accettato di partecipare 37 donne ed in seguito ad un drop-out sono state effettivamente valutate 36 partecipanti. 5 Sono stati misurati in quattro tempi di rilevazione (T0-baseline, T1-3 mesi, T2-6 mesi, T3-Follow up a 12 mesi) le abilità cognitive di memoria, attenzione, capacità visuospaziale e linguaggio utilizzando il test RBANS e le capacità di IE utilizzando il questionario self-report SREIS; sono inoltre state misurate quali variabili di controllo le problematiche soggettive, emozionali e comportamentali utilizzando la scala CBA-H. In generale i risultati di questo lavoro confermano quanto riportato in lettera- tura circa gli effetti negativi di chemioterapia e ormonoterapia su alcune capacità cognitive; si evidenzia in particolare non tanto un deficit sulle abilità cognitive, quanto un’interferenza sull’ effetto di apprendimento. Interessanti sono i risultati emersi dalla percezione delle capacità relative all’ intelligenza emotiva, aspetto innovativo dello studio, che, complessivamente, sembrano avere un andamento peggiorativo nelle pazienti che fanno trattamenti chemioterapici, ormonoterapici o una combinazione di entrambi. Sempre relativamente alle competenze di intelligenza emotiva è emerso come le pazienti chemiotrattate riferiscano di percepire maggiormente le emozione e di saperle meglio comprendere rispetto alle altre partecipanti, risultato inatteso rispetto alle ipotesi che andrebbe approfondito in ulteriori studi. La tesi di seguito presentata è articolata in quattro capitoli: nel primo viene fornita una descrizione di epidemiologia, eziologia, diagnosi e tipologia di trattamenti del tumore della mammella. Il secondo capitolo è focalizzato sugli aspetti psicologici interessati dalla malattia, in particolare sulle modalità di reazione emotiva e di adattamento alla diagnosi e ai trattamenti, con i loro effetti collaterali, per la neoplasia mammaria. Nel terzo capitolo viene presentata una rassegna della letteratura circa l’impatto dei trattamenti farmacologici, chemioterapia e ormonoterapia, sulle funzioni cognitive. Infine, nel quarto capitolo viene descritto il lavoro di ricerca: gli obiettivi, gli strumenti e il metodo utilizzati, le analisi statistiche svolte per la verifica delle ipotesi di lavoro, vengono inoltre dettagliati e commentati i risultati emersi.
Evaluation of cognitive functions and emotional intelligence in breast cancer patients.
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FARINA, FRANCESCO. "IL SUONO DELLE EMOZIONI: un' analisi sulle potenzialità espressive del linguaggio musicale nel ciclo di vita." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/846.

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FARINA, FRANCESCO. "IL SUONO DELLE EMOZIONI: un' analisi sulle potenzialità espressive del linguaggio musicale nel ciclo di vita." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/846.

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Piras, Rita. "Lessico Psicologico nei testi narrativi e Attaccamento: una ricerca su bambini di età scolare." Doctoral thesis, La Sapienza, 2006. http://hdl.handle.net/11573/917246.

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SESTIGIANI, FIORELLA. "Rischio psicosociale e prevenzione secondaria: stress e regolazione delle emozioni in un campione di medici e infermieri." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/37946.

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Abstract:
This work describes an intervention of secondary prevention in a hospital; the intervention is oriented to identify and define areas that need to be improved. In particular, the participants had asked for training in inter-professional relationships. The aim of this work is to explore the causes of percieved levels of stress in 231 nurses and doctors due to clinical emergencies, organizational errors and difficulties in relationships. The problems in managing relationship difficulties can be due to different personality characteristics and personal attitudes in regulating emotions at work. The instruments utilized for the research were: The Health Profession Stress and Coping Scale (Ripamonti, Steca, Prunas, 2007) a measure of stress and coping for nurses and doctors; the Emotion Regulation Questionnaire (Balzarotti et al. 2010) which explores two different strategies of emotion regulation: reappraisal and suppression; the Mini Questionnaire of Personal Organization (Arimatea et al. 2009; Nardi et al. 2012) which distinguishes 4 different personality organizations according to the inward/outward Personal Meaning Organization theory. The results show medium levels of stress due to difficulties with colleagues and patients, and coping strategies that are primarily oriented towards problem avoidance and emotional distress. There aren’t differences between inward and outward Personal Organization in coping and emotion regulation strategies. Inter-professional relationships and personal elaboration styles of emotion impact at work can be areas of interest for continuing professional development.
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QUADRELLI, ERMANNO. "La comprensione delle azioni e delle emozioni altrui: correlati elettrofisiologici nella prima infanzia e in età prescolare." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2016. http://hdl.handle.net/10281/100092.

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Abstract:
The research presented in the current dissertation investigates two of the most intriguing topics pertaining to the field of developmental cognitive neuroscience, namely, the development of the ability to understand others’ actions and the ability to comprehend others' emotions. Recent research suggests that the human brain is equipped with structures that are active both during first- and third-person experience of actions and emotions. These structures, known as the mirror neuron system (MNS), were originally discovered in monkeys. They have been proposed as a neural mechanism through which others’ actions, intentions, and emotions can be directly understood by bridging the gap between self and others. In fact, when we perceive someone else’s action or emotion expression we activate a network that is also active during action execution or expression of emotions. Despite recent advances in the study of the development of action and emotion processing, the neuro-cognitive correlates of these abilities in infants and children are far from being fully understood. Studies described in this dissertation attempt to fill this gap by investigating the neural correlates of the ability to perceive and understand others’ actions and emotions in preverbal infants and older children. Chapter 1 provides a review of existing models developed to tackle the developmental origins of mirroring mechanisms, and a discussion of the existing debate about the role of the motor system in action and emotion understanding. The studies reported in Chapter 2 and 3, respectively, focus on the neural correlates of 7-month-olds’ processing of human action sounds, as measured through event-related potentials (ERPs), and the neural mechanisms driving toddlers’ ability to understand others' actions, as assessed by frequency oscillation through time-frequency analysis. Furthermore, the development of the ability to understand others' emotions and the role played by the motor system in such an understanding across development will also be explored. The study described in Chapter 4 explores the neural correlates of 7-month-old infants' capability to process static and dynamic facial expressions of emotions, whereas Chapter 5 is dedicated to the investigation of the mechanisms underlying covert facial muscle reactions, as measured through surface electromyography (sEMG), elicited by the observation of emotional expressions in 3-years-old children. Results of the presented research will be discussed in Chapter 6 to provide an integrated picture of the early stages of the development of action and emotion understanding. The existing theoretical debate about the role of the motor system in action and emotion understanding processes will be addressed by proposing a developmental viewpoint.
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