Academic literature on the topic 'Emozioni'

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Journal articles on the topic "Emozioni"

1

Cavalli, Giulia. "Tu chiamale se vuoi.. Emozioni." RICERCA PSICOANALITICA, no. 1 (March 2010): 53–65. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-001005.

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Abstract:
Cosa sono le emozioni? Che funzionalitŕ hanno per l'uomo? Quale ruolo gioca la relazione nello sviluppo della capacitŕ di vivere le emozioni? Che utilizzo fa il terapeuta delle emozioni del paziente durante il processo analitico? Si tratta di domande importanti, le cui risposte mettono in luce le sottostanti idee di uomo e di cura. L'A. avvia una riflessione sulle concezioni attuali di emozione e competenza emotiva e sui risultati delle ricerche in questo ambito, proponendo una visione differente del significato delle emozioni e del vivere le emozioni, alla luce della teoria dei sistemi dinamici non lineari, nell'ottica dell'epistemologia della complessitŕ.
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2

Mazzolari, Laura. "Apprendere dalle emozioni. La funzione dell'hic et nunc e dell'insight in psicosocioanalisi." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 13 (February 2010): 99–116. http://dx.doi.org/10.3280/eds2010-013008.

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Abstract:
L'obiettivo di questo articolo č di cercare di capire come le emozioni agiscono e interagiscono nel processo di apprendimento della psicosocioanalisi. All'interno dei processi di apprendimento proposti da Ariele č stato evidenziato che, indipendentemente dalla motivazione che portava ad iscriversi, nel gruppo spesso "avviene qualcosa" che improvvisamente provoca, fa emergere una forte emozione individuale, positiva o negativa, ma comunque generativa. Questo turbamento emotivo implica un passaggio di apprendimento cognitivo sia individuale che gruppale per rendere le emozioni sostenibili e riconoscibili e per riuscire a rielaborarle in un pensiero accettabile. L'articolo arriva a proporre un possibile modello psicosocioanalitico di apprendimento attraverso le emozioni. La metafora dell'apprendimento emotivo che emerge da queste riflessioni č quella di una nave sul mare che č potenzialmente nel caos, deve attraversare una tempesta, puň affondare o navigare alla ricerca di un approdo, affrontando il rischio.
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3

Della Grotta, Anna Maria. "Neuroscienze ed emozioni: emozioni che danno piacere ed emozioni che danno dolore." IPNOSI, no. 2 (December 2016): 24–40. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2016-002002.

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4

Ferrarini, Roberto, Cristina Carbognin, and Anna Maria Meneghini. "Le emozioni del vino." DiPAV - QUADERNI, no. 26 (March 2010): 95–112. http://dx.doi.org/10.3280/dipa2009-026007.

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Abstract:
Ogni cultura possiede un suo lessico emotivo che rende possibile la condivisione sociale dei feelings che sono pur sempre un'esperienza profondamente privata e soggettiva. Seguendo gli studi di Damasio (2003), le emozioni, che darebbero forma alla maggior parte delle nostre esperienze quotidiane, possono essere considerate percezioni dello stato del nostro corpo modificato dalle interazioni con stimoli esterni. Lo studio si focalizza sulla selezione, all'interno del piů ampio e generico lessico emotivo, di un set di termini specifici per descrivere affettivamente il prodotto vino. Partendo da una lista di 453 termini tratti dalla letteratura, attraverso 3 studi, sono stati selezionati 16 aggettivi emozionali che permettono alle persone di descrivere in modo "emotivamente particolareggiato" le personali esperienze di assaggio e consumo del vino.
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5

Eliseo, Claudio. "Emozioni e famiglia." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 43 (May 2016): 15–28. http://dx.doi.org/10.3280/pr2016-043002.

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6

Goeta, Gian Franco. "Coaching ed emozioni." FOR - Rivista per la formazione, no. 91 (September 2012): 33–39. http://dx.doi.org/10.3280/for2012-091003.

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7

Turnaturi, Gabriella. "Emozioni e verità." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (March 2013): 72–85. http://dx.doi.org/10.3280/sd2013-001006.

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8

Mammarella, Nicola, and Nicola Sambuco. "Emozioni in vecchiaia." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (May 2013): 293–308. http://dx.doi.org/10.3280/rip2012-002010.

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9

De Sanctis, Sante. "Emozioni e sogni." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (June 2017): 6–35. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2017-002002.

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10

Bonucci, Cristina. "Leggere le emozioni." INTERAZIONI, no. 1 (April 2017): 123–27. http://dx.doi.org/10.3280/int2017-001009.

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Dissertations / Theses on the topic "Emozioni"

1

Spampinato, Eliana <1992&gt. "LA FORZA DELLE EMOZIONI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15180.

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Abstract:
Si vuole mostrare il pensiero di Martha Nussbaum per quanto concerne la concezione platonica della vita buona e della teoria dei valori che le è connessa, prendendo in particolare considerazione le emozioni. Le opere prese in esame sono: il Protagora, la Repubblica, il Simposio, il Fedro e il Timeo; secondo il parere dell'autrice è possibile rintracciare in questo percorso una sorta di evoluzione che condurrebbe Platone via via a ritrattare alcuni aspetti unilaterali della sua etica e della sua psicologia, focalizzati nel Protagora e nella Repubblica. Altre opere esaminate sono: "The fragility of Goodness" di Martha Nussbaum, Appunti per il corso di Filosofia Morale "Ragione, Passione e Libertà" di Pagani, "La geometria dell'Anima" di Pagani, "La natura delle emozioni" di Matteucci e Portera e "L'Intelligenza delle emozioni" di Martha Nussbaum.
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2

Costanzucci, Paolino Claudio. "Cognizioni-ed-emozioni: prospettive neuroeducative." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2014. http://hdl.handle.net/11369/331986.

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Abstract:
Abstract A livello internazionale si sta strutturando un ambito di ricerca che vede il dialogo tra neuroscienze ed educazione come una delle relazioni transdisciplinari più interessanti e produttive degli ultimi anni. Questo settore d’indagine, definito Neuroeducation, vede nella declinazione educativa delle ricerche nel campo delle neuroscienze cognitive, affettive e sociali e nell’indispensabile collaborazione tra ricercatori ed educatori, gli obiettivi principali per una sua autonoma caratterizzazione epistemologica ed operativa. La ricerca neuroeducativa è nata soprattutto in seguito alla diffusione del neuroimaging funzionale, grazie al quale è stato possibile studiare “in vivo” i processi cognitivi ed emotivi, andando così oltre i risultati della ricerca psicologica. L’importanza che ricopre la ricerca neuroscientifica per l’educazione è stata dimostrata dall’accelerazione che il suo paradigma sperimentale ha impresso alla comprensione dei processi cognitivo-emotivi di fondamentali attività educative come la lettura e il calcolo matematico. Ma il dato scientifico più interessante che questo nuovo approccio sperimentale ha prodotto è la dimostrazione dello strettissimo legame che sussiste fra cognizioni ed emozioni, cosa che ha contribuito a superare quei dualismi epistemologici (natura e cultura, scienze naturali e scienze umane, mente e corpo, mente e cervello), che per secoli hanno contraddistinto il pensiero filosofico e la ricerca scientifica. In particolare, l’utilizzo del brain imaging, oltre che chiarire gli aspetti funzionali dei processi mentali, ha permesso anche di valutare l’efficacia di alcuni programmi di recupero utilizzati in disturbi come la dislessia, la discalculia e l’autismo. L’interconnessione fra neuroscienze ed educazione si sta realizzando su questo piano e tale approccio consiliente sta producendo risultati che a breve renderanno sempre più efficaci i processi di insegnamento-apprendimento. A fronte di un crescente interesse internazionale per questo ambito di studio, che ha portato alla fondazione di associazioni scientifiche, alla messa a punto di programmi di ricerca finanziati dai governi, alla costituzione di centri di ricerca specifici, alla messa a punto di percorsi di formazione universitari, il mondo pedagogico italiano, invece, si è rivelato poco sensibile a questi argomenti, limitandosi, nel migliore dei casi, ad una riflessione meramente epistemologica. La riconquista di una centralità culturale e scientifica da parte della Pedagogia potrà avvenire soprattutto se essa giocherà un ruolo fondamentale in questo dialogo tra neuroscienze ed educazione, contribuendo a ridurre quella distanza tra classe e laboratorio, che troppo spesso lascia gli insegnanti in balìa di false credenze prodotte da psicomiti e neuromiti, o li irrigidisce in una didattica che fa dell’autarchia operativa e dello scetticismo scientifico la propria bussola professionale. L’auspicio è che a breve anche in Italia sorgano Centri di Ricerca e di Formazione Universitari Interdipartimentali, che consentano a ricercatori ed educatori una stretta collaborazione sia in fase di ricerca sperimentale e sia in quella didattico-operativa.
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Pasquali, Luca. "Riconoscimento delle emozioni tramite strumentazione per EEG." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Lo scopo di questa trattazione è quindi di illustrare il lavoro svolto nel tentativo di classificare le reazioni emozionali ad immagini con una forte carica emozionale, sia positiva che negativa. A tale scopo sono stati acquisiti i segnali EEG di diversi soggetti durante l’esposizione ad immagini di vario contenuto, insieme alla loro reazione dichiarata alle immagini stesse. Queste sono state immagazzinate, elaborate utilizzando diversi metodi di estrazione delle informazioni, ed infine si è tentato di effettuare un riconoscimento di pattern sui segnali tramite algoritmi di apprendimento supervisionato; i dati sono stati quindi divisi tra dati di “training”, utilizzati per la strutturazione dell’algoritmo, e dati di test, necessari per la verifica dell’affidabilità dell’algoritmo.
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4

Boscariol, Silvia <1991&gt. "Emozioni al lavoro. Risuonare con gli altri." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8006.

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Abstract:
A lungo considerate fattori negativi di perturbazione della razionalità, negli ultimi anni le emozioni hanno assunto una legittimazione sociale e scientifica del tutto inedita. Il mio lavoro intende dimostrare – all’interno di un quadro di riferimento teorico filosofico, psicologico e neuro-scientifico - come la natura delle emozioni sia insieme razionale e irrazionale, corporale e cognitiva, individuale e sociale, superando così un certo modo di pensare, profondamente radicato nella cultura occidentale (scientifica e non), che separa il corpo dalla mente, la natura dalla cultura, l'universale dal relativo, la ragione dalle emozioni. Partendo da tale assunto, verificherò – anche attraverso la ricerca empirica - se e come l’Intelligenza Emotiva possa trovare applicazione e valorizzazione in ambito lavorativo. L’approdo della mia ricerca sarà considerare l’organizzazione, da un punto di vista sistemico, ovvero nella relazione tra assetti tangibili e assetti in-tangibili. In questo modo si vedrà ridimensionata la razionalità strumentale, che facilmente assimila l’uomo alla macchina, e si andrà a recuperare l’imprescindibile ed insostituibile valore della soggettività. La “capacitazione” soggettiva, che deriva dalla combinazione di razionalità ed emozionalità, può essere oggi - più delle mere competenze tecnico-specialistiche - la vera fonte di vantaggio competitivo per le imprese.
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5

REALDON, OLIVIA. "Differenze culturali nella percezione multimodale delle emozioni." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/37944.

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Abstract:
The research question in the present study concerns how culture shapes the way in which simultaneous facial and vocalization cues are combined in emotion perception. The matter is not whether culture influences such process: cultures supply systems of meaning that make salient different core emotional themes, different sets of emotions, their ostensible expression, and action tendencies. Therefore, research doesn’t regard whether, but how and at what level of analysis culture shapes these processes (Matsumoto, 2001). Cultural variability was tested within the methodological framework of cultural priming studies (Matsumoto & Yoo, 2006). In such a methodological option culture is not viewed as consensual, enduring, and context-general, but as fragmented, fluctuating, and context-specific (situated cognition model; Oyserman & Sorensen, 2009). Bicultural individuals that, through enduring exposure to at least two cultures, possess systems of meaning and practices of both cultures, can therefore switch between such cultural orientations alternating them depending on the cultural cues (cultural primers) available in the immediate context (cultural frame switching; Hong et al. 2000). The present research investigated cultural differences in the way visual and auditory cues of fear and disgust are combined in emotion perception by Italian-Japanese biculturals primed with Japanese and Italian cultural cues. Bicultural participants were randomly assigned to Italian or Japanese priming conditions and were shown dynamic faces and vocalizations expressing either congruent (i.e., fear-fear) or incongruent (i.e. fear-disgust) emotion and were asked to identify the emotion expressed ignoring the one or the other modality (cross-modal bias paradigm; Bertelson & de Gelder, 2004). The effect of to-be-ignored vocalization cues was larger for participants in the Japanese priming condition, while the effect of to-be-ignored dynamic face cues was larger for participants in the Italian priming condition. This pattern of results was investigated also within current perspectives on embodied cognition, that, regarding emotion perception, assume that perceivers subtly mimic a target’s facial expression, so that contractions in the perceiver’s face generate an afferent muscolar feedback from the face to the brain, leading the perceiver to use this feedback to reproduce and thus understand the perceived expressions (Barsalou, 2009; Niedenthal, 2007). In other words, mimicry reflects internal simulation of perceived emotion in order to facilitate its understanding. A mimicry-interfering (with the facial expressions of fear and disgust; Oberman, Winkielman & Ramachandran, 2007) manipulation with bicultural participants performing the same task above described generated no cultural differences in the effect of to-be-ignored vocalizations, showing that the interference effect of vocalizations on faces turns out to be larger for participants in the Italian priming condition. Altogether, these results can be interpreted within the cultural syndromes highlighting the independent vs. interdependent and socially embedded nature of self, providing meaning systems that encourage and make available a different weighting of nonverbal cues in emotion perception depending on their relying, respectively, on more (or less) face exposure (meant as individual exposure) in modulating social relationships and less (or more) vocal exposure (more subtle and time-dependent than the face) in order to enhance individual standing and autonomy (vs. establish and maintain social harmony and interpersonal respect). Current perspectives sketching how human cognitive functioning works through a situated (Mesquita, Barrett, & Smith, 2010) and embodied (simulative) mind (Barsalou, 2009), and their implications in emotion perception are briefly described as the theoretical framework guiding the research question addressed in the empirical contribution.
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Convertini, Luciana. "Classificazione delle emozioni in base ai segnali EEG." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
La tesi si è basata sulla caratterizzazione delle emozioni al fine di comprendere quale siano le diverse metodologie in termini di creazione delle features e di classificazione. In primo luogo, è stata condotta un’analisi anatomica, fisiologica e biologica del sistema nervoso centrale maggiormente coinvolte nel processo emozionale, con particolare riguardo al sistema limbico. In secondo luogo, è stata effettuata una descrizione dell’elettroencefalogramma sia per quanto concerne l’architettura e la sua funzione delle singole componenti nonché la modalità di acquisizione del segnale. Il database utilizzato è il DEAP. Fa seguito la caratterizzazione delle diverse metodologie per l’estrazione delle features (KDE,HOC,EMD,FD,QTFT, Trasformata di WAVELET). Infine, vengono analizzate le metodologie di Machine Learning al fine di ottenere una migliore interpolabilità in fase di training e un’accurata flessibilità in fase di test; in particolare è stato preso in considerazione la sottoclasse del Supervised Learning.
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PEVERI, LAURA. "Resilienza e regolazione delle emozioni. Un approccio multimodale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/7893.

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Abstract:
Thesis object is resilience considered as the ability to deal with critical and stressful events, overcome them and continue to grow by increasing its resources, with a consequent positive life reorganization (Malaguti, 2005). As pointed out by Richardson (2000) resilience has a dual nature is both a state, a set of traits and resilient qualities (self-esteem, self-efficacy, optimism, etc..) and a process which leads to the attainment of the state. The resilience is innate because everyone born with a different "predisposition to resilience” but at the same time is acquirable and developable through the resilient process. Starting from a general art state analysis on the resilience construct, the thesis turns its attention to the psychological processes that begins with the resilient quality allowing the positive resolution of the critical event (resilient reintegration). In particular, the thesis consists of three studies, focuses on the relationship between the resilience of the one part and the emotion regulation process on the other. Before proceeding to the experimental investigation of relations between resilience and emotional regulation was necessary identify, translate and validate three scales for the assessment of resilience: Resilience Scale (Wagnild & Young, 1993), the Connor-Davidson Resilience Scale (Connor, Jonathan, & Davidson, 2003) and the Resilience Scale for Adults (Friborg, Hjemdal, Rosenvinge, & Martinussen, 2003). The validation work, conducted on a sample of 400 subjects and subject of the first study, shows good psychometric properties of all three scales, but particularly highlights the reliability and validity of the Resilience Scale for Adults, who besides provide an overall assessment of resilience’s level, also allows to obtain information about personal resources and social networks to which resilient individuals appeal to face the critical life situations. The second study's objective is an in-depth examination of the relationship between the resilience from a side and some of the emotion regulation process components from the other one. The considered components are: appraisal, coping and positive emotions. The second study fits into a situational perspective and adopt a multimodal approach using both subjective measurements, such as self-report, both objective measurements such as the not verbal behavior analysis. We use a research design with one independent variable at two levels: resilience (a1 = resilient, a2 = not resilient) and a sample of 60 female subjects. Second study's results confirm some matches already verified by other researchers, such as the close links between being resilient and experience more positive emotions during and after stressful events, and between being resilient and appraise stressful events as challenges (Tugade e Fredrikson, 2004). The mediation effect study highlights the link between these two phenomena. The obtained mediation model suggests that the biggest positive emotion experimentation is imputable to the appraisal of challenge that the resilient do in front of every kind of emergency. The second study offers also new insights on the relationship between coping, appraisal and resilience. Inside this relationship plays a key role the appraisal of controllability of the events. If resilient appraise the stressful event as controllable they actively face him with a coping approach style, if instead they don’t evaluate the situation as controllable they choose other types of coping like avoidance coping or how data coming from the analysis of the not verbal behaviour suggest a repressive coping form that is a passive event acceptance. In both cases, the chosen style of coping, coupled with increased testing of positive emotions, ensure the best possible adaptation with respect to the circumstances. Thesis intent is also to pass from the theory on resilience to the "practice" of resilience. The third study's objective is the effectiveness evaluation of a training that aims to improve the “resilient reintegration” through the enhancement of some components of the emotion regulation process seen in the second study (appraisal, coping and positive emotions). The training adopts as work methodology the guided personal narratives about events emotionally positively or negatively features. We use an experimental research design with two independent variables: resilience (a1 = resilient, a2 = not resilient), training (b1 = positive training, b2 = negative training, b3 = no training) and a sample of 60 female subjects. Results highlight the possibility of improving the ability of the not resilient individuals to adapt quickly and positively to the experimental stressful events by strengthening the process of emotion regulation and some of its components specifically: appraisal of control, coping and positive emotions. Enhancement achieved through the use of personal narratives about stressful events negative features. The same type of reinforcement obtained from the negative training, doesn’t seem reachable with positive training. The ineffectiveness of the positive training can be attributed to an inadequate assessment methodology, or to a deliveries not sufficiently clear and comprehensive. The third study also shows the not training effectiveness (positive or negative) for the resilient individuals at the purposes of strengthening the emotion regulation process and therefore the ability to adapt positively. It’s possible to assume that resilient individuals already able in regulating their emotions, as evidenced by second study’s results, need to achieve further enhancement of its resilience a more intensive and specifically directed work on various resilient qualities.
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CASSANO, ANTONELLA. "Attaccamento, emozioni e resilienza. Bambini in contesti d'emergenza." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/144.

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Abstract:
Il presente elaborato descrive tre dimensioni quali lo stile d'attaccamento (Bowlby, 1969, 1973, 1980; Ainsworth e coll., 1978), la competenza emotiva (Frijda, 1990; Goleman, 1996, 1998; Grazzani Gavazzi, 2004) e la resilienza (Cyrulnik, 2002), analizzata partendo da un excursus storico del concetto di trauma, dalle prime teorie psicoanalitiche fino a giungere alla categoria diagnostica del DPTS disturbo post traumatico da stress. Viene quindi riportata una ricerca condotta in Sri Lanka su un campione di 70 bambine tra gli 8 e i 10 anni, che hanno avuto esperienza dello tsunami che ha colpito il sud est asiatico nel dicembre 2004. Lo studio ha previsto l'utilizzo del SAT (Separation Anxiety Test) (Attili, 2001) per individuare gli stili di attaccamento dei bambini; il disegno a tema, analizzato attraverso la griglia interpretativa ideata da Bombi e Pinto (1993, 2000) per individuare il grado di competenza emotiva e il test della memoria a breve termine della figura complessa di Rey (1967), volto ad indagare le capacità attentive, di concentrazione e di memoria a breve termine dei bambini. Le variabili prese in considerazione sono state quindi analizzate sia singolarmente sia in relazione tra loro.
This work describes three dimensions: the attachment style (Bowlby, 1969, 1973, 1980; Ainsworth e coll., 1978), the emotional competence (Frijda, 1990; Goleman, 1996, 1998; Grazzani Gavazzi, 2004) and the resilience (Cyrulnik, 2002), analyzed through the history of the trauma's concept, since the first psychoanalytic theory until the category of PTSD Post Traumatic Stress Disorder. Therefore, it is described a research in Sri Lanka about a sample of 70 female children between 8 and 10 years old, who had experience of Tsunami of December 2004 in the South East Asia. The research included the use of SAT (Separation Anxiety Test) (Attili, 2001) to find out the attachment styles of the children; the thematic painting, analyzed through the interpretative grate of Bombi e Pinto (1993, 2000) to analyze the grade of emotional competence and the Test of short-term memory of Complex Figure of Rey (1967), to describe the capability of attention, concentration and short-term memory of the children. The variables had been analyzed individually and in relation one to one.
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CASSANO, ANTONELLA. "Attaccamento, emozioni e resilienza. Bambini in contesti d'emergenza." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/144.

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Abstract:
Il presente elaborato descrive tre dimensioni quali lo stile d'attaccamento (Bowlby, 1969, 1973, 1980; Ainsworth e coll., 1978), la competenza emotiva (Frijda, 1990; Goleman, 1996, 1998; Grazzani Gavazzi, 2004) e la resilienza (Cyrulnik, 2002), analizzata partendo da un excursus storico del concetto di trauma, dalle prime teorie psicoanalitiche fino a giungere alla categoria diagnostica del DPTS disturbo post traumatico da stress. Viene quindi riportata una ricerca condotta in Sri Lanka su un campione di 70 bambine tra gli 8 e i 10 anni, che hanno avuto esperienza dello tsunami che ha colpito il sud est asiatico nel dicembre 2004. Lo studio ha previsto l'utilizzo del SAT (Separation Anxiety Test) (Attili, 2001) per individuare gli stili di attaccamento dei bambini; il disegno a tema, analizzato attraverso la griglia interpretativa ideata da Bombi e Pinto (1993, 2000) per individuare il grado di competenza emotiva e il test della memoria a breve termine della figura complessa di Rey (1967), volto ad indagare le capacità attentive, di concentrazione e di memoria a breve termine dei bambini. Le variabili prese in considerazione sono state quindi analizzate sia singolarmente sia in relazione tra loro.
This work describes three dimensions: the attachment style (Bowlby, 1969, 1973, 1980; Ainsworth e coll., 1978), the emotional competence (Frijda, 1990; Goleman, 1996, 1998; Grazzani Gavazzi, 2004) and the resilience (Cyrulnik, 2002), analyzed through the history of the trauma's concept, since the first psychoanalytic theory until the category of PTSD Post Traumatic Stress Disorder. Therefore, it is described a research in Sri Lanka about a sample of 70 female children between 8 and 10 years old, who had experience of Tsunami of December 2004 in the South East Asia. The research included the use of SAT (Separation Anxiety Test) (Attili, 2001) to find out the attachment styles of the children; the thematic painting, analyzed through the interpretative grate of Bombi e Pinto (1993, 2000) to analyze the grade of emotional competence and the Test of short-term memory of Complex Figure of Rey (1967), to describe the capability of attention, concentration and short-term memory of the children. The variables had been analyzed individually and in relation one to one.
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10

Ammendola, Giulia <1985&gt. "Prospettive sulle Emozioni e Analisi Neurolinguistica della Prosodia Emotiva." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2294.

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Abstract:
Per molti secoli è stata tramandata l’idea che le emozioni fossero un aspetto bestiale dell’essere umano che andava dominato perché in contrasto con la sua parte razionale. Solo a partire dalla pubblicazione di The Expression of the Emotions in Animals and Men (1872), di Darwin, l’emozione ha riconquistato una dignità, ricavandosi uno spazio proprio di indagine all’interno del vasto panorama di ricerche scientifiche. Da quel momento, l’emozione è diventata uno dei fenomeni più interessanti e controversi per la scienza. Sebbene, infatti, negli anni si sono accumulati moltissimi studi sulla natura, il ruolo ed il funzionamento delle emozioni, non siamo ancora arrivati ad una definizione completa del termine ‘emozione’. Questa impossibilità deriva dal fatto che le emozioni sono fenomeni complessi e multicompositi. Una delle maggiori difficoltà della scienza nei confronti delle emozioni è, infatti, quella di riuscire a descrivere attraverso i rigidi strumenti scientifici un fenomeno dai contorni sfumati. Per questo, negli anni, le ricerche hanno finito per concentrarsi su singoli o pochi aspetti di questo fenomeno, nel tentativo di arrivare ad una spiegazione globale e definitiva. Questa ricerca si apre con un’analisi degli aspetti problematici legati allo studio delle emozioni (storici, linguistici, metodologici e deontologici). Si è passati poi alla descrizione delle teorie più rilevanti in campo neurofisiologico, neuropsicologico e psicologico, con il tentativo di delineare attraverso una prospettiva storica il percorso che ha portato alle conoscenze attuali su questo processo. Un capitolo a parte è dedicato alle ultime ricerche sulla neurofisiologia delle emozioni. Diversamente dai primi studi, che ritenevano l’emozione un processo unitario e riconducibile ad un sostrato neurale unico, un ‘cervello emotivo’, i risultati delle ultime ricerche hanno evidenziato che l’emozione è piuttosto un fenomeno multicomposito che coinvolge non una ma molte strutture cerebrali, sia sottocorticali sia corticali, connesse tra di loro. Infine, l’ultimo capitolo è focalizzato su un aspetto particolare degli studi neurofisiologici, relativo alla prosodia emotiva. Questi studi, relativamente recenti, stanno cercando di capire le connessioni neurali e l’eventuale specializzazione emisferica che è possibile riconoscere nella prosodia emotiva. Poiché alla prosodia emotiva è stata data meno attenzione rispetto ad altri aspetti dell’emozione, si crede che un’attenzione posta su questi studi sia essenziale per contribuire allo scopo più generale di queste ricerche: rispondere alla famosa domanda di James: “Cos’è un’emozione?”.
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Books on the topic "Emozioni"

1

Cappelli, Roberto. Emozioni e brunello. Siena: Edizioni Cantagalli, 1992.

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2

Faccio, Marco. Moremi: Emozioni d'Africa. Torino: U. Allemandi, 1996.

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3

D'Urso, Valentina. Sillabario delle emozioni. Milano: Giuffrè, 1992.

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4

Emozioni, etica, economia. Venezia: Cafoscarina, 2006.

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5

Bano, Danilo. Emozioni, etica, economia. Venezia: Cafoscarina, 2006.

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6

Beltramini, Marinella Rosin. Alfabeto delle emozioni. Pasian di Prato (UD) Italia [i.e. Udine, Italy]: Campanotto, 2011.

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7

Dario, Galati, ed. Le emozioni primarie. Torino: Bollati Boringhieri, 1993.

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8

Tiberi, Emilio. Il primato delle emozioni. Milano: Giuffrè, 1988.

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9

La natura delle emozioni. Milano: Mimesis, 2014.

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10

Un po' di emozioni. Roma: Fandango libri, 2002.

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More sources

Book chapters on the topic "Emozioni"

1

Henry, Jane L., and Peter H. Wilson. "Pensieri ed emozioni." In Acufeni, 31–42. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2355-0_4.

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2

Di Battista, Daniela. "Le emozioni coinvolte." In La coppia intrappolata, 63–82. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2607-0_3.

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3

Compare, Angelo, Elena Germani, Anna Carotenuto, Enzo Grossi, and Demenico Del Forno. "Stress ed emozioni: Il ruolo dell’elaborazione cognitiva delle emozioni." In Stress e disturbi da somatizzazione, 37–55. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2080-1_3.

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4

Nocentini, U. "Emozioni e sclerosi multipla." In I disturbi neuropsichiatrici nella sclerosi multipla, 117–20. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1711-5_7.

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5

Iavazzo, Raffaele. "Il cibo e le emozioni." In Le culture del cibo, 55–66. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5447-9_3.

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6

Pugliarello, Mariarosaria. "Prisciano e la lingua delle emozioni." In Priscien, 385–92. Turnhout: Brepols Publishers, 2009. http://dx.doi.org/10.1484/m.sa-eb.3.1223.

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7

De Pascalis, Vilfredo. "Emozioni, temperamento e personalità: aspetti psicofisiologici." In Neuropsicologia della comunicazione, 249–73. Milano: Springer Milan, 2008. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-0706-2_10.

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8

Guidi, Goffredo, and Gianmarco Tuccini. "Il peso delle emozioni nell’argomentazione sui social media." In Competing, cooperating, deciding: towards a model of deliberative debate, 119–27. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-329-1.11.

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Abstract:
Social media are nowadays fertile ground for debates that are often rich in arguments of persuasive value. In the present writing, we hypothesize that emotions play a significant role in determining the success of arguments on social media. In order to validate the hypothesis, we analyzed Change My View, an Internet forum on Reddit where the persuasiveness of the discussions among participants is explicit and regulated by specific norms. Our analysis revealed that arguments enjoying a higher degree of success were characterized by two particular emotions: anticipation and joy, which we interpret as belonging to engagement, a more general emotional dimension that includes them both. Such characteristics of successful arguments lead us to consider the persuasive experience on social media as analogous to a playful experience. Like in a game, in order to successfully take part in such a persuasive experience, certain requirements are needed: commitment and respect for the rules as well as joyful participation.
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9

Della Vedova, Anna Maria. "Emozioni e gravidanza: effetti dello stress materno sul benessere fetale." In Sentire e pensare, 3–15. Milano: Springer Milan, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1069-7_1.

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10

Caracciolo, Stefano, and Matteo Balestrieri. "Emozione e comprensione cinematografica." In Vero come la finzione, 3–14. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1549-4_1.

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Conference papers on the topic "Emozioni"

1

Broll, Mario. "Selvicoltura e PA.C.E. Selvicoltura, partecipazione e condivisione di emozioni." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.130.

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2

Azkue Barrenetxea, Jon Jatsu, and Ibane Aizpurua Perez. "Aho-aurpegietako mina pairatzen duten pazienteengan emozioen mimika eta alde-identifikaziorako gaitasuna neurtzeko tresna digitalen diseinu eta inplementazioa." In II. Ikergazte. Nazioarteko ikerketa euskaraz. Bilbao: UEU arg, 2017. http://dx.doi.org/10.26876/ikergazte.ii.04.02.

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