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Dissertations / Theses on the topic 'Emotiva'

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1

FERNANDEZ, KIRSZMAN JAVIER. "INTERVENTI DIGITALI PER LA REGOLAZIONE EMOTIVA NEI DISTURBI EMOTIVI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/100608.

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Abstract:
Questa tesi descrive una modalità parsimoniosa di organizzare l'ampia evidenza prodotta in questi ultimi anni nel campo della salute mentale digitale. A tal fine, viene presentato il framework DIU (D per diffusione, I per miglioramento e U per comprensione). Questo quadro teorico è applicato al campo specifico della regolazione delle emozioni (ER) per i disturbi emotivi. L’obbiettivo è quello di fornire una descrizione dell'attuale cambiamento della psicopatologia e evidenziare il ruolo della ER come meccanismo di cambiamento transdiagnostico e transteorico. A tal fine, viene fornita una revisione di tutti gli sviluppi esistenti in ciascuna delle categorie del quadro DIU. Ogni sezione propone nuovi risultati empirici che mostrano come le terapie digitali possano aiutare a migliorare l'ER nei disturbi emotivi. Per realizzare tali contributi empirici, sono stati utilizzati svariati disegni di ricerca e diverse soluzioni statistiche a seconda dei diversi contesti in cui gli studi sono stati condotti. Nel complesso, questa tesi stimola la discussione su alcuni degli attuali dibattiti nell’area della psicologia clinica e suggerisce risposte teoriche ed empiriche al fine di migliorare il campo.
This dissertation describes a way of organising parsimoniously the ample existing evidence that has been produced along these years in the field of digital mental health. For that purpose the DIU framework is presented. That is, D for dissemination, I for improvement and U for understanding. This framework is applied to the specific field of emotion regulation in emotional disorders. In that sense, it presents a description of the current psychopathological transformation in order to outline the role of emotion regulation (ER) as a transdiagnostic and transtheorical mechanism of change. A review of all the existing developments in each of the categories of the DIU framework are described. Each section presents novel empirical results that show how digital interventions may serve to improve ER in emotional disorders. These empirical contributions used a variety of research designs and statistical solutions depending on the different contexts in which the studies were conducted. Overall, this dissertation boosts the discussion concerning some of the current debates in clinical psychology and suggests theoretical and empirical answers in order to improve the field.
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2

Amorós, Víctor. "Psicoterapia racional emotiva." Pontificia Universidad Católica del Perú, 2013. http://repositorio.pucp.edu.pe/index/handle/123456789/102528.

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Abstract:
The following paper briefly describes the origin, basis, characteristics and technic of the emotional rational therapy of Albert Ellis. The author describes how persons create their own emotional and behavioural disturbs based on their wrong prejudgment and thoughts. He concludes asserting that irrational ideas in a special way origin neurosis. This work emphasizes the therapist's actitude that applies a directive technic reforcing the patient's cognitive components.
En el presente artículo el autor realiza una síntesis didáctica sobre los orígenes, fundamentos, características y la técnica de la terapia racional emotiva de Albert Ellis. Se explica cómo las personas crean sus propios trastornos emocionales y conductuales por sus prejuicios y pensamientos equivocados. Se concluye afirmando que son las ideas irracionales las que originan en gran medida las neurosis. El trabajo se detiene en la actitud del terapeuta quien aplica una técnica directiva reforzando los componentes cognitivos del paciente.
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3

Maccolini, Laura <1987&gt. "LA TRADUZIONE EMOTIVA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3651.

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Abstract:
La capacità di interagire con il lettore a livello intimo è un grande potere della lettura. Creare un filo rosso con il lettore è onore dell’autore del testo, ma preservare tale legame in traduzione è compito del traduttore il quale è una mente pensante e formata al conoscimento dei meccanismi in cui si esprime la cultura di partenza e alla resa nel linguaggio di destinazione. Esattamente la figura professionale cui ci si può affidare per rilevare i punti comuni dell’esperienza di lettura, qui individuati nelle emozioni. Se è vero infatti che l’intima essenza dell’individuo consta, in parte, di peculiarità che ci rendono “tutti diversi”, sono quivi racchiusi anche sentimenti riconoscibili a livello universale e che ci rendono parte della stessa “umanità”, quelli che ci vedono in grado di provare le stesse emozioni. Durante il processo di lettura, si instaura un meccanismo di sollecitazione emozionale ad opera dell’autore originale; la traduzione emotiva si affida alle capacità del traduttore e pone tra le sue mani il dovere di analizzare ed interpretare l’emozione che riconosce posta dall’autore originario nel testo di partenza e riportarla, al meglio delle proprie possibilità e utilizzando ogni strumento di cui dispone, nel testo di arrivo. Questo sposterebbe il focus della sua opera dal contenuto, alla forma, fino all’emozione, o meglio si accetterebbe di plasmare i primi due a favore di quest’ultima, per approdare ad una nuova idea di fedeltà. L’impiego delle scienze cognitive a sostegno di tale indagine è irrinunciabile. Solo ponendo la scienza che ci svela i meccanismi di funzionamento del cervello (che restano immutati a dispetto di chi siamo) a servizio delle teorie della traduzione potremo entrare in possesso di dati confrontabili utili a verificare questa ipotesi. E’ stata pertanto avviata una sperimentazione empirica su come diverse strategie traduttive possano restituire risposte emotive differenti da parte dei lettori destinatari, attraverso la somministrazione di questionari self report. Il primo obbiettivo è verificare la corrispondenza tra le emozioni suscitate dalla lettura di un testo fonte da parte di lettori modello cinesi e da due diverse traduzioni in italiano da due campioni di studenti italiani. Il secondo è di confrontare la soglia di interesse nutrito dai gruppi partecipanti nei confronti delle diverse versioni del brano, e quando invece di interesse si è generata incomprensione nel confronto dei contenuti e della forma.
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4

Corro', Nicole <1992&gt. "Intelligenza emotiva: Protean Career." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10685.

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Abstract:
La tesi tratta l’intelligenza emotiva, ovvero quelle caratteristiche intrinseche, competenze trasversali che fanno parte della vita dell’uomo; tali caratteristiche possono essere implementate e corrette per ottenere migliori risultati nelle relazioni umane così come nella carriera lavorativa. È stato analizzato un modello statistico derivante dall’analisi di questionari svolti nel Competency Lab dell’Università di Ca Foscari. In particolare si tratta lo studio e l’impatto della Protean carrer nella soddisfazione lavorativa. Per protean carreer si intendono tutte le competenze trasversali e psicologiche del laureato, che dipendono dalle esperienze svolte negli anni. Le persone “Protean” sono coloro che hanno diverse possibilità di carriera e alla ricerca della realizzazione personale, attraverso questi elementi, in grado di completare le loro vite.
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5

Mancini, Giacomo <1972&gt. "L'intelligenza emotiva in età evolutiva." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3412/1/Mancini_Giacomo_tesi.pdf.

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Abstract:
Emotional Intelligence (EI) has increasingly gained widespread popularity amongst both lay people and scientists in a wide range of contexts and across several research areas. In spite of rigorous inquiry into its applications in educational, social, health and clinical settings, substantial disagreement exists regarding the definition of EI, with respect to both terminology and operationalizations. Actually, there is a consensus about a conceptual distinction between Trait EI, or trait emotional self-efficacy (Petrides & Furnham, 2001), and Ability EI, or cognitive-emotional ability (Mayer & Salovey, 1997). Trait EI is measured via self-report questionnaires, whereas Ability EI is assessed via maximum performance tests. Moreover, EI is the broadest of the emotional constructs, and it subsumes various constructs, as Emotional Awareness (Lane & Schwartz, 1987). To date, EI research has focused primarily on adults, with fewer studies conducted with child samples. The aim of the present study is to investigate the role of different models of EI in childhood and early adolescence (N = 670; 353 females; Mage= 10.25 years ; SD = 1.57). In addition, a further goal is to evaluate the relationship of each construct with personality, non verbal cognitive intelligence, school performance, peer relationships, and affective disorders (anxiety and depression). Results shows significant correlations between Trait EI and Emotional Awareness, whereas Trait and Ability EI appear as independent constructs. We also found significant positive associations between age and Ablity EI and Emotional Awareness (although with add of verbal productivity), while gender differences emerged in favour of females in all EI-related measures. The results provide evidence that Trait EI is partially determined by all of the Big Five personality dimensions, but independent of cognitive ability. Finally, the present study highlights the role of EI on social interactions, school performance and, especially, a negative relationship between Trait EI and psychopathology.
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6

Mancini, Giacomo <1972&gt. "L'intelligenza emotiva in età evolutiva." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3412/.

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Abstract:
Emotional Intelligence (EI) has increasingly gained widespread popularity amongst both lay people and scientists in a wide range of contexts and across several research areas. In spite of rigorous inquiry into its applications in educational, social, health and clinical settings, substantial disagreement exists regarding the definition of EI, with respect to both terminology and operationalizations. Actually, there is a consensus about a conceptual distinction between Trait EI, or trait emotional self-efficacy (Petrides & Furnham, 2001), and Ability EI, or cognitive-emotional ability (Mayer & Salovey, 1997). Trait EI is measured via self-report questionnaires, whereas Ability EI is assessed via maximum performance tests. Moreover, EI is the broadest of the emotional constructs, and it subsumes various constructs, as Emotional Awareness (Lane & Schwartz, 1987). To date, EI research has focused primarily on adults, with fewer studies conducted with child samples. The aim of the present study is to investigate the role of different models of EI in childhood and early adolescence (N = 670; 353 females; Mage= 10.25 years ; SD = 1.57). In addition, a further goal is to evaluate the relationship of each construct with personality, non verbal cognitive intelligence, school performance, peer relationships, and affective disorders (anxiety and depression). Results shows significant correlations between Trait EI and Emotional Awareness, whereas Trait and Ability EI appear as independent constructs. We also found significant positive associations between age and Ablity EI and Emotional Awareness (although with add of verbal productivity), while gender differences emerged in favour of females in all EI-related measures. The results provide evidence that Trait EI is partially determined by all of the Big Five personality dimensions, but independent of cognitive ability. Finally, the present study highlights the role of EI on social interactions, school performance and, especially, a negative relationship between Trait EI and psychopathology.
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Baesso, Elisa <1983&gt. "INTELLIGENZA EMOTIVA E LA CONSULENZA FINANZIARIA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3305.

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Abstract:
IL LAVORO SVOLTO HA ANALIZZATO IL CONCETTO DI INTELLIGENZA EMOTIVA E LE SUE IMPLICAZIONI NELLA VITA DELL'INDIVIDUO, IN OGNI SFERA DELLA VITA. IN PARTICOLAR MODO L'INTELLIGENZA EMOTIVA DOVREBBE ESSERE CONOSCIUTA,STUDIATA ED APPLICATA DAL CONSULENTE FINANZIARIO, PERCHE' PUO' DIVENTARE UN VALIDO SUPPORTO LAVORATIVO, PER GARANTIRE RAPPORTI STABILI E DI FIDELIZZAZIONE CON I CLIENTI.
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8

INGOGLIA, Sonia. "LO SVILUPPO DELL’AUTONOMIA EMOTIVA DURANTE L’ADOLESCENZA." Doctoral thesis, Università degli studi di Palermo, 2004. http://hdl.handle.net/10447/385186.

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9

CARISSOLI, CLAUDIA. "VIDEOGIOCO E COMPETENZE EMOTIVE: DALL'ANALISI DEL FENOMENO A UNA PROPOSTA DI INTERVENTO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/56637.

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Abstract:
Questa ricerca ha indagato la relazione tra i videogiochi (VG) e le competenze emotive. Il primo studio, una revisione sistematica della letteratura, ha illustrato lo stato dell’arte sulla ricerca relativa all’utilizzo dei VG per la regolazione emotiva: emerge che i VG, sia commerciali che serious games, influenzano positivamente le competenze emotive dei giocatori. Con il secondo studio si è indagata la relazione tra ore di gioco, autoefficacia emotiva, passione per i VG e benessere. I risultati confermano che videogiocare migliora il benessere dei giocatori, grazie alla maggiore autoefficacia emotiva, a condizione che l’attività di VG sia integrata armoniosamente tra le altre attività della vita. Infine, si è realizzato il progetto EmotivaMente, un percorso per la promozione dell’Intelligenza Emotiva, sviluppato per le scuole secondarie di secondo grado, basato sull’utilizzo dei VG come strumenti di lavoro. Gli studenti, grazie alle esperienze con i VG, hanno sviluppato maggiori capacità di riconoscere e gestire il proprio mondo emotivo e hanno aumentato il ricorso alla rivalutazione cognitiva. I dati, anche se preliminari, confermano che i VG, grazie alle loro caratteristiche di immersività, interattività, presenza e ricchezza narrativa, possiedono potenzialità per accrescere le competenze emotive e aumentare il benessere delle persone ancora inesplorate.
This thesis aimed to investigate the relationship between videogames (VG) and emotional skills. The first study, a systematic literature reviews, investigated the “state of the art” of the research regarding the use of VG for emotional regulation: data confirm that VGs, both commercial and serious games, positively influence the emotional skills of the players. The second study investigated the relationship between hours of play, emotional self-efficacy, passion for VG and well-being. The results confirm that videogaming improves player's well-being, thanks to the effect on the emotional self-efficacy, provided that the videogaming is integrated harmoniously among other life activities. Finally, EmotivaMente, a training aimed to promote of Emotional Intelligence, based on the use of VGs as work tools, was realized in two high schools. Thanks to EmotivaMente, students developed greater capacities to recognize and manage their emotional world and increased the use of cognitive re-evaluation as emotion regulation strategy. The findings, even if preliminary, confirm that the VGs, thanks to their immersivity, interactivity, presence and wealth of narrative, have a unexplored potential to promote emotional skills and increase the well-being of people.
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10

Amorós, Víctor. "Tratamiento psicológico, según la terapia racional emotiva." Pontificia Universidad Católica del Perú, 2013. http://repositorio.pucp.edu.pe/index/handle/123456789/101380.

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Abstract:
The author presents the study of a 30 year old patient, a single male, who suffers from anxiety, depression and difficulties to cope with his work. The most important aspects of the patient's history and reason for referral are discussed. Some rational emotive therapy sessions are described.
En este artículo el autor presenta el caso de un paciente de 30 años, de sexo masculino, soltero, quien sufre de ansiedad, depresión e incapacidad para enfrentar el trabajo. Se describen los datos más importantes de la historia y el motivo de consulta y se relatan algunas sesiones de terapia racional emotiva.
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11

SALVARANI, VALERIO. "Proteggere l'infermiere dal burnout: dati preliminari sull'importanza di introdurre la mindfulness all'interno della formazione infermieristica." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/199149.

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Abstract:
l'infermiere è continuamente esposto a una forte quantità di stress nell’ambiente lavorativo, dove la mole di lavoro è molto alta e le richieste in termini fisici, cognitivi ed emotivi per gli operatori è gravosa. Il burnout all’interno delle professioni sanitarie può essere causa di una minore qualità della cura fornita, oltre che avere un impatto significativo sulla qualità della vita dei lavoratori in termini di maggior stress, possibili complicanze psicopatologiche come depressione o ansia. Data l’importanza di prevenire il fenomeno del burnout negli operatori sanitari, è cruciale identificare quali fattori possano avere una funzione protettiva contro lo stress e fornire agli operatori le abilità per migliorare la propria qualità di vita. La mindfulness è un costrutto che negli ultimi trenta anni di letteratura sta acquisendo una importanza sempre maggiore all’interno del contesto sanitario. Molti studi dimostrano come esso sia associato a minori livelli di sintomatologia ansiosa, depressiva e di burnout, sia nelle popolazioni cliniche che negli operatori sanitari. inoltre la capacità degli infermieri di riconoscere e regolare con successo le proprie emozioni può incrementare la propria salute psicologica e migliorare le proprie performance cliniche. La proposta di questo studio è che la Dispositional Mindfulness, la capacità di regolazione emotiva e la capacità empatica possano essere dei fattori protettivi sul burnout. Protocolli come il Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) possono essere usati non solo come strategie di intervento sul burnout ma essere inseriti all’interno della formazione, universitaria e professionale, degli infermieri per fornire delle abilità che possono portare ad un miglioramento della qualità della vita e minori livelli di stress. Gli obiettivi di questa ricerca sono quindi quelli di valutare i livelli percepiti di stress e burnout, regolazione emotiva, mindfulness e empatia all’interno di un gruppo di infermieri di Pronto Soccorso di diversi ospedali lombardi e all’interno di un gruppo di studenti del Corso di Laurea di Scienze Infermieristiche dell’Università degli Studi Milano-Bicocca. Si vuole inoltre valutare se (a) esista una relazione statistica tra i livelli di stress e burnout con le capacità di regolazione emotiva, di mindfulness e empatia degli infermieri e degli studenti. (b) valutare se ci sono differenze statistiche di questi costrutti in base a caratteristiche socio-demografiche come l’età, l’esperienza lavorativa, il genere o il reparto in cui si presta servizio per gli infermieri o l’anno di corso per gli studenti. (c) confrontare i gruppi di studenti e infermieri presenti in questo studio per le caratteristiche psico-attitudinali di questo studio. I risultati mostrano come ci sia una relazione statistica significativa tra le capacità di regolazione emotiva e i tratti di dispositional mindfulness con i livelli di stress e burnout sia per il gruppo di studenti che per il gruppo di infermieri, mentre non emergono relazioni significative per quanto riguarda età, anno di studio degli studenti o esperienza lavorativa degli infermieri. Emergono inoltre differenze significative all’interno dei due gruppi di ricerca in quanto gli studenti mostrano avere un maggior capacità di assumere un atteggiamento empatico rispetto agli infermieri di pronto soccorso, mentre gli infermieri mostrano avere una maggiore capacità di assumere un atteggiamento mindfulness e di regolare meglio le emozioni. Questi dati preliminari sopportano l’ipotesi che le capacità di regolazione emotiva e di avere un assetto mindfulness abbiano un ruolo importante nell’insorgenza del burnout. Questi dati possono contribuire all’ipotesi dell’importanza dell’inserimento, all’interno della formazione universitaria o professionale, di programmi o moduli centrati sulla mindfulness in modo da aumentare queste abilità dei futuri infermieri.
Health care personnel are continuously exposed to severe occupation stress, such as dealing with patient death or incidents. Burnout in turn negatively impacts quality of care, which may ultimately lead to worse health outcomes for patients. Burnout can also lead to a significant economic loss through increased absenteeism, higher turnover rates and a rise in health care costs. Given the importance of preventing burnout in healthcare staff, it is important to identify factors in healthcare staff that may protect against stress as well as be amenable to change. Mindfulness has been associated with lower symptoms of anxiety, depression, and burnout. It is thought that the ability of nurses to successfully regulate their emotions could enhance their psychological health and impact their clinical performance. The proposal for this study is that mindfulness, empathy and emotion regulation could be a protective factor against burnout for health-care operators. Protocols like Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) could be used not only as an intervention on stressed operators but as a prevention tool that can grant a better quality of life in the health-care operators. Furthermore, it is proposed that an early introduction of this topic during the academic career could lead to a new generation of nurses with a better ability to regulate their emotion and more expertise in managing mindfulness which can lead to lower level of stress and a better quality of life. The aim of this research is to assess the actual level of emotion regulation, mindfulness attitude and level of empathy and actual level of burnout and stress on a sample of nurses operating in Emergency Room of three Hospital in Lombardia and on a sample of nursing student of the University degli Studi Milano-Bicocca. Furthermore we want to assess (a) the statistical relationship between the actual level of burnout and stress with the actual level of emotion regulation. Mindfulness attitude and level of empathy (b) assess if there is a statistical relationship between this abilities and socio-demographic factor such as, age, gender, year of experience as nurses or year of university (c) compare the sample of students and the sample of nurses for the variable of this study The results shows a significative statistical relationship between the ability to regulate emotion and a mindful attitude with the actual level of burnout and stress for the sample of students and nurses. Furthermore there isn’t any significative statistical relationship related to age, year of university and years of experience as nurses. The sample of students shows a higher mean level in the level of empathy while the sample of nurses shows higher mean level of ability to regulate emotions and adopt a mindful attitude. These results support the hypothesis that emotion regulation and a mindfuln assets are protective factor against burnout, so an early introduction of this topic during the academic or professional career could lead to a new generation of nurses with a better ability to regulate their emotion and more expertise in managing mindfulness which can lead to lower level of stress and a better quality of life.
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Boldorini, Marta <1992&gt. "L’intelligenza emotiva. Una nuova dimensione nella leadership cinese." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8572.

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Abstract:
Obiettivo della presente tesi è quello di analizzare le caratteristiche dell’intelligenza emotiva che, secondo quanto afferma Daniel Goleman, risultano indispensabili per la società odierna, nello specifico per un leader “risonante”. Il fulcro del presente lavoro, infatti, è costituito dall’analisi della leadership emotiva: partendo da una trattazione generica del concetto, l’elaborato passa a trattare in dettaglio il caso della Cina, indagando i cambiamenti avvenuti nell’educazione e mostrando come essi siano indice di un mutamento più grande avvenuto nella leadership cinese. In particolare, nella tesi si analizza il rinnovato interesse per l’intelligenza emotiva registrato durante il governo di Xi Jinping, nello specifico per quanto riguarda la formazione della nuova classe dirigente. Il lavoro di ricerca è corredato da traduzioni e relativi commenti traduttologici di articoli specialistici, intento dei quali è chiarire le caratteristiche fondamentali dell’intelligenza emotiva e indagare l’interesse cinese per tale concetto, allo scopo di giungere a una teorizzazione della leadership emotiva in Cina.
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Vivan, Elena Alessandra <1986&gt. "ARTE TERAPIA ED ELABORAZIONE EMOTIVA ATTRAVERSO L'ATTIVITA' CREATIVA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12936.

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Abstract:
Ritengo fermamente che i bambini, se lasciati liberi di esprimersi, diano libero sfogo alle loro emozioni e vivano l’espressione artistica ed il processo creativo in genere, in maniera spontanea e giocosa; senza vestire “maschere” ma godendo appieno dell’esperienza. Incoraggiare gli istinti creativi; soprattutto in una società come la nostra, dove non siamo più abituati ad esprimere in forme costruttive i nostri pensieri e sentimenti, può dare luce a processi soddisfacenti e gioiosi per il bambino, che lo possono aiutare a progredire ed avere maggior stima di sé stesso. In questo senso l’arte come terapia può essere un mezzo di sostegno dell’Io e promuovere attraverso un’espressione non verbale un sano processo di maturazione del bambino. Per queste ragioni cercherei di concentrarmi; senza assolutamente assumere pretese di spiegazione della cura nosologica o psicologica in senso clinico (non avendone io né i mezzi nè probabilmente le capacità), bensì cercando di chiarire come il terapeuta d’arte può aiutare un bambino a sciogliere dei nodi esplorando le metodologie tipiche di questo percorso di appoggio se si pone in un atteggiamento di ascolto ed osservazione, accompagnato dalla volontà di comprensione. Perciò mi pare opportuno concentrarmi su una ridotta fascia d’età, 6-10, che potrebbe approcciarsi in maniera assai positiva al metodo avendo raggiunto una soddisfacente e comunicativa capacità di espressione manuale, non ancora sopraffatta dal desiderio di imitazione figurativa della realtà che fa può far perdere interesse nei confronti del processo creativo se non risulta soddisfacente. Inoltre mi piacerebbe riuscire a focalizzare la ricerca in particolare su ritratto ed autoritratto nel processo terapeutico. Conterei, in linea di massima, di sviluppare la ricerca nel seguente modo: - Introduzione. - Che cosa sono le arti terapie e di cosa si occupano. - Cenni storici. - Perché e in che modo possono aiutare un soggetto. - In che modo l’espressione grafica può aiutare un soggetto. - Quale è il ruolo dell’arte terapista in questo processo. - Che cosa rappresenta emotivamente il ritratto/l’auto ritratto. - Punti d’incontro e differenze emotive tra ritratto e autoritratto in arte terapia - L’attività/esercizi di gruppo e da svolgere con il singolo - Osservazioni pratiche - Conclusioni
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Ammendola, Giulia <1985&gt. "Prospettive sulle Emozioni e Analisi Neurolinguistica della Prosodia Emotiva." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2294.

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Abstract:
Per molti secoli è stata tramandata l’idea che le emozioni fossero un aspetto bestiale dell’essere umano che andava dominato perché in contrasto con la sua parte razionale. Solo a partire dalla pubblicazione di The Expression of the Emotions in Animals and Men (1872), di Darwin, l’emozione ha riconquistato una dignità, ricavandosi uno spazio proprio di indagine all’interno del vasto panorama di ricerche scientifiche. Da quel momento, l’emozione è diventata uno dei fenomeni più interessanti e controversi per la scienza. Sebbene, infatti, negli anni si sono accumulati moltissimi studi sulla natura, il ruolo ed il funzionamento delle emozioni, non siamo ancora arrivati ad una definizione completa del termine ‘emozione’. Questa impossibilità deriva dal fatto che le emozioni sono fenomeni complessi e multicompositi. Una delle maggiori difficoltà della scienza nei confronti delle emozioni è, infatti, quella di riuscire a descrivere attraverso i rigidi strumenti scientifici un fenomeno dai contorni sfumati. Per questo, negli anni, le ricerche hanno finito per concentrarsi su singoli o pochi aspetti di questo fenomeno, nel tentativo di arrivare ad una spiegazione globale e definitiva. Questa ricerca si apre con un’analisi degli aspetti problematici legati allo studio delle emozioni (storici, linguistici, metodologici e deontologici). Si è passati poi alla descrizione delle teorie più rilevanti in campo neurofisiologico, neuropsicologico e psicologico, con il tentativo di delineare attraverso una prospettiva storica il percorso che ha portato alle conoscenze attuali su questo processo. Un capitolo a parte è dedicato alle ultime ricerche sulla neurofisiologia delle emozioni. Diversamente dai primi studi, che ritenevano l’emozione un processo unitario e riconducibile ad un sostrato neurale unico, un ‘cervello emotivo’, i risultati delle ultime ricerche hanno evidenziato che l’emozione è piuttosto un fenomeno multicomposito che coinvolge non una ma molte strutture cerebrali, sia sottocorticali sia corticali, connesse tra di loro. Infine, l’ultimo capitolo è focalizzato su un aspetto particolare degli studi neurofisiologici, relativo alla prosodia emotiva. Questi studi, relativamente recenti, stanno cercando di capire le connessioni neurali e l’eventuale specializzazione emisferica che è possibile riconoscere nella prosodia emotiva. Poiché alla prosodia emotiva è stata data meno attenzione rispetto ad altri aspetti dell’emozione, si crede che un’attenzione posta su questi studi sia essenziale per contribuire allo scopo più generale di queste ricerche: rispondere alla famosa domanda di James: “Cos’è un’emozione?”.
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Marchesan, Cristina <1990&gt. "Emozioni e comunicazione: il concetto di competenza emotiva oggi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8465.

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Abstract:
L’obiettivo della tesi è quello di sottolineare il filo rosso che lega il contributo delle neuroscienze, l’influenza delle emozioni sul cervello e la capacità di comunicarle attraverso un utilizzo efficace di precise abilità relazionali, per arrivare a possedere una competenza emotiva, requisito fondamentale non solo nella dimensione dell'apprendimento e del successo scolastico, ma anche nella vita sociale quotidiana.
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GRASSI, ALESSANDRA. "GESTIRE LO STRESS CON LE NUOVE TECNOLOGIE: REGOLAZIONE ED INDUZIONE EMOTIVA NEL CONTESTO UNIVERSITARIO E LAVORATIVO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/707.

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Abstract:
La tesi ha analizzato il complesso rapporto tra il processo di induzione emotiva e le nuove tecnologie. Nello specifico la tesi ha indagato l’efficacia, nel processo di induzione e gestione delle emozioni, di contenuti audio/video implementati su diversi media: telefoni cellulari UMTS, dvd, lettori Mp3, cd audio e pc desktop + Head Mounted Display. Il contributo pratico dell’elaborato si articola in tre studi, una ricerca di base e due applicate, all’interno dei quali ai nuovi media viene attribuito un ruolo fondamentale per la gestione di emozioni negative e l’incremento di stati di benessere in diversi contesti quotidiani: la gestione dell’ansia da esame universitario e la gestione dello stress da lavoro in un campione di insegnanti. I risultati ottenuti a seguito delle ricerche effettuate suggeriscono che le nuove tecnologie di comunicazione possono essere utilizzate come efficaci strumenti di induzione e gestione degli stati emotivi. I nuovi media, telefoni cellulari o lettori Mp3, di forte uso comune e caratterizzati da un’elevata portabilità, vengono investiti di un nuovo ruolo nel panorama di ricerca della Psicologia Positiva. La possibilità di utilizzare le nuove tecnologie per incrementare il proprio stato di benessere e migliorare la qualità della vita, indica l’emergere di una nuova area di ricerca: la “Tecnologia Positiva”.
This thesis analyzed the complex relation between the emotion induction process and the new technologies. Specifically the work investigated the effectiveness of audio and video content in the emotion induction process by using different media (mobile phone, dvd, mp3 player, audio cd and pc desktop + Head Mounted Display). The practical contribution is divided in three studies, one basic and two apply investigations, considering the new media as tools able to manage negative emotions and to induce a deep sense of wellness in two different settings: university exam anxiety and work related stress in a teachers sample. Results suggest the effectiveness of the new communication technologies to induce and manage different emotional states. New media, Mobile phone and Mp3 player, characterized by high portability, gained a new role in the field of Positive Psychology research. The possibility of using new technologies to improve wellness and the quality of life of users suggests the emergence of a new area: Positive Technology.
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Banderas, Ronchera Andrea. "La transfiguración de la imagen como recurso de invocación emotiva." Tesis, Universidad de Chile, 2017. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/170214.

Full text
Abstract:
Memoria para optar al título profesional de Grabador
El desarrollo de la obra se basa en la representación gráfica y pictórica de diapositivas digitalizadas, utilizando las técnicas de serigrafía y pintura en aguadas como medio con el objeto de mezclar ambos lenguajes para interpretar emociones. Estas diapositivas son extraídas de una caja de recuerdos fotográficos familiares. Es en este contexto en donde entra en juego el concepto de nostalgia, el cual fue explorado en el proceso de creación de las obras recurriendo al uso del color e imágenes indefinidas. La obra tiene como sentido que el espectador pueda percibir estas representaciones asociándolas a recuerdos y vivencias personales despertando una emoción. A partir de distintos trabajos de las asignaturas de la carrera, comienza el interés en la utilización de la fotografía familiar como referente y la experimentación en el uso de técnicas. Esto constituye el fundamento de la creación de la obra y del origen del proceso artístico. La primera transformación de la imagen real a imagen digital gatilla la utilización de la serigrafía y la pintura como un recurso gráfico-pictórico representativo siendo influenciada por el estilo y temperamento del artista principalmente en el uso del color y pintura en aguadas creando imágenes poco definidas, pretendiendo evocar en el espectador alguna vivencia personal emotiva
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DE, VITO Leila. "Analisi delle relazioni esistenti tra Internet Addiction Disorder ed Intelligenza Emotiva." Doctoral thesis, Università degli studi di Cassino, 2022. https://hdl.handle.net/11580/86043.

Full text
Abstract:
Although in most cases the use of the Internet does not represent a possible risk of compromising psycho-physical health and quality of life, in other cases, some users may develop real behavioral disorders up to a real and own addiction: Internet Addiction Disorder (IAD). Given the pervasiveness of information technology in contemporary society, it is not easy to draw a picture of the psychological characteristics of Internet users and, above all, it is not possible to say with certainty whether there are predisposing factors capable of underlying the abuse of this tool. Through numerous researches it has been possible to consider how varied the type of Internet user is and how varied the motivations that push each subject to resort to this new reality and to immerse themselves completely in it can be (Cantelmi, Toro, Talli, 2010). Several researches have focused on the study of the heterogeneity of the terms that identify Internet Addiction Disorder, on the definition of diagnostic criteria, on the introduction in the Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders-V, (DSM-5). In Internet addiction, as in all behavioral addictions (where there is no toxic agent comparable to the substance that induces physical dependence) it seems important to evaluate the abusive behavior of the subjects in the light of any pre-existing psychological and psychosocial variables (e.g. relationship difficulties , emotional skills, pathogenic and maladaptive beliefs, deficient social situations), or concomitant psychopathologies (for example an obsessional neurosis, a depressive picture). Some Authors (Ha, Yoo and Cho, 2006; Kraut et al., 1998) have underlined the consequences that dysfunctional behaviors have at the relational level and how these are linked to a decrease in involvement in social activities, in addition to other clinical manifestations of psychological type such as anxiety and depression. Other authors (Black et al., 1999) found in a sample of users who exhibited abusive behaviour in the use of the computer, that about half of them also had a personality disorder: the most frequent was borderline disorder. of personality, followed by the antisocial. Furthermore, the dysfunctional use of the Internet has been shown to be correlated with several other psychological problems. Whang, Lee, and Chang (2003) found a significant correlation between the degree of Internet addiction and negative psychological states such as loneliness and compulsive behaviours; Niemz, Griffiths, and Banyard (2005) found an association between pathological use of the Internet and self-esteem; Black, Belsare and Schlosser (1999) investigated the relationship between compulsive computer use and various psychiatric symptoms, as well as general emotional distress. Psychological problems deriving from a dysfunctional use of the Internet can, therefore, represent not only the cause but also a consequence of this behaviour. On the other hand, negative emotional states and emotional dysregulation can also lead to a variety of addictive or compulsive behaviours. Starting from these considerations, a research has been developed aimed at understanding the relationships between the emotional dimension and Internet Addiction Disorder. This work is divided into two sections: the first part examines the theoretical assumptions that characterize emotional intelligence and Internet Addiction Disorder, with particular attention also to the psychological aspects relating to the use of new technologies; the second part analyzes the scientific literature concerning the relationship between emotional intelligence and the use of new technologies. Finally, an experimental research design aimed at detecting any correlations between the two constructs is presented. The aim of this research is not only to highlight the spread of new addictions linked to the use of digital technologies, but the need for an integrated vision of a phenomenon characterized by a multiplicity of factors that inevitably influence the quality of life and well-being psychological of individuals.
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BALZAROTTI, STEFANIA. "Immedesimazione vs. distanziamento: strategie di rivalutazione di eventi contestualizzati ad alto impatto emotivo. Analisi delle risposte esperenziali, comportamentali e fisiologiche." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/310.

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Abstract:
Il progetto di ricerca indaga la regolazione emotiva analizzando le interazioni complesse tra strategie di regolazione dell'individuo e variabili proprie dello stimolo elicitante. A tale scopo, il progetto si struttura in tre studi. Nello Studio 1, una batteria di questionari per la valutazione di strategie stabili di regolazione e coping è stata somministrata ad un campione di 198 studenti infermieri che partecipavano allo Studio 3 e ad un gruppo di controllo di 416 studenti universitari. Lo studio presenta inoltre una validazione preliminare dell'Emotion Regulation Questionnaire in lingua italiana. Lo Studio 2 riguarda la misurazione dell'impatto emotivo di stimoli elicitanti: una batteria di filmati emotivi è stata costruita attraverso la manipolazione di due dimensioni di appraisal emotivo e somministrata a 420 studenti universitari a cui era chiesto di valutare la propria esperienza emotiva. Infine, nello Studio 3, uno stesso filmato di chirurgia ma incorporato all'interno di contesti diversi (costituiti dai filmati testati nello studio 2) è stato sottoposto a 163 studenti infermieri allo scopo di analizzare gli effetti a breve termine di due strategie di rivalutazione cognitiva quando l'individuo affronta un evento ad alto impatto emotivo contestualizzato. Ai partecipanti era chiesto di osservare gli eventi cercando di immedesimarsi o di distanziarsi. Lo studio analizza le risposte emotive in tre sistemi di risposta emotiva: fisiologico, comportamentale ed esperienziale.
The present research program investigated emotion regulation analyzing the complex interaction between variables concerning individual regulatory strategies and variables concerning the eliciting stimulus. To this purpose, the research program was structured into three studies. In Study 1, a set of questionnaires assessing individual stable emotion regulation and coping strategies was administered to a sample of 198 nursing students who participated to Study 3 and to a control sample of 416 undergraduate students. A preliminary Italian validation of the Emotion Regulation Questionnaire (ERQ) was conducted. Study 2 aimed at measuring the emotional impact of eliciting stimuli: a set of emotion-generating films were constructed according to the manipulation of appraisal criteria and administered to 420 undergraduate students who were asked to rate their emotional experience. In Study 3, 163 nursing students watched the same surgery clip included within different contextual scenarios provided by the film stimuli tested in Study 2. The main goal was the investigation of the short-terms outcomes of two types of reappraisal when the individual is confronted with a contextualized high-impact emotional event: to this purpose, participants were asked to adopt a detached vs. immersed point of view. Three systems of emotional response were analyzed as indicated by emotion literature: behavioural, physiological and experiential.
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CORNETTI, VALENTINA. "Gli Stati Mentali nella Comunicazione: la Sintonizzazione Emotiva e la Comprensione dell'Ironia." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6157.

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Abstract:
Il presente lavoro si propone di prendere in considerazione il rapporto tra linguaggio e stati mentali in ottica life-span. In primo luogo si è deciso di analizzare le conversazioni e le narrazioni a contenuto emotivo riguardanti eventi vissuti dal bambino in ambito familiare e scolastico. Successivamente si è deciso di approfondire la comprensione di alcuni aspetti del linguaggio figurato, in particolare l’attenzione si è concentrata sulla comprensione dell’ironia negli adulti. I primi due studi si sviluppano attorno al tema della costruzione di dialoghi emotivi entro le diadi mamma/bambino e insegnante/bambino. A partire dalla traduzione dello strumento denominato “Dialogo sulle Emozioni” di Oppenheim e colleghi (2000, 2003), tali studi si propongono di analizzare la capacità di sintonizzazione emotiva di alcune diadi e di verificare i legami tra alcune componenti dello strumento e le abilità linguistiche e mentalistiche dei partner conversazionali. Il terzo studio, effettuato su un campione di adulti e con l’ausilio di un eye tracker per registrare i movimenti oculari dei partecipanti, si propone di individuare i processi di elaborazione di base del rapporto tra il significato di enunciati ironici e la realtà di riferimento. I risultati sono letti alla luce della Graded Salience Hypothesis proposta da Giora (2003).
The present dissertation aims to analyse the relationship between language and mental states in a life-span perspective. First we decided to analyse familiar and scholastic conversations about emotional themes and events lived by children in their past. Subsequently we investigated the understanding of figurative aspects of language, in particular the comprehension of irony, in a young adult sample. First and second studies develop themselves around the theme of the construction of emotional dialogues in asymmetrical relationship between children and their familiar or scholastic caregiver. Starting from the translation of a task developed by Koren-Karie, Oppenheim and colleagues (2000, 2003), the Autobiographical Emotional Events Dialogue (AEED), the studies aim to analyse the capacity of a set of dyads to build dialogues around emotional themes and the connections among AEED characteristics and mentalistic or linguistic abilities of the conversational partners. The third study, carried out on a young adults sample through the eye tracking methodology, aimed to identify the basic processes regarding the relationship between the meaning of ironic sentences and the reality. These results are interpreted in accordance with the Graded Salience Hypothesis proposed by Giora (2003).
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Rosas, Rangel Tania, and Loredo Marisol Sánchez. "La memoria emotiva según Stanislavsky desde la óptica de las neuronas espejo." Tesis de Licenciatura, UNIVERSIDAD AUTÓNOMA DEL ESTADO DE MÉXICO, 2020. http://hdl.handle.net/20.500.11799/109537.

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Abstract:
Un principio del método de Stanislavsky es el de las acciones físicas, en este trabajo nos enfocamos solo a una parte del método, específicamente “la memoria emotiva”, mismas que después de investigar tienen relación con las Neuronas espejo que describe Giacomo Rizzolatti. Esta investigación se puede utilizar como fundamento teórico en el método de la memoria emotiva de Stanislavsky porque las neuronas espejo del actor se activan al momento de recordar el sentimiento que se generó en el pasado y se activarán en el momento que deposite esa misma emoción en el personaje. Con este trabajo de investigación buscaremos acortar la brecha entre ciencia y teatro para hacer consciente el uso de dichas neuronas en nuestro quehacer actoral, en este caso relacionándolas con la memoria emotiva de Stanislavsky para la creación de un personaje.
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López, Barreda Romina. "La memoria emotiva y la desvinculación - el distanciamiento brechtiano y la memoria emotiva imaginada - como herramientas en el proceso creativo del personaje : Estudio del montaje de la obra Financiamiento Desaprobado." Bachelor's thesis, Pontificia Universidad Católica del Perú, 2018. http://tesis.pucp.edu.pe/repositorio/handle/123456789/12590.

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Abstract:
El trabajo aborda el proceso creativo del actor hacia personaje. Partiendo de la problemática de que el personaje es a la vez el actor en la vida real, se realiza un seguimiento en cuanto a las herramientas actorales (como la memoria emotiva imaginada y el distanciamiento brechtiano) que ayudaron al actor a establecer límites emocionales y físicos al encarnar al personaje. Por ello, el objetivo de este trabajo es examinar de qué manera estas herramientas ayudaron al actor a tener un mayor control emocional frente a la presencia del uso de la memoria emotiva. En tanto la finalidad de este trabajo es comprender cómo se da el proceso de desvinculación parcial de la memoria emotiva del actor para llegar al personaje, se realizan entrevistas y observaciones de campo para reconstruir el proceso creativo bajo las experiencias y práctica del actor y la directora del montaje-estreno de “Financiamiento Desaprobado” (2017).
Tesis
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Mussio, Rogéria Albertinase Pincelli [UNESP]. "A geração Z e suas respostas comportamental e emotiva nas redes sociais virtuais." Universidade Estadual Paulista (UNESP), 2017. http://hdl.handle.net/11449/151376.

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Abstract:
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A adolescência é uma fase fundamental do desenvolvimento humano. Com a evolução tecnológica transformando a era contemporânea, a jovem geração atual, conhecida como Geração Z, será a primeira a viver uma vida completa totalmente em um mundo digital e conectado. Este “novo mundo” já está propiciando os mais diversos tipos de interação com o outro e mudando comportamentos e as relações sociais. Esta pesquisa é um estudo transversal com o objetivo analisar como os adolescentes utilizam as novas mídias digitais e as redes sociais em seus relacionamentos interpessoais e na comunicação virtual, buscando encontrar pontos relevantes que estejam relacionados com questões comportamentais envolvendo os estados emotivos e o uso das mídias e das tecnologias de comunicação. Participaram deste estudo 267 adolescentes estudantes de escola pública entre 14 e 17 anos de idade com acesso à Internet e às redes sociais. O instrumento utilizado para coleta de dados foi um questionário elaborado pela pesquisadora, composto por 50 perguntas fechadas em escala Likert, cuja finalidade era conhecer a leitura que os adolescentes fazem sobre os seus relacionamentos virtuais, o modo e os efeitos da comunicação online, e os sentimentos e emoções que são despertados através do uso das novas mídias na comunicação em seus relacionamentos. A amostra foi dividida por grupos separados por gênero e por faixa etária. Os resultados foram avaliados através de análise estatística descritiva e inferencial não paramétrica (teste de Mann-Whitney e teste G). O estudo mostrou que os adolescentes fazem uso regular das redes sociais com diversos propósitos, sobretudo utilizando smartphones. Observou-se que, embora não seja frequente, o uso das redes sociais pode provocar respostas emocionais intensas nos adolescentes, e existem diferenças entre os comportamentos de meninos e meninas na interação virtual. As relações dos adolescentes nas redes sociais virtuais com os amigos e pessoas próximas são intensas, Não foram constatados indícios fortes de dependência tecnológica na amostra da Geração Z analisada e nem dificuldades de comunicação. Entretanto, verificou-se que os adolescentes buscam conectar-se online rapidamente e manifestam uma certa ansiedade e irritabilidade quando não conseguem a conexão com a Internet.
Adolescence is a critical stage of human development. With technological evolution transforming the contemporary age, the current young generation, known as Generation Z, will be the first to live a complete life totally in a digital and networked world. This “new world” is already providing diverse types of interaction with each other and changing behaviors and social relationships. This research is a cross-sectional study that aims to analyze how adolescents use new digital media and social networks in their interpersonal relationships and in virtual communication, seeking to find relevant points that are related to issues involving emotive states and the use of digital media and communication technologies. Participated in this study 267 teenagers from public schools between 14 and 17 years old with access to the Internet and social networks. The instrument used for data acquision was a questionnaire elaborated by the researcher, composed of 50 closed questions in the Likert scale, whose purpose is to know the reading that adolescents do about their online relationships, the mode and the upshot of online communication, and feelings and emotions that are aroused by the use of new communication media in their relationships. The sample was divided by groups separated by gender and by age. The results were evaluated through descriptive and non-parametric inferential (Mann-Whitney test and G test) statistical analysis. The study showed that adolescents make regular use of social networks for various purposes, especially using smartphones. It was observed that, although it is not frequent, the use of social networks can provoke intense emotional responses in the adolescents, and there are differences between the behaviors of boys and girls in the virtual interaction. The relationships of adolescents in virtual social networks with friends and close people are intensive. No strong evidence of technological dependence was found in the sample of Generation Z analyzed nor communication difficulties. However, it has been found that adolescents seek to connect online quickly and manifest a certain anxiety and irritability when they can not connect to the Internet.
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Mussio, Rogéria Albertinase Pincelli. "A geração Z e suas respostas comportamental e emotiva nas redes sociais virtuais /." Rio Claro, 2017. http://hdl.handle.net/11449/151376.

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Orientador: Adriane Beatriz de Souza Serapião
Banca: Gustavo Lima Isler
Banca: Carlos Norberto Fischer
Resumo: A adolescência é uma fase fundamental do desenvolvimento humano. Com a evolução tecnológica transformando a era contemporânea, a jovem geração atual, conhecida como Geração Z, será a primeira a viver uma vida completa totalmente em um mundo digital e conectado. Este "novo mundo" já está propiciando os mais diversos tipos de interação com o outro e mudando comportamentos e as relações sociais. Esta pesquisa é um estudo transversal com o objetivo analisar como os adolescentes utilizam as novas mídias digitais e as redes sociais em seus relacionamentos interpessoais e na comunicação virtual, buscando encontrar pontos relevantes que estejam relacionados com questões comportamentais envolvendo os estados emotivos e o uso das mídias e das tecnologias de comunicação. Participaram deste estudo 267 adolescentes estudantes de escola pública entre 14 e 17 anos de idade com acesso à Internet e às redes sociais. O instrumento utilizado para coleta de dados foi um questionário elaborado pela pesquisadora, composto por 50 perguntas fechadas em escala Likert, cuja finalidade era conhecer a leitura que os adolescentes fazem sobre os seus relacionamentos virtuais, o modo e os efeitos da comunicação online, e os sentimentos e emoções que são despertados através do uso das novas mídias na comunicação em seus relacionamentos. A amostra foi dividida por grupos separados por gênero e por faixa etária. Os resultados foram avaliados através de análise estatística descritiva e inferencial não paramétr... (Resumo completo, clicar acesso eletrônico abaixo)
Abstract: Adolescence is a critical stage of human development. With technological evolution transforming the contemporary age, the current young generation, known as Generation Z, will be the first to live a complete life totally in a digital and networked world. This "new world" is already providing diverse types of interaction with each other and changing behaviors and social relationships. This research is a cross-sectional study that aims to analyze how adolescents use new digital media and social networks in their interpersonal relationships and in virtual communication, seeking to find relevant points that are related to issues involving emotive states and the use of digital media and communication technologies. Participated in this study 267 teenagers from public schools between 14 and 17 years old with access to the Internet and social networks. The instrument used for data acquision was a questionnaire elaborated by the researcher, composed of 50 closed questions in the Likert scale, whose purpose is to know the reading that adolescents do about their online relationships, the mode and the upshot of online communication, and feelings and emotions that are aroused by the use of new communication media in their relationships. The sample was divided by groups separated by gender and by age. The results were evaluated through descriptive and non-parametric inferential (Mann-Whitney test and G test) statistical analysis. The study showed that adolescents make regular use of social networks for various purposes, especially using smartphones. It was observed that, although it is not frequent, the use of social networks can provoke intense emotional responses in the adolescents, and there are differences between the behaviors of boys and girls in the virtual interaction. The relationships of adolescents in virtual social networks ... (Complete abstract click electronic access below)
Mestre
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Longo, Giuseppe <1961&gt. "Cognizione ed emozione: processi di interpretazione del testo letterario dalle neuroscienze cognitive all'educazione emotiva." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/1018.

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Abstract:
L’elaborato esamina il rapporto tra neuroscienze cognitive e lettura del testo letterario, per verificare se essa può diventare strumento per l’educazione emotiva. Analizza il rapporto tra testo e lettore e i processi di comprensione ed interpretazione dal punto di vista neuroscientifico, approfondendo in particolare le connessioni tra emozione, metafora e immagine mentale. Attraverso lo studio della cognizione incorporata, della simulazione mentale e dell’empatia il lavoro spiega come il testo letterario possa diventare un mezzo utile per rinforzare la competenza emotiva.
The dissertation examines the connection between cognitive neurosciences and reading literature, to verify if the literary text can be used in the field of emotional education. It analyzes the brain-based interaction between text and reader and the processes of comprehension and interpretation, particularly by investigating how emotion, metaphor, and mental imagery are connected. Embodied cognition, mental simulation and empathy are also studied, to explain how the literary text can become a useful tool to enhance students’ emotional competence.
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Zampieri, Rita <1991&gt. "Intelligenza Emotiva e Gamification. L'efficacia del gioco per lo sviluppo delle competenze trasversali: un'analisi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9098.

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Abstract:
L’utilizzo dei giochi nei contesti organizzativi era una pratica nota ed utilizzata fin dall’antichità; è solo nell’ultimo decennio, tuttavia, che il fenomeno della gamification è diventato dirompente, anche e soprattutto grazie ai progressi fatti nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Questo lavoro presenta un’analisi di efficacia di alcuni strumenti informatici, individuati attraverso ricerche condotte sul Web, che le imprese possono utilizzare per supportare i propri dipendenti nello sviluppo di una particolare tipologia di competenze, quelle trasversali. Attraverso i tre grandi blocchi teorici che si collocano alla base di questa ricerca, aventi ad oggetto la gamification, l’intelligenza emotiva e i processi di apprendimento delle competenze trasversali, si è costruito un framework che è stato utilizzato per analizzare le piattaforme e le applicazioni precedentemente individuate. Le ricerche hanno portato a concludere che sebbene le imprese possano avere accesso a strumenti efficaci, flessibili e personalizzabili da utilizzare per il training dei propri dipendenti, vi è ancora un gap nell’offerta di questa tipologia di prodotti.
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MORTILLARO, MARCELLO. "Analisi componenziale dell'esperienza emotiva: studio delle componenti espressiva e fisiologica e implicazioni per l'affective computing." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/156.

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Abstract:
Nonostante una lunga tradizione di studi, le emozioni costituiscono ancora oggi un oggetto per molti aspetti poco definito. In particolare, pochi risultati confermati sono disponibili per l'espressione vocale delle emozioni e per i suoi aspetti fisiologici. Questa assenza di risultati può essere spiegata attraverso l'adozione della teoria processuale componenziale di Scherer. Secondo questo modello l'emozione sarebbe un processo che si sviluppa in e attraverso alcune componenti, tra cui quella espressiva e quella fisiologica. Pertanto una comprensione delle emozioni è possibile solo attraverso un approccio che sia multi-componenziale. Tre studi sono stati condotti. Il primo ha indagato l'espressione delle emozioni, identificando alcune delle previsioni del modello componenziale per la produzione vocale. Il secondo ha analizzato in termini di sistema nervoso autonomo gli aspetti fisiologici dell'esperienza emotiva, sostenendo la funzione di mobilitazione delle risorse della componente. Il terzo studio ha posto in relazione queste due componenti cercando di identificare alcuni aspetti del loro funzionamento integrato e interdipendente. Infine, è suggerita l'adozione di un modello processuale componenziale alla tematica del riconoscimento emotivo automatico, inerente al tema dell'affective computing.
Even if emotion has been studied for many years, it still remains quite unknown in some aspects. Among others, vocal expression and physiology of emotions produced very few widely accepted results. Such an outcome can be explained through the adoption of the component process model of emotion by Scherer. In his theory emotions are processes in which a number of different components are involved, among others expressive and physiological ones. As a consequence emotions can be explained only through a multi-component approach. Three studies are performed. The first investigated emotional expression, finding some correspondences with component predictive model for vocal expression. The second analyzed autonomic activity of emotions, sustaining its function of resources mobilization. The third combined the two components, finding some aspects of their integration and inter-dependency. Finally, concerning affective computing paradigm, a componential approach to emotion automatic recognition is suggested.
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Ollari, Silvia <1992&gt. "Il museo come esperienza emotiva: dalla svolta iconica all'estetica delle atmosfere. L'analisi del caso "INTUITION"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12325.

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Abstract:
La tesi parte dall’analisi di alcuni recenti studi filosofici che hanno mirato a rinnovare lo statuto tradizionale dell’estetica, passando da una concezione prettamente interpretativa e razionale a una sua riformulazione come teoria generale della sensibilità. In particolare è stata presa in esame la teoria della svolta iconica di Gottfried Boehm, che, denunciando l’eccessiva dipendenza delle immagini rispetto al logos, rimarca la possibilità di un’autonomia intrinseca del medium iconico. Nell’elaborato, privilegiando il ruolo delle opere d’arte, questa potenzialità verrà sviluppata attraverso lo studio dell’estetica atmosferica di Gernot Böhme, il quale ha avuto il merito di aver messo in campo e dato dignità ontologica proprio al concetto di atmosfera, intendendola non tanto come mera impressione o emozione, ma come uno specifico esistere, che, prevenendo una fruizione esclusivamente intellettuale, si pone tra le qualità degli oggetti percepiti e lo stato del soggetto percipiente. Date tali premesse teoriche e attraverso lo strumento della legittimazione filosofica, l’obiettivo sarà quello di studiare concretamente, tramite l’analisi di un caso studio, se e come sia possibile, nel contesto espositivo, progettare situazioni e spazi connotati dal punto patico-emozionale, senza per forza sminuire il valore ‘culturale’ delle opere d’arte. Verrà proposta ad exemplum la mostra Intuition, allestita nello spazio veneziano di Palazzo Fortuny. La tesi parte dall’analisi di alcuni recenti studi filosofici che hanno mirato a rinnovare lo statuto tradizionale dell’estetica, passando da una concezione prettamente interpretativa e razionale a una sua riformulazione come teoria generale della sensibilità. In particolare è stata presa in esame la teoria della svolta iconica di Gottfried Boehm, che, denunciando l’eccessiva dipendenza delle immagini rispetto al logos, rimarca la possibilità di un’autonomia intrinseca del medium iconico. Nell’elaborato, privilegiando il ruolo delle opere d’arte, questa potenzialità verrà sviluppata attraverso lo studio dell’estetica atmosferica di Gernot Böhme, il quale ha avuto il merito di aver messo in campo e dato dignità ontologica proprio al concetto di atmosfera, intendendola non tanto come mera impressione o emozione, ma come uno specifico esistere, che, prevenendo una fruizione esclusivamente intellettuale, si pone tra le qualità degli oggetti percepiti e lo stato del soggetto percipiente. Date tali premesse teoriche e attraverso lo strumento della legittimazione filosofica, l’obiettivo sarà quello di studiare concretamente, tramite l’analisi di un caso studio, se e come sia possibile, nel contesto espositivo, progettare situazioni e spazi connotati dal punto patico-emozionale, senza per forza sminuire il valore ‘culturale’ delle opere d’arte. Verrà proposta ad exemplum la mostra Intuition, allestita nello spazio veneziano di Palazzo Fortuny.
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Barbosa, Marinalva Vieira. "A dimensão afetivo-emotiva dos discursos de professores e alunos nas interações em sala de aula." [s.n.], 2008. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/270809.

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Abstract:
Orientador: João Wanderley Geraldi
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Estudos da Linguagem
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Resumo: A principal matéria-prima desta tese são as produções discursivas de professores e alunos dos níveis Fundamental, Médio e Universidade. Centro atenção em dois tipos de discursos: a) os que diretamente objetivam revelar um problema pessoal, narrar emocionalmente uma experiência ou narrar uma experiência afetiva que visa mobilizar, tocar afetivamente o seu interlocutor; b) os que, indiretamente, produzem efeitos de sentidos afetivos embora não apresentem elementos lingüísticos que remetam ao campo das afetividades. Tais discursos foram denominados de ¿discursos de emoção¿. Como se trata de um estudo lingüístico-discursivo, trabalhei somente com o verbal, e o foco centra-se no movimento interacional do sujeito que discursiviza suas emoções e nas respostas dos sujeitos que interpretam esse gesto discursivo afetivo. Desse modo, o que é tratado como emoção no discurso, neste trabalho, não se confunde com a pura ação física ou biológica (o dado per se), ainda que possa englobá-las. É o dado postulado pelo sujeito da enunciação: a dor, a tristeza ou a alegria tais como definidas por ele por meio da linguagem e no contexto de interação com o outro. A seleção do corpus é baseada na concepção de paradigma indiciário proposta por Ginzburg (1999). A adoção dessa concepção se justifica porque permite conceber sujeitos cujo discurso não se perde ou se explica por meio da eleição de traços generalizantes de pertencimento a uma comunidade (neste caso, a comunidade de professor ou de aluno), mas também não são atos absolutamente singulares e, por isso, sem nenhuma relação com outros discursos. A definição do corpus indiciário depende da inter-relação entre pequenos acontecimentos: que não é a proposta inversa de acúmulo ou da repetição do insignificante para se chegar a uma verdade universalizada e inquestionável, mas para que se deduza mais do que é insignificante. Tendo como ancoragem teórica as concepções bakhtinianas, analiso três dimensões: a lingüística, a discursiva e a estético-ética. Especificamente, discuto os recursos lingüísticos agenciados, os efeitos de sentido produzidos e o papel do discurso de emoção na organização dos processos de ensino e aprendizagem. A inscrição do afetivo na língua pode ser explicada se tomamos como objeto a linguagem que significa nas situações de interação entre interlocutores, sendo essa linguagem signo de qualquer coisa que não existe como materialidade concreta, mas que ela é constituidora como signo afetivo. O discurso de emoção é signo do que pode ocorrer ao sujeito que, pondo-se no interior de uma situação de discurso, enuncia um estado afetivo em face do diálogo com a alteridade (Charaudeau, 2000). As emoções discursivizadas são carregadas de sentidos ativamente atribuídos no momento em que são enunciadas porque nascem como respondibilidade às ações de um outro contextualizado. Nos sentidos bakhtinianos do termo, resultam do encontro entre sujeitos que, vivendo e alimentando-se na interação com os outros, respondem aos atos afetivos a partir de interpretações e atribuições de sentidos.
Abstract: Not informed.
Doutorado
Analise do Discurso
Doutor em Linguística
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ALBANESE, Clarissa Agata. "L’Intelligenza Emotiva, il concetto di sé e il rapporto con l’altro ai tempi delle nuove dipendenze." Doctoral thesis, Università degli studi di Cassino, 2020. http://hdl.handle.net/11580/75174.

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Abstract:
Questo lavoro nasce da una parte per l’interesse verso le nuove forme di dipendenza comportamentali, e dall’altra per la curiosità nei confronti di una forma emotiva di intelligenza in grado di rafforzare la propria immagine di sé. Tutto questo verrà inquadrato all’interno della Psicologia dello Sviluppo proprio alla luce delle difficoltà evolutive degli adolescenti impegnati a confrontarsi e scontrarsi con il loro desiderio di autonomia dai genitori in un’epoca ancora più difficile oggi a causa della diffusione dei nuovi social media. Il concetto di “Intelligenza emotiva” fu introdotto da Daniel Goleman nel 1995, rivoluzionando quasi completamente la tradizionale concezione delle capacità umane. Nello specifico l’intelligenza emotiva è da considerare una miscela di motivazione, empatia, logica, autocontrollo e consapevolezza di sé (Goleman, 1995). Alla luce dell’analisi della Letteratura emergerebbe come l’intelligenza emotiva a bassi livelli possa essere responsabile di un’insufficiente capacità di riconoscere le proprie emozioni, gestire sé stessi, la propria frustrazione e le proprie motivazioni; spiegando anche come bassi indici di intelligenza emotiva siano spesso associati ad un incontrollato utilizzo di videogames, minor numero di relazioni sociali ed indici di isolamento affettivo e sociale. L’obiettivo del lavoro è quello di far luce sul concetto di Intelligenza emotiva e sulle abilità coinvolte, poter individuare fattori che ne determinano un livello basso ed insufficiente ed infine individuare eventuali conseguenze di tale distacco emotivo ed effettivo.
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PLANTULLI, ALESSIA. "Salute e prevenzione. Immagine corporea, regolazione emotiva e percezione di se': differenze individuali in eta' scolare." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/52915.

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Abstract:
Eating disorders are a group of extremely complex conditions that include disordered-eating patterns, excessive body shape concerns, distorted body image perception with a strict correlation between those factors and the level of self-esteem (Fairburn & Harrison, 2003; Siegel, 2008; American Academy of Pediatrics, 2010; Dalle Grave, 2011). Starting from 1950 there has been a progressive increase of eating disorder cases (Dalle Grave, 2011) as it is also recognized by the Italian National Prevention Plan that states “Eating disorders increase shows outstanding relevance and growth-rate: there’s no other mental disorder with such a growth-rate and with the characteristics of a real social epidemic” (Italian Ministry of Health, 2010). At the same time there has been a decrease of the age-of-onset (Favaro, Caregaro, Tenconi, Bosello & Santanastaso, 2009) and there is still an excessive delay in the diagnosis that can negatively affect the course of treatment and the prognosis (American Academy of Pediatrics, 2010; Nicholls, Hudson & Mahomed, 2011). As a result, it is necessary nowadays to pay more attention to eating disorders starting from childhood and adolescence. Prevention is a key factor. Given the alarming increase of those disorders, it is crucial to implement and enhance awareness-raising and prevention programs to identify risk factors and the most exposed age-groups and categories. The definition of an effective plan it is indeed necessary to understand the psychological functioning of the most vulnerable people. While several studies have investigated personality traits and cognitive-affective-relational processes in adolescents and adults with eating disorders, only few studies focused the attention on children. Moreover, regardless of age, little is known about the evolution process that leads to eating disorders. A key factor, in this regard, is the cognitive-constructivism theory according to which eating disorder and obesity are not different diseases. On the contrary, this theory states that people with difficulties linked to eating, can be described in a continuum as they share specific psychological mechanisms and also the way they make sense of events that occur in their life (Guidano, 1987, 1991; Arciero, 2002). According to the theory eating disorders and obesity are on the two ends of this continuum. The research analyzes in depth the main aspects that, according to literature, represent risk factors that increase vulnerability and contribute to the development and maintenance of eating disorders. Among these factors particular focus was given to body dissatisfaction and weight concerns, together with aspects linked to the general functioning, such as personality and emotion regulation. The research involved 235 children, aged between 8 and 11 years, attending the primary school. Collected data points out that almost half of the sample is not satisfied with their body image, showing discrepancies between ideal and real body image. As expected, weight concerns are strictly correlated with body dissatisfaction and BMI of the child. The combination of body dissatisfaction and weight concerns, together with environmental and cultural stimuli, represents a vulnerability factor which appears to be correlated to the future development of an eating disorder. The degree of the impact should be investigated together with the analysis of the protective factors that may intervene. This study is aimed at building knowledge and at supporting practice. Analysis findings can support awareness-raising and prevention programs with particular focus on primary school. School, besides being the institution designed to transfer formal knowledge to students, is the environment in which they are guided through their growth and personal development.
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Di, Francesco Martina <1997&gt. "Il superamento delle disabilità linguistiche tramite l'uso della LIS e i benefici sulla sfera emotiva del discente." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19963.

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Abstract:
L’ elaborato riguarda il superamento delle disabilità linguistiche tramite l’uso della LIS in un individuo diventato sordo da adulto. L'obiettivo è indagare come il superamento delle disabilità linguistiche possa avere anche benefici sulla sfera emotiva del soggetto, tenendo conto delle criticità e bisogni di uno studente adulto. La tesi è divisa in tre capitoli. Il primo capitolo riguarda lo sviluppo linguistico a livello cerebrale approfondendo i concetti di apprendimento ed acquisizione e i fattori psicologici a cui sono legati. Vengono analizzati inoltre i bisogni di uno studente adulto e i concetti di adultità, andragogia ed esperenzialità fondamentali per la parte sperimentale del caso di studio. Il secondo capitolo approfondisce la LIS e il mondo della sordità da un punto di vista culturale, medico, storico e linguistico in cui vengono esposte le peculiarità della lingua. Inoltre, si presenta l'uso della LIS nelle disabilità comunicative che introduce il capitolo finale della tesi. Il terzo capitolo è dedicato alla parte sperimentale in cui si analizza il caso di studio di un adulto diventato sordo in seguito ad un tumore cerebrale a cui sono state insegnate frasi in LIS per poter comunicare in modo efficace. Nel capitolo è esposto il caso di studio, poi la metodologia e analisi del caso ed infine i risultati ottenuti.
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Santos, Adailson Costa dos. "Teatro das emoções e emoções no teatro: diálogos entre neurociência e Stanislávski." Universidade Federal de Goiás, 2016. http://repositorio.bc.ufg.br/tede/handle/tede/6627.

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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de Goiás - FAPEG
This research analyzes the perspectives of Stanislavski’ system as proposed by the Russian director Constantin Stanislavski (1863 – 1938) in dialogue with recent proposals of the neurobiology of emotions. It begins with the main definitions about emotions in western history, starting with Plato and reaching conceptions posed by the Portuguese neuroscientist Antonio Damásio (1944) who investigate the production and interpretations of the human emotions. The work focuses on the proposals of the “organic” interpretation by Stanislavski, mainly on the concept and procedures of what has been called emotive memory. This discussion is based on the findings of the French psychologist Théodule-Armand Ribot (1839- 1916), and his concept of affective memory (in French, la memoire affective; In Russian, Affectivnaia pamiat’) that underpinned the concept used by Stanislavski. At the end, the thesis establishes the neurobiological construction that pervade the Stanislavski’ system.
Este trabalho analisa as perspectivas do sistema Stanislávski propostas pelo encenador russo Constantin Stanislávski (1863-1938), estabelecendo-se um diálogo com as recentes pesquisas da neurobiologia das emoções. Faz-se um estudo do percurso histórico sobre as emoções na história do pensamento ocidental, partindo de Platão na história antiga e culminando na compreensão das concepções do neurocientista português Antônio Damásio (1944) sobre a produção e interpretação das emoções humanas. Em seguida, investiga-se as propostas de interpretação “orgânica” de Stanislávski, focando principalmente no conceito e procedimentos da chamada memória emotiva. Realiza-se um estudo das concepções do psicólogo francês Théodule-Armand Ribot (1839-1916) sobre o conceito de memória afetiva (em francês, la memoire affective; em russo, Affectivnaia pamiat’) que dá suporte ao conceito utilizado por Stanislávski. Ao final, traça-se um diálogo dos conhecimentos apresentados onde se compreendem as construções biológicas que permeiam o sistema.
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ASCOLESE, ANTONIO. "La funzione dell'ottimismo nel processo di regolazione delle emozioni." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/7776.

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Abstract:
Emotion regulation represents a fundamental aspect for adaptation, due to its social functioning and its subjective wellbeing. In the present research relation between emotion regulation and optimism were studied. Dispositional optimism is considered as a perspective on future life events, in which optimists tend to have positive expectations for the future. Moreover this relation rebounds are evaluated referring to psychological wellbeing, defined by the way people perceive, interpret and evaluate the world and their experiences. Finally, since there are not studies in which habitual emotion regulation strategies and situational ones are compared, in the present research they are compared through non verbal behaviours during an emotion elicitation experience. Through the three studies the main aim is to deepen different aspects of these dynamics. In particular, study 1 intends to verify if dispositional optimism really plays an important role during the emotion regulation process. Results show some interesting data: there are a lot of correlation between variables, coherently with hypothesis, especially between dispositional optimism and emotional regulation strategies. Nevertheless to verify the mediation role of emotion regulation it is necessary to work out new and more complex models, because the ones elaborated showed weak data. The main aim in Study 2 is to analyze non verbal behaviour during a negative emotion elicitation in a sample of 42 students, balanced with regard to optimistic disposition. The objective is to describe behaviour differences to compare habitual emotional regulation strategies and situational ones, measured by ERQ. Qualitative and quantitative results allow to partially verify every hypothesis. Emotion regulation was moreover compared by different kind of collected data. The main aim of Study 3 is to verify if it is possible to influence emotion regulation process by using a treatment. In particular, the emotional written disclosure paradigm by Pennebaker was used. Although results don’t show a lot of significant data, it is possible to observe how emotional disclosure could influence adopted variables. In particular a lot of differences emerged, in particular between optimism and other variables more impressionable by Pennebaker’s method. Finally, the present research, through three studies tried to highlight some characteristics of dispositional optimism, emotion regulation and psychological wellbeing, from different points of view: theoretical, linked to non verbal behaviour and to the use of a specific treatment. Some important indications about future developments were collected from results and limits of the present work: in particular, next research could compare positive and negative emotions together; could find a tool able to measure emotion regulation situational strategies, finally could study emotion regulation also in an interactive situation, to compare intentional nonverbal behaviour.
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Incasa, Iolanda <1967&gt. "La sorpresa come fattore critico indicatore di sintonizzazione emotiva in bambini normali e con disturbi pervasivi dello sviluppo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1014/1/Tesi_Incasa_Iolanda.pdf.

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Abstract:
The topic of this study is surprise, re gard as an evolutionary complex process, with manifold implication in different fields, from neurological, since aspecific correlate of surprise exist more or less at every level of neuronal processes (e.g. Rao e Ballard, 1999.), to behavioral , inasmuch a s our ability to quickly valuate(assess), recognize and learn from surprising events, are be regarded as pivotal for survival (e.g. Ranganath e Rainer, 2003). In particular this work, going from belief that surprise is really a psychoevolutive mechanism of primary relevance, has the objective to investigate if there may be a substantial connection between development of surprise' emotion and specific developmental problems, or, if in subjects with pervasive developmental disorders surprise may embody (represent) a essential mechanism of emotional tuning, and consequently if abnormalities in such process may be at the base of at least a part of cognitive and behavioural problems that determine (describe) this pathology. Theoretical reasons lead us to conside r this particular pathologic condition, recall to a broad area of research concern the comprehension of belief as marker of ability to reasons about mental states of others (i.e. Theory of Mind), and in addition, at the detection of specific subjects' diff iculty in this field. On the experimental side, as well as limited of this work, we have to compare comprehension and expression of surprise in a sample of 21 children with pervasive developmental disorders (PDD), with a sample of 35 children without deve lopmental problems, in a range of age 3-12. Method After the customary approach to become friendly with the child, an experimenter and an accomplice showed three boxes of nuts, easily to distinguish one from the other because of their different colours an d , working together with the child, the contents of one of the boxes were replaced and a different material (macaroni, pebbles) was put in the box. for the purpose of preparing a surprise for someone. At this stage, the accomplice excused himself/herself and left and the experimenter suggested to the child that he prepare another surprise, replacing the contents in the second box. When the accomplice came back, the child was asked to prepare a surprise for him by picking out the box that he thought was the right one for the purpose. After, and the child doesn't know it, the accomplice change the content of one of the boxes with candies and asked out to the children to open the box, in order to see if he show surprise. Result Date have obtain a significant difference between autistic and normal group, in all four tests. The expression of surprise too, is present in significantly lower degree in autistic group than in control group. Moreover, autistic children do not provide appropriate metarappresentative explanations. Conclusion Our outcome, with knowledge of the limit of our investigation at an experimental level (low number of the champions, no possibility of video registration to firm the expressions ) orient to consider eventuality that surprise, may be seen as relevant component, or indicative, in autistic spectrum disorders.
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Incasa, Iolanda <1967&gt. "La sorpresa come fattore critico indicatore di sintonizzazione emotiva in bambini normali e con disturbi pervasivi dello sviluppo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1014/.

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Abstract:
The topic of this study is surprise, re gard as an evolutionary complex process, with manifold implication in different fields, from neurological, since aspecific correlate of surprise exist more or less at every level of neuronal processes (e.g. Rao e Ballard, 1999.), to behavioral , inasmuch a s our ability to quickly valuate(assess), recognize and learn from surprising events, are be regarded as pivotal for survival (e.g. Ranganath e Rainer, 2003). In particular this work, going from belief that surprise is really a psychoevolutive mechanism of primary relevance, has the objective to investigate if there may be a substantial connection between development of surprise' emotion and specific developmental problems, or, if in subjects with pervasive developmental disorders surprise may embody (represent) a essential mechanism of emotional tuning, and consequently if abnormalities in such process may be at the base of at least a part of cognitive and behavioural problems that determine (describe) this pathology. Theoretical reasons lead us to conside r this particular pathologic condition, recall to a broad area of research concern the comprehension of belief as marker of ability to reasons about mental states of others (i.e. Theory of Mind), and in addition, at the detection of specific subjects' diff iculty in this field. On the experimental side, as well as limited of this work, we have to compare comprehension and expression of surprise in a sample of 21 children with pervasive developmental disorders (PDD), with a sample of 35 children without deve lopmental problems, in a range of age 3-12. Method After the customary approach to become friendly with the child, an experimenter and an accomplice showed three boxes of nuts, easily to distinguish one from the other because of their different colours an d , working together with the child, the contents of one of the boxes were replaced and a different material (macaroni, pebbles) was put in the box. for the purpose of preparing a surprise for someone. At this stage, the accomplice excused himself/herself and left and the experimenter suggested to the child that he prepare another surprise, replacing the contents in the second box. When the accomplice came back, the child was asked to prepare a surprise for him by picking out the box that he thought was the right one for the purpose. After, and the child doesn't know it, the accomplice change the content of one of the boxes with candies and asked out to the children to open the box, in order to see if he show surprise. Result Date have obtain a significant difference between autistic and normal group, in all four tests. The expression of surprise too, is present in significantly lower degree in autistic group than in control group. Moreover, autistic children do not provide appropriate metarappresentative explanations. Conclusion Our outcome, with knowledge of the limit of our investigation at an experimental level (low number of the champions, no possibility of video registration to firm the expressions ) orient to consider eventuality that surprise, may be seen as relevant component, or indicative, in autistic spectrum disorders.
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Rocha, Chavarría Zenaida. "Informe de experiencias profesionales en el ámbito clínico y de la salud. Centro Médico Naval “Cirujano Mayor Santiago Távara”." Bachelor's thesis, Universidad Nacional Mayor de San Marcos, 2014. https://hdl.handle.net/20.500.12672/9008.

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Abstract:
Publicación a texto completo no autorizada por el autor
Brinda atención médica como psicológica a los pacientes hospitalizados y ambulatorios es el objetivo del Servicio de Psiquiatría (Sala 6-2). La población que se atiende en el servicio son militares y familiares directos de los mismos. Dentro del Servicio de Psiquiatría se encuentra la Unidad de Psicología de Adultos, la cual se encarga de brindar la atención psicológica y neuropsicológica a los pacientes, que presenten algún desorden o deterioro psíquico, realizando una exhaustiva evaluación que permita llegar a un diagnóstico para intervenir utilizando las estrategias más adecuadas para cada caso. Desarrollar los conceptos teóricos-prácticos necesarios para utilizar adecuadamente los procedimientos de intervención psicológica en el área clínica; evaluación, diagnóstico y tratamiento que contribuyan a alcanzar un nivel óptimo y competitivo de atención al usuario.
Trabajo académico
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CASLINI, MANUELA. "Alessitimia e regolazione emotiva nella psicoterapia di pazienti con DCA: Analisi empirica dell’Attività Referenziale di un campione in trattamento." Bachelor's thesis, Milano Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/51532.

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Abstract:
Abstract Background Alexythimia represents an important deficit in patients with ED and it is a responsible factor for the poor response to treatment. The difficulties found by patients in psychotherapeutic treatments come from their peculiar cognitive, emotional, behavioural and personological attitude generated by their metapsycological specific nature and reflected in a language which is often factitious and nameless for the person’s experience: examining the language can be a fundamental element to detect this pathology and its possible treatments. Considering as theoretical references the theories on alexithymia, on the Emotional Regulation and on the Bucci’s Multiple Code, this study aims at evaluating the effectiveness of psychotherapy and at observing changes in emotional expression during 61 psychotherapy sessions undergone by a series of 8 ED patients. Methods The effectiveness of psychotherapy has been evaluated in terms of symptomatological improvements, attitudes relating to diet, weight, physical condition, ability in emotional reading and characteristic psychological features through three repeated administrations of a set of psychometric scales (Toronto Alexithymia Scale-20, Eating Disorder Inventory-2, Body Uneasiness Test, Symptom Checklist-90-R, Multidimensional Perfectionism Scale, Worry Domain Questionnaire, Parental Bonding Instrument, Dissociative Experience Scale, Working Alliance Inventory). Changes in the expression of emotional contents in the psychotherapeutic process have been studied through the application of computerized RA measures – I-DAAP (Italian Discourse Attribute Analyses Program); the time trend of narrative pattern in the sequence of sessions has been tested with Spearman’s correlation coefficient. Results The results support the efficacy of psychotherapy in terms of some key aspects – dissociative moments, impulsivity, body dissatisfaction – whereas, language indicators underline the problem of emotional states elaboration: a defensive rational attitude inactivates the emergence of dissociated emotional patterns and defenses of intellectualization set limits to the patient’s narration caused by the fear of falling into a state of emotional oppression. This narrative pattern, apparently little functional compared to an evolutionary project, is effective for the immediate reduction in the psychic distress that the subject needs to satisfy. Conclusions The knowledge of a psychotherapeutic process prototypical trend helps in managing actions, in adjusting the setting, in understanding defenses and moments of possible emotional connection with respect to dissociated emotional schemes. Future work will have to evaluate if and how improving emotional communication could be seen as the main focus of treatment.
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Palomino, Gómez Martha Elizabeth. "Informe de experiencias profesionales en el ámbito clínico y de la salud, Hospital "Víctor Larco Herrera" : creencias irracionales básicas por separación conyugal en paciente de sexo femenino." Master's thesis, Universidad Nacional Mayor de San Marcos, 2014. https://hdl.handle.net/20.500.12672/3813.

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Abstract:
El psicólogo en el campo de la salud interviene en muchas tareas que pueden ir desde el diagnóstico clínico, el diagnóstico institucional, la intervención psicológica individual, familiar, grupal e institucional. Dentro de su campo de acción. Su función en un hospital es brindar apoyo emocional, y psicológico a los pacientes y familiares que así lo requieran. En el Hospital Víctor Larco Herrera el psicólogo forma parte del equipo interdisciplinario que brinda atención al usuario. Las funciones asignadas dependen del Reglamento de Organización y Funciones del Hospital, y un manual de Organización de Funciones del Departamento de Psicología. Cuenta con un organigrama funcional dividido en dos Servicios: Consulta Externa y Hospitalización, y Salud Mental Comunitaria. En la actualidad se cuenta con 30 Psicólogos nombrados y 9 por contrato de CAS asignados a diferentes Departamentos como: Consulta externa del niño y adolescente, consulta externa de adultos, conductas adictivas, hospitalización de enfermedades agudas, Servicio de recuperación y reinserción social y familiar y salud mental comunitaria. En el presente trabajo en la primera parte se describe al Hospital Víctor Larco Herrera teniendo en cuenta la referencia histórica, infraestructura, descripción y análisis de la estructura orgánica y el organigrama funcional de la Institución. Luego se detalla sobre el Departamento de Psicología y los dos servicios que cuenta: Consulta externa y hospitalización, y salud mental comunitaria. Posteriormente se describe las actividades realizaras en el Servicio de hospitalización de enfermedades agudas específicamente el Pabellón 1 de psiquiatría de varones, y las actividades realizadas en Consulta Externa de Adultos en el área de terapia cognitivo conductual; también se describe las actividades realizadas en salud mental comunitaria. En la segunda parte, se hace referencia al caso clínico presentado con el plan de tratamiento con un enfoque cognitivo conductual.
Tesis
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Miguel, Regina Lima Dantas. "Voyage au bout de la nuit, Louis-Ferdinand Céline: o itinerário de uma viagem." Universidade de São Paulo, 2010. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8146/tde-16112010-114128/.

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Abstract:
Voyage au bout de la nuit, do escritor francês Louis-Ferdinand Céline, obteve uma grande repercussão nos círculos literários e junto ao público em 1932, ano de seu lançamento. Por uma linguagem popular e virulenta até então ausente da literatura francesa e pela violência com que seu herói Ferdinand Bardamu denunciava as injustiças da sociedade, o livro de estréia de Céline causou um forte impacto e, até hoje possui um lugar à parte no cenário literário. Um dos fatores responsáveis por esse impacto seria sem dúvida, a inovação perpetrada à língua francesa uma vez que seu autor pretendia renová-la a partir da linguagem oral e popular. O romance apresenta um duplo movimento de protesto: a denúncia virulenta de seu protagonista e o golpe desferido no âmago da língua literária acadêmica. Grande parte de sua repercussão, deveu-se em larga escala a essa escolha lingüística considerada inovadora e revolucionária para os padrões da época. A invenção de Céline de escrever como se fala seria uma espontaneidade aparente, pois, seu estilo nada tem de natural, ao contrário, é artifício, resultado de um longo trabalho. Se a escolha de uma língua criada a partir de tal registro escandalizou os leitores de sua época, hoje em dia, o impacto do romance decorre nem tanto da linguagem e mais da violência com que Bardamu se refere a seus semelhantes. Gostaríamos no presente trabalho de esboçar uma análise das duas forças do texto - o estudo da escritura e do universo criados por Céline. A abordagem de sua viagem nos conduziria à percepção de um mundo criado a partir de uma dimensão onírica, pois uma viagem imaginária é anunciada desde a epígrafe do romance: Nossa viagem, a nossa, é inteiramente imaginária. A viagem ao fim, ao fundo da noite empreendida por Céline teria a acepção do caminho lento e gradual para a morte. O mergulho dentro de tal universo nos remeteria também à porção autobiográfica sugerida na obra celiniana, visto que os itinerários de Bardamu e de Céline seriam convergentes. Enfim, esse estudo nos permitiria refletir sobre o uso de uma língua construída sobre um código oral-popular dispositivo utilizado pelo autor para introduzir na linguagem escrita a emoção do falado.
Journey to the end of the night (Voyage au bout de la nuit), by the French author, Louis- Ferdinand Celine, caused a stir in literary circles and the public at large when it was launched in 1932. Its vitriolic tone and the popular idiom in which it was written were quite unprecedented, as was the vehemence with which Ferdinand Bardamu decried social injustice. This, the first book written by Celine, created a huge impact and until today continues to occupy an important place in the world of literature. The authors intention to breathe new life into the French literary canon by introducing the popular idiom into the written language was, without doubt, one of the factors behind this impact.The form of protest adopted by the novel is two-pronged: alongside the vehement denunciation of an absurd world, was the blow which was aimed at the very heart of academic literary language. There can be no doubt that the vast resonance created by the work is the result of this choice of language, which was considered to be both innovative and revolutionary when judged by the standards of its time.Today, Celines invention of writing the way we speak, has a particular air of spontaneity, which would have been lost, had the author instead resorted to the artifice of a more elaborate style. If the choice of language set off a wave of resounding scandals at the time, nowadays it is not the language, but rather the violent manner in which Bardamu refers to his peers that creates a similar impact upon contemporary readership. The purpose of this study is therefore to examine the two driving forces behind the text: the writing and Celines universe. The manner in which the voyage is approached leads to the perception of a world wrought from a dreamstate dimension, since it is an imaginary voyage which is announced in the foreword of the novel. This journey of ours is entirely imaginary. The journey to the nights end, undertaken by Celine has the sense of a slow and deliberate journey towards death. Once immersed in this universe, we are led to a place where the itineraries of Bardamu and Celine converge, suggesting strong autobiographical associations. Finally, this analysis allows us to reflect on the usage of a language constructed upon the code of a popular idiom, a mechanism used by its creator to introduce the paradox of emotive reasoning expressed in the popular idiom, into the written language.
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Hallgren, Sophia. "Emotionell kommunikation i gymnasiesärskolan : En studie av emotiva uttrycksresurser i samtal mellan elever med alternativ och komplettterande kommunikation och lärare." Thesis, Uppsala universitet, Institutionen för pedagogik, didaktik och utbildningsstudier, 2012. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:uu:diva-177837.

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Abstract:
Den här studien syftar till att ge exempel på hur emotionell kommunikation kan se ut och fungera mellan lärare och elever i särskolan som använder alternativ och kompletterande kommunikation. Emotionell kommunikation utgör en stor del av vår dagliga kommunikation och det är emotionerna som ger våra liv mening och sammanhang. Den forskning som har gjorts inom detta område har ofta fokus på samspel mellan elever/barn och lärare/vuxna och visar att lärarna inte alltid är medvetna om sina kommunikativa handlingar samt att det ofta sker kommunikation som inte är verbal hos barn med alternativ och kompletterande kommunikation. Studien vilar på ett sociokulturellt perspektiv och ett symboliskt interaktionistiskt perspektiv där kommunikation och språkanvänding anses vara en betydande faktor i individens utveckling. Det insamlade materialet har bestått av videoinspelningar av två elever och tre lärare som har granskats och analyserats utifrån hur emotioner uttrycks och organiseras i interaktionen. De emotioner som uttrycktes var till största delen positiva och uttrycktes genom kroppsspråk och ansiktsuttryck. De emotionsuttryck som förekom var nästan uteslutande kroppsbaserade, då verbala metoder att uttrycka emotioner (till exempel att uttryckligen benämna en emotion) inte användes i någon större utsträckning. Organisationen av initiativ och repsons till emotionell kommunikation handlade framförallt om ett socialt samspel snarare än att uttrycka inre känslotillstånd. IR-analysen av emotiva uttryck visade framförallt att positiva emotioner användes som motivationsinitiativ från läraren och att mycket repsons av emotionell karaktär skedde riktad till assistenterna.
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GERACI, Giancarlo. "Analisi comparatistica sulla risarcibilità dei danni incidenti sulla sfera emotiva e psicologica della persona nell’ordinamento inglese e in quello italiano." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2022. https://hdl.handle.net/10447/554826.

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Abstract:
Il lavoro di tesi, partendo da un'analisi del sistema della responsabilità civile nell'ordinamento italiano e in quello inglese, si sofferma, in particolare, sull'esame della categoria del danno non patrimoniale di tipo psicologico, esaminandone l'evoluzione, il contenuto e lo sviluppo giurisprudenziale nell'ambito dei due ordinamenti, con la finalità ultima di verificare i profili di somiglianza e di differenza in ottica comparatistica.
The doctoral thesis, starting from an analysis of the system of civil liability in the Italian system and in the English one, dwells, in particular, on the examination of the category of the psychological damage, examining the evolution, content and development in the two systems, with the ultimate aim of verifying the profiles of similarity and difference in a comparative perspective
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CHIRICO, ALICE. "Il ruolo della Realtà Virtuale per lo Studio del Sublime: Una metodologia avanzata." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/58410.

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Abstract:
La ricerca sul tema del Sublime ha spesso considerato questo fenomeno come un'emozione originata da stimoli talmente vasti da richiedere una modifica profonda dei nostri schemi concettuali (Keltner & Haidt, 2003). Tuttavia, il sublime risulterebbe più simile ad un'esperienza complessa piuttosto che ad un'emozione. Nel dettaglio, essa è emersa come un'esperienza trasformativa in grado di influenzare persino le tendenze più stabili in modo permanente. L'obiettivo di questa tesi è contribuire alla ricerca orientata a comprendere la natura del sublime, il suo potenziale trasformativo e la sua induzione sperimentale. Abbiamo esplorato nuovi metodi per restituire al sublime elicitato in laboratorio le sue sfumature, la sua originaria intensità e complessità. Abbiamo, inoltre, sviluppato una serie di tre studi basati su una metodologia esperienziale avanzata, la Realtà Virtuale (RV), aprendo la strada ad un nuovo modo di studiare e progettare esperienze di sublime nel laboratorio. In primo luogo, partendo da una revisione della letteratura sperimentale sul sublime, abbiamo argomentato in favore di una nuova metodologia in grado di cogliere l'intensità e la complessità del sublime come esperienza, superando la concezione di questo fenomeno come emozione. Abbiamo identificato la RV come principale candidato per diverse ragioni. Innanzitutto, la RV sarebbe in grado di fornire agli utenti la possibilità di navigare all'interno di ambienti immersivi, realistici e interattivi che possono elicitare un senso di “presenza” (i.e., la sensazione soggettiva di "essere e agire lì" all'interno di una realtà simulata come se fosse la realtà). Inoltre, la RV sarebbe in grado di generare eventi paradossali e situazioni altrimenti impossibili nella realtà, frammentando, così, i nostri schemi di pensiero abituali. Questo aspetto risulterebbe un asset cruciale per l'induzione del sublime. In terzo luogo, la RV potrebbe essere utilizzata per registrare il comportamento e le risposte fisiologiche degli utenti insieme ai report soggettivi retrospettivi, permettendo di realizzare una misurazione integrata dell'esperienza. Nello studio 1, alla luce di queste premesse, abbiamo esplorato sperimentalmente la possibilità di indurre il sublime anche attraverso un format basilare ma altamente realistico di RV, detto video 360°. Abbiamo progettato due contenuti emotivi (1 inducente il sublime e l'altro neutrale) i quali venivano mostrati su un display a 360° oppure su uno schermo piatto, per manipolarne il senso di presenza associato. Infine, abbiamo testato l'effetto di tale manipolazione sull'intensità del sublime derivante dall'esposizione a tali stimoli sia tramite un assessment psicofisiologico (Conduttanza cutanea, Blood Volume Pulse, sEMG) sia tramite misure retrospettive ad hoc. I partecipanti hanno percepito un livello di sublime significativamente superiore nella condizione 360° con contenuto sublime rispetto a tutte le altre condizioni. La combinazione del medium 360° e del contenuto ispirante il sublime è risultato in un boost di quest'ultimo. Inoltre, per la prima volta, le misure psicofisiologiche del sublime hanno dimostrato il ruolo cruciale del sistema parasimpatico per definire tale fenomeno. Nel secondo studio, ci siamo spinti oltre testando un format di RV più avanzato includente la componente di interattività. Il vantaggio principale è consistito dal fatto che gli ambienti immersivi e interattivi in VR (VEs) riproducessero istanze differenti di sublime. Seguendo le linee guida fornite dalla letteratura, abbiamo progettato e validato un ambiente neutrale naturalistico in RV e 3 ambienti interattivi ed immersivi (i.e., Foresta, Montagne innevate, Visione della terra dallo spazio) per indurre il sublime. 36 partecipanti sono stati esposti a tutti gli ambienti in RV seguendo un ordine controbilanciato. I partecipanti hanno riportato i propri livelli di sublime, affettività generale e senso di presenza dopo ogni esposizione. Tutti gli ambienti sono risultati in grado di elicitare i medesimi livelli di affettività positiva e presenza, tuttavia, differivano in relazione al tipo di sublime elicitato. Questo studio ha fornito le prime linee guida di progettazione basate sull'evidenza utili sia per future ricerche interessate a studiare il sublime come esperienza all'interno del laboratorio, sia per studiosi e professionisti che intendano utilizzare tali ambienti virtuali per creare training di induzione del sublime. Fino a questo punto è stato considerato solo un format RV immersivo ed interattivo. Tuttavia, abbiamo trascurato la componente di realismo tipica della RV (i.e., il livello di dettaglio in cui un VE sia in grado di simulare la fisica del mondo reale). Quindi, abbiamo confrontato i risultati dello studio 1 con quelli dello studio 2 in relazione all'induzione di sublime da parte dei due differenti formati di RV (i.e., realistico vs. immersivo/interattivo) utilizzando un confronto tra gli effect size, in quanto il disegno di ricerca era il medesimo. Abbiamo riscontrato un livello superiore di sublime indotto dal formato realistico del video 360° rispetto ai VEs immersivi. Questo suggerirebbe che la componente del realismo, in qualità di dimensione chiave del senso di presenza, sia un elemento chiave da manipolare per progettare forme più complesse e intense di sublime in laboratorio. Quindi, nel terzo studio, ci siamo basati sui risultati delle due ricerche precedenti allo scopo di testare l'impatto di una forma di sublime intensa, come quella indotta dai video 360°, sul pensiero creativo, il quale è di solito considerato come una tendenza relativamente stabile. Abbiamo ipotizzato che questa forma intensificata di sublime in RV sarebbe stata in grado di influenzare il pensiero creativo più di un contenuto neutrale mostrato attraverso il medesimo display. Per testare il legame tra il sublime come esperienza e la creatività, abbiamo impiegato video 360° precedentemente validati per indurre il sublime e un contenuto neutrale ed abbiamo assegnato 40 partecipanti in modo casuale a tutte queste condizioni che sono state controbilanciate. Dopo, abbiamo misurato livelli di sublime e le abilità di pensiero creativo (Torrance Test of Creative Thinking) di tutti i partecipanti. I risultati hanno mostrato non solo che il pensiero creativo era significativamente superiore nella condizione di induzione del sublime rispetto a quella neutrale. In particolare, il sublime percepito era predetto significativamente da 3 dimensioni di creatività su 4, come abbiamo dimostrato attraverso l'approccio del Modello Lineare Generalizzato. La spiegazione che abbiamo proposto per questi risultati è in linea con l'approccio teorico delle esperienze Diversificanti (DEs), esperienze peculiari di vita considerate in grado di promuovere elevati livelli di pensiero creativo. In particolare, abbiamo considerato il sublime come potenziale membro della famiglia delle DEs. In generale, i risultati di questi studi hanno provato la natura complessa e ricca di sfaccettature propria del sublime e hanno dimostrato la fattibilità di una sua induzione in laboratorio. Specificatamente, abbiamo dapprima validato una nuova procedura per la progettazione e la selezione degli stimoli migliori per l'induzione del sublime. Tale metodologia è stata poi applicata in laboratorio con un formato RV interattivo e immersivo. Abbiamo mostrato che nonostante il sublime mostri un'attivazione chiave del sistema parasimpatico, sarebbe in grado di scaturire anche da stimoli attivanti ed interattivi. Abbiamo utilizzato la RV per creare diverse esperienze prototipiche di sublime, le quali hanno mostrato differenti profili in termini di vastità e bisogno di accomodamento, degne di approfondimento. Infine, il legame tra l'esperienza del sublime e la creatività è emerso chiaramente, aprendo alla possibilità di un training orientato al sublime e basato sulla RV che sia in grado di potenziare anche il pensiero creativo. Concludendo, abbiamo fornito anche linee guida per la progettazione e per la ricerca orientata ll studio del sublime come esperienza e non solo come semplice emozione.
Research on “awe” has often considered it as an emotion arising from stimuli so vast to require an accommodation of pre-existing knowledge structures (Keltner & Haidt, 2003). However, awe resulted as closer to an experience than to an emotion. Specifically, awe resulted as a transformative experience, able to affect even stable tendencies in life permanently. The purpose of this dissertation is to contribute to research on the nature of awe as a transformative experience and on its experimental study. I explored new methods to restore nuances, intensity and complexity of awe-experience even in the lab. I developed a set of three subsequent studies based on a new experiential methodology – Virtual Reality (VR) – opening to a new way of studying and designing awe in the lab. First, starting from a review of experimental literature on awe, I discussed in favour of a new methodology able to capture the intensity and complexity of awe as an experience, instead of only as an emotion. I identified Virtual Reality as the main candidate for many reasons. First, VR endowed the users with immersive, realistic, and interactive environments that can elicit a sense of “presence”, that is, the subjective experience of “being and acting there” in a simulated reality as if it was real. Second, VR allows to generate even paradoxical and impossible situations breaking our conventional fixed patterns of thinking, that is another key asset of awe. Third, VR can be used to fully track users’ behavioural and physiological responses, allowing for an integrated assessment of the emotional experience, both concurrent and retrospective. In study 1, drawing from these conclusions, I empirically explored the possibility to induce awe even through basic but highly realistic VR format, that is, 360°-videos. First, I designed two VR contents (1 awe-inducing and 1 neutral) displayed either on 360°-videos or on flat screens. Then, I exposed 42 participants to ad hoc awe-inducing (i.e., Forest) and neutral (i.e., hens scratching about the grass) contents displayed either on a 360° or flat screen to manipulate the sense of presence. I tested the impact of this manipulation on awe intensity. They self-reported their sense of presence and awe after each exposure. At the same time, their Skin Conductance, Blood Volume Pulse, sEMG levels were assessed while they were watching each video. Participants felt significantly more awe in the 360° awe-inspiring condition compared to others. The combination of 360° medium with awe-inspiring content resulted in a boost of awe. Moreover, psychophysiological measures of awe evidenced, for the first time, the parasympathetic system as a core component of the psychophysiological profile of this emotion. In study 2, I moved forward by testing a more advanced VR format, which includes the component of interactivity. The main advantage was that immersive-interactive Virtual Reality environments (VEs) could give rise to a variety of awe-experiences. Following guidelines provided by literature, I designed and validated one naturalistic neutral VR-environment and 3 ad hoc immersive-interactive VR-environments (VEs), to induce different instances of awe (i.e., Forest, High Snow Mountains, Earth view form the space). 36 participants were exposed to all VEs in a counterbalanced order. Participants reported their levels of awe, their general affect, and sense of presence after each exposure. Results showed that all environments elicited a similar positive affect and presence, but awe was differentially elicited by each environment, bringing forth diverse nuances of it. This research provided evidence-based design guidelines for future researches interested in the study of awe as an experience in the lab, as well as to scholars and practitioners willing to adopt validated VEs for creating awe-inspiring trainings. To date, I considered an interactive-immersive VR format. However, another key asset of VR relies also on the realism component (i.e., how a VE simulates the physics of the real world to minute details). Finally, since the experimental design was akin to Study 1, I could compare effect size of awe conveyed by 360° realistic video of Forest (Study 1) and immersive-interactive VEs of Forest (Study 2). I found that the most realistic form of VR (i.e., 360°-videos) could induce a slightly higher sense of awe, compared to VEs. This suggested that the realism component, as a layer of the sense of presence, could be crucial in manipulating and designing enhanced forms of awe in the lab. Hence, in Study 3, I relied on findings of Study 1 and 2 to test the impact of such intensified form of awe - induced by the most realistic form of VR - on creative-thinking cognitive process, which is usually considered as a relatively stable tendency instead of a contingent phenomenon. I hypothesized that the enhanced form of realistic VR-based awe would have impact on creative-thinking more than a neutral content displayed in VR. To test the link between awe as an experience and creativity, I used previously validated 360° awe-inspiring and neutral environments and I randomly assigned 40 participants to all these conditions in a counterbalanced order. Their levels of awe, presence and creative-thinking abilities (Torrance Test of Creative Thinking) were assessed after the exposure to each condition. Results showed not only that creative-thinking was significantly higher after awe-inducing 360°-videos compared to the neutral one, but especially that perceived awe significantly predicted 3 out 4 creativity dimensions, as demonstrated by a Generalized Linear Model statistical approach. We explained these findings in light of the framework of Diversifying experiences (DEs), i.e., peculiar experiences in life (e.g., multicultural experiences, psychopathology, schema-violation situations) considered as maximally creativity-conductive. Specifically, we considered awe as a potential member of the family of DEs. Overall, results of these studies provided evidence of the nuanced nature of awe and of the possibility to restore it as an experience even within the boundaries of a lab. Specifically, a new methodology for the design and the selection of best awe-inductors in the lab was validated. This methodology was applied both with immersive and interactive VR formats. Although awe displays a parasympathetic physiological response, it can arise even from interactive-activating inductors. I used VR to create several prototypical experiences of awe, which showed different profiles in terms of vastness and need for accommodation, to be deepened by future studies. Finally, the link between awe-experience and creativity emerged clearly, paving the way for new future awe-inspiring VR-based training to enhance creative thinking. To conclude, design and research guidelines were provided for further studies interested in pursuing and investigating awe as an experience and not only as an emotion.
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De, Castilla Rosales Raxá Caculhá. "El ritmo en el lenguaje del clown como herramienta para la identificación emotiva con el público. El caso de Avner the Eccentric." Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2019. http://hdl.handle.net/10803/668159.

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Abstract:
Este estudio es una aproximación transversal a diversas etapas en la comedia. Parte del análisis de la risa y el humor en sus formas más primitivas hasta su evolución en la sociedad. Se buscó entender los diversos mecanismos que denotan la risa como efecto catártico y transformador en el ser humano. Para ello, se descubren posturas psicológicas, fisiológicas y filosóficas con el fin de contextualizar el factor de la comedia a analizar: el ritmo. En los últimos capítulos se aborda la figura de las y los sujetos cómicos, concretamente, las y los clowns para entender los diversos sistemas bajo los cuales supeditan su técnica, pero también para identificar las infinitas posibilidades que aporta esta disciplina a la evolución de las artes escénicas. En la búsqueda de un mejor entendimiento del ritmo en el lenguaje del clown, se abordan líneas cercanas a la musicalidad escénica centrando la investigación en los postulados referentes a Vsevolod Meyerhold y Jacques Lecoq. En aras de demostrar la hipótesis central, en la cual se sostiene que el ritmo es el elemento más importante en el acto cómico, se ha hecho un análisis de casos tomando al clown Avner the Eccentric como sujeto a analizar. La finalidad encubierta de realizar una investigación de este tipo es la de reflexionar en la imperiosa necesidad que tiene la humanidad por reír y por entender la vida desde una perspectiva distinta a la tradicional, es decir, por aceptarnos como una sociedad más permisiva a la equivocación.
This study is a cross-sectional approach to various stages in comedy. It begins with an analysis of laughter and humor in its most primitive forms, until its evolution in society. We sought to understand the different mechanisms that denote laughter as a cathartic and transforming effect on the human being. To do this, psychological, physiological, and philosophical positions are discovered in order to contextualize the comedy factor to be analyzed: rhythm. In the last chapters we study the figure of comic subjects, specifically clowns, to understand the various systems under which they subordinate their technique, but also to identify the infinite possibilities that this discipline brings to the evolution of the scenic arts. In the search for a better understanding of rhythm in the clown's language we approach lines close to stage musicality, focusing our research on the postulates referring to Vsevolod Meyerhold and Jacques Lecoq. To prove the central hypothesis in which we maintained that rhythm is the most important element in the comic act, we use a case analysis, taking the clown Avner the Eccentric as the subject of analysis. The covert purpose of carrying out an investigation of this type is to consider and debate on the imperative need of humanity to laugh and understand life from a non-conventional perspective, that is, to accept ourselves as a society that is more tolerant of mistakes.
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Romito, Giulia <1998&gt. "La finanza comportamentale e le emozioni: uno studio sull’overconfidence negli investimenti e su alcune strategie di regolazione emotiva come strumento di debiasing." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21873.

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Abstract:
“Animale razionale”, così Aristotele definì l’uomo più di duemila anni fa; “homo oeconomicus”, così venne definito da John Stuart Mill nell’Ottocento. Ma è veramente così? Esiste sempre un comportamento razionale nell’economia? Le decisioni economiche sono sempre prese seguendo la piena razionalità? Questa tesi ha lo scopo di dimostrare come l’uomo non sia perfettamente ragionevole ma come, il più delle volte, il processo decisionale sia governato da emozioni e sentimenti. L’attenzione di questo elaborato sarà rivolta in particolare al mondo finanziario. Il primo capitolo si focalizzerà sulla finanza neoclassica e sulle teorie economiche tradizionali, come la Teoria dei Mercati Efficienti (EMH) e la Teoria dell’Utilità Attesa. Successivamente si andrà ad enfatizzare le lacune di queste teorie e il successivo sviluppo della Teoria del Prospetto. Il secondo capitolo sarà incentrato sulla finanza comportamentale e, nello specifico, su come i comportamenti umani siano fortemente influenzati da bias ed euristiche. Verranno quindi descritti i bias comportamentali più importanti dal punto di vista finanziario e verranno presentate alcune tecniche di debiasing, allo scopo di ridurre al minimo gli errori comportamentali. Il terzo capitolo sarà incentrato sulle emozioni e sulle teorizzazioni su tale argomento che si sono susseguite negli anni. Infine, si tratterrà il tema della disregolazione emotiva e come questa possa essere superata grazie all’utilizzo di alcune strategie di regolazione emotiva. Nel quarto capitolo invece verrà eseguito un esperimento focalizzato sull’analisi del bias comportamentale dell’overconfidence. Entrando più nello specifico, si analizzerà il rapporto tra questo bias negli investimenti e le reazioni emotive legate all’orgoglio e alla vergogna nei casi di guadagno o perdita, il rapporto tra l’overconfidence e la tolleranza al rischio e come alcune strategie di regolazione emotiva possano rappresentare uno strumento di debiasing.
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Geldres, Villafuerte Nélida Amparo. "Informe de experiencias profesionales en el ámbito clínico y de la salud, Hospital Hermilio Valdizán del Ministerio de Salud." Bachelor's thesis, Universidad Nacional Mayor de San Marcos, 2014. https://hdl.handle.net/20.500.12672/13748.

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Abstract:
Se describe la reseña histórica de la institución de salud, donde se menciona su visión y misión, objetivos, órganos de línea, así como también se hace una reseña breve del departamento de Psicología y las funciones de sus profesionales, quienes laboran en los diferentes departamentos. Luego se describen las funciones del Psicólogo en el Servicio de Psicología Diagnóstico, donde se viene laborando hasta la actualidad. Sus actividades principales son la evaluación y diagnóstico psicológico, que consiste en la recopilación de información del funcionamiento psicológico a través de la entrevista clínica, tests y reportes, con el fin de establecer un diagnóstico. Asimismo se presenta el número de pacientes atendidos en los periodos 2012 y 2013. Además, se desarrolla el caso clínico acompañado con el informe psicológico, se describe la intervención y tratamiento; cuya finalidad es brindar las herramientas para que afronte con propiedad y maneje sus problemas empleando técnicas cognitivas conductuales. Finalmente se considera de manera relevante que el psicólogo participe en la capacitación continua para actualizarse y así pueda brindar atenciones a quienes lo soliciten.
Trabajo académico
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Pasqualin, Chiara. "Il fondamento "patico" dell'ermeneutico: affettività, pensiero e linguaggio nell'opera di Heidegger." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423041.

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Abstract:
This study offers a critical re-reading of Heidegger’s thought from the viewpoint of the relationship between the affective structure of the existence and two other fundamental components of the human being, which are understanding and language. The analysis of such approach to the world, which represents Heidegger’s "Befindlichkeit" – a peculiar and self-sufficient source of experience in relation to the projecting comprehension – leads us to recognize the presence of a fundamental ontological dimension of the existence, here designated as “pathic” with reference to the Greek term "paschein". This dimension identifies the most original way of access to the phenomenal horizon and represents the “foundation” – meaning the condition of possibility – of the other main dimension of the existence, the hermeneutic one, constituted by all those structures, such as understanding, interpretation and language, which contribute to the articulation of our reality in a meaningful whole.
Il presente lavoro di ricerca propone una rilettura del percorso speculativo heideggeriano a partire dal problema del rapporto intercorrente tra la struttura affettiva dell’esistenza ed altre due componenti fondamentali dell’essere umano, rappresentate dalla comprensione e dal linguaggio. L’esame di quella modalità di accesso al mondo che è per Heidegger la situazione emotiva (Befindlichkeit) – un canale di esperienza che è risultato distinto ed autonomo rispetto al comprendere progettuale – ci ha portato a riconoscere la presenza di una dimensione ontologica fondamentale dell’esistere, che abbiamo denominato “patica” con riferimento al verbo greco "paschein", “patire”. Questa dimensione identifica il modo più originario del nostro accesso all’ambito fenomenico e rappresenta il “fondamento” – cioè la condizione di possibilità – dell’altra dimensione caratteristica dell’esistere, quella ermeneutica, costituita dall’insieme delle strutture, quali la comprensione, il discorso e l’interpretazione, che cooperano all’articolazione significativa della nostra realtà. Il lavoro è costruito intorno all’interpretazione dei due capisaldi dell’opera heideggeriana, "Essere e tempo" e i "Contributi alla filosofia", in quanto rappresentativi rispettivamente dell’ontologia fondamentale e del pensiero dell’evento. Il confronto analitico con queste due tappe essenziali del percorso speculativo heideggeriano ci ha fornito la giusta direttiva per muoverci indietro, in avanti e nel mezzo, lungo tutto l’arco della riflessione del filosofo tedesco. Conseguentemente, la tesi si articola in cinque capitoli, tra i quali il secondo ed il quarto, rispettivamente dedicati ad "Essere e tempo" e ai "Contributi alla filosofia", rappresentano i due perni dell’intera impalcatura. A partire dalle tesi centrali emerse dal confronto con l’opera del 1927, ed in particolare con la “triade” concettuale situazione emotiva-comprensione-discorso, è stato esplorato a ritroso il periodo dell’insegnamento friburghese e marburghese, cui è dedicato il primo capitolo. Sul biennio 1929-1930, inteso come fase di transizione tra l’ontologia fondamentale ed il pensiero della storia dell’essere, è invece incentrato il terzo capitolo, che analizza in particolare le esperienze pre-ermeneutiche dell’angoscia e della noia profonda. Infine, i risultati ottenuti dal confronto con "Essere e tempo" ed i "Contributi" vengono assunti nel quinto capitolo come «chiavi ermeneutiche» per accedere agli scritti appartenenti agli anni ’30-’60, nei quali viene sondata l’origine emotiva del filosofare e del Poetare in quanto modalità essenziali del dire.
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Bolaños, Yáñez María Angélica. "El narrador de la literatura infantil maravillosa a partir de su carga mítica, lírica y emotiva en “Hay nubes de colores en el cielo de Huamanga"." Master's thesis, Universidad Nacional Mayor de San Marcos, 2015. https://hdl.handle.net/20.500.12672/4185.

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Abstract:
La llamada “literatura infantil” ha tenido una evolución interesante. Los cuentos de hadas de la literatura occidental nacen a partir de las recopilaciones de la tradición oral europea -que surgen, a su vez, de la mitología- recogidas originalmente por los italianos Giovani Francesco Straparola (1480-1557) y Giambatista Basile (1566-1632). Estas historias, sin embargo, no estaban pensadas en un público infantil exclusivamente, ya que en esos tiempos no había tal distinción de auditorio, y no estaban destinadas a divertir, sino más bien a educar a través del temor. Algunos años más tarde, Charles Perrault (1628-1703), en Francia seguido de Franz Xavier von Schönwerth (1810-1866) y de los famosos hermanos Jacob (1785-1863) y Wilhelm (1786-1859) Grimm en Alemania; continúan el trabajo de publicar estas historias, aunque son relatos bastante transformados de sus versiones originales. De los mencionados, Straparola y von Schönwerth realizan un trabajo más científico y procuran ser más fieles a las diferentes versiones recogidas. Perrault y los Grimm, en cambio, les dan un giro literario. Aun así, estas historias que hoy conocemos como infantiles, en sus versiones originales escandalizarían al más liberal de los mortales si se intentara editar como lectura para niños. Temas como canibalismo, violación, pedofilia y otras psicopatías reinantes en estos relatos -que aún hoy en día encara la sociedad- se difundieron en versiones modernas de historias más dirigidas específicamente a los niños. Es Charles Perrault quien le da un enfoque totalmente distinto a estas mismas historias. A través de un narrador, generalmente omnisciente, canaliza su voz y carga a los protagonistas de características que poco a poco irían siendo las distintivas de una nueva infancia, a partir de la cual se iría perfilando el lector infantil.
Tesis
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GABOLA, PIERA. "Burnout degli insegnanti e fattori sociale, emotivo e cognitivo. Presentazione di due studi." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/18767.

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Abstract:
Currently teachers are required to have many abilities which are not only confined to the didactic knowledge but they also involve other skills such as building significant educational relations with pupils, colleagues, the parents of the students. The success of the educational process and the personal and professional well-being of those who teach also depend on them. These skills bring to light the relational dimension of the role of the teacher, which is classified as a "helping profession". These aid related professions are based on helping, such as, those of nurses, doctors, and psychologists, who work in contact with the suffering and are subjected to constant events of stress (burnout risk). In national and international literature the risk of teachers to incur in the burnout syndrome during their career has been widely studied in relation to protection factors (Albanese et al., 2008; Greenglass, Burke, & Konarski, 1997; Brouwers, Will, & Welko, 2001; Hakanen, Bakker, & Schaufeli, 2006; Day & Qing, 2009; Doudin et al., 2009a). In this regard a decisive role is played by social factors (such as the support received in situations of difficulty), emotional factors (such as teachers’ emotional and relational competence) and cognitive factors (in particular, teachers’ conceptions and representations of the development of students’ intelligence and of the role played by the process of teaching-learning). The main results may be described as follows: concerning social factors the lack of support on the part of colleagues and managers have significant effects on burnout. In particular, the social support received in the work environment is a predictor of low levels of depersonalisation and high levels of professional fulfilment. In relation to emotional factors, teachers with low levels of burnout better regulate the emotions than those with high levels of burnout. Finally, in regards to the cognitive factor, some research about this subject focus on the conceptions of constructive intelligence which are related to high levels of professional fulfilment and low levels of emotional exhaustion and depersonalisation. Moreover, the burnout syndrome has also been analysed in relation to individual variables that characterize teachers (Sirigatti & Stefanile, 1993). The most investigated aspects refer to the role of age and the years of experience. However, the results obtained are not entirely clear. According to some data (Santiniello & Furlotti, 1992; Xin & MacMillan, 1999; Pellegrino, 2000; Baiocco, Crea, & Laghi, 2006), the years of teaching and age are positively related to the levels of burnout; according to others an inverse relationship appears (Maslach & Jackson, 1981b; Friedman & Faber, 1992; Yuen & Chan, 2005). Furthermore, the role played by the specific training for teaching and the university degree, on the risk of burnout is still largely unexplored. The studies that have dealt with the onset of burnout in the teachers’ careers have also shown that in all cultures, although at different levels, is probably due to the characteristics of their context. This professional group shows serious problems of stress and subsequent experience of burnout; as is shown in studies made in Europe (Pedrabissi, Rolland, & Santiniello, 1993; Lavanco, Novara, & Iacono, 2003; Sann, 2003; Schwarzer & Hallum, 2008; Doudin & Curchod-Ruedi, 2008; Aydogan, Dogan, & Bayram, 2009), Australia (Pillay, Goddard, & Wilss, 2005), Asia (Mo, 1991; Chan, 2006; Leung & Lee, 2006; Yong & Yue, 2007) and America (Gold, 1984; Alkhadher & Al-Naser, 2006; Kahn et al., 2006). Therefore, since those who teach, irrespective of their own culture, are exposed to continuous stress, the burnout can be considered as a possible outcome. In the light of what has just been said ”How can this syndrome be avoided or reduced and well-being promoted?” Two exploratory studies will be introduced: one made on 566 Italian teachers of all levels and another focused on a cultural comparison between 34 Italian and 34 Scottish primary school teachers.
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Matricardi, Giada. "Se soffri, resto e ti aiuto, o scappo e penso a me? L'influenza di fattori individuali e contestuali sulla responsività empatica, sui comportamenti prosociali e autocentrati in bambini di età prescolare." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3421763.

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Abstract:
In the last thirty years, a research field has been growing strongly, which systematically investigated the development and expression of empathic responsivity and consequent prosocial or self-focused behaviors in preschool children. In this field of studies, a still neglected issue is that of individual and situational antecedents that precede empathic responses and influence their expression. The present dissertation investigates how individual (effortful control) and situational (presence of expressive and/or situational indices in the context; intensity of expressed emotions and the possibility to escape from the other’s suffering) factors, taken individually or in interaction, can influence empathic responsiveness and prosocial or self-focused (self-soothing, avoidance/avoidant) behaviors in preschool children. The aim of the first study is to investigate the role played by expressive (i.e., facial expressions and behavior indicating the other’s emotion) and situational (i.e., events that might elicit a specific emotion in someone else) indices, taken together or separately/independently, in eliciting empathic responses, prosocial or self-focused behaviors in 3-and 5-year-old children (N = 120) witnessing to the sadness of a non-familiar adult. An observational technique was employed. From a developmental perspective, the results of the study provide a preliminary empirical contribution to Bischof-Kohler’s theoretical model (Bischof-Kohler, 1991). This model assumes that during preschool years children manage more and more complex cognitive mechanisms, and make use of more mature types of empathy that enable them to take the others’ point of view and understand his/her situation on the basis of situational indices in the context more clearly with respect to younger children. In 3-year-old children, results showed a differential influence of separate or combined expressive and situational stimuli on the elicitation of prosocial or self-focused empathic responses. In, 5-year-old children, self-focused behaviors tend to be more frequent and stable when only expressive stimuli are present. This result might be explained by the children’s difficulty in managing shared emotions when an obvious cause is lacking, or to inter-individual differences in the ability to regulate one’s emotions. In order to better understand this issue, we decided to explore whether individual factors related to self-regulation can influence empathic responsivity. More specifically, the study was aimed at investigating the influence of effortful control and impulsivity on trait/dispositional empathy. Effortful control and impulsivity are temperamental variables that are thought to be crucial for the understanding of individual differences in emotion regulation and the resulting behavioral responses of preschool children to social stimuli. Effortful control can be defined as a self-regulating dimension of temperament (Rothbart et al., 1994) that manifests itself in the ability to intentionally and actively inhibit a dominant response and to activate a subdominant one based on context demands (Eisenberg & Spinrad, 2004; Rothbart & Bates, 2006). Impulsivity is conversely defined as a reactive dimension of recognizable undercontrol in individuals who tend to rush headlong into situations without adequate reflection (Arsenio, 1994; Eisenberg, 2002; Spinrad et al., 2006). Empirical evidence has shown how effortful control is associated with positive social development and how impulsivity is associated with detriments children’s social skill development (Eisenberg & Morris, 2002). Moreover, a large number of studies report that children high in effortful control show high levels of empathy and sympathy (Rothbart et al.1994; Eisenberg, Fabes, Murphy, Karbon, et al., 1996; Eisenberg, Fabes, Shepard, et al., 1998; Murphy, Shepard, Eisenberg, Fabes, & Guthrie, 1999; Eisenberg et al, 2006; Rothbart, et al., 2004). There are controverse evidence about the relation between impulsivity and empathy/sympathy (Eisenberget al., 2007). Accordingly with these considerations, as a first step (study 2), three parents’ report scales have been validated on 432 Italian children, 3-8 years of age: 1) the short version (CBQ-SF) of the Children’s Behavior Questionnaire (CBQ-Putnam & Rothbart, 2006), providing a measure of temperament; 2) the complete version of the Effortful Control scale (Rothbart et al., 2001), and 3) a scale measuring trait/dispositional empathy (Ahadi & Rothbart, 1994). The results supported a good fit of the models to the data. Therefore (study 3), a model of structural equations was tested to verify the differential influence of effortful control and impulsivity on trait empathy, as rated by parents of 5-year-old children (N=120). In line with the literature, a positive influence of effortful control on empathy emerged. No relation between impusivity and empathy is found. A fourth study was aimed at investigating the combined influence of effortful control (evaluated through a multimethod measure) and contextual factors (the possibility to retreat/escape and the intensity of emotional stimulation, that call self-regulation into play) on empathic expression/responsiveness, and prosocial and self-focused behaviors in 5-year-old children, using an observational technique. In the first stage, a CFA was used on a group of 5-year-old children (N=228) to verify the validity of a multimethod measure of effortful control, including the parents’ ratings in the Italian version of the CBQ (Rothbart, 2001), and ratings obtained in an observational task of sustained attention (Puzzle task, Eisenberg et al. 2004). A model of structural equation again confirmed the influence of effortful control (as reported by parents an observed in children) on trait empathy rated by parents. The differences between children with high and low effortful control (165 out of the 228 in initial sample) were tested using a 2x2 factorial design, with two between-subject factors: one including two levels of difficulty in escaping from the experimental situation (easy vs difficult), and one including two levels of intensity of sadness showed/expressed by the experimenter (high vs moderate). The results indicate that situational factors (possibility to escape and intensity) interact in influencing empathic responses, leading to greater responsivity in children when retreating form the other’s suffering is difficult and stimulus intensity is high. No significant effect of effortful control on the expression of empathic behaviors was found. On the other hand, effortful control together with situational factors influence the expression of self–focused behaviors. Taken together, these results suggest the importance of taking in account the complexity of empathic responses and related behaviors in preschool years, and the interactions between individual self-regulation and the characteristics of the emotional situation. In this way it will be possible a better understanding and a clearer interpretation of observable expressions of empathy in children, and thus provide useful indications for courses of primary prevention. Such courses might effectively influence the development of empathic competence by promoting prosocial behaviors.
In letteratura esiste un florido filone di ricerca che, nell’ultimo trentennio, ha sistematicamente studiato come si sviluppano e si manifestano nei bambini di età prescolare, la responsività empatica e i comportamenti prosociali o autocentrati che possono farvi seguito. In questo ambito di studi un settore ancora poco esplorato è quello dello studio degli antecedenti (individuali e situazionali) che preludono alle risposte empatiche e ne influenzano l’espressione. Il presente lavoro di tesi esplora in che modo fattori individuali (effortful control) e situazionali (presenza nel contesto di indici espressivi e/o situazionali; intensità dello stimolo manifestato, e possibilità di allontanarsi dalla sofferenza dell’altro) considerati separatamente o in interazione tra loro influenzano la responsività empatica, i comportamenti prosociali o autocentrati (autoconforto, evitamento) nei bambini di età prescolare. Obiettivo di un primo studio è indagare il ruolo che gli indici espressivi (espressioni facciali e comportamento che esplicitano l’emozione provata dall’altro) e situazionali (cioè eventi che potrebbero suscitare un particolare vissuto nell’altro) presenti separatamente e congiuntamente rivestono nell’elicitare manifestazioni empatiche, comportamenti prosociali o autocentrati in bambini (N=120) di 3 e 5 anni in risposta alla tristezza osservata in un adulto. E’ stata utilizzata una tecnica osservativa. In termini evolutivi i risultati dello studio portano un primo contributo empirico al modello teorico di Bischof-Köhler(1991) che ipotizza che nel corso dell’età prescolare, i bambini, riuscendo a padroneggiare meccanismi cognitivi progressivamente più sofisticati, hanno accesso a forme di empatia più mature, che consentono loro di cogliere il punto di vista dell’altro e di comprendere, con maggior chiarezza rispetto ai bambini più piccoli, la sua situazione sulla base degli indici situazionali presenti nel contesto. A 3 anni i risultati evidenziano un’influenza differenziale della presenza congiunta o separata degli stimoli espressivi e situazionali nell’elicitare risposte empatiche, prosociali o autocentrate. A 5 anni quando è presente esclusivamente lo stimolo espressivo i bambini tendono a mostrare comportamenti autocentrati più frequenti e duraturi. Questo risultato potrebbe essere riconducibile ad una difficoltà dei bambini nel gestire il vissuto condiviso in assenza di una causa evidente; ovvero a differenze inter-individuali nella capacità di regolare le proprie emozioni. Per approfondire questa questione si è ci si è chiesti se fattori individuali legati alla regolazione di sé, potessero influire sulla responsività empatica. In particolare, si è inteso studiare l’influenza sull’empatia di tratto di variabili temperamentali che fin dai primi anni di vita sembrerebbe essere centrale per comprendere le differenze individuali nella regolazione affettiva e nelle conseguenti risposte comportamentali dei bambini di età prescolare in risposta agli stimoli sociali: l’effortful control e l’impulsività L’effortful control è definibile come la dimensione auto-regolativa del temperamento (Rothbart et al., 1994) che si esplicita nella capacità di sopprimere intenzionalmente e attivamente una risposta dominante per attivarne una subdominante sulla base delle richieste del contesto (Eisenberg & Spinrad, 2004; Rothbart & Bates, 2006). L’impulsività è invece definita come una dimensione reattiva di undercontrol riconoscibile in individui che si gettano a capofitto nelle situazioni senza un’adeguata riflessione (Arsenio, 1994; Eisenberg, 2002; Spinrad et al., 2006). Evidenze empiriche sottolineano come l’effortful control sia associato ad un positivo sviluppo sociale, e come l’impulsività sia associata ad un detrimento dello sviluppo delle competenze sociali nei bambini (Eisenberg & Morris, 2002). Numerosi studi hanno rilevato che bambini con alti livelli di effortful control, mostrano alti livelli di empatia e sympathy (Rothbart et al.1994; Eisenberg, Fabes, Murphy, Karbon, et al., 1996; Eisenberg, Fabes, Shepard, et al., 1998; Murphy, Shepard, Eisenberg, Fabes, & Guthrie, 1999; Eisenberg et al, 2006; Rothbart, et al., 2004). Controverse le relazioni tra impulsività ed empatia/sympathy (Eisenberg et al. 2007). In accordo con queste considerazioni, come primo passo (studio 2) sono state validate su un gruppo di 432 bambini italiani di 3-8 anni delle scale parents’- report: la versioni breve (CBQ-SF) del Children’s Behavior Questionnaire (CBQ-Putnam & Rothbart, 2006) per la misura del temperamento, la versione lunga della scala di Effortful Control (Rothbart et al., 2001) e una scala per la misura dell’empatia di tratto (Ahadi & Rothbart, 1994). I risultati hanno confermato un buon adattamento dei modelli ai dati. Quindi (studio 3), è stato testato un modello di equazioni strutturali che verificasse l’influenza differenziale dell’effortful control e dell’impulsività sull’empatia di tratto riferita dai genitori in bambini di 5 anni (N=120). In linea con la letteratura si è rilevata un’ influenza positiva dell’effortful control sull’empatia dei bambini. Nessuna relazione è stata rilevata tra impulsività ed empatia(Eisenberget al., 2007). In un quarto studio, si è indagata l’influenza congiunta dell’effortful control (utilizzando una misura multimetodo) e di fattori contestuali (possibilità di fuga e intensità dello stimolo emotigeno, che mettono in gioco la capacità di autoregolazione) sulle manifestazioni empatiche e i comportamenti prosociali e autocentrati messi in atto da bambini di 5 anni, avvalendosi di una tecnica osservativa. In una prima fase, utilizzando una CFA, si è verificata su un gruppo di bambini di 5 anni (N=228) la tenuta di una misura multi metodo di effortful control composta dai punteggi parents’- report che i bambini hanno ottenuto alla versione italiana della scala del CBQ (Rothbart, 2001) e dai punteggi ottenuti ad una prova osservativa di persistenza dell’attenzione (Puzzle task, Eisenberg et al. 2004). Quindi, utilizzando un modello di equazioni strutturali si è riconfermata l’influenza dell’effortful control (riferito dai genitori e osservato nei bambini) sull’empatia di tratto riferita dai genitori. A questo punto ci si è focalizzati sull’obiettivo centrale dello studio. Le differenze tra i bambini (165 dei 228 partecipanti iniziali) con alto e basso effortful control sono state testate utilizzando un disegno fattoriale 2 x 2 con due fattori tra soggetti: uno rappresentato dai due livelli di difficoltà che incontrano i bambini per allontanarsi dalla situazione sperimentale (fuga facile vs fuga difficile) e uno rappresentato da due livelli di intensità con cui lo sperimentatore manifesta tristezza (alta intensità verso moderata intensità). I risultati indicano che i fattori situazionali (possibilità di fuga e intensità) interagiscono nell’influenzare le risposte empatiche, determinando una maggiore responsività dei bambini quando è difficile allontanarsi dalla sofferenza dell’altro e lo stimolo emotigeno è più intenso. Non si è rilevata un’incidenza dell’effortful control sul manifestarsi di espressioni empatiche. D’altro canto l’effortful control congiuntamente ai fattori situazionali influenza la messa in atto di comportamenti autocentrati. Presi complessivamente questi risultati suggeriscono l’importanza di restituire complessità allo studio dell’empatia nell’età prescolare, considerando le interazioni tra la dimensione individuale autoregolativa e le caratteristiche della situazione emotigena, per comprendere e interpretare con maggiore chiarezza le manifestazioni osservabili di empatia dei bambini e pensare corsi di prevenzione primaria che possano più efficacemente incidere sullo sviluppo della competenza empatica promuovendo condotte prosociali.
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