Dissertations / Theses on the topic 'Educazione e mediazione culturale'
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Pecoraro, Nadia. "La mediazione culturale del sistema universitario." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/356.
Full textNegli ultimi quindici anni l’Università italiana è stata chiamata a realizzare al proprio interno un cambiamento negli aspetti organizzativi e didattici in linea con il mutamento del Welfare italiano (Salvatore & Scotto di Carlo, 2005) e su sollecitazione dell’Unione Europea (EC; 2000, 2001, 2006, 2009) che invita gli istituti formativi a rispondere in modo adeguato alla “Modernizzazione del modello sociale europeo” (EC, 2000). Queste modifiche che hanno trovato la loro attuazione in numerose riforme legislative, l’ultima delle quali è la legge Gelmini (204) del 30 Dicembre 2010. Pur mantenendo il proprio mandato istituzionale formativo, l’Università ha dovuto ha dovuto fronteggiare due questioni importanti: la prima riguarda l’impossibilità di assimilare tout court la conoscenza all’occupazione lavorativa, la seconda, invece, riguarda la necessità di istaurare un dialogo efficiente ed efficace tra gli interlocutori dell’Università stessa (studenti, docenti, il personale, famiglie, mondo del lavoro) sempre più differenziati ed eterogenei. Per rispondere a questo mandato essa si è trasformata in un servizio che, in quanto tale, eroga prestazioni e costruisce prodotti definiti, in questo caso, dalla formazione degli studenti. La logica di servizio, si associa immediatamente a quella della Qualità, quale parametro per interpretare da un lato ai bisogni, desideri e richieste dei clienti, e dall’altro per offrire servizi che soddisfano tali esigenze (Gentile & Cocozza, 2000). La Qualità del servizio Universitario è, quindi, in questa ottica garanzia del miglioramento dell’offerta formativa, nonché dell’occupabilità delle persone e di conseguenza sostegno allo sviluppo del sistema produttivo (EC, 2006; 2009). La declinazione della qualità all’interno dell’Università ha richiesto sempre più una capacità di negoziare tra la richiesta di soddisfazione degli standard europei e nazionali e la domanda locale, definita dagli utenti tra i quali gli studenti. Questi ultimi costituiscono i clienti del servizio nonché il prodotto dello stesso, e non son più ritenuti utenti passivi ma pensati come co-costruttori del servizio stesso (Vairetti, 1995; Salvatore, 2001). Nella prima parte di questo lavoro, accanto alla presentazione della letteratura sui temi del servizio e della qualità universitaria, viene dato ampio risalto al modo con cui la prospettiva socio-costruttivista e psicodinamica (Cole, 1996; Carli, 1999; Gergen, 1985, 1999; Harrè & Gillett, 1994; Matte Blanco, 1975; Salvatore & Scotto di Carlo, 2005), all’interno del paradigma interpretativista, affronta il tema della qualità. In particolare è esplicitato il ruolo che gli studenti rivestono nell’implementazione di servizi di qualità a partire dai significati che gli studenti attribuiscono all’esperienza universitaria. Questi possono essere considerati come i vettori della loro partecipazione ed implicazione nel contesto formativo configurando l’intensità, le modalità degli investimenti, la forma delle pratiche organizzative e cognitive agite dagli stessi. L’università, quindi deve essere attenta a cogliere questi processi di significazione individuando come essi intervengono nell’implementazione degli interventi realizzati per migliorare la Qualità, ed interrogandosi sul suo ruolo nella riproduzione o trasformazione. Nella seconda parte è presentato, all’interno della cornice teorica presentata, un lavoro di ricerca effettuato su 310 studenti iscritti dal primo al quarto anno alla Facoltà di Scienze della Formazione (rispettivamente ai corsi di laurea in Scienze dell’educazione e Scienze della Formazione Primaria) dell’Università degli Studi di Salerno. Si tratta di un campionamento di convenienza per quote proporzionali (Ortalda, 1998) rispetto ai corsi di laurea e agli anni di iscrizione (Blalock JR, 1960; Carli & Salvatore, 2001; McBurney, 2001). L’obiettivo della ricerca è stato verificare se, a fronte dei modelli culturali degli studenti: a) l’incontro con i setting formativi produca una modifica dei processi di significazione degli studenti universitari; b) questa modifica segua traiettorie simili per i processi di significazione riguardanti rispettivamente il contesto sociale ed universitario e professionale in relazione anche all’afferenza al Corso di Laurea o all’anno di iscrizione. In altri termini questa ricerca ha inteso esplorare la capacità dei setting formativi di mediare i Modelli Culturali (processi di significazione) degli studenti (Carli & Paniccia, 1999). Agli studenti è stato somministrato un questionario costruito ad hoc facendo riferimento al repertorio di significati culturali proprio del metodo ISO (Carli, Paniccia, 2002; 2003; Carli, Salvatore, 2001; Salvatore, Mannarini, Rubino, 2004; Salvatore et al., 2008) che rileva due aree di analisi: Area del contesto sociale ed universitario e Area della formazione professionale. Le risposte al questionario sono state trattate considerando le due macro aree di analisi. Per entrambe la matrice di risposte ottenuta dalla somministrazione del questionario è stata elaborate attraverso una procedura di analisi multidimensionale (Metastasio & Cini, 2009). I risultati della ricerca evidenziano che in generale i setting formativi hanno un impatto sui modelli culturali degli studenti, sia per quanto riguarda la rappresentazione del contesto sociale ed universitario che professionale, e questo impatto si traduce sia nella riproduzione di questi modelli che nella loro trasformazione. Rispetto alla rappresentazione del contesto sociale e universitario la mediazione non opera diversamente rispetto ai corsi di laurea (Scienze della formazione Primaria e Scienze dell’Educazione). In altri termini formarsi per fare l’insegnante, piuttosto che l’educatore, non incide sul rapporto con il contesto micro-macro sociale e universitario. Nel tempo i Modelli culturali, però, si modificano per entrambe i corsi di laurea in una direzione non adeguata, di maggiore anomia da un lato, o di investimento senza progetto. Questo risultato è significativo ed evidente negli studenti del corso di laurea in Scienze dell’Educazione. Nel caso della rappresentazione del contesto professionale, invece, i risultati si presentano come invertiti. Il primo dato evidenzia come i Modelli Culturali degli studenti afferenti ai due corsi di laurea sono mediati secondo traiettorie diverse, proprio perché i setting formativi si configurano come diversi nei contenuti e nelle pratiche. Gli studenti di Scienze della formazione Primaria, si orientano verso una maggiore professionalità, invece la traiettoria seguita dagli studenti di Scienze dell’Educazione sembra essere a rischio, in quanto fortemente ancorata all’idea di volontariato e di aiuto ai bisognosi. Ultimo aspetto rilevante nella rappresentazione dell’area professionale riguarda la mancata modifica dei modelli culturali degli studenti nel tempo. Questo dato fa ipotizzare che i setting formativi riproducano nel tempo questi Modelli Culturali, per entrambe i corsi di laurea. Nell’ultima parte, inoltre, accanto alla discussione dei risultati, e stata effettuata una riflessione sui risultati e sulla necessità di interventi che mirino allo sviluppo della competenza contestuale degli studenti, intesa come capacità a costruire una rappresentazione sensata dell’Università, della formazione e della professione che - in questa ottica – è parte integrante di una strategia di sviluppo della qualità. L’università è chiamata in questo momento storico, da questo punto di vista, a pensare dispositivi che permettano di raccogliere e mappare tali universi di significati ed ad orientare, a partire dalla loro conoscenza, strategie di sviluppo della qualità. Infine sono stati affrontati i punti critici definiti dalla metodologia stessa e dall’applicazione di una metodologia longitudinale, nonché le linee di sviluppo. La prima di queste riguarda la relazione la relazione tra i Modelli Culturali e carriere universitarie, la seconda, già in analisi vuole verificare l’esistenza di una continuità/discontinuità tra Modelli Culturali di studenti e genitori (Ruggeri et al., 2011), quindi verificare il ruolo di mediazione del setting formativo all’interno di questa relazione. La terza si orienta verso una riflessione che concerne l’introduzione dei concetti di transizione ed identità. Il setting formativo, pertanto, può produrre una rottura dei Modelli Culturali che genera a sua volta una transizione (Zittoun, 2004; 2007b, 2008, 2009) verso un nuovo modello di significazione e quindi un nuovo posizionamento identitario (Hermans & Ligorio, 2005; Salgado & Gonçalves, 2007) verso l’oggetto Università e verso Sé (Simão, 2005). [a cura dell'autore]
X n.s.
Bizzotto, Francesca <1986>. "Prospettive di empowerment nella mediazione linguistico-culturale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1701.
Full textPelliccia, Francesca. "La mediazione linguistico-culturale e il turismo russo in Italia." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20830/.
Full textGreco, Simone. "L’influenza culturale portoghese in Giappone." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17444/.
Full textMuffato, Sara. "Immigrazione e assistenza sanitaria: la mediazione linguistico-culturale nel Consultorio di Asti." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.
Find full textSavini, Virginia. "La figura del mediatore linguistico-culturale inserito in ambito sanitario: indagine conoscitiva all'interno della realtà emiliano-romagnola." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.
Find full textBugno, Lisa. "Analisi delle concezioni sulla diversità culturale tra teoria e pratica in educazione. Una ricerca-azione." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3421939.
Full text«Gli autori che si sono occupati di pedagogia interculturale, la descrivono come un irrinunciabile fil rouge che dovrebbe condurre le consapevoli pratiche di educatori ed insegnanti. Irrimediabilmente, però, le teorie di questi stessi autori non si traducono fedelmente nelle disparate rappresentazioni della vita reale, ma rimangono scritte in intriganti e stimolanti sceneggiature che solo rari, abili ed illuminati attori, riescono a mettere in scena, abitandole con nitida cognizione di causa. Che cosa rende questi attori in grado di intercettare contemporaneamente la profonda natura delle teorie, di leggere in modo chiaro il contesto in cui operano e di tradurre tutto ciò in pratiche incisive? E, al contrario, che cosa fa sì che, in altri casi, teorie e contesti non vengano interpretati in modo da risultare una piacevole composizione? La nostra ipotesi è che tra gli ingredienti che compongono tale raffinata ricetta vi siano le concezioni degli insegnanti e che quelle relative alla diversità giochino un ruolo sostanziale nel dipanarsi della vita scolastica dei diversi attori. Infatti, è necessario sottolineare “come l'azione educativa sia legata alla coerenza tra gli intenti che persegue e la loro realizzazione pratica, chiamando quindi in causa il problema della mediazione tra questi due passaggi logico-procedurali” (Agostinetto, 2013, p. 16). È proprio in questa operazione di lettura e traduzione che noi pensiamo accadano degli “errori”: occorre specificare che ci si riferisce, in questo contesto, a degli “errori che non sono percepiti come tali […] [e che, dunque,] difficilmente hanno la possibilità di essere esplicitati e assunti criticamente dalla persona che li compie” (Agostinetto, 2014, pp.73-74). La domanda che ne sorge assume, di conseguenza, un colore quasi retorico: dove poggiano tali errori? L’ipotesi è che alla base vi siano delle logiche irriflesse rispetto alle concezioni degli stessi insegnanti. Pertanto, l’attenzione per quanto riguarda la scelta del focus di ricerca si è concentrata sulla relazione tra le concezioni rispetto alla diveristà e le scelte pedagogiche degli insegnanti. Ciò determina una specifica attenzione orientata sul piano teorico: infatti, dopo una prima ricognizione bibliografica, è emersa una molteplicità di termini utilizzati dagli studiosi per riferirsi a concetti molto simili tra loro che richiede un lavoro di analisi e sistematizzazione volto a chiarire e specificare le diverse accezioni dei concetti, per proporre una riflessione significativa sul piano pedagogico». (Agostinetto & Bugno, 2016, p. 148-151). Inoltre, si è proceduto sul versante empirico: ritenendo fondamentale il nesso ricorsivo tra teoria e pratica sulla base di un approccio modellistico e assumendo a propria guisa un modello epistemologico particolarmente utile (Dalle Fratte, 1986, 2004), si sono indagate le caratteristiche della relazione tra la teoria pedagogica e le concezioni negli insegnanti. L’ambito contenutistico è stato quello della diveristà in prospettiva interculturale, sfera preliminarmente identificata e giustificata sul piano teorico, perché sia riconoscibile su quello empirico. Riguardo al livello empirico, tale relazione è stata esaminata utilizzando strumenti di analisi integrati a matrice qualitativa e coinvolgendo tre gruppi di dieci docenti di scuola primaria ciascuno, al fine di indagare se e in che modo le concezioni sulla diversità culturale hanno implicazioni sulla progettazione e sulle pratiche educativo-didattiche degli insegnanti. Abbiamo esaminato le concezioni "esplicite dirette" dei partecipanti attraverso interviste semi-strutturate, mentre quelle "indirette esplicite" sono state studiate grazie all'analisi documentale delle progettazioni. Inoltre, l'osservazione partecipante è stata utile per investigare le loro concezioni "implicite". L'analisi delle interviste è stata utile per definire le linee guida per le osservazioni partecipanti e i dati raccolti attraverso i tre strumenti di indagine hanno determinato argomenti e contenuti su cui gli insegnanti hanno discusso e riflettuto durante i focus group. «Tutto ciò appare estremamente rilevante, se si paragonano l’universo scolastico e quello astronomico, ovvero se si considera il tutto come una questione di delicati ma fondamentali equilibri, esattamente come il dipanarsi delle onde gravitazionali nello spazio-tempo che consentono, contemporaneamente, equilibrio e continuo, incantevole divenire» (Agostinetto & Bugno, 2016, pp. 148-151).
Tavella, Stefania <1990>. "INCONTRIAMOCI: UN PROGETTO NELL'ULSS VENETA n.8 TRA MEDIAZIONE CULTURALE E SERVIZIO SOCIALE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6124.
Full textDe, Angelis Elena. "La traduzione come lettura ideale: il caso Educazione Siberiana di Nicolai Lilin." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8911/.
Full textMarchetti, Tania. "Il dettato per i francofoni: disciplina linguistica e culturale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7119/.
Full textVacca, Silvia. "L'isola delle voci. La Sardegna tra omologazione culturale e alterità identitaria." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7176/.
Full textAngelozzi, Andrea. "La comunicazione di massa e il doppiaggio come adattamento culturale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9919/.
Full textAlliaj, Greta. "Child Language Brokering: cause ed effetti della mediazione linguistica e culturale svolta dai bambini immigrati." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10768/.
Full textPace, Noemi. "La mediazione linguistico-culturale nel contesto migratorio italiano. Interviste a due minori stranieri non accompagnati." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22798/.
Full textBazzan, Adele <1994>. "L’Associazione MUS.E e la mediazione culturale nei Musei Civici Fiorentini: eccellenza qualitativa e sostenibilità economica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14118.
Full textDegliesposti, Elisa. "La mediazione linguistico-culturale in ambito socio-sanitario in Italia: potenzialita e criticità della figura professionale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.
Find full textSantarelli, Giorgia. "Oltre ruoli e codici: la figura del mediatore linguistico culturale nella realtà dell’accoglienza." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20468/.
Full textPolla, Angelica <1991>. "In equilibrio tra lingua e cultura. Analisi della mediazione linguistico-culturale e un caso di studio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7088.
Full textBaraziol, Nicola <1995>. "Programmi di mediazione culturale per adolescenti. Il caso del Museum Teen Summit e la sua riproposizione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16765.
Full textCeglia, Francesca. "Novyj God, Ded Moroz e Snegurochka. Osservazione del fenomeno culturale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8890/.
Full textPerco, Margherita. "Reggio Children arriva a Pechino: Traduzione di un articolo sull'applicazione del metodo Reggio in Cina e riflessione sulle sue possibilità di integrazione nella tradizione scolastica cinese." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9925/.
Full textBoateng, Giuseppina <1988>. ""LEGAMI PER CRESCERE. Il progetto affidi omoculturali nel Comune di Verona tra servizio sociale e mediazione culturale."." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2978.
Full textConti, Anna. "CLB: Mediazione linguistica e culturale ad opera di bambini e adolescenti. Uno sguardo alla provincia di Reggio Emilia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8174/.
Full textBaroni, Serena. "Interpretare nei progetti SPRAR. Mediatrici, mediatori e i labili confini tra conduit e advocacy." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18329/.
Full textParisini, Chiara. "Il ruolo del mediatore interculturale nei provvedimenti di affido." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10772/.
Full textBertolini, Alessia. "Röstigraben – analisi storico-sociale del fossato linguistico e culturale tra Svizzera francofona e germanofona." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.
Find full textBUSEDRA, SULIMAN. "LA SCUOLA NELLA COMUNITA'. LA SCUOLA ARABO-LIBICA IN ITALIA COME VEICOLO DI INTEGRAZIONE CULTURALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/42958.
Full textThe most general theme of school education in Libya, from Italian colonialism in 1911, until 1934, the Italian authority in Libya allowed access to the school only for males, using the Arabic language and the Italian language for teaching. On 24.12.1951, Libya had its independence, the new Libyan government laid the foundations of a complete educational system that could form a qualified national leadership to manage the state. The programs and methods of teaching, with the obligation to study for everyone up to the third year of middle school, can be seen in the cultural and political changes in Libya. In 1969, the Libyan revolution brought more commitment to the development of education to combat illiteracy, and also gave the opportunity for students to have scholarships abroad. With the difficulty of finding texts and material, due to the chaos and the dramatic situation that Libya was going through after the revolt of 17.02.2011, changes had to be made in school programs due to the scarcity of supply of books in almost the whole country. In fact, to make up for these shortcomings, new reforms have had to be implemented to conform the school buildings damaged by the war. The delays in the restoration of buildings, the problems of the lack of school books, all this has put education in front of challenges that the two governments are still unable to deal with today. Due to the rise of the Libyan community resident abroad, the Libyan government decided to open Arab-Libyan schools in foreign countries, in Italy there are two, located respectively in Rome and Milan, that followed the official Libyan educational programs. In these schools were also accepted students from other Arab countries.
BUSEDRA, SULIMAN. "LA SCUOLA NELLA COMUNITA'. LA SCUOLA ARABO-LIBICA IN ITALIA COME VEICOLO DI INTEGRAZIONE CULTURALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/42958.
Full textThe most general theme of school education in Libya, from Italian colonialism in 1911, until 1934, the Italian authority in Libya allowed access to the school only for males, using the Arabic language and the Italian language for teaching. On 24.12.1951, Libya had its independence, the new Libyan government laid the foundations of a complete educational system that could form a qualified national leadership to manage the state. The programs and methods of teaching, with the obligation to study for everyone up to the third year of middle school, can be seen in the cultural and political changes in Libya. In 1969, the Libyan revolution brought more commitment to the development of education to combat illiteracy, and also gave the opportunity for students to have scholarships abroad. With the difficulty of finding texts and material, due to the chaos and the dramatic situation that Libya was going through after the revolt of 17.02.2011, changes had to be made in school programs due to the scarcity of supply of books in almost the whole country. In fact, to make up for these shortcomings, new reforms have had to be implemented to conform the school buildings damaged by the war. The delays in the restoration of buildings, the problems of the lack of school books, all this has put education in front of challenges that the two governments are still unable to deal with today. Due to the rise of the Libyan community resident abroad, the Libyan government decided to open Arab-Libyan schools in foreign countries, in Italy there are two, located respectively in Rome and Milan, that followed the official Libyan educational programs. In these schools were also accepted students from other Arab countries.
Battafarano, Dalila. "La tipografia come identità visiva del Galles: un processo storico-culturale di natura nazionalista." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21332/.
Full textBosi, Alessia. "La traduzione musicale: il caso Bella Ciao Da fenomeno mediatico-culturale a questione linguistico-traduttiva." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.
Find full textBrugnoli, Federica. "La mediazione linguistico-culturale presso l'Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Analisi di un incontro medico italiano-paziente francofono." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7398/.
Full textBazzocchi, Filippo. "Il rap e l'hip-hop della Russia d'oggi: analisi di un fenomeno culturale contemporaneo (il caso Garri Topor)." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7512/.
Full textDonnini, Ermenegildo. "Immagini dalla Russia. Osservazioni di come l'elemento culturale influenza la ricezione delle notizie." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.
Find full textCampolongo, Sharon. "I Paesi Baschi: alla scoperta di una terra millenaria. Proposta di traduzione e analisi linguistico-culturale di un dépliant turistico." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11348/.
Full textCestaro, Margherita. ""MEDIAZIONE". Cifra di una teoresi pedagogico-interculturale e di una prassi educativo-formativa in contesti plurali." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427511.
Full textNegli attuali contesti glocali, liquidi, complessi e plurali, la capacità di intessere relazioni positive e costruttive con e tra le differenze si presenta sempre più nei termini di un bisogno umano e, nel contempo, di un obiettivo di convivenza e di partecipazione democratica, caratterizzanti i molteplici territori locali di fatto multiculturali. La ricerca ha inteso esplorare, in chiave pedagogica, se, come e in che grado si realizzino effettive pratiche di mediazione interculturale all'interno di quel contesto educativo che, per motivi di diritto-dovere di istruzione e formazione, è luogo quotidiano di incontro-scontro tra differenti anche per cultura: la scuola. Lo scopo è stato quello di evidenziare se e come, a livello formativo, sia importante intervenire per promuovere, negli insegnanti-educatori, competenze professionali nella mediazione interculturale. Il problema dal quale il lavoro ha preso avvio dall' "ambiguità semantica" nell'uso delle espressioni "mediazione linguistica e/o culturale" e "mediazione interculturale", rinvenibile nella letteratura interculturale, nei documenti e nella normativa nazionale e europea, e all'nterno del contesto scolastico. Dopo aver esplorato, dal punto di vista teorico, il concetto di mediazione così come esso si declina sul piano etico-filosofico, degli studi sulla gestione del conflitto, della scienza pedagogica, dell'educazione e dell'intercultura, si sono individuati i "luoghi" propri di una mediazione educativo interculturale nelle tre direttrici esistenziali tipiche del discorso pedagogico: quella antropologica, quella etico-valoriale, quella sociale e culturale. Strutturandosi come una "ricerca empirica orientata alle decisioni", il lavoro ha seguito una strategia di tipo qualitativo, afferente a un paradigma interpretativo. Individuata come campo di indagine una Rete scolastica per l'intercultura, comprensiva di 18 realtà scolastiche, distribuite in 7 Comuni, la raccolta dei dati si è articolata in tre fasi successive e complementari: il monitoraggio degli alunni non italiani presenti nelle scuole della rete scolastica, lo svolgimento di 16 interviste semi-strutturate, rivolte a testimoni privilegiati (insegnanti referenti e/o figure strumentali per l'intercultura della Rete), la realizzazione di 21 interviste narrative focalizzate, rivolte ad alcuni insegnanti e operatori scolastici delle scuole comprese nella Rete. Nel ribadire come la mediazione interculturale sia una funzione propria dell'insegnante-educatore, la ricerca ha permesso di evidenziare, in particolare, come il concetto e le pratiche a essa legate non si esauriscano unicamente nell'ambito della gestione dei conflitti, generati dall'ambiguità e/o non conoscenza delle rispettive cornici culturali, ma richiedano anche - e soprattutto - all'educatore, competenze utili a gestire i processi che, a livello cognitivo e socio-affettivo, caratterizzano le relazioni che ciascuna delle persone coinvolte nell'interazione vive con quella differenza che percepisce, ad un tempo, fuori e dentro di sé
Caletti, Silvia. "Il child language brokering: Un case-study presso la scuola primaria G. Marconi e la scuola secondaria di I grado G. Diotti di casalmaggiore (CR)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9888/.
Full textOrciani, Alice. "Comment (ne pas) devenir Parisien - Le guide ultime du parfait autochtone de la capitale: proposta di traduzione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8118/.
Full textDaversa, Martina. "I Want to be Black: Cultural Appropriation of the African American Culture." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11399/.
Full textStrafonda, Giovanni Battista. "Traduzione del libro di ricette - "Die besten Kochrezepte aus Omas Zeiten"." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7514/.
Full textDi, Giovanni Lia. "Localizzare un'azienda e-commerce: il caso di Amazon China." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18884/.
Full textRIZZO, MARIALISA. "EDUCAZIONE FEMMINILE INFORMALE E PASSAGGI GENERAZIONALI. Una ricerca etnopedagogica con tre generazioni di donne dalle origini pugliesi a Milano e hinterland." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241071.
Full textThe pedagogical research has its focus on three female generations with Apulian origins who live in Milan or in its hinterland: “grandmothers”, migrated between ‘50s-‘60s, “mothers” and “daughters”. This research tried to observe the different educational feminine paths that there are into various social spaces and times and that are dense of informal educational experiences. The theoretical framework of this research is composed by social pedagogical studies, gender studies and studies on migrations. The internal migration and the stereotypes about Southern women played an important role in grandmothers’ educational paths. On the other hand, for the other women (“mothers” and “daughters”), the “new territories” of reference, the peer groups and the male and female adults in their families were important. Their families, differently of Northern ones, were not manifestly involved in economical-boom phenomena and in the social transformations of that time. The research – wondering how the daughters are growing – tried to reflect on the joint action of gender, generation and cultural heritage on female walks of life and it tried to observe – among three generations – the reiterations/alterations of gender messages and performances. Not only It wanted to understand the “transformative possibilities” opened by women for their daughters, but also the collusive behaviours about some hypothesis of female and Southern people’s subordination (but not only them) that were offered in the generational passages. Moreover, it wanted to study the role of the territories in which these first women arrived and in which their descendants live, in structuration of some occasions of alternative learning and critical thinking. Data were collected by an ethno-pedagogical system, mainly with semi-structural in-depth interviews. The analysis used the intersectional, translocal and intergenerational criteria. Others tools were informal moments with triads, in which it has been possible to observe in a participatory way and, in a second time, to write a diary of research. The occasions of restitution of stories were among these fundamental moments. The pedagogical analysis has raised some “identity matters” not fully resolved, affecting contemporary biographies and popular neighborhoods in which different migrations overlap now. These “unresolved issues” bring some women to try to defend their “unstable centrality”, earned during the time, by distancing themselves from backwardness that has been lived in personal biography (with several subordinations), in personal family and in current society. Actually, the society still promotes and remains silent about women’s subordinations, mainly about young women’s one. Thus, this backwardness was and it is lived by these women but it is assigned to other femininities, considered marginal relating to a (illusory) vantage position reached today. With this disregard, the daughters also risk to stake in the war of symbols, unknowingly sustaining other wars, removed from the daily life and based on the democratization of Middle East in which women are seen as subordinated to their men and to their backward culture. Today, different women compete with each other but they don’t perceive themselves in the similar social-situation and they unconsciously hinder the social transformation, necessary in the permanence of male-dominating tradition. In some common reflection about these issues (as a common restitution with daughters and a theater performance), it could be possible to reflect and to legitimize the drawing of some transversal issues among different stories and this could create a new knowledge about Italian contemporary society. These events could open some alternative dialogues between different femininities (but not only them) who now live together the same social structure characterized by gender issues and other migratory phenomena.
Perrella, Sara. "Web design e musei: modelli di progettazione curatoriale e educativa per migliorare l’esperienza di visita in un piccolo museo." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2020. https://hdl.handle.net/11369/424588.
Full textToday even small museums are called to go beyond their borders, developing new activities to increase their reference network and make solid alliances also outside. This research path is aimed at enhancing the intangible cultural heritage of a small museum through the support of technologies. The site selected as a specific case study is the Museu do brinquedo da Ilha de Santa Catarina, located on the campus of the Universidade Federal de Santa Catarina (UFSC), in Brazil. This museum represents the pilot case study for the creation of an interactive and digital model through the use of open source platforms, with the aim of expanding the public of small museums, which constitute the majority of the cultural heritage worldwide, as well as promoting inclusive practices of ethnic minorities, such as the Indios of the Santa Catarina state. The study aims to research the main anthropological characteristics and customs of the indigenous cultures of the state of Santa Caterina and allows to trace a path through the world of childhood expressed in the imagination of the game. The project involved the creation of a photographic exhibition on traditional games within the Xokleng tribes of the state of Santa Catarina. A virtual path was added to this exhibition, offered to visitors through a digital platform and supported by the use of QR codes, which enriched the experience of the exhibition visit. The proposed didactic-digital design aims to guarantee respect, access and recognition to different conceptions of education, museum, childhood and socio-cultural diversity.
Castelli, Margherita. "Tre guide francesi sull'Italia del Sud: analisi argomentativa del discorso turistico." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7097/.
Full textCasanova, Giulia. "Frida Kahlo di Maria Isabel Sanchez Vegara in italiano: tradurre letteratura per l?infanzia per educare alla parita di genere." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.
Find full textIoli, Lucia. "Interpretare per le donne vittime di violenza: uno studio di caso sulla rete antiviolenza dell'AUSL Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22821/.
Full textMontenovo, Giulia. "La letteratura per l’infanzia in Cina e in Italia attraverso due romanzi: così lontani eppure così vicini." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16009/.
Full textProspero, Riccardo. "ATRIUM un percorso alla scoperta di un patrimonio dimenticato. Proposta di traduzione in portoghese della brochure di presentazione del percorso turistico-culturale dell’associazione ATRIUM, a Forlì." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14162/.
Full textDi, Rubbo Claudia. "La scuola di oggi: accoglienza e integrazione degli alunni stranieri presso la scuola primaria Diego Fabbri, il Child Language Brokering come pratica interculturale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7154/.
Full textMekshaj, Romina. "Proposta di traduzione di alcuni estratti del romanzo Schwarzer Tee mit drei Stuck Zucker di Renan Demirkan." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.
Find full textVASYLIUK, ROKSOLANA. "La risoluzione delle controversie attraverso l’istituto giuridico internazionale e culturale della mediazione. Il contesto e i regimi della regolamentazione in alcuni Stati post sovietici (nella Federazione Russa, nella Georgia e nell’Ucraina)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2021. http://hdl.handle.net/11584/313152.
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