Academic literature on the topic 'Edifici agricoli'

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Journal articles on the topic "Edifici agricoli"

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Serraglio, Riccardo. "Pedrinhas Paulista. Una colonia di emigranti italiani in Brasile negli anni della ricostruzione postbellica." TERRITORIO, no. 91 (June 2020): 128–37. http://dx.doi.org/10.3280/tr2019-091013.

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Abstract:
Nel 1952 la Compagnia Brasiliana di Colonizzazione e Immigrazione Italiana istituì la colonia agricola di Pedrinhas Paulista, riservata a lavoratori provenienti dall'Italia. L'architetto Rosario Megna curò la pianificazione urbana e territoriale del nuovo insediamento attenendosi ai principi della razionalità e dell'economia. Nel mezzo del latifondo organizzò un villaggio all'interno del quale erano distinti settori per gli edifici comunitari, per i quartieri residenziali e per gli impianti di trasformazione dei prodotti agricoli. Le case per i lavoratori, sia quelle disposte nell'area urbanizzata sia quelle nelle aree agricole, furono dotate di accessori adeguati alle condizioni locali. Le soluzioni urbanistiche e architettoniche elaborate da Megna hanno posto le basi per il successo della colonia di Pedrinhas, che al giorno d'oggi è una città di circa tremila abitanti sostenuta da una fiorente economia agricola.
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Cascone, Giovanni, and Claudia Arcidiacono. "DEFINIZIONE DI UN METODO DI VERIFICA PER FORZE SISMICHE COMPLANARI ALLE PARETI DI EDIFICI AGRICOLI TRADIZIONALI." Journal of Agricultural Engineering 38, no. 2 (June 30, 2007): 39. http://dx.doi.org/10.4081/jae.2007.2.39.

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Thomas, Robert, and Andrew Wilson. "Water supply for Roman farms in Latium and South Etruria." Papers of the British School at Rome 62 (November 1994): 139–96. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010060.

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Abstract:
RIFORNIMENTO D'ACQUA PER LE FATTORIE ROMANE DEL LAZIO E DELL'ETRURIA MERIDIONALENumerose cisterne sono note da siti rurali nell'area di Roma, molte troppo grandi per essere state riempite con acqua piovana scaricata dai tetti degli edifici. La presenza di rifornimenti esterni per le cisterne è stata anche confermata dal ritrovamento di numerose sezioni di canali, condotte e tubi. Il confronto della capacità delle cisterne con le quantità d'acqua necessarie per irrigazione e per altri usi agricoli suggerisce che le cisterne permettessero un rifornimento idrico per uso domestico e per gli animali, permettendo inoltre di irrigare piccoli orti, ma non estesi campi coltivati. La localizzazione di queste strutture idriche viene esaminata in relazione alia generale topografia di alcune aree. Viene proposto che le ville, le fattorie e gli insediamenti rurali ottenessero acqua da una serie di possibili sistemi di acquedotto, che andavano dalla presenza di rubinetti nel più generale sistema di acquedotti romani, alla presenza di acquedotti più piccoli amministrati da una municipalità locale, fino alla presenza di sistemi a piccola scala costruiti e mantenuti da cooperative o da privati
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Dissertations / Theses on the topic "Edifici agricoli"

1

BOFFA, ENRICO. "Atlante archi_colturale. Architettura e agricoltura: nuovi temi per il progetto." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2014. http://hdl.handle.net/11583/2541292.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca affronta un tema disciplinare apparentemente “minore”, come quello del progetto di architettura nei territori rurali e agricoli. Tema che storicamente ha avuto una grandissima rilevanza, ma che nel corso della modernità novecentesca è stato radicalmente abbandonato nelle mani di altre competenze e discipline, essenzialmente di matrice tecnica. L’agricoltura rappresentava infatti un tema “residuale” e per certi versi anacronistico. La dimensione morfologica e paesistica degli spazi rurali è ritornata progressivamente in auge col farsi degli anni ’80 e ’90 dello scorso secolo, in concomitanza con l’affermarsi del turismo soft ed ecocompatibile, con l’inedita attenzione per l’enogastronomia e per i prodotti tipici e locali, per i cosiddetti “territori lenti”. Un’attenzione ancora limitata agli aspetti visibili del paesaggio e ai valori della storia, più che al progetto di architettura (se si esclude il fenomeno anche mediatico delle cantine “griffate”) nelle sue molteplici valenze. In anni recenti si è entrati invece in una sorta di seconda fase, complice anche la crisi e la ritrovata dimensione produttiva ed economica dell’agricoltura. Per la prima volta dopo decenni, i dati dell’ultimo Censimento nazionale sull’agricoltura mostrano un nuovo dinamismo del settore. Analogamente, le proposte di legge sul consumo dei suoli non pongono più al centro il solo tema della salvaguardia del “bel paesaggio”, ma anche e soprattutto l’importanza del mantenimento di terreni agricoli per le produzioni di qualità. Una sorta di capovolgimento che trova riscontro, a livello europeo, in una serie di progetti di architettura di qualità che cercano di interpretare questa molteplicità di temi e di valori attraverso l’intreccio con l’architettura. Una multi-dimensionalità progettuale che mette insieme, contemporaneamente, qualità del paesaggio e dei manufatti, esigenze tecniche e produttive, tecnologie ecosostenibili, residenzialità e ricettività, “vetrina” per le produzioni agricole locali. Proprio il tema che struttura le “filosofie” dei finanziamenti dell’Unione Europea in merito al settore, che rappresentano un punto di riferimento importante per indirizzare le politiche e le progettualità. La tesi si struttura in tre parti distinte. Nella prima parte si approfondisce l’analisi dei recenti cambiamenti e trasformazioni del sistema agricolo e di come questa ristrutturazione del settore abbia influenzato l’evoluzione del concetto di ruralità, ponendo particolare attenzione alla multifunzionalità dell’agricoltura, come elemento principale dello sviluppo locale dei territori all’interno delle politica dell’Unione Europea. Si sono evidenziate alcune possibili chiavi d’accesso per quanto riguarda il progetto d’architettura nel settore agricolo relativamente alle nuove esigenze e caratteristiche legate ai temi della produzione. Questa analisi è stata condotta attraverso sia la lettura e l’approfondimento di testi di economia agraria, sia attraverso l’analisi dell’evoluzione della Politica Agricola Comunitaria e dei suoi vari strumenti attuativi, con particolare attenzione al rapporto tra costruito e paesaggio. La seconda parte racconta la messa in forma dei fenomeni analizzati in precedenza, attraverso la stesura di un atlante di architetture contemporanee agricole sul territorio europeo, realizzate tra il 1997 e il 2013. La raccolta dei progetti, nasce dall’individuazione di alcuni temi comuni fra progetto d’architettura e il settore agricolo nelle sue recenti trasformazioni di sistema. Questi temi (sostenibilità, paesaggio, reinvenzione, autocostruzione), che rappresentano aspetti strategici per quanto riguarda la multifunzionalità in agricoltura e stimolanti campi di ricerca per la disciplina architettonica, sono stati utilizzati sia come criteri di selezione dei casi studio, sia come modalità di lettura critica dei singoli interventi. Nella terza parte è stato analizzato come caso studio un territorio dove l’agricoltura rappresenta un settore di primaria importanza all’interno del tessuto economico: la provincia di Cuneo. Si è condotta una lettura del territorio attraverso la sua caratterizzazione agricola in relazione alle recenti trasformazioni, (in particolare esaminando i risultati del 6° Censimento generale dell’agricoltura) e di come queste abbiano influito sulla strutturazione dei paesaggi rurali e sulla modificazione degli insediamenti produttivi relativi a tale settore. Attraverso l’individuazione dei caratteri di multifunzionalità dell’agricoltura nel territorio della “Granda”, il tentativo è quello di definire possibili temi specifici per il progetto d’architettura rivolti ad uno sviluppo locale all’interno delle linee programmatiche del futuro Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020.
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Scansani, Matteo. "Verifica e studio del comportamento sismico di un edificio prefabbricato in cemento armato ad uso zootecnico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19041/.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi è finalizzato allo studio del comportamento sismico di un edificio prefabbricato in c.a. ad uso agricolo con copertura a doppia falda, costituito da componenti strutturali le cui caratteristiche costruttive sono descritte negli elaborati grafici di progetto esecutivo allegati al termine della trattazione, ed in particolare come caso di studio si è utilizzato un capannone sito a Mirandola (MO), comune recentemente interessato dallo sciame sismico che ha colpito l’Emilia Romagna il 20-29 maggio 2012. L’obiettivo è quello di approfondire la modellazione di elementi modulari portanti per la realizzazione di questa tipologia di strutture, quali i capannoni agricoli, sulla base di una questione sollevata dal parere del Comitato Tecnico Scientifico della Regione Emilia-Romagna “in merito alla realizzazione di tre edifici prefabbricati a moduli, destinati ad allevamento con pareti prefabbricate e tegoli di copertura indipendenti (Rif. prot. int. n. 118)”. Questa tipologia di struttura prefabbricata prevede moduli-parete in cemento armato come elementi portanti, disposti sul perimetro del fabbricato e costituiti da due colonne di estremità, collegate a loro volta da un cordolo di base e da uno in sommità, alla stregua di un architrave, sopra ai quali poggiano due falde di tegoli π, incernierati in colmo e legati in gronda con tirante in acciaio armonico, il quale ne contiene la spinta sulle pareti.
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Books on the topic "Edifici agricoli"

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Barbari, Matteo, and Francesco Sorbetti Guerri, eds. L’edilizia rurale tra sviluppo tecnologico e tutela del territorio. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-394-6.

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Abstract:
La II Sezione dell’AIIA ha promosso un’occasione di incontro, confronto e riflessione sul tema “L’edilizia rurale tra sviluppo tecnologico e tutela del territorio” attraverso l’esposizione dei risultati delle più recenti ricerche condotte sull’argomento dai ricercatori del SSD “Costruzioni rurali e territorio agroforestale”. I lavori hanno previsto tre sessioni: nell’ambito della prima sono stati presentati i risultati del PRIN 2008 su “Integrazione di sistemi tecnologici innovativi per il monitoraggio a distanza di animali”, con interventi delle varie Unità Operative coinvolte. Nella seconda e terza sessione sono stati presentati i risultati scientifici di ricerche sui temi dell’Innovazione tecnologica negli edifici agricoli e delle Tendenze nella progettazione di edifici agricoli per un uso sostenibile del territorio.
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2

Pasciuta, Giuseppe. Bagli e masserie di Sicilia: Inventario dei siti e degli edifici a carattere agricolo di interesse storico, paesaggistico e tipologico utilizzabili ai fini agrituristici. Palermo: Regione siciliana, 2001.

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European Commission. Directorate-General for Employment, Industrial Relations, and Social Affairs, ed. Glossarium: Edificios agrícolas, ganadería bovina = Landbrugsbygninger, kvœgavl = Landwirtschaftliche Gebäude, Rinderhaltung = Agrotikes kataskeues, ktēnotrophia booeidōn = Agricultural buildings, cattle rearing = Bâtiments agricoles, élevage bovin = Edilizia zootecnica, allevamento bovino = Landbouwgebouwen, rundveehouderij = Edifícios agrícolas, criação bovina. Luxembourg: Office for Official Publications fo the European Communities, 1996.

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Conference papers on the topic "Edifici agricoli"

1

Ragosta, Annamaria, and Bianca Gioia Marino. "Close to the volcan. Knowledge, conservation and enhancement of a Vesuvian vernacular heritage." In HERITAGE2022 International Conference on Vernacular Heritage: Culture, People and Sustainability. Valencia: Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/heritage2022.2022.15377.

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Abstract:
Nell'area circostante le pendici del vulcano è individuabile un reticolo storico di architettura rurale creato dalla nota fertilità del suolo vesuviano. Il terreno, ricco di minerali per la natura piroclastica del sito, ha favorito fin dall'epoca romana la costruzione di strutture agricole, più o meno concentrate in aree dove la natura impervia del suolo consentiva un proficuo insediamento per la coltivazione. La rete di tali esempi di architettura vernacolare, situata entro i confini del Parco Nazionale del Vesuvio, è ancora oggi visibile, seppur frammentata e in stato di abbandono. Una ricerca in corso ha permesso di effettuare una prima rigorosa indagine. Tali edifici sono espressione di criteri distributivi coerenti con la loro funzione e rappresentano lo stretto rapporto tra tipologia insediativa e territorio. Questa particolarità si riflette fortemente nelle tecniche costruttive e rappresenta anche la testimonianza materiale di un particolare savoir-faire edilizio tramandato nei secoli. Vengono utilizzati materiali prelevati dal sito (es. lave, schiuma lavica, lapilli, pomice, ecc.) e sebbene non vi sia un'esatta estrazione della pietra, esiste la tecnica 'a cantieri' con una malta forte come legante. La tipologia è diversificata: dal piccolo presidio all'edificio disposto su due livelli, talvolta turriti, a seconda dell'impegno produttivo e colturale. A differenza delle masserie tradizionali poste più a valle, già oggetto di una notevole storiografia, questi casi di architettura rurale posti più a monte non sono mai stati oggetto di indagine sistematica. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli.
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