Journal articles on the topic 'Economia di mercato'

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Signorelli, Marcello. "Toniolo: un economista “keynesiano” e molto di più." Società e diritti 7, no. 14 (December 8, 2022): VII—XI. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/19357.

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Abstract:
L’articolo considera alcuni aspetti del complesso pensiero economico-sociale di Giuseppe Toniolo sulla scia di alcune presentazioni del libro di Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi (“Economia umana. La lezione e la profezia di Giuseppe Toniolo: una rilettura sistematica”, Vita e Pensiero, Milano, 2021). In particolare emerge la figura di un economista “keynesiano ben prima di Keynes” sulla necessità di politiche di contrasto degli shock, ricco di saggezza sui fallimenti del mercato e dello stato, fautore di un ruolo importante per i corpi intermedi nonché chiaro sostenitore della impossibilità di separare etica ed economia..Parole chiave: “keynesiano”; corpi intermedi; etica ed economia; riduzionismo.
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Fadda, Sebastiano. "Le istituzioni economiche: chiave per comprendere e per superare la crisi." ARGOMENTI, no. 30 (March 2011): 23–38. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-030002.

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Abstract:
L'articolo richiama la necessitŕ di utilizzare le categorie della "economia istituzionale" per capire meglio le radici dell'attuale crisi e per individuare le misure piů appropriate per il suo superamento. Questo approccio viene applicato con riferimento a tre campi: la natura della crisi, la debolezza della struttura produttiva italiana e il problema dello sviluppo economico del Mezzogiorno. Con riferimento al primo balzano in evidenza gli aspetti della regolamentazione dei mercati finanziari e delle variabili distributive. Con riferimento al secondo emerge l'importanza dell'estensione della concorrenza, dell'innovazione, dell'accumulazione del capitale umano, delle infrastrutture materiali e immateriali, degli assetti fiscali e distributivi, della flessibilitŕ congiunta con la sicurezza nel mercato del lavoro. Con riferimento al terzo, viene messo in evidenza il fatto che il problema dello sviluppo del Mezzogiorno sia principalmente un problema di "sviluppo istituzionale", a causa della presenza di modelli di comportamento degli agenti economici incompatibili con il funzionamento di una efficiente attivitŕ produttiva. Infine vengono proposte alcune considerazioni sul processo del cambiamento istituzionale, indicando l'importanza del progresso tecnologico, delle relazioni di potere e dei "valori".
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Bertin, Giovanni. "Welfare e sviluppo locale." ARGOMENTI, no. 29 (October 2010): 85–104. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-029004.

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Abstract:
I sistemi di welfare stanno attraversando un processo di profonda trasformazione interna e di legami con il sistema economico. Il passaggio dalla modernitŕ alla neo modernitŕ cambia il rapporto fra economia e welfare, non piů visto come fattore di risposta ai fallimenti del mercato, ma come motore dello sviluppo locale. Le politiche sociali incidono sulla salute, sulle capability e sul capitale sociale delle persone. Questi fattori costituiscono i determinanti sociali dello sviluppo locale. Lo studio dei sistemi locali di welfare e dei loro legami con lo sviluppo fa emergere alcune evidenze empiriche della relazione fra determinanti sociali e sviluppo locale.
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Corritore, Renzo P. "Horrea. Un'istituzione che «va e viene» nella politica annonaria delle cittŕ di antico regime." STORIA URBANA, no. 134 (June 2012): 11–29. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-134002.

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Abstract:
Approvvigionamento - Conservazione e distribuzione dei grani - Mercato - Storia urbana - Cittŕ italiane, secc. XIII-XVIII Quanto sia diffuso e quale natura abbia - innanzi agli interessi privati soprattutto - il Magazzino pubblico dei grani nelle cittŕ dell'Italia centro settentrionale nei secoli XIII-XVIII sono aspetti sufficienti a porre in discussione alcuni capisaldi della concezione tradizionale dell'Annona. In cittŕ la formazione di stock alimentari eccedenti il fabbisogno dei consumatori č di fatto un miraggio. Granai, magazzini, solai, strutture specializzate per il ricovero delle derrate sono un bene raro. La distribuzione del raccolto č ineguale, la struttura delle scorte fra i particolari ancor piů sperequata. Anche laddove si manifesta la volontŕ del ceto di governo o dell'autoritŕ di istituire un Magazzino municipale (o statale) non si esce da una forzata sussidiarietŕ - per la carenza degli spazi di ricovero - fra strutture pubbliche e granai privati. L'istituzione di un Magazzino pubblico dei grani a carattere permanente č quindi piů l'eccezione che la regola nelle cittŕ di antico regime. Qualora invece lo si faccia, si tratta di un'istituzione transitoria (da economia di guerra) oppure tende ad assumere il ruolo di fondamentale leva economica alla quale il ceto dirigente affida il compito di stabilizzare i prezzi di mercato anche nelle fasi di sovrapproduzione.
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Rubans’ka, Yuliya, and Gianfranco Franz. "Geografia del potere e grandi progetti urbani in una cittŕ dell'ucraina." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 123–39. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104008.

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Abstract:
L'evoluzione delle politiche di sviluppo urbano nel contesto europeo degli ultimi decenni č stata caratterizzata da modifiche strutturali nelle relazioni di potere: dal governo della cittŕ, incentrato sulla pianificazione urbanistica e il piano regolatore si č passati a forme piů o meno articolate e solo in parte pluraliste di governance urbana, grazie alle quali importanti gruppi immobiliari, immobiliaristi improvvisati e free-riders, importanti gruppi industriali alleati con le grandi centrali del credito e della finanza, hanno trovato maggiori consensi politico-culturali e minori difficoltŕ procedurali nel dirigere, imporre e realizzare grandi progetti di trasformazione urbana. La progressiva crescita del mercato immobiliare, sostenuto e drogato dal mercato finanziario, ha facilitato la proposizione e la realizzazione di GPU, almeno fino al 2007/2008, anno del crack finanziario occidentale, dal quale sono rimasti parzialmente immuni Paesi emergenti le cui economie non erano state ancora tanto profondamente modificate dal sistema finanziario di Stati Uniti ed Europa occidentale. Con differenze di scala e di magnitudo una folta schiera di cittŕ europee e nordamericane si sono impegnate nella realizzazione di GPU, seguite in questo processo dalle principali cittŕ di Paesi emergenti o di potenze in via di consolidamento (Pechino, Shangai, San Paolo, Cittŕ del Messico ecc.). Anche cittŕ piccole e medie si sono impegnate nella sfida di innovare e trasformare i propri tessuti, la propria economia e il proprio rango urbano, investendo in progetti affidati molto spesso alle cosiddette "archistar" internazionali o a societŕ di progettazione parti- colarmente avanzate sui temi della costruzione ecologica e del risparmio energetico. Il presente saggio propone un caso studio particolarmente interessante, caratterizzato da dinamiche precipue e non riscontrabili in molti altri contesti: le recenti trasformazioni urbane nella cittŕ di Dnipropetrovsk (Nipropetrovsk), capoluogo dell'omonima regione, una delle cittŕ principali dell'Ucraina dal punto di vista economico, politico e culturale.
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Costa, Paolo. "Le istituzioni dell'uomo, il diritto e l'economia. Una breve riflessione a partire dal pensiero di Giambattista Vico." ECONOMIA PUBBLICA, no. 1 (March 2021): 45–53. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-001003.

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Abstract:
Il rapporto tra istituzioni ed economia è spesso acriticamente rappresentato come rapporto tra Stato e mercato, tra autorità della legge e libertà della concorrenza. Gli intrecci storici e metodologici tra i fenomeni in questione e le relative scienze sono in realtà più profondi. Sembrano condurre, attraverso percorsi epistemici ora più percepibili ora più carsici, a comuni matrici antropologiche, già visibili ad esempio in un autore epocale quale Giambattista Vico.
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Nicotra, Danilo. "Governance e globalizzazione oltre la actor-network theory." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 2 (July 2012): 125–43. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-002008.

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Abstract:
L'obiettivo di questo saggio č di fornire una sistematizzazione di tre concetti chiave o, meglio, tre coppie di concetti: neoliberalismo/neoliberismo, globalizzazione/governance e network economy/networked polity. Il nucleo delle tre coppie di concetti č il medesimo e si specifica sotto tre distinti profili: il rapporto tra economia e politica o, se si vuole, tra stato e mercato, big business e big government. Il saggio si propone di offrire alcune "istruzioni per l'uso" per "assemblare" di nuovo la macchina governativa. Oggi, infatti, ci troviamo paradossalmente di fronte all'esigenza di montare assieme le parti di un nuovo Leviatano che la actor-network theory, proposta da Latour e Callon, ha "smontato" solo tre decenni fa.
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Bartholini, Ignazia, and Rafaela Pascoal. "Il cibo come mezzo per una convivenza ostipitale. Gli equilibri fragili del cotto e del crudo fra migranti e popolazione autoctona in un mercato di Palermo." MONDI MIGRANTI, no. 2 (August 2021): 55–71. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-002003.

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Abstract:
Questo articolo propone il concetto di ostipitalità (Derrida, 2000) per analizzare i collegamenti tra cibo, appartenenze e commensalità. L'osservazione partecipante e le interviste semi-strutturate permettono di individuare, nelle diverse aree e tra le tipologie di attività commerciali del mercato di Ballarò, le forme di "convivenza armata" fra autoctoni e migranti e di relativa prevalenza del "cotto" e/o del "crudo". Se il cibo cotto è ospitale a determinate condizioni, il cibo crudo ha maggiori probabilità di stabilire ostipitalità durevole oltre che condizionata. A Ballarò la prevalenza degli esercizi commerciali del crudo sembra costituire un freno rispetto alla delocalizzazione degli ipermercati e ai processi di disembedding tra economia e vita sociale urbana (Polanyi, 1944; Giddens, 1991).
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Fregonara, Elena, and Alice Barreca. "Economics for sustainability: impacts on the real estate appraisal and economic evaluation of projects." Valori e Valutazioni 29 (January 2022): 5–22. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212903.

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Abstract:
The aim of this piece of work is to present the recent developments of the discipline of Real Estate Appraisal and Economic Evaluation of Projects in relation to Sustainable Architecture and its design. The focus is on the principles borrowed from economics and, in particular, on the transition from a linear to a circular thinking and the related impacts on estimative theories and practices. Starting from the urgency of the underlying problems, Life Cycle Thinking is recalled within which the theories of the Green Economy, the Circular Economy and, recently, the Helical Economy are developed. The reasoning then recalls some passages of disciplinary evolution to include the public, environmental and social dimension. A methodological survey follows with attention to the recent – and now almost consolidated – approaches for projects evaluation and market analysis, attributable to international energy-environmental policies. In terms of the evaluation of new construction projects or retrofitting existing assets, the transition from the financial perspective, in terms of Linear Economy, to the perspective of economic-energy-environmental sustainability, from a Circular Economy perspective, is a central point. From the point of view of market analysis, the importance of exploring the impact of sustainable architecture on the values and dynamics of supply and demand is underlined. The results of the work show that the use of life cycle valuation is essential for the reuse of resources, but also for the containment of their consumption in the production phase. The use of tools capable of jointly analyzing energy and costs could guide decision-making processes between different design options, encouraging conversion and efficiency strategies, even in contexts of weak sustainability. Obiettivo del lavoro è presentare i recenti sviluppi espressi dalla disciplina dell’Estimo e Valutazione Economica dei Progetti in relazione all’Architettura sostenibile e alla sua progettazione. L’attenzione è posta sui principi mutuati dall’Economia e, in particolare, sul passaggio dalla visione lineare alla visione circolare e i relativi impatti sulle teorie e pratiche estimative. A partire dall’urgenza dei problemi sottostanti, viene richiamato il Life Cycle Thinking in seno al quale si sviluppano le teorie dell’Economia Verde, dell’Economia Circolare e, recentemente, dell’Economia Elicoidale. Il ragionamento richiama poi alcuni passaggi dell’evoluzione disciplinare per includere la dimensione pubblica, ambientale e sociale. Segue una ricognizione metodologica con attenzione agli approcci recenti - ma ormai consolidati - per la valutazione dei progetti e per le analisi di mercato, riconducibili alle politiche internazionali in materia energetico-ambientale. Sul versante della valutazione dei progetti di nuova costruzione o di retrofit del patrimonio esistente, centralità è posta sul passaggio dalla prospettiva finanziaria, in ottica di Economia Lineare, alla prospettiva della sostenibilità economico-energetico-ambientale, in ottica di Economia Circolare. Sul versante delle analisi di mercato, è rimarcata l’importanza di esplorare l’impatto dell’architettura sostenibile sui valori e sulle dinamiche della domanda e dell’offerta. I risultati del lavoro evidenziano come l'impiego della valutazione nel ciclo di vita sia fondamentale per il riuso delle risorse, ma anche per il contenimento del loro consumo in fase produttiva. L’uso di strumenti capaci di analizzare congiuntamente l’energia e i costi potrebbe orientare i processi di decisione fra opzioni progettuali diverse, incentivando strategie di conversione e efficienza, sia pure in contesti di sostenibilità debole.
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Alpa, Guido. "Quale modello di governo dell'economia in Italia?" ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 1 (October 2011): 7–14. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-001001.

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Abstract:
Le ragioni della crisi che ha investito l'economia globale, e quindi anche il sistema italiano, sono state identificate con una certa approssimazione, ma la discussione č ancora in corso; occorrerŕ ancora tempo per comprendere appieno il fenomeno. In ogni caso, le prime analisi denunciano una sequenza nella quale hanno avuto effetto causale , tra gli altri, alcuni fattori: la crisi del mercato immobiliare negli Stati Uniti, la conclusione di mutui "subprime", la diffusione di contratti derivati e prodotti finanziari ad alto rischio, l'inattendibilitŕ dei criteri di rating, e, piů in generale, la progressiva prevalenza dell'economia finanziaria sulla economia reale Gli orientamenti delle autoritŕ nazionali si sono divisi in tre diversi modi di operare: l'intervento ad adiuvandum delle imprese in crisi e a sostegno del sistema finanziario; l'astensione da qualsiasi interferenza con la naturale evoluzione della situazione, ritenendosi sufficiente la smithiana "mano invisibile" a porre rimedio alla crisi; l'assenza di decisioni e quindi di provvedimenti, posizione che si avvicina alla soluzione astensionista, ma che si connota per la carenza di una valutazione complessiva delle cause e dei possibili rimedi. In questo contesto appare opportuno un ripensamento di tutte le componenti del sistema economico, e tra esse le tipologie di governance delle societŕ.
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Ferrero, V. "Lorenzo INFANTINO (dir.), Etica della solidarietà ed economia di mercato, ed. Borla, Roma 1994, 135 pp., 12,5 x 21." Scripta Theologica 28, no. 2 (January 24, 2018): 650–51. http://dx.doi.org/10.15581/006.28.16408.

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Albisinni, Ferdinando. "Il diritto agrario europeo dopo Lisbona fra intervento e regolazione: i codici europei dell'agricoltura." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (October 2011): 29–52. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-002003.

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Abstract:
Il lavoro indaga sugli esiti dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, quanto alla disciplina dell'agricoltura europea. L'esame di una serie di riforme, anteriori e successive al Trattato di Lisbona, induce a concludere che la ri-nazionalizzazione e ri-localizzazione di alcune scelte di governo dell'economia agricola si è accompagnata ad una rinnovata articolazione del rapporto fra economia e diritto nella politica agricola comune. Il diritto in senso proprio, il diritto regolatorio, in contrapposizione con il diritto incentivante, caratterizza in misura crescente la legislazione di fonte europea in materia agricola. Le riforme della Pac di fine ed inizio secolo si sono così tradotte nella posizione di codici europei dell'agricoltura, dal codice dei regimi di sostegno al reddito [con il reg. (CE) n. 1782/2003, e poi con il reg. (CE) n. 73/2009], al codice dello sviluppo rurale [con il reg. (CE) n. 1257/2009, e poi con il reg. (CE) n. 1698/2005], al codice del mercato e della commercializzazione dei prodotti agricoli [reg. (CE) n. 1234/2007, c.d. regolamento unico Ocm]. Queste discipline di fonte europea dialogano con le discipline di fonte nazionale e compongono, che non è unper i 27 Paesi che oggi compongono l'Unione Europea, ma piuttosto un, nel quale bisogni e soggetti, nazionali, regionali e locali, occupano un posto di rilievo accanto a quello proprio delle scelte disciplinari espresse centralmente.
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Ramseyer, Valerie. "Economia e Mercato nel Mezzogiorno Longobardo (secc. VIII-IX). By Alessandro Di Muro. Società Salernitana di Storia Patria, Nuovi Quaderni Salernitani 1. Salerno: Laveglia & Carlone. 2009. 179 pp. €12. ISBN 978 88 88773 90 2." Early Medieval Europe 21, no. 1 (January 7, 2013): 105–6. http://dx.doi.org/10.1111/emed.12011_4.

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Naidu, Suresh, Eric A. Posner, and Glen Weyl. "Potere datoriale nel mercato del lavoro e rimedi antitrust." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 170 (August 2021): 257–88. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-170005.

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Abstract:
Ricerche recenti mostrano come il potere datoriale nel mercato del lavoro abbia contribuito ad aumentare le diseguaglianze salariali e la stagnazione economica. Sebbene la legislazione anti-trust impedisca alle imprese di restringere la concorrenza nei mercati del lavoro come nei mer-cati del prodotto, il governo federale statunitense non ha fatto molto per affrontare il problema del mercato del lavoro, e le azioni legali sono state rare e in gran parte infruttuose. Una ragione è che le tecniche di analisi antitrust ideate per valutare il potere datoriale nel mercato del lavoro sono di gran lunga meno evolute rispetto alle regole ideate per stimare il potere (di mercato) nel mercato del prodotto. Per correggere questa asimmetria, il saggio individua una serie di metodi per stimare gli effetti delle concentrazioni nei mercati del lavoro. Gli Autori estendono poi que-sto approccio ad altre condotte anticoncorrenziali realizzate dai datori di lavoro nei confronti dei lavoratori. Da ultimo, il saggio evidenzia alcuni argomenti e prove che indicano come il potere di mercato possa essere addirittura più significativo nei mercati del lavoro che nei mer-cati del prodotto.
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Lissowska, Maria. "Approaches, Hopes and Reality in Transition Economies." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 4 (December 2010): 7–32. http://dx.doi.org/10.3280/qu2010-004001.

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Abstract:
Sono passati poco piů di venti anni dalla caduta del Muro di Berlino. La transizione dall'economia pianificata all'economia di mercato avrebbe dovuto portare sia democrazia che sviluppo economico nei Paesi ex comunisti. Tuttavia, molte economie in transizione non hanno ancora raggiunto ne un piů alto livello di ricchezza economica ne un maggiore sviluppo democratico, mentre si osservano fondamentali differenze nei sentieri di transizione di quei Paesi. La relativa migliore posizione nella transizione della maggior parte dei Paesi dell'Europa Centro Orientale rispetto alle Repubbliche ex Sovietiche, sia in termini economici che politici, puň essere spiegata sulla base dei diversi livelli di capitale sociale, fiducia, coinvolgimento della societŕ civile, performance del mercato del lavoro, e dall'emergenza di una classe media che ha portato migliori livelli di democrazia e poi di sviluppo.
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Rowley, Charles K., and Michelle A. Vachris. "Why Democracy does not Necessarily Produce Efficient Results*." Journal of Public Finance and Public Choice 12, no. 2 (October 1, 1994): 95–111. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539905.

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Abstract:
Abstract Questo scritto presenta alcune obiezioni alla tesi ottimistica, esposta da Donald Wittman, secondo cui la democrazia produrrebbe risultati efficienti.Secondo Wittman, sia il mercato politico che quello economico operano in modo efficiente. A suo avviso, molte delle argomentazioni in sostegno dell’efficienza dei mercati economici si applicano egualmente ai mercati politici democratici.Conseguenza di quest’analisi dovrebbe essere che i governi democratici affideranno ai mercati economici quei compiti in cui essi riescono meglio.Nella sua analisi, tuttavia, Wittman ignora i risultati teorici conseguiti dalla scuola di Virginia circa il fallimento dello Stato. Un primo aspetto riguarda il meccanismo concorrenziale politico che può avere caratteristiche di concorrenza imperfetta, se non di monopolio. Un secondo aspetto è il fatto che il teorema dell’elettore mediano, che era stato proposto a dimostrazione dell’efficienza del sistema democratico, si è rivelato privo di realismo.Anche i gruppi d’interesse possono distorcere i risultati di un sistema democratico in misura maggiore o minore, a seconda delle caratteristiche istituzionali dei particolari mercati politici. La teoria della burocrazia di Niskanen, inoltre, dimostra come gli stessi politici non controllino pienamente la spesa pubblica, ma dipendano dai burocrati, il cui obiettivo è l’espansione del loro bilancio.
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Cedrola, Elena, Giancarlo Ferrero, and Gianluca Gregori. "Marketing & Sales oltre la crisi: i cambiamenti in atto nelle medie imprese." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 2 (June 2011): 9–28. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-002002.

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Abstract:
La crisi economica internazionale ha modificato struttura e tendenze di molti mercati. Pochi sono gli studi finora condotti sulle conseguenze per le funzioni di marketing e di vendita. Questo articolo presenta i risultati di un'indagine svolta presso un campione di medie imprese, rivolta a comprendere i cambiamenti in atto nelle strategie di mercato e nel ruolo e nell'importanza attribuita a queste funzioni. I risultati evidenziano il progressivo affermarsi in queste imprese di un piů deciso orientamento al mercato, a cui si associa una maggiore valorizzazione di queste funzioni. La funzione di vendita viene a svolgere un ruolo importante anche per l'analisi dei clienti e dei mercati, in una quadro di crescente collaborazione con la funzione di marketing. Permane, tuttavia, un significativo gap tra le finalitÀ che si vorrebbe perseguire e le risorse destinate a queste attivitÀ.
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Rositi, Franco. "Valore | prezzo di mercato, Sociologia | Economics." Quaderni di Sociologia, no. 77 (August 1, 2018): 7–34. http://dx.doi.org/10.4000/qds.2015.

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Wagner, Richard E. "Parasitical Political Pricing, Economic Calculation, and the Size of Government: Variations on a Theme by Maffeo Pantaleoni*." Journal of Public Finance and Public Choice 15, no. 2 (October 1, 1997): 135–46. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907782888.

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Abstract:
Abstract Il lavoro estende 1’originate intuizione di Maffeo Pantaleoni che vede due distinti meccanismi del prezzo nelle contemporanee economie miste. Da una parte, vi è il meccanismo del prezzo del mercato, caratterizzato da diritti di proprietà esclusivi. Dall’altra, vi è il meccanismo di prezzo del sistema politico, distinto, fra le altre cose, da comitati amministrativi e proprietà comune. Si enfatizza come il sistema di prezzo politico può esistere solo in presenza del mercato ma non viceversa.Tramite una semplice illustrazione si suggerisce che i «mercati politici» sono parassitari nei confronti di quelli privati. A volte questo parassitismo può essere benefico, come nel caso dei beni pubblici; mentre altre volte è nocivo, come nel caso dei sussidi pubblici che promuovono imprese inefficienti.
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da Empoli, Domenico. "The Italian Law for the Protection of Competition and the Market." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 69–78. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344956.

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Abstract:
Abstract Gli studi attinenti alla «politica della concorrenza” sono uno dei settori nei quali da maggior tempo collaborano economisti e giuristi, dato che, in assenza di questa cooperazione, i soli strumenti di cui dispone l’economista, senza quelli del giurista, non sono sufficienti ad interpretare ed applicare le norme antitrust.Soprattutto sulla spinta di queste esigenze si è sviluppato nelle Università americane l’insegnamento di corsi di «Law and Economics», disciplina ormai consolidata.Da un punto di vista intellettuale, pertanto, non vi è dubbio che il tema della concorrenza sia di particolare interesse.Peraltro, già da qualche tempo le opinioni degli studiosi circa gli effetti della politica della concorrenza e, quindi, sull’opportunità di introdurre una specifica legge al riguardo e, poi, di applicarla in modo rigoroso, non sono molto concordi.L’atteggiamento critico nei riguardi dell’intervento pubblico che caratterizza l’epoca attuale e che si può sintetizzare nella nozione di «fallimento dello Stato», non ha risparmiato neppure la politica della concorrenza, sui cui effetti sono state avanzate, e permangono, numerose incertezze.Peraltro, se un atteggiamento critico poteva avere un suo fondamento apprezzabile nei momento in cui si discuteva dell’opportunity o meno di introdurre questa legge, non vi è dubbio che, una volta che questa sia entrata in vigore, essa debba essere oggetto di studio, sempre critico, ma costruttivo.Per questo motivo, è apparsa molto utile la pubblicazione su questo numero di Economia delle Scelte Pubbliche degli atti di un convegno internazionale, organizzato a Reggio Calabria nei dicembre del 1990 dall’Istituto Superiore Europeo di Studi Politici, che ha avuto come oggetto la nuova legge italiana della concorrenza, confrontata con le normative già in vigore presso altri Paesi OCSE, oltre che con la normativa CEE.Assieme ai testi delle relazioni, viene anche pubblicato il testo della legge, sia nella traduzione inglese che in quella francese (ambedue non ufficiali).L’ordine di pubblicazione dei diversi contributi segue il seguente schema: dopo questa presentazione della legge italiana, segue l’articolo di Claudio Menis sulle relazioni tra legislazione CEE e legge italiana. Successivamente, vengono pubblicati (seguendo l’ordine alfabetico per paese) gli scritti che riflettono valutazioni della legge italiana alla luce dell’esperienza nazionale di ciascuno dei Paesi OCSE rappresentati: Belgio (van Meerhaeghe), Francia (Charrier), Germania (Ruppelt), Spagna (Canivell), Svizzera (Baldi) e Regno Unito (Howe).Infine, un articolo di Eric Lacey confronta i lineamenti essenziali della struttura della legge italiana con quelli della media dei Paesi OCSE.La presentazione della legge italiana, non è compito facile per un economista, per la necessità di ricorrere a termini giuridici molto specialistici.La legge considera tre principali fattispecie che sono suscettibili di danneggiare la concorrenza: i cartelli che restringono la libertà di concorrenza, l’abuso di posizione dominante e le concentrazioni.I «cartelli” (o «intese») sono definiti dalla legge come «gli accordi e/o le pratiche concordati tra le imprese, nonché le deliberazioni, anche se adottate ai sensi di disposizioni statutarie o regolamentari, di consorzi, associazioni di imprese ed altri organismi similari». Esse sono vietate quando «abbiano per oggetto, o per effetto, di impedire, restringere o falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza all’interno del mercato nazionale o in una sua parte rilevante” (art. 1).L’«abuso di posizione dominante” è vietato dall’art. 3, che include anche una casistica, peraltro non del tutto esauriente, circa situazioni identificabili come abuso di posizione dominante.Le «operazioni di concentrazione», d’altra parte, hanno luogo, secondo l’art. 5, «quando due o più imprese procedono a fusione», «quando uno o più soggetti in posizione di controllo di almeno un’impresa ovvero una o più imprese acquisiscono direttamente o indirettamente [...], il controllo dell’insieme o di parti di una o più imprese», e «quando due o più imprese procedono, attraverso la costituzione di una nuova società, alla costituzione di un’impresa comune». Sulla base dell’art. 6, tali operazioni sono vietate quando costituiscono o rafforzino una posizione dominante sul mercato.L’organo che ha il compito di garantire l’appHcazione della legge è l’Autorità, che è stata creata appositamente e che è composta da quattro membri, più il presidente, nominati sulla base di una determinazione adottata d’intesa dai presidenti dei due rami del Parlamento.Una caratteristica fondamentale del nuovo organo per la tutela della concorrenza è la sua indipendenza dal potere politico, che viene attenuata soltanto a proposito delle operazioni di concentrazione. Come afferma, infatti, l’art. 25, il Consiglio dei Ministri può elaborare criteri di carattere generate che autorizzino operazioni che sarebbero vietate ai sensi dell’art. 6 e, inoltre, può anche vietare specifiche operazioni di concentrazione qualora vi partecipino «enti o imprese di Stati che non tutelano l’indipendenza degli enti o delle imprese con norme di effetto equivalente a quello dei precedenti titoli o applicano disposizioni discriminatorie o impongono clausole aventi effetti analoghi nei confronti di acquisizioni da parte di imprese o enti italiani».Oltre ai poteri d’istruttoria e decisione nei riguardi delle tre fattispecie di cui si è detto, con la possibilità d’imporre anche sanzioni pecuniarie, l’Autorità ha anche poteri conoscitivi e consultivi, sulla cui base può esprimere pareri, o di sua iniziativa o su richiesta del presidente del Consiglio dei Ministri.
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Costa, Giancarlo, and Marco Li Calzi. "Sulla vitalità di un mercato finanziario." Rivista di Matematica per le Scienze Economiche e Sociali 17, no. 2 (September 1994): 49–60. http://dx.doi.org/10.1007/bf02088979.

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Duczkowska-Malysz, Katarzyna, and Malgorzata Piasecka. "Il commercio dei prodotti agroalimentari tra la Polonia e l'Unione europea, con particolare riferimento al commercio con l'Italia." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2010): 127–49. http://dx.doi.org/10.3280/aim2008-003006.

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Abstract:
Il lavoro costituisce uno studio approfondito della situazione economica del settore agroalimentare polacco prima e dopo l'ingresso della Polonia nell'Unione europea. La prima parte si concentra sulla situazione delle imprese - tra cui quelle agroalimentari - dopo la loro adesione al Mercato unico e di fronte ai processi di globalizzazione. Sono indicate sia le conseguenze positive dell'apertura dei mercati per le imprese sia le loro debolezze. L'autrice formula, inoltre, delle sfide che devono essere affrontate dall'intero sistema agroalimentare polacco, nonchè delle chances che dovrebbero essere ancora sfruttate. La seconda e la terza parte del lavoro sono dedicate all'analisi dell'andamento del commercio agroalimentare polacco rispettivamente, nei primi anni dopo l'entrata della Polonia nell'Unione europea (parte seconda) e nel periodo più recente, ossia negli anni 2007-2008 (parte terza). Si riportano dettagliati dati statistici e si presentano delle dinamiche dello scambio commerciale dei prodotti di diversi comparti dei mercati agroalimentari. Sono individuati i mercati sui quali le imprese polacche sono più competitive. La quarta ed ultima parte del lavoro ha per oggetto i rapporti commerciali nel settore agroalimentare tra Italia e Polonia. Sono presentate la struttura e l'andamento di questi rapporti. In conclusione si constata che una probabile perdita dell'attuale vantaggio competitivo delle imprese agroalimentari polacche sui mercati dei prodotti "convenzionali" (c.d. commodities), le spingerà a orientarsi verso le produzioni di nicchia, ossia verso prodotti di qualità .
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Corleto, Francesco. "I contratti derivati come strumenti di gestione del rischio nei mercati agricoli (possibili applicazioni nelle borse merci italiane)." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (December 2010): 159–84. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001012.

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Abstract:
Negli ultimi anni, il settore agricolo ha subito profonde trasformazioni. Le istituzioni dell'Unione Europea hanno, da qualche anno, dedicato particolare attenzione al tema della gestione del rischio in agricoltura. L'evoluzione di un sistema che si discosti dalle misure di stabilizzazione dei mercati e dei prezzi, che per oltre cinquanta anni la Pac ha garantito attraverso il sostegno dei redditi degli agricoltori, non può che seguire progressivamente tappe intermedie. La riforma della Pac, varata nel 2003, ha previsto, infatti, l'introduzione di un sistema di riduzione progressiva obbligatoria dei pagamenti diretti per il periodo 2005-2012. In questo modo, nel 2013 si arriverà ad un sistema in cui gli interventi di sostegno saranno completamente disaccoppiati dalla produzione. Tale aiuto al reddito, soprattutto nella misura disaccoppiata al cento per cento, rischia però di essere socialmente impopolare, in particolare in tempi di stagnazione economica. Lo sviluppo dei mercati finanziari e la presenza di specifici servizi finanziari diretti agli agricoltori, infatti, può rappresentare un valido strumento per favorire la stabilizzazione del reddito degli stessi imprenditori agricoli. In virtù di questi cambiamenti, sarebbe opportuno che i singoli imprenditori agricoli utilizzino autonomamente gli strumenti derivati con la finalità di potersi proteggere dai rischi del mercato.
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Palumbo, Antonella, and Attilio Trezzini. "Pierangelo Garegnani: le implicazioni di politica economica della critica dell'economia politica." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 4 (December 2011): 143–56. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-004005.

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Abstract:
Pierangelo Garegnani: le implicazioni di politica economica della critica dell'economia politica Nonostante il suo fondamentale contributo alla critica della nozione neoclassica di capitale, il cuore della ricerca di Pierangelo Garegnani č nell'individuazione di una impostazione teorica alternativa a quella dominante. Nel solco di Sraffa, essa consiste nella riproposizione della teoria classica del valore e della distribuzione e nella costruzione di un approccio classico-keynesiano alla determinazione dell'output. In esso i prezzi non sono indicatori di scarsitŕ, la mancanza di una tendenza spontanea al pieno impiego cancella l'ottimalitŕ delle economie di mercato, la distribuzione del reddito č il risultato di forze sociali e non naturali. Ne consideriamo le implicazioni di politica economica.
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Langlois, Richard N. "Are Economic Models Applicable to Politics?*." Journal of Public Finance and Public Choice 6, no. 2 (October 1, 1988): 83–93. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15760639917540.

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Abstract:
Abstract Le diverse condizioni esistenti in ambito politico rispetto a quelle tipiche delle strutture di mercato legittimano il quesito se la stessa metodologia possa essere adottata per lo studio di ambedue le situazioni.Questo scritto risponde affermativamente: gli strumenti della teoria economica sono, di fatto, applicabili alia politica alio stesso modo in cui lo sono alle tradizionali tematiche economiche.É necessario, peraltro, distinguere tra l’ applicabilityà di un modello (o di una teoria) e il suo grado di validità generale (o generalizzabilità). Tale distinzione corrisponde, approssimativamente, a quella tra spiegazione e previsione, come funzioni di un modello teorico.Se si ammette che i modelli di statica comparata consentono di formulare tendenze piuttosto che previsioni assolute, si può ritenere che i modelli di Public Choice prevedano tendenze che sono tipicamente meno precise di quelle che è possible formulare quando modelli analoghi si applichino al mercato.
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Conti, Giuseppe, and Maria Carmela Schisani. "I banchieri italiani e la haute banque nel Risorgimento e dopo l'UnitÀ." SOCIETÀ E STORIA, no. 131 (May 2011): 133–70. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-001005.

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Abstract:
Nell'Europa di metÀ ottocento i mercanti banchieri furono gli artefici principali della rivoluzione finanziaria, ossia della formazione della banca ‘moderna' e dei mercati finanziari collegati allo sviluppo di societÀ anonime. In Italia ebbero difficoltÀ ad affermare forme di specializzazione, coordinamento, conquista di spazi e di ruoli. La loro azione risentě di un ambiente politico e economico parcellizzato e chiuso in ambiti locali. La concorrenza dei banchieri dellacontribuě al cambiamento ma anche a indebolire potenzialitÀ e dinamiche autonome. Il frazionamento politico, in particolare, ebbe conseguenze rilevanti sulla formazione di un mercato nazionale di titoli pubblici e ritardň la crescita dell'emissione stessa di titoli privati (di ferrovie e banche). Negli stati preunitari molte furono le iniziative, poche quelle che andarono a buon fine. Il debito pubblico e lo sviluppo di alcune istituzioni bancarie seguě percorsi differenziati tra prima e dopo il 1848 per Regno delle Due Sicilie e Stato pontificio, da una parte, e gli altri stati, dall'altra. Per primi l'esposizione debitoria fu particolarmente rilevante dopo la Restaurazione per ragioni diverse dal crescente indebitamento che dopo il 1848 interessň i secondi, Regno di Sardegna, in particolare, dove servě a finanziare guerre e ferrovie. Con l'UnitÀ il peso delle divisioni continuň a disgregare gli interessi e le istanze sociali e territoriali, contribuendo all'insuccesso del programma di centralizzazione del credito (banca d'emissione unica, un grande istituto di credito fondiario e agricolo) secondo un disegno coerente e ambizioso. Prevalsero invece soluzioni di ripiego che finirono per limitare le possibilitÀ di crescita della banca privata in Italia, senza ridurre ancora l'influenza della finanza estera.
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Ferrante, Francesco. "Technical Change, Market Structure and the Efficient Control of Pollution*." Journal of Public Finance and Public Choice 13, no. 1 (April 1, 1995): 51–70. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540057.

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Abstract:
Abstract Allontanandosi da un contesto economico perfettamente competitivo, in cui l’imposta pigouviana è lo strumento correttivo più efficiente, l’intervento pubblico per il controllo delFinquinamento in settori oligopolistici può assumere varie forme. L’analisi formale delle conseguenze dell’azione pubblica si è concentrata su un insieme di strumenti alquanto ristretto, quali imposta sulle emissioni, permessi commerciabili e standards di emissione.Il lavoro si propone di riempire questo vuoto, discutendo in particolare l’impatto congiunto che la struttura di mercato ed il cambiamento tecnico hanno sulla scelta degli strumenti di controllo dell’inquinamento. L’inserimento di questi fattori nell’analisi può fornire indicazioni utili ai fini dell’elaborazione di politiche di controllo dell’inquinamento in specifici settori industriali. Su queste basi l’Autore dimostra che l’efficacia in termini di costi dei mercati artificiali per l’ambiente può essere aumentata in maniera significativa dall’introduzione di misure complementari come un sussidio ‘finalizzato’ al settore Ricerca e Sviluppo.
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Charrier, Guy. "Parallèle entre la loi italienne pour la protection de la concurrence et le système français." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 103–15. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345045.

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Abstract:
Abstract La nuova legge italiana per la protezione della concorrenza e del mercato presenta una notevole analogia, sia nei concetti che nei principali meccanismi applicativi, con le principali legislazioni dei Paesi membri della CEE e soprattutto con quelle che sono state introdotte negli anni più recenti.Il campo d’applicazione riguarda, almeno in principio, tutti i settori di attività, sia nel sistema italiano che in quello francese, poiché nessuna deroga è prevista, salvo per alcune particolari attività, come gli audio-visivi, la stampa, le banche e le assicurazioni.Questa estensione del campo di applicazione della legislazione si spiega con il fatto che essa riguarda tutte le pratiche anti-concorrenziali che vadano a detrimento del buon funzionamento del mercato e che tali pratiche siano suscettibili di provenire da tutti gli operatori economici.In Francia, peraltro, vige una distinzione tra comportamenti diretti a falsare il mercato, e che ricadono sotto le categorie di cartelli e di abuso di posizione dominante, di cui si occupa il Consiglio della concorrenza, e le pratiche restrittive, come il rifiuto di vendere, la subordinazione delle vendite, le discriminazioni e l’imposizione di prezzi, che sono di competenza dei tribunali perché in principio riguardano soltanto i rapporti tra imprese.Un secondo aspetto riguarda l’applicazione delle regole della concorrenza alle persone pubbliche. In principio, le disposizioni della legge italiana circa le imprese pubbliche (art. 8) e quelle della legge francese (art. 53) rispondono soltanto in parte alla questione. Nel diritto francese, quando una persona pubblica agisce da privato, è sottoposta alle leggi che riguardano il comportamento dei privati. Una difficoltà sorge, invece, quando questa persona pubblica, agendo nell’ambito dei suoi poteri, genera sul mercato effetti che danneggiano la concorrenza. Una recente sentenza del Tribunale dei conflitti ha concluso che le regole della concorrenza non si applicano alle persone pubbliche se non nella misura in cui esse diano luogo ad attività di produzione (di distribuzione o di servizi).La legge italiana non dà alcuna definizione del concetto di concorrenza nè dà alcun elemento che ne consenta la giustificazione economica. Altrettanto avviene con la legge vigente in Francia, ove sono i testi delle decisioni che forniscono indicazioni al riguardo.Il principio generate del divieto dei cartelli, come anche l’elenco dei casi suscettibili di costituire intese di carattere anti-concorrenziale, sono presentati in modo molto simile sia nella legge italiana che in quella francese. Ambedue riprendono, d’altronde, la formulazione dell’art. 85 del Trattato di Roma.Tutto fa pensare che l’Autorità italiana si troverà di fronte a casi analoghi a quelli di cui si è in varie occasioni occupato il Consiglio della concorrenza francese: cartelli orizzontali (accordi sui prezzi, sulla ripartizione dei mercati, sull’esclusione di un’impresa del mercato, ecc.); intese verticali (risultanti da accordi tra un produttore ed i suoi distributori nell’ambito di contratti di distribuzione selettiva o esclusiva); imprese comuni (la cui creazione può rientrare nel campo della proibizione di cartelli o costituire un’operazione di concentrazione); intese tra imprese appartenenti allo stesso gruppo (nel quadro dei mercati pubblici, il Consiglio ha ritenuto che non sia contrario alle norme concorrenziali, per imprese con legami giuridici o finanziari, rinunciare alla loro autonomia commerciale e concertarsi per rispondere a delle offerte pubbliche).Sull’abuso di posizione dominante, così come per i cartelli, i due sistemi italiano e francese presentano molte somiglianze. Tuttavia, contrariamente al diritto francese ed a quello tedesco, nella legislazione italiana non si fa alcun riferimento alle situazioni di «dipendenza economica». Peraltro, l’identificazione di questo caso è alquanto complessa e, sinora, il Consiglio non ha rilevato alcun caso che rientri nello sfruttamento abusivo di una situazione di dipendenza economica. Pertanto, si può forse concludere che il legislatore italiano sia stato, a questo riguardo, più saggio di quello francese. Più in generale, per quanto riguarda i casi di abuso di posizione dominante, il Consiglio deBa concorrenza ha seguito un’impostazione piuttosto tradizionalista.Anche sul controllo delle concentrazioni, il testo della legge italiana richiama quello francese e anche quello della normativa comunitaria, pur se è diversa la ripartizione delle competenze tra Autorità incaricata della concorrenza e Governo. Nella legge italiana, d’altra parte, vi sono delle norme relative alla partecipazione al capitale bancario che fanno pensare ad un dibattito molto vivo su questo tema.I livelli «soglia” per l’obbligo di notifica delle concentrazioni sono più elevati in Francia. Bisognerà poi vedere con quale frequenza il Governo italiano farà ricorso all’art. 25, che gli conferisce il potere di fissare criteri di carattere generale che consentono di autorizzare operazioni di concentrazione per ragioni d’interesse generale, nel quadro dell’integrazione europea.L’interesse delle autorità amministrative francesi nei riguardi delle concentrazioni, che un tempo era molto limitato, è divenuto più intenso negli anni più recenti, anche se i casi di divieto di concentrazioni sono stati sinora molto limitati.In conclusione, si può ricordare che un organismo competente in materia di protezione della concorrenza ha un triplice compito: pedagogico (attraverso la pubblicazione delle decisioni, delle motivazioni e delle ordinanze su questioni di carattere generale e sui rapporti attinenti al funzionamento del mercato), correttivo (per distogliere gli operatori economici da comportamenti anti-concorrenziali) e, infine, dissuasivo (poiché l’esperienza di applicazione delle leggi relative alla concorrenza dimostra che la loro efficacia dipende in modo decisivo dalla comminazione di sanzioni).
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Bertolini, Sonia, and Manuel Vallero. ""Io non faccio la ballerina, io sono una ballerina". Tra successo e abbandono: i percorsi di carriera nei settori artistici." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 123 (September 2011): 207–29. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123013.

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Abstract:
Il mercato del lavoro artistico presenta caratteristiche particolari: Prima di tutto si tratta di settori in cuiesistono né, néper l'accesso alle professioni. La professionalitŕ artistica, infatti, è difficile da valutare e non esistono enti in grado di certificare tale competenze. L'obiettivo principale di questo articolo è quello di ricostruire idei mercati del lavoro dei settori artistici, in particolare quelli di teatro, danza e cinema. Attraverso una ricerca empirica, abbiamo cercato di individuare quali siano le dinamiche di incontro tra domanda e offerta di lavoro, e come avvenga la definizione delle regole che portano alla strutturazione di questi particolari mercati del lavoro. Sono stati cosě identificati alcuni percorsidi carriera dei lavoratori che vi operano e messi in evidenza le loro strategie per fronteggiare la discontinuitŕ degli impieghi, in settori caratterizzati dalla quasi esclusiva modalitŕ organizzativa per progetti. Datori di lavoro e lavoratori attivano specifiche strategie contro l'instabilitŕ lavorativa, Dal lato domanda I datori utilizzano network professionali per il reclutamento del personale. Dal lato offerta, emergono due strategie: l'utilizzo del "portfoliocareer" e dei network professionali informali. Questi ultimi assumono specifiche configurazioni nei diversi settori, che saranno evidenziate.
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Sicurello, Rossana. "La revisione dell'istruzione professionale: giovani, orientamento, competenze trasversali e occupabilità PDF." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 1 (June 2020): 5–28. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2020oa10074.

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Abstract:
Il processo di globalizzazione e il progresso tecnologico alla base della Quarta Rivoluzione Industriale hanno sconvolto il tradizionale modello di organizzazione dell'istruzione e del mercato del lavoro divenuti sempre più dinamici e complessi. La formazione professionale, cercando di rispondere ai bisogni attuali dei singoli e della società della conoscenza e del lavoro 5.0, si sta adoperando per assicurare azioni efficaci di modernizzazione e di innovazione delle pratiche didattiche, formative e valutative, facendo dell'orientamento e della pratica lavorativa gli strumenti principali della loro azione. Lo scopo è quello di verificare la propria capacità di stare al passo con i cambiamenti sociali, nonché di contribuire in maniera significativa alla crescita economica e, quindi, alla promozione della mobilità e dell'employability di cui le soft skills costituiscono una dimensione chiave, soprattutto nell'ambito dell'attuale dibattito politico, sociale, culturale ed economico attorno al mercato del lavoro e al tema della disoccupazione.
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Kolodko, Grzegorz W. "Economic Change and Shortageflation Under Centrally Planned Economies." Journal of Public Finance and Public Choice 6, no. 1 (April 1, 1988): 15–32. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344460.

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Abstract:
Abstract Obiettivo di questo scritto è l’esame delle relazioni tra riforme economiche e processi inflazionistici nei paesi socialisti.Lo sviluppo delle forze produttive richiede, anche nell’ambito di sistemi economici di tipo socialista, il rafforzamento dei sistemi tipici dell’economia di mercato, cosa che costituisce una sfida alle teorie ed anche alla pratica del socialismo. Si tratta, infatti, di vedere il ruolo degli elementi caratteristici del mercato, come le relazioni di domanda e di offerta, nell’ambito delle istituzioni economiche pianificate.È in tale contesto, quindi, che vanno considerati i processi inflazionistici attualmente in corso nei paesi socialisti, nelle loro due forme: prezzi e scarsità. È proprio quest’ultimo (shortageflation) che costituisce la caratteristica tipica di questo tipo di economia.Le riforme economiche possono essere considerate, nei paesi socialisti, come un modo per trasformare I’inflazione da scarsità in inflazione da prezzi (che, peraltro, devono comunque essere in qualche modo tenuti sotto controllo). Non vi è dubbio, tuttavia, che ancora per molti anni i processi di shortageflation continueranno a sussistere nelle economie socialiste, ostacolando i tentativi di riforma.
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van Meerhaeghe, Marcel A. G. "The Church and the Economy." Journal of Public Finance and Public Choice 5, no. 2 (October 1, 1987): 97–104. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344299.

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Abstract:
Abstract La religione rientra, oltre che nell’ambito dei credenti, anche in quello di coloro che non lo sono, dato che essa costituisce un elemento fondamentale della cultura. Se, poi, le autorità ecclesiastiche prendono posizione su aspetti fondamentali del codice economico occidentale, è giustificato I’intervento nel dibattito da parte degli economisti.Le encicliche pontificie contengono numerosi enunciati di natura economica che sono a dir poco discutibili. Si dà per scontato che le differenze di reddito siano ingiuste, senza spiegare perchè coloro che contribuiscono maggiormente alla produzione non dovrebbero essere quelli che ottengono i redditi più elevati.Posizioni analoghe sono assunte in diverse occasioni dall’episcopato di diversi Paesi, che pur si dichiara sovente impreparato a discutere in profondità le problematiche dell’economia, non prospettando, comunque, serie alternative all’economia di mercato. Questo vale in modo particolare con riguardo ai problemi economici dei paesi del Terzo Mondo, nella cui trattazione i cattolici assumono posizioni che spesso non sono facilmente distinguibili da quelle marxiste.
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Grotti, Raffaele, and Stefani Scherer. "La disuguaglianza economica tra contesti: il ruolo di famiglia, stato e mercato." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 143 (September 2016): 57–75. http://dx.doi.org/10.3280/sl2016-143004.

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Ojeda, Avilés Antonio. "La riforma spagnola del mercato del lavoro: una pioggia sottile." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 130 (June 2011): 275–91. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-130005.

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Abstract:
L'A. descrive le novitŕ introdotte dalla recente riforma spagnola del mercato del lavoro (l. 17.9.2010, n. 35). Vengono poste in evidenza le caratteristiche del modello di «alla spagnola», caratterizzato dal fatto che sia gli elementi di flessibilitŕ che le misure protettive incidono sul contratto di lavoro. La l. si propone, in tale ottica, di eliminare le rigiditŕ in entrata ed in uscita dal mercato del lavoro, nonché quelle interne al rapporto di pulso all'attivitŕ economica. Le assunzioni di questi operatori si effettueranno in funzione del numero di centri per l'impiego di ciascuna comunitŕ autonoma in cui si registri la presenza di personale dei servizi pubblici per l'impiego statali. Nell'ultimo quadrimestre del 2008, furono destinati 35.000 euro all'anno per l'assunzione di due operatori per ogni centro lavoro, mediante l'introduzione di elementi di sicurezza direttamente nel rapporto, a differenza di quanto previsto dal modello danese di, che li colloca nel mercato.
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Marone, Enrico. "La sostenibilità economica delle ipotesi gestionali dei boschi soggetti a vincolo paesaggistico." L'Italia forestale e montana 77, no. 6 (January 30, 2023): 235–41. http://dx.doi.org/10.36253/lifm-1089.

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Abstract:
La gestione dei boschi soggetti a vincolo paesaggistico è particolarmente complessa in quanto è necessario accordare la massimizzazione degli aspetti paesistici con la sostenibilità economica degli interventi di gestione. Ciò implica da una parte massimizzazione del valore di un bene non di mercato, dall’altra necessità di arrivare ad un equilibrio economico finanziario. Il paper partirà dall’analisi dei problemi di natura estimativa e valutativa per poi arrivare a sviluppare considerazioni economiche. L'obiettivo di questo breve scritto è quello di fornire elementi utili alla definizione di future linee guida che possano conciliare gli aspetti della tutela paesaggistica con quelli della gestione forestale.
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Marone, Enrico. "La sostenibilità economica delle ipotesi gestionali dei boschi soggetti a vincolo paesaggistico." L'Italia forestale e montana 77, no. 6 (January 30, 2023): 235–41. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1089.

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Abstract:
La gestione dei boschi soggetti a vincolo paesaggistico è particolarmente complessa in quanto è necessario accordare la massimizzazione degli aspetti paesistici con la sostenibilità economica degli interventi di gestione. Ciò implica da una parte massimizzazione del valore di un bene non di mercato, dall’altra necessità di arrivare ad un equilibrio economico finanziario. Il paper partirà dall’analisi dei problemi di natura estimativa e valutativa per poi arrivare a sviluppare considerazioni economiche. L'obiettivo di questo breve scritto è quello di fornire elementi utili alla definizione di future linee guida che possano conciliare gli aspetti della tutela paesaggistica con quelli della gestione forestale.
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del Gobbo, Giovanna. "I professionisti dell'educazione alla sostenibilità ambientale." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 112 (March 2021): 83–102. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112007.

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Abstract:
La riconversione e riorganizzazione dei processi economici (greening) e una dif-fusa responsabilità, anche individuale, rispetto all'ambiente e al territorio nella direzione di una "green society" oltre che della "green economy" sembrano poter aprire un potenziale mercato del lavoro dei professionisti dell'educazione alla sostenibilità ambientale. Le unità professionali operanti in attività di educazione, formazione e sensibilizzazione ambientale ad oggi sono varie. Le attività sono svolte, per lo più, da figure operanti in ambiti e settori diversi (public utilities, turismo, servizi culturali, escursionismo, tutela del patrimonio ambientale, agricoltura, educazione e istruzione, ecc.) vanno a definire una famiglia dai contorni indistinti, senza una univoca definizione di ruoli, aree di attività, competenze e percorsi for-mativi. Il presente contributo intende offrire uno sguardo introduttivo su un pro-blema che richiede necessariamente un approccio sistemico e sollecita la riflessione pedagogica sull'ambiente ad una interlocuzione più forte e mirata con il mercato del lavoro a garanzia di processi di professionalizzazione la cui utilità sociale ed economica sembra indiscutibile.
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Achilli, Riccardo, and Gioacchino de Candia. "La stima delle determinanti strutturali del tasso di irregolaritŕ del lavoro in Italia: un'analisi settoriale." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 2 (June 2010): 70–102. http://dx.doi.org/10.3280/rest2010-002004.

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Abstract:
L'articolo presenta un'analisi sulle motivazioni del ricorso al lavoro irregolare nei vari comparti produttivi, nei quali č stata suddivisa l'economia del sistema Italia dal 1981 al 2004. Dopo una rapida rassegna delle principali teorie esplicative del fenomeno del sommerso, la prima parte illustra i risultati della stima di un modello econometrico cross-section, relativo ad alcune cause strutturali dei differenziali nel tasso di irregolaritŕ del lavoro riscontrabili nei vari settori produttivi dell'economia italiana nel periodo 1981-2004. Nella seconda parte l'analisi viene sviscerata per i comparti economici considerati (agricoltura, manifatturiero, costruzioni, commercio e servizi) ponderando le variabili inserite nel modello, al fine di comprendere al meglio le determinanti del lavoro irregolare nei suddetti settori. L'analisi mostra chiaramente come il fenomeno del lavoro irregolare non sia tanto da ricercare in un'eccessiva esositŕ fiscale e previdenziale, quanto nella difficoltŕ da parte delle imprese a essere pienamente concorrenziali sul mercato, con particolar riferimento alla difficoltŕ, nei settori dove il sommerso č piů diffuso, a implementare modelli competitivi basati su qualitŕ e innovazione (che richiedono un capitale umano specializzato e qualificato, difficilmente reclutabile in forme irregolari o informali). Nei settori ad alta intensitŕ di sommerso, le imprese eccedono nella ricerca di soluzioni competitive povere, basate sul contenimento dei costi (e in primis del costo del lavoro rispetto alla sua produttivitŕ). La presenza di mercati del lavoro settoriali basati su ampie fasce di precarietŕ, specie nelle fasce meno qualificate della forza lavoro, č coerente con tale impostazione minimalista alla competitivitŕ, ma un'ampia diffusione del precariato sembra associarsi fortemente a una diffusa presenza di lavoro nero. Inoltre, dall'analisi prospettata emerge una forte differenziazione del fenomeno del lavoro irregolare nei comparti principali del sistema economico nazionale. Tuttavia, si evidenzia anche il fil rouge del lavoro irregolare valido per tutti i settori economici: la despecializzazione. La questione del contrasto all'economia irregolare č quindi eminentemente di tipo sistemico, va affrontata con leve che non possono essere meramente di tipo agevolativo (come invece hanno cercato di fare i principali strumenti di contrasto al nero in Italia, vedi i contratti di riallineamento, con risultati molto modesti in termini di riemersione) ma che impattano su aspetti strutturali della competitivitŕ dei nostri poli produttivi, del funzionamento del mercato del lavoro e del sistema dell'istruzione e della formazione del capitale umano.
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Blossfeld, Hans-Peter, Sandra Buchholz, and Dirk Hofacker. "Globalizzazione, flessibilizzazione del lavoro e condizione giovanile: un quadro teorico." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 124 (December 2011): 17–35. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124002.

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Abstract:
Questo capitolo introduttivo fornisce un quadro teorico di riferimento per l'analisi del mercato del lavoro giovanile e le transizioni familiari nelle moderne societŕ globalizzate. Offre una definizione del concetto - spesso ambiguo - di globalizzazione, propone un innovativo indice empirico di misurazione del suo sviluppo nel corso degli ultimi decenni e definisce i meccanismi attraverso i quali la globalizzazione ha influenzato l'occupazione e la vita familiare dei giovani in Europa. Si osserva che le conseguenze della globalizzazione non sono state le medesime in tutti i paesi europei, ma che il loro impatto varia considerevolmente tra le differenti nazioni, dipendendo dal contesto istituzionale, fra cui ad esempio il regime di welfare, il sistema educativo e formativo e le caratteristiche dei mercati del lavoro.
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Locurcio, Marco, Francesco Tajani, Debora Anelli, and Rossana Ranieri. "A multi-criteria composite indicator to support sustainable investment choices in the built environment / Un indicatore composito multicriteriale a supporto delle decisioni di investimento sul patrimonio edificato." Valori e Valutazioni 30 (August 2022): 85–100. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223006.

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Abstract:
The economic crisis generated by the current Covid-19 has scratched many of the certainties consolidated in the past, highlighting the fragility of the economic system and the need for a more efficient management of the investments. Extreme events, whether environmental, social, health and economic, trigger off shocks to which it is necessary to promptly react. Starting from these premises, many institutional investors are directing their capitals towards environmental interventions. In the real estate field this translates into promoting initiatives to improve the efficiency of the existing building heritage, in line with the concept of Circular Economy, and avoiding soil sealing. In the present research a composite indicator that allows to analyze the performance of different real estate investments (e.g. new construction, demolition and reconstruction, renovation, etc.) has been proposed. The performance is assessed with respect to the expected profitability, the specific characteristics of the market in which the initiatives are located and the different risk-return profiles that characterize the investors. The case study, relating to two different investments located in Rome (Italy), has allowed to test the effectiveness and the limits of the proposed indicator and the possible application fields. La crisi economica innescata dalla pandemia da Covid-19 ha determinato un diffuso clima di incertezza, evidenziando la fragilità del sistema economico e la necessità di una gestione maggiormente efficiente degli investimenti sul territorio. Eventi estremi (ambientali, sociali, sanitari, economici) generano shock ai quali è necessario reagire prontamente, e per tale ragione molti investitori istituzionali stanno indirizzando i loro capitali verso interventi sostenibili. Nel settore immobiliare questo trend si traduce nella promozione di iniziative finalizzate a migliorare l’efficienza del patrimonio edilizio esistente, coerentemente con i principi dell’economia circolare, e con il contrasto del consumo di suolo. Nella presente ricerca è stato proposto un indicatore composito, che consente di analizzare la performance di diversi investimenti immobiliari (nuove costruzioni, demolizioni e ricostruzioni, ristrutturazioni, ecc.), valutati rispetto alla redditività attesa, alle caratteristiche specifiche del mercato immobiliare di riferimento delle iniziative considerate ed ai diversi profili di rischio-rendimento degli investitori. Il caso studio, relativo a due differenti investimenti localizzati nella città di Roma (Italia), ha permesso di testare l’efficacia ed i limiti dell’indicatore proposto, oltre che i possibili campi di applicazione.
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Bettin, Giulia. "Il valore economico dell'immigrazione." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 2 (October 2020): 12–30. http://dx.doi.org/10.3280/pri2019-002002.

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Abstract:
L'articolo analizza il contributo economico dell'immigrazione in Italia. La prima parte della trattazione muove dalla percezione generale dell'incidenza del feno-meno e delle sue conseguenze socio-economiche per la società italiana ed europea. Secondo i dati Eurobarometro, per entrambi gli aspetti prevale una percezione di-storta, soprattutto in Italia, con un diffuso atteggiamento negativo nei confronti dell'immigrazione, che avrebbe impatti negativi su criminalità, mercato del lavoro e welfare. L'evidenza fornita dalla letteratura economica tuttavia offre un quadro diverso. Per quanto riguarda la relazione con la criminalità, non si osserva alcun nesso di-retto di causalità dell'intensificarsi dei flussi in ingresso sull'aumento dei tassi di criminalità, né in Italia né a livello internazionale. Nel mercato del lavoro, le con-seguenze per i lavoratori nativi derivanti dall'afflusso di forza lavoro straniera sono per lo più positive, principalmente connesse con i fenomeni di crescente seg-mentazione dell'occupazione. Lavoratori nativi e stranieri tendono infatti a specializzarsi in settori diversi e, all'interno dello stesso settore, in occupazioni diverse, con gli immigrati concentrati nelle mansioni a più bassa qualifica. In termini di im-patto sulle finanze pubbliche, le stime esistenti mostrano come il contributo netto dell'immigrazione sia positivo, nonostante l'aumento dei costi dell'accoglienza dei richiedenti asilo in seguito all'emergenza registrata tra il 2014 e il 2016.
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Velo, Dario. "I modelli economico-sociali europeo e statunitense: dalla diversitŕ alla convergenza." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (October 2011): 17–38. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-002002.

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Abstract:
I modelli economico-sociale europeo e statunitense sono stati interpretati tradizionalmente come alternativi, il primo fondato sul solidarismo ed il secondo sull'individualismo. Il confronto fra l'economia sociale di mercato delineata per primo da Rathenau e il New Deal di Roosevelt consente di cogliere una profonda convergenza fra i due sistemi. La crisi della globalizzazione liberista ha posto in luce la necessitŕ di ristabilire un equilibrio fra pubblico e privato e ha rilanciato il dibattito su nuove forme di neoliberalismo. Negli Stati Uniti il New Deal č oggi rivisitato come l'ultima grande riforma da proseguire e rinnovare. In Europa il trattato di Lisbona ha riconosciuto l'economia sociale di mercato come il modello economico-sociale europeo.
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Azzeruoli, Vanessa. "Rimanendo precari: migranti e crisi economica nel Nordest. I rumeni tra occupazione e disoccupazione." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 126 (May 2012): 70–82. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-126005.

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Abstract:
Il paper ha l'obiettivo di analizzare l'impatto della crisi economica sui/lle lavoratori/ trici rumeni/e in Veneto, portando in evidenza: le figure piů colpite; le risposte individuali e familiari; i cambiamenti occorsi al mercato occupazionale e del lavoro veneto. La tesi che emerge mostra una forte stabilizzazione della componente migratoria di nazionalitŕ rumena in Veneto. La precarizzazione contrattuale e il peggioramento delle condizioni di lavoro sono evidenti, mentre l'impatto sulle vite delle persone č risultato eterogeneo; lo stato di povertŕ ha interessato solo una piccola componente di intervistati, mentre il peggioramento č diffuso. Il paper si sviluppa attraverso due chiavi di lettura: 1) il mutamento del mercato del lavoro in Veneto, in particolare le modalitŕ di reclutamento e le tipologie contrattuali; 2) gli effetti della crisi economica sulle carriere lavorative e sui percorsi di vita dei/lle migranti. Nelle conclusioni si effettueranno comparazioni con la componente marocchina.
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Fand, David I. "Classical Mercantilism, Neomercantilism and Contemporary Rent Seeking*." Journal of Public Finance and Public Choice 7, no. 1 (April 1, 1989): 3–16. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344640.

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Abstract:
Abstract Il mercantilismo costituisce un sistema di politica economica del periodo pre-industriale che, sebbene sia stato sottoposto a critiche radicali nella Ricchezza delle Nazioni di Adamo Smith e dopo di allora da parte dei più eminenti economisti, è tuttavia rimasto un punto di riferimento molto importante del pensiero popolare e anche di quello politico.Le idee mercantilistiche hanno ricevuto incoraggiamento dalla crisi del 1929 e sono state quindi riprese nel mondo occidentale dopo la seconda guerra mondiale in conseguenza del ruolo crescente dello Stato. Tutti coloro che, in un modo o nell’altro, sono influenzati negativamente da un cambiamento economico, chiedono un intervento pubblico di sostegno.Si tratta di fenomeni che si possono inquadrare nella categoria del rent-seeking ed i cui effetti negativi sono stati sottovalutati dagli studi tradizionali, basati su analisi statiche di equilibrio parziale.Gli studi più recenti, tuttavia, condotti sulla base di impostazioni di equilibrio generale, hanno dimostrato la rilevanza dei costi di questi interventi, in relazione al prodotto interno lordo. Tali costi, inoltre, tenderanno ad aumentare nel tempo secondo un tasso composto.Inoltre, rispetto ai tradizionali interventi protezionistici, essenzialmente di natura doganale, il moderno mercantilismo fa ricorso a tutti gli strumenti d’intervento disponibili, ivi inclusa la politica della difesa. Anche sotto questo profilo, quindi, il nuovo protezionismo costituisce una seria minaccia per le economie di mercato.
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Di Giambattista, Cristina, Monica Esposito, Marcella Pulino, and Alessandro Rizzo. "Gli interventi di contrasto alla crisi socio-economica provocata dalla pandemia da Covid-19: una possibile lettura di genere." Sinappsi 11, no. 1 (2021): 22. http://dx.doi.org/10.53223/sinappsi_2021-01-2.

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Abstract:
L’integrazione della dimensione di genere nelle fasi del ciclo di una policy rappresenta un elemento dirimente per la produzione di risultati equi ed efficaci. L’articolo fornisce una panoramica delle policy di contrasto dei Paesi europei alla crisi socio-economica provocata dalla pandemia, relative alla tutela dell’occupazione e dei redditi e al sostegno delle esigenze di cura e alla fragilità economica, verificando secondo la logica del dual approach la presenza di interventi dedicati alla componente femminile del mercato del lavoro e, parallelamente, le principali implicazioni in chiave di genere. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- The integration of gender mainstreaming in each stage of the policy cycle is essential to achieve equitable and effective results in policy making. This paper provides an overview of all european measures programmed to face the economic crisis due to Covid-19 pandemic. By analysing social protection measures related to social distancing, income protection, unemployment, job protection and work life balance, it tries to investigate if a gender perspective has been taken into account in the policy making process or if all policies are programmed as gender blind.
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Zambarloukou, Stella. "La crisi economica e le relazioni industriali in Grecia." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 135 (September 2012): 401–12. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-135004.

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Abstract:
Il saggio ricostruisce i principali istituti che governano le relazioni industriali ed il mercato del lavoro in Grecia, per poi focalizzarsi sulle misure adottate dal governo greco in risposta alla crisi economica, ed in particolare su quelle intervenute in materia di lavoro e sul sistema di relazioni industriali. Infine, l'A. propone una valutazione dell'impatto congiunto della crisi economica e degli interventi governativi sulle condizioni di lavoro e sul sistema greco di relazioni industriali.
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Frey, Marco, and Francesco Rizzi. "La geotermia in Italia e nel mondo: dibattito scientifico e segnali di mercato." ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no. 3 (July 2009): 5–18. http://dx.doi.org/10.3280/efe2008-003001.

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Abstract:
- This paper describes the state of the art in development and utilization of geothermal resources in Italy and Tuscany. Departing from the geological peculiarities of this region, which have contributed to Italy's leading role in technological innovation since the beginning of geothermoelectric power generation (GPG), recent evidences from the market and scientific community are here analyzed in order to answer the question whether the economic downturn will put geothermal energy on the back burner, or if it will function as a catalyst for change. The first section explores the role of geothermal energy within the renewable energy mix. After an introduction on the strengths and weaknesses of the Italian energy system, the evolution of the matches between different types of geothermal resources (high, medium and low enthalpies) and technologies is analyzed from an economic, technical and environmental point of view. Here, the evolution of the regulatory framework emerges as one of the main driving forces behind incremental innovation and the spreading of technologies. The move towards sustainability seems to stimulate the market in spite of the barriers to entry linked to capital intensiveness and the risks related to geothermal investments. Beside the growth of relationships between industrial actors, public administration and scientific community, the analysis identifies the downscale of plants, the integration with other "renewables" and the industrial integration as the main next challenges in the field of geothermal competitiveness. To this end, the implementation of such new tools for territorial management as the ones based on LCA (Life Cycle Assessment) and SMCE (Social Multi Criteria Evaluation) is expected to stimulate further improvements and innovations. The second section analyzes the present regulatory framework at the communitarian, national and local level and the allocation of economical resources to research and development in particular in relation to the distribution and characteristics of the geothermal resources. The specialization of Italy in GPG appears not to be adequately represented within European programmes and the Tuscany region is still considered not a leading market by the investors in geothermal heat pumps and geothermal district heating. Both according to the communitarian prescriptions and the requests from local actors, a few scenarios for the development of guidelines, certification schemes and regulations are here described. These elements are consistent with the purpose of sustainability and competitiveness of local economic activities. On the basis of these evidences, the third section describes the perspectives of development of medium and low enthalpy utilizations in Italy. According to the present financial incentives schemes and the predicted modifications in relevant regulations (i.e. city plans, building regulations, etc.), a booming growth of installations is expected. This geothermal "green new deal" is pulled by the increasing number of life-long learning programmes for professionals (i.e. geologists) and, even more, is expected to be pulled by the implementation of risk management tools and certification schemes. As result, the analysis sets a roadmap for addressing the needs of geothermal actors and removing the barriers to successful investing in this local and renewable energy resource. When we return to the initial question, it seems to be the moment for changing attitude towards energy production and to win back competitiveness and sustainability in the geothermal market.Key words: Geothermal energy, renewable energy sources, energy policy, sustainable development, know how, industrial systems, certifications schemes, risk management.JEL classifications: O13, Q42.Parole chiave: Geotermia, fonti energetiche rinnovabili, politiche energetiche, sviluppo sostenibile, competenze, sistemi industriali, schemi di certificazione, gestione del rischio.
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Unt, Marge, Ellu Saar, and Kadri Taht. "Flessibilitŕ del mercato del lavoro e giovani in Estonia." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 124 (December 2011): 93–113. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124006.

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Abstract:
L'articolo fornisce un quadro relativo all'ingresso nel mercato del lavoro da parte dei giovani in Estonia.: transizione scuola-lavoro, prima parte della carriera, formazione di una famiglia. Lo scritto compara le coorti di coloro che sono diventati adulti durante il periodo di stabilitŕ sovietico (anni '80), il turbolento periodo di transizione (anni '90), e la fase di stabilizzaizone (anni 2000). La principale fonte di dati è l'Estonian Social Survey (2004). Coloro che hanno lasciato la scuola a partire dagli anni '90, se confrontati a coloro che hanno vissuto questo passaggio durante gli anni '80, hanno avuto maggiori opportunitŕ di carriera ma anche hanno visto crescere l'instabilitŕ del lavoro. Quest'ultima condizione si è riflessa anche nelle decisioni a proposito della formazione di una famiglia dal momento che negli anni '80 la transizione all'etŕ adulta si concentrava in un breve intervallo di tempo, mentre per le coorti più giovani sia l'ingresso nel mercato del lavoro, sia la formazione di una famiglia avvengono più tardi.
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Ginanneschi, Marco. "Mandorle, una materia prima strategica: dinamiche di mercato e fabbisogno dell'industria dolciaria." ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no. 3 (December 2012): 29–54. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2012-003003.

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Abstract:
In the last decade even almonds went through relevant price increases. This essay focuses on recent international market dynamics through the analysis of primary production and international trade data. The main features of industrial procurement are taken into consideration as well as the critical aspects of the upstream supply chain. The market, increasingly global but still highly concentrated, encourages all economic operators to improve their performances and, following the Californian example, to establish a dialogue and new ways of trade collaboration.
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Pejovich, Svetozar. "Law, Tradition and Liberalism in Practice: Quo Vadis Eastern Europe*." Journal of Public Finance and Public Choice 14, no. 1 (April 1, 1996): 3–13. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540219.

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Abstract:
Abstract Questo articolo analizza i fattori che possono rafforzare le prospettive di radicamento del capitalismo nei Paesi ex-socialisti dell’Europa dell’Est. Sulla base del fatto che i valori astrattamente presi non possono aiutarci a fornire valutazioni di tipo economico, l’A. utilizza un approccio del tipo «analisi costi-benefici» al fine di comparare e scegliere tra sistemi capitalistici imperfetti.Dopo aver enunciato i principi basilari del libero mercato, l’A. sottolinea il ruolo da essi svolto come incentivo nel comportamento degli attori economici: diritti di proprietà, liberta di contratto e governo delle leggi valorizzano i diritti individuali e generano un ambiente fertile per lo sviluppo economico e sociale dell’individuo.Al fine di costruire le basi per un solido capitalismo nei Paesi dell’Europa dell’Est l’A suggensce ai governanti di quei Paesi di creare un contesto legale che possa permettere agli individui di spenmentare ogni sorta di accordo al fine di produrre ricchezza e di earantire i diritti di proprietà degli individui.
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