Academic literature on the topic 'Ecologia delle zone umide'

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Journal articles on the topic "Ecologia delle zone umide"

1

Lastrucci, Lorenzo, and Mauro Raffaelli. "Contributo alla conoscenza della flora delle zone umide planiziarie e collinari della Toscana orientale: la provincia di Arezzo (Italia centrale)." Webbia 61, no. 2 (January 2006): 271–304. http://dx.doi.org/10.1080/00837792.2006.10670807.

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2

Isenburg, Teresa. ""Il palpitare lontano di scaglie di mare"." SOCIETÀ E STORIA, no. 126 (March 2010): 673–75. http://dx.doi.org/10.3280/ss2009-126005.

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Abstract:
Nel corso della seconda metÀ dell'ottocento la frangia costiera e il suo immediato entroterra, spesso costituito da zone umide, ha subito una drastica modificazione grazie all'utilizzo delle tecnologie rese possibili dalla forza della macchina a vapore: č questa un'ulteriore conferma dello scarso legame con l'universo marino della formazione culturale e dell'agire operativo dell'Italia contemporanea.
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3

Guarducci, Anna, Marco Piccardi, and Leonardo Rombai. "Acque di costa tra mare e terra: il paesaggio della pianura costiera di Pisa e Livorno secondo la cartografia del XVIII secolo." STORIA URBANA, no. 125 (April 2010): 35–58. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125003.

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Abstract:
Lo scritto si basa sulle cartografie a grande scala disegnate nel XVIII secolo, soprattutto dal 1740, anno della ricognizione generale di Pompeo Neri e Tommaso Perelli. I committenti furono la grande proprietŕ fondiaria (Salviati, Mensa Arcivescovile di Pisa, Scrittoio delle Regie Possessioni) e gli uffici dell'amministrazione lorenese competenti in materia di lavori pubblici, di controllo politico-amministrativo del territorio e di gestione agricolo-forestale delle tante fattorie e tenute pubbliche. L'integrazione e la comparazione dei documenti consente di ricostruire l'assetto territoriale d'insieme della pianura a nord e a sud dell'Arno (tra Massaciuccoli e Livorno), con le trasformazioni avvenute dopo il 1740. Emergono i diversi ambienti e paesaggi che si susseguono dal mare all'interno, sotto il profilo geomorfologico-idrologico (spiagge e tomboli, lame e zone umide, bassa e alta pianura) e vegetazionale (foresta sempreverde, pineta, foresta planiziaria, pascoli naturali e prati artificiali, coltivazioni). Sono anche messe in luce le dinamiche che riguardano l'azione umana su: i corsi d'acqua, i canali artificiali e i recinti di colmata, le strade e le poche sedi umane stabili e temporanee, correlate alla fruizione agro-forestale del territorio, al di lŕ dei centri urbani di Pisa e Livorno e del sistema delle fortificazioni costiere.
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4

Tomaselli, V., and S. Sciandrello. "Contribution to the knowledge of the coastal vegetation of the SIC IT9110005 “Zone Umide della Capitanata” (Apulia, Italy)." Plant Biosystems - An International Journal Dealing with all Aspects of Plant Biology 151, no. 4 (July 14, 2016): 673–94. http://dx.doi.org/10.1080/11263504.2016.1200689.

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5

Saporetti, Fabio. "Il ruolo delle zone umide della Regione Lombardia durante la migrazione dei limicoli: un’analisi per il genere Tringa ricavata dal portale www.ornitho.it." Rivista Italiana di Ornitologia 87, no. 2 (June 21, 2018): 15–28. http://dx.doi.org/10.4081/rio.2017.369.

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Abstract:
In Italy, the launch of the online portal at www.ornitho.it in 2009 has played a key role in advancing our knowledge about the abundance, geographical distribution and phenology of birds, and has greatly improved everyday ornithological issues. Indeed, the extensive participation by many observers has provided an opportunity to obtain new insight into the phenology of many species of migratory birds, such as Tringa sp. In this paper, I have analysed the data gathered between 2010 and 2014 on the genus Tringa in Lombardy, amounting to a total of 5,590 validated records for spring and autumn migrations. The analysis revealed that the rice-farming area of S-W Lombardy – which covers more than 90,000 hectares located mainly in the province of Pavia – represents an invaluable habitat during the spring migration by supporting the bulk of migrating waders. Other man-made habitats, such as restored sand and gravel pits and water-collection tanks, are of similar importance for the diversity of the wader community, but, together with the few natural wetlands, support much lower numbers of individuals. The wood sandpiper is the most abundant species, with groups reaching 600 individuals, followed by the spotted redshank and the greenshank. The green sandpiper is the most common and widespread species, with a low number of individuals reaching the highest altitudes (above 2,600 m a.s.l. in the province of Sondrio) during the autumn migration. The common redshank is relatively rare, generally distributed around 200 m a.s.l. in the provinces of Pavia and Milan, while the marsh sandpiper is definitely rare, with only 68 records in the five-year period analysed.
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6

Brichetti, Pierandrea, and Nunzio Grattini. "Distribuzione, consistenza ed evoluzione delle popolazioni di cigno reale, Cygnus olor, nidificanti in Italia nel periodo 1980-2012." Rivista Italiana di Ornitologia 84, no. 1 (March 20, 2015): 29. http://dx.doi.org/10.4081/rio.2014.216.

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Abstract:
Storicamente, i primi casi di nidificazione di Cigno reale (<em>Cygnus olor)</em> in Italia sono stati accertati in Lombardia e Piemonte negli anni ‘60-’70 del secolo scorso, in seguito ad introduzioni iniziate negli anni ‘30-’40 nelle parti svizzere di alcuni laghi lombardi e continuate nei decenni successivi. La popolazione nidificante risulta attualmente concentrata nelle regioni settentrionali, dal Piemonte orientale alla fascia costiera alto-adriatica, dove si riproduce quasi il 90 % della popolazione nazionale; presenze più frammentate in Liguria, Trentino-Alto Adige, Toscana, Umbria, Lazio, Basilicata e Sardegna. All’inizio degli anni ‘80 del secolo scorso erano state stimate 20-35 coppie nidificanti in meno di 15 siti; di queste, l’80% si trovava in Piemonte e Lombardia. Le coppie sono aumentate a 25-45 nel 1987, poi a 300-500 nei primi anni del 2000, ed attualmente a 500-700 in oltre 150 siti, con un aumento di oltre il 900% rispetto ai valori iniziali. Questi dati confermano la fase di incremento ed espansione territoriale nota a livello europeo negli ultimi decenni. La colonizzazione di molti siti riproduttivi, localizzati in prevalenza nelle regioni settentrionali, è dovuta alla formazione di nuclei svernanti, cui fa seguito la formazione di coppie riproduttrici. Tale fenomeno ha interessato, seppur in misura più limitata, anche le regioni centro-meridionali, dove le osservazioni sono andate aumentando negli ultimi due decenni. Il Cigno reale nidifica a coppie isolate o localmente raggruppate in forma coloniale in zone umide naturali o artificiali, anche di modesta estensione, preferibilmente dal livello del mare fino a 300 m, con un’altitudine massima di 970 m s.l.m., rilevata in Trentino.
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7

Giovacchini, Pietro. "Gli uccelli del Parco Regionale della Maremma e aree limitrofe (Grosseto, Toscana, Italia)." Rivista Italiana di Ornitologia, November 4, 2019, 7–99. http://dx.doi.org/10.4081/rio.2019.431.

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Abstract:
Il Parco Regionale della Maremma è una area protetta di 8902 ha nel settore costiero centrale della provincia di Grosseto, Toscana meridionale. Gli habitat che rappresentano l’area protetta possono essere così brevemente descritti: foce del fiume Ombrone e zone umide della Palude della Trappola; Monti dell’Uccellina (cima più elevata: Poggio Lecci, 417 m s.l.m.); un ampio comprensorio interno e pianeggiante dove coesistono attività zootecniche e coltivazioni agricole. Lo sviluppo costiero raggiunge i 25 km circa. Sono presenti 6 Siti della Rete Natura 2000 classificati come ZSC − Zona Speciale di Conservazione − secondo la Direttiva “Habitat” 92/43/ CE e/o come ZPS − Zona di Protezione Speciale − secondo la Direttiva “Uccelli” 2009/147/CE. La maggior parte dell’area presenta una scarsa rete viaria e limitati insediamenti umani con copertura boschiva in larga parte dovuta a formazioni vegetali sclerofilliche mediterranee. In questo lavoro viene presentato un elenco commentato degli uccelli noti per l’area protetta a partire dalla sua istituzione avvenuta il 05/06/1975 sino al 31/12/2018. In totale, le specie di Uccelli rilevate sono 295 (62,1% delle specie della Toscana ed il 52,5% delle specie note in Italia), mentre le specie nidificanti certe o probabili in tempi recenti (2008-2018) sono 84. Le specie di interesse comunitario presenti nell’Allegato I della Direttiva “Uccelli” 2009/147/CE sono 88, mentre quelle classificate come SPEC 1-3 “Species of European Conservation Concern” sono 33. L’area, con le zone umide “Bocca d’Ombrone” e “La Trappola” comprese nella Macrozona “Maremma Grossetana”, ricade all’interno della qualifica di sito di importanza internazionale per lo svernamento di Anser anser e Mareca penelope; inoltre è sito di importanza nazionale per Mareca strepera, Anas crecca, Anas acuta, Spatula clypeata, Ardea alba, Platalea leucorodia, Phoenicopterus roseus, Recurvirostra avosetta, Pluvialis apricaria, Calidris alpina, Vanellus vanellus, Gallinago gallinago, Numenius arquata, Tringa erythropus e Tringa totanus. L’area protetta è di importanza per specie nidificanti in Direttiva 2009/147/CE legate agli specchi lacustri costieri e agli spazi marini, ad incolti, pascoli, così come a zone con vegetazione arborea e arbustiva sparsa su affioramenti rocciosi, margini di boschi, ambienti parzialmente allagati ed ai litorali sabbiosi, quali ad esempio, con dati minimi, Pandion haliaetus (1 coppia), Burhinus oedicnemus (7-8 coppie), Charadrius alexandrinus (1 coppia), Caprimulgus europaeus (25 coppie), Coracias garrulus (13-15 coppie), Lanius collurio (1-5 coppie), Lullula arborea (10 coppie) e Anthus campestris (6-7 coppie). Dal 2015 si segnala il consolidamento della nidificazione di Ardea cinerea, rilevandone per la prima volta la riproduzione come garzaia.
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Dissertations / Theses on the topic "Ecologia delle zone umide"

1

Amadesi, Barbara <1971&gt. "Conservazione della biodiversità nelle zone umide italiane mediante un approccio di 'systematic conservation planning'." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3043.

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Abstract:
The creation of conservation areas is one of the main tools to response to biodiversity loss but the effectiveness of existing systems in representing biodiversity needs to be assess. This thesis aims to evaluate, by a Systematic Conservation Planning approach, the effectiveness of the Protected Areas System and Natura 2000 to represent biodiversity in the italian wetlands and the impact of future climate change on long-term conservation of biodiversity within existing systems. The results showed that the current Protected Areas System is inadequate in assuring the waterbirds conservation, while the Natura 2000 network is more representative, and a potential loss of efficacy by both systems in ensuring the long-term conservation under climate change.
L'istituzione di aree di conservazione è uno dei principali strumenti per contrastare la perdita di biodiversità, ma sono necessarie valutazioni circa l'efficacia dei sistemi esistenti. In questo studio è stata analizzata, mediante un approccio di Systematic Conservation Planning, l'efficacia del Sistema di Aree Protette e di Rete Natura 2000 nel rappresentare la biodiversità ornitica nella zone umide italiane e il rischio associato ai cambiamenti climatici in corso per la conservazione a lungo termine della biodiversità all'interno dei sistemi di riserve esistenti. I risultati hanno mostrato un'insufficiente capacità del Sistema di Aree Protette nel rappresentare l'avifauna ornitica svernante, a differenza di Rete Natura 2000 in grado di fornire invece un'adeguata copertura, e una potenziale perdita di efficacia da parte di entrambi i sistemi nel garantire la conservazione a lungo termine, associata ai cambiamenti climatici in corso.
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Licheri, Davide. "ANSwER-Sistema informativo ambientale basato su ontologia e logica Fuzzy." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2657.

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Abstract:
2006/2007
Le fonti dati rilevanti per il monitoraggio dell’avifauna delle lagune friulane, previsto dal progetto ANSER (Programma INTERREG IIIA Transfrontaliero Adriatico), sono alimentate da tre diverse metodologie di censimento, una metodologia di cattura/marcatura e una metodologia di tracciamento radio telemetrico. L’ampio spettro di informazioni a riguardo è confluito in un sistema informativo ambientale che 1) traduce tutti i dati in Ecological Metadata Language (EML) seguendo un unico modello sintattico orientato agli oggetti, 2) lo arricchisce semanticamente con una ontologia di dominio basata sulla Logica Descrittiva, 3) ne analizza le performance predittive, validando, attraverso un sistema inferenziale fuzzy, il modello teorico rispetto ai dati raccolti su campo. I risultati più importanti sono descrivibili così: 1) l’eliminazione completa di eterogeneità tra dataset ha permesso di atomizzare le tuple, reificando in un’unica super-classe di eventi nel tempo, i contatti tra operatore e animale in un determinato luogo; 2) l’ontologia OWL-DL ha determinato in maniera consistente l’appartenenza delle specie alle guild considerate e la relativa attrazione verso i diversi habitat disponibili; 3) il modello fuzzy ha rivelato che le informazioni sull’habitat e sulla profondità delle acque nel punto di monitoraggio, influiscono differentemente sulla predizione di abbondanza delle diverse guild esaminate.
XX Ciclo
1969
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3

Bertoli, Marco. "Analisi della comunità macrozoobentonica e del suo contenuto energetico in una zona umida dell’alto Adriatico (Isola della Cona, GO)." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8552.

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Abstract:
2011/2012
Il presente lavoro è stato condotto nella Riserva Naturale della Foce dell’Isonzo, in un'area caratterizzata da un ampio invaso d’acqua dolce, soggetto a prosciugamento in periodo estivo. Lo scopo di questo studio è stato quello di analizzare struttura ed abbondanza della comunità macrozoobentonica e valutare il contenuto energetico dei taxa più rappresentativi, in relazione all’importante ruolo che questa comunità assume da un punto di vista trofico in questi ambienti. I macroinvertebrati bentonici ricoprono tutti i ruoli trofici dei consumatori e sono la componente più importante della dieta di Pesci ed Uccelli limicoli. Sono state scelte 5 stazioni di campionamento sulla base della diversa profondità dell’acqua, diversa copertura vegetale del substrato e diversa durata della fase bagnata. Mensilmente, a partire dal gennaio 2009 fino a ottobre 2012 è stata rilevata la profondità assieme ad alcuni parametri chimico-fisici, quali: ossigeno disciolto (mg l-1), temperatura (°C), pH e conduttività (mS cm-1). I dati evidenziano per la profondità una tendenza inversa rispetto alla temperatura, legata al ciclo stagionale di prosciugamento/riallagamento a cui è soggetta l’area di studio, e tra temperatura e ossigeno disciolto. La conduttività tende ad aumentare in corrispondenza dell’aumento di temperatura in estate, mente il pH si mantiene su valori neutri tendenti leggermente al basico, oscillando entro un range piuttosto ristretto. Durante l’ultimo anno di attività (novembre 2011-ottobre 2012) sono state monitorate le concentrazioni di alcuni nutrienti (mg l-1), quali NH4, NO3, NO2, PO4, all’interno del sedimento. Per tale scopo sono stati prelevati mensilmente campioni di sedimento mediante un carotiere manuale, e stagionalmente campioni a carico della colonna d’acqua. I risultati denunciano un’alta concentrazione di nutrienti, in particolare dei composti dell’azoto, rispetto a quanto atteso in ambienti dilciacquicoli, verosimilmente, in relazione al carico organico dovuto alla presenza dell’avifauna nell’area di studio. Allo scopo di effettuare analisi granulometriche e misurazioni del C organico, nell’inverno ed autunno 2009, sono stati analizzati campioni di sedimento, in collaborazione con il Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università di Trieste. Le analisi granulometriche hanno evidenziato in febbraio la presenza di silt sabbioso in tutte le stazioni, ad eccezione della stazione 2, in cui è stato invece rinvenuto silt argilloso. In ottobre anche nelle stazioni 3 e 4 è stato osservato silt argilloso, mentre non vi sono variazioni nelle restanti stazioni. L’analisi del carbonio organico mostra sempre valori simili nei due campionamenti, con valori più alti nella stazione 1 (3,29% in febbraio, 3,93% in ottobre) e più bassi nelle stazioni 2 e 5 (rispettivamente 1,73% e 1,71% in febbraio e 1,18% e 1,14% in ottobre). Per quanto attiene le comunità macrozoobentoniche, sono stati effettuati campionamenti mediante utilizzo di due tecniche: 1) mediante box corer manuale, strumento dotato di un’area di presa definita (289 cm²), che garantisce un campionamento di tipo quantitativo e minimizza le perdite del campione; 2) tramite la tecnica dei pacchetti fogliari che simulano il naturale accumulo di detrito e che permettono di analizzare i processi decompositivi ed i taxa che riescono a colonizzare i pacchetti. I campionamenti che hanno visto l’utilizzo del box corer si sono svolti nell’aprile 2009 e a cavallo tra ottobre e novembre 2009, e hanno visto il prelievo di 6 subcampionamenti per stazione. La determinazione tassonomica si è spinta fino a livello di famiglia o di genere e, per alcuni taxa raccolti nella primavera, a livello di specie, grazie anche alla collaborazione della Dott.ssa Boggero (CNR, Pallanza) e del Prof. Rossaro (Università di Milano). Le campagne di campionamento mediante pacchi fogliari si sono svolte per tre anni consecutivi, dall’autunno 2009 all’estate 2012, durante le stagioni autunnale, primaverile ed estiva. I pacchi sono stati realizzati con foglie di Phragmites australis, raccolte all’interno della Riserva, seguendo il protocollo indicato da Basset et al., 2006. Sono state organizzate tre unità subcampionarie per ogni stazione, messe in posa con evento unico e raccolte a scaglioni (una per stazione) con cadenza quindicinale. Dopo la raccolta i macroinvertebrati sono stati separati immediatamente dalla componente fogliare, in attesa della determinazione che si è spinta allo stesso livello indicato per i campioni raccolti con box-corer. La struttura della comunità macrozoobentonica è risultata esser costituita principalmente da Crostacei (Classe Ostracoda, famiglie Asellidae e Gammaridae), Oligocheti (famiglie Lumbricidae, Tubificidae, Naididae) ed Insetti. Tra questi ultimi il taxon dominante è risultato essere quello dei Ditteri Chironomidi, i quali rappresentano sempre oltre il 90% degli Insetti rinvenuti. Tale strutura di comunità è stata riscontrata, pur variando i rapporti tra le frequenze percentuali dei vari taxa, nelle diverse stagioni, con entrambi i metodi di campionamento. Numerosità e diversità (espressa come numero dei taxa rinvenuti) sono risultate maggiori durante la primavera rispetto all’autunno, sia nei campioni raccolti con box corer che con le trappole trofiche. Sulla base dei pesi dei pacchetti fogliari post periodo di permanenza nelle stazioni sono stati calcolati i tassi di decomposizione della sostanza organica vegetale (gg-1), utilizzando il modello di Olson (1963). Il modello è stato trasformato da esponenziale a lineare e sono stati effettuati dei confronti a livello inter- e intrastagionale mediante analogo dell’ ANCOVA. La pianificazione del protocollo di campionamento è stata organizzata con la collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali dell’Università degli Studi del Salento. Il tasso di decomposizione della sostanza organica vegetale è risultato esser compreso tra 0,0066 e 0,0075 gg-1 in autunno e tra 0,0108 e 0,0158 gg-1 in primavera. I confronti hanno permesso di mettere in evidenza differenze significative tra i tassi di decomposizione autunnale e primaverile per ogni anno di attività (p>0,05). Non sono state osservate differenze significative tra i tassi autunnali, mentre tali differenze sono sempre emerse a livello della stagione primaverile (p<0,0001). Le campagne di campionamento estive non sono state completate con successo a causa del prosciugamento dell’area, per cui non è stato possibile effettuare paragoni. Confronti intra stagionali non hanno evidenziato (salvo due eccezioni) differenze tra le stazioni (p>0,05). Si può concludere quindi che il sistema degrada la sostanza organica vegetale alla stessa velocità in ogni sua parte nelle stagioni esaminate. Per i taxa per cui numerosità e peso secco lo hanno reso possibile, (Ditteri Chironimidi appartenenti alla tribù dei Chironomini e due famiglie di Crostacei: Gammaridae e Asellidae) sono state effettuate misure a carico della densità energetica ED (cal g-1, peso secco). I taxa sono stati trattati in stufa a 60 °C per 72 ore e in seguito polverizzati. Con il materiale ottenuto sono state prodotte delle pastiglie in seguito processate in un calorimetro adiabatico a bomba Parr 1425 (Parr Instrument Company, U.S.A.). I valori ottenuti sono stati confrontati (quando possibile) mediante statistica non parametrica (test di Kruskal e Wallis per i Chironomini e test U di Mann e Whitney per i Gammaridae), allo scopo di indagare differenze stagionali tra i valori di ogni taxon. Le misure sono state effettuate presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali dell’Università degli Studi del Salento. I valori di densità energetica per la tribù dei Chironomini sono risultati esser compresi tra 3398,7 cal g-1 (valore autunnale) e 3483,6 cal g-1 (valore primaverile), mentre per i Gammaridae i valori sono risultati pari a 3863,7 cal g-1 in primavera e 40008,6 cal g-1 in autunno. Il valore della densità energetica per il taxon degli Asellidi è risultato pari a 3856,1 cal g-1 . Non è stato possibile evidenziare differenze significative a livello stagionale né per i Chironomini né per i Gammaridae. Per la tribù dei Chironomini e la famiglia dei Gammaridae sono state costruite curve di regressione lunghezza/peso secco. Per tale scopo è stata rilevata la lunghezza L (mm) ed è stato misurato o stimato il peso secco DW (g) per almeno 50 esemplari per ciascun taxon. Dall’analisi delle comunità macrozoobentoniche osservate all’interno del Ripristino emerge come il sistema rappresentato da quest’area sia assimilabile a una sorta di “laboratorio naturale” che torna praticamente a una condizione di “zero” a seguito del prosciugamento che avviene durante i mesi estivi. Al termine della fase secca, segue una fase di riallagamento, che si completa durante la stagione autunnale, con conseguente ricolonizzazione dei microhabitat da parte dei macroinvertebrati. La ricolonizzazione porta però a strutture di popolazione che possono essere ben diverse da quelle osservate in precedenza. Si può quindi affermare che il Ripristino è un sistema in uno stato di “perenne ricolonizzazione”. Questa conclusione è ulteriormente supportata dall’analisi dei tassi di decomposizione, i quali sono risultati esser praticamente identici nella stagione autunnale (a seguito dell’azzeramento del sistema) e sempre diversi in primavera, variando di anno in anno. I risultati fin qui ottenuti, forniscono nuove conoscenze riguardo ad aspetti finora poco studiati nell’area di studio (tassi di decomposizione della sostanza organica vegetale e densità energetice dei macroinvertebrati bentonici), e supportano la teoria secondi cui il mondo ecologico è un mondo di “non-equilibrio”, in cui i fenomeni di disturbo sono comuni e possono esser sempre diversi di volta. Questi fenomeni, possono portare a direzioni non facilmente prevedibili, e ogni ecosistema è dunque unico, irriproducibile e intendibile come fenimeno pro tempore.
XXIV Ciclo
1976
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4

Beltrami, Riccardo. "Stato ecologico di Punte Alberete e Valle Mandriole: popolamenti macrozoobentonici e chimica delle acque." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6467/.

Full text
Abstract:
Il presente studio si è proposto di fornire un contributo per la definizione dello stato ecologico delle zone umide d’acqua dolce ravennati (Punte Alberete, Valle Mandriole e uno stagno temporaneo creatosi nella limitrofa Pineta di San Vitale), attraverso lo studio della fauna macrobentonica presente nei sedimenti e nella vegetazione emergente. Sono stati prelevati campioni d’acqua con lo scopo di analizzare alcuni parametri chimico fisici, per relazionarli con i dati ecologici sulle comunità oggetto di studio. Inoltre è stato valutato il potenziale effetto sulle comunità macrozoobentoniche della attuale gestione di Valle Mandriole, che prevede il prosciugamento estivo della zona meridionale al fine di consentire operazioni di sflacio della vegetazione. Per valutare questo tipo di impatto è stato applicato un disegno di campionamento di tipo Beyond-BACI. Sono stati definiti quattro siti di controllo ed un sito potenzialmente impattato. Sono stati definiti due punti di campionamento su ciascun sito e sono stati campionati in totale quattro volte ciascuno, due volte prima del periodo estivo, corrispondente alla messa in secca del sito impattato, e due volte in autunno. I dati raccolti sul benthos e sulle acque sono poi stati analizzati attraverso l’analisi statistica multivariata PERMANOVA. I risultati dei test statistici non hanno rilevato nessun tipo di impatto associabile alla pratica di gestione attuata a Valle Mandriole, mentre l’analisi delle comunità macrozoobentoniche ha evidenziato, attraverso confronti temporali con dati storici e con altri studi, una situazione di degrado dal punto di vista delle stato ecologico di Punte Alberete e Valle Mandriole, molto probabilmente associabile all’abbondante presenza del gambero della Louisiana. La condizione di stato ecologico non soddisfacente può oltretutto essere imputabile anche alla qualità ecologica scarsa dei corsi d’acqua deputati al ricarico delle zone umide considerate. Lo studio ha inoltre sottolineato l’importanza dal punto di vista conservazionistico dello stagno in Pineta San Vitale.
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5

MORICI, Claudia. "Tecniche di biorisanamento delle acque di falda contaminate da nitrati." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91254.

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6

Campomori, Chiara. "Analisi dei movimenti spazio-temporali di uccelli acquatici svernati nelle zone umide dell'alto Adriatico." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2009. http://hdl.handle.net/10077/3164.

Full text
Abstract:
2007/2008
Le zone umide costiere dell’Alto Adriatico sono siti di grande importanza per lo svernamento di molte specie di uccelli acquatici. Gli uccelli acquatici possono essere considerati dei validi bioindicatori ambientali di queste aree, da cui essi dipendono in tutte le fasi del loro ciclo biologico. La conoscenza dei movimenti spazio-temporali dell’avifauna acquatica è un elemento essenziale per una corretta gestione delle zone umide e per lo sviluppo di adeguate politiche di conservazione. A tale scopo, è stato studiato il comportamento spazio-temporale degli uccelli acquatici a scala globale (variabilità intra- ed inter-annuale), a scala regionale (distribuzione nelle zone umide dell’alto Adriatico) ed scala locale (uso dello spazio e dell’habitat). In considerazione della notevole variabilità comportamentale che gli uccelli dimostrano ad ogni scala spazio-temporale, sono stati studiati i limiti e le dimensioni di queste variazioni in alcune specie di uccelli acquatici svernanti nell’Alto Adriatico, cercando di comprendere quale parte di questa variabilità è casuale e quale origina da risposte adattative a fattori ecologici. Come specie target è stato scelto il Piovanello pancianera Calidris alpina. Si è cercato, inoltre, di fornire alcune indicazioni per la gestione di queste zone umide e per una corretta metodologia di rilevamento e utilizzo dei dati di censimento.
XXI Ciclo
1976
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7

Di, Nieri Antonella <1975&gt. "Accrescimento e composizione delle larve di acciuga (Engraulis encrasicolus) in zone a diverse condizioni idrologiche del canale di Sicilia." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/998.

Full text
Abstract:
The present job has taken in examination Engraulis encrasicolus larvae caught in the Sicily Channel. The larval age has been estimated through a methodology that utilizes the daily otolith (sagittae) micro-increments reading; such assessment have been correlated with the oceanographic parameters data of the Sicily Channel. The Gompertz equation has showed the growth of this species in the sampled lengths range. For year 2004, a growth rate of 0.77 mm/day has been esteemed and for 2007 a growth rate of 0.65 mm/day. The relationship between the otolith diameter and the larval length has been fitted with a potential equation, and in particular two different curves have been determined for the two years. The Mann-Whitney U Test has underlined that the differences among the observed values (Temperature, Salinity, O2 and Fluorescence) result to be significant (p <<0.05). Another investigation has concerned the comparative analysis, through spectrophotometry, of the larval biochemical components (lipids, proteins and carbohydrates) of E. encrasicolus caught in the Sicily Channel and in the continental shelf of Libya during the Oceanographic Cruise named MedSusMed 2006. The differences of protein content and proteins and lipids accumulation rates for the larvae length result to be significantly different for the two investigated zones, and this has been justified by the different oceanographic conditions present in the two sampling areas.
Il presente lavoro ha preso in esame larve di Engraulis encrasicolus pescate nel Canale di Sicilia. L’età delle larve è stata stimata attraverso una metodologia che prevede la lettura dei microincrementi giornalieri negli otoliti (sagittae); tali stime sono state messe in correlazione con i dati relativi ai parametri oceanografici del Canale di Sicilia. L’equazione di Gompertz ha descritto la crescita di questa specie nell’intervallo di lunghezze campionate. Per l’anno 2004 è stato stimato un tasso di crescita pari a 0.77 mm/day e per il 2007 un tasso di crescita di 0.65 mm/day. La relazione tra il diametro dell’otolite e la lunghezza della larva è stata modellizzata con un equazione potenziale, ed in particolare per i due anni sono state determinate due curve diverse. Il test di Mann-Whitney U Test ha evidenziato che le differenze tra i valori osservati (T, S, O2 e F) sono risultate essere significative (p<<0.05). Un’altra indagine ha riguardato l’analisi comparativa, mediante spettrofotometria, delle componenti biochimiche (lipidi, proteine e carboidrati) delle larve di E. encrasicolus pescate nel Canale di Sicilia e nella piattaforma libica nella Campagna Oceanografica MedSusMed 2006. Le differenze in termini di contenuto proteico e di tassi di accumulo di proteine e lipidi in funzione della lunghezza delle larve sono risultate essere significativamente diverse per le due zone interessate, e ciò è stato giustificato dalle diverse condizioni oceanografiche presenti nelle due zone di campionamento.
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Beltrano, Anna Maria. "Monitoraggio delle risorse alieutiche con l'ausilio di sistemi informativi geografici in una riserva naturale marina e sito natura 2000." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2555.

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Abstract:
2006/2007
L’obiettivo di tale studio è stato quello di implementare un Sistema di Informazione Geografica (GIS) per il monitoraggio dell’attività di pesca e delle risorse alieutiche, considerando le marinerie delle Isole Egadi, a rappresentanza di alcune tipologie di base dell’attività di pesca artigianale e per i diversi vincoli ambientali che in quest’area insistono quali la Riserva Naturale Marina e i Siti Natura 2000, al fine di suggerire opportune strategie di protezione sia per le risorse pescabili che per l’ambiente. Quindi un sistema esperto a supporto delle decisioni, che consenta di visualizzare i complessi scenari nell’ambito della valutazione delle risorse alieutiche nella dimensione spazio-temporale (Spatial Decision Support System), orientato alla pianificazione territoriale per un uso sostenibile delle risorse naturali, sinergica e coordinata tra i vari enti territoriali preposti. Nel corso di tale studio è stato messo a punto un data-warehouse, orientato alla pianificazione territoriale contenente differenti tipologie di dati ambientali, un database relazionale (RDBMS) contenente i dati riguardanti la pesca e la flotta, e un GIS in grado di gestire, analizzare, integrare dati eterogenei, riferendoli alle rispettive posizioni geografiche, finalizzato nello specifico ai seguenti obiettivi: - Studio delle caratteristiche ambientali dell’area di interesse; - Caratterizzazione della struttura della flotta per ciascun porto; - Variabilità degli attrezzi utilizzati nel tempo e nello spazio in ciascun porto; - Indagine delle specie catturate, qualitativamente e quantitativamente; - Indagine dello sforzo di pesca e cattura per unità di sforzo (CPUE), nello spazio e nel tempo; - Analisi dei principali parametri chimico-fisici ambientali (temperatura, salinità, ossigeno, etc); - Rilevazione delle condizioni climatiche e meteo-marine; - Individuazione di specie e habitat di elevato valore ecologico; - Valutazioni ambientali e indicazioni gestionali. In particolare, è stata indagata l’area di studio, gli aspetti geologici, biologici, con particolare rilievo ad habitat e specie di interesse scientifico e/o ecologico, mediante ricerche bibliografiche e campagne sperimentali in mare. Sono state realizzate le indagini inerenti la pesca e la flotta mediante i seguenti metodi: metodo indiretto e metodo diretto. Il metodo indiretto ha compreso la raccolta dei dati settimanalmente mediante rilevazione allo sbarco, per un intero anno. Il metodo diretto ha compreso la realizzazione di campagne sperimentali opportunamente pianificate, utilizzando come campionatore diverse tipologie di imbarcazioni e attrezzi delle marinerie dell’area, per la raccolta diretta di dati, sempre nell’arco di un anno. Durante le pescate sperimentali si è fatto uso di strumentazione GPS (Global Positioning System) per registrare le coordinate geografiche del punto iniziale, medio e finale dell’attrezzo in pesca. La profondità, a cui sono state effettuate le pescate, è stata registrata mediante ecoscandaglio. I dati oceanografici sono stati prelevati in situ, mediante sonde multiparametriche. Sono state rilevate informazioni riguardo le condizioni climatiche e meteo-marine. E’ stato realizzato un GIS facendo uso del software ArcGIS 9.1 della ESRI. Per la definizione dei temi e per uniformare le informazioni raccolte e catalogate nel datawarehouse, questo è stato strutturato in accordo ad un Thesaurus di Riferimento per Applicazioni ambientali (Environmental Applications Reference Thesaurus, EARTh). I dati riguardanti la pesca e la flotta sono stati elaborati e organizzati in un Database relazionale (RDBMS), che ha permesso la gestione dell’informazione geografica assicurando caratteristiche quali efficienza nelle prestazioni, controllo degli accessi, controllo delle ridondanze, conferendo una formidabile elasticità alla struttura e quindi di analisi spaziale, permettendo così di analizzare i diversi aspetti dei fenomeni. Questo è stato arricchito con collegamenti (hyperlink) a documenti utili (leggi, direttive, vincoli territoriali), immagini (foto di barche, coste, specie, attrezzi), pagine web. Infine, il sistema è stato organizzato in modo che, effettuando differenti interrogazioni ed operazioni quali analisi di dati spaziali (interpolazioni, operazioni di overlay, raster calculator), analisi degli attributi (query o funzioni di ricerca, SQL, summarize, statistics) e analisi integrata (spaziali e attributi), ha permesso di ottenere differenti informazioni nella dimensione spazio-temporale. In conclusione, il sistema è stato predisposto per analizzare e visualizzare i complessi scenari esistenti nell’ambito della valutazione delle risorse alieutiche nella dimensione spazio-temporale (monitoraggio), considerando le caratteristiche ambientali e le diverse problematiche dell’area, in modo da prevedere i possibili scenari futuri (forecasting) creando una modellizzazione della realtà, al fine di: fornire indicazioni nel pianificare una gestione ottimale delle risorse, razionale, integrata e sostenibile, quindi fornire spazialmente una scelta di soluzioni al decisore (Spatial Decision Support System) per la conservazione degli stock ma anche per preservare gli ecosistemi marini; avviare in caso di un’area sottoposta a più vincoli (Riserva Marina, Sito Natura 2000, IBA) una pianificazione concertata e sinergica tra i diversi livelli istituzionali preposti (governance multilivello e interscalare) ed evitare quindi una pianificazione conflittuale o ridondante. Il sistema realizzato potrebbe vedere applicazione nell’ambito delle seguenti pianificazioni: per la realizzazione dei piani di gestione pesca regionali, inerenti il Programma Operativo Pesca - FEP nazionale (Fondo Europeo per la Pesca); per l’elaborazione dei piani di gestione dei Siti Natura 2000; per la predisposizione delle varie fasi della Valutazione Ambientale Strategica (VAS); per la predisposizione di piani territoriali di Gestione Integrata della Fascia Costiera GIZC; nell’istituzione di Aree Marine Protette o Riserve Naturali Marine, Parchi, ed in particolare risulterebbe utile nella pianificazione della zonazione, soprattutto quando in tali aree è presente come forte componente l’attività di pesca, ricoprendo un elevato valore in termini di occupazione, commercio, attività ricreative e quindi di benessere economico.
The objective of this study was to implement a Geographic Information System (GIS) for the monitoring of fishing activities and alieutic resources in the Egadi Islands, as being representative of a few fundamental kinds of small-scale fishing and for various existing environmental restrictions such as the Marine Reserve and Natura 2000 sites. The purpose was to suggest appropriate conservation strategies for both alieutic resources and the environment. In other words, an expert system to decision support, making it possible to visualize complex scenarios in the assessment of alieutic resources in a space-time dimension (Spatial Decision Support System), geared towards spatial planning -for a sustainable use of natural resources- in synergy and coordination among the various authorities in charge. In the study a data-warehouse was set up, geared towards spatial planning and containing various categories of environmental data, a relational database (RDBMS) containing data on fishing and fleets, and a GIS capable of processing, analyzing and integrating heterogeneous data in reference to their respective geographical locations, with the following specific objectives: - Study of the environmental characteristics of the area of focus; - Characterization of the structure of the fleet for each port; - Investigating fishing gear changes in time and space in each port; - Quantitative and qualitative investigation of the species caught; - Analysis of fishing effort and catch per unit effort (CPUE), in time and space; - Analysis of the main environmental -physical and chemical- parameters (temperature, salinity, oxygen, etc.); - Survey of climatic and sea weather conditions; - Identification of species and habitats of high ecological value; - Environmental assessment and management guidelines. In particular, the investigation was carried out on the area of focus, its geological and biological aspects, with special attention to habitats and species of scientific/ecological interest, through bibliographic research and experimental sampling at sea. The investigation on fishing and fleets has been carried out with the following methods: indirect method and direct method. The indirect method has involved weekly collection of data from interviews at landing, over a whole year. The direct method has involved carefully planned sampling trips, using various types of boats and gear of the local fisheries for direct collection of data, also over a whole year. In the sampling process, a GPS (Global Positioning System) was used to record the initial, middle and final geographical coordinates of the fishing gear. Depths of experimental fishing were recorded with an echo sounder. Oceanographical data were obtained on site, with the use of multiparametric probes. Information has been recorded on climatic and sea weather conditions. The GIS was set up using ArcGIS 9.1 software by ESRI. For definitions of topics and to standardize the information collected and filed in the data-warehouse, this has been structured in accordance to the Environmental Applications Reference Thesaurus (EARTh). Data regarding fishing and fleets have been processed and organized in a relational database (RDBMS), which has made it possible to manage geographical information as well as assuring characteristics such as efficiency of performance, access control, redundancy control, thus giving the structure remarkable flexibility also in terms of spatial analysis and the possibility of looking at the various aspects of events. The database has also been enriched with hyperlinks to useful documents (laws, directives, planning restrictions), images (photos of boats, coastlines, species, gear), and web pages. Finally, the system has been organized so as to be able to obtain various kinds of information in a space-time dimension through operations and procedures such as spatial data analysis (interpolation, overlay, raster calculator), analysis of attributes (query or search functions, SQL, summarize, statistics) and integrated analysis (spatial data and attributes). In conclusion, the system has been set to analyze and visualize complex scenarios in the assessment of fishable resources in a space-time dimension (monitoring), taking into consideration the environmental characteristics and various critical factors of the area, so as to forecast possible scenarios and create models of reality with the purpose of: providing indications for optimal, rational, integrated and sustainable resource management, as well as a range of spatial options for decision-makers (Spatial Decision Support System) for the conservation of stock and marine ecosystems; in the case of areas subjected to multiple restrictions [Marine Reserve, Natura 2000 site, IBA (Important Bird Areas)], giving way to a concerted, synergic planning activity among the various authorities in charge (multi-level and inter-scalar governance) and thus avoiding any conflictual, redundant planning. Such system could be applied in the following planning situations: implementation of regional fishing management plans within the national Operational Programme – EFF (European Fisheries Fund); preparing of management plans for Natura 2000 sites; preparation of the various phases of Strategic Environmental Assessment (SEA); preparing of plans for the Integrated Coastal Zone Management (ICZM); institution of Marine Protected Areas or Marine Reserves, Parks, in particular, it would be useful to plan the zoning of this areas protected, especially when fishing activity is strong and of high value for occupation, trade, recreational activities and hence economic welfare.
XX Ciclo
1971
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Books on the topic "Ecologia delle zone umide"

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Giuseppe, De Maria, and Italy. Servizio conservazione della natura., eds. Inventario delle zone umide del territorio italiano. Roma: Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello Stato, 1992.

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2

Convegno, nazionale "botanica delle zone umide" (2000 Vercelli Italy). Atti del Convegno nazionale "botanica delle zone umide" (Vercelli-Albano Vercellese, 10-11 novembre 2000). Torino: Museo regionale di scienze naturali, 2003.

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Conference papers on the topic "Ecologia delle zone umide"

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Fedeli, Raul Enzo, and Stefano Magaudda. "Il progetto rewetland: riqualificazione ambientale dell’Agro Pontino attraverso la valorizzazione ricostruzione del paesaggio storico." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8011.

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Abstract:
Il progetto “Rewetland” (programma LIFE+ 2008 – environment and governance. www.rewetland.eu) prevede la predisposizione di un Programma di Riqualificazione Ambientale (PRA) della Pianura Pontina attraverso la sperimentazione di tecniche di fitodepurazione diffusa. Il PRA si basa sull’analisi approfondita del paesaggio a partire da quello delle bonifiche dei Papi (XV–XVII sec.), fino ad arrivare ai giorni nostri. La finalità dell’analisi del paesaggio è stata quella di ricomporre gli elementi costituenti i diversi ambiti paesaggistici del territorio in quadri unitari, quanto più possibile coerenti al loro interno e confrontabili tra loro per valutarne le qualità paesaggistiche, le trasformazioni avvenute nel tempo o in atto, le necessità di processi di riqualificazione, le potenzialità di assorbire nuovi interventi progettuali. L’utilizzo di strumenti gis è stato indispensabile, sia per individuare le permanenze del paesaggio storico e rurale, sia per definire e valutare i possibili scenari di intervento. Le azioni, i progetti e gli interventi del PRA riguardano la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua e la realizzazione di aree umide ed ecosistemi filtro e favoriscono l’attivazione di buone pratiche non solo per la gestione dei canali della bonifica ma anche per quella delle aziende agricole. La metodologia utilizzata ha permesso di interpretare le trasformazioni del paesaggio dell’Agro Pontino e nel contempo progettare interventi e azioni di riqualificazione ambientale che rispondano a molteplici esigenze/obiettivi: il miglioramento della qualità delle acque, il potenziamento della rete ecologica e della biodiversità, la rigenerazione dei paesaggi tipici delle zone umide (re-wetland) che rappresentano la memoria del territorio. "Rewetland" project (LIFE+ 2008 - environment and governance. www.rewetland.eu) requires the preparation of an Programma di Riqualificazione Ambientale (PRA) of the Pontine Plain through experimentation with techniques of widespread phytoremediation. The PRA is based on a thorough analysis of the landscape from those of the reclamation of the Popes (XV -XVII cent.), up to the present day. The aim of the landscape analysis has been to reconstruct the elements making up the different areas of the local landscape into unified framework, as much as possible internally coherent and comparable to each other in order to assess the quality of the landscape, the changes through time or now being implemented, the necessity of regeneration processes, the potentialities to absorb new project interventions. GIS software tools have been essential, both to identify the permanence of the historic and rural landscape, and to define and evaluate the possible intervention scenarios. PRA actions, projects and interventions regard the renaturalization of waterways and the creation of wetlands and ecosystem filters and promote the activation of good practices not only for the management of the drainage channels but also for the farms. The methodology used allowed us to read the changes in the landscape of the Pontine Plain and at the same time to design interventions and actions that respond to multiple environmental restoration needs and objectives: improvement of water quality, enhancement of biodiversity and the ecological network, regeneration of the typical landscapes of wetlands (re-wetland) that represent the memory of territory.
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