Academic literature on the topic 'Eco focalizzato'

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Journal articles on the topic "Eco focalizzato"

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Franscella, Sofia, and Lara Ponzio. "Il passaporto numerico: un percorso “italmatico” alla scuola dell’infanzia." Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no. 9 (May 27, 2021): 139–67. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.21.9.7.

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Abstract:
Questo articolo ha lo scopo di descrivere un itinerario interdisciplinare focalizzato principalmente sull’italiano e sulla matematica. Il progetto “italmatico”, che è stato realizzato in due sezioni di scuola dell’infanzia di Monte Carasso e Bellinzona nord (Canton Ticino), si basa sulla realizzazione di un passaporto numerico. In questo documento d’identità vengono riassunte le principali informazioni numeriche che caratterizzano i bambini da diversi punti di vista (numeri personali: età, altezza, peso ecc.). Nel vivere queste esperienze, attraverso attività laboratoriali vissute con i compagni, non ci si sofferma solo sui numeri che si incontrano, ma anche su aspetti linguistici e sull’identità competente dei bambini. Per gli allievi della scuola dell’infanzia ed elementare risulta molto significativo individuare i propri numeri “personali” per conoscere meglio se stessi e gli altri. Lavorando in un’ottica interdisciplinare i bambini hanno l’opportunità di confrontarsi con attività contestualizzate nell’ambito del reale, sviluppando le proprie competenze in modo ricco e positivo.
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Olivito, Renato S., and Rosamaria Codispoti. "Natural Fiber Composites for Structural Strengthening of Constructions." Key Engineering Materials 916 (April 7, 2022): 66–73. http://dx.doi.org/10.4028/p-qg327p.

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Abstract:
Negli ultimi anni vengono studiate le fibre naturali di origine vegetale come lino, juta, canapa, basalto oltre a quelle derivate dal bambù o dall'ananas, per le loro molteplici proprietà. Tra i principali vantaggi che hanno, ricordiamo: la grande disponibilità in natura; sono rinnovabili, hanno una bassa densità e un costo contenuto, nonché proprietà meccaniche che li rendono interessanti per la realizzazione di materiali compositi fibrorinforzati. Sono utilizzati da tempo in vari settori dell'ingegneria: dall'automotive e aerospaziale all'ingegneria civile per la realizzazione di pannelli, pareti ecc. Attualmente l'attenzione è stata focalizzata sulla possibilità di utilizzarli come materiali di rinforzo su strutture in muratura. Il continuo e crescente interesse per la conservazione dei beni storici richiede sistemi di rinforzo di facile utilizzo e affidabili con relative metodologie di calcolo che permettano di valutare la capacità delle strutture murarie esistenti e rinforzate. Tuttavia, i modelli analitici applicabili alle strutture in muratura armata non sono stati sviluppati allo stesso livello di quelli per altri materiali da costruzione moderni. In particolare, esiste un divario tra i risultati sperimentali di elementi murari armati con sistemi innovativi ei risultati ottenuti da modelli analitici. Tutto ciò ha ostacolato un'analisi completa dell'approccio sperimentale che può fornire un prezioso contributo a metodi di progettazione eccessivamente conservativi per soluzioni di rinforzo innovative. Nel presente lavoro, al fine di validarne l'efficacia vengono mostrati i risultati di un'ampia campagna sperimentale per la caratterizzazione meccanica di compositi con fibre naturali e la loro applicazione ad elementi strutturali in muratura, in diverse condizioni di carico applicato e geometrie murarie. Parole chiave: Fibre naturali – Compositi – FRCM - Massoneria
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Lenassi, Nives. "Alcune osservazioni sull’uso dei paradigmi verbali nell’italiano L2: l’italiano per gli affari." Linguistica 61, no. 2 (December 30, 2021): 79–95. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.61.2.79-95.

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Abstract:
Nella produzione dei testi di corrispondenza italiana i comunicatori sloveni provenienti dal mondo del lavoro spesso affrontano con insicurezza la verbalizzazione dei complessi rapporti aspettuali, temporali e modali previsti dal sistema verbale italiano. Tali insicurezze sono evidenti sia nei testi redatti dai parlanti con un’elevata competenza linguistico-comunicativa sia in quelli composti da comunicatori che possiedono un repertorio linguistico più limitato. Questi ultimi sono anche più propensi a comporre messaggi molto sintetici, con una gamma piuttosto ristretta di paradigmi verbali anche nelle situazioni in cui le esigenze e gli scopi comunicativi richiederebbero la redazione di un testo più esteso. Visti i disagi dei non madrelingua, ci si è chiesti quanto spazio dedicano vari libri di testo per l’italiano per gli affari alle attività il cui obiettivo è lo sviluppo della competenza relativa alla conoscenza e all’uso dei paradigmi verbali nell’ambito della corrispondenza commerciale. La ricerca dimostra che – in dipendenza da vari parametri quali il livello QCER dei singoli libri di testo, il loro orientamento più o meno comunicativo, l’importanza ascritta alla corrispondenza commerciale ecc. – possiamo constatare notevoli differenze tra i materiali analizzati in quanto alla presenza delle attività e ai paradigmi verbali trattati in esse. Un numero maggiore di attività e una loro distribuzione proporzionata nella prassi glottodidattica potrebbe sensibilizzare gli utenti/apprendenti a un’attenzione più focalizzata e accurata nel riconoscere l’insieme degli elementi che stimolano l’uso di singoli paradigmi verbali nei testi di corrispondenza commerciale. L’obiettivo di tale approccio ovvero sensibilizzazione è quello di giungere prima a una comprensione adeguata dei testi e dopo a una stesura dei messaggi pragmaticamente efficaci.
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Mastronardi, Vincenzo. "Criminology and situational prevention." Rivista di Psicopatologia Forense, Medicina Legale, Criminologia 22, no. 1-2-3 (December 27, 2017): 31–34. http://dx.doi.org/10.4081/psyco.2017.11.

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Abstract:
The present work brings to light a criminology and a preventative system from a less classic perspective, which does not aim to explain the criminal or the reasons why the act is committed, but rather a theoretical overview that focuses on the setting of the offense and the environmental opportunities that the criminal has taken to commit him. Situational Crime Prevention places attention and works on a set of public and private facilities (such as schools, hospitals, transport systems, shops, shopping malls, small businesses, telephone companies, parks, clubs, entertainment venues, bars and parkings) that create conditions, actions and performance that are potentially suitable and fertile for delinquency. ---------- Il presente lavoro porta alla luce una criminologia e un sistema preventivo letti da una prospettiva meno classica, che non si pone l’obiettivo di spiegare il criminale o le ragioni per cui l’atto illecito viene compiuto, bensì tratta una panoramica teorica che si focalizza sul setting del reato e sull’opportunità ambientale che il reo ha colto per commetterlo. Ecco che le Prevenzione Situazionale Criminologica attenziona e va ad operare su un insieme di strutture pubbliche e private (quali scuole, ospedali, sistemi di trasporto, negozi, centri commerciali, piccola imprenditoria, compagnie telefoniche, parchi, locali, luoghi di divertimento, bar e parcheggi) che vanno a creare circostanze, azioni e prestazioni, tutte potenzialmente idonee e fertili per la realizzazione di delinquenza. ---------- El presente trabajo saca a la luz una criminología y un sistema preventivo leídos desde una perspectiva menos clásica, que no pretende explicar el criminal o las razones por las cuales se comete el acto, sino que trata de una visión teórica que enfoca en el escenario de la ofensa y en la oportunidad ambiental que el rey ha capturado para cometerla. Prevención Situacional Criminológica atrae y opera en un conjunto de instalaciones públicas y privadas (como escuelas, hospitales, sistemas de transporte, tiendas, centros comerciales, pequeñas empresas, compañías telefónicas, parques, clubes, lugares de entretenimiento, bares y aparcamientos) que crean condiciones, acciones y rendimiento, todos potencialmente aptos y fértiles para el propósito de la delincuencia.
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Dissertations / Theses on the topic "Eco focalizzato"

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DE, CHIARA BENEDETTA CARLA. "INTRODUZIONE DELLA FIGURA DEL SONOGRAPHER E DI ECOGRAFI ULTRA-MOBILI IN UN LABORATORIO DI ECOCARDIOGRAFIA: DAI RISVOLTI CLINICI A QUELLI ORGANIZZATIVI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/306609.

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Abstract:
Il primo scopo del lavoro è stato quello di analizzare retrospettivamente l’impatto organizzativo, economico e clinico dell’esecuzione degli esami ecocardiografici in reparto di degenza al letto del paziente utilizzando un ecocardiografo portatile e un sonographer con la lettura centralizzata degli esami da parte di medici ecocardiografisti esperti rispetto al modello organizzativo che prevede il trasporto dei pazienti presso il Laboratorio per l’esecuzione dell’esame ecocardiografico. Il secondo scopo è stato quello di valutare prospetticamente l’impatto clinico ed organizzativo di ecografi ultra-mobili di ultima generazione che sono stati adottati da parte da cardiologi nell’ambito delle visite di consulenza a pazienti degenti. METODI Sono stati analizzati dati storici sulla modalità e sui tempi di trasporto dei pazienti al Laboratorio di Ecocardiografia. Questo modello è stato confrontato in termini economici e di impatto clinico con quello che prevedeva gli esami al letto del paziente, registrati dal sonographer. Sono state raccolte anche informazioni quali la necessità di ripetizione e/o di completamento presso il Laboratorio registrando le eventuali discordanze. Per il secondo scopo sono state registrate prospetticamente nell’arco di 2 mesi tutte le consulenze cardiologiche effettuate in reparti internistici. Successivamente i cardiologi che espletavano le consulenze cardiologiche sono stati dotati di un ecografo ultra-mobile e per 5 mesi ne è stata registrata la modalità di utilizzo, la ricaduta nella gestione del paziente e quali fossero le condizioni cliniche che invece necessitavano comunque l’esecuzione di un ecocardiogramma completo da parte del sonographer o presso il Laboratorio. Sì è infine stimato il risparmio in termini di giornate di degenza e di impatto economico di tale gestione per l’Ospedale, in quanto la consulenza cardiologica poteva essere finalizzata sul momento. RISULTATI La durata media dei trasporti da parte di pedoni di pazienti degenti nello stesso padiglione del Laboratorio è stata pari a 26 ± 8 minuti. Per i trasporti in autoambulanza la durata media dei trasporti da parte dei lettighieri di pazienti degenti in altri padiglioni rispetto al Laboratorio è stata pari a 50 ± 11 minuti, con una assenza media del paziente dal reparto pari a 178±77 minuti. Nel corso dell’anno di rilevazione dell’attività del sonographer, sono stati eseguiti dal sonographer al letto del paziente 1.611 esami, di cui 26 (1,6%) sono stati ripetuti in Laboratorio per incompletezza o insufficiente qualità delle immagini acquisite dal sonographer, senza impatto sul decorso clinico del paziente. Calcolando i costi del personale medico e di trasporto, il risparmio con l’introduzione del sonographer è stato di € 72.624,46/anno. Nella rilevazione della durata di 2 mesi sono state richieste 95 consulenze cardiologiche che hanno necessitato l’informazione ecocardiografica e che hanno richiesto una mediana di tempo di 4 giorni per essere concluse. Delle 187 consulenze cardiologiche richieste comprensive di informazione ecografica nel periodo di adozione del nuovo ecografo, 66 (35%) sono state evase sul momento utilizzando l’ecografo ultra-mobile. L’analisi eseguita dal controllo di gestione dell’Ospedale ha determinato un costo medio di giornata di degenza in un reparto di Medicina Interna pari a € 574,96. Avere una latenza di circa 4 giorni stimata sul gruppo di controllo per la risposta ad un quesito clinico comporterebbe l’allungamento della degenza, se vincolata unicamente alla risoluzione del quesito cardiologico, pari a un costo evitabile di € 2300. CONCLUSIONI Il modello gestionale del sonographer e l'implementazione durante consulenze cardiologiche di una valutazione con ecografo ultra-mobile mirata al quesito clinico ha dimostrato di essere efficace dal punto di vista economico e clinico.
The first purpose of the work was to retrospectively analyze the organizational, economic and clinical impact of performing echocardiographic examinations in the hospital ward at the patient's bed using a portable echocardiograph and a certified sonographer with centralized reading of the exams by expert echocardiographers with respect to the organizational model that requires the transport of patients to the Echocardiography Laboratory for the execution of the echocardiographic examination. The second purpose was to prospectively assess the clinical and organizational impact of the latest generation ultra-mobile ultrasound scanners that have been adopted by cardiologists as part of consulting visits to inpatient patients. METHODS Historical data on the modality and time of transport of patients to the Echocardiography Laboratory were analyzed. This model was compared in economic terms and in clinical impact with the one involving bedside examinations, recorded by the sonographer. Information was also collected such as the need for repetition and / or completion at the Laboratory, recording any discrepancies or the added value of the examination carried out at the Laboratory. For the second purpose, cardiological consultations carried out in internist departments were recorded prospectively over a period of 2 months. Subsequently, the cardiologists who carried out the cardiological consultations were equipped with an ultra-mobile ultrasound system and for 5 months were recorded the method of use, the relapse in the management of the patient and what were the clinical conditions that instead required the execution of a complete echocardiogram by the sonographer or at the Laboratory. Finally, the savings in terms of hospitalization days and the economic impact of this management for the hospital are estimated, as the cardiological consultancy could be finalized on the spot. RESULTS The average duration of transport by operators of patients staying in the same hall of the Laboratory was equal to 26 ± 8 minutes. For transport by ambulance, the average duration of transport by the hospitalized patients in other pavilions with respect to the Laboratory was equal to 50 ± 11 minutes, with an average absence of the patient from the ward equal to 178 ± 77 minutes. During the year of observation of the sonographer's activity, 1,611 examinations were performed by the sonographer at the patient's bed, of which 26 (1.6%) were repeated in the Laboratory due to incompleteness or insufficient quality of the images acquired by the sonographer, without impact on the patient's clinical course. Calculating the costs of medical personnel and transport, the savings with the introduction of the sonographer were € 72,624.46 / year. In the 2-month survey, 95 cardiological consultations were requested which required echocardiographic information and which required a median of 4 days to be completed. Of the 187 cardiological consultations required including ultrasound information during the adoption period of the new ultrasound system, 66 (35%) were fulfilled on the spot using the ultra-mobile ultrasound system. The analysis performed by the hospital management control determined an average cost per day of hospitalization in an Internal Medicine ward of € 574.96. Having an estimated latency of about 4 days on the control group for the answer to a clinical question would lead to lengthening of the hospital stay, if limited only to the resolution of the cardiological question, equal to an avoidable cost of about € 2300. CONCLUSIONS The management model of the sonographer and the implementation during cardiological consultations of an evaluation with an ultra-mobile ultrasound system aimed at the clinical question has proved to be effective from an economic and clinical point of view.
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FORMICONI, Cristina. "LÈD: Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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Abstract:
INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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