Journal articles on the topic 'E proprio in questa prospettiva'

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Bucchetti, Valeria. "Crescere con gli stereotipi." i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 9 (April 7, 2014): 106–28. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2014.v9i.12584.

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Abstract:
Stereotipi di genere determina una questione cruciale, delicata e urgente, che trova nella sintesi espressiva dell’immagine il proprio fulcro. In questa prospettiva il tema della rappresentazione della donna, così come i media la impongono, con le implicazioni che questo modello rappresentato porta con sé. Il Design della comunicazione non può dunque sottrarsi alle proprie responsabilità di mediatore in grado di agire sulla realtà sociale.
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2

Stanghellini, Giovanni, and Raffaella Ciglia. "Etnocentrismo critico. Una cornice epistemologica per la psicopatologia?" RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2011): 83–95. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-002007.

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Abstract:
L'etnografia e l'ermeneutica ci aiutano a pensare l'incontro clinico come un incontro tra culture. Da un lato, pensare l'altro in relazione alla sua cultura, cioč ad un orizzonte di significato fatta di credenze e valori, significa agganciarlo ad un orizzonte di senso, all'interno del quale i suo atti divengono intenzionali e significativi, quindi comprensibili. Dall'altro, l'anticipazione di senso che guida la nostra comprensione delle azioni altrui č determinata dalla nostra propria cultura. Ciň genera un noto paradosso: la comprensione dell'altro risulta innanzitutto e per lo piů inscritta in un orizzonte di senso che all'altro č estraneo. Tuttavia, se questa comprensione dell'altro a partire dalla propria cultura viene messa in atto criticamente non č un impedimento, ma la "via regia" per l'incontro con l'altro, tramite la reciproca esplicitazione del proprio orizzonte di significato e quindi del senso attribuito alle azioni proprie ed altrui mediata da tale esplicitazione. In questa cornice epistemologica, il clinico č disposto a mettere in gioco il proprio orizzonte di significato nell'aprirsi ai significati dell'altro. In questa prospettiva la comprensione si compie in uno spazio dialogico e intersoggettivo.
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3

Lachaud, Jean-Marc, and Alessia Magliacane. "Il taglio e la scheggia." DESC - Direito, Economia e Sociedade Contemporânea 2, no. 2 (February 21, 2020): 77–95. http://dx.doi.org/10.33389/desc.v2n2.2019.p77-95.

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Abstract:
Questo articolo esamina il rapporto tra arte e potere, sollevando la questione di come l'arte sia collocata nell'ambiente sociale come meccanismo non solo per l'intrattenimento, ma anche per chiarire le condizioni politiche e sociali che permeano una data società. Da questa prospettiva, l'arte si pone come uno strumento attraverso il quale si chiariscono le relazioni sociali e, come tale, incoraggia la trasformazione sociale. D'altra parte, l'apprensione dell'arte da parte del capitalismo, come ancora un altro meccanismo per ottenere profitti, dissipa questa essenza dell'arte e stabilisce una tensione tra queste due forze, in modo che, da un lato, l'arte, nella sua essenza, possa essere verificata. resistere al capitale e, d'altra parte, rivestire il capitale dell'arte con una veste di prodotto, proprio per renderlo più - e semplicemente - un meccanismo per realizzare un profitto.
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4

Piras, Veronica, and Francesca Salivotti. "Studi organizzativi e sviluppo locale: quali contaminazioni possibili?" STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 9–32. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001001.

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Abstract:
Alla luce delle trasformazioni che stanno investendo il paradigma dello sviluppo locale assumono una rinnovata rilevanza tutte quelle riflessioni che si propongono di integrare i tradizionali strumenti teorici e analitici di questa prospettiva con quelli provenienti da altri ambiti di studio e ricerca con i quali non sempre si sono instaurate proficue occasioni di dialogo e di reciproca contaminazione. Il lavoro presentato costituisce il tentativo di proporre una pista di ricerca in cui le due tradizioni di studi - quella dello sviluppo locale e quella della sociologia dell'organizzazione - possano collaborare al fine di integrare gli strumenti teorici e concettuali di entrambe. Questo obiettivo d'integrazione nasce dalla constatazione che la maggior parte della produzione in materia di sviluppo locale sembra non focalizzare in maniera specifica e puntuale l'attenzione sulla dimensione organizzativa dei propri oggetti di studio, nonostante questi siano spesso costituiti da vere e proprie organizzazioni. Si pensi, ad esempio, come gli studiosi di sviluppo locale abbiano dedicato numerose ricerche sia allo studio di singole imprese sia a quello di interi sistemi di imprese. O, ancora, si prendano ad esempio i numerosi studi riguardanti le diverse forme di agenzie di sviluppo, condotti attraverso l'analisi di particolari esperienze di programmazione negoziata e di concertazione locale. Nonostante l'interesse dello sviluppo locale si articoli proprio attorno a questi e ad altri oggetti di studio, la loro dimensione organizzativa č stata raramente tematizzata in maniera distinta. Ne č conseguito uno scarso impiego degli strumenti analitici propri della sociologia dell'organizzazione e, in particolare, di una specifica prospettiva nata all'interno di questa disciplina: quella neoistituzionalista. La scuola neoistituzionalista ha prodotto concetti come quello di isomorfismo o di campo organizzativo che possono essere intesi come "attrezzi" molto utili per descrivere gli attori dello sviluppo locale, cosě come per mettere in luce alcuni dei meccanismi che influiscono sull'esito finale delle iniziative e delle strategie rinvenibili nei sistemi locali. Il saggio si pone come obiettivo quello di mettere in luce e sottolineare i possibili "ambiti di contaminazione", ovvero i temi e le aree di interesse proprie dello sviluppo locale in cui alcuni tra i piů consolidati concetti e riflessioni della sociologia organizzativa potrebbero essere proficuamente impiegati. Si procederŕ quindi all'individuazione e all'illustrazione di possibili applicazioni di alcuni strumenti analitici della sociologia dell'organizzazione, specificamente della prospettiva neoistituzionalista, impiegabili nell'analisi delle pratiche di sviluppo locale. L'intento vuole essere quello di mostrare come l'adozione di una prospettiva neoistituzionalista, che presta attenzione alla dimensione organizzativa cosě come al contesto istituzionale, integrandosi con gli strumenti classici di lettura dello sviluppo locale, possa aiutare a inquadrare aspetti ed elementi talvolta lasciati in ombra.
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De Nardis, Paolo. "Dall'etica dell'impresa alla responsabilitŕ sociale: il percorso di una ideologia." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 85–104. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001007.

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Abstract:
Questo saggio analizza sotto molteplici prospettive la fenomenologia e la concettualizzazione della responsabilitŕ sociale delle imprese. L'esame mette in evidenza come la nozione in oggetto abbia avuto il merito di trascendere la riduzione economicistica dell'impresa alla mera categoria del profitto, attraverso il richiamo alla partecipazione piů allargata degli stakeholder. Gli strumenti del codice etico e del bilancio sociale hanno contribuito a chiarire questa prospettiva, in un processo che parte dalle istanze dell'etica degli affari ed etica dell'impresa. Alla fine della disamina anche l'istanza eticistica che pulsa sotto la responsabilitŕ sociale mostra il proprio lato ideologico e in gran parte le ambiguitŕ del suo volto. Alcuni strumenti, nella loro freddezza, possono aiutare a riportare il discorso nei binari classici e senza infingimenti di un'impresa in ogni caso tesa, prevalentemente, quando non esclusivamente, alla produzione di profitto.
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Chudy, Wojciech. "Drogi nadziei." Verbum Vitae 9 (January 14, 2006): 151–64. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1407.

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Abstract:
L'autore percepisce il pesimismo e la delusione dell'umanita della seconda meta del ventesimo secolo. All'idea della disperazione lui contrapone l'atteggiamento e l'insegnamento di Giovanni Paolo II, presenti nel suo libro "Varcare la soglia della speranza". Nel ricco insegnamento del Papa Wojtyła vengono scoperte tre vie della speranza - la verita, il bene e l'amore - manifestate nella loro pienezza nella persona di Gesu. Proprio in Lui esse conducono alla salvezza, cioe alla vita in un'altro mondo, rinnovato da Cristo Risorto, in cui regnano: Amore, Bene e Verita, viste in modo personale. In questa prospettiva la morte puo essere vista come la soglia di questo nuovo mondo e la piena realizzazione delle speranze umane.
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Ferro, Antonino. "Pensiero onirico e teoria del campo." RICERCA PSICOANALITICA, no. 1 (March 2010): 31–52. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-001004.

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Abstract:
L'Autore, attraverso delle vignette cliniche, descrive i punti chiave del proprio modello clinico e traccia il suo modello di mente: "thinking-feeling-dreaming". Il concetto di campo analitico, come vero e proprio luogo d'incontro emotivo e di trasformazione psichica, cosě come il pensiero onirico della veglia, si collocano al centro del lavoro analitico. Secondo l'Autore, il campo accoglie e genera quelle turbolenze protoemotive che le funzioni alfa del campo alfabetizzano di continuo; il lavoro del campo consente poi lo sviluppo degli apparati per sognare, sentire e pensare. In questa prospettiva, una narrazione clinica con un alto grado di insaturitŕ risulta essenziale per favorire il moltiplicarsi dei punti di vista, cosicché il campo analitico possa diventare matrice di storie possibili. In questo modo l'"impensabile" diventa una storia condivisa, attraverso una serie di passaggi emotivi che permettono di nominare ciň che il paziente non ha potuto fin lě rappresentare.
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8

Lorenzini, Alberto. "L'identikit del mostro: il significato soggettivo della diagnosi." RICERCA PSICOANALITICA, no. 3 (October 2011): 43–55. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-003004.

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Abstract:
Dal punto di vista della psicoanalisi, la diagnosi del disturbo mentale rappresenta, in linea di principio, un compito ambiguo e paradossale. Infatti, da questo vertice di osservazione, l'essenza di ogni forma di psicopatologia consiste già di per se stessa nell'avere mutuato una prospettiva esterna e reificante sulla propria interiorità. La terapia psicoanalitica deve ribaltare questa inclinazione diagnostica che il paziente ha già sviluppato a proposito di se stesso, per ritrovare il "significato soggettivo" della diagnosi. Quando questa operazione ha successo, il paziente guarisce non già perché riesce a correggere i propri sintomi, ma perché, venendo meno le premesse sulla base delle quali essi erano insorti, li deconcretizza e ritrova più pienamente se stesso.
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9

Mareschi, Tea, and Alessandro Talia. "L'attaccamento e la relazione terapeutica." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 45 (January 2020): 25–40. http://dx.doi.org/10.3280/qpc45-2019oa8986.

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Abstract:
Secondo diversi autori clinici che si ispirano alla teoria dell'attaccamento, il concetto di attaccamento sicuro può essere considerato come in parte sovrapponibile a quello di alleanza terapeutica. In questo articolo, illustriamo le ragioni per cui è possibile considerare i pattern di attaccamento e l'alleanza terapeutica come due concetti distinti ma in un rapporto di influenza reciproca. Presentiamo inoltre il Patient Attachment Coding System (PACS), uno strumento di analisi della comunicazione tra paziente e terapeuta, che consente di valutare il pattern di attaccamento del paziente attraverso l'analisi del trascritto di una singola seduta psicoterapeutica. La ricerca con il PACS evidenzia come l'attaccamento sicuro consenta una maggiore vicinanza emotiva all'altro e una migliore capacità di esplorazione e riflessione circa i propri stati interni, mentre i pattern di attaccamento insicuro sono associati a considerevoli difficoltà in queste aree. In questa prospettiva, le differenze individuali riscontrabili nei diversi pattern di attaccamento, sicuri e insicuri, corrispondono a distinte modalità cooperative, che complessivamente rappresentano gli sforzi del parlante di trasmettere i propri vissuti in modo collaborativo nel dialogo con il terapeuta. L'utilizzo del PACS per monitorare le comunicazioni tra paziente e terapeuta può contribuire alla comprensione della negoziazione dell'alleanza terapeutica, offrendo una nuova prospettiva ai clinici interessati a migliorare la propria capacità di co-costruire il rapporto pazienteterapeuta.
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De Cristofaro, Ernesto. "La sovranità nei corsi di Foucault al Collège de France." Italian Review of Legal History, no. 8 (December 21, 2022): 313–40. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19256.

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Abstract:
Tra i temi di carattere giuridico e politico quello della sovranità è il più presente nei corsi che Michel Foucault ha tenuto presso il Collège de France dal 1970 al 1984. L’insegnamento presso questa istituzione – intitolato, nel suo caso, Storia dei sistemi di pensiero - obbedisce a regole particolari. Una tra queste è l’obbligo gravante sui docenti a non riproporre, di anno in anno, lo stesso corso di lezioni svolte in precedenza, ma di cambiare argomento. Al netto di questa clausola, negli anni che vanno dal 1973 al 1979, Foucault si occupa ripetutamente e intensamente di questioni che hanno una connessione molto esplicita e diretta con la dimensione del potere. Alcuni dei corsi tenuti costituiscono la base di opere che egli pubblica in questo periodo come Sorvegliare e punire o La volontà di sapere. È, certamente, all’interno dei corsi che si viene profilando l’idea del potere che attraversa la sua ricerca in questa fase temporale ed è grazie a questo laboratorio trasparente del suo lavoro che è possibile seguire l’analisi e la rielaborazione che egli svolge sull’argomento “sovranità”. Sebbene questo termine non sia mai espressamente presente nei titoli delle annualità didattiche, molte delle lezioni che impegnano l’insegnamento affidato a Foucault convergono su questa categoria. Foucault riceve dalla teoria giuridica e dalla politologia una parola alla quale si attribuisce pacificamente un preciso significato. Il titolare del potere sovrano è rappresentato, da una lunghissima e importante tradizione, come colui attorno al quale ruota il funzionamento dello Stato. Il sovrano è posto “in alto” e “al centro” della mappa del potere come il punto a partire dal quale e verso il quale si muovono tutti gli ingranaggi essenziali che fanno funzionare la macchina statuale. Inoltre, il sovrano è colui che esercita il proprio potere attraverso l’uso di una forza eminente, idonea a far rispettare le leggi, mantenere l’ordine e inibire qualunque ipotesi di sedizione. Foucault intende, viceversa, mettere in discussione questa lettura. L’itinerario che egli segue punta verso una fenomenologia dei rapporti di potere colti nella loro multiformità e disseminazione. Si tratta di osservare il potere rinunciando alla prospettiva della verticalità, come se esso fosse collocato presso una sola sede, alla prospettiva della patrimonialità, come se esso fosse posseduto esclusivamente da qualcuno e, infine, alla prospettiva della repressione, come se l’unica lingua che esso sapesse parlare fosse quella dell’intimidazione, della sanzione e delle armi. Per rileggere il potere bisogna, al contrario, studiarne il funzionamento presso apparati parziali della società, distribuiti trasversalmente e in grado di implementare una tecnologia che non si fonda sull’interdizione ma, al contrario, sulla sollecitazione della disciplina. Lungo il suo itinerario Foucault incontra lo sviluppo storico della penalità, nel cui perimetro viene sviluppandosi un potere fortemente individualizzante, capace di perseguire un incasellamento degli individui che si serve di molteplici tecniche di osservazione e descrizione operanti a vari livelli della struttura sociale; la storia della psichiatria, grazie alla quale la distinzione normale/anormale, e le conseguenti misure di monitoraggio e controllo della condotta deviante, hanno potuto avvalersi dell’uso di parametri “scientifici” e, pertanto, più cogenti; infine, la biopolitica, che ha ricollocato il tema della sottoposizione dei corpi a regole e vincoli, in vista della massimizzazione delle loro prestazioni, dalla scala degli individui a quella delle popolazioni, lasciando apparire dietro la figura tralatizia del sovrano che esprime la propria egemonia decidendo chi possa vivere e chi debba morire, l’immagine assai più concreta del potere anonimo delle regole di alimentazione, igiene e profilassi che stabiliscono come un’intera collettività debba essere curata e protetta.
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Medda, Enrico. "Passioni proibite. Alcuni personaggi ‘scandalosi’ di Euripide di fronte al proprio Eros." Classica - Revista Brasileira de Estudos Clássicos 33, no. 2 (December 31, 2020): 77–106. http://dx.doi.org/10.24277/classica.v33i2.941.

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Abstract:
Nella prima fase della sua produzione artistica, Euripide ha esplorato in numerosi drammi sopravvissuti solo frammentariamente il tema dell’eros, portando in scena personaggi femminili che parlano apertamente della propria passione amorosa e che probabilmente suscitarono scandalo in una parte del pubblico ateniese. In questo lavoro ci si sofferma sul modo in cui Euripide da una parte costruisce, con continue variazioni, il rapporto fra queste donne e le loro pulsioni, dall’altra mette in scena le conseguenze che le manifestazioni estreme dell’eros comportano per gli altri personaggi coinvolti nelle vicende. Con figure come Stenebea, le due Fedre e Pasifae, in particolare, il poeta esplora tutte le possibili sfumature del rapporto fra un personaggio femminile e il proprio desiderio, nelle forme della sintonia, dell’opposizione, e dello straniamento. Al di là del giudizio morale, il poeta costruisce vicende drammatiche nelle quali un essere umano, sotto la pressione di un condizionamento esterno di origine divina, può giungere a comportamenti autodistruttivi; d’altra parte, l’eccezionalità di questi caratteri femminili riesce, attraverso una serie di procedimenti, a mettere in crisi le strutture tradizionali di una cultura centrata sulla prospettiva maschile.
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Pantano, Fabio. "Il lavoro a distanza dopo la pandemia: problemi organizzativi e soluzioni giuridiche." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 113 (July 2022): 167–82. http://dx.doi.org/10.3280/qua2021-113008.

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Abstract:
La diffusione "forzata" del lavoro a distanza durante la crisi pandemica ha consentito di sperimentare le principali problematiche organizzative che questa forma di lavoro solleva in relazione al benessere psico-fisico dei lavoratori, al loro rendimento e al loro senso di soddisfazione rispetto all'attività svolta. Gli studi di-sponibili evidenziano come una risoluzione razionale di questi problemi richiederebbe una modifica radicale dei modelli organizzativi, con un passaggio dai sistemi gestionali fondati sul controllo a una nuova impostazione incentrata sull'esaltazione della fiducia, dell'autonomia e della collaborazione. La cultura giuridica dimostra di trovarsi impreparata rispetto a questa prospettiva. In partico-lare, le scelte poste in essere dal legislatore si rivelano improntate a una visione tradizionale, fondata sull'idea che il lavoro sia quello svolto nell'impresa in senso fisi-co. In Italia, la legge n. 81/2017 rimette la definizione delle modalità di svolgimen-to del «lavoro agile» ad un accordo individuale tra datore di lavoro e lavoratore, tralasciando il ruolo che potrebbe essere svolto dalla contrattazione collettiva. Al contrario, nell'esperienza europea, proprio negli accordi sindacali dimostrano enormi potenzialità - benché ancora non del tutto esplorate - nell'adattamento dei problemi organizzativi del lavoro a distanza alle specificità dei diversi settori produttivi e delle singole aziende.
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Fantuzzi, Gianni. "L'uso della violenza come ricerca dell'impossibile. Ipotesi interpretative per un intervento psicoanalitico." GRUPPI, no. 2 (October 2010): 119–26. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-002013.

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Abstract:
Come ha sottolineato Renato de Polo: "Con la violenza ci si prefigge di conseguire degli obiettivi impossibili: ogni gruppo esige di affermare la propria purificazione assoluta attribuendo la colpa all'altro per mezzo della proiezione di tutto il male su di esso". Partendo da questo spunto, si sostiene l'ipotesi che il perpetuarsi del conflitto tra israeliani e palestinesi derivi, oltre che da motivazioni geo-politiche ed economiche, anche da cause psicologiche. L'attribuzione del male e della distruttivitŕ all'altra parte ha lo scopo di purificarsi e di liberarsi dal pericolo che il proprio potenziale maligno potrebbe danneggiare anche le persone amate. L'ulteriore riflessione che viene proposta in questo lavoro riguarda il fanatismo religioso: esso permette di affermare la prospettiva di pensiero secondo la quale se il colpevole č l'altro, viene in tal modo accordata la propria purificazione e assecondato il proprio ruolo di vittima, acquisendo il diritto di uccidere l'avversario in nome del Dio. Nella lotta contro i nemici, il gruppo esporta all'esterno la minaccia di morte e assume su di sé il potere di uccidere in nome della giustizia, diventando cosě una sorta di divinitŕ. Il gruppo costituisce infatti la fonte di un sogno fondamentale che dispensa l'illusione di trascendere il limite della morte individuale. In questo contesto, la psicoanalisi con il proprio setting, oltre alle concettualizzazioni relative all'inconscio, ai processi proiettivi e al transfert, puň offrire un contributo specifico alla comprensione di questo argomento, fornendo strumenti di modulazione e di regolazione nei conflitti tra i gruppi. Il presupposto per fruire di questo contributo č innanzitutto la destituzione dell'odio e del diritto di uccidere come giustificazione alle proprie rivendicazioni.
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Muratore, Vicenza, Margherita Maniscalco, Stefania Pitingaro, and Francesco Fazio. "MAGISTER VITAE: EDUCARE OGGI SECONDO UNA PROSPETTIVA ERMENEUTICA." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 1 (June 11, 2016): 297. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2015.n1.v1.256.

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Abstract:
Tutti noi nasciamo, ma nessuno nasce libero: a nessuno è concesso di scegliere dove, come e quando nascere; Heidegger parla, infatti, di originaria finitezza.La nascita dell’uomo è caratterizzata da una certa datità, che consegna l’uomo all’intero anonimato, che lo accompagna fino a quando egli stesso non sarà capace di prendere coscienza di sé, di giungere ad una vita autentica.Il mezzo, lo strumento per realizzare il passaggio dall’inautenticità all’autenticità è individuabile nell’educazione; essa, infatti, consente all’uomo di crescere nel terreno fertile delle relazioni.I rapporti con gli altri, infatti, si configurano come il “luogo” per esercitare la propria libertà,caratteristica fondamentale per dar vita ad un sé autentico, reale e non più ignoto.In questo fondamentale passaggio, si inserisce il ruolo del magister vitae, colui che aiuta a raggiungere il “Bene” all’interno di una relazione diadica, fatta di scambi cooperativi, ed interpersonali. Un rapporto, non occasionale né formale, ma un vero e proprio “apprendistato” nel quale lo scolaro acquisisce gli strumenti cognitivi, affettivi e relazionali per attribuire significati sempre nuovi ed originali alla realtà circostante ed il magister si impegna a gestire le antinomie legate al rapporto autorità/libertà.Un’autorità nel senso pieno dell’etimologia della parola, essere “autore di autori”, ed una “libertà liberante”, nel senso che ciascun uomo è libero di realizzarsi secondo la propria volontà, ma soprattutto secondo le proprie potenzialità.È in questo scambio dialogico che l’educazione assume le caratteristiche di un “dono”, intesocome atto di amore che ha come fine la realizzazione dell’altro, attraverso l’espressione piena di tutto se stesso, in una logica di scoperta, di costruzione della “verità”. Una verità che non è assoluta, ma che si costruisce passo dopo passo, per mezzo sia delle competenze, non aride e sterili, del magister ma anche e soprattutto attraverso le sue doti umane che fanno di lui un uomo, un educatore, un magister vitae che nemmeno il tempo potrà far dimenticare.
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Buccini, Francesca. "L'educazione di genere tra teoria e prassi: itinerari di ricerca per l'infanzia." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 355–66. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9485.

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Abstract:
Il superamento del gender gap nei percorsi di studio, in particolare in quelli scientifici, necessita di una formazione attenta alle differenze fin dai primi gradi dell'istruzione. L'interesse verso le differenti discipline presenti nel curricolo scolastico tende a manifestarsi proprio durante le prime fasi di scolarizzazione influenzando, in modo determinante, le scelte formative e professionali future. È fondamentale considerare l'influenza che la famiglia e la scuola esercitano nell'indirizzare, seppur in modo implicito, le bambine/ragazze verso un determinato percorso di studio e quindi poi professionale e riconoscere l'importanza dell'educazione soprattutto nella prima fase di vita. In questa prospettiva, alla luce delle recenti evidenze neuroscientifiche, il contributo intende riflettere sul ruolo che la scuola di base e i relativi ambienti di apprendimento possono svolgere nella decostruzione di stereotipi e pregiudizi attraverso gli stimoli offerti dai docenti che, grazie alle loro capacità relazionali, saranno in grado di orientare le pratiche educative e cogliere in ogni alunna/alunno l'unicità, il suo essere irripetibile e portatore della propria diversità
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Rozen, Barbara, and Maksym Adam Kopiec. "LE PERSONE DISABILI NELL’ECONOMIA DELLA SALVEZZA DI DIO." Forum Teologiczne 20 (December 13, 2019): 109–25. http://dx.doi.org/10.31648/ft.4808.

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Abstract:
“Le Persone disabili nell’economia della salvezza di Dio” è uno studio dedicato alla ricerca inerente il posto e il ruolo delle persone con varie disfunzioni nella e per la comunità ecclesiale. Il punto di riferimento risiede nei presupposti fondamentali dell’antropologia e della pedagogia cristiana. Nell’articolo è stato fatto il tentativo di approfondire teologicamente la risposta a tre domande: Chi è la persona disabile per la Chiesa? Che cosa la Chiesa può offrire a una tale persona? Che cosa la persona disabile può donare alla Chiesa? La ragione e il significato di questa riflessione fondata sulla Sacra Scrittura e sui risultati del pensiero critico e teologico derivano da una inclinazione sociale ancora attuale a trattare le persone malate come passive, quasi “inutili”. Proprio questo contesto stimola noi stessi e gli altri a ripensare, in prospettiva cristologica ed ecclesiologica, questo stato di cose. Anzi, la credibilità della Chiesa si fa più esplicita nella misura in cui essa si apre e tratta seriamente la questione della disabilità umana, dimostrando di vivere secondo lo spirito del Vangelo.
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Pacini, Andrea. "IL DIALOGO INTERRELIGIOSO NELLE ATTIVITÀ DEL CONSIGLIO DELLE CONFERENZE EPISCOPALI EUROPEE." PARALELLUS Revista de Estudos de Religião - UNICAP 13, no. 33 (December 30, 2022): 371–88. http://dx.doi.org/10.25247/paralellus.2022.v13n33.p371-388.

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Abstract:
Presenta il CCEE come servizio delle Chiese in Europa per promuovere la collaborazione e l’effettiva comunione tra i Vescovi e le Conferenze Episcopali del continente. L’obiettivo pastorale fondamentale del CCEE – la sua vera e propria mission - è la promozione della Nuova Evangelizzazione: in questa prospettiva le varie attività promosse sono funzionali a prestare sostegno a tutte le strutture pastorali della Chiesa coinvolte in questa missione.
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Casati, Elisa, and Silvia Donato. "La relazione tra i familiari e l'équipe di cura della Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA): la prospettiva degli operatori." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (August 2020): 25–51. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-002002.

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Abstract:
Obiettivo: la transizione relativa al trasferimento della persona anziana non autosufficiente dal domicilio a una struttura residenziale è complessa e caratterizzata da una vasta gamma di vissuti emozionali ambivalenti per tutti gli attori coinvolti. Obiettivo della ricerca qui presentata è quello di indagare e descrivere la percezione che gli operatori dell'équipe di cura e assistenza della RSA hanno dei vissuti e dei bisogni che accompagnano il familiare nella scelta dell'istituzionalizzazione e all'ingresso in RSA, dei vissuti e dei bisogni di cui gli operatori stessi fanno esperienza nella relazione con i familiari in questa fase del percorso di cura, non-ché delle possibili risposte a tali bisogni secondo il punto di vista dell'operatore. Metodologia: il disegno di ricerca adottato è di tipo qualitativo e si avvale di interviste somministrate a nove operatori facenti parte dell'équipe di cura e assistenza di una RSA del Nord Italia. Risultati: dalle interviste emerge un operatore consapevole sia delle molteplici e ambivalenti emozioni esperite dal familiare durante la transizione, sia delle motivazioni che lo portano a scegliere l'istituzionalizzazione del proprio caro. L'operatore riconosce inoltre l'importanza di spazi di confronto e incontro con i familiari, ma nel contempo riporta come, a livello fattuale, non esi-stano spazi di effettivo e reale coinvolgimento dei caregiver informali. La precisione con cui l'operatore riconosce emozioni e motivazioni del familiare non sempre però corrisponde ad altrettanta consapevolezza per i propri vissuti emotivi e per come essi agiscano nella relazione con il familiare, ad indicare una specifica area di bisogno formativo e di accompagnamento degli operatori in questa complessa relazione.
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Bosco, Alessandro. "L’"orribile gioia" o della noia in Brancati." Quaderni d'italianistica 30, no. 1 (January 1, 2009): 131–46. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v30i1.8429.

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Abstract:
Ripercorrendo l'opera brancatiana da Singolare avventura di viaggio a Paolo il caldo, si esamina la tematica della noia nel suo significato sia letterario che esistenziale, evidenziando come sia il discorso politico (la giovanile infatuazione per il fascismo e il successivo passaggio all'antifascismo) come quello stilistico (l'indole e la pratica diaristica) siano strettamente connesse in Brancati — in un implicito dialogo con Leopardi e Baudelaire — all'esperienza e alla coscienza della noia, simboleggiata da alcune immagini fondamentali dell'universo dello scrittore siciliano (la torre, la luce). Emerge così, insieme alla natura ossimorica del motivo, l'assoluta centralità della riflessione sulla noia in Brancati, vero e proprio nucleo sia esistenziale che poetico attorno al quale ruota l'intera sua opera, che in questa prospettiva andrebbe attentamente e approfonditamente riletta.
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Ruggeri, Mirella, Nazario Santolini, Marco Stegagno, Giuseppe Imperadore, and Rosa Bruna Dall'Agnola. "Tipi di qualità della vita." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 8, S5 (March 1999): 10–11. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000320.

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Abstract:
Nella letteratura scientifica il tema della qualità della vita è affrontato secondo 3 prospettive fondamentali: la qualità della vita generale (general quality of life), la qualità della vita legata alla salute (health-related quality of life) e la qualità della vita legata alia malattia (disease-specific quality of life).Secondo Lehman (1995), la general quality of life è costituita da 3 dimensioni: il livello di funzionamento globale (ciò che una persona è in grado di fare), le risorse disponibili per il raggiungimento dei propri obiettivi (ciò che una persona possiede), il senso di benessere e di soddisfazione. Queste dimensioni includono a loro volta numerose aree di vita, ad esempio la famiglia e le relazioni sociali, il lavoro, la situazione finanziaria, la situazione abitativa. Questa prospettiva “allargata” è quella che più direttamente deriva dagli studi sulla qualità della vita nella popolazione generale, dove sono state prese in considerazione anche dimensioni ed aree di vita che non sono oggetto diretto dell'intervento dei servizi sanitari.
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Ferraroni, Tiziano. "L’ENEMIGO DE NATURA HUMANA NELLA PROSPETTIVA DI IGNAZIO DI LOYOLA." Perspectiva Teológica 53, no. 2 (August 30, 2021): 301. http://dx.doi.org/10.20911/21768757v53n2p301/2021.

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Abstract:
A differenza di molti autori spirituali della sua epoca o delle epoche precedenti, Ignazio di Loyola predilige, per parlare del demonio, il termine “nemico” o ancora di più l’espressione “nemico della natura umana”. In questo nostro contributo investighiamo tale espressione: ne analizziamo le ricorrenze negli scritti ignaziani ed esploriamo le fonti da cui Ignazio potrebbe averla ereditata. La difficoltà a rintracciarne l’origine ci spingerà ad approfondire separatamente il significato di “nemico” e di “natura umana” nell’orizzonte semantico/culturale di Ignazio, per poi congiungere questi termini e formulare qualche ipotesi sull’accezione che Ignazio attribuiva all’espressione indagata. Ne emerge la visione di un combattimento escatologico che si svolge nel cuore di ogni uomo e di ogni donna, e in cui ciò che è in gioco è proprio l’interpretazione della natura umana e la piena realizzazione dell’uomo in Dio.
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Macri, Francesco. "VIOLENZA DOMESTICA E MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA: l’art. 572 del codice penale." Revista Direitos Sociais e Políticas Públicas (UNIFAFIBE) 9, no. 1 (April 2, 2021): 888. http://dx.doi.org/10.25245/rdspp.v9i1.884.

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Abstract:
In questa sede, si analizzerà la fattispecie dell'art. 572 c.p. da una prospettiva “integrata”, inquadrandola come parte di un apparato di tutela penale nei confronti della violenza sessuale, fisica e psicologica nei confronti delle donne. Si conclude che la figura criminosa summenzionata è reato abituale proprio ed ha il dolo generico come elemento soggettivo. Vi sono problemi di concorso (reale o apparente) di reati con quelli di lesioni personali (art. 582 e – per quelle gravi e gravissime – 583 c.p.), e di atti persecutori (art. 612-bis), con il quale si individuano controversie di rilievo. I livelli sanzionatori prevedibili indicano la possibilità, per gli autori, di beneficiare frequentemente della sospensione condizionale della pena, o dell'affidamento in prova ai servizi sociali. Ciò si traduce in un apparato di tutela penale non sempre perfettamente coerente e, soprattutto, efficace.
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Fusaro, Carlo. "La disciplina delle campagne elettorali nella prospettiva comparata: l'omaggio che il vizio rende alla virtù?" Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 51, no. 1 (June 30, 2004): 5–52. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12734.

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Abstract:
Il 9 gennaio 2003 il primo ministro israeliano Ariel Sharon stava tenendo una conferenza stampa, ripresa in diretta radiotelevisiva, per difendersi da accuse di corruzione. Ma dopo nemmeno dieci minuti, il suo intervento veniva interrotto. Un annuncio comunicava subito dopo che la trasmissione era stata sospesa per ordine del presidente del Comitato elettorale centrale, giudice Mishael Cheshin, perché le parole di Sharon costituivano “propaganda elettorale”. Era infatti in svolgimento la campagna per le elezioni parlamentari del 28 gennaio e, durante questo periodo, la propaganda è vietata dalla legge in tutti i programmi su radio e tv tranne che negli appositi spazi a disposizione dei partiti. Un’esagerazione? Un’assurdità? Forse. Questa certo può essere l’impressione a prima vista. Ma è opportuno, invece, sfuggire alla tentazione di subire una sorta di crisi di rigetto. Questo lavoro presenta, con qualche osservazione generale, il quadro giuridico-formale all’interno del quale si sviluppano (o si dovrebbero oggi sviluppare) le campagne elettorali, intendendo per “campagne elettorali” tutte quelle attività specificamente volte a conquistare voti alle elezioni con particolare riferimento al periodo più o meno lungo (formalmente o sostanzialmente) che precede il giorno delle elezioni. Escludo la campagna elettorale referendaria che ha comunque caratteri propri. Vorrei escludere anche (ma alcune legislazioni lo includono, per cui qualcosa dovrò necessariamente dire al riguardo) il periodo di tempo che va dalle elezioni fino alla campagna elettorale successiva. È quello che la legge americana chiama electoral cycle, a indicare che in realtà il lavoro indirizzato alla conquista dei suffragi non si interrompe che per qualche ora, subito dopo un’elezione: ma ricomincia subito dopo in vista delle elezioni successive quando che siano. Ovviamente vi sono comunque nessi stretti con la disciplina dei partiti politici e, in particolare, la disciplina del loro finanziamento, nonché la disciplina dei mezzi di comunicazione di massa, in particolare del settore radiotelevisivo. Tuttavia, nessuna di queste materie è oggetto specifico di questo scritto, anche se non potrò evitare riferimenti anche frequenti. Pure stretti sono i nessi con la disciplina del sistema elettorale e con la struttura e il formato della lotta politica. Va da sé che queste delimitazioni hanno, come si dice in questi casi, carattere meramente stipulativo e nessuna pretesa di intrinseca validità.
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Grocholewski, Zenon. "Sakrament małżeństwa : fundament teologiczny prawodawstwa kościelnego." Prawo Kanoniczne 40, no. 1-2 (June 5, 1997): 175–200. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1997.40.1-2.08.

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Abstract:
L’Autore tratta prima dell’origine divina dei matrimonio, degli elementi che determinano la sua natura (la diversità di sesso, il «consortium» di tutta la vita, l’unità, L’indissolubilità), la sua finalità (il bene dei coniugi, la procreazione e l’educazione della prole, il bene della società) e l’atto con cui viene istaurata una concreta comunità coniugale (ossia il consenso matrimoniale), per rilevare che tutti questi elementi - che possono apparire separati о facilmente separabili - assumono una organica unicità nel concetto dell’amore coniugale. Questo concetto, centrale e fondamentale nella dottrina teologica conciliare e postconciliare, abbraccia, spiega e pone nella giusta luce quanto e stato riferito in precedenza. Di conseguenza, l’А. dedica la parte principale della trattazione proprio al concetto dell’amore coniugale, rilevando che: 1. esso trova la sua sorgente ed immagine nell’amore di Dio; 2. tutti gli elementi essenziali dei matrimonio, dei quali si e parlato all’inizio, sono esigenze intrinseche del vero ed autentico amore coniugale; 3. si tratta dell’amore essenzialmente volitivo; 4. il consenso matrimoniale, per essere veramente un patto d’amore, deve contenere in se un vero obbligo d’amore senza limiti e senza riserve, il quale obbligo quindi non puo venire meno a causa dell’infedelta di uno o di entrambi i coniugi oppure a causa di qualche insuccesso; 5. tale obbligo d’amore non e facile e perció richiede grandezza d’animo, spirito di sacrificio, prontezza nell’accettare la croce. In seguito vengono delineati i principali presupposti antropologia del diritto matrimoniale canonico, che pongono in ulteriore luce il concetto dell’amore coniugale. L’uomo, da una parte, ha una vocazione divina e soltanto in Dio trova la propria realizzazione; dall’altra parte invece e ostacolato, nell’attuazione di questa vocazione, dalle resistence della propria concupiscenza, percio diviso in se stesso; pero egli e salvato dalle sue debolezze mediante lo Spirito di Cristo. In questa prospettiva si colloca anche il matrimonio. Esso quindi non puo essere considerato nullo a causa di difetti psichici che rendono difficile la convivenza coniugale o di riduzioni che la persona sperimenta a motivo dell’influsso dell’inconscio nella vita psichica ordinaria, e tanto meno a causa delle deficienze di ordine morale. L’ultimo oggetto della trattazione e la sacramentalità del matrimonio di due battezzati. L’A. sottolinea che la realtà del matrimonio naturale diventa sacramento in forza del battesimo, nonché spiega che cosa concretamente comporta questo inserimento del matrimonio nell’evento della salvezza, ossia la sacramentalità del matrimonio. Nella conclusione l’А. rileva come detti principi teologia postulano e aiutano a comprendere le norme di diritto canonico matrimoniale, sostantivo e procedurale.
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Garrido, Gómez M. Isabel. "Niveles de juridicidad y modalidades del derecho en la era de la globalización." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 3 (February 2012): 45–64. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-003002.

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Abstract:
In questo lavoro l'autrice parte da un concetto interdisciplinare e plurale di ciň che significa il termine globalizzazione. In particolare esso si riferisce a un processo sociale, economico, culturale e demografico dal quale il diritto non puň sfuggire. In questa prospettiva, e partendo dal nuovo rapporto tra le sfera privata e pubblica, quello che emerge č la rilevanza della deregulation come una realtŕ, unitamente alla necessitŕ per lo Stato di continuare a conservare le proprie funzioni, pur aggiornandole in modo tale da adattarle alle esigenze del nuovo scenario in cui opera. La realtŕ del diritto manifesta numerosi problemi che devono essere superati attraverso un nuovo modo di concepire la globalizzazione e la implementazione di nuove tecniche e formulazioni.
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Bolgherini, Silvia, and Fortunato Musella. "Le primarie in Italia: ancora e soltanto personalizzazione della politica?" Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 55, no. 1 (June 30, 2006): 219–39. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12714.

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Abstract:
In Italia il recente fenomeno delle primarie ha contribuito a riportare nella discussione politica alcuni grandi temi delle democrazie contemporanee. Il dibattito sorto, soprattutto, in occasione delle primarie nel 2005, se da un lato ha riguardato gli scopi e le potenzialità di questo strumento, dall’altro si è poi allargato ed ha spaziato su molti aspetti della vita democratica: dalla partecipazione politica al direttismo, dal potere delle oligarchie alla rivincita decisionale del popolo, dalla selezione – effettiva o solo fittizia – delle elìtes politiche ai risvolti plebiscitari. Temi noti, ma esaminati da una prospettiva inedita, dovuta alla novità di uno strumento di selezione della classe politica praticamente sconosciuto alla prassi politica italiana. Un aspetto che invece non è stato considerato, o almeno non abbastanza, in questa fase di rinnovata discussione politica, è quello della personalizzazione, e come questa si possa in qualche modo mettere in relazione con l’arrivo fulmineo – e sorprendente nel loro successo – delle primarie. Un disinteresse paradossale se si considera che il fenomeno della personalizzazione politica, che ha interessato negli ultimi anni la democrazia italiana come tanti altri sistemi politici occidentali, non sembra affatto essere in crisi. Non solo, ma a nostro avviso alcuni aspetti della personalizzazione politica possono farci meglio comprendere il fenomeno stesso delle primarie ed i connotati che ha assunto nei casi italiani. Le primarie hanno infatti suscitato adesioni totali o forti perplessità, ma pochissima attenzione è stata dedicata alle molte, e diverse, possibili applicazioni del nuovo strumento. Il nesso fra primarie e democrazia può invece essere meglio colto proprio analizzando i vari modi e le differenti ragioni per cui le elezioni primarie vengono utilizzate. In questo studio cercheremo perciò di vedere se, come, e in quali circostanze, la personalizzazione della politica si intrecci con particolari caratteristiche delle elezioni primarie, aiutandoci a distinguerne le fattispecie e a interpretare il fenomeno nel suo complesso.
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Baumann, Christiane. "„La perduta gente“." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 99, no. 1 (November 1, 2019): 340–66. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2019-0015.

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Abstract:
Riassunto Alla letteratura tedesca sull’Italia, sviluppatasi nel corso dell’Ottocento, si guarda ancora oggi come se fosse mera emulatrice di quella dei tempi di Goethe. In realtà, essa subì un radicale cambiamento di paradigma, passando da una visione immaginaria dell’Italia, basata sull’idealità classica, alla considerazione del paese reale. Contemporaneamente sorsero nuovi modelli. Ciò si osserva in autori come Fanny Lewald o Heinrich Laube, ma si nota anche in Richard Voß, scrittore di grande successo a cavallo dei due secoli. La sua percezione ampia e variegata dell’Italia è quasi dimenticata, oggi, e costituisce una lacuna della ricerca. La sua immagine dell’Italia fu influenzata significativamente da Lord Byron e dallo storico, scrittore e saggista Ferdinand Gregorovius, in particolare dalle sue „Passeggiate per l’Italia“. Il saggio descrive come l’approccio naturalistico di Voß all’Italia sia sorta verso la metà del 1870, proprio a partire dalla lettura critica del presente italiano, proposta da Gregorovius, e dai suoi tentativi di combinare scienze storiche e poesia. Questa prospettiva naturalistica emerge in schizzi novellistici e saggistici, in modo particolare nel volume „Erlebtes und Geschautes“ (Cose vissute e osservate), pubblicato nel 1888. Questi schizzi furono il contributo sincero e originale di Voß alla letteratura tedesca sull’Italia del XIX secolo, aspetto finora trascurato dalla ricerca.
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Marinello, Antonio. "I redditi di natura finanziaria tra proporzionalità e progressività: profili critici dell'evoluzione del sistema e prospettive di riforma." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (October 2021): 46–57. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-002004.

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Abstract:
L'assetto attuale della tassazione dei redditi finanziari presenta consistenti profili di criticità, tra i quali assume un rilievo centrale la connotazione in senso proporzionale dell'imposizione sostitutiva prevista per tali proventi. Si tratta di una preferenza sistematica consolidata, che i più recenti interventi normativi in materia hanno ulteriormente esteso. Obiettivo del presente lavoro è verificare la tenuta sistematica di tale scelta, considerando se in una prospettiva di riforma vi sia spazio per una rivalutazione della progressività, da attuare con meccanismi impositivi tecnicamente adeguati al comparto reddituale in oggetto. Un ulteriore profilo di indagine concerne il principio di imposizione al lordo dei redditi di capitale: tale scelta è stata talvolta giustificata proprio in relazione al fatto che la maggior parte di essi sono tassati con forme di imposizione cedolare. Questa giustificazione, però, teoricamente prospettabile se la misura dell'imposizione sostituiva dei redditi di capitale fosse più bassa rispetto alle aliquote Irpef, attualmente non regge più ad una verifica empirica.
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Pepe, Dunia, and Paola Terzaroli. "Le dimensioni dell'apprendimento nella societŕ della conoscenza: il gioco degli specchi." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 15 (December 2010): 26–50. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-015004.

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Abstract:
La tristezza viene spesso considerata dimensione negativa, elemento di ostacolo alla quotidiana esperienza di vita, tanto da guardare con sospetto, se non disagio, a chi la manifesta. Essa, perň, rimanda anche ad una vibrazione esistenziale inquieta che si rivela necessaria per dare senso alla propria esistenza: č presenza interiore, certo conflittuale, ma quanto mai feconda. In questo articolo, Duccio Demetrio, a partire da una riflessione sull'origine etimologica del termine, indaga il sentimento della tristezza riscoprendone le potenzialitŕ nell'accrescere una vitalitŕ evolutiva necessaria all'autoformazione del soggetto. Č la scrittura di sé che, in questa prospettiva, diviene strumento efficace per riconnettere tale sentimento alla complessitŕ della propria storia di vita, individuando nel disagio che l'accompagna quella pausa di "gestazione del nuovo" che diviene spinta alla creazione ulteriore e che, pertanto, dovrebbe poter contare su di una piů consapevole legittimazione sociale.
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Inaudi, Silvia. "Storicizzare il welfare italiano in prospettiva globale e transnazionale: un'analisi in ottica di genere." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 293 (August 2020): 210–23. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-293009.

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Abstract:
Il contributo propone un'analisi della storiografia italiana sul welfare, con particolare attenzionealle ricerche gender-oriented, allo scopo di individuare acquisizioni, problemi apertie prospettive, attraverso il confronto con il panorama internazionale. Scopo del contributoè mostrare come queste ricerche possano compiere ulteriori progressi facendo proprio un approcciotransnazionale e globale in senso lato, proponendo anche una serie di temi e questionipossibili da affrontare.
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Rociola, Giuseppe. "Del soggetto diviso." RICERCA PSICOANALITICA, no. 3 (November 2010): 97–106. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-003007.

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Abstract:
Il soggetto della fenomenologia e quello delle neuroscienze sembrano avere molti punti in comune. In effetti condividono una parzialitŕ e quindi un errore di prospettiva: se la prima non puň svincolarsi dal piano immaginario sottovalutando la ristrutturazione sistemica dovuta all'acquisizione del linguaggio simbolico delle societŕ umane, le altre riducono le dinamiche della soggettivitŕ a quelle del substrato cerebrale. Per mezzo della epistemologia dei sistemi complessi, sosteniamo che il linguaggio porta all'emergenza di un livello sistemico differente, un nuovo dominio, in cui ogni talking cure trova la propria pertinenza. Il soggetto che nasce dal linguaggio č un soggetto diviso - come ha scoperto Freud e come la clinica ci mostra continuamente - non fra la coscienza ed il procedurale o l'implicito, bensě in se stesso. Attraverso questa prospettiva č possibile comprenderlo appieno, curarlo efficacemente, ma soprattutto č l'unica prospettiva etica, dove per etica si intende la questione del desiderio singolare che abita l'azione di quell'individuo e che comporta un'inconscio non riducibile alle altre dimensioni su citate.
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Cozzoli, Mauro. "Il trapianto di organi nella prospettiva valoriale del dono." Medicina e Morale 46, no. 3 (June 30, 1997): 461–73. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.877.

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Abstract:
La chirurgia dei trapianti e la legge di una regolazione giuridica devono rispondere a una logica del dono. Questa pratica medica, infatti, si compie nel contesto di una relazione umana tra il soggetto dell'espianto e il soggetto dell'impianto. L'indole interpersonale dell'evento richiede che il rapporto sia da donatore a beneficiario, che sia cioè riconosciuta e tutelata la natura del dono dei tessuti e organi da trapianto. Si configura così un'etica del dono. Come esigenza etica la gratuità è sotto l'istanza del dovere e della responsabilità. Ovviamente nessuno può costringere a donare. Il dono non è coercibile: si annullerebbe come dono. Ma anche il dono esprime un dovere: non il dovere della legge ma dell'amore/carità, che ci lega al prossimo come nostro “fratello” nell'“economia” della paternità universale divina. Da qui l'invito che l'autore muove a tutti gli operatori sanitari ad annunciare e testimoniare questa etica del dono che ha nella medicina dei trapianti un campo inedito e singolare di promozione oggi di “qualità della vita”, della vita tout court. L'etica del dono non solo non contrasta ma appella essa stessa un ordine legale che la supporti e la favorisca. Una legalità che offra la possibilità effettiva a tutti, attraverso un'organica azione di informazione e formazione, di fare la propria scelta e di esprimerla, e che si faccia giuridicamente garante delle esigenze e della vita del donatore anche in merito al “consenso presunto”.
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Verdicchio, Massimo. "Vico lettore di Dante." Quaderni d'italianistica 28, no. 2 (June 1, 2007): 103–17. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v28i2.8523.

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Abstract:
La molta discussa questione del rapporto tra Dante e Vico, che ha visto la critica favorire una lettura di Dante come uno dei primi poeti vichiani subordinato alla maggiore filosofìa di Vico viene qui ripresa in esame e decisa nei termini di una distinzione del concetto di errore. Da questa prospettiva diventa facile vedere come la concezione dantesca non sia simbolica come quella dei generi fantastici dei primi poeti del genere umano ma, al contrario, costituisca per Dante l'errore di ogni rappresentazione poetica. In questi termini si può prospettare che quella vichiana del verum factum, su cui si fonda la possibilità di scienza, e garantisce ad ogni lettore di fare e accertare per sé la propria scienza, implichi invece una concezione simbolica, e quindi una forma concettuale più regressiva e primitiva rispetto a quella dantesca.
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Catananti, Cesare. "L’antropologia alla base della medicina: un dibattito antico ed attuale." Medicina e Morale 45, no. 6 (December 31, 1996): 1135–50. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.894.

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Abstract:
La storia della medicina è stata costantemente punteggiata da un vivace dibattito su quelli che sono i contenuti del sapere medico, su quello che è il corretto esercizio applicato di quel sapere e sul se e sul come quel sapere e quell’agire si integrino in un’ottica antropologica. Questo costante richiamo ad una umanizzazione dell’assistenza medica tradisce il profondo bisogno di una medicina centrata sull’uomo e non sulla malattia. Un bisogno molto antico dato che già nel V sec. a.C. le divergenze tra la scuola medica di Cos e quella di Cnido vertevano proprio su tale questione. L’autore dopo aver ripercorso brevemente in questa prospettiva la storia della medicina, mette in luce come con l’individuazione e la diffusione del metodo scientifico, quantitativo, nel XVII sec. gli aspetti tecnici, economici, sociologici hanno prevalso su quelli relazionali. Mentre, a suo giudizio, è nella ricerca delle integrazioni psico-biologiche che il medico doctus ed expertus potrà far valere la sua sapientia, scientia e sapienza cordis tra loro amalgamate; falitando così il suo rapporto con il paziente il quale sarà caratterizzato non da un atteggiamento paternalistico o autoritario ma di paritaria empatia. Si tratta allora di costruire una tecnè che poggi in maniera armonica ed equilibrata su due pilatri: quello della conoscenza scientifica e quello dell’ethos umanitario. una medicina, quindi, che faccia coincidere antropologia e tecnologia.
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Cadamuro, Alessia, Annalisa Versari, and Piergiorgio Battistelli. "Processi di autovalutazione in etŕ evolutiva: aspetti metacognitivi e stili attributivi." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (February 2013): 387–416. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-003004.

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Abstract:
Lo scopo di questa ricerca e lo studio della capacita di autovalutazione di 271 alunni della scuola primaria e secondaria ai quali sono state proposte due prove di ragionamento aritmetico e formale. Ai soggetti veniva richiesto di stimare il numero di risposte esatte che ritenevano di avere dato e successivamente di confrontare la propria prestazione con quella di soggetti a loro simili. I risultati dimostrano che per tutti i soggetti e in tutte le prove tra i punteggi reali e gli indici dell'autovalutazione vi e una relazione negativa e significativa. L'analisi dei giudizi comparativi conferma i risultati ottenuti da Kruger e Dunning (1999): i soggetti meno abili tendono a sovrastimare significativamente la loro prestazione mentre i soggetti piu abili tendono a sottostimarla. La prima tendenza e presente in tutte le fasce di eta ma la seconda emerge in misura significativa in seconda media. Questi risultati possono essere interpretati come la verifica che l'accuratezza della valutazione comparativa dipende da molte variabili, alcune di natura cognitiva e metacognitiva, altre riferibili all'autorappresentazione. Per questo motivo questi bias nell'autovalutazione sono stati riportati anche alla prospettiva dello stile attribuzionale causale (fattori interni vs esterni; controllabili vs non controllabili). In conclusione i processi cognitivi e metacognitivi vanno ricondotti anche alle dinamiche dell'autorappresentazione soggettiva ed ai bisogni della salvaguardia dell'immagine di se.
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Tramontana, Alessandra. "Motivi di ecfrasi dantesca in Michelangelo secondo Benedetto Varchi: ancora sulle Due lezzioni all'Accademia fiorentina." Quaderns d’Italià 26 (December 3, 2021): 81–96. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.527.

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Abstract:
Il saggio si propone di individuare la peculiare prospettiva dell'umanista Benedetto Varchi in relazione all'uso che della Commedia dantesca fa Michelangelo Buonarroti. Nelle due prolusioni dal titolo Due lezzioni, recitate presso l'Accademia fiorentina nel 1547, egli infatti delinea il profilo di un artista, Michelangelo appunto, che si è nutrito delle pagine dantesche, ma ha pure fatto suo il profilo etico e civile del grande poeta medievale. E proprio in virtù di questo costante modello ha realizzato i suoi capolavori (poetici e artistici) trasfigurando secondo tecniche ecfrastiche l'opera dantesca.
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Busolini, Daniele, Francesca Maria D’Agnelli, Laura Gavazzi, Luana Greco, and Valerio Pennasso. "BeWeB: un giovane progetto che compie vent’anni." DigItalia 16, no. 1 (June 2021): 89–100. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00028.

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Abstract:
Il portale BeWeB rappresenta il racconto delle comunità di eredità che esprimono il valore identitario del patrimonio culturale nelle sue diverse tipologie, materiale e immateriale, come riflesso ed espressione dei loro valori, delle conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione. I beni ecclesiastici, oltre ad avere un’accezione culturale, storica, artistica, bibliografica, archivistica e patrimoniale, rappresentano anche uno dei luoghi in cui si compie la missione della chiesa. Le diocesi e le parrocchie, nel catalogare i propri beni attraverso un progetto locale di carattere nazionale, hanno investito risorse culturali, umane ed economiche motivate da una prospettiva principalmente legata alla conoscenza, certamente patrimoniale e di tutela, svolgendo l’attività con crescente consapevolezza. Ultimamente questa consapevolezza del dono da custodire e da trasmettere, da usare oggi, è cresciuta, e ormai in quei beni le comunità identificano i motivi della propria identità, un valore di vita e di annuncio.
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Žak, Lubomir. "L’attualità della “ecclesiologia fondamentale” della Lumen gentium: invito a una rilettura in chiave del simbolismo cristologico-trinitario." Revista Pistis Praxis 7, no. 2 (September 13, 2015): 395. http://dx.doi.org/10.7213/revistapistispraxis.07.002.ds05.

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Abstract:
Il presente contributo riflette sulla Lumen gentium dal punto di vista della sua attualità. Questa viene cercata non tanto nelle singole prese di posizione o formulazioni della Lumen gentium, considerate importanti perché in grado di stimolare l’ecclesiologia postconciliare. L’attualità che sta al centro dell’interesse dell’Autore viene intravista piuttosto nell’impostazione ecclesiologico-ermeneutica di fondo della costituzione. Si parte dal presupposto che tale impostazione si stagli con sufficiente chiarezza quando la Lumen gentium viene interpretata in quell’orizzonte fondamentale di pensiero, che fu adoperato dai padri conciliari per elaborare le loro riflessioni su tutti i grandi temi della dottrina cattolica. Esso consiste nella centralità ermeneutica della Rivelazione di Dio triuno in Gesù Cristo, ossia nel voler trattare ciascun tema, inclusi i temi di ecclesiologia, sub Revelationis luce. L’Autore si impegna a sviluppare l’interpretazione della Lumen gentium a partire da come questo presupposto viene concretizzato da K. Rahner. Il teologo gesuita considera, infatti, la Rivelazione trinitaria centrale per la teologia proprio per il fatto che essa permette di elaborare un pensiero credente adeguato, fondato sulla visione della persona di Cristo come “simbolo reale”, in quanto in Lui si manifesta realmente Dio Padre. Secondo Rahner, ciò che vale di Cristo, vale anche della Chiesa, essendo essa “simbolo reale” della presenza di Cristo i mezzo agli uomini. Alla luce di una tale visione della Chiesa, l’Autore fa vedere come nella Lumen gentium è presente, in effetti, una prospettiva ermeneutica che segue la logica del “simbolo”. Essa emerge in modo esplicito o implicito laddove, nella costituzione, viene tematizzato il rapporto tra vescovo e collegio dei vescovi, vescovo e Chiesa locale, Chiesa locale e Chiesa universale e via dicendo, rapporto per il quale vale che una realtà è simboleggiata dall’altra. Interpretare la Lumen gentium in questi termini significa ammettere che la Chiesa e tutto ciò che essenzialmente fa parte di essa sono di indole “simbolica”. L’Autore cerca di dimostrare, che al centro di tale comprensione simbolica della Chiesa e degli elementi di ecclesialità sta, in ogni caso, quella verità che è centrale per la simbolicità della persona di Cristo: la Sua sostanziale identità relazionale di origine trinitaria. Questa verità porta a dover affermare che tutto ciò che è ecclesiale è sostanzialmente relazionale.
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Cheli, Mariagnese, and Salvatore Busciolano. "Il ruolo del Trauma e del Linguaggio nel sistema penale minorile." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (January 2022): 116–31. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002011.

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Abstract:
L'articolo mette in luce la necessità di una prospettiva trauma orientata nell'ambito degli interventi sui minori devianti perché la letteratura scientifica evidenzia sempre più come, da un lato, il Disturbo di Personalità Antisociale (Dpa) possa collegarsi a una storia traumatica e, dall'altro, come i ragazzi reduci da esperienze sfavorevoli infantili (Esi) più frequentemente possono avere condotte devianti. Questo orientamento porta a modificare l'approccio ai ragazzi all'interno di una nuova e necessaria progettualità sistemica che parte dalla giustizia minorile fino a toccare tutti gli attori istituzionali coinvolti e le famiglie dei minori, una progettualità coerente e condivisa negli obiettivi, nelle prescrizioni e nelle azioni. In questa progettualità è fondamentale, all'interno del processo minorile, il ruolo di un linguaggio istituzionale comprensibile ai ragazzi, medium necessario per attivare una relazione che porti a una corretta assunzione delle proprie responsabilità, per poter riattivare un itinerario educativo efficace.
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Nicoletti, Pierluigi Gabriel, and Sara Di Giacomo. "La voce del silenzio." PSICOBIETTIVO, no. 3 (November 2011): 137–42. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-003009.

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Abstract:
In questo articolo viene discusso il caso clinico trattato dal dott. Luci, terapeuta cognitivo comportamentale, secondo una prospettiva sistemicorelazionale. La storia di L. puň essere vista come la storia di una donna che viene alla luce dopo un lungo soggiorno nell'ombra di un dolore che non poteva/doveva essere espresso, poiché motivato da buone e "giuste" ragioni. La solitudine e l'abuso, prima del senso di colpa per aver tradito il "mandato" familiare, hanno con ogni probabilitŕ veicolato in L., bambina, l'idea di essere "indegna" e "cattiva". In questa cornice la rabbia, se c'era, andava rivolta verso se stessi. Unica risposta possibile alla lunga serie di traumi e di perdite laceranti. Le prime difficoltŕ di L. compaiono durante l'adolescenza, una fase del ciclo vitale dell'individuo e della famiglia in cui vengono al pettine nodi che si sono stretti in periodi precedenti. Come per tutti i sistemi familiari, anche a quello di L. č richiesta in questa fase una nuova capacitŕ di adattamento e di accettazione della separazione. Viene posto l'accento sull'importanza della storia e del contesto relazionale per la determinazione dell'individuo adulto. Il cambiamento terapeutico puň essere descritto nei termini della possibilitŕ di permettere alla paziente di rivisitare la propria storia e l'esperienza traumatica, di rinarrarla e condividerla. Č all'interno di questa cornice che la paziente puň fare al terapeuta il grande dono di affidarsi a lui e riuscire progressivamente nel lavoro di integrazione del Sé.
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Capone, Vincenza, Daniela Caso, Anna Rosa Donizzetti, and Giovanna Petrillo. "La promozione del benessere in ospedale: il punto di vista delle partorienti in interviste narrative sul "momento nascita"." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (July 2012): 133–40. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-002008.

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Abstract:
L'obiettivo di questo lavoro č stato quello di indagare il punto di vista delle partorienti su aspetti centrali per il proprio benessere e per la qualitŕ della vita in ospedale, in una prospettiva di ricerca-intervento. Hanno partecipato alla ricerca 21 neo-mamme, ricoverate in un ospedale campano, sollecitate a rispondere alle domande di una intervista narrativa. La trascrizione delle interviste č stata sottoposta a una procedura di analisi testuale, con l'ausilio del software T-LAB. I risultati hanno evidenziato differenti posizionamenti tra le donne al primo parto vs le altre, nonché tra le donne al secondo parto vs quelle al terzo/ quarto parto. Questi risultati contribuiscono sul piano concettuale ad arricchire di nuovi nuclei problematici la ricerca sul tema e hanno favorito la realizzazione di un intervento formativo mirato al personale ospedaliero della struttura coinvolta, finalizzato ad incrementare i livelli di benessere delle partorienti tramite una revisione critica delle pratiche professionali.
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Loffi, Vittoria Costanza Alessandra. "La disciplina sull'aborto nei paesi del blocco BRICS in una prospettiva comparata." La Nuova Giuridica 2, no. 2 (January 19, 2023): 179–219. http://dx.doi.org/10.36253/lng-1989.

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Abstract:
L’obiettivo di questo elaborato è quello di fornire un’analisi sociale e giuridica delle discipline sulle interruzioni di gravidanza, sottolineando il ruolo giocato dai fenomeni storici del colonialismo e della determinazione per via rivoluzionaria di una forma di Stato socialista nel definire la posizione della donna all’interno della società. Tramite l’ottica del diritto comparato si vuole evidenziare la correlazione tra la forma di Stato dei paesi del blocco BRICS, la loro concezione di diritti riproduttivi e il ruolo dei movimenti femminili e femministi all’interno di ogni ordine sociale nell’aver imposto all’agenda politica del proprio paese il tema dei diritti riproduttivi. La nozione di forma di Stato attiene al rapporto tra libertà e autorità, pertanto vi risulta inclusa anche la peculiare relazione tra autorità e diritti riproduttivi. È per questo fondamentale sottolineare il ruolo dei movimenti femministi nella determinazione delle forme di Stato e nella conseguente delineazione dei propri diritti produttivi.The scope of this paper is to provide a social and legal analysis of abortion laws, emphasising the role played by the historical phenomena of colonialism and the determination by revolutionary means of a socialist form of State in defining the position of women within societies. Through the perspective of comparative law, the aim is to highlight the correlation between the form of state of the BRICS bloc countries, their conception of reproductive rights, and the role of women's and feminist movements within each social order in placing the issue of reproductive rights on the political agenda of their countries. The notion of the state form relates to the relationship between freedom and authority, so the peculiar relationship between authority and reproductive rights is also included. It is therefore crucial to emphasise the role of feminist movements in determining the forms of state and the consequent delineation of reproductive rights.
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Claudia Chellini, Rachele Borgi, and Tito Vezio Viola. "La prospettiva sistemica nella costruzione di un Polo per l’infanzia. L’esperienza di Ortona." IUL Research 2, no. 4 (December 20, 2021): 269–79. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.172.

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Abstract:
Nel 2015, prima della legge 107, è nato a Ortona (CH) un Polo per l’infanzia. A partire da una riflessione sul valore strategico della lettura per la formazione della persona, sono stati aggregati i diversi soggetti istituzionali che hanno svolto un ruolo attivo per la messa a punto degli strumenti e dei processi che hanno portato alla costituzione del Polo e alla sua attuazione. Il contributo illustra gli elementi cardine alla base di questa esperienza, che si configura come una vera e propria azione di sistema per la costruzione di un percorso di continuità educativa tra i servizi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia
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Elliott, Peter J. "La prospettiva etica nella Conferenza ONU di Pechino sulla donna." Medicina e Morale 44, no. 6 (December 31, 1995): 1175–82. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.957.

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Abstract:
L'articolo analizza quale sia stata l'etica dominante durante i lavori della recente IV Conferenza Internazionale sulla Donna svoltasi a Pechino dal 4 al 15 settembre 1995. In generale, durante tutte le Conferenze Onu - ed anche la manifestazione di Pechino non fa eccezione - ci si riferisce ad un'etica basata sul consenso fra tutte le nazioni secondo il principio del "minimo comun denominatore". Da questa premessa, ne deriva il ruolo importante svolto dai sostenitori di un'etica imperniata sul pragmatismo e l'utilitarismo, i quali rifiutano qualsiasi fondazione metafisica o religiosa. A queste correnti di pensiero si rifanno anche i movimenti femministi che a Pechino hanno improntato la stesura del documento finale (Piatform for Action). In esso traspare l'individualismo liberale che privilegia l'autonomia e l'autodeterminazione della donna, la quale può, ad esempio, arrivare al punto di negare al nascituro il diritto alla vita, perché considerato parte del corpo della donna e, quindi, ad essa soggetto. Termini come reproductive rights, reproductive health, fertility control, sexual rights, sexual orientation sono stati proposti durante la Conferenza secondo la logica sopra illustrata. Gli stessi diritti umani, così, non sono considerati giustamente quali principi universali fondati sul diritto naturale, bensì come adattamenti, vantaggi o privilegi concessi alle persone secondo il consenso sociale e lo sviluppo delle leggi. La Santa Sede - che ha partecipato sia alla fase preparatoria che ai lavori della Conferenza di Pechino - non ha mancato di far sempre presente - sia in riferimento al Documento preparatorio che alla Pllltfonn for Action - tutte le proprie riserve sulle dichiarazioni che non rispondono al pieno rispetto del principio dell'inviolabilità della vita umana fin dal momento del suo concepimento e dell'inalienabilità della dignità di ciascun individuo.
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de Rienzo, Antonio. "Il giorno in cui il tempo si è fermato. Stati primitivi di non integrazione, working through multidimensionale e nascita del soggetto analitico." STUDI JUNGHIANI, no. 55 (August 2022): 9–30. http://dx.doi.org/10.3280/jun55-2022oa14072.

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Abstract:
Questo articolo si fonda su un'idea, ed è costruito intorno ad un'esperienza clinica che mi ha aiutato ad ampliarne la comprensione. L'idea, alla base del lavoro di diversi autori, è che quando il campo analitico è saturo di contenuti mentali primitivi e non integrati, il controtransfert somatico dell'analista è un prezioso indicatore di una forma di comunicazione profonda e dissociata. L'esperienza clinica, riguarda la difficile elaborazione di un controtransfert complesso e sfaccettato che ha avuto luogo durante le prime fasi dell'analisi di una paziente per me molto difficile da contenere, che comunicava in modo estremamente dissociato. Questa esperienza, descritta dettagliatamente nell'articolo, mi ha portato a formulare l'idea clinica che il campo transferale sia composto da strati distinti (psicoide, affettivo, verbale), e che ognuno di essi possa trasmettere informazioni diverse, anche contrastanti. A corollario di ciò, l'analista dovrebbe essere pronto ad accettare sensazioni, sentimenti e pensieri contrastanti allo stesso tempo, poiché potrebbero essere gli ingredienti di base di una complessa reverie. L'analista, in tale corcostanza, si troverebbe a contatto con la propria molteplicità interna allo stato grezzo, prima che un'immagine simbolica possa emergere per collegare tra loro i frammenti dell'esperienza. Tuttavia, lo scopo fondamentale di questo articolo non sta nel suggerire un'idea, ma nel condividere l'esperienza clinica di un complesso working through. Questa esperienza ha favorito, nella coppia analitica, la nascita di una nuova prospettiva relazionale più umana: la capacità di stare insieme nel tempo, in uno spazio transizionale dove non c'è né completa separazione né fusione assoluta.
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Bungaro, Simonetta, and Giuseppe Milan. "PEDAGOGIA E DIALOGO INTERCULTURALE. ESSERE ‘CONCERTO’ IN TEMPI ‘SCONCERTANTI’." Revista ComSertões 8, no. 1 (August 3, 2020): 38. http://dx.doi.org/10.36943/comsertoes.v8i1.8803.

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Abstract:
Pur in contesti politico-culturali diversi, sia in Brasile che in Italia è attuale la sfida pedagogica dell’interculturalità. L’articolo scritto da un pedagogista e da una musicista mette in evidenza alcune comuni difficoltà attuali rispetto a questa prospettiva, alcune dimensioni valoriali da perseguire e alcuni aspetti metodologici che insistono, in ambito educativo, sull’importanza della relazionalità dialogica e, in ambito universitario, sulla necessità di rendere sempre più frequenti e continuativi gli scambi internazionali tra studenti delle varie sedi universitarie. L’esperienza artistico-musicale e orchestrale si pone, al riguardo, come realmente educativa e offre pure una metaforica rappresentazione, con specifico riferimento all’orchestra, di quell’unità nella molteplicità che è propria dell’interculturalità.
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Mazzone, Stefania. "Sovranità come narrazione in Paul Ricoeur." Aoristo - International Journal of Phenomenology, Hermeneutics and Metaphysics 2, no. 2 (September 20, 2019): 173–86. http://dx.doi.org/10.48075/aoristo.v2i2.23258.

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Abstract:
L’articolo intende evidenziare attraverso l’analisi di alcune opere specifiche di Paul Ricoeur -quelle che indagano i rapporti tra storia e verità, identità e oblio-la relazione in cui l’autore pone la costruzione dell’identità individuale in quanto processo metaforico e performativo e quella dell’identità collettiva in quanto espressione drammatica, con i processi narrativi, che riguardano le percezioni individuali e le raffigurazioni sociali. Ne consegue una teoria della rappresentazione dell’alterità, della costruzione identitaria e della narrazione della sovranità che impiega le categorie ermeneutiche ed euristiche di una fenomenologia in trasformazione dinamica. In questa prospettiva, si rinviene la posizione funzionale di concetti in definizione quali la memoria, il ricordo, l’oblio, in relazione al rapporto tra l’individuo e la sua storia, così come di una comunità col proprio racconto. Ne emerge una concezione della sovranità quale metafora di identità in bilico che Ricoeur considera stabilizzarsi solo nell’equilibrio delle alterità e nello scambio delle narrazioni. Ne consegue la necessità di una riorganizzazione filosofica, politica, ma anche storiografica quale urgenza di ridefinizione continua e permanente del mito narrativo, in un confronto incessante e vitale con le narrazioni individuali e collettive degli altri. Lo stesso monito etico e politico che Ricoeur ci lascia nei suoi ultimi scritti.
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Barabaschi, Barbara. "La pubblica amministrazione come promotore di cittadinanza: la dimensione territoriale." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 117 (May 2010): 166–78. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117012.

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Abstract:
Il saggio suggerisce alcune riflessioni sul ruolo che la pubblica amministrazione italiana puň svolgere nella promozione di processi e strumenti di partecipazione democratica, assunti quale fondamento del pieno esprimersi del diritto di cittadinanza. Un diritto sancito costituzionalmente e ricco di implicazioni in termini di inclusione, coesione sociale, legittimitŕ e fiducia nelle istituzioni. Proprio per questo, puň risultare interessante, per i sociologi, analizzare la categoria la cittadinanza (definita attiva) dalla prospettiva dell'attore pubblico. Si indica inoltre la dimensione territoriale quale fattore rilevante ai fini di un'efficace azione pubblica volta a garantire l'effettivo concretizzarsi del diritto di cittadinanza. Sarebbe cioč importante che gli interventi a favore della partecipazione venissero promossi dal livello istituzionale piů prossimo ai cittadini e ai loro bisogni.
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Dyduch, Jan. "Posłannictwo świeckich w Kościele w świetle II Polskiego Synodu Plenarnego." Prawo Kanoniczne 47, no. 3-4 (December 10, 2004): 25–38. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2004.47.3-4.01.

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Abstract:
II Concilio Vaticano II ha approfondito la dottrina sulla triplice missione di Cristo, alla quale partecipiano i fedeli laici, insieme ai pastori. I fedeli laici partecipano nel modo proprio alle missione sacerdotale, profetica e regale di Cristo. Il II Sinodo Plenario della Polonia ha preso in considerazione questo tema presentandolo nella prospettiva della dottrina conciliare, tenendo conto della specificitá della vita e dell’attivitá del laicato in Polonia. Pero gli elementi essenziali della dottrina sulla triplice missione sono stati presi del Vaticano II. I laici realizzano la missione sacerdotale santificando se stessi e gli altri; la missione profetica attraverso la testimonianza della vita e della parola; la missione regale servendo il Regno di Cristo sulla terra.
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Milanesi, Paolo. "La prospettiva teorico-clinica di George Downing e la concezione del soggetto come sistema vivente." RICERCA PSICOANALITICA, no. 1 (March 2010): 19–30. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-001003.

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Abstract:
L'Autore descrive inizialmente il lavoro clinico portato avanti negli anni da George Downing, ne esplicita i referenti teorici sottostanti, con particolare riferimento al concetto di "memoria procedurale" quale costrutto spiegativo della qualitŕ interattiva che caratterizza ogni relazione umana fin dai primi giorni di vita. In un secondo tempo prova ad inserire tale concezione all'interno di una prospettiva piů ampia che si colloca, da un punto di vista epistemico, nella teoria dei sistemi complessi dinamici e non lineari. La motivazione del sistema-soggetto, in quest'ottica, non č data dal tentativo di creare o mantenere i legami con l'oggetto, ma dal ricercare o riconquistare lo stato di "coerenza sistemica" in un processo creativo e continuo. Anche il concetto di "riconoscimento" viene rivisitato secondo questa prospettiva prendendo le mosse dalla descrizione che ne diede Hegel nella sua Fenomenologia dello spirito e nella descrizione del processo dell'autocoscienza. Si desume che l'esplicitazione dei referenti teorici impliciti dell'analista sia condizione sine qua non per dare vita, all'interno del processo analitico, ad un percorso che fondi la presenza ai propri stati interni e quindi a sé stesso del soggetto.
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