Journal articles on the topic 'E opinione pubblica'

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Mazzacane, Aldo. "Letteratura, processo e opinione pubblica." Rechtsgeschichte - Legal History 2003, no. 03 (2003): 070–97. http://dx.doi.org/10.12946/rg03/070-097.

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2

Sani, Giacomo, and Paolo Segatti. "PROGRAMMI, MEDIA E OPINIONE PUBBLICA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no. 3 (December 1996): 459–82. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024485.

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Abstract:
Dall'inaugurazione del governo Berlusconi (maggio 1994) al giuramento della compagine guidata da Prodi intercorrono solo ventiquattro mesi. Ma sono due anni caratterizzati da una densa e convulsa vicenda politica nel corso della quale si verificano tutta una serie di episodi di rilievo. Tra i più salienti spiccano: la rottura dell'alleanza di centro-destra nata alla vigilia del 27 marzo 1994 (il cosiddetto «ribaltone»); il ricorso ad un governo «tecnico» che doveva costituire una soluzione provvisoria ma finisce col durare più del previsto; la nuova spaccatura che si produce nella maggior formazione di centro (il Ppi) nella primavera del 1995 e che porta alla nascita del Cdu e fa quindi salire a tre gli eredi della vecchia Dc; una ulteriore modifica delle regole del gioco con l'adozione di un nuovo sistema per le elezioni dei consigli regionali; e, infine, lo svolgimento di ben tre consultazioni elettorali a carattere nazionale (le elezioni per il Parlamento europeo 1994, le elezioni regionali ed amministrative dell'aprile 1995, la tornata referendaria del giugno dello stesso anno).Gli avvenimenti del biennio segnalano le evidenti difficoltà di un processo di transizione per il quale non si riesce a trovare una via di uscita. Dopo la fase di destrutturazione del periodo 1992-1993, con le elezioni del 1994 il sistema dei partiti pareva avviato ad assumere una configurazione di tipo (quasi) bipolare, accompagnata da una significativa riduzione del grado di frammentazione. Ma la dinamica della vita politica nei mesi successivi alla formazione del governo Berlusconi smentiva entrambe le ipotesi. Essa dimostrava, in primo luogo, che la doppia e anomala alleanza risultata vincente il 27 marzo era solo un precario cartello elettorale destinato a dissolversi nel breve periodo. In secondo luogo, risultava evidente che nonostante la prevalenza della quota maggioritaria e la clausola di sbarramento, il nuovo meccanismo elettorale non era riuscito ad incidere in maniera significativa sul numero delle formazioni politiche presenti nell'arena parlamentare e nel paese. Infine, che si trattasse di un bi-polarismo assai imperfetto risultava chiaro dal fatto che, caduto il governo di centro-destra per la defezione della Lega, risultava impraticabile la formazione di una maggioranza alternativa. In sostanza, le nuove regole e gli assetti usciti dalla consultazione e dai successivi rimescolamenti degli schieramenti e dell'offerta elettorale non avevano prodotto né un governo destinato a durare, né una opposizione pienamente in grado di sostituirlo.
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Mattei, Franco. "OPINIONE PUBBLICA E COMPETIZIONE PRESIDENZIALE NEGLI STATI UNITI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, no. 1 (April 1990): 105–45. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008960.

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Abstract:
IntroduzioneNel corso degli ultimi vent'anni, il processo di selezione dei candidati alla presidenza americana ha prodotto frequenti sorprese politiche ed alcuni vincitori inattesi. Il rapido declino di Muskie e la nomina di McGovern nel 1972, la scelta di Jimmy«Who?»Carter nel 1976, i successi di piò breve periodo di Bush e di Anderson nel 1980, la meteorica ascesa di Hart e le impreviste difficoltá di Mondale nel 1984 sono i casi piò noti offerti dalle recenti campagne elettorali pre-congressuali del partito democratico e repubblicano. L'analisi dei modi e dei tempi con i quali diversi candidati alla Casa Bianca hanno visto mutare radicalmente la propria posizione nella competizione intrapartitica é centrata sulla nozione dimomentum; in essa sono state condensate l'instabilitá e l'incertezza ricorrenti nell'attuale sistema di nomina dei candidati alla presidenza.
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Landi (book author), Sandro, and Jean Balsamo (review author). "Stampa, censura e opinione pubblica in età moderna." Renaissance and Reformation 35, no. 3 (March 11, 2013): 137–39. http://dx.doi.org/10.33137/rr.v35i3.19534.

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5

Sutcliffe, Marcella. "Italofilia: Opinione Pubblica Britannica e Risorgimento Italiano 1847–1864." Journal of Modern Italian Studies 20, no. 5 (October 20, 2015): 745–47. http://dx.doi.org/10.1080/1354571x.2015.1096531.

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6

Pia Casalena, Maria. "Italofilia. Opinione pubblica britannica e Risorgimento italiano 1847–1864." European Review of History: Revue européenne d'histoire 22, no. 6 (November 2, 2015): 993–95. http://dx.doi.org/10.1080/13507486.2015.1074412.

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Ciglioni, Laura. "Le guerre italiane nei rotocalchi degli anni Settanta." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (April 2010): 121–64. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-001005.

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Abstract:
Il saggio ricostruisce le immagini delle guerre combattute dall'Italia nel XX secolo, e in particolare quelle della prima e della seconda guerra mondiale, diffuse presso l'opinione pubblica italiana negli anni Sessanta, attraverso l'analisi di otto rotocalchi di ampia diffusione e di differente orientamento: Famiglia cristiana, L'Europeo, Oggi, Tempo, Epoca, Vie nuove, L'Espresso e Gente. Analizzando tanto la natura di prodotto dell'industria dell'intrattenimento che di giornale di opinione, propria del rotocalco, l'autrice ne ricostruisce i diversi livelli di fruizione e individua in particolare tre processi che operavano nella struttura dei settimanali illustrati: mitizzazione, ideologizzazione e affabulazione. Accanto ad un sentimento di estraneitŕ verso le guerre nazionali che emerge quale mito comune a tutti i rotocalchi, l'autrice individua come dato dominante l'esistenza di memorie contrapposte e polemiche del passato nazionale (in particolare della Resistenza) presso l'opinione pubblica italiana del tempo. Il saggio analizza, infine, gli elementi di continuitŕ e di frattura di alcune di queste memorie nel tempo e il loro rapporto con il discorso politico pubblico proposto dalle forze politiche protagoniste del centrosinistra.
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8

Borraccetti, Vittorio. "Magistratura penale e opinione pubblica. Ricognizione di alcune questioni aperte." DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 3 (May 2012): 54–62. http://dx.doi.org/10.3280/ded2011-003005.

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9

Bellucci, Paolo, and Pierangelo Isernia. "OPINIONE PUBBLICA E POLITICA ESTERA IN ITALIA: IL CASO DELLA BOSNIA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no. 3 (December 1999): 441–80. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200028914.

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Abstract:
IntroduzioneLa guerra contro la Repubblica Federale di Jugoslavia ha evidenziato i problemi della politica estera italiana degli anni '90. Con non più del 40% dell'opinione pubblica stabilmente a favore dei raid aerei contro la Serbia ed il Kosovo, una veemente opposizione del Vaticano e del Papa in prima persona ed una maggioranza di governo divisa al suo interno tra negoziatori ad oltranza ed auspici di una immediataescalationterrestre, si riproponeva, con maggiore evidenza del passato, il ridotto margine di autonomia dell'esecutivo nel settore della politica di sicurezza. A poco meno di due anni dalla crisi albanese, la leadership politica italiana si è trovata così ad affrontare l'ennesima prova di politica estera, per giunta sul terreno delle armi, un terreno sul quale nell'ultimo quarantennio repubblicano raramente un governo si era avventurato. Rispetto all'ambiente tut to sommato «placido» nel quale la politica estera italiana ha operato nel secondo dopoguerra, gli anni '90, con un ininterrotto susseguirsi di crisi (dal Golfo alla Somalia, dall'Albania alla Bosnia, per finire con il Kosovo) hanno prodotto un maggior numero di sfide, in aree molto più vicine e rilevanti per gli interessi nazionali italiani e in un quadro di minore possibilità di far ricorso al proprio tradizionale alleato, gli Stati Uniti, per risolvere i propri fondamentali problemi di sicurezza. Da qui la necessità di costruire un consenso nazionale intorno alle scelte del governo e, di conseguenza, il crescente interesse per il ruolo che l'opinione pubblica assume nella politica estera italiana. Il Kosovo tuttavia non è il primo caso in cui l'opinione pubblica entra nei calcoli dei decisori nazionali. In questo saggio intendiamo esplorare questo ruolo in un'altra recente crisi che ha visto coinvolta l'Italia, quella relativa al dissolvimento della ex-Jugoslavia, con particolare riferimento alla crisi in Bosnia-Herzegovina. Come diremo nelle conclusioni, da questa esperienza è possibile trarre alcune considerazioni che sembrano dimostrarsi valide anche nel caso del Kosovo.
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Curti, Sabina. "Editoriale. Il dibattito sul carcere tra scienze sociali e opinione pubblica." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (January 2019): 7–11. http://dx.doi.org/10.3280/siss2018-002001.

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Loner, Enzo. "Innovazione tecnologica e opinione pubblica in Europa: il caso delle biotecnologie." Quaderni di Sociologia, no. 41 (August 1, 2006): 11–42. http://dx.doi.org/10.4000/qds.1024.

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Delpu, Pierre-Marie. "Elena BACCHIN, Italofilia. Opinione pubblica britannica e Risorgimento italiano 1847-1864." Revue d'histoire du XIXe siècle, no. 51 (December 1, 2015): 224–25. http://dx.doi.org/10.4000/rh19.4970.

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Matteucci, Ivana. "I frames della migrazione in Italia: rappresentazioni nei media e opinione pubblica." SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, no. 125 (December 2021): 174–88. http://dx.doi.org/10.3280/sr2021-125009.

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Piana, Daniela. "Il modello italiano di governo autonomo della magistratura: un approccio sociologico." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (January 2011): 56–67. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-005005.

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Abstract:
Se la letteratura di carattere giuridico sulle funzioni e i fondamenti costituzionali del Consiglio superiore della magistratura č assai ampia e articolata, molto meno sviluppata č l'analisi che dello stesso CSM hanno fatto le scienze sociali, in particolare la scienza politica e la teoria dell'organizzazione. Questa mancanza č ancor piů significativa nel momento in cui le dinamiche organizzative del CSM hanno un impatto non solo sull'esito dei processi decisionali e deliberativi che hanno luogo all'interno, ma anche sulla legittimazione del CSM e, di conseguenza, della magistratura italiana dinnanzi la cittadinanza e la opinione pubblica. Questo breve saggio intende dare un contributo a una lettura dell'attivitŕ consigliare di tipo sociologico, politologico e organizzativo.
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Chapron, Emmanuelle. "Sandro Landi, Stampa, censura e opinione pubblica in età moderna. Bologne, Il Mulino, 2011, 160 p." Annales. Histoire, Sciences Sociales 68, no. 3 (September 2013): 877–79. http://dx.doi.org/10.1017/s0395264900016243.

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Argento, E., and Brunello Vigezzi. "Politica estera e Opinione Pubblica in Italia dall'Unita ai giorni nostri: Orientamenti degli studi e Prospettive della Ricerca." American Historical Review 98, no. 4 (October 1993): 1287. http://dx.doi.org/10.2307/2166733.

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Gibson, Mary. "Colao, Floriana, Luigi Lacchè, and Claudia Storti (eds.), Processo penale e opinione pubblica in Italia tra Otto e Novecento." Crime, Histoire & Sociétés 15, no. 1 (May 1, 2011): 150–53. http://dx.doi.org/10.4000/chs.1268.

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Zanini, Paolo. "La Milizia di Terra Santa dell'estate 1948." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (July 2012): 67–89. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-001003.

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Abstract:
Il saggio ricostruisce la vicenda della Milizia di Terra Santa, svoltasi a margine della prima guerra arabo-israeliana nell'estate 1948. Di fronte ai pericoli che incombevano sui Luoghi santi di Gerusalemme, in alcuni ambienti cattolici sorse l'idea di inviare una spedizione di volontari cristiani a difesa dei santuari. Tutte le proposte in tal senso, avanzate dall'Ordine di Malta, dai Cavalieri del Santo Sepolcro e dalla delegazione romana di Terra Santa, fallirono e nessuna delle progettate spedizioni ebbe un'attuazione pratica. Ciň nonostante, questi episodi, e in particolare quello della Milizia francescana, richiamarono l'attenzione della stampa internazionale e delle diplomazie. Sconfessata dal Vaticano e dall'ordine minoritico e osteggiata dalle diplomazie occidentali, la progettata Milizia non ebbe seguito. Tuttavia il grande successo presso fedeli e pubblica opinione dimostra come l'idea, collegando il tema della protezione dei santuari a un possibile ruolo italiano nella regione, riuscisse a riscuotere notevoli consensi. Proprio per questo, l'episodio appare un punto d'osservazione privilegiato per valutare come il mondo cattolico italiano si confrontň con la nascita d'Israele e il tramonto dell'influenza europea nel Levante.
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Balaguer Callejón, Francisco. "L'impatto dei nuovi intermediari dell'era digitale sulla libertà di espressione." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (August 2021): 33–62. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-001002.

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Abstract:
Le nuove tecnologie hanno un impatto sia positivo che negativo sulla libertà di espressio-ne, sui diritti costituzionali e sui processi democratici. Tale incidenza è stata positiva nelle fasi iniziali di sviluppo del Web e in particolare nelle prime fasi del Web 2.0, quando Internet era progettato in modo più partecipativo e cooperativo. Negli ultimi anni, tuttavia, sono emersi processi gerarchici di organizzazione di informazioni e dati ad opera di grandi socie-tà tecnologiche che si pongono come nuovi intermediari tra utenti e sfera pubblica. La libertà di espressione è attualmente condizionata da questi intermediari che controllano i processi di comunicazione. L'articolo si propone di riflettere sul ruolo di questi nuovi intermediari in relazione alla configurazione della sfera pubblica nei sistemi democratici, mettendone in rilievo l'impatto riguardo alla libertà di espressione nell'ambito dei rapporti tra sfera pub-blica e privata e tra sfera statale e globale. In questi ambiti la capacità di regolazione e con-trollo da parte dello Stato si indebolisce a fronte del potere di queste grandi società che occu-pano e monopolizzano uno spazio pubblico dove la libertà di espressione viene ridotta a merce, tanto che informazioni e opinioni si trasformano in dati monetizzabili, attraverso gli algoritmi delle applicazioni Internet. In tal modo l'utilizzo di questi algoritmi, allo scopo di promuovere fake news e radicalizzazione per attirare l'attenzione del pubblico e generare maggiori guadagni, rischia di distruggere una percezione sociale condivisa della realtà. Tra le tante misure che possono essere adottate, spiccano quelle legate al diritto della concorren-za, ovvero basate su misure previste da regolatori istituzionali e volte ad ostacolare una concentrazione ancora maggiore di potere monopolistico. Tuttavia, invece di restrizioni, sarebbe preferibile lasciare spazio a una tecnologia aperta che ponga fine alla natura chiusa e gerarchica delle applicazioni.
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Cristante, Stefano. "From a sociology of public opinion to a mediology of the doxasphere." Revista de Estudios para el Desarrollo Social de la Comunicación 10 (November 2014): 160–83. http://dx.doi.org/10.15213/redes.n10.p161.

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Descals-Tormo, Asensi. "An Economic Characterization of the Concept of «Merit Goods»: The Case of Higher Education Service*." Journal of Public Finance and Public Choice 15, no. 1 (April 1, 1997): 55–67. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540660.

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Abstract:
Abstract La giustificazione dei finanziamenti pubblici per l’istruzione superiore ha dato luogo a molte discussioni. Gran parte degli studi di economia dell’istruzione ne ha messo in evidenza la giustificazione economica, basata sulla presenza di effetti esterni derivanti da una maggiore istruzione.Tuttavia, perchè queste argomentazioni possano valere, è necessario che ricorrano due condizioni: che i benefici esterni siano marginali e che non possano essere internalizzati.Peraltro, la spiegazione del massiccio ricorso al finanziamento pubblico dell’istruzione superiore richiede altre argomentazioni. Tra queste sembra interessante l’impostazione secondo cui l’istruzione superiore è soggetta a due tipi di preferenze da parte dei contribuenti: «assertive» e «strumentali». Mentre queste ultime tengono conto in modo più diretto delle implicazioni economiche della scelta per colui che la compie, le prime sono in qualche modo condizionate dalle opinioni della società, e dagli stessi slogans con cui sono trasmesse, per cui tenderanno ad essere favorite le politiche in favore dell’istruzione superiore, qualora essa sia inclusa tra i «beni di merito».Se, infatti, la società percepisce l’istruzione superiore come un «bene di merito», nelle valutazioni degli elettori prevarranno preferenze non direttamente collegate con i loro interessi, per cui sarà più facile il finanziamento mediante prelievi di carattere generale.
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Penge, Stefano. "Privato, pubblico e aperto." Media Education 12, no. 2 (November 29, 2021): 15–24. http://dx.doi.org/10.36253/me-11442.

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Abstract:
In this text we try to clarify some misunderstandings that in our opinion have arisen on the issue of digital educational platforms. These misunderstandings are based on the one hand on the profound misconception of the meaning of “open”, which is reduced to “free”, and on the other hand on a conception of the company as an activity necessarily extraneous to the ethical dimension. Overcoming these misunderstandings could lead to a collaboration between private and public, between profit and non-profit that defines precisely the models and standards and lays the foundations for the construction of an ecosystem of open, inter-operating and ready-to-use platforms both on the software side and on the content side.
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D'Onofrio, Felice. "Contraccezione e metodi ciclici naturali: considerazioni." Medicina e Morale 39, no. 1 (February 28, 1990): 93–114. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1189.

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Abstract:
Le recenti discussioni in tema di contraccezione sono state oggetto di una riflessione che prende spunto da un articolo pubblicato da B. Haring nel 1976, nel quale vengono espresse alcune opinioni sui metodi ciclici o naturali in base ad alcuni dati scientifici all'epoca pubblicati. Dopo un'attenta disamina della letteratura utilizzata da Haring, anche alla luce delle più recenti ricerche, l'Autore sottolinea come ancora oggi i metodi ciclici naturali sono gli unici che non hanno alcuna interferenza su i processi biologici della sfera sessuale femminile e che il presunto rischio abortivo, derivante da zigoti invecchiati, rappresenta un'ipotesi che non trova alcuna giustificazione negli stessi dati scientifici utilizzati da Haring quando, nel 1976, ha adombrato tale ipotesi nel raffronto tra metodi ciclici naturali e metodi contraccettivi. Di fronte al dilagare di tecniche che vanno sempre più manomettendo la vita, viene auspicato che i ricercatori abbiano sempre come fine il rispetto dell'uomo integrale ed i moralisti non si lascino trascinare dalla moda dei tempi che predilige una visione immanente della vita.
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Davis, John A. "Italofilia. Opinione pubblica brittanica e il Risorgimento italiano 1847–1864, by Elena Bacchin, Turin, Carocci editore, 2014, 266 pp., €39.00 (paperback), ISBN 978-88-430-7437-2 - Religion and Politics in the Risorgimento. Britain and the New Italy 1861–1875, by Danilo Raponi, Basingstoke, Palgrave Macmillan, 2014, xi+302 pp., £60.00 (hardback), ISBN 978-1-137-34297-3." Modern Italy 21, no. 1 (February 2016): 113–15. http://dx.doi.org/10.1017/mit.2015.13.

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Barisione, Mauro. "Le Scelte Politiche Dei Cittadini: Ambivalenza, Ragione O Affetto?" Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, no. 1 (April 2002): 141–51. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200029956.

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Abstract:
George E. Marcus, W. Russel Neuman e Michael MacKuen, Affective Intelligence and Political Judgement, Chicago, University of Chicago Press, 2000, pp. 199, Isbn 0-226-50468-9Citizens and Politics esce dieci anni dopo i due lavori che più hanno segnato l'attuale psicologia politica e il campo delle ricerche sull'opinione pubblica negli Stati Uniti: Reasoning and Choice di Sniderman et al (1991) e The Nature and Origins of Mass Opinion di Zaller (1992); ma marca anche una continuità con quei volumi collettanei che dalla metà degli anni ‘80 si sono dedicati alle problematiche delle cognizioni politiche e dell'information processing: Lau e Sears (1986), Ferejohn e Kuklinski (1990), Lodge e McGraw (1995), Mutz et al. (1996). Promettendo – per le ragioni che si vedranno più avanti – di far parlare molto di sé, il lavoro curato da Kuklinski, propone allo stesso tempo una sintesi dei temi e un panorama delle ricerche politologiche affrontate da prospettive psicologiche e cognitive. Gli atteggiamenti, i valori, le percezioni, gli affetti, i ragionamenti, le decisioni degli individui nella sfera politica sono analizzati in 17 contributi – introdotti sempre in modo chiaro ed esauriente da Kuklinski, anche se articolati in 4 aree tematiche dalla definizione piuttosto vaga – di autori come Sears, Feldman, Masters, Lau, Lodge, Sniderman, Marcus, per citarne solo alcuni fra i più noti. In particolare, la prima area («Affetto ed emozioni») racchiude quattro contributi incentrati sul ruolo delle inclinazioni affettive nella percezione degli oggetti politici carichi di una valenza simbolica (dalle parole – fra gli esempi americani: «comunisti», welfare, «neri» – alle immagini politicopersonali dei candidati); la stessa dimensione affettiva è analizzata nella seconda parte («Cognizione politica») in relazione ai processi di trattamento dell'informazione, di valutazione delle notizie e di elaborazione di giudizi politici da parte dei cittadini, specie nell'arco della campagna elettorale; la terza parte («Atteggiamenti politici e percezioni») aggiorna il dibattito classico intorno alla maggiore o minore stabilità e coerenza degli atteggiamenti in seno all'opinione pubblica, mentre la quarta parte è interamente dedicata allo studio dei «Valori politici», con due ricerche che analizzano più precisamente le relazioni fra i valori di «umanitarismo» e «individualismo» e le preferenze dei cittadini in tema di politiche pubbliche.
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Perkins, Phil, and Sally Schafer. "The Villa Pigneto Sacchetti excavation: a new interpretation." Papers of the British School at Rome 77 (November 2009): 273–90. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000106.

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Abstract:
I resti settecentesca della Villa Pigneto Sacchetti si trovano a Roma, a nordovest della Città del Vaticano, sul ripido fianco nella Valle dell'Inferno nel parco regionale di Monte Mario. Concepito per la famiglia Sacchetti da Pietro da Cortona, essa fu una delle poche tra i suoi progetti architettonici ad essere costruita. Nel 1990 si pensava che la villa fosse andata perduta, e così fu elaborato un progetto per collocare ed esplorare i resti materiali; nel 1992 abbiamo parzialmente scavato la villa e in seguito pubblicato una relazione di scavo (in Papers of the British School at Rome 68 (2000)). Nel 2008 è stata pubblicata la molto attesa monografia di Jörg Martin Merz, Pietro da Cortona and Roman Baroque Architecture. Senza alcun dubbio questo volume fornisce un importante contributo alla letteratura architettonica del Barocco romano. Esso include un capitolo dedicato alla Villa Pigneto Sacchetti, che prende in considerazione alcuni dei nostri rinvenimenti. Questo articolo riguarda vari punti sollevati sul nostro lavoro e offre una reinterpretazione della storia della costruzione della villa con lo scopo di riconciliare opinioni divergenti e di incorporare i progressi degli studi dal 2000.
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Di Ciaccio, Simona, Giovanni Rum, and Giovanni F. Bignami. "Dati telerilevati e beni pubblici globali." ECONOMIA PUBBLICA, no. 5 (September 2009): 5–18. http://dx.doi.org/10.3280/ep2008-005001.

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Abstract:
- This paper is an initial investigation of the possibility that remote sensing data be regarded as global public goods. Remote sensing data for civil applications may be considered as Moreover products since the marginal cost from an additional use is close to zero. Indeed, remote sensing data are a form of scientific knowledge and as such have an important public good trait. Furthermore, this is also a consequence of the general opinion that regards environmental resources as global public goods and natural disasters as international public bads. To show that remote sensing data have the potential to be considered global public goods has significant implications. Indeed, global public goods provide a rationale for international collective action, which is the only way to produce and share them, given that a global governmental authority does not exist. The paper will recall examples of international initiatives and programs that are based on data sharing principles implying full and open exchange of data and implicitly recognizing that remote sensing data are global public goods.JEL H4
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Grilli, Alessandro. "Le opinioni pubbliche di Europa e Nord America sul tema immigrazione." LIBERTÀCIVILI, no. 1 (February 2011): 137–42. http://dx.doi.org/10.3280/lic2011-001018.

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Cinelli, Gianluca. "Il rapporto di Alessandro Manzoni con Verri e con l’Illuminismo in Storia della Colonna Infame. Opinione, pubblico, posterità." Quaderni d'italianistica 35, no. 1 (January 15, 2015): 73–99. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v35i1.22353.

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Abstract:
L’articolo interpreta un aspetto della poetica manzoniana, cioè la polemica con l’Illuminismo, corrente di pensiero da cui l’autore deriva parte della sua stessa formazione intellettuale, soprattutto il rigore logico-razionalistico. Nell’articolo si studia la polemica con la filosofia settecentesca attraverso la scelta di tre concetti in particolare, l’opinione, il pubblico e la posterità, nei quali Manzoni vede il pericolo di scadere dalla tensione dialettica razionale all’ideologia del razionalismo astratto. L’articolo analizza la discussione dei suddetti concetti in Storia della colonna infame e conclude portando in luce le somiglianze e le divergenze fra quest’opera e le Osservazioni sulla tortura di Verri.
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Di Pietro, Maria Luisa. "Inserimento della bioetica nei curricoli scolastici: i risultati dei un’indagine conoscitiva." Medicina e Morale 49, no. 2 (April 30, 2000): 237–59. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.755.

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Abstract:
La riflessione sui temi di bioetica ha superato i confini della ricerca bioetica e dell’assistenza clinica, coinvolgendo sempre di più anche l’opinione pubblica. Questa, sollecitata e sconcertata dalle informazioni dei media, risponde con sentimenti controversi. Al di là, però, della notizia contingente, le problematiche bioetiche chiedono di essere affrontate con continuità e competenza e far parte di momenti di formazione anche delle nuove generazioni. Si tratta, in latri termini, di favorire una cultura bioetica o una educazione alla bioetica. Per questo anche la scuola, quale fondamentale agenzia educativa, è stata chiamata a fornire il suo contributo, attraverso il Protocollo d’intesa siglato nell’ottobre 1999 tra il Ministero della Pubblica Istruzione e il Comitato Nazionale per la Bioetica riguardo l’inserimento stabile della bioetica nelle scuole italiane. Da queste premesse, l’Autore offre all’attenzione del lettore i risultati di una indagine conoscitiva svolta tra oltre mille insegnanti di scuole di ogni ordine e grado distribuite nel territorio nazionale, ricerca volta a rilevare le opinioni dei docenti sull’inserimento della bioetica nella scuola (motivazioni, programmi, orientamenti etici di riferimento, metodologie didattiche, ecc.). tra gli altri risultati, l’indagine evidenzia che il 95% degli intervistati ritiene utile l’inserimento della bioetica nei curricoli scolastici a scopi formativi, mentre il 66% pensa che sia necessario indicare un orizzonte etico, orizzonte scelto in accordo con la famiglia (83%). Il 61%, infine ritiene che l’educazione alla bioetica vada fatta dagli insegnanti e che vada integrata con continuità nei curricoli scolastici.
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Calloni, Marina, Michele Nicoletti, and Stefano Petrucciani. "Filosofia, pensiero post-metafisico e sfera pubblica in cambiamento. Intervista a Jürgen Habermas." Rivista Italiana di Filosofia Politica, no. 1 (December 3, 2021): 137–54. http://dx.doi.org/10.36253/rifp-1441.

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Abstract:
Habermas is one of the most eminent contemporary systematic thinkers and the author of the theory of communicative action. From the 1960s to the present, Habermas has published on philosophy and social theory, reflected upon law and democracy, and participated in public debates on current issues. The interview aims at retracing the main themes of his thought, underlining the indissoluble and persisting link which joins philosophy with politics and public engagement. The interview also emphasizes the main developments of his thought, including about the role of religion in contemporary societies, mentioned in his recent work on “A History of Philosophy”. Another crucial topic is the idea of the public sphere as developed by Habermas from his early studies up to the analysis on the ongoing structural change of public opinion due to the instrumental use of social media in the digital age. Habermas advocates an idea of philosophy as post-metaphysical and specialistic – fallibilistic and at the same time interdisciplinary – knowledge, which contributes clarifying arguments to current discussions. The recent debate on the Covid 19 pandemic, as well as on the urgent environmental challenges, becomes an opportunity to understand how philosophy – as critical and self-reflective knowledge – can defend the discursive and normative principles, which are constitutive of the democratic State and the rule of law. Philosophy even has a role to play in addressing the crisis of institutional politics and the emergence of conspiracy populisms, but also in the exponential increase of social inequalities. Finally, Habermas recalls his consistent link since the 1960s with the Italian philosophical and political debate and scholars.
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Fleming, John I. "I cattolici messi di fronte alle strategie pro-eutanasia e pro-aborto." Medicina e Morale 45, no. 1 (February 28, 1996): 101–20. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.922.

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Abstract:
I cattolici spesso si trovano esclusi ed emarginati dai dibattiti politici pubblici sull’aborto e l’eutanasia. Questo perché i sostenitori dell’aborto e dell’eutanasia legalizzati nelle attuali democrazie secolari e pluraliste hanno con successo definito l’opposizione cattolica come “fondata sulla religione, e quindi base rischiosa per la politica”. I cattolici, so sostiene, non dovrebbero cercare di imporre le loro opinioni sugli altri, ma dovrebbero rispettare l’autonomia degli individui a scegliere come reputano meglio per se stessi . In realtà sono i sostenitori dell’aborto e dell’eutanasia che cercano di attaccare i valori comunemente condivisi grazie ai quali le persone nelle società civili sono capaci di vivere insieme in pace e giustizia. la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e gli altri strumenti per i diritti umani testimoniano per gli inalienabili ed inviolabili diritti alla libertà e alla vita del nascituro. Questi stessi documenti vietano la legalizzazione della eutanasia volontaria in quanto qualsiasi concessione ad uccidere un innocente e la tratta degli schiavi (anche quando accettati volontariamente dagli individui) rappresentano una minaccia alla vita ed alla libertà di cittadini innocenti. I Cattolici possono entrare nei dibattiti politici pubblici sulle questioni della vita sulla base dei valori internazionalmente accettati, i quali sono in armonia con la tradizione morale cattolica.
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Bianchetti, Cristina. "Paradossi e politiche urbane. Una discussione su Torino." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 94 (June 2009): 143–46. http://dx.doi.org/10.3280/asur2009-094012.

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Abstract:
- The following four texts attempt to observe changes on urban policies in Turin, starting form the hypothesis that those changes are related, even before that to some relevant problems and their resolutions, to four paradoxes. Paradoxes make explicit a state of urban policies, which is visible also in other cities. Speaking of Turin means to localize it and to be able to treat it with some more precision. The four paradoxes are: 1. Evanescent and mobile pictures of the transformation /vs/ Crescent emphasis on places; 2. Seductive and promotional games /vs/ Planned framework of urban policies; 3. A living less incorporated in the market /vs/ A market more at the centre of local economy; 4. Lack of public opinion /vs/ Improvement of a city collective image. Arnaldo Bagnasco, Luigi Bobbio and Giuseppe Sergi discuss over these paradoxes.Key words: city, policies, paradox, regulation, public, conflict.Parole chiave: cittŕ, politiche, paradosso, regolazione, sfera pubblica, conflitto
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da Empoli, Domenico. "The Italian Law for the Protection of Competition and the Market." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 69–78. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344956.

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Abstract:
Abstract Gli studi attinenti alla «politica della concorrenza” sono uno dei settori nei quali da maggior tempo collaborano economisti e giuristi, dato che, in assenza di questa cooperazione, i soli strumenti di cui dispone l’economista, senza quelli del giurista, non sono sufficienti ad interpretare ed applicare le norme antitrust.Soprattutto sulla spinta di queste esigenze si è sviluppato nelle Università americane l’insegnamento di corsi di «Law and Economics», disciplina ormai consolidata.Da un punto di vista intellettuale, pertanto, non vi è dubbio che il tema della concorrenza sia di particolare interesse.Peraltro, già da qualche tempo le opinioni degli studiosi circa gli effetti della politica della concorrenza e, quindi, sull’opportunità di introdurre una specifica legge al riguardo e, poi, di applicarla in modo rigoroso, non sono molto concordi.L’atteggiamento critico nei riguardi dell’intervento pubblico che caratterizza l’epoca attuale e che si può sintetizzare nella nozione di «fallimento dello Stato», non ha risparmiato neppure la politica della concorrenza, sui cui effetti sono state avanzate, e permangono, numerose incertezze.Peraltro, se un atteggiamento critico poteva avere un suo fondamento apprezzabile nei momento in cui si discuteva dell’opportunity o meno di introdurre questa legge, non vi è dubbio che, una volta che questa sia entrata in vigore, essa debba essere oggetto di studio, sempre critico, ma costruttivo.Per questo motivo, è apparsa molto utile la pubblicazione su questo numero di Economia delle Scelte Pubbliche degli atti di un convegno internazionale, organizzato a Reggio Calabria nei dicembre del 1990 dall’Istituto Superiore Europeo di Studi Politici, che ha avuto come oggetto la nuova legge italiana della concorrenza, confrontata con le normative già in vigore presso altri Paesi OCSE, oltre che con la normativa CEE.Assieme ai testi delle relazioni, viene anche pubblicato il testo della legge, sia nella traduzione inglese che in quella francese (ambedue non ufficiali).L’ordine di pubblicazione dei diversi contributi segue il seguente schema: dopo questa presentazione della legge italiana, segue l’articolo di Claudio Menis sulle relazioni tra legislazione CEE e legge italiana. Successivamente, vengono pubblicati (seguendo l’ordine alfabetico per paese) gli scritti che riflettono valutazioni della legge italiana alla luce dell’esperienza nazionale di ciascuno dei Paesi OCSE rappresentati: Belgio (van Meerhaeghe), Francia (Charrier), Germania (Ruppelt), Spagna (Canivell), Svizzera (Baldi) e Regno Unito (Howe).Infine, un articolo di Eric Lacey confronta i lineamenti essenziali della struttura della legge italiana con quelli della media dei Paesi OCSE.La presentazione della legge italiana, non è compito facile per un economista, per la necessità di ricorrere a termini giuridici molto specialistici.La legge considera tre principali fattispecie che sono suscettibili di danneggiare la concorrenza: i cartelli che restringono la libertà di concorrenza, l’abuso di posizione dominante e le concentrazioni.I «cartelli” (o «intese») sono definiti dalla legge come «gli accordi e/o le pratiche concordati tra le imprese, nonché le deliberazioni, anche se adottate ai sensi di disposizioni statutarie o regolamentari, di consorzi, associazioni di imprese ed altri organismi similari». Esse sono vietate quando «abbiano per oggetto, o per effetto, di impedire, restringere o falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza all’interno del mercato nazionale o in una sua parte rilevante” (art. 1).L’«abuso di posizione dominante” è vietato dall’art. 3, che include anche una casistica, peraltro non del tutto esauriente, circa situazioni identificabili come abuso di posizione dominante.Le «operazioni di concentrazione», d’altra parte, hanno luogo, secondo l’art. 5, «quando due o più imprese procedono a fusione», «quando uno o più soggetti in posizione di controllo di almeno un’impresa ovvero una o più imprese acquisiscono direttamente o indirettamente [...], il controllo dell’insieme o di parti di una o più imprese», e «quando due o più imprese procedono, attraverso la costituzione di una nuova società, alla costituzione di un’impresa comune». Sulla base dell’art. 6, tali operazioni sono vietate quando costituiscono o rafforzino una posizione dominante sul mercato.L’organo che ha il compito di garantire l’appHcazione della legge è l’Autorità, che è stata creata appositamente e che è composta da quattro membri, più il presidente, nominati sulla base di una determinazione adottata d’intesa dai presidenti dei due rami del Parlamento.Una caratteristica fondamentale del nuovo organo per la tutela della concorrenza è la sua indipendenza dal potere politico, che viene attenuata soltanto a proposito delle operazioni di concentrazione. Come afferma, infatti, l’art. 25, il Consiglio dei Ministri può elaborare criteri di carattere generate che autorizzino operazioni che sarebbero vietate ai sensi dell’art. 6 e, inoltre, può anche vietare specifiche operazioni di concentrazione qualora vi partecipino «enti o imprese di Stati che non tutelano l’indipendenza degli enti o delle imprese con norme di effetto equivalente a quello dei precedenti titoli o applicano disposizioni discriminatorie o impongono clausole aventi effetti analoghi nei confronti di acquisizioni da parte di imprese o enti italiani».Oltre ai poteri d’istruttoria e decisione nei riguardi delle tre fattispecie di cui si è detto, con la possibilità d’imporre anche sanzioni pecuniarie, l’Autorità ha anche poteri conoscitivi e consultivi, sulla cui base può esprimere pareri, o di sua iniziativa o su richiesta del presidente del Consiglio dei Ministri.
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Febbrajo, Alberto. "Per una sociologia del diritto tributario." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 2 (December 2011): 27–31. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-002002.

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Abstract:
Questa presentazione tenta di sottolineare l'importanza di una sociologia del diritto tributario che, ingiustamente trascurata, costituisce un cruciale punto di congiunzione tra la sociologia del diritto e la sociologia dell'agire economico. Tale connessione, che risulta sempre piů visibile in un sistema complesso come il nostro, richiede l'utilizzazione sul piano teorico di strumenti di analisi inter-sistemica, sul piano empirico di strumenti di analisi delle opinioni del pubblico e, sul piano concettuale, di strumenti di comparazione tra sistemi giuridici diversi. Una sociologia del diritto tributario dovrŕ infatti tenere conto della graduale perdita di significato degli orizzonti nazionali delle politiche fiscali. Correlativamente, dovrŕ tenere conto del profondo influsso di organismi e relazioni sovranazionali nel quadro di una "democrazia finanziaria" che stabilisca sempre piů stretti contatti tra ruoli e istituzioni dei sistemi giuridici ed economici dei diversi Stati.
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Głusiuk, Anna. "Come doveva comportarsi una donna e quali erano i suoi doveri? Indicazioni suggerite al pubblico femminile in alcune prediche di Gilberto di Tournai." Saeculum Christianum 24 (September 10, 2018): 75–84. http://dx.doi.org/10.21697/sc.2017.24.8.

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Abstract:
The article presents the opinions of the 13th century preacher Gilbert of Tournai about the duties of girls, wives and widows. Gilbert seeing the great lack of women’s education addressed his sermons to them and indicated which behaviors were correct and which they should change or avoid. His sermons show how the women was seen, which was her position and role in the 13th century French society.
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Aruta, Luigi, Ferdinando Ivano Ambra, Alessandro Pontremoli, and Maria Luisa Iavarone. "La danza come esperienza educativa sul genere. Analisi critica della performance - Collective Trip: una questione di gender." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 337–54. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9482.

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Abstract:
Questo lavoro nasce da un dialogo di natura transdisciplinare circa le potenzialità educative della performance di danza in relazione con i gender studies. Il seguente contributo muove da un caso di studio specifico: lo spettacolo Collective Trip: una questione di gender della compagnia salernitana Borderline Danza. Nel solco tracciato dagli studi socio-pedagogici sul genere, coadiuvati dalle teorie embodied e arricchiti dagli studi storiografici di danza, viene presentata la strategia di composizione della performance, elaborata dallo psichiatra, danza-terapeuta e coreografo Claudio Malangone, con la presenza del pubblico all'interno dell'area performativa. L'esperienza ha previsto la somministrazione di due questionari, uno "in entrata" e l'altro "in uscita", circa le opinioni pre e post spettacolo sulle quali questo saggio discute criticamente; i limiti sono individuati soprattutto nello strumento adoperato, seppur nella suggestione dell'impianto di ricerca che evidenzia le potenzialità della performance di danza come esperienza educativa sul genere.
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Malavasi, Massimiliano. "Un salutare "Risaotto al pomidauro" per l'avvelenata Italietta dannunziana." AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica 3, no. 2 (December 31, 2022): 265–307. http://dx.doi.org/10.54103/2724-3346/19522.

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Abstract:
Il saggio fornisce l’edizione del Risaotto al pomidauro, un’anonima raccolta di testi lirici pubblicati sul «Giornale di Roma illustrato» nell’ottobre del 1886. La breve introduzione ricorda ai lettori il contesto di questa pubblicazione satirica che si rivela come una parodia dell’Isaotta Guttadauro, il poema preraffaellita di Gabriele D’Annunzio di imminente pubblicazione e del quale l’autore aveva anticipato alcune parti sui giornali. Scrittori coevi testimoniano che gli autori del Risaotto furono due giornalisti e critici letterari, Edoardo Scarfoglio e Giovanni Alfredo Cesareo: il breve commento che segue il testo del Risaotto, oltre a suggerire la probabile collaborazione di Matilde Serao all’opera, illustra i nessi che legano i contenuti della satira alle opinioni critiche espresse da Scarfoglio e da Cesareo sulla personalità e sui risultati letterari di D’Annunzio.
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Božič, Dana. "Massimo Bontempelli (1878-1960) lettore di Stendhal e il pubblico della società di massa alle soglie della Terza epoca." Acta Neophilologica 54, no. 1-2 (December 7, 2021): 179–96. http://dx.doi.org/10.4312/an.54.1-2.179-196.

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Abstract:
Nella prefazione all’edizione italiana del Rosso e il nero di Stendhal (1913), Massimo Bontempelli (1878-1960), il traduttore del romanzo, presenta alcune sue opinioni relative al necessario rinnovamento culturale e letterario che costituirà poi il suo Novecentismo, difeso nella rivista letteraria “900” (1926-1927). Il presente articolo esplora come Bontempelli, attraverso le osservazioni sulla vita di Stendhal e la tragica esperienza di Julien Sorel, traccia un parallelo implicito con il proprio momento storico, considerando il ruolo dello spirito rivoluzionario delle avanguardie in tale rinnovamento. Tuttavia, implica anche che ciò debba essere controbilanciato dall’idea classica di arte e letteratura, dove la tradizione è vista come un’intima e profonda continuità tra manifestazioni di inaspettata novità. Anche se Bontempelli simpatizzerà in seguito con il Futurismo italiano, è proprio tale equilibrio che rende la sua proposta culturale e letteraria per la “Terza Epoca”, il Novecentismo, unica nel panorama letterario italiano. Questo saggio considera i suoi scritti del 1913 nel contesto della società di massa emergente, e quindi gli aggiustamenti editoriali e linguistici che furono necessari per l’edizione, e li paragona contemporaneamente alle riflessioni bontempelliane fatte sul tema negli anni a seguire.
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Paganoni, Maria Cristina. "Fra consumo e utopia. Il cibo planetario all'Expo 2015." CULTURE DELLA SOSTENIBILITA ', no. 6 (June 2010): 36–50. http://dx.doi.org/10.3280/cds2009-006003.

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Abstract:
Nel 2015 Milano ospiterŕ un'esposizione universale dedicata al rapporto fra cibo, salute e sviluppo sostenibile. Atteso come occasione per rilanciare la cittŕ, l'evento č giŕ da tempo anticipato da una campagna mediatica in costante espansione. Mediante gli strumenti dell'analisi del discorso e dei generi testuali, si sono confrontati documenti promozionali e articoli apparsi sulla stampa nazionale e internazionale inglese e francese per portare alla luce l'intreccio delle molteplici finalitŕ - culturali, sociali e commerciali - della manifestazione. A livello discorsivo si č rilevato che la campagna dell'Expo 2015 adotta un registro ufficiale pedagogico e universalista e ricorre a un'incalzante retorica delle promesse. Seppur velatamente, entrambe le caratteristiche mirano soprattutto alla promozione dell'aspetto commerciale dell'Expo, utilizzando a tal fine tecniche di marketing ben riconoscibili in filigrana e rappresentando il capoluogo lombardo come World City all'incrocio strategico fra locale e globale per ragioni di rebranding. Laddove lo sguardo disincantato della stampa internazionale registra le molte contraddizioni della complessa pianificazione dell'evento, la stampa nazionale riporta un conflitto di opinioni e valori che rende problematica la costruzione del consenso da parte dell'opinione pubblica. L'evidenza testuale rileva quindi serie discrepanze fra le molteplici narrazioni mediatiche. Tale cesura discorsiva e sociale rischia di minare non solo l'immagine dell'Expo come spazio sociale utopico del prossimo futuro, ma soprattutto la realizzazione di interventi significativi di riqualificazione urbana.
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Corasaniti, Giuseppe. "Qual è la 'sorte' delle imposte versate al momento della segregazione ora che cambia il momento impositivo dell'imposta di successione e donazione?" gennaio-febbraio, no. 1 (February 3, 2022): 128–39. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.60.

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Abstract:
TesiLa posizione espressa dall’Agenzia delle Entrate nella bozza di Circolare posta in pubblica consultazione l’11 agosto 2021 lascia aperto il dibattito in relazione a talune tematiche, tra cui vi è quella relativa alle fattispecie di trusts che hanno subito un prelievo fiscale nel momento della segregazione. Sul punto, si ritiene che, se ancora pendente il termine triennale di cui all’art. 42, comma 2 del TUSD, le imposte assolte in “entrata” debbano essere restituite per essere successivamente applicate al momento della devoluzione finale. Al contrario, una volta spirato il termine decadenziale di tre anni, si ritiene che nessuna imposta debba essere applicata “in uscita”, essendo divenuta definitiva l’obbligazione tributaria. The author's viewThe opinion expressed by the Revenue Agency in the draft Circular issued for public consultation on August 11, 2021 leaves the discussion open in relation to some themes, including that relating to the cases of trusts that have been subject to a tax at the time of segregation. On this point, it is believed that, if the three-year period pursuant to art. 42, paragraph 2 of the TUSD is still pending, the taxes paid on “entry” should be returned to be subsequently applied at the time of final devolution. On the other hand, once the three-year term has expired, it is believed that no tax should be applied “on exit”, since the tax obligation has become definitive.
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Caruso, Paolo. "Intervista con Jacques lacan (1966)." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 1 (March 2010): 77–96. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-001006.

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Abstract:
Jacques Lacan, in questa intervista concessa a Paolo Caruso nel novembre 1966 subito dopo la pubblicazione degli Écrits, presenta gli aspetti principali del suo pensiero. Tra le altre cose, Lacan discute i seguenti temi: il senso del "ritorno a Freud", la questione del principio di realtŕ, le ragioni della complessitŕ del suo stile linguistico, l'intersoggettivitŕ, la fenomenologia di Sartre, le sue opinioni su altre scuole psicoanalitiche (Melanie Klein, i neofreudiani, la Psicologia dell'Io nordamericana di Hartmann, Kris e Loewenstein) e su autori come Herbert Marcuse e Norman Brown, il problema del "tempo logico", i rapporti con l'International Psychoanalytic Association (IPA), la linguistica di de Saussure, la concezione di Trieb (pulsione), la filosofia di Husserl, l'etica, ecc. Questa intervista č uscita originariamente a pp. 1-10 del n. 6/1968 di Psicoterapia e Scienze Umane, ed č la prima esposizione relativamente completa delle idee di Lacan pubblicata in Italia.
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Cavalli, Andrea, and Giuseppe Pontoriero. "Emodiafiltrazione e sopravvivenza: cosa abbiamo imparato dai più recenti studi clinici controllati?" Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 1 (August 3, 2013): 72–76. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1009.

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Abstract:
Oggigiorno, è opinione comune che, rispetto all'emodialisi standard (HD), l'emodiafiltrazione on-line (HDF) possa consentire migliori risultati in termini di tolleranza intradialitica, stato nutrizionale, mantenimento della funzione renale residua, responsività all'eritropoietina e controllo della fosforemia. Tuttavia, finora, gli studi controllati non sono stati in grado di dimostrare la superiorità dell'HDF nel ridurre la morbilità e la mortalità. Due recenti studi prospettici, randomizzati e controllati, il “Convective Transport Study” (CONTRAST) e il “Comparison of Post-dilution Online Haemodiafiltration and Haemodialysis” (TURKISH OL-HDF STUDY), hanno confrontato la sopravvivenza e gli eventi cardiovascolari in HDF e in HD. Benché fossero studi ampi e appositamente disegnati per valutare questo importante outcome, non è stato possibile trovare differenze significative tra i due trattamenti (HDF vs HD low-flux nel CONTRAST e HDF vs HD high-flux nel TURKISH STUDY). In analisi post-hoc, entrambi gli studi hanno mostrato come alti volumi convettivi fossero associati a una migliore prognosi, anche se questi risultati devono essere considerati solo “generatori di ipotesi” e necessitano di essere testati in adeguati trial. I risultati derivanti dallo studio spagnolo e francese, non ancora pubblicati, ci aiuteranno a comprendere meglio l'importanza dell'HDF nella pratica clinica quotidiana.
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Tagliavini, D. "Panorama Del Tecnico Di Dialisi." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 9, no. 3 (July 1, 1997): 34–35. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.1997.1800.

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Abstract:
L'A.N.T.E. (Associazione Nazionale Tecnici di Dialisi), ha accettato il nostro invito a collaborare con una propria Rubrica al Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche. Questa iniziativa è per noi molto importante: è indispensabile che i Tecnici abbiano la possibilità di far sentire la propria opinione, vuoi in campo scientifico oppure più semplicemente in campo tecnico, se non addirittura per temi di carattere etico o sindacale. Siamo infatti convinti che ormai la figura del Tecnico di Dialisi debba ritenersi distaccata dalla funzione dell'infermiere professionale, sia perché la professionalità del primo è necessariamente superiore, sia perché le varie problematiche lavorative differiscono in modo evidente. Da anni lavoriamo per l'aggiornamento del Tecnico di Dialisi, obiettivo indispensabile per la tumultuosa evoluzione tecnica della nostra specialità, ma è ormai giunto il momento, come avviene ormai negli stati Uniti, che il Tecnico cominci a partecipare direttamente alla propria evoluzione. Il Direttivo dell'A.N.T.E è conscio di questa priorità e ha compreso che è indispensabile una stretta collaborazione fra Tecnici e Nefrologi. In questo numero oltre la nuova Rubrica, viene pubblicato un lavoro i cui Autori sono un Nefrologo ed un Tecnico di Dialisi: vogliamo auspicarci che sia il primo di tanti. La Rubrica invece è aperta a tutti quelli che hanno da dire qualsiasi cosa di carattere tecnico scientifico, sindacale, che vogliano suggerire miglioramenti ai Corsi di Aggiornamento ed alla stessa Rivista; tutti potranno anche inserirsi scrivendo alla Redazione della Rivista, apportando i loro punti di vista su tutte le questioni che verranno discusse. Sarà pubblicato tutto, salvo ciò che possa risultare necessario di censura. Invitiamo quindi tutti a partecipare attivamente alla vita di questa nuova Rubrica “Panorama del Tecnico di Dialisi” che ci auguriamo possa raggiungere lo scopo di creare una rete di collegamento fra i Tecnici e fra Tecnici e Nefrologi, tenendo presente che la Rivista raggiunge gli organi ministeriali, regionali, delle singole Usl e quindi diventa automaticamente una voce autorevole nel campo della nostra specialità.
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Marongiu Buonaiuti, Fabrizio. "Recognition in Italy of filiation established abroad by surrogate motherhood, between transnational continuity of personal status and public policy = Il riconoscimento in Italia del rapporto di filiazione costituito all’estero tramite maternita’ surrogata, tra continuita’ dello status e ordine pubblico." CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 11, no. 2 (October 1, 2019): 294. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2019.4959.

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Abstract: A recent judgment by the Sezioni Unite of the Italian Corte di cassazione has ruled on a highly sensible and controversial issue, concerning the compatibility with the Italian public policy of a foreign court order, establishing a bond of filiation between a child born by surrogacy and the intended father, materially the same sex spouse of the biological father, despite the absence of any genetical link. The Sezioni Unite declared that such a court order could not be recognized, as incompatible with the Italian public policy. In so deciding, they appeared to have taken a step back as compared to an earlier judgment delivered by the first civil chamber of the same Corte di cassazione in 2016, where a more favourable attitude had prevailed. As compared to the said earlier judgment, the Sezioni Unite, besides distinguishing the circumstances occurring in the two cases, provided a more flexible reading of the public policy exception in private international law, partly overruling the narrower reading provided in the earlier judgment, which had limited its scope to those principles concerning the protection of fundamental rights enshrined in international and European instruments, as well as in the Italian Constitution. In the conclusions it reaches, the judgment by the Sezioni Unite reveals a substantial alignment with the solution envisaged by the European Court of Human Rights in its Advisory Opinion of 10 April 2019, contemplating adoption by the intended, non-biological parent, as the avenue by which the right of the child to his private life with that parent might be enforced.Keywords: Status filiationis, surrogate motherhood, public policy, recognition of personal and family status, Art. 8 ECHR.Riassunto: Una recente sentenza delle Sezioni Unite della Corte di cassazione ha affrontato una questione molto delicata e controversa, costituita dalla riconoscibilità in Italia di un provvedimento giurisdizionale straniero costitutivo di un rapporto di filiazione tra un minore e il padre di intenzione – materialmente il coniuge dello stesso sesso del padre biologico – in assenza di alcun legame genetico. Nell’affermare che un tale provvedimento non può essere riconosciuto in quanto in contrasto con l’ordine pubblico, le Sezioni Unite sono parse compiere un passo indietro rispetto a una precedente pronuncia della I sezione civile della stessa Cassazione del 2016, nella quale aveva prevalso un approccio di maggiore apertura. Rispetto a tale precedente pronuncia, le Sezioni Unite, oltre a sottolineare le differenze tra le fattispecie che si presentavano nei due casi, hanno adottato una definizione maggiormente flessibile del limite dell’ordine pubblico nel diritto internazionale privato, del quale la precedente decisione della sezione semplice aveva dato una lettura eccessivamente restrittiva, limitandone la portata a quei soli principi internazionalmente condivisi in materia di tutela dei diritti fondamentali e a quegli ulteriori principi che trovano affermazione nella Costituzione italiana. Nelle conclusioni raggiunte, la pronuncia delle Sezioni Unite rivela un sostanziale allineamento con la posizione assunta dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nel suo parere consultivo del 10 aprile 2019, facendo riferimento all’adozione del minore da parte del genitore d’intenzione privo di legami biologici, come la via attraverso la quale il diritto del minore alla sua vita privata con tale genitore può ricevere tutela.Parole chiave: rapporto di filiazione, maternità surrogata, ordine pubblico, riconoscimento degli status personali e familiari, Art. 8 CEDU.
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Zilio, Francesca. "Le relazioni fra Roma e Bonn durante il primo governo Brandt fra Ostpolitik e Csce." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (December 2012): 5–34. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-002001.

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Abstract:
Sulla base di fonti primarie italiane e tedesche e di documenti pubblicati, l'articolo analizza le opinioni italiane sulla Ostpolitik e le posizioni di entrambi i paesi sulla progettata Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (Csce), discusse negli incontri bilaterali fra capi di governo e ministri degli Esteri. L'autrice evidenzia le paure italiane causate in particolare dalla velocitŕ dei primi negoziati della Ostpolitik e poi dalla lentezza delle trattative su Berlino che ritardarono l'apertura dei negoziati preliminari sulla Csce. All'inizio Roma temeva che la fretta dei tedeschi di ottenere risultati per la loro questione nazionale, insieme alla pericolosa politica europea di Mosca, portasse ad eccessive concessioni da parte di Bonn che avrebbero potuto danneggiare gli interessi occidentali. In seguito l'Italia si preoccupň che l'attesa per la conclusione degli accordi su Berlino, che era stata posta dall'Ovest come precondizione per la convocazione dei preliminari sulla Csce, potesse causare una perdita del momentum per prendere le redini della distensione e combattere gli obiettivi e la propaganda orientali. Al contrario, Bonn intendeva approfittare dell'impazienza orientale per l'apertura della Csce, in opposizione alla disponibilitŕ occidentale a prendersi il suo tempo, per ottenere migliori risultati nella Ostpolitik e garanzie sulla Csce.
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Beckwith, Karen. "CANDIDATURE FEMMINILI E SISTEMI ELETTORALI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, no. 1 (April 1990): 73–103. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008959.

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Abstract:
IntroduzioneLa debole presenza delle donne nelle assemblee legislative nazionali costituisce un aspetto sorprendente quanto permanente della vita politica delle democrazie occidentali. La presenza femminile in tali istituzioni non si avvicina nemmeno lontanamente alla proporzione delle donne nella popolazione e, inoltre, la percentuale di donne elette é inferiore nettamente a quella delle candidate all'elezione (Rule 1981; Norris 1985; Bagdanor 1984). Nella maggior parte delle assemblee legislative dei paesi occidentali meno del 10% dei membri della prima camera sono donne. Del sorprendente isomorfismo della sotto-rappresentazione delle donne (Darcy, Welch e Clark 1987, cap. 1) nei parlamenti nazionali sono state avanzate diverse spiegazioni: 1) che le donne sono socializzate in modo poco funzionale al tipo di competizione politica richiesto per accedere alle posizioni elettive a livello nazionale; 2) che gli elettori preferiscono le candidature maschili a quelle femminili per tali posizioni; 3) che i leaders partitici sono restii a candidare delle donne in quei seggi o circoscrizioni in cui il partito si aspetta di vincere; 4) che le donne non hanno sufficiente ambizione politica e non si fanno avanti per la candidatura; 5) che le donne non hanno adeguata esperienza politica per questo tipo di cariche; 6) che le donne sono prive di una rilevante esperienza occupazionale per accedere alle cariche pubbliche. Queste spiegazioni fanno riferimento principalmente a comportamenti ed attributi delle donne in quanto candidati potenziali ed a quelli della leadership partitica e degli elettori come elementi potenzialmente discriminatori verso la candidatura delle donne. Un altro gruppo di potenziali elementi esplicativi si concentra invece sul contesto elettorale e la sua capacitá di modellare i comportamenti politici e di creare o meno opportunitá politiche per l'accesso delle donne alle cariche pubbliche elettive. Questi comprendono: 1) la cultura politica rilevante per le opportunitá politiche delle donne, come, per esempio, quanto é recente il suffragio femminile; 2) il tipo di partiti nel sistema partitico; 3) il tipo di sistema partitico; 4) gli equilibri elettorali, reali o presunti tra i partiti politici; 5) il contributo, reale o presunto, dell'elettorato femminile al mantenimento o alla destabilizzazione degli equilibri elettorali; e 6) il tipo di sistema elettorale. Questi fattori condizionano le opinioni degli attori politici (leaders partitici, candidati potenziali e elettori) e pongono dei vincoli alle loro scelte politiche.
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Aprile, I., E. Biasizzo, A. Lavaroni, R. Budai, F. Iaiza, P. P. Janes, and G. Fabris. "Valutazione degli aneurismi cerebrali con Angio-RM." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 5 (October 1996): 541–50. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900505.

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Abstract:
Una delle applicazioni più studiate dell'angiografia a risonanza magnetica è rappresentata dallo studio degli aneurismi cerebrali. In molti casi infatti è possibile ottenere immagini molto vicine a quelle dell'angiografia digitale arteriosa; tuttavia sono spesso presenti inconvenienti tecnici (scarso rapporto segnale/rumore e caduta del segnale di flusso a causa di turbolenze) che penalizzano la tecnica impedendole di imporsi come reale alternativa all'angiografia digitale arteriosa in tutti i casi. É opinione unanime che per minimizzare questi limiti tecnici sia necessario restringere il campo di applicazione alle apparecchiature RM dotate di alto campo magnetico statico e sia necessario adottare la tecnica di acquisizione 3D TOF. In questo lavoro abbiamo voluto presentare i risultati del confronto fra angio-RM e angiografia digitale arteriosa ricavati dalla nostra casistica e quelli relativi a tutti i casi pubblicati finora studiati con apparecchiature ad alto campo e tecnica 3D TOF (496 casi). Nel nostro reparto abbiamo studiato complessivamente 39 aneurismi (di cui 6 giganti) in 30 pazienti confrontando le immagini angio-RM (tecnica 3D TOF, trasferimento della magnetizzazione e Flip Angle variabile) e di angiografia digitale arteriosa. Nel caso degli aneurismi giganti sono state acquisite in più sequenze 2D TOF e 3D TOF post-contrasto (Gd-DTPA). La sovrapponibilità fra angio-RM e angiografia digitale arteriosa è risultata elevata per quanto riguarda l'individuazione della lesione, la sede e, in misura minore, l'orientamento del fondo e la stima dello spasmo associato eventualmente presente; invece la immagini RM sono risultate di minore ausilio diagnostico per la valutazione del colletto e dei rapporti con i vasi adiacenti. I nostri risultati sono sostanzialmente confermati da quelli finora pubblicati in letteratura. L'angiografia a risonanza magnetica, in virtù della sua elevata sensibilità, rappresenta un'importante tecnica di screening per gli aneurismi cerebrali essendo in grado di individuare anche lesioni molto piccole (fino a dimensioni di 2–3 mm). Importanti limiti sono rappresentati tuttora dalla scarsa sovrapponibilità all'angiografia digitale arteriosa nella valutazione del colletto (a causa di caduta del segnale per flusso turbolento) e nella visualizzazione dei vasi adiacenti (per l'impossibilità con angio-RM di ottenere una progressiva opacizzazione dei vasi come invece avviene con angiografia digitale arteriosa). Nonostante questi limiti in molti casi è possibile ottenere un'adeguata visualizzazione dell'aneurisma per cui l'angio-RM diventa un importante ausilio pre-chirurgico in quanto in grado di fornire numerose immagini della lesione su ogni piano dello spazio consentendo di valutare la lesione con la proiezione più idonea (anche assiale). Per quanto riguarda gli aneurismi giganti (la cui valutazione con tecnica TOF è penalizzata dal lento flusso all'interno della sacca) abbiamo riscontrato che il maggior segnale è ottenibile con la sequenza 3D TOF con somministrazione di mezzo di contrasto paramagnetico.
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Salone, Carlo, and Francesco Arfò. "Città e grandi eventi: il programma Matera Capitale Europea della Cultura 2019 nella percezione dei residenti." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 3 (September 2020): 5–29. http://dx.doi.org/10.3280/rgi2020-003001.

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Abstract:
L'adozione di politiche di sviluppo urbano focalizzate sulla cultura, sia dal lato dell'offerta (realizzazione di infrastrutture e sostegno alle industrie culturali e creative) sia da quello della domanda (campagne di promozione turistica, programmazione di eventi) e prassi corrente nel capitalismo cognitivo. Intorno al nesso tra cultura e sviluppo economico si e coagulato un vasto dibattito scientifico che fa da sfondo e giustificazione per l'adozione di politiche pubbliche conseguenti, in particolare, ma non solo, alla scala urbana. In realta, la produzione e il consumo di cultura sono pero spesso associati a fenomeni tra loro molto diversi e non di rado conflittuali. Secondo alcuni autori (Bridge, 2006; Kaasa e Vadi, 2010; Scott, 2000), lo sviluppo del settore culturale contribuisce soprattutto alla crescita economica e al vantaggio competitivo urbano, attraverso la generazione di nuova conoscenza per l'innovazione e la creativita ma, anche, effetti positivi su altre attivita economiche correlate. Altri ne enfatizzano le potenzialita inclusive, adatte alla costruzione dei diritti di cittadinanza e alla promozione di una societa piu giusta e coesa (Stern e Seifert, 2007), altri ancora assumono una posizione intermedia, attribuendo alla cultura sia un vantaggio competitivo che un beneficio per l'inclusione sociale, senza pero riuscire a chiarire appieno il rapporto tra queste due dimensioni dello sviluppo (Sacco e Segre, 2009). In questo articolo si inquadra e analizza il caso di Matera 2019 all'interno del progetto di Capitale Europea della Cultura ed alla luce delle teorie legate allo sviluppo urbano trainato dalla cultura. L'analisi del caso di Matera 2019 si pone l'obiettivo di misurare gli impatti attualmente osservabili nella citta sotto il profilo socio-spaziale e di indagare le modalita con cui i cittadini materani hanno interagito con l'evento, attraverso un'analisi della loro opinione circa il percorso svolto e le possibilita future della citta.
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Papa, Anna. "La complessa realtŕ della Rete tra "creativitŕ" dei fornitori di servizi Internet ed esigenze regolatorie pubbliche: la sottile linea di demarcazione tra provider di servizi "content" e di "hosting attivo"." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (November 2012): 221–53. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002004.

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Abstract:
La Rete Internet si presenta come una realtŕ complessa nell'ambito della quale alla funzione di trasmissione di dati si associano, acquisendo sempre maggiore rilevanza, funzioni legate all'utilizzo diffuso degli strumenti propri della societŕ dell'informazione e della comunicazione. In costante crescita sono anche i soggetti che offrono servizi legati alle funzioni ora citate, in particolare fornitori di connettivitŕ e gestori di applicazioni in grado di consentire la comunicazione e la diffusione in Internet di notizie, opinioni e contenuti. A fronte di una cosě complessa realtŕ, la legislazione nazionale, in linea con la normativa europea, in materia si presenta ancora poco sensibile alle differenziazioni dei ruoli ricoperti dai soggetti operanti in Rete, come fornitori di servizi e come utenti. Essa attribuisce centralitŕ, soprattutto sul piano della responsabilitŕ, all'Internet provider, considerato come il soggetto centrale della fruizione dei servizi Internet, pur nella tripartizione ora prevista dalla normativa nazionale (in ossequio a quella comunitaria) che distingue tra access, caching e hosting. In realtŕ, pur certi dell'importanza dei Service per il funzionamento (e il controllo) della Rete, appare ormai evidente che i fornitori di servizi Internet si presentano come un universo ben piů articolato e dinamico, con prestazioni che vanno a collocarsi nello spazio creato dalla Rete e non semplicemente nella funzione di trasmissione o conservazione dei dati immessi o prodotti. Una prima importante conseguenza č la difficoltŕ di distinguere tra "hosting" e "content" provider. Sono soprattutto questi ad essersi molto evoluti negli ultimi anni. Nel saggio ne vengono forniti tre esempi: siti istituzionali, gestori di piattaforma e curatori di luoghi di discussione. In assenza di una regolamentazione normativa, a livello europeo e nazionale, la giurisprudenza sta cercando di individuare un punto di bilanciamento tra i diversi interessi coinvolti che tenga conto delle caratteristiche e del carattere innovativo della Rete rispetto ad esperienze e contesti preesistenti. Appare tuttavia evidente che l'azione giurisprudenziale da sola non č in grado di stabilizzare e di dare affidabilitŕ ad un comparto che necessita invece di regole, frutto di una riflessione condivisa, idonee a garantire una operativitŕ "regolata", rispettosa dei diritti individuali, della concorrenza ma nel contempo capace di assecondare la profonda innovazione dell'informazione e della comunicazione che la Rete sta realizzando
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