Academic literature on the topic 'E opinione pubblica'

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Journal articles on the topic "E opinione pubblica"

1

Mazzacane, Aldo. "Letteratura, processo e opinione pubblica." Rechtsgeschichte - Legal History 2003, no. 03 (2003): 070–97. http://dx.doi.org/10.12946/rg03/070-097.

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2

Sani, Giacomo, and Paolo Segatti. "PROGRAMMI, MEDIA E OPINIONE PUBBLICA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no. 3 (December 1996): 459–82. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024485.

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Abstract:
Dall'inaugurazione del governo Berlusconi (maggio 1994) al giuramento della compagine guidata da Prodi intercorrono solo ventiquattro mesi. Ma sono due anni caratterizzati da una densa e convulsa vicenda politica nel corso della quale si verificano tutta una serie di episodi di rilievo. Tra i più salienti spiccano: la rottura dell'alleanza di centro-destra nata alla vigilia del 27 marzo 1994 (il cosiddetto «ribaltone»); il ricorso ad un governo «tecnico» che doveva costituire una soluzione provvisoria ma finisce col durare più del previsto; la nuova spaccatura che si produce nella maggior formazione di centro (il Ppi) nella primavera del 1995 e che porta alla nascita del Cdu e fa quindi salire a tre gli eredi della vecchia Dc; una ulteriore modifica delle regole del gioco con l'adozione di un nuovo sistema per le elezioni dei consigli regionali; e, infine, lo svolgimento di ben tre consultazioni elettorali a carattere nazionale (le elezioni per il Parlamento europeo 1994, le elezioni regionali ed amministrative dell'aprile 1995, la tornata referendaria del giugno dello stesso anno).Gli avvenimenti del biennio segnalano le evidenti difficoltà di un processo di transizione per il quale non si riesce a trovare una via di uscita. Dopo la fase di destrutturazione del periodo 1992-1993, con le elezioni del 1994 il sistema dei partiti pareva avviato ad assumere una configurazione di tipo (quasi) bipolare, accompagnata da una significativa riduzione del grado di frammentazione. Ma la dinamica della vita politica nei mesi successivi alla formazione del governo Berlusconi smentiva entrambe le ipotesi. Essa dimostrava, in primo luogo, che la doppia e anomala alleanza risultata vincente il 27 marzo era solo un precario cartello elettorale destinato a dissolversi nel breve periodo. In secondo luogo, risultava evidente che nonostante la prevalenza della quota maggioritaria e la clausola di sbarramento, il nuovo meccanismo elettorale non era riuscito ad incidere in maniera significativa sul numero delle formazioni politiche presenti nell'arena parlamentare e nel paese. Infine, che si trattasse di un bi-polarismo assai imperfetto risultava chiaro dal fatto che, caduto il governo di centro-destra per la defezione della Lega, risultava impraticabile la formazione di una maggioranza alternativa. In sostanza, le nuove regole e gli assetti usciti dalla consultazione e dai successivi rimescolamenti degli schieramenti e dell'offerta elettorale non avevano prodotto né un governo destinato a durare, né una opposizione pienamente in grado di sostituirlo.
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3

Mattei, Franco. "OPINIONE PUBBLICA E COMPETIZIONE PRESIDENZIALE NEGLI STATI UNITI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, no. 1 (April 1990): 105–45. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008960.

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Abstract:
IntroduzioneNel corso degli ultimi vent'anni, il processo di selezione dei candidati alla presidenza americana ha prodotto frequenti sorprese politiche ed alcuni vincitori inattesi. Il rapido declino di Muskie e la nomina di McGovern nel 1972, la scelta di Jimmy«Who?»Carter nel 1976, i successi di piò breve periodo di Bush e di Anderson nel 1980, la meteorica ascesa di Hart e le impreviste difficoltá di Mondale nel 1984 sono i casi piò noti offerti dalle recenti campagne elettorali pre-congressuali del partito democratico e repubblicano. L'analisi dei modi e dei tempi con i quali diversi candidati alla Casa Bianca hanno visto mutare radicalmente la propria posizione nella competizione intrapartitica é centrata sulla nozione dimomentum; in essa sono state condensate l'instabilitá e l'incertezza ricorrenti nell'attuale sistema di nomina dei candidati alla presidenza.
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Landi (book author), Sandro, and Jean Balsamo (review author). "Stampa, censura e opinione pubblica in età moderna." Renaissance and Reformation 35, no. 3 (March 11, 2013): 137–39. http://dx.doi.org/10.33137/rr.v35i3.19534.

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5

Sutcliffe, Marcella. "Italofilia: Opinione Pubblica Britannica e Risorgimento Italiano 1847–1864." Journal of Modern Italian Studies 20, no. 5 (October 20, 2015): 745–47. http://dx.doi.org/10.1080/1354571x.2015.1096531.

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6

Pia Casalena, Maria. "Italofilia. Opinione pubblica britannica e Risorgimento italiano 1847–1864." European Review of History: Revue européenne d'histoire 22, no. 6 (November 2, 2015): 993–95. http://dx.doi.org/10.1080/13507486.2015.1074412.

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7

Ciglioni, Laura. "Le guerre italiane nei rotocalchi degli anni Settanta." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (April 2010): 121–64. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-001005.

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Abstract:
Il saggio ricostruisce le immagini delle guerre combattute dall'Italia nel XX secolo, e in particolare quelle della prima e della seconda guerra mondiale, diffuse presso l'opinione pubblica italiana negli anni Sessanta, attraverso l'analisi di otto rotocalchi di ampia diffusione e di differente orientamento: Famiglia cristiana, L'Europeo, Oggi, Tempo, Epoca, Vie nuove, L'Espresso e Gente. Analizzando tanto la natura di prodotto dell'industria dell'intrattenimento che di giornale di opinione, propria del rotocalco, l'autrice ne ricostruisce i diversi livelli di fruizione e individua in particolare tre processi che operavano nella struttura dei settimanali illustrati: mitizzazione, ideologizzazione e affabulazione. Accanto ad un sentimento di estraneitŕ verso le guerre nazionali che emerge quale mito comune a tutti i rotocalchi, l'autrice individua come dato dominante l'esistenza di memorie contrapposte e polemiche del passato nazionale (in particolare della Resistenza) presso l'opinione pubblica italiana del tempo. Il saggio analizza, infine, gli elementi di continuitŕ e di frattura di alcune di queste memorie nel tempo e il loro rapporto con il discorso politico pubblico proposto dalle forze politiche protagoniste del centrosinistra.
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Borraccetti, Vittorio. "Magistratura penale e opinione pubblica. Ricognizione di alcune questioni aperte." DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 3 (May 2012): 54–62. http://dx.doi.org/10.3280/ded2011-003005.

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9

Bellucci, Paolo, and Pierangelo Isernia. "OPINIONE PUBBLICA E POLITICA ESTERA IN ITALIA: IL CASO DELLA BOSNIA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no. 3 (December 1999): 441–80. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200028914.

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Abstract:
IntroduzioneLa guerra contro la Repubblica Federale di Jugoslavia ha evidenziato i problemi della politica estera italiana degli anni '90. Con non più del 40% dell'opinione pubblica stabilmente a favore dei raid aerei contro la Serbia ed il Kosovo, una veemente opposizione del Vaticano e del Papa in prima persona ed una maggioranza di governo divisa al suo interno tra negoziatori ad oltranza ed auspici di una immediataescalationterrestre, si riproponeva, con maggiore evidenza del passato, il ridotto margine di autonomia dell'esecutivo nel settore della politica di sicurezza. A poco meno di due anni dalla crisi albanese, la leadership politica italiana si è trovata così ad affrontare l'ennesima prova di politica estera, per giunta sul terreno delle armi, un terreno sul quale nell'ultimo quarantennio repubblicano raramente un governo si era avventurato. Rispetto all'ambiente tut to sommato «placido» nel quale la politica estera italiana ha operato nel secondo dopoguerra, gli anni '90, con un ininterrotto susseguirsi di crisi (dal Golfo alla Somalia, dall'Albania alla Bosnia, per finire con il Kosovo) hanno prodotto un maggior numero di sfide, in aree molto più vicine e rilevanti per gli interessi nazionali italiani e in un quadro di minore possibilità di far ricorso al proprio tradizionale alleato, gli Stati Uniti, per risolvere i propri fondamentali problemi di sicurezza. Da qui la necessità di costruire un consenso nazionale intorno alle scelte del governo e, di conseguenza, il crescente interesse per il ruolo che l'opinione pubblica assume nella politica estera italiana. Il Kosovo tuttavia non è il primo caso in cui l'opinione pubblica entra nei calcoli dei decisori nazionali. In questo saggio intendiamo esplorare questo ruolo in un'altra recente crisi che ha visto coinvolta l'Italia, quella relativa al dissolvimento della ex-Jugoslavia, con particolare riferimento alla crisi in Bosnia-Herzegovina. Come diremo nelle conclusioni, da questa esperienza è possibile trarre alcune considerazioni che sembrano dimostrarsi valide anche nel caso del Kosovo.
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Curti, Sabina. "Editoriale. Il dibattito sul carcere tra scienze sociali e opinione pubblica." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (January 2019): 7–11. http://dx.doi.org/10.3280/siss2018-002001.

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Dissertations / Theses on the topic "E opinione pubblica"

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BIANCHI, BRENNO. "L¿OPINIONE PUBBLICA ¿DEL¿ GRANDUCAFORMAZIONE, MANIPOLAZIONE E EDUCAZIONE DEL PUBBLICO NEL RIFORMISMO ILLUMINATO LEOPOLDINO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/713471.

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Abstract:
This work examines how printing and censorship were used during the reign of Grand Duke Peter Leopold in Tuscany as a tool to "educate" (i.e. manipulate) the Public Opinion towards the acceptance of government's reformist policies. The work to achieve this goal uses archival materials frome the Florence State Archive and the Moreniana Library and a close examination of the Tuscan monographic publications of the period 1765-1790, plus the legal articles published in the Giornale de 'Letterati of Pisa.
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Bertolini, Frida. "Il ruolo e la funzione del falso nella storia della shoah : storici, affaires e opinione pubblica." Thesis, Paris 10, 2013. http://www.theses.fr/2013PA100008/document.

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Abstract:
Celui du faux est un problème auquel les spécialistes de chaque période historique ont dû se confronter, mais qui a subi une accélération et une exaspération avec l’histoire du temps présent, aussi à cause de la présence simultanée des protagonistes qui ont rendu plus complexe une scène historique et commémorative profondément marquée par le rapport entre historiens et témoins, et par la particulière articulation de la mémoire publique et de la mémoire privée. L’événement qui a souffert avec le plus d’acuité du problème du faux à l’époque contemporaine est certainement le génocide des Juifs commis par les nazis pendant la Seconde Guerre Mondiale, car c’est justement au cœur de l’entreprise génocidaire qui a eu lieu la plus grande falsification qui a alimenté tout discours révisionniste ultérieur. La négation de l’extermination, avec le tentative des nazis de dissimuler et détruire les preuves de leur culpabilité, est en effet consubstantiel au déroulement des faits, œuvrant ainsi sur deux niveaux: à l’origine, sur la suppression systématique des traces et des témoins éventuels; plus tard, sur les différentes étapes de l’opération historiographique. Le sophisme négationniste par lequel la réalité meurtrière des chambres à gaz ne peut être prouvée que par ceux qui les ont vus en fonction de leurs propres yeux, c’est à dire par ceux qui y ont perdu la vie, remet en question non seulement la réalité historique de l’événement mais aussi, par conséquent, la mémoire des survivants qui, avec la falsification de leur expérience, sont obligés de faire face depuis l’époque de la persécution nazie. L’historien est devenu donc le protagoniste d’une contemporanéité dans laquelle histoire et mémoire ont fini par se retrouver souvent inextricablement liées
The problem of false is a problem that specialists of different historical period had to confront, but it has been accelerated and exasperated with the history of the present time, also because of the simultaneous presence of the protagonists who made more complex the historic and commemorative scene deeply influenced by the relationship between historians and witnesses, and the specific articulation of public memory and private memory. The event, which has most deeply suffered the problem of false in the modern era is certainly the Jewish genocide perpetrated by the Nazis during World War II, because it is precisely at the heart of genocide that the greatest falsification, that has fueled all subsequent revisionist discourse, began. The denial of the extermination, the Nazis attempt to conceal and destroy evidence of their guilt is indeed consubstantial with the sequence of events and works on two levels: during the Holocaust, by the systematic removal of traces and potential witnesses, and later on the different stages of the historiographical operation. Revisionist sophistry by which the murderous reality of the gas chambers can be proven only by those who saw it with their own eyes, for example by those who have lost their lives, questions not only the historical reality of the event but also, therefore, the memory of the survivors, who with the falsification of their experience, are forced to face since the days of Nazi persecution. The historian thus became the protagonist of a contemporaneity in which history and memory have ended up often inextricably linked
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Bertolini, Frida <1974&gt. "Il ruolo e la funzione del falso nella storia della Shoah. Storici, affaires e opinione pubblica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5144/1/Bertolini_Frida_tesi.pdf.

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Abstract:
Quello del falso è un problema con cui si sono dovuti confrontare gli specialisti di ogni epoca storica, ma che ha subito un’accelerazione e un’esasperazione con la storia del tempo presente, anche per via della simultanea presenza dei protagonisti che hanno reso più complessa una scena storica e memoriale segnata profondamente dal rapporto tra storici e testimoni e dall’articolazione della memoria pubblica e di quella privata. L’evento che più acutamente ha risentito del problema del falso in età contemporanea è certamente il genocidio degli ebrei compiuto dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale perché è proprio al cuore dell’impresa genocidiaria che è avvenuta la grande falsificazione che ha alimentato qualsiasi successivo discorso revisionista. L’emersione del testimone sulla scena pubblica ha posto pertanto in modo acuto il problema dello statuto della testimonianza rendendo l’analisi del funzionamento della memoria indispensabile per comprendere quanto un testimone sia molto più utile per la descrizione, non tanto del fatto in sé, ma del modo in cui l’evento è stato socialmente codificato, registrato e trasmesso. Il legame tra i casi esaminati, pur nella loro estrema eterogeneità, spaziando da false autobiografie, come quella di Binjamin Wilkomirski, a testi controversi, come quello di Jean-François Steiner, o da racconti contestati, come quelli di Deli Strummer e Herman Rosenblat, a narrazioni che nel tempo hanno subito importanti variazioni, come nel caso Aubrac e nelle vicende del libro di Alcide Cervi, sarà stabilito grazie alla centralità giocata, in ognuno di essi, dalla forma testimoniale e dall’altrettanto fondamentale argomentazione in termini di affaire. Il problema del falso è stato perciò indagato all’interno delle ragioni storiche e culturali che hanno determinato la formazione discorsiva che ha per soggetto il testimone e la testimonianza come più autentico punto di vista sugli eventi del passato con le relative conseguenze sul piano storico e pubblico.
The problem of false, with which specialists of every historical periodare confronted, is an old problem, but it has been accelerated and exasperated with the history of the present time, also because of the simultaneous presence of the actors who have made more complex a historical and memorial scene profoundly marked by the relationship between historians and witnesses, and the articulation of public memory and the private. The event that most acutely suffered from the problem of false in the contemporary age is certainly the genocide of Jews committed by the Nazis during World War II because it was right in the heart of the genocide which occurred the great forgery that has fueled any subsequent speech revisionist. The emergence of the witness on the public scene has put so acutely the question of the status of the witness making the analysis of the functioning of memory essential for the understanding of how a witness is much more useful for the description, not the fact itself, but the way in which the event was socially coded, recorded and transmitted. The link between the cases examined, despite their great diversity, ranging from false autobiographies, such as Binjamin Wilkomirski, a controversial texts, such as Jean-François Steiner, stories or claims, such as those of Deli Strummer and Herman Rosenblat, narratives that have undergone major changes over time, such as Aubrac and events of the book of Alcide Cervi will be established thanks to the centrality played, in each of them, by the shape of witnessesing and the equally fundamental argument of the affair.
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Bertolini, Frida <1974&gt. "Il ruolo e la funzione del falso nella storia della Shoah. Storici, affaires e opinione pubblica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5144/.

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Abstract:
Quello del falso è un problema con cui si sono dovuti confrontare gli specialisti di ogni epoca storica, ma che ha subito un’accelerazione e un’esasperazione con la storia del tempo presente, anche per via della simultanea presenza dei protagonisti che hanno reso più complessa una scena storica e memoriale segnata profondamente dal rapporto tra storici e testimoni e dall’articolazione della memoria pubblica e di quella privata. L’evento che più acutamente ha risentito del problema del falso in età contemporanea è certamente il genocidio degli ebrei compiuto dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale perché è proprio al cuore dell’impresa genocidiaria che è avvenuta la grande falsificazione che ha alimentato qualsiasi successivo discorso revisionista. L’emersione del testimone sulla scena pubblica ha posto pertanto in modo acuto il problema dello statuto della testimonianza rendendo l’analisi del funzionamento della memoria indispensabile per comprendere quanto un testimone sia molto più utile per la descrizione, non tanto del fatto in sé, ma del modo in cui l’evento è stato socialmente codificato, registrato e trasmesso. Il legame tra i casi esaminati, pur nella loro estrema eterogeneità, spaziando da false autobiografie, come quella di Binjamin Wilkomirski, a testi controversi, come quello di Jean-François Steiner, o da racconti contestati, come quelli di Deli Strummer e Herman Rosenblat, a narrazioni che nel tempo hanno subito importanti variazioni, come nel caso Aubrac e nelle vicende del libro di Alcide Cervi, sarà stabilito grazie alla centralità giocata, in ognuno di essi, dalla forma testimoniale e dall’altrettanto fondamentale argomentazione in termini di affaire. Il problema del falso è stato perciò indagato all’interno delle ragioni storiche e culturali che hanno determinato la formazione discorsiva che ha per soggetto il testimone e la testimonianza come più autentico punto di vista sugli eventi del passato con le relative conseguenze sul piano storico e pubblico.
The problem of false, with which specialists of every historical periodare confronted, is an old problem, but it has been accelerated and exasperated with the history of the present time, also because of the simultaneous presence of the actors who have made more complex a historical and memorial scene profoundly marked by the relationship between historians and witnesses, and the articulation of public memory and the private. The event that most acutely suffered from the problem of false in the contemporary age is certainly the genocide of Jews committed by the Nazis during World War II because it was right in the heart of the genocide which occurred the great forgery that has fueled any subsequent speech revisionist. The emergence of the witness on the public scene has put so acutely the question of the status of the witness making the analysis of the functioning of memory essential for the understanding of how a witness is much more useful for the description, not the fact itself, but the way in which the event was socially coded, recorded and transmitted. The link between the cases examined, despite their great diversity, ranging from false autobiographies, such as Binjamin Wilkomirski, a controversial texts, such as Jean-François Steiner, stories or claims, such as those of Deli Strummer and Herman Rosenblat, narratives that have undergone major changes over time, such as Aubrac and events of the book of Alcide Cervi will be established thanks to the centrality played, in each of them, by the shape of witnessesing and the equally fundamental argument of the affair.
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BERTINO, LUCA. "Comunicazione erudita e opinione pubblica europea nella prima metà del Settecento. La Bibliothèque Raisonnée des Ouvrages des Savants de l’Europe (1728-1753)." Doctoral thesis, Università del Piemonte Orientale, 2014. http://hdl.handle.net/11579/46183.

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Sgambati, V. "LA QUESTIONE MERIDIONALE PRIMA DELLA 'QUESTIONE MERIDIONALE' (1860-1865)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/282224.

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ANNI, ROLANDO. "Il centro e la periferia: Brescia e la sua provincia nelle carte del CLN Aprile 1945 luglio 1946." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/385.

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Abstract:
La tesi riguarda le vicende del CLN bresciano dal 1945 al 1946 e la situazione politica e sociale di Brescia e della sua provincia, caratterizzata da gravi problemi e da una prassi democratica caratterizzata da contrasti.
The thesis is about the occurrences in the National liberation Committee of Brescia from 1945 to 1946 and the situation of Brescia and its province, that suffered, at the beginning of its democratic age, serious economic and social problems.
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ANNI, ROLANDO. "Il centro e la periferia: Brescia e la sua provincia nelle carte del CLN Aprile 1945 luglio 1946." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/385.

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Abstract:
La tesi riguarda le vicende del CLN bresciano dal 1945 al 1946 e la situazione politica e sociale di Brescia e della sua provincia, caratterizzata da gravi problemi e da una prassi democratica caratterizzata da contrasti.
The thesis is about the occurrences in the National liberation Committee of Brescia from 1945 to 1946 and the situation of Brescia and its province, that suffered, at the beginning of its democratic age, serious economic and social problems.
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Speranzini, Luna. "L'immagine della donna russa contemporanea attraverso le pagine della rivista femminile "Liza"." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14223/.

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Abstract:
Questa tesi è dedicata allo studio dell’immagine della donna russa contemporanea da un punto di vista, si potrebbe dire, insolito, ovvero quello delle riviste patinate, in particolar modo della rivista femminile “Liza”. La parte centrale di questo lavoro riguarda infatti la traduzione dal russo all’italiano di un articolo scientifico di due ricercatrici dell’Università statale di Ul’janovsk, T.A. Rassadina e A.A. Ageeva, pubblicato nel 2012 sulla rivista “Izvestija vysšich učebnych zavedenij. Povolžskij region”. Nell’articolo viene fatto un confronto con l’immagine della donna russa creta nelle pagine della rivista patinata “Liza” nel 2000 e successivamente nel 2005-2007 con i risultati delle indagini sociologiche condotte dai centri VTsIOM, Levada Center e FOM nell’anno successivo a quello preso in considerazione dall’analisi dei numeri della rivista patinata. Emerge un’immagine chiara di come è cambiata l’immagine della donna russa proposta da questa rivista e qual è la posizione e quali sono le aspettative dell’opinione pubblica a riguardo. Il primo capitolo è dedicato ad un approfondimento del fenomeno della rivista patinata, in particolar modo di quella femminile, di cui vengono analizzati struttura, contenuti e funzioni sulla base di studi condotti da ricercatori russi. Nel terzo capitolo sono invece brevemente descritti il contenuto e le caratteristiche che presenta oggi la rivista “Liza” e si cerca di tratteggiare in linee generali quella che è l’immagine della donna russa che emerge nelle pagine della rivista nel 2017.
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10

KIM, Wi Seon. "Il Commentario della vita di Giannozzo Manetti di Vespasiano da Bisticci (con un’edizione critica e commentata del testo)." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2015. http://hdl.handle.net/11392/2389023.

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Abstract:
This work consists in a critical edition and a historical and cultural analysis of the Commentario della vita di Giannozzo Manetti (henceforth Commentario), a work written by Vespasiano da Bisticci (1422-1498). We propose a rereading of it, ascribing the Commentario to an environment of opposition to the Medici’s regime, and we suppose a date of composition in the afterwards of the Pazzi conspiracy. The Commentario has already been published twice: a first time by Pietro Fanfani in 1862 and a second time by Aulo Greco in 1976. However, both publications are somewhat imprecise from the philological point of view, and limited insofar as they are only based on one version of the Commentario: in reality there are six witnesses with numerous authorial variants, the analysis of which enriches the interpretation of the work. In our dissertation, we highlight that the Commentario is not a mere literary exercise by the author but conveys in fact contents of protest towards the gradual establishment of a Medici lordship in Florence, in contrast to what has hitherto been assumed. Such contents are however cautiously expressed by the author through recourse to Giannozzo Manetti’s biography. Manetti was indeed an important character of Fifteenth Century Florentine public life who showed his reluctance to submit to the centralization of state power in Cosimo the Elder’s hands.
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Books on the topic "E opinione pubblica"

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Guatelli, Fulvio, ed. Scienza e opinione pubblica. Firenze: Firenze University Press, 2005. http://dx.doi.org/10.36253/8884532663.

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Abstract:
Let's try to imagine a world where scientific illiteracy is the exception rather than the rule. A world, that is, where the vast majority of people are informed and aware of the major scientific debates in progress, and capable of reflecting on them in an independent and critical manner. A world in which each person would have the resources at their disposal to elaborate a considered opinion on the techniques of cloning, genetically modified organisms, the new anti-cancer therapies or even about the origins of life on Earth or the final destination of the universe. If this world were possible, what would it be like? Scepticism about the feasibility of such a scenario is justified; however, at the same time it is equally undeniable that in the course of the twentieth century there have been such profound transformations in the relations between science and public opinion as to make the question legitimate and deserving of an answer.
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2

Giulio, Alfano, ed. Demodossalogia ed opinione pubblica. [S.l.]: Società italiana di demodossalogia, 1998.

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3

Maniscalco, Maria Luisa. Opinione pubblica, sicurezza e difesa europea. Soveria Mannelli (Catanzaro): Rubbettino, 2004.

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4

Belluati, Marinella, and Paolo Caraffini. L'Unione Europea tra istituzioni e opinione pubblica. Roma: Carocci editore, 2015.

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5

Giovanni, Dessì, ed. L'altro potere: Opinione pubblica e democrazia in America. Roma: Donzelli, 2008.

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6

L'Europa in Italia: Élite, opinione pubblica e decisioni. Bologna: Il mulino, 2005.

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7

Goffredo, Donato. Opinione pubblica e potere: Metodi della propaganda politica. Roma: Serarcangeli, 1990.

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8

Scienza e opinione pubblica: Una relazione da ridefinire. Firenze: Firenze University Press, 2005.

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9

Landi, Sandro. Stampa, censura e opinione pubblica in età moderna. Bologna: Il mulino, 2011.

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10

Cavallari, Giovanna. L'altro potere: Opinione pubblica e democrazia in America. Roma: Donzelli, 2008.

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