Dissertations / Theses on the topic 'Donne arabe'

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1

Chafoui, Imane. "La terrazza proibita. Vita e resistenza delle donne arabe nell'harem." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Analizzando l’autobiografia "La terrazza proibita. Vita nell’harem" di Fatema Mernissi, tratterò innanzitutto dell’harem, l’istituzione più evidente della reclusione femminile e dell’impossibilità delle donne di accedere agli spazi pubblici e partecipare attivamente alla politica del proprio paese, come spazio di lotta e resistenza quotidiana da parte delle donne. In seguito parlerò delle due forze a cui l’islam e le istituzioni devono rendere conto: la tradizione su cui si basano tutte le leggi morali e comportamentali musulmane, e l’avvento della modernità, rappresentato dall’Occidente e percepito dalla società musulmana più conservatrice come una minaccia. Analizzerò, poi, gli spazi riservati alle donne, come gli hammàm, dove si creano occasioni per mostrare la propria solidarietà, parlare di desideri profondi, trovare conforto alle ingiustizie e alla reclusione e sognare un futuro migliore. Infine, tratterò dell’harem e come è stato interpretato e rappresentato in Occidente e come questa percezione costituisca un problema notevole nella costruzione dei rapporti tra Oriente e Occidente e come il motivo della maggior parte dei conflitti, concreti ed ideologici, tra questi due patriarcati sia stato e rimane il controllo delle donne e dei loro corpi. L’analisi del romanzo vuole contribuire a un femminismo intersezionale e inclusivo che accolga anche una visione teologica, non solo laica, in modo tale da permettere alle donne stesse con le loro necessità, desideri e valori di crearsi uno spazio tutto loro, senza l’intromissione né dell’uomo arabo né di quello occidentale, e attraverso una riflessione personale e una reinterpretazione dell’islam per rivendicare il diritto di autodeterminarsi.
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2

MUSSI, ALESSANDRA. "Non solo vulnerabili. Una rilettura pedagogica della genitorialità migrante a partire dalle voci di donne arabo-musulmane a Milano." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/262895.

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Abstract:
La tesi indaga, in prospettiva pedagogica, le dimensioni esperienziali e di senso connesse alla genitorialità in donne migranti arabo-musulmane in Italia, a partire dall’osservazione di alcuni gruppi di donne all’interno di luoghi di incontro e scambio e dalla raccolta di storie di vita di madri di origini marocchine o egiziane residenti a Milano. L’obiettivo è quello di esplorare le loro esperienze in quanto donne-madri migranti e le loro rappresentazioni su genitorialità ed educazione. L’aumento di stabilizzazioni di progetti migratori nelle comunità di origini arabe e, di conseguenza, il crescente numero di presenze di donne con bambini nei contesti educativi italiani (Giacomello, Mastropietro, Serusi, & Lobello, 2018a, 2018b; Simina Duma et al., 2018a), insieme alla diffusione di pregiudizi, sentimenti islamofobici ed episodi discriminatori soprattutto nei confronti delle donne arabo-musulmane (Dessi, 2016; Liepyte & McAloney-Kocaman, 2015; Lunaria, 2019; Perry, 2014), mostrano come sia particolarmente urgente esplorare da un punto di vista pedagogico la dimensione della genitorialità in connessione con l’esperienza della migrazione in questi gruppi di donne. Da un punto di vista teorico, la tesi si colloca nell’ambito degli studi pedagogici recenti sul costrutto della genitorialità migrante (E. Balsamo, Favaro, Giacalone, Pavesi, & Samaniego, 2002; Favaro & Colombo, 1993; Iavarone, Marone, & Sabatano, 2015; Portera, 2004; Silva, 2006, 2008; Webb, 2001). Si pone, inoltre, in continuità con le ricerche che, in campo pedagogico, hanno analizzato le migrazioni attraverso il prisma del genere (Cambi, Ulivieri, & Campani, 2003a; Campani, 2000; Donato, Gabaccia, Holdway, Manalansan, & Pessar, 2006; Favaro & Tognetti Bordogna, 1991; Morokvasic, 1984b; Pessar, 1984; Ulivieri, 2017; Vianello, 2013, 2014). Infine, sviluppa alcune indicazioni di metodo emergenti dalla tradizione di ricerche sull’educazione familiare, in particolare sul sostegno alla genitorialità (Catarsi, 2006; Dusi, 2007; Formenti, 2000, 2008; Gopnik, 2017; Milani, 2001, 2009, 2018, Sità, 2005, 2007). Alla luce di questi riferimenti, la ricerca sul campo si è posta gli obiettivi di: indagare le dimensioni esperienziali e di senso connesse alla genitorialità nelle donne-madri protagoniste della ricerca; approfondirne la dimensione formativa individuando nelle loro storie fattori di rischio e risorse; dedurre criteri orientativi per rileggere il costrutto della genitorialità e del sostegno alla genitorialità e per sviluppare approcci metodologici di avvicinamento all’alterità. Metodologicamente, la ricerca si rifà alla tradizione di ricerca qualitativa in educazione (Bove, 2009c; Cardano, 2003; Caronia, 1997, 2011; Denzin & Lincoln, 2005; Lumbelli, 1980, 1995; Mantovani, 1998b; Mortari & Ghirotto, 2019). Si colloca, in particolare, sulla scia delle recenti ricerche empiriche in educazione che hanno adottato metodologie etnografiche (Bove, 2009b, 2019; Caronia, 2018; Caronia & Vassallo, 2015; Gobbo, 2004b, 2011; Leoncini, 2011; Sclavi, 1989; Tobin, 2016; Tobin, Wu, & Davidson, 2000; Tobin, Hsueh, & Karasawa, 2011) insieme a quelle che hanno approfondito la dimensione narrativo-biografica (Cambi, 2002; D’Ignazi, 2008, 2016, Demetrio, 1996, 2004; Ferrarotti, 1981; Formenti, 2006; Mantovani, 1998a; Merrill & West, 2012). L’analisi dei dati evidenzia alcuni temi emergenti rilevanti, tra cui: questioni di genere tra paese di origine e migrazione; essere madre tra significati culturali, migrazione e trasmissione culturale; la rete di sostegno sociale; il rapporto con le istituzioni educative; le identità culturali, religiose, multiple. La discussione pedagogica dei dati suggerisce, nel campo del sostegno alla genitorialità, l’adozione di un approccio che valorizzi le risorse e le competenze e l’utilizzo di metodi e dispositivi che si ispirino all’etnografia.
The dissertation investigates Arab-Muslim migrant women’s experiences and meanings of parenting in Italy, from a pedagogical perspective. The study originates from observations of a selection of places of encounter and exchange between women, as well as the collection of life stories of mothers of Moroccan or Egyptian origin living in Milan. The aim is to explore their experiences as migrant women-mothers and their representations of parenting and education. The increase in stabilization of migration projects in communities of Arab origin, and the resulting increasing number of women with children in Italian educational contexts (Giacomello et al., 2018a, 2018b; Simina Duma et al., 2018a), together with the spread of prejudices, Islamophobic feelings and discriminatory episodes, especially against Arab-Muslim women (Dessi, 2016; Liepyte & McAloney-Kocaman, 2015; Lunaria, 2019; Perry, 2014), show the urgency to examine parenting in connection with the experience of migration for these groups of women from a pedagogical perspective. From a theoretical point of view, the dissertation is seen in the context of contemporary educational studies on the construction of migrant parenthood (E. Balsamo et al., 2002; Favaro & Colombo, 1993; Iavarone et al., 2015; Portera, 2004; Silva, 2006, 2008; Webb, 2001). It also expands on previous educational research analyzing migration through the gender prism (Cambi et al., 2003a; Campani, 2000; Donato et al., 2006; Favaro & Tognetti Bordogna, 1991; Morokvasic, 1984b; Pessar, 1984; Ulivieri, 2017; Vianello, 2013, 2014). Finally, it develops some indications of method emerging from the tradition of research in family education, specifically concerning parenting support (Catarsi, 2006; Dusi, 2007; Formenti, 2000, 2008; Gopnik, 2017; Milani, 2001, 2009, 2018, Sità, 2005, 2007). In light of these references, field research aimed to: investigate the experiences and meanings of parenting for the women-mothers involved in the research; delve into its formative dimension by determining risk factors and resources in their stories; deduce guiding criteria to re-interpret the construct of parenting and parenting support programs and to develop methodological strategies to approach otherness. Methodologically, the study is based on the tradition of qualitative research in education (Bove, 2009c; Cardano, 2003; Caronia, 1997, 2011; Denzin & Lincoln, 2005; Lumbelli, 1980, 1995; Mantovani, 1998b; Mortari & Ghirotto, 2019). In particular, it positions itself in the wake of recent empirical research in education, adopting ethnographic methodologies (Bove, 2009c, 2019; Caronia, 2018; Caronia & Vassallo, 2015; Gobbo, 2004b, 2011; Leoncini, 2011; Sclavi, 1989; Tobin, 2016; Tobin et al., 2000, 2011), along with others exploring the narrative-biographical dimension (Cambi, 2002; D’Ignazi, 2008, 2016, Demetrio, 1996, 2004; Ferrarotti, 1981; Formenti, 2006; Mantovani, 1998a; Merrill & West, 2012). This research highlights some relevant emerging topics, such as: gender issues between the country of origin and migration; being a mother amongst cultural meanings, migration and cultural transmission; the social support network; the relationship with educational institutions; cultural, religious, and multiple identities. In the area of parenting support, the pedagogical discussion of research findings suggests the adoption of a resources and skills-based approach and the use of methods, and tools derived from ethnography.
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Carrozzo, Silvia <1996&gt. "Combattere la violenza contro le donne: il caso del Marocco." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17700.

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Abstract:
La mia tesi si propone di studiare la questione della violenza contro le donne, nel caso specifico del Marocco. Il tema dell'uguaglianza di genere ha avuto sempre un ruolo preminente a livello internazionale, nel corso dei decenni sono state ratificate numerose convenzioni e si sono svolte molte conferenze che avevano come focus principale il problema della violenza di genere. Il Marocco è intervenuto per ratificare delle Convenzioni internazionali, ma ha anche attuato delle riforme su base nazionale, come la legge 130.13. Tuttavia la violenza contro le donne persiste, e l'azione del governo non basta a frenarla, per questo motivo molte sono state la campagne attuate dalle organizzazioni non governative a sostegno delle vittime di violenza e per sensibilizzare l'opinione pubblica su quello che ancora oggi costituisce un problema dilagante nella società marocchina.
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Girelli, Lorenza <1987&gt. "Le tematiche ricorrenti nella narrativa del siriano Zakariyya Tamer con particolare riferimento alla donna." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2555.

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Abstract:
Approfondimento riguardo gli argomenti maggiormente trattati dai racconti di Zakariyya Tamer. L'attenzione viene focalizzata sopratutto sulla figura femminile grazie alla traduzione e all'analisi di alcuni racconti
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Cherif, Mohamed-Jallel. "Adaptation des payes arabes à uine nouvelle donne pétrolière." Paris 9, 1987. https://portail.bu.dauphine.fr/fileviewer/index.php?doc=1987PA090038.

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Abstract:
La contribution du pétrole dans la croissance économique des pays arabes est relativement considérable, mais l'état actuel des ventes et des réserves en hydrocarbures de certains pays de l'O. P. A. E. P paraissent atteindre un certain plafond physique. La nécessite d'une répartition rapide de revenus pétroliers par le biais d'une industrialisation accélérée se justifie par le fait de cette nouvelle donne pétrolière. L'objet de cette thèse est l'étude de la dynamique des ressources pétrolières en relation avec celle de l'activité économique. Dans cette étude, nous avons tenté de traiter les trois thèmes suivants : - évolution des différentes sources d'énergies - valorisation industrielle des hydrocarbures - conséquences macro-économiques de l'emprise du pétrole et stratégies post-pétrolières. Ce sont donc ces trois points qui ont été abordes dans cette thèse
The contribution of oil in the economic growth of arab countries is relatively considerable, but the actual condition of sales and reserves of hydrocarbon of certain countries in the O. A. P. E. C. C appears to be reaching an unquestionable high level. The need for a rapid distribution of oil revenues through accelerated industrialization justifies itself in point of fact concerning this new oil deal. The object of thesis is the study of the dynamics of oil reserves in relation to that of economic activity. In this research we have attempted to deal with the following three themes. - the evolution of different sources of energy - the industrial valorization of hydrocarbons - the 'large-scale' economic results of oil expropriation and subsequent oil stratagies. These are the three points which have been approached in this thesis
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Cherif, Mohamed-Jallel. "Adaptation des pays arabes à une nouvelle donne pétrolière." Grenoble 2 : ANRT, 1987. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb37603900k.

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Spitaleri, Giulia <1995&gt. "Gli Emirati Arabi Uniti: fra sviluppo economico e diritti delle donne." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20262.

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Abstract:
La storia e l’organizzazione della Regione Araba è strettamente legata alla religione islamica, soprattutto quello che riguarda i rapporti interpersonali. Dalla nascita dell’Islam ad oggi si può notare un cambiamento sociale e di genere fra i credenti, parallelo allo sviluppo della Regione. Gli Emirati Arabi Uniti sono una realtà islamica che ha, però, affrontato uno sviluppo economico non indifferente e che ha indubbiamente influenzato gli abitanti del luogo. Questa tesi si propone di analizzare il benessere ed il ruolo dalla donna emiratina all’interno dei territori degli EAU cominciando dalla nascita della religione islamica e raccontando le varie vicissitudini che hanno portato all’affermazione del credo islamico. Inoltre, si prenderanno come esempio diversi messaggi del libro sacro analizzando le interpretazioni che vengono rivelate ed utilizzate all’interno della comunità islamica. La tesi continuerà ad analizzare il territorio degli Emirati Arabi Uniti esaminando l’area economica del paese dall’inizio dell’Unione ad oggi ed evidenziando il ruolo che la donna ha avuto all’interno della comunità facendo poi un paragone con la situazione attuale. In fine, si metterà in evidenza il funzionamento, le debolezze, i punti di forza e le sfide che questo sistema dovrà fronteggiare per raggiungere un’adeguata eguaglianza di genere.
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Castegnaro, Giulia <1990&gt. "Nazione e religione: le due facce della riforma dell’educazione in Giordania attraverso l’analisi diacronica dei capitoli inerenti i diritti dell’uomo e della donna nel nuovo corso di religione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13396.

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Abstract:
A seguito della recente riforma scolastica in Giordania, il nuovo libro di religione per la classe XII° – adottato per l’anno scolastico 2017/18 – ha subito dei cambiamenti. Questa ricerca propone una traduzione in lingua italiana delle lezioni che affrontano i diritti dell’uomo e della donna nell’Islām, assieme alla loro comparazione in chiave diacronica con i contenuti del volume precedente. Un recente articolo sull’insegnamento religioso in Giordania ha segnalato che questi due capitoli potrebbero aver subito modifiche significative, così sono stati selezionati come campione per un’analisi oggettiva delle novità introdotte dalla riforma. Alla luce della minaccia dell’Isis, l’insegnamento religioso è al centro di diverse polemiche nazionali, che gli attribuiscono la colpa di un’islamizzazione troppo radicale e sempre più diffusa in seno alla popolazione. Infatti, nel 2016 è stata varata una riforma ministeriale dei libri di testo per contrastare le ideologie estremiste. Attraverso l’analisi parziale del nuovo libro di religione, questo lavoro intende approfondire il ruolo dell’Islām nell’educazione religiosa – e implicitamente nella società Giordana – ripercorrendo le tappe storiche della formazione del paese e della sua identità nazionale. La riforma dell’educazione ha apportato significativi cambiamenti, oppure è atta a distogliere l’attenzione pubblica dalle responsabilità della monarchia in un momento di forte crisi dell'identità nazionale?
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Menjra, Widad <1990&gt. "Donne e lavoro negli Emirati Arabi Uniti Analisi della partecipazione femminile al mercato del lavoro emiratino." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8499.

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Abstract:
Il presente studio si propone di esplorare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro negli Emirati Arabi Uniti. La prima parte presenta un'illustrazione del contesto socio-economico in cui le donne emiratine vivono e il divario presente tra gli ottimi risultati ottenuti nell’istruzione e la bassa partecipazione all’economia del paese. Si procederà quindi a delineare i fattori che ostacolano le donne nell'accesso e nel mantenimento dell'impiego, al fine di evidenziare come la tradizione religiosa non possa essere l’unico elemento limitante la libertà delle donne emiratine. La terza ed ultima parte analizza le politiche economiche e sociali, finalizzate a differenziare l’economia emiratina e sfruttare il capitale umano nazionale, attuate dal governo nell’ultimo decennio, ed il loro impatto sulla partecipazione delle donne nel mercato del lavoro. Saranno infine esposte le risposte concrete attuate per migliorare il percorso lavorativo delle donne, ponendo l’attenzione sui tipi di associazioni e organizzazioni che si sono sviluppati all’interno del paese.
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Andolina, Ilenia Ida <1986&gt. "LE DONNE EGIZIANE PROTAGONISTE DELLA PRIMAVERA ARABA. UN’ILLUSIONE O UNA REALTA’ DI FATTO?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5452.

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Abstract:
L'argomento della tesi verte sul ruolo delle donne egiziane durante la primavera araba scoppiata in Egitto. Nella prima parte ci si sofferma sulla figura di Nawal al-Saadawi, attivista egiziana conosciuta non solo in Egitto ma anche a livello internazionale.Ha dedicato buona parte della sua vita a difendere le donne dalle ingiustizie sociali ed ha combattuto al loro fianco per la rivendicazione dei loro diritti. Nella seconda viene fatta una panoramica della Primavera Araba scoppiata in Egitto il 25 gennaio 2011, spiegando quali sono state le cause,come si è svolta la rivolta e il modo in cui si sono organizzati gli egiziani(raduni in piazza, manifestazioni di protesta, l'uso dei social network)fino ad arrivare al governo di Morsi. Infine, nell'ultima parte si considera il coinvolgimento delle donne egiziane nelle manifestazioni della Primavera araba. Si comincia nello spiegare che tipo di "primavera" è prevista per le donne arabe poi si fa un breve excursus storico delle donne e dei movimenti femministi egiziani del passato per arrivare alla rivoluzione egiziana del 2011(caso della ragazza dal reggiseno blu, il video postato su Youtube da Asmaa Mahfouz, uomini e donne che hanno lottato insieme nei 18 giorni delle manifestazioni, uso dei social network). Gli eventi del marzo 2011 sono stati uno shock per molte ragazze costrette a subire molestie e a sottoporsi ai test di verginità. La rivoluzione ha mobilitato nuove forze come ad esempio i movimenti anti-violenza a favore delle donne (The New Women Foundation;il Centro al-Nadeem, etc..). Si passa alla lettura di alcune testimonianze di donne che hanno preso parte alla rivoluzione. Si conclude con la rivendicazione dei diritti da parte delle donne attraverso le elezioni,il teatro, i graffiti.
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Baldan, Martina <1989&gt. "Organizzazioni non governative contro la violenza sulle donne; il caso particolare dell'Egitto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3849.

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Abstract:
La violenza di genere in Egitto è un fenomeno sociale molto complesso che affonda in parte le sue radici nella cultura patriarcale dilagante. Le donne sono spesso oggetto di abusi non solo da parte di membri della cerchia familiare,ma anche da parte di agenti dello Stato, comprese le forze di sicurezza il cui compito principale dovrebbe essere quello di proteggere i cittadini. Circa il 97% delle egiziane subisce in tenera età la mutilazione dei genitali esterni,pratica giustificata spesso come azione pia atta a custodire la castità e l'integrità morale della giovane fino al matrimonio. L'escalation violenta che a partire dalla rivoluzione accompagna le molestie sessuali di massa può essere considerata da un lato come il sintomo di un malessere sociale che il paese sta attraversando e dall'altra, come uno stratagemma architettato ad hoc per sedare le manifestazioni pubbliche. Scopo della ricerca è quindi quello di individuare il legame tra la violenza di genere e le Autorità. Dopo aver illustrato le diverse sfaccettature in cui la violenza contro le donne si può articolare, la seconda parte della tesi studia la condizione giuridica delle stesse nel paese, sottolineando le riforme introdotte nel Diritto di famiglia egiziano a partire dal XIX secolo e i rapporti con la comunità internazionale. La terza e ultima parte, invece, analizza la struttura delle organizzazioni non governative operanti nel territorio per combattere contro la violenza di genere.Le interviste condotte sul posto a diverse NGO rilevano le difficoltà intraprese dalle stesse nel finanziare e portare a termine le proprie attività a causa di lunghi iter burocratici previsti dalla Legge. Si tratta quindi di capire in che modo la politica ( formata quasi esclusivamente da uomini)abbia interesse ad ostacolare l'intervento sul campo a tutela delle vittime di violenza e le campagne di sensibilizzazione al problema su vasta scala.
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Melis, Martina <1996&gt. "L'imprenditoria femminile in Marocco. Limiti e contraddizioni delle politiche marocchine a favore dell'integrazione economica delle donne." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17638.

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Abstract:
L’impatto positivo dell’imprenditoria femminile sullo sviluppo economico e sociale di un paese è ormai ampiamente riconosciuto. In Marocco, il numero di donne imprenditrici è molto limitato, ma sta lentamente aumentando, grazie anche alle politiche implementate dal governo per favorire l’attività imprenditoriale, in particolare quella femminile. Questa, infatti, è considerata come uno strumento per incrementare le possibilità d’impiego delle donne e permettere loro di raggiungere una certa autonomia economica. Le politiche a sostegno dell’imprenditoria femminile si inseriscono nel quadro della progressiva liberalizzazione dell'economia marocchina, iniziata con l'adozione dei Piani di Aggiustamento Strutturale negli anni Ottanta, che vede il Marocco puntare sempre di più sul settore privato per favorire l'aumento dell’occupazione, soprattutto giovanile, e lo sviluppo economico. Il presente lavoro di tesi si divide in tre parti: nella prima viene fatto un quadro delle riforme attuate negli ultimi anni dal paese per favorire una maggiore uguaglianza di genere, e delle disparità tra i due sessi ancora esistenti in ambito educativo, economico e politico; nella seconda parte, saranno descritte le principali caratteristiche dell'imprenditoria femminile in Marocco, le motivazioni delle donne per intraprendere un’attività autonoma, e gli ostacoli da esse incontrati nelle fasi di creazione e gestione dell'impresa; nella terza parte, si fornirà un quadro delle politiche governative e delle iniziative private volte a favorire lo sviluppo dell’imprenditoria femminile. L'obiettivo dell’elaborato è di valutare se le politiche attuate dal Marocco per incentivare le iniziative economiche individuali e il lavoro autonomo siano realmente efficaci, ossia se offrano una reale soluzione all'elevato tasso di disoccupazione femminile, o se, invece, sia necessario intervenire sui problemi strutturali dell’economia che impediscono alle donne di trovare un impiego decente come lavoratrici dipendenti.
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Todeschini, Alice <1996&gt. "“Istruzione e occupazione in Giordania: un’analisi del sistema educativo e della partecipazione delle donne istruite al mercato del lavoro”." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17636.

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Abstract:
Il presente elaborato mira a dimostrare che, per quanto le norme sociali rappresentino ancora un ostacolo alla piena realizzazione della donna nella società, i motivi per le basse percentuali di partecipazione e occupazione femminile nel mercato del lavoro in Giordania siano da ricollegare anche al panorama economico-politico del Paese, specialmente in riferimento alle riforme neoliberali di cui il Regno è stato oggetto a partire dagli anni Ottanta fino ai primi anni 2000. Particolare attenzione va riservata, inoltre, alla complessa relazione fra educazione e possibilità di occupazione, visti gli altissimi livelli di iscrizione delle donne nelle università giordane in netto contrasto con le basse percentuali di occupazione femminile nel Paese. Per capire le ragioni per cui livelli di iscrizione superiore tanto alti non si concretizzano sempre in possibilità di lavoro per le donne, è necessario prendere in analisi tanto i motivi macro-economici (quali meccanismi di domanda e offerta, coincidenza fra i piani di studi e le esigenze del mercato del lavoro, le problematiche del settore pubblico e del settore privato, ecc), solo in parte già trattati dalla letteratura precedente, quanto le “micro-voices” delle donne in prima persona, le quali esprimono esigenze e punti di vista (raramente considerati dalla letteratura sul tema) che a mio avviso esemplificano la complessità della relazione fra fattori economici e fattori sociali, visto il doppio ruolo della donna nella società e nella famiglia. Questi temi saranno esposti in tre capitoli principali, mirati ad esaminare il sistema educativo giordano nel suo complesso, il mercato del lavoro e le motivazioni per cui la partecipazione femminile è molto bassa, e infine un caso di studio sull’Università della Giordania da me condotto, attraverso interviste a docenti e ricercatrici relativamente alla loro carriera in campo accademico.
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Breigheche, Nibras <1976&gt. "Ancora sulla donna nell' islām: studi e considerazioni attorno agli aḥādīṯ falsi e deboli a partire da una ricerca dello European Forum of Muslim Women." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10061.

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Abstract:
La tesi si occupa del ruolo delle donne musulmane così come viene delineato negli ḥadīṯ considerati in relazione alle condizioni delle donne. Si tratta di una questione rilevante, sia nelle società a maggioranza musulmana sia nelle società europee, entrambe condizionate da tradizioni che non hanno fondamento nel Corano e negli ḥadīṯ. Rispetto a questo problema l'EFOMW, nell'ambito europeo, ha svolto un'importante attività volta a diffondere un'adeguata consapevolezza delle difficoltà in cui si trovano le donne musulmane: per questo in una prima parte introduttiva si descrivono le attività dell'EFOMW. Negli anni più recenti l'EFOMW si è reso conto della necessità di diffondere direttamente una appropriata conoscenza del ruolo delle donne musulmane, sia attraverso indagini sociologiche, sia attraverso ricerche teologiche; in questa prospettiva è stato pubblicato il libro di Mariam Atiya, Al-aḥādīṯ al-ḍaʻīfa wa al-mawḍūʻa fī al-mar’a wa aṯaruhā fī fikr al-muğtamaʻ al-muslim (Faux hadith au sujet de la femme il titolo della versione francese) che viene analizzato nella seconda parte della tesi. Nella terza e più ampia parte della tesi, attraverso una ricerca originale, si amplia la base di documentazione offerta dalla Atiya, attraverso l'individuazione di ulteriori fonti, in particolare le tradizioni sulle donne riportate nei due Ṣaḥīḥ di Buḫārī e di Muslim.
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Viale, Marta <1996&gt. "ECCE e lavoro in Giordania: politiche per l’Educazione e Cura della Prima Infanzia e conseguenze sulla donna lavoratrice." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20365.

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Abstract:
Una vasta letteratura dimostra i benefici della Educazione e Cura della Prima Infanzia (in inglese Early Childhood Education and Care, ECCE) sullo sviluppo infantile; la disponibilità e la buona qualità dei servizi per la prima infanzia hanno però un impatto positivo sulla società in generale, e in particolare sulla partecipazione femminile al mercato del lavoro. Questa tesi tratta delle politiche di ECCE in Giordania, e delle conseguenze di tali politiche sulla donna lavoratrice. Il primo capitolo indaga l’evoluzione storica dei servizi per la prima infanzia in Giordania dalla fondazione del Regno ad oggi. Inizialmente solo privato, questo settore vede oggi un coinvolgimento più diretto del governo, che si impegna non solo a regolamentare le strutture private, ma a istituirne di pubbliche. Poiché si tratta di un settore composito, al quale contribuiscono attori di natura diversa, il secondo capitolo è dedicato alle prospettive dei vari enti coinvolti: governo, agenzie internazionali, ONG e iniziative locali. Ciascuna realtà affronta il tema della ECCE in modo diverso: nell’ottica di investire sull’infanzia per promuovere il futuro sviluppo economico del Paese, con l’obiettivo di garantire ai bambini pari diritti e opportunità di sviluppo, o per supportare la famiglia e in particolare la donna lavoratrice. Il terzo capitolo presenta un caso studio dedicato alle rawḍa pubbliche, le uniche strutture per la prima infanzia ad oggi istituite dal governo, che accolgono bambini di 5-6 anni. Per questa ricerca sono state intervistate direttrici, maestre, madri utenti e non utenti, al fine di analizzare l’impatto che le politiche di ECCE hanno avuto sulla donna giordana, in quanto lavoratrice del settore e in quanto beneficiaria.
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D'Auria, Giovanni. "Il processo di costituzionalizzazione in Tunisia e i diritti dei vulnerabili: minoranze, donne e bambini." Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2019. http://hdl.handle.net/10803/666944.

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Abstract:
In questo lavoro di ricerca si è tentato di rispondere alla domanda se la teoria dell’universalità di certi diritti come quelli riguardanti i vulnerabili, in particolare le minoranze, donne e bambini, possa essere estesa anche a Paesi di fede musulmana che, al contrario, insistono sulla specificità culturale. È il caso della Tunisia che si è scelto di studiare in virtù del suo passato ricco di civilizzazioni e del nuovo processo di democratizzazione in corso, senza trascurare l’importanza della sua adesione a interessanti accordi internazionali come il Patto di Barcellona. Si è quindi compreso che l’ostacolo alla protezione di certi diritti non può essere attribuito solo alla religione poiché, anche se le diverse confessioni non esistessero, non sarebbe ugualmente facile garantire il rispetto incondizionato dei diritti dei vulnerabili, in particolare di quelle minoranze come gli handicappati e gli omosessuali, che non possono mai diventare, né diventeranno, una maggioranza. Al fine di ridurre e / o risolvere queste forti disparità relative a qualsivoglia ordinamento giuridico, compreso quello del Paese studiato, sarà necessario rendere la libertà di coscienza un principio generale ed efficace erga omnes e assicurare che la società civile sia rafforzata e sensibilizzata verso la tutela dei diritti fondamentali. Ciò dovrà avvenire non solo a livello locale ma universale, attraverso un dialogo tra maggioranze e minoranze, nel segno della vera democrazia, superando l'ostilità delle élites politiche che, il più delle volte, dietro le varie dichiarazioni di principio calpestano i diritti umani per scopi economici.
The aim of this work is to answer the research question of whether the theory of universality of certain rights such as those concerning the vulnerable, in particular minorities, women and children, can also be extended to muslim countries, which still insist on cultural specificity instead. Consequently, we decided to study the case of Tunisia, because of both its past full of different civilizations, and the new ongoing process of democratization, and the importance of its subscription to interesting international agreements, such as the Barcelona Pact. What was understood within this thesis is that the obstacle to the protection of certain rights cannot be blamed only on religion; in fact, even if different religions did not exist, it would not be easy as well to guarantee the unconditional respect of the rights of the vulnerable, especially of those minorities such as handicapped and homosexsuals, that unfortunately cannot and will never become a majority. Therefore, in order to reduce and / or resolve these strong disparities related to any legal system, including that of the studied country, it will be necessary to make freedom of conscience a general and effective principle erga omnes, and to ensure that civil society is strengthened and sensitized towards the protection of fundamental rights. This will have to take place not only on a local but also on a universal level, by exploiting dialogue between majorities and minorities, according to the principles of a real democracy. In this way, it would be possible to finally overcome the hostility of political élites which, most of the times, in spite of the various peaceful declarations, trample human rights for economic purposes.
En este trabajo de investigación se ha intentado responder a la pregunta si la teoría de la universalidad de algunos derechos, en particular aquellos de las personas indefensas, las minorías, mujeres y niños, pueda ser extendida también a los países de fe musulmana que, al contrario, insisten en la diversidad cultural. Es el caso de Túnez, el cual se ha elegido de estudiar teniendo en cuenta su pasado rico de civilizaciones y del nuevo proceso de democratización en curso, sin pasar por alto la importancia de su adhesión a los interesantes acuerdos internacionales, como el Pacto de Barcelona. Entonces se ha entendido que el obstáculo de la protección de algunos derechos no puede ser atribuido solo a la religión, ya que si las diversas religiones no existieran, no sería fácil garantizar el respeto incondicional de los derechos de los más vulnerables, en particular de aquellas minorías como las personas con discapacidad y homosexuales, que no pueden nunca convertirse, ni se convertirán, en una mayoría. Con el fin de reducir y/o eliminar estas fuertes desigualdades relacionadas con cualquier ordenamiento jurídico, incluido el país objeto de estudio, será necesario hacer de la libertad de conciencia un principio general con eficacia erga omnes y asegurar que la sociedad civil se vea reforzada y sensibilizada hacia la protección de los derechos fundamentales. Esto tendrá que suceder no solo a nivel local sino también universal, a través de un dialogo entre mayorías y minorías, bajo el signo de la verdadera democracia, superando la hostilidad de las élites políticas, que en la mayoría de los casos, detrás de las diferentes declaraciones de principios, pisotean los derechos humanos por objetivos económicos.
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Mosleh, Lina Hasan Mahmoud <1978&gt. "La rappresentazione della cultura arabo-islamica nei libri di storia per la scuola secondaria di primo grado. Uno sguardo particolare sull'immagine della donna musulmana." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6917/1/Mosleh_LinaHasanMahmoud_Tesi.pdf.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca si focalizza sulla rappresentazione della cultura arabo-islamica, così come viene restituita nei libri di storia per la scuola secondaria di primo grado. Il fatto che il mondo di oggi è caratterizzato, ora più che mai, da continui e inevitabili incontri tra persone con multiple appartenenze esige un forte impegno volto a favorire pacifici rapporti interculturali. A tale scopo si ritiene che i contenuti dei libri di testo abbiano un ruolo molto rilevante. Di qui, uno degli obiettivi consiste nel verificare se i libri di testo veicolano un’efficace educazione alla conoscenza e al rispetto delle altre culture e religioni, all’ascolto e al dialogo interculturale; nonché al superamento dell'etnocentrismo, degli stereotipi e dei pregiudizi. Si è cercato così di verificare – nel campione dei libri di testo presi in esame – quali eventuali pregiudizi ricorrenti, stereotipi o prospettive etnocentriche vengono costruite, consolidate, reiterate e trasmesse, consapevolmente o inconsapevolmente, attraverso le affermazioni o le immagini che illustrano la cultura arabo-islamica. La prima parte della tesi, quella teorica, è dedicata all'approfondimento di due temi: il primo riguarda il rapporto Oriente-Occidente e la rappresentazione dell'altro e il secondo riguarda invece la condizione della donna musulmana tra stereotipi e realtà. La seconda parte invece, quella empirica, è dedicata principalmente all'analisi del contenuto dei testi di storia. Dall'analisi effettuata è evidente l'interesse, da parte degli autori e degli editori dei libri di testo, per il tema della cultura arabo-islamica. Nonostante ciò, si è potuto riscontrare nei libri presi in esame, sebbene in misura differente, la presenza (o compresenza) di stereotipi, generalizzazioni e informazioni parziali, imprecise o errate attorno alla cultura arabo-islamica e a chi vi appartiene.
This research focuses on the representation of the Arabic-Islamic culture in the history textbooks of the first grade secondary school. The fact that the world today is characterized, more than ever, by continuous and inevitable encounters among people from different backgrounds requires a strong commitment to promote peaceful intercultural relations. For this purpose, it is believed that the contents of textbooks have an important role. Hence, the goal is to verify if the textbooks convey an effective education to know and to respect other cultures and religions, to promote intercultural dialogue; and to overcome ethnocentrism, stereotypes and prejudices. So, it was necessary to verify – in the sample of textbooks examined – the presence o any recurring prejudices, stereotypes and ethnocentric perspectives that can be constructed, consolidated, repeated and transmitted, consciously or unconsciously, through statements or images that illustrate the Arabic-Islamic culture. The first part of the thesis, the theoretical one, is dedicated to two themes: the first theme concerns the relationship between East and West and the representation of the others and the second theme concerns the status of Muslim women between stereotypes and reality. The second part, the empirical one, is dedicated to the qualitative content analysis of history textbooks. The analysis results show clear interest, by the authors and editors of the textbooks, for the theme of Arabic-Islamic culture. In spite of that, the texts may contain, although to different extents, stereotypes, generalizations and partial, inaccurate or incorrect information about the Arabic-Islamic culture and about Arabs or Muslims.
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Mosleh, Lina Hasan Mahmoud <1978&gt. "La rappresentazione della cultura arabo-islamica nei libri di storia per la scuola secondaria di primo grado. Uno sguardo particolare sull'immagine della donna musulmana." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6917/.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca si focalizza sulla rappresentazione della cultura arabo-islamica, così come viene restituita nei libri di storia per la scuola secondaria di primo grado. Il fatto che il mondo di oggi è caratterizzato, ora più che mai, da continui e inevitabili incontri tra persone con multiple appartenenze esige un forte impegno volto a favorire pacifici rapporti interculturali. A tale scopo si ritiene che i contenuti dei libri di testo abbiano un ruolo molto rilevante. Di qui, uno degli obiettivi consiste nel verificare se i libri di testo veicolano un’efficace educazione alla conoscenza e al rispetto delle altre culture e religioni, all’ascolto e al dialogo interculturale; nonché al superamento dell'etnocentrismo, degli stereotipi e dei pregiudizi. Si è cercato così di verificare – nel campione dei libri di testo presi in esame – quali eventuali pregiudizi ricorrenti, stereotipi o prospettive etnocentriche vengono costruite, consolidate, reiterate e trasmesse, consapevolmente o inconsapevolmente, attraverso le affermazioni o le immagini che illustrano la cultura arabo-islamica. La prima parte della tesi, quella teorica, è dedicata all'approfondimento di due temi: il primo riguarda il rapporto Oriente-Occidente e la rappresentazione dell'altro e il secondo riguarda invece la condizione della donna musulmana tra stereotipi e realtà. La seconda parte invece, quella empirica, è dedicata principalmente all'analisi del contenuto dei testi di storia. Dall'analisi effettuata è evidente l'interesse, da parte degli autori e degli editori dei libri di testo, per il tema della cultura arabo-islamica. Nonostante ciò, si è potuto riscontrare nei libri presi in esame, sebbene in misura differente, la presenza (o compresenza) di stereotipi, generalizzazioni e informazioni parziali, imprecise o errate attorno alla cultura arabo-islamica e a chi vi appartiene.
This research focuses on the representation of the Arabic-Islamic culture in the history textbooks of the first grade secondary school. The fact that the world today is characterized, more than ever, by continuous and inevitable encounters among people from different backgrounds requires a strong commitment to promote peaceful intercultural relations. For this purpose, it is believed that the contents of textbooks have an important role. Hence, the goal is to verify if the textbooks convey an effective education to know and to respect other cultures and religions, to promote intercultural dialogue; and to overcome ethnocentrism, stereotypes and prejudices. So, it was necessary to verify – in the sample of textbooks examined – the presence o any recurring prejudices, stereotypes and ethnocentric perspectives that can be constructed, consolidated, repeated and transmitted, consciously or unconsciously, through statements or images that illustrate the Arabic-Islamic culture. The first part of the thesis, the theoretical one, is dedicated to two themes: the first theme concerns the relationship between East and West and the representation of the others and the second theme concerns the status of Muslim women between stereotypes and reality. The second part, the empirical one, is dedicated to the qualitative content analysis of history textbooks. The analysis results show clear interest, by the authors and editors of the textbooks, for the theme of Arabic-Islamic culture. In spite of that, the texts may contain, although to different extents, stereotypes, generalizations and partial, inaccurate or incorrect information about the Arabic-Islamic culture and about Arabs or Muslims.
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AIANI, MARINA. "LE NUOVE CITTADINE ED IL CONSUMO DI NOTIZIE: UN'INDAGINE SU PARTECIPAZIONE, APPARTENENZE E TRASMISSIONE CULTURALE DELLE GIOVANI DI ORIGINE ARABA A MILANO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6098.

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Abstract:
Sebbene la presenza dei figli degli migranti stia assumendo sempre maggior rilievo anche in Italia la ricerca ha posto poca attenzione alle loro scelte di consumo mediale e all’appropriazione dei media come risorse sociali ed ambientali. La tesi si focalizza sul caso delle giovani donne di origine araba per indagare il ruolo giocato dal consumo di notizie nella cornice più complessa dei processi di negoziazione di identità. Un focus è riservato alle tre dimensioni di appartenenze, partecipazione e trasmissione culturale tra generazioni – in relazione alle madri e ai coetanei. Un’indagine, a livello più “macro”, indaga le possibili implicazioni per il dialogo interculturale. Attraverso la raccolta di quarantotto storie di vita un primo livello di analisi diacronico indaga presenza e intensità del consumo di news nelle fasi della vita per comprendere se possa rappresentare un rito di passaggio all’età adulta, mentre una seconda pista cerca di comprendere come esso si leghi alla questione del sentirsi “cittadini”, in termini di riconoscimento, appartenenza e per scoprire se il consumo di news possa diventare una risorsa per essere soggetti attivi nella sfera pubblica. Tutte le giovani donne di origine araba vivono a Milano, hanno tra i diciotto e i trentadue anni e differiscono per le variabili di 1) nascita o arrivo in Italia dopo i 6 anni; 2) attivismo e 3) religiosità (musulmane, copte ortodosse, atee).
Although the presence of migrants’ sons and daughters is gaining more and more importance also in Italy, the research have not given special attention to their choices concerning media consumption and to the appropriation of the media as social and environmental resources. This thesis is focused on the case of young women of Arab origin in order to investigate the intersections between news consumption and the negotiation of the social identity. A first focus is on three dimensions: participation, belonging and cultural transmission – in comparison with mothers and peers. A second “macro” level of the research investigates the implications as regard to intercultural dialogue. Through the collection of forty-eight life histories, a first level of diachronic analysis investigates the presence and the intensity of news consumption in different stages in order to understand if it could be a rite of passage to the adulthood, while a second track tries to understand how this is connected to the feeling of being “citizens”, in terms of identification, belonging and to investigate if news consumption may be a resource to be active citizens in the public sphere. All young women of Arab origin live in Milan, they are between eighteen and thirty-two years old, and differ in variables 1) they were born or arrived in Italy since they were 6 years old, 2) activism and 3) religion (Muslims, Coptic Orthodox or atheists).
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