Academic literature on the topic 'Dizionario degli Accademici della Crusca'

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Journal articles on the topic "Dizionario degli Accademici della Crusca"

1

Vilaça, Cynthia. "Critérios de correção da linguagem: o uso do Libro dell’Abate Isaac di Siria no Vocabolario degli Accademici della Crusca." Revista de Italianística, no. 30 (December 27, 2015): 164. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i30p164-183.

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Abstract:
Neste artigo apresenta-se uma análise do uso do tratado ascético Libro dell’Abate Isaac di Siria pelos acadêmicos da Crusca como fonte de abonações para a elaboração do Vocabolario degli Accademici della Crusca, renomada obra lexicográfica italiana, à luz dos critérios utilizados para a construção da norma culta discutidos por Bechara (2000)
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Schweickard, Wolfgang. "It. ambracane." Zeitschrift für romanische Philologie 134, no. 3 (September 6, 2018): 916–21. http://dx.doi.org/10.1515/zrp-2018-0059.

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Abstract:
Abstract In the tradition of the Vocabolario degli Accademici della Crusca, It. ambracane ‘ambergris’ is commonly derived from Sp. ámbar cano (lit. ‘white ambar’). The alleged etymon, however, does not exist in Spanish. In reality, the term is composed of Ar. ‘anbar and the adjective ḫām ‘raw, unworked, unprocessed’.
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3

Burgassi, Cosimo, and Elisa Guadagnini. "Il campione dei ‘moderni’. Note sul Morgante nel Vocabolario degli Accademici della Crusca (1612, 1623)*." Italian Studies 74, no. 2 (April 2, 2019): 186–96. http://dx.doi.org/10.1080/00751634.2019.1587233.

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4

Swiggers, P., and Gunnar Tancke. "Die italienischen Wörterbücher, von den Anfängen bis zum Erscheinen des 'Vocabolario degli Accademici della Crusca' (1612): Bestandsaufnahme und Analyse." Language 64, no. 1 (March 1988): 207. http://dx.doi.org/10.2307/414824.

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Dissertations / Theses on the topic "Dizionario degli Accademici della Crusca"

1

PENAZZI, Alessandro. "Pietro Crescenzi, Libro dell'utilità della villa, Primi studi sul volgarizzamento." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11562/397135.

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Abstract:
Il Liber ruralium commodorum è un punto di partenza privilegiato per lo studio della cultura medievale italiana ed europea. L’opera è una compilazione manualistica di respiro enciclopedico che descrive la vita di una tenuta agricola padana alla fine del ‘300. Il suo autore, Pier de Crescenzi, bolognese giudice per professione, agronomo per passione, aveva raccolto una buona esperienza nel corso delle sue peregrinazioni per l’Italia settentrionale a seguito dei podestà e, al termine della sua carriera, si era ritirato nei suoi possedimenti poco lontano da Bologna. Lì, spinto dall’insistenza di alcuni amici, aveva dato termine al trattato illustrando in dodici libri una pianificazione organica ed una perfetta organizzazione della tenuta che, unita ai valori etici e morali all’insegna della pace della concordia, arriva a formare una vera e propria filosofia agricola. Per questo spirito, per l’ efficacia dell’illustrazione e la chiarezza del dettato, l’opera godette fortuna immediata e duratura fino a trasformarsi in paradigma per tutta la tradizione agronomica europea. Però, mentre la circolazione nelle regioni transalpine si lega indissolubilmente alla lingua latina, lasciando ad un momento successivo le traduzioni secondo le varie lingua nazionali, in Italia l’opera segue immediatamente i percorsi del volgare e della traduzione. Oltre a dimostrare il favore del pubblico per l’opera, i volgarizzamenti sono testimonianza tangibile di nuove dinamiche culturali che investirono profondamente la società italiana. Il testo latino, in effetti, si proponeva come strumento di cerniera tra le conoscenze classiche degli autori latini, le nuove teorie elaborate dalla filosofia naturale medievale e le moderne esperienze agronomiche dell’autore. Nel disegno di Crescenzi, il pubblico dell’opera era formato dalle fasce urbane politicamente più influenti e socialmente meglio istruite che, sul finire del XIV secolo, riscoprivano le possessioni terriere sia come investimento sia come riflesso del loro status. All’interno di quel settore civico coesistevano anche altri gruppi, che vantavano un dinamismo sociale ed economico identico o superiore ai precedenti, ma su una base culturale lontana dai modelli latini tradizionali. Spinto dall’ambizione del confronto, questo pubblico richiese la costruzione di una propria cultura, sempre basata su autori e testi canonici, ma svolta in lingua volgare. Questa dinamica portò nel volgere di un secolo alla nascita di un ampio filone di traduzioni che trasformeranno la cultura medievale in qualcosa di nuovo e, con l’arrivo della stampa, troveranno una netta affermazione sulle lingue classiche. È proprio grazie ai volgarizzamenti che il Libro dell’utilità della villa prosegue la sua storia, rinnovando attorno a sé l’interesse e gli studi. Se il testo viene più volte ristampato fino al 1851 per il suo valore tecnico, è l’interesse linguistico a predominare gli studi sull’opera a partire dalla citazione dell’opera fatta da Pietro Bembo nelle sue Prose della volgar lingua fino all’ingresso del testo nel Dizionario dell’Accademia della Crusca del 1612 attraversando tutta la questione della lingua. A questa sfera d’interesse, che per tre secoli garantisce all’opera l’attenzione degli studiosi, si sommano le analisi portate avanti dalla storiografia in concomitanza con il tramonto dell’agricoltura tradizionale sul finire del XIX secolo. In quelle analisi il trattato diviene testimonianza di pratiche scomparse e di tradizioni passate, figlie della loro epoca e caratteristiche di un momento storico, il Medioevo, sempre più identificabile nei fenomeni che lo caratterizzano (comuni, mercatura, autori e testi). Tuttavia il testo in circolazione ancora oggi ha subito gli incidenti tipici dei manoscritti, aggravati da molti interveti arbitrati che, con l’intento di restaurare la bontà, hanno prodotto una vulgata di scarso valore filologico. L’esigenza di produrre finalmente un testo critico, affidabile e controllato secondo le moderne esigenze ecdotiche, si prefigura, ormai, come il prossimo passaggio degli otto secoli di storia del Libro dell’utilità della villa.
Study the ancient translation in Italian vulgar of the Pietro Crescenzi's Liber ruralium commodorum, alias Libro dell'utilità della villa, revels new elements for ancient agronomy, medieval society, history of Italian language and for the whole literal gender of vulgarization.
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Books on the topic "Dizionario degli Accademici della Crusca"

1

Vocabolario degli Accademici della Crusca. Firenze: Accademia della Crusca, 2008.

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2

Giovanni, Nencioni, and Accademia della Crusca, eds. Vocabolario degli accademici della Crusca. Firenze: Le Lettere, 1987.

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3

(Nicoletta), Maraschio N., and Accademia della Crusca Biblioteca, eds. Raccolta d'imprese degli accademici della Crusca MDCLXXXIV. Milano: Biblion, 2010.

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4

Convegno ASLI (10th 2012 Padua, Italy; Venice, Italy). Il Vocabolario degli Accademici della Crusca (1612) e la storia della lessicografia italiana: Atti del X Convegno ASLI, Associazione per la storia della lingua italiana, Padova, 29-30 novembre 2012, Venezia 1 dicembre 2012. Firenze: Franco Cesati Editore, 2013.

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5

Cormon, Jacques-Louis-Barthélemy, Chapellon, and Cormon Et Blanc. Dizionario Portatile e Di Pronunzia Francese-Italiano, Ed Italiano-francese, Composto Sul Vocabolario Degli Accademici Della Crusca, ... Racchiudente: 1° la Pronunzia Scritta Al Lato Di Ciascun Vocabolo Delle Due Lingue. Creative Media Partners, LLC, 2015.

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6

Vocabolario Degli Accademici Della Crusca; Volume 4. Creative Media Partners, LLC, 2022.

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7

Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana. Prefazione del Vocabolario Degli Accademici della Crusca dell'Ultima Stampa dell'Anno 1729 (Classic Reprint) (Italian Edition). Forgotten Books, 2018.

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8

Tancke, Gunnar. Die Italienischen Wörterbücher Von Den Anfängen Bis Zum Erscheinen des «Vocabolario Degli Accademici Della Crusca»: Bestandsaufnahme und Analyse. de Gruyter GmbH, Walter, 2017.

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Book chapters on the topic "Dizionario degli Accademici della Crusca"

1

Benacchio, Rosanna, and Han Steenwijk. "La Crusca come fonte lessicografica in area dalmato-croata: la copia padovana del Vocabolario di tre nobilissimi linguaggi di G. Tanzlingher-Zanotti (1651-1732)." In Biblioteca di Studi Slavistici, 25–34. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-672-9.05.

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Abstract:
The Vocabolario di tre nobilissimi linguaggi, produced by Ivan Tanzlingher-Zanotti between the latter half of the 17th and the beginning of the 18th century, currently exists in four manuscript versions: one is located in Zagreb, another in London, a third in Padova, and the fourth discovered only recently in Zadar. We focus on the Padova manuscript, which represents Tanzlingher’s mature work, to show that it differs importantly from other lexicographical works originating in 17th-century Dalmatia: while those are based on Latin models, here Tanzlingher turns for the first time to the Crusca Dictionary (Vocabolario degli Accademici della Crusca).
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Benacchio, Rosanna, and Han Steenwijk. "La Crusca come fonte lessicografica in area dalmato-croata: la copia padovana del Vocabolario di tre nobilissimi linguaggi di G. Tanzlingher-Zanotti (1651-1732)." In Biblioteca di Studi Slavistici, 25–34. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-910-2.05.

Full text
Abstract:
The Vocabolario di tre nobilissimi linguaggi, produced by Ivan Tanzlingher-Zanotti between the latter half of the 17th and the beginning of the 18th century, currently exists in four manuscript versions: one is located in Zagreb, another in London, a third in Padova, and the fourth discovered only recently in Zadar. We focus on the Padova manuscript, which represents Tanzlingher’s mature work, to show that it differs importantly from other lexicographical works originating in 17th-century Dalmatia: while those are based on Latin models, here Tanzlingher turns for the first time to the Crusca Dictionary (Vocabolario degli Accademici della Crusca).
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Speroni, Gian Battista. "Gunnar Tancke — Die italienischen Wörterbücher von den Anfängen bis zum Erscheinen des « Vocabolario degli Accademici della Crusca»." In 1986, 161–63. De Gruyter, 1987. http://dx.doi.org/10.1515/9783112418321-015.

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