Journal articles on the topic 'Diventare attivo'

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D'ambrosio, Mariangela. "Educare alle emozioni: l'approccio pedagogico dell'agire emotivo." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 504–19. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9292.

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Abstract:
Il benessere emotivo ed affettivo degli individui, soprattutto dei minori, diventa uno fra gli obiettivi primari, seppur sfidante, della comunità educativa adulta che ha il compito di ripensare il proprio ruolo in un'ottica sociologicamente e pedagogicamente orientata dove le emozioni rivendicano il proprio posto al centro della relazione. Utilizzare l'approccio pedagogico dell'agire emotivo consente ai docenti e agli educatori tutti, da un alto, di ri-leggere e ri-costruire nel discente gli stili e le diverse sue modalità di apprendimento, orientando il proprio lavoro in maniera più efficace ed efficiente; dall'altro, di collettivizzare il processo conoscitivo e di acquisizione di nuovi saperi, in un rispecchiamento dinamico. Per gli insegnanti e gli educatori, focalizzarsi sulla comprensione emotiva dei propri ragazzi attraverso modalità, strumenti e attività specifiche proposte, in coerenza con gli obiettivi prefissati, diventa strumento non solo di approfondimento di tematiche umane più ampie ma anche possibilità per intercettare e prevenire condotte devianti o a rischio, e stimolare il benessere complessivo. I minori, d'altra parte, focalizzandosi sulle emozioni, diventano protagonisti attivi della loro crescita e del loro divenire, nonché del processo formativo, motivando e orientando comportamenti. Ritornare all'agire umano come agire emotivo consapevole significa, dunque, educare le giovani generazioni alla complessità societaria sia come individui che come gruppo all'interno di una comunità sia reale che virtuale.
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Segoni, Dalila. "I servizi offerti da una digital library." DigItalia 16, no. 1 (June 2021): 38–62. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00025.

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Abstract:
Le digital library tendono sempre più a connotarsi non solo come ricche e variegate collezioni di risorse culturali ma come sistemi organizzati di servizi orientati agli utenti finali, percepiti non solo come consumatori di contenuti digitali ma anche come produttori attivi di contenuti. Piattaforme come Facebook e YouTube dimostrano che, quando i sistemi sono semplici da utilizzare e con finalità di interesse, gli utenti li utilizzano anche per contribuire con propri contenuti, quindi il loro coinvolgimento aumenta e la loro interazione diventa più attiva. In questa prospettiva, l'analisi che segue intende dimostrare come, nonostante qualche positivo esperimento, la strada per l'evoluzione delle digital library è quasi del tutto da esplorare. Partendo da un’analisi della natura e delle definizioni dei “servizi digitali”, sono state esaminate alcune importanti biblioteche digitali internazionali – Europeana Collections e la Digital Public Library of America – descrivendo le funzionalità e gli strumenti che mettono a disposizione degli utenti, al fine di definire una proposta di catalogo dei servizi necessari per lo sviluppo delle biblioteche digitali dedicate al patrimonio culturale.
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Riccio, Maria. "L'opera di Milton Erickson in una visione integrata." IPNOSI, no. 1 (July 2010): 45–53. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2010-001003.

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Abstract:
In quest'articolo viene messa in luce la radicale innovazione che Erickson portň all'ipnoterapia con l'introduzione dell'approccio naturalistico e del concetto d'utilizzazione e si pone l'accento sulle similitudini e sulle differenze che la terapia Ericksoniana presenta rispetto ad altri approcci. Per il ruolo attribuito al paziente, che da passivo ricevitore d'aiuto diventa protagonista attivo del proprio cambiamento, la psicoterapia Ericksoniana puň essere considerata la "teoria del paziente integrato ed integratore".
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Achille, Rosaria Anna. "SOFIJA GUBAJDULINA: L’ETICA NELLA MUSICA." Civitas et Lex 34, no. 2 (May 15, 2022): 65–85. http://dx.doi.org/10.31648/cetl.7576.

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Abstract:
Il saggio tratta la parabola umana e artistica della compositrice russa che non mise mai l’arte al servizio dello Stato. Un percorso ideologicamente coerente, in cui la musica diventa un mezzo di riconquista spirituale dell’unità nel molteplice: una coniunctio oppositorum di umano e divino, terreno e sacro, che rappresenta la cifra del suo stile internazionale e cosmopolita e della sua poetica, fortemente impregnata di simbologie ricorrenti. In Sofija Gubajdulina l’esperienza umana si fonde con l’espressione artistica e confluisce in un impegno attivo e costante nella difesa di quei valori universali che conferiscono una connotazione etica, oltre che educativa, a tutta la sua produzione musicale.
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Lingiardi, Vittorio, and Giuseppe Di Cicilia. "La relazione terapeutica: quando una relazione diventa veicolo di cambiamento?" QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 45 (January 2020): 101–18. http://dx.doi.org/10.3280/qpc45-2019oa8990.

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Abstract:
Cosa fa di una "relazione" una relazione che cura? La ricerca sul funzionamento e l'efficacia della psicoterapia, in termini sia clinici (effectiveness) sia statistici (efficacy), continua a rappresentare uno dei temi principali della letteratura scientifica. Inizialmente studiata solo in ambito psicoanalitico, negli ultimi anni la relazione terapeutica è stata approfondita anche da altre prospettive teoriche. Alleanza terapeutica, azione terapeutica, relazione reale, transfert, risposte emotive del terapeuta, caratteristiche del paziente, caratteristiche del terapeuta, attaccamento, sistemi motivazionali interpersonali: sono questi alcuni degli ingredienti attivi della situazione clinica. Oggi tutti concordano nell'affermare che la relazione terapeutica è il prodotto dell'incontro tra due soggettività, quella del paziente e quella del terapeuta. La diade terapeutica si ritrova costantemente a co-costruire lo spazio della cura in un'ottica bi-personale. In questo contributo verranno presentati e discussi gli aspetti principali che caratterizzano la relazione terapeutica in una prospettiva d'integrazione tra ricerca empirica e pratica clinica.
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Ferrari, Luca. "Il questioning mediato digitalmente come alleato del feedback." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (December 2021): 327–43. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12480.

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Abstract:
La promozione di processi interattivi, mediati digitalmente, è diventato un elemento strategico in ambito universitario per promuovere didattiche attive. A partire da una breve analisi della letteratura, il contributo presenta una serie di indicazioni metodologiche e operative con l'intento di fare emergere la stretta relazione tra la capacità del docente di creare "buone domande" e l'implementazione di didattiche attive e inclusive mediate da student response systems. Le domande, infatti, rappresentano il mezzo chiave attraverso cui i docenti scoprono ciò che gli alunni già sanno, identificano le lacune e sostengono lo sviluppo dello studente colmando il divario tra le loro attuali conoscenze e gli obiettivi di apprendimento. La letteratura scientifica e i risultati di alcune sperimentazioni condotte in ambito nazionale mettono in luce che l'uso ricorsivo del feedback durante sessioni didattiche di questioning, mediate digitalmente, può favorire la transizione da un modello d'insegnamento centrato sui contenuti disciplinari, a strategie aperte alla collaborazione e all'apprendimento significativo.
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Pedrocco Biancardi, Maria Teresa. "Famiglie per l'accoglienza: storia e prospettive di una "buona pratica"." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (December 2010): 15–37. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-003002.

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Abstract:
Il presente articolo riferisce sul percorso svolto da un numero esiguo di persone e coppie (N = 14) che hanno ragionato tra loro per tre anni, con il supporto di un conduttore, sull'esperienza di accoglienza che stanno vivendo. Una parte di loro aveva giŕ concluso un ciclo di genitorialitŕ attiva, aveva giŕ condotto i propri figli all'autonomia piena, alcuni erano nonni o lo sono diventati nel corso dei tre anni di frequenza al gruppo. Ma hanno scelto di rimettersi in gioco con un impegno genitoriale piů complesso e problematico del precedente, accogliendo bambini o ragazzi in difficoltŕ. L'ingresso nella loro famiglia di queste difficoltŕ e le complicazioni che ne conseguono, sfuggono spesso nella considerazione del servizio che gli affidatari prestano in appoggio ai centri istituzionalmente deputati a svolgere gli interventi di tutela. L'articolo cerca di evidenziarle.
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Pellegrino, Deborah. "“I buoni ammaestramenti che a ogni ora e sopra a ogni caso e’ riceverà da lui.” Un nuovo archetipo di padre mercante nei Ricordi di Giovanni di Pagolo Morelli." Quaderni d'italianistica 35, no. 1 (January 15, 2015): 27–40. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v35i1.22350.

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Abstract:
Questo saggio propone una nuova lettura dei Ricordi di Giovanni Morelli, un’opera composita e funzionale in cui l’autore intesse un ritratto estremamente potente di sé, che diventa tanto più deciso quanto più contrasta con quello del padre Pagolo, e che si concretizza chiaramente negli ammaestramenti rivolti ai figli. Per riuscire dove il proprio genitore ha fallito, nella parte centrale del testo, Giovanni si consacra alla loro educazione e alla salvaguardia del patrimonio familiare, offrendo consigli pratici che sono saldamente legati alla propria conoscenza, esperienza ed eredità mercantile. È esattamente qui che riesce a creare un’immagine esemplare di sé, sia come padre onniscente, sia come abile mercante e a superare quella del genitore e della sua gente Morella. Operando una riscrittura attiva del passato e del presente, ed insegnando a guardare al futuro, lo scrittore realizza un lavoro affascinante, la cui genesi va ricercata in un’inconfessata e sottile condanna delle cattive scelte del padre e in un reale intento pedagogico, morale e autocelebrativo.
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Bombara, Daniela. "Il topos della giustizia negata o deviata negli scenari siciliani di Nino Martoglio e Ugo Fleres." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 53, no. 2 (March 4, 2019): 425–42. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819831609.

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Abstract:
É noto come la letteratura siciliana postunitaria esprima una relazione conflittuale con le istituzioni statali che appaiono sovraimposte e distanti dalla realtà locale; ne deriva una risentita diffidenza verso apparati giudiziari spesso inadatti a gestire la diversità dell’universo isolano, con sue proprie regole e codici comportamentali. L'applicazione di norme giuridiche continentali individua negativamente tale diversitá, in accordo ad un processo di orientalizzazione della realtá siciliana che segue alla fase unitaria. La tematica, centrale in Verga, si trasforma con le opere di Pirandello in antitesi fra la Legge e i suoi apparati, intesi come forme statiche e rigide, e la fluidità e mutevolezza dell’esistenza, che il diritto pretende di irreggimentare; la coscienza individuale non è invece mai riconducibile ad una norma uguale per tutti. Un motivo sviluppato ampiamente dalla novella pirandelliana Il dovere del medico del 1902, ma già trattato nel racconto di Ugo Fleres (1857–1939) Peccato veniale del 1891, che il presente articolo si propone di analizzare. Ancora legato ad un “discorso di classe”, ma al tempo stesso in qualche modo antesignano del relativismo pirandelliano, appare il lavoro giovanile di Nino Martoglio (1870–1921), I civitoti in pretura del 1893. Il dibattito processuale, bloccato da fraintendimenti linguistici fra parlanti in dialetto e in lingua, individua come difficoltà primaria nell’esercizio della legge l’incomunicabilità a livello di codice comunicativo fra i popolani catanesi e i magistrati che provengono da ‘nfora regnu. Si consideri inoltre che il pubblico del processo, attivo con commenti e risa, “si supponi ‘ntra la platea”; la rottura dell’illusione scenica rende i fruitori dello spettacolo parte attiva di un procedimento giudiziario comico, quindi per esigenze di copione dileggiato e sconfessato. Si intende infine prendere in analisi il romanzo fleresiano “Giustizia” (1909), ambientato nel paese siciliano di Riva: il titolo risulta antifrastico, considerando che l’opera racconta tortuose vicende di errori giudiziari intorno all’omicidio di una baronessa, per il quale magistrati inetti trovano diversi capri espiatori; il vero colpevole rivela invece il suo delitto solo in confessione, facendo collidere giustizia umana e divina. Il processo continuamente riformulato non si vede mai in scena, ma il romanzo è punteggiato da dibattiti informali di ambito giuridico, agiti in luoghi atipici, quali la farmacia o i salotti del paese; il lontano evento processuale, deviato dalle sue autentiche funzioni, diventa occasione di sfoggio e promozione sociale dei Rivesi. L’unico personaggio realmente giudicato proprio chi non può difendersi: la defunta baronessa, la cui reputazione viene distrutta nel corso dell’inchiesta. L’immagine letteraria primonovecentesca di una giustizia caotica, inefficace, inesistente, che “resta confinata in un oltre” (Borsellino, 1997), riflette la visione problematica di un’esistenza priva di valori di riferimento, ma agisce anche come efficace strumento ermeneutico per evidenziare l’interno dinamismo di una realtà prismatica, che si ricrea incessantemente dall’incrocio e dallo scontro delle opposte verità.
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Alonzo, Giulia, and Oliviero Ponte di Pino. "L'evento culturale come momento di creazione di welfare di comunità: la risposta di Suq Genova." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (February 2022): 147–56. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002011.

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Abstract:
Il Suq di Genova è un grande teatro dove ogni visitatore è spettatore di una crea-zione collettiva, corale, e al tempo stesso autore e protagonista della propria per-formance. Allestito come un bazar ospita le botteghe e i ristoranti etnici, cinquan-tatré nell'ultima edizione "in presenza", gestiti da commercianti con background migratorio attivi in città. La piazza centrale e alcuni spazi circostanti ospitano spettacoli, concerti, dibattiti, lezioni, in parte curati da associazioni di migranti, in parte selezionati dalla direzione artistica. Così il festival diventa per il visita-tore un viaggio verso il proprio riconoscimento identitario attraverso il confron-to con l'altro. Il soggetto, da entità singola, si trova partecipe e costruttore di una comunità aggregante che si costituisce nell'apertura e nel riconoscimento del nuovo: il senso di appartenenza dura il tempo del festival, che purtroppo non ha mai trovato appoggi per una organica crescita organizzativa, fisica ed eco-nomica. Nonostante questo limite, il Suq è stato riconosciuto tra le "Best Practi-ces" europee dal 2014 e continua a essere un riuscito esperimento di creazione di welfare di comunità.
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Di Renzo, Magda, Paolo Pace, Federico Bianchi di Castelbianco, Massimiliano Petrillo, Elena Vanadia, Simona D'Errico, and Monica Rea. "La percezione genitoriale dei cambiamenti emotivo-comportamentali nei bambini con disturbo dello spettro autistico, a quattro mesi dall'inizio della pandemia." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2022): 1–23. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa13999.

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Abstract:
I disturbi dello spettro autistico sono caratterizzati da difficoltà nell'interazione socio-comunicativa, dalla presenza di comportamenti e interessi ristretti e ripetitivi. In determinate circostanze, ad esempio durante un periodo di lockdown, quando l'isolamento sociale e il distanziamento diventano obbligatori per tutti, in particolare per le famiglie con un bambino con disturbo dello spettro l'interruzione delle routine quotidiane (scuola, terapia, tempo libero) rischia di minare il lavoro terapeutico e i progressi che faticosamente le famiglie avevano raggiunto fino a quel momento. In questo studio abbiamo monitorato 81 famiglie di bambini con disturbo dello spettro, valutandole prima dell'inizio della pandemia e circa 4 mesi dopo, per verificare quali comportamenti dei bambini fossero peggiorati e quali invece fossero rimasti stabili o anche migliorati. Le famiglie sono state intervistate, a febbraio e luglio 2020, attraverso rating scale standardizzate e i risultati hanno evidenziato un intensificarsi nei bambini di irrequietezza motoria, difficoltà nella regolazione del sonno, mentre non sono emersi peggioramenti nelle condotte autolesive o etero-aggressive, né nelle autonomie personali. Va considerato che tutte le famiglie coinvolte nella presente ricerca erano inserite in percorsi terapeutici e non hanno interrotto il percorso di supporto psicologico (online), con lo specifico obiettivo di sostenerli nel loro ruolo genitoriale nelle fasi più critiche vissute dai bambini, e nel renderli sempre più attivi nei processi di consolidamento delle competenze acquisite dai bambini.
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Cignetti, Luca, Silvia Demartini, Simone Fornara, and Vincenzo Todisco. "Editoriale." DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no. 1 (November 9, 2021): VII—VIII. http://dx.doi.org/10.33683/didit.21.01.00.

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Abstract:
Prende l’avvio, con questo fascicolo, DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, una nuova rivista scientifica nata dalla collaborazione tra il Centro competenze didattica dell’italiano lingua di scolarizzazione del Dipartimento formazione e apprendimento della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni. Alla rivista partecipano quindi due istituzioni universitarie che si occupano della formazione degli insegnanti del Ticino e dei Grigioni, i due cantoni svizzeri in cui l’italiano è lingua ufficiale (nei Grigioni accanto al tedesco e al romancio): un contesto del tutto particolare, che vede l’italiano insieme lingua di scolarizzazione e lingua prima (in Ticino e nel Grigioni italiano), lingua seconda (in Ticino) e lingua straniera nella scuola dell’obbligo (nella parte tedesca del Canton Grigioni). In una realtà così peculiare dal punto di vista linguistico e culturale, DIDIT intende offrire uno strumento di ricerca e aggiornamento rivolto a chi opera, per ragioni di studio o di lavoro, nell’ambito della didattica dell’italiano come lingua prima, come lingua seconda o come lingua straniera. Vista la particolare situazione linguistica del Canton Grigioni, del limitrofo Alto Adige e tenuto conto delle diverse altre lingue presenti sul territorio grigionese e ticinese accanto alle lingue ufficiali, la nuova rivista prende in considerazione anche la ricerca sulla didattica del plurilinguismo. In questo senso la rivista si presenta come luogo di scambio scientifico privilegiato e unico nel panorama delle pubblicazioni scientifiche presenti sul territorio nazionale svizzero e come uno dei pochi strumenti a livello internazionale che prendono in esame l’italiano nei diversi contesti di insegnamento; l’obiettivo sul medio-lungo termine è di configurarsi come un punto di riferimento nel campo degli studi sulla didattica dell’italiano e del plurilinguismo, caratterizzati dal costante connubio tra dimensione teorica e dimensione applicativa. DIDIT è divisa in tre sezioni: Studi e ricerche, Esperienze didattiche e Recensioni e segnalazioni. La prima, affidata alla penna di studiose e studiosi di chiara fama nel settore della didattica della lingua e della letteratura italiana (in questo primo numero Maria G. Lo Duca e Giuliana Fiorentino e, per la tematica del plurilinguismo, Ruth Videsott), accoglie approfondimenti teorici su temi afferenti agli ambiti didattici sopra ricordati. La seconda è dedicata a esempi di applicazioni e percorsi didattici, affidati a studiose e studiosi, ricercatrici e ricercatori, docenti attive e attivi nella scuola di ogni ordine e grado (in questo numero Livia Radici Tavernese, Daniele Dell’Agnola, Stefania Crameri e Daniela Kappler). La terza presenta, infine, recensioni di libri e studi che possono contribuire all’innovazione didattica nelle discipline di riferimento e a segnalazioni di opere – come albi illustrati, poesie, raccolte di racconti e romanzi – rivolte a lettori di diverse fasce di età. Tenuto conto dei contesti minoritari con cui si vede confrontato l’italiano in Svizzera, la rivista ambisce a diventare anche uno strumento per il sostegno e la promozione della lingua italiana in questo contesto nazionale, e non solo. In tal senso, si propone di estendere il proprio orizzonte agli studi sulla didattica dell’italiano in un’accezione ampia, che accolga prospettive plurali e sguardi capaci di spaziare dalla teoria all’applicazione pratica, avendo sempre come obiettivo di fondo un aggiornamento costante sulle strategie, sui metodi, sulle ricerche volte a migliorare e a innovare l’insegnamento dell’italiano. In tal modo la rivista garantisce lo scambio e la comunicazione tra il mondo della ricerca e quello della scuola, a livello nazionale e internazionale: attraverso la scelta dei temi, degli ambiti di ricerca e di riflessione, DIDIT vuole così rispondere alle sfide didattiche e teoriche poste alla disciplina e stimolare il dibattito scientifico e pubblico.
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Cecalupo, Marta, and Daniela Di Donato. "Life Skills as a resource to start inclusion processes at school: a study on TFA participants." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 23, no. 1 (February 4, 2023): 141–50. http://dx.doi.org/10.36253/form-13625.

Full text
Abstract:
Twenty-first century teachers are faced with challenges and rapid societal changes that inevitably require skills that facilitate the development of resilience and coping factors. These factors become fundamental above all for specialized teachers, who today are indispensable figures for integrating and supporting not only the individual student with difficulties, but the entire class group. In this regard, the contribution presents some results of a research carried out on 139 enrolled in the Active Formative Training (AFT) course on Information and Communication Technologies (ICT) for special teaching, to identify the skills and limitations perceived during their professional career. From the results of the interviews, it emerges that the participants in the training, mostly teachers, consider some aspects related to teaching practices and the working context as indispensable to develop processes of inclusion at school, which in turn are associated with perceived emotional, social, and cognitive competencies. Le Life Skills come risorsa per avviare processi di inclusione a scuola: uno studio sui partecipanti al TFA. Gli insegnanti del XXI secolo si trovano di fronte a sfide e a rapidi cambiamenti sociali, che richiedono inevitabilmente delle competenze che facilitino lo sviluppo di fattori di resilienza e di coping. Tali fattori diventano fondamentali soprattutto per gli insegnanti specializzati, che ad oggi sono delle figure indispensabili per integrare e sostenere non soltanto il singolo alunno con difficoltà, ma l’intero gruppo classe. A tale proposito il contributo presenta alcuni risultati di una ricerca svolta su 139 iscritti al corso Tirocinio Formativo Attivo (TFA) sulle Tecnologie Informatiche e di Comunicazione (TIC) per la didattica speciale, per identificare le competenze e i limiti percepiti durante il proprio percorso professionale. Dai risultati delle interviste emerge come i partecipanti alla formazione, per lo più insegnanti, considerino alcuni aspetti legati alle pratiche didattiche e al contesto lavorativo come indispensabili per sviluppare processi di inclusione a scuola, che a loro volta sono associati alle competenze emotive, sociali e cognitive percepite.
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Belingardi, Chiara. "Strade scolastiche: pensare la scuola nella città." Contesti. Città, territori, progetti 1, no. 1 (October 27, 2022): 70–87. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13597.

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Abstract:
Via Bixio è la strada dove è ubicata la scuola Di Donato a Roma. La scuola è molto grande (l’edificio contiene un nido, due scuole dell’infanzia – una statale e una comunale – e una primaria) e di conseguenza la strada su cui insistono i cancelli di ingresso e uscita è molto frequentata. La pedonalizzazione della strada antistante i due cancelli principali della scuola è una delle ultime conquiste dell’Associazione Genitori e dell’istituto scolastico. Tuttavia, come si vedrà, è una conquista tutt'altro che definitiva e pacificata, per quanto simbolica di come l’azione educativa e comunitaria possa eccedere luoghi e tempi dati per fare salti di scala. L’articolo intende portare un contributo al tema della “città a misura di bambine e bambini” e della scuola come punto di partenza per la creazione di spazi di prossimità a partire dalla pedonalizzazione di via Bixio, avvenuta in via sperimentale nel 2021 con un orizzonte temporale che arriva a giugno 2022. Partendo da una comunità scolastica molto forte e attiva, si è arrivati nel tempo a usare gli spazi della scuola come spazi pubblici comunitari, ad ampliare l’azione dal cortile alla strada, avendo come orizzonte di lungo periodo l’intero quartiere. Entrambi gli spazi diventano dispositivi abilitanti per la costruzione di relazioni mutualistiche, di accoglienza e animazione sociale. La rivendicazione dello spazio per il benessere di bambini e bambine (un luogo sicuro per entrata e uscita, uno spazio per il gioco libero) si concretizza in un luogo il cui orizzonte si amplia dall’isolato e dall’infanzia per rivolgersi ad ampio raggio agli e alle abitanti e al quartiere in generale. La prima parte dell’articolo intende dare una cornice a partire dal dibattito italiano sulle scuole come struttura comunitaria e dispositivo strategico e sulle sperimentazioni in corso. La seconda parte dell’articolo illustra il caso della scuola Di Donato, in particolare raccontando l'esperienza della pedonalizzazione della strada ed è frutto di un’osservazione partecipante. Le conclusioni intendono proporre alcune riflessioni alla luce del caso descritto.
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González-garcía, Rómulo Jacobo, Paloma Escamilla-Fajardo, Samuel López-Carril, and Juan Nuñez-Pomar. "Percepciones de los residentes sobre el turismo deportivo: impactos, calidad de vida y apoyo al sector." Cuadernos de Psicología del Deporte 20, no. 2 (April 15, 2020): 174–88. http://dx.doi.org/10.6018/cpd.388431.

Full text
Abstract:
El sector del turismo deportivo recibe cada vez una mayor atención por parte de los distintos agentes sociales, teniendo un alto impacto en distintas esferas de la sociedad. El turismo no sólo afecta a las actitudes de los residentes hacia su desarrollo, sino también a su calidad de vida en general. Una vez que una comunidad o población se convierte en un destino turístico, la calidad de vida de los residentes locales se ve afectada por el desarrollo del mismo. Por consiguiente, es relevante conocer cuáles son las percepciones de los residentes respecto al impacto que causa el turismo deportivo. Por ello, el objetivo del presente estudio es analizar las percepciones de los residentes de Gran Canaria hacia los efectos del turismo deportivo, en ámbitos como su impacto, la calidad de vida y el apoyo al sector. Los resultados del estudio indican que, a mayores niveles de percepción positivos de los residentes sobre los impactos sociales, culturales, ambientales y económicos, hay un mayor apoyo hacia el desarrollo del turismo. Por otra parte, también se produce un efecto mediador significativo de la variable calidad de vida de los residentes, entre la relación de impactos percibidos y el apoyo al desarrollo del turismo activo y deportivo en Gran Canaria. Estos resultados posibilitan un mejor entendimiento de la perspectiva que los residentes tienen hacía el sector turístico deportivo, algo que puede ayudar a orientar futuras decisiones sobre la práctica, desarrollo y planificación del turismo deportivo. The sports tourism sector is receiving increasing attention from different social actors, having a high impact on different spheres of society. Tourism not only affects residents' attitudes towards their development, but also their quality of life in general. Once a community or population becomes a tourist destination, the quality of life of local residents is affected by its development. It is therefore important to know what residents' perceptions are of the impact of sports tourism. Therefore, the aim of this study is to analyse the perceptions of the residents of Gran Canaria towards the effects of sports tourism, in areas such as its impact, quality of life and support for the sector. The results of the study indicate that, at higher levels of positive perception by residents of the social, cultural, environmental and economic impacts, there is greater support for the development of tourism. On the other hand, there is also a significant mediating effect of the variable quality of life of the residents, between the relationship of perceived impacts and the support for the development of active and sports tourism in Gran Canaria. These results make it possible to better understand the perspective that residents have towards the sports tourism sector, something that can help guide future decisions on the practice, development and planning of sports tourism. O sector do turismo desportivo está a receber cada vez mais atenção por parte de diferentes actores sociais, tendo um elevado impacto em diferentes esferas da sociedade. O turismo não afecta apenas as atitudes dos residentes em relação ao seu desenvolvimento, mas também a sua qualidade de vida em geral. Uma vez que uma comunidade ou população se torna um destino turístico, a qualidade de vida dos residentes locais é afectada pelo seu desenvolvimento. Por conseguinte, é importante conhecer a percepção que os residentes têm do impacto do turismo desportivo. Portanto, o objectivo deste estudo é analisar as percepções dos residentes da Gran Canária sobre os efeitos do turismo desportivo, em áreas como o seu impacto, qualidade de vida e apoio ao sector. Os resultados do estudo indicam que, em níveis mais elevados de percepção positiva dos residentes sobre os impactos sociais, culturais, ambientais e econômicos, há maior apoio para o desenvolvimento do turismo. Por outro lado, existe também um efeito mediador significativo da variável qualidade de vida dos residentes, entre a relação de impactos percebidos e o apoio ao desenvolvimento do turismo ativo e desportivo na Gran Canária. Estes resultados permitem compreender melhor a perspectiva que os residentes têm em relação ao sector do turismo desportivo, algo que pode ajudar a orientar futuras decisões sobre a prática, desenvolvimento e planeamento do turismo desportivo. Il settore del turismo sportivo sta ricevendo un'attenzione crescente da parte di diversi attori sociali, con un forte impatto sulle diverse sfere della società. Il turismo influenza non solo l'atteggiamento dei residenti nei confronti del loro sviluppo, ma anche la loro qualità di vita in generale. Una volta che una comunità o una popolazione diventa una destinazione turistica, la qualità della vita dei residenti locali è influenzata dal suo sviluppo. È quindi importante sapere quali sono le percezioni dei residenti sull'impatto del turismo sportivo. Pertanto, l'obiettivo di questo studio è quello di analizzare le percezioni degli abitanti di Gran Canaria nei confronti degli effetti del turismo sportivo, in settori quali l'impatto, la qualità della vita e il sostegno al settore. I risultati dello studio indicano che, a livelli più elevati di percezione positiva da parte dei residenti degli impatti sociali, culturali, ambientali ed economici, vi è un maggiore sostegno allo sviluppo del turismo. D'altra parte, c'è anche un significativo effetto mediatore della variabile qualità della vita dei residenti, tra la relazione degli impatti percepiti e il sostegno allo sviluppo del turismo attivo e sportivo a Gran Canaria. Questi risultati permettono di comprendere meglio la prospettiva che i residenti hanno nei confronti del settore del turismo sportivo, cosa che può aiutare a guidare le future decisioni sulla pratica, lo sviluppo e la pianificazione del turismo sportivo.
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Parricchi, Monica. "Costruire cittadinanza economica: il ruolo della pedagogia." MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 10, no. 2 (December 2020). http://dx.doi.org/10.30557/mt00141.

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Abstract:
Il rapporto tra pedagogia ed economia è sempre stato complesso: la difficoltà della cultura pedagogica nel dialogare con le scienze economiche ha portato la pedagogia a trascurare la questione, lasciando spesso argomenti dai risvolti educativi ad altre scienze. Comprendere l'economia è fondamentale per conoscere e governare alcune delle dinamiche della società odierna, di conseguenza l'economia deve far parte dell'educazione dei soggetti, in tutte le fasce d’età per la promozione della cittadinanza attiva. L'educazione economica come processo intenzionalmente finalizzato a fornire conoscenze e competenze relative alla gestione del denaro, costituisce una parte della cultura della cittadinanza, quella economica, che consente ai cittadini di diventare agenti consapevoli durante la loro vita personale e sociale. L'obiettivo finale dell'educazione economica, a partire dall’alfabetizzazione finanziaria, dovrebbe essere quindi la promozione, sia in famiglia che a scuola, della capacità di pianificazione, riconoscendo la natura del denaro come mezzo e non come fine, per la promozione del benessere personale e sociale.
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Atighetchi, Dariusch. "Islam ed eutanasia." Medicina e Morale 56, no. 1 (February 28, 2007). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2007.330.

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Abstract:
L’eutanasia è generalmente vietata sia dai documenti giuridico-religiosi che dai codici penali degli Stati musulmani. Il divieto riguarda soprattutto l’eutanasia attiva, mentre circa gli altri tipi di eutanasia non mancano differenti posizioni di fronte a casi particolari. Infatti, molte fonti ritengono che quando la morte è sicura ed i trattamenti medici sono futili, diventa inutile allungare l’agonia; tuttavia, in questi casi la maggioranza dei documenti richiede di mantenere idratazione e nutrizione artificiale oltre alle cure contro il dolore. La morte tecnologica è spesso criticata in quanto manipola innaturalmente il rapporto con la morte. Ad esempio, in caso di stato vegetativo persistente parecchi esperti islamici richiedono il distacco da tutti gli strumenti di supporto vitale. Anche se ciò accorcia la vita, si preferisce un rapporto più naturale con la morte. ---------- Both the legal-religious documents and the criminal codes of the Muslim states generally forbid euthanasia. The prohibition regards above all active euthanasia while about other types of euthanasia there are different positions according to special cases. Many sources, indeed, consider that when the death is sure and medical treatments are futile, it becomes useless to prolong the agony; however, in these cases the majority of documents requires to keep hydration and artificial nutrition in addition to cares against pain. The technological death is often criticized because it unnaturally manipulates the relationship with death. For example, in the case of persistent vegetative state many Islamic experts require withdrawing all life support tools. Even if it abbreviates life, a more natural relationship with death is preferred.
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Papa, Alessandra. "Il malato e il nemico Questioni etiche e antropologiche dell’uso sociale della medicina." Medicina e Morale 61, no. 4 (April 4, 2016). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2012.128.

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Abstract:
L’articolo è una riflessione filosofica intorno alla medicina predittiva; una nuova forma di indagine medica che rischia di diventare un’insormontabile verità oracolare, allorquando la malattia si traduce culturalmente in processi di esclusione e di riconoscimento negativo: processi che identificano definitivamente l’essere umano con il suo danno organico. Rischio culturale, inoltre, quello dell’inimicizia rispetto al malato, che in chiave politica si ripropone in termini di cittadinanza fragile, come per esempio accade con i tentativi di strumentalizzare le nuove metodologie di lettura profonda della persona. Una capacità di predizione che, nelle sue applicazioni pratiche, ci mette perciò di fronte a non pochi aspetti problematici, persino inediti. Si profila, cosicché, la possibilità che l’azione terapeutica stessa sia esautorata per rispondere a esigenze di una mera medicalizzazione e che questa abbia, in effetti, come unico obiettivo quello di soddisfare solo meri criteri di produttività funzionale, all’interno di un progetto sociale sanitario legato a modelli interpretativi bio-organici della persona umana. Da qui l’implosione degli stessi concetti di malattia e di malato, la malattia è, infatti, intesa come fatto privato e debitum sociale, anche quando solo presunta e attesa, e la persona malata viene ad essere intesa come disfunzionale, non degna di amicizia e solidarietà sociale, cioè come una sorta di nemico pubblico. Il che, su un piano politico, si risolve inevitabilmente in una perdita di cittadinanza attiva. Nei nuovi e più complessi scenari della medicina diagnostica – rispetto all’eredità genetica e rispetto alla cosiddetta biopolitica – si pone allora come un’emergenza il problema della cittadinanza fragile e del cittadino vulnerabile, a causa del prevalere della lettura dell’immagine genetica dell’essere umano rappresentato, oramai, mediante la comparazione di screening, test diagnostici e profili di rischio. ---------- The article is a philosophical reflection about the predictive medicine, a new form of medicine which could become an insurmountable oracular truth, when the disease is reflected culturally in processes of exclusion and negative acknowledgment, processes that identify definitively the human being with his organic damage. A cultural risk, moreover, that enmity respect to the patient, in which key policy intends in terms of citizenship fragile, as for example the face of attempts to exploit the new methodologies of deep reading of the person. Ability to predict that, in its practical applications, puts us in front of many problematic aspect, even unpublished. There is thus the possibility that the therapeutic action itself is concerned to respond to the needs of a mere medicalization with the sole aim of satisfying the criteria of productivity functional into a social welfare-related health linked to bio-organic interpretative models of the human person. Hence the implosion of the same concepts of disease and sick, so the disease is understood as a private fact and social debitum even when only presumed and waiting and on the other the sick person seen as dysfunctional, not worthy of friendship and social solidarity that is, as a kind of public enemy. Which, on a political level, results in a loss of citizenship. In new and more complex scenarios of diagnostic medicine – in front ofthe legacy genetics and compared to the so-called biopolitics – this raises the problem of citizenship as an emergency fragile and vulnerable citizen, because of the prevalence of reading the image of genetics’ human being represented by the comparison of screening, diagnostic tests and risk profiles.
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