Academic literature on the topic 'Divario Nord-Sud'

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Journal articles on the topic "Divario Nord-Sud"

1

Gastaldi, Francesco, and Giuseppe Guida. "Made in sud. L'industria tra intervento pubblico e territorio dilapidato." CRIOS, no. 23 (October 2022): 42–55. http://dx.doi.org/10.3280/crios2022-023005.

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Abstract:
Le politiche per il sud dell'Italia attuate dal dopoguerra ad oggi, hanno contribuito a ridurre il divario con il Nord ma, nonostante ciò, questa area costituisce ancora un nodo irrisolto politico e socioeconomico del Paese. Tale condizione si riflette nelle forme territoriali, la cui crisi oggi reclama, da un punto di vista urbanistico, una lettura pertinente e modelli solutivi di tipo strate- gico e un approccio rigenerativo. Il quadro che viene tracciato relativamente all'intervento pub- blico a Sud è centrato sul ruolo di tre attori: la grande industria e lo Stato, con la loro reciproca commistione e il milieu territoriale meridionale. Dal punto di vista territoriale, si è determinato, tra agli altri esiti, un rapporto critico tra le grandi aree industriali e i territori di medie e piccole città attorno alle quali furono impiantate le grandi "piastre" produttive, in particolare delle Aree di Sviluppo Industriale. Attraverso il caso studio della provincia di Caserta, si suggerisce la necessità di un quadro analitico adeguato e un approccio rigenerativo replicabile dove le identità rurali, l'abbandono, il palinsesto storico e una vocazione industriale ancora persistente si contendono il territorio incidendo sulle prospettive di futuro.i.
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Calò, Elisa, Roberta Garganese, and Nunzio Mastrorocco. "Pianificazione strategica, strumenti di programmazione e attuazione degli investimenti nel settore dei trasporti: crescita del divario Nord-Sud." ECONOMIA PUBBLICA, no. 2 (March 2018): 135–61. http://dx.doi.org/10.3280/ep2017-002006.

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3

RGI, Redazione. "Informazione bibliografica." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 1 (April 2021): 113–67. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2021oa11648.

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Abstract:
Augustin Berque, Ecumene. Introduzione allo studio degli ambienti umani, a cura di Marco Maggioli, traduzione di Claudio Arbore, Simone Gamba e Marco Maggioli. Milano, Mimesis, 2019.Tim Cresswell, Maxwell Street. Writing and Thinking Place. Chicago and London, University of Chicago Press, 2019.John van Wyhe, Wanderlust. The amazing Ida Pfeiffer, the First Female Tourist. Singapore, NUS Press, 2019.Lorenzo Bagnoli, Christian Garnier, géographe-geografo, 1872-1898. Parigi, Société de Géographie, 2020.Margherita Cisani, Paesaggi e Mobilità. Strumenti per le geografie del quotidiano. Milano, FrancoAngeli open access, 2020.Marcello Tanca, Geografia e fiction. Opera, film, canzone, fumetto. Milano, FrancoAngeli, 2020.Hamzah Muzaini, Claudio Minca, After heritage, critical perspectives on heritage from below. Cheltenham, UK - Northampton, MA, USA, Edward Elgar Publishing, 2020.Bernard Floris, Luc Gwiazdzinski, a cura di, Sur la vague jaune. L'utopie d'un rond-point. Seyssinet-Pariset, Elya Éditions, 2019.Maitane Ostolaza, La terre des basques: naissance d'un paysage (1800-1936). Rennes, PUF, 2018.Anna Casaglia, Nicosia beyond partition. Complex Geographies of a Divided City. Milano, Unicopli, 2020.Stelio Mangiameli, Andrea Filippetti, Fabrizio Tuzi, Claudia Cipolloni, Prima che il Nord somigli al Sud. Le Regioni tra divario e asimmetria. Soveria Mannelli, Rubbettino, 2020.Annibale Salsa, I paesaggi delle Alpi. Un viaggio nelle terre alte tra filosofia, natura e storia, Prefazione di Gianluca Cepollaro e Alessandro de Bertolini. Roma, Donzelli, 2019.Carlo Perelli, Il telaio e la trama. Reti di comunità e azione territoriale in Sardegna. Milano, FrancoAngeli, 2020.Carlo Cellamare, Francesco Montillo, a cura di, Periferia. Abitare a Tor Bella Monaca. Roma, Donzelli, 2020.Maria Ronza, Dalla via Appia alla città policentrica: Caserta e il suo territorio. Trieste, EUT - Edizioni Università di Trieste, 2019.
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4

Colombetti, Elena. "Tecnologia, medicina e società: un gioco di alleanze e di tensioni." Medicina e Morale 50, no. 3 (June 30, 2001): 491–508. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.727.

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Abstract:
All’interno dell’orizzonte delineato dal rapido progresso medico accompagnato dalla massiccia presenza della tecnologia nasce la necessità di ripensare la collocazione della medicina in relazione al più ampio contesto della società in cui essa è inserita. Esistono tensioni tra il bisogno di una copertura universale della medicina di base e il crescente costo delle prestazioni, tra i risultati teoricamente raggiungibili e la limitazione delle risorse, tra l’aspettativa individuale e l’impossibilità di sconfiggere definitivamente ogni malattia. Callahan, uno dei padri della bioetica nordamericana, pone l’accento sulla necessità di promuovere una medicina socialmente ed economicamente sostenibile e per far questo indica come categoria principale il concetto di limite. Si tratta di ripensare le priorità della società nel suo complesso, tenendo presente che in un contesto di risorse limitate la maggior spesa nel settore medico va comunque a scapito degli investimenti in un altro, e che il divario tra le fasce ricche e quelle povere della popolazione (rinvenibile sia all’interno dei singoli Paesi che tra nord e sud del mondo) richiedono una concreta attenzione che si traduce anche in una maggior sforzo per ampliare la copertura di base più che ad ulteriori sforzi nella linea di costosi interventi specialistici per patologie acute. La proposta è quella di elaborare un diverso modello di progresso medico che valuti i passi non esclusivamente in termini di benefici individuali, ma anche di effetti sulla salute della popolazione, che riconosca in questo campo l’importanza delle condizioni sociali, economiche e culturali, che sappia anche accontentarsi dei livelli raggiunti nello sforzo di migliorare la salute di persone che hanno già la più alta aspettativa di vita mai raggiunta nella storia. Tutto questo deve poi fare i conti con una duplice dimensione: da una parte non può dimenticare l’intreccio esistente con le strategie e la logica di mercato che si presenta come il naturale alleato del progresso tecnologico e della sempre più esigente domanda di prestazioni, ma che non può essere assunto come unica guida delle scelte di ambito pubblico, dall’altra deve tener presente che la visione liberale o comunitaria da cui si parte per la pianificazione dell’organizzazione sociale e politica porta ad esiti molto diversi. In ultima analisi l’accettazione della finitezza, che la proposta di Callahan richiede, porta a strutturare una gerarchia di valori, ma questo comporta a sua volta una solida fondazione ontologica capace di sollevarsi al di sopra di una visione biologico-meccanicistica del problema in oggetto.
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5

Lepore, Amedeo. "Dal divario Nord-Sud alla convergenza: il modelo dell'intervento straordinario a l'azione della Cassa per in Mezzogiorno, durante e oltre la golden age = From the North-South gap to the convergence: The model of the extraordinary intervention and the..." Pecvnia : Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, Universidad de León, no. 15 (July 10, 2012): 79. http://dx.doi.org/10.18002/pec.v0i15.805.

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Abstract:
<p>La storiografia incentrata sul tema della Cassa per il Mezzogiorno è molto ampia e si sviluppa in relazione non solo alle questioni generali riguardanti l’intervento straordinario, ma anche alle molteplici forme di articolazione settoriale e territoriale dell’iniziativa pubblica per la ripresa e lo sviluppo del Sud. Una ricostruzione puntuale delle vicende della Cassa, che per oltre un quarantennio– anche se con diversità di impostazione nelle varie fasi –ha operato come strumento delle strategie per lo sviluppo del Mezzogiorno, richiede un impegno molto approfondito. Tuttavia, anche senza effettuare una dettagliata cronistoria dell’attività dell’Ente, si può ricomporre una visione d’insieme, attraverso l’interpretazione di un modello di intervento pubblico collegato strettamente agli eventi economici concreti e all’andamento dei processi di industrializzazione che hanno interessato i territori meridionali.</p><p>La scelta di una prospettiva di lungo periodo, imperniata sull’analisi dell’intervento straordinario nel suo complesso, ha permesso un giudizio più equilibrato su tutta l’epoca dell’azione “aggiuntiva” dello Stato per il recupero del divario meridionale, superando eccessive semplificazioni nella valutazione di quell’esperienza e confutando pareri sommari sui suoi risultati, spesso privi di fondamento. Al tempo stesso, una visione ampia ha fatto emergere un percorso in grado di associare il caso della Cassa per il Mezzogiorno, controverso e difficile, ma considerato anche un modello tra i più avanzati a livello internazionale, a un tema di grande importanza, come quello delle politiche di sviluppo adottate per affrontare i problemi dell’arretratezza economica e per avviare a soluzione i dilemmi del dualismo.</p><p>L’analisi effettuata ha provato l’esistenza di un indiscutibile progresso economico nel periodo della <em>golden age</em>. Durante quell’epoca di prosperità non solo si realizzò un notevole avanzamento delle aree del Paese che già possedevano un’armatura industriale, ma si ottenne, contemporaneamente, il risultato, per nulla scontato, di una modernizzazione della struttura economica del Mezzogiorno –attraverso la politica delle opere pubbliche, prima, e dell’industrializzazione vera e propria, poi– nonché, di un recupero del divario accumulato con le regioni settentrionali. In questo modo, l’intervento straordinario, indirizzato verso obiettivi macroeconomici e guidato da una tecnostruttura come quella della Cassa, al tempo stesso autonoma e reattiva alle scelte strategiche del governo, si dimostrò lo strumento più efficace e innovativo per fare dell’Italia intera una potenza industriale. L’allontanamento da questi esiti, nella fase successiva dominata dalla crisi petrolifera e dalle politiche di ristrutturazione industriale, pur determinando una netta inversione di tendenza, non ha messo in discussione il valore dell’esperienza iniziale della Cassa per il Mezzogiorno, capace di aprire la strada alla crescita economica italiana negli anni del <em>boom</em>.</p><p>Historiography focusing on the Cassa per il Mezzogiorno is indeed vast and developed not only in regard to the main issues concerning the extraordinary intervention, but also to the various sectorial and territorial articulations public interventions for the recovery of Southern Italy undertook. Achieving a punctual reconstruction of the goings-on of the Cassa, an istitution that, for more than forty years –despite some differences in planning during its various phases– operated as an instrument to implement the strategies focusing on developing Southern Italy, requires a very deep commitment. However, an effective overall view can be reconstructed by interpreting a public intervention model strictly linked to the concrete economic events and to the trends of those industrial processes implemented in Southern Italy, even without going through a detailed chronicle of this entity.</p><p>The choice of a long-term perspective, focused on the analysis of the extraordinary intervention in its entirety, allowed for a more balanced evaluation of all the era regarding the “supplementary” actions the Italian State carried out to bridge the gap of its Southern regions, going beyond the exaggerated simplifications plaguing the evaluations of such an experience and confuting those hasty, often baseless, judgments on the results it achieved. At the same time, a wide viewpoint on the matter let a research path emerge, able to link the specific case of the Cassa per il Mezzogiorno, itself difficult and controversial, while being considered one of the most advanced models internationally, with a very significant theme, such as the development policies implemented to tackle the problems of economic backwardness and to begin solving the dilemmas brought by the dualism.</p><p>The analysis which was carried out proved the existence of an unquestionable economic progress during the <em>golden age</em>. In that era of prosperity, not only did the areas in Italy already possessing a significant industrial presence experience significant advancement, all the while, the result, by no means granted, of a modernized economic structure in Southern Italy was achieved –first through a policy focused on public works and then by true forms of industrialization– and of a significant recovery of the gap the area had towards the Northern regions of Italy. Thus, the extraordinary intervention, focused on macroeconomic goals and driven by a technical structure such as the Cassa, itself autonomous and reacting towards governmental choices at the same time, revealed itself to be the most effective and innovative tool in turning the whole of Italy into an industrial power. The departure from such results in the following phase, dominated by the oil crisis and by the policies of industrial reconstruction, despite triggering a significant trend inversion, never questioned the value of the Cassa per il Mezzogiorno’s initial experience, which was able to open and show the way to economical growth, during the Italian <em>boom </em>years.</p>
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Doria, Marco. "La fabbrica tra economia, società e politica. Il controverso bilancio dell'Ilva di Taranto." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 295 (May 2021): 253–68. http://dx.doi.org/10.3280/ic295-oa3.

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Abstract:
Il centro siderurgico di Taranto ha avuto e ha una grande importanza nella storia industriale&nbsp;italiana. A esso sono stati dedicati studi approfonditi. In queste pagine, ripercorrendo quanto&nbsp;emerge da tali studi cos&igrave; come dalla pi&ugrave; recente storiografia sull'impresa pubblica in Italia e&nbsp;sull'Iri, si proporranno alcune considerazioni sul ruolo della siderurgia nell'economia italiana,&nbsp;sulla parabola delle partecipazioni statali e il loro rapporto con la politica, sulle politiche perseguite&nbsp;nel secondo dopoguerra per ridurre i divari tra Nord e Sud. Si guarder&agrave; anche ai contenuti&nbsp;e ai toni del dibattito pubblico su tali questioni. Le scelte di volta in volta compiute e le&nbsp;diverse posizioni assunte saranno storicamente contestualizzate. Molti degli interrogativi che&nbsp;questa storia solleva hanno ancora oggi bisogno di risposte adeguate ai tempi.
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7

Giusti, Giacomo. "Oltre i classici divari territoriali nord-sud: l'utilizzo dei dati del registro delle imprese per l'analisi degli andamenti delle partizioni territoriali non amministrative." RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no. 3 (December 2015): 77–100. http://dx.doi.org/10.3280/rest2015-003004.

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Lepore, Amedeo. "Il Divario Nord-Sud Dalle Origini a Oggi - Evoluzione Storica E Profili Economici." SSRN Electronic Journal, 2012. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.2049260.

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D'Alessio, Giovanni. "Benessere, Contesto Socio-Economico E Differenze Di Prezzo: Il Divario Tra Nord e Sud (Well-Being, the Socio-Economic Context and Price Differences: The North-South Gap)." SSRN Electronic Journal, 2017. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.3047236.

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de Philippis, Marta, Andrea Locatelli, Giulio Papini, and Roberto Torrini. "La crescita dell’economia italiana e il divario Nord-Sud: trend storici e prospettive alla luce dei recenti scenari demografici [Italian economic growth and the North-South gap: Historical trends and future projections in light of the recent demographic scenarios]." SSRN Electronic Journal, 2022. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.4109462.

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Dissertations / Theses on the topic "Divario Nord-Sud"

1

GEROSA, TIZIANO. "Adolescenti e cittadinanza attiva. I divari territoriali nel contesto italiano." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/83917.

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Abstract:
La ricerca sul capitale sociale e lo sviluppo democratico nelle Regioni italiane ha contribuito ad individuare profondi divari territoriali nell'impegno civico dimostrato dai cittadini. Le comunità virtuose del Centro-Nord si distinguono per alti tassi di associazionismo, partecipazione elettorale e interesse per le questioni sociali. L'area del Mezzogiorno, invece, appare invischiata nelle reti del familismo amorale e del clientelismo, con evidenti ripercussioni negative sul dinamismo della società civile e l'efficienza delle strutture politiche. Sfortunatamente, le misure di capitale sociale adottate in letteratura non sono in grado di cogliere quanta parte dell'impegno profuso dai cittadini derivi dal rispetto dei principi democratici e sia effettivamente indirizzato al raggiungimento di obiettivi comuni. Il costrutto di cittadinanza attiva nasce per rispondere a tali esigenze, ma, ad oggi, non si ha traccia di progetti volti alla sua misurazione all'interno del contesto italiano. Per far fronte a tali lacune, il presente studio si propone di: 1) quantificare il livello di cittadinanza attiva espresso dagli adolescenti italiani; 2) verificare la persistenza del divario Nord-Sud; 3) individuare le principali determinanti del divario geografico. Il progetto è suddiviso in due distinte fasi di analisi empirica. In primo luogo, si procede alla definizione operativa e la stima del costrutto latente di II ordine ICAA (Indice di Cittadinanza Attiva degli Adolescenti). Vengono individuate sette dimensioni latenti di I ordine: atteggiamenti verso le norme di cittadinanza, self-efficacy percepita, coinvolgimento personale, intenzioni di partecipazione attraverso forme di impegno civile, attività elettorali, attività politiche convenzionali e attivismo extra-parlamentare. La validità fattoriale del costrutto viene testata su un campione statisticamente rappresentativo di studenti italiani all'ottavo grado di istruzione (2nd order CFA). La valutazione dell'invarianza di misura e l'invarianza strutturale, invece, è svolta su diversi gruppi di studenti suddivisi per genere, origine etnica e macro-area di residenza (multi-group mean and covariance structures analysis, MG-MACS). Lo scopo è verificare se la coerenza interna del costrutto ICAA e le sue medie latenti sono in qualche modo affette dalle caratteristiche ascritte o dalla provenienza geografica degli intervistati. L'analisi comparativa offre un risultato in netta controtendenza con la letteratura preesistente: gli studenti del Mezzogiorno ottengono punteggi medi di ICAA significativamente più alti rispetto ai coetanei del resto d'Italia. La seconda parte dello studio si concentra sull'analisi delle possibili determinanti di questo inaspettato divario, considerando quattro diversi blocchi di predittori (caratteristiche individuali e familiari; disposizioni e competenze personali; dimensione esperienziale; fattori ambientali). Le analisi, realizzate attraverso modelli di regressione lineare multipla (OLS) e ad effetti fissi provinciali (FE), mostrano che le uniche variabili in grado di ridurre significativamente lo scarto geografico sono rappresentate dal numero di esperienze civiche vissute dagli studenti e dai modelli di comportamento civico adottati nella Provincia di residenza. I dati sono estratti della terza indagine internazionale promossa dalla IEA per lo studio dell'educazione civica e alla cittadinanza (ICCS 2009), che conta 3,366 partecipanti per l'Italia. Le variabili ambientali sintetizzano informazioni di tipo censuario aggregate a livello provinciale.
Research focussed on social capital and democratic development in the Italian Regions contributed to identify a deep geographical divide in terms of citizens' civic engagement. The virtuous communities of central and northern Italy are distinguished by higher rates of associationism, electoral participation and interest toward social issues. On the other hand, the south of the country seems to be largely entangled in the networks of amoral familism and cronyism, hampering the development of a flourishing civil society and efficient political structures. Unfortunately, most part of the social capital measurement indices adopted in the literature are not able to grasp howmuch of the citizens' public effort is actually driven by democratic principles and good intentions toward the common good. The active citizenship construct has been designed to meet these needs but, to date, there are no projects focussed on the assessment of this construct in the italian scenario. Starting from this lack of knowledge, the present study aims to: 1) quantify the level of active citizenship expressed by Italian adolescents; 2) verify the persistence of the North-South divide; 3) identify which kind of predictors actively contribute to explain this geographical gap. In order to reach these goals, a two-step analytic procedure has been settled.The first step aims to definethe ICAA latent construct (Youth active citizenship index) and tests its validity and invariance across a statistically representative sample of 8th grade Italian students (2nd Order Confirmatory Factor Analysis CFA). Seven 1st order latent dimensions are considered: attitudes towards citizenship norms, students' perceived self-efficacy, attentiveness, intended civil engagement, extra-parliamentary activism, electoral and conventional political activities. The measurement and the structural invariance of the ICAA construct are tested over different sub-samples of students defined by sex, ethnicity and geographical origin (multi-group mean and covariance structures analysis, MG-MACS). The idea is to evaluate whether the construct internal coherence and its latent factors means are somehow affected by a set of individuals' ascribed characteristics or by the respondents' geographical origins.Surprisingly, students living in Southern Italy achieve a significantly higher mean score for most of the 1st order latent factors, developing the same robust surplus in the overall ICAA latent mean. The second part of the study focuses on the determinants of this unexpected geographical divide. Four different groups of predictors are considered: individual and family characteristics; school characteristics and resources; contextual factors. The analysis - based on multiple linear regression models (OLS) and fixed effects models (FE) - shows that the number of civic activities carried out by students and the civic behavioral patterns adopted within the Province of residence contribute in reducing the active citizenship geographical spread. Data are extracted fromthe third International Civic and Citizenship Education Study database (ICCS 2009), a survey edited by IEA that counts 3,366 participants in Italy.Environmental variables come from Italian census data merged with the ICCS 2009 survey at the Province level.
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Del, Sordo Aurora <1999&gt. "“Il divario tra Nord e Sud attraverso la lente della disoccupazione giovanile” e come sottotitolo “Il caso delle Società Benefit come possibili driver di cambiamento”." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/22011.

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Abstract:
Il focus dell’elaborato sarà costituito dal tema della disoccupazione giovanile. Si tratta di una dimensione di cui si dibatte molto, su cui si è cercato di agire molto spesso senza riuscire però ad ottenere risultati che ribaltassero la situazione. In particolare, l’obiettivo di tutto l’elaborato sarà investigare sulle profonde discrepanze presenti all’interno del Paese. La differenza in termini di occupazione giovanile (e non solo) tra Settentrione e Meridione ha subito differenti picchi, sia in positivo che in negativo ma il tempo – e le misure adottate – non l’hanno mai annullata. Da dove nasce, dunque, questa discrepanza notevole tra gli occupati al Nord e quelli al Sud? Perché i giovani, sebbene ci siano una serie di politiche pensate e attuate per il Sud, non riescono a trovare lavoro o sono costretti a emigrare? Com’è possibile che al Meridione si abbia un livello più alto di laureati e un livello così basso di occupazione giovanile? Per rispondere a queste domande si prenderanno come punti di riferimento due regioni molto diverse tra loro anche in questo contesto: il Veneto e la Puglia. L’elaborato procederà attraverso un’analisi sui cosiddetti most dissimilar systems: le regioni prese in considerazione sono di fatti differenti tra loro sia in relazione al tema della disoccupazione giovanile sia da un punto di vista demografico, economico, di sviluppo, di politiche implementate. Si guarderà alle stesse cercando analogie e differenze su azioni attuate a livello europeo, nazionale e regionale. Nel cercare le risposte ai suddetti quesiti, si tratterà un caso studio dallo sviluppo particolarmente recente: si tratta delle società benefit, società a scopo di lucro che però hanno un notevole impatto sociale in vari campi, tra cui appunto quello dell’occupazione. In particolare, si prenderanno in considerazione SerenDPT, società benefit con sede nell’isola della Giudecca a Venezia, la quale funge da acceleratore di start-up che operano in campi differenti, tutti con lo scopo di migliorare e ripopolare l’ecosistema veneziano e Neetra, società benefit con sede in provincia di Bari, leader nel settore della progettazione, produzione e vendita di apparati per il Broadcasting Radiotelevisivo.
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Books on the topic "Divario Nord-Sud"

1

Daniele, Vittorio. Il divario Nord-Sud in Italia, 1861-2011. Soveria Mannelli: Rubbettino, 2011.

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Daniele, Vittorio. Il divario Nord-Sud in Italia, 1861-2011. Soveria Mannelli: Rubbettino, 2011.

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Marca, Nicola La. Il dualismo imprenditoriale italiano: Indagine sulle cause storiche del divario nord-sud. Roma: Edizioni Nuova cultura, 1993.

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Simonelli, Felice. Sulle origini del divario Nord-Sud in Italia: Per capire cosa ci è successo e come venirne fuori. Napoli: Guida, 2008.

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Sulle origini del divario Nord-Sud in Italia: Per capire cosa ci è successo e come venirne fuori. Napoli: Guida, 2008.

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Pavolini, Emmanuele, Pier Francesco Asso, and Laura Azzolina. L'istruzione difficile: I divari nelle competenze fra Nord e Sud. Roma: Donzelli editore, 2015.

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