Academic literature on the topic 'Disturbo mentale grave'

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Journal articles on the topic "Disturbo mentale grave"

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De Girolamo, Giovanni, Valentina Candini, Laura Iozzino, and Cristina Zarbo. "Ricerca in salute mentale: un decennio di progetti all'IRCSS Fatebenefratelli." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (September 2020): 83–113. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2020-002006.

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Abstract:
In Italia il sistema degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) rappresenta, da decenni, il pilastro fondamentale della ricerca condotta all'interno del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). L'IRCCS Fatebenefratelli di Brescia è l'unico in Italia ad avere come area ufficiale di riconoscimento la psichiatria. L'obiettivo di questo capitolo è di descrivere e discutere le attività di ricerca condotte dall'Unità Operativa di Psichiatria Epidemiologica e Valutativa (UOPEV) dell'IRCCS Fatebenefratelli in oltre un decennio (2009-2020). Tali attività di ricerca si collocano all'interno di tre grandi aree: la ricerca epidemiologica, la ricerca clinica e la health services research. I progetti relativi alla ricerca epidemiologica presentati riguardano lo studio della prevalenza dei disturbi mentali e da uso di sostanze nella popolazione generale (WMHSI), le caratteristiche dei pazienti trattati nelle strutture residenziali (PERDOVE), i fattori prognostici di esito di pazienti anziani ospedalizzati (PERDOVE-anziani), la prevalenza e l'incidenza dei disturbi depressivi in persone affette da diabete di tipo 2 (INTERPRET-DD), le caratteristiche socio-demografiche, cliniche ed assistenziali di pazienti con una storia grave di violenza (VIORMED ed EU-VIORMED), e l'impiego di dispositivi di telemedicina per la gestione dei pazienti con depressione, sclerosi multipla o epilessia (RADAR-CNS). Tra i progetti di ricerca clinica verranno discussi in particolare un trial sull'impiego della ossitocina intranasale per il trattamento di pazienti con diagnosi di schizofrenia (OXIS), la psicoeducazione per pazienti con disturbo bipolare, e il progetto DIAPASON. Infine, nell'ambito del macro-settore di ricerca dei servizi di salute mentale sarà presentato il progetto MILESTONE. Tale excursus consentirà di intrecciare e discutere criticamente lo stato della pratica clinica e della ricerca in psichiatria, e consentirà di formulare delle proposte su aree di ricerca innovative nel prossimo decennio.
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Lora, Antonio, Gabriella Bai, Callisto Bravi, Roberto Bezzi, Francesco Bulgarini, Antonio Mastroeni, Chiara Schena, and Andrea Terzi. "Patterns of care in community mental health services in Lombardy." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no. 2 (August 1998): 98–109. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007235.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo — L'obiettivo di questo studio è quello di descrivere i patterns di utilizzazione dei pazienti in contatto con 5 Unità Operative di Psichiatria lombarde secondo quattro classi: alti utilizzatori lungoassistiti, alti utilizzatori non lungoassistiti, lungoassistiti non alti utilizzatori, non alti utilizzatori non lungoassistiti. Disegno — Studio descrittivo a partire dai dati ricavati dal Sistema Informativo Psichiatrico regionale; è stata analizzata una coorte di 5.670 pazienti nell'ambito della prevalenza annua relativa all'anno 1994. Setting — 5 Unità Operative di Psichiatria della Regione Lombardia (Merate, Treviglio, Crema, Desio, Castano Primo), con una popolazione complessiva di 610.184 residenti di eta superiore ai 14 anni. Principali misure utilizzate — Sono state prese in considerazione alcune variabili sociodemografiche e cliniche relative ai pazienti; oltre un'analisi descrittiva dei quattro patterns, è stata effettuata una analisi logistica multinomiale. Risultari — Gli alti utilizzatori lungoassistiti (AU-LA), pur rappresentando solo il 5.3% del campione (4.9 casi per 10.000 residenti di età superiore ai 14 anni), consumano il 60% delle risorse espresse in SCS; solo la condizione di separato, divorziato, vedovo è predittiva per tale pattern. Gli alti utilizzatori non lungoassistiti (AU-non LA) costituiscono 1.2% del campione (1.1 casi per 10.000) ed utilizzano il 7.8% del SCS. Variabili predittrici di tale pattern sono l'eta compresa tra i 15-44 anni, l'assenza di un'attivita lavorativa e di un partner, la diagnosi di un disturbo mentale grave e la presenza di contatti con i servizi psichiatrici negli anni 1985-1989. I lungoassistiti non alti utilizzatori (LA-non AU) rappresentano il 23.4% della coorte (21.6 casi per 10.000) e vengono al secondo posto per consumo dirisorse (18.1% del SCS). Sono variabili predittive: l'età compresa tra i 15-44 anni, il vivere da solo, l'assenza di un'attività lavorativa e di un partner, la diagnosi di un disturbo mentale grave e la presenza di contatti con i servizi psichiatrici antecedenti al 1990. I pazienti non lungoassistiti non alti utilizzatori (non LA-non AU), pur rappresentando il 70.1% della coorte (64.8 casi per 10.000), consumano solo il 13.8% del SCS. Conclusioni — I dati mostrano che complessivamente l'attivita delle UOP è orientata nei confronti dei pazienti piu gravi, anche se sono rilevabili marcate differenze tra le UOP lombarde rispetto all'utilizzazione dei servizi. È confermata l'utilita di un Sistema Informativo a diffusione regionale che permetta di monitorare l'evoluzione nel tempo e nel territorio regionale dei patterns di utilizzazione.
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Nigro, Nicoletta, and Michael Fanizza. "Il Trattamento DBT orientato del Disturbo Borderline di Personalità nei servizi di Salute Mentale di Modena." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (December 2021): 93–110. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003007.

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Abstract:
Il presente articolo descriverà Il Disturbo Borderline di Personalità (DBP) ed il suo trattamento nei Centri di Salute Mentale dei 7 Distretti territoriali Modenesi. Il Disturbo Borderline rappresenta, già normalmente una sfida importante per i Centri di Salute Mentale, sia per la criticità del trattamento sia per il benessere dei team curanti essendo un disturbo con forte componente drammatica che impone alle equipe curanti la gestione di aspetti controtransferali e la necessità di un intervento che implementi nel paziente l'integrazione di elementi frammentati e disregolati. In letteratura emerge che per rispondere a tali esigenze l'intervento deve prevedere una co-terapia; una espressione della co-terapia è rappresentata dal doppio setting, individuale e di gruppo. Un modello che risponde a tali requisiti è quello Dialettico- Comportamentale ideato da Marsha Linehan (DBT). La realtà modenese si mette in gioco nella presa in carico dei disturbi gravi della personalità secondo il Modello DBT adattando alla realtà territoriale ed alle esigenze dei Centri di salute Mentale tale intervento associando anche il trattamento gruppale psicoeducativo alle famiglie. In epoca pandemica i servizi territoriali rivolti alla Salute mentale hanno accettato la sfida di un trattamento DBT on line.
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Jenkins, Rachel. "England's policy on severe mental illness." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 1 (April 1996): 31–37. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003912.

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Abstract:
RIASSUNTOLa Gran Bretagna ha messo a punto una comprovata strategia sulla salute mentale che include dove e come le persone sono curate e con quali obiettivi. Ha assicurato che la politica sanitaria sia basata sull'epidemiologia dei disturbi psichici e che sia incentrata non solo sui disturbi psichici gravi, che necessitano di trattamenti specifici, ma anche sui disturbi meno gravi in medicina di base, nelle carceri e sul posto di lavoro ed inoltre sull'integrazione e interfaccia tra i servizi di salute mentale ed altre agenzie.Ha basato la politica sanitaria su un quadro coerente di promozione della prevenzione della salute mentale (prevenzione primaria, secondaria e terziaria e prevenzione della mortalita) conduce questa politica quantificando l'esito in termini di salute mentale, nonche gli imputs ed i processi.
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Pozzi, Euro. "La diagnosi di Disturbo di Personalitŕ nella pratica dei CSM." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2011): 41–55. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-002004.

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Abstract:
Le diagnosi formulate nelle cartelle cliniche presso i Centri di Salute Mentale non corrispondono quasi mai con la diagnosi che ha in mente lo psichiatra che ha in carico il caso. L'articolo sviluppa alcune ipotesi su tale discrepanza. Ci si sofferma in modo particolare sul fatto che se paragoniamo la letteratura sull'epidemiologia dei Disturbi di Personalitŕ e sui Disturbi Gravi di Personalitŕ con i dati a nostra disposizione risalta quanto tali disturbi siano assolutamente sottodiagnosticati. L'articolo sviluppa le ragioni di questa differenza e le conseguenze che ne derivano per la mancata terapia: i Disturbi dell'Asse II infatti richiedono che venga messa al centro della prassi terapeutica la psicoterapia con tecniche e modalitŕ specifiche e mirate. Il mancato trattamento dei Disturbi Gravi di Personalitŕ porta alla cronicizzazione dei Disturbi di Asse I. L'articolo si conclude ipotizzando una prassi di lavoro che potrebbe integrarsi con le strutture Dipartimentali giŕ disponibili.
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Gater, Richard. "WHO study of psychological problems in general health care. Baseline findings and implications for primary care." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 3 (December 1996): 172–77. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004152.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - Indagare la forma, la frequenza, la gestione e l'esito dei disturbi psichici comuni in pazienti della medicina generale. Disegno - Campionamento a due-stadi di coloro che si rivolgono ai servizi di medicina generale seguito da una valutazione longitudinale a 3 e 12 mesi dello stato mentale, della disabilità e del trattamento, eseguiti utilizzando gli stessi metodi in 15 Centri nel mondo, sotto il coordinamento dell'Organizzazione Mondiale della Sanita. Principali misure utilizzate - General Health Questionnaire, la versione per la medicina generale della Composite International Diagnostic Interview utilizzata per ricavare diagnosi secondo i criteri dell'ICD-10, la Groningen Social Disability Schedule, ed una valutazione da parte del medico di medicina generale dell'attuale stato fisico e mentale insieme ad un riassunto della loro gestione del caso. Risultati - Sono stati sottoposti a screening 25.916 pazienti e sono stati sottoposti a dettagliate interviste 5.438 pazienti. I disturbi psichici tra i pazienti degli ambulatori di medicina generale sono risultati frequenti (in media il 24% di pazienti visti consecutivamente, range 7.3%-52.5%). La disabilità è risultata più elevata nei pazienti con disturbi psichici: quanto più gravi erano i disturbi psichici, tanto pià grave era la disabilità. Il problema principale lamentato dai pazienti era spesso un sintomo somatico, mentre solo una minoranza di essi lamentava un chiaro sintomo psichico. Il riconoscimento dei disturbi da parte dei medici è risultato essere molto diverso tra i diversi Centri e in tutti i Centri metà dei casi ICD-10 non è stata identificata dai medici. I medici operand nell'area di Verona hanno messo in evidenza una particolare distorsione nei riguardi dei disturbi psichici. Un trattamento e stato prescritto a quasi tutti i pazienti che secondo i medici presentavano disturbi psichici, per cui i trattamenti sono risultati simili, indipendentemente dalla diagnosi. Conclusioni - La frequenza dei disturbi psichici nel setting della medicina generale e la disabilità ad essi associata sottolineano la loro importanza per la salute pubblica. Questi sono pazienti che si rivolgono agli ambulatori di medicina generale; la maggior parte di essi continua ad essere trattata in tale setting senza ricorrere ai servizi psichiatrici specialistici. È pertanto importante potenziare il training per il riconoscimento, la diagnosi ed il trattamento dei disturbi psichici comuni sia nelle Facolta di medicina che nei corsi di formazione dei medici di medicina generale.
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Burla, Franco, Stefano Ferracuti, and Renato Lazzari. "Borderline Personality Disorder: Content and Formal Analysis of the Rorschach." Rorschachiana 22, no. 1 (January 1997): 149–62. http://dx.doi.org/10.1027/1192-5604.22.1.149.

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Abstract:
In questo studio sono stati confrontati venti pazienti con diagnosi DSM-III-R di disturbo borderline di personalitê, con un numero eguale di nevrotici (soggetti con disturbi somatoformi o ansiosi secondo il DSM-III-R) e di psicotici (pazienti con diangosi DSM-III-R di schizofrenia o disturbo delirante). I pazienti non-differivano in forma statisticamente significativa per etê media. Tutti i soggetti sono stati sottoposti al test di Rorschach, ed i protocolli sono stati valutati con il sistema di Exner per quanto concerne l’analisi strutturale e con analisi contenutistica. Per quanto riguarda quest’ultima sono state valutate le seguenti scale: scale di barriera e penetrazione di Fisher and Cleveland (1958) ; scala di ostilitê (Elizur, 1949); scala di ansietê (Elizur, 1949); scala di dipendenza ( De Vos, 1952 ); scala di depressione ( Endicott, 1972 ; Endicott & Jortner, 1966 ); scala di sospettositê ( Endicott, 1972 ; Endicott, Jortner, & Abramoff, 1969 ), scala delle difese di Lerner ( Lerner & Lerner, 1980 ). Per quanto concerne l’esame di realtê sono state prese in considerazione le confabulazioni e un grado di maggiore gravitê delle stesse. Quest’ultime sono state tipizzate come confabulazioni nelle quali era presente una iperelaborazione dello stimolo, con tematizzazione di una breve storia, abitualmente drammatica, e dove il contatto con realtê appariva completamente perso. L’analisi strutturale ha indicato che i pazienti con disturbo borderline di personalitê e i soggetti psicotici presentavano un numero maggiore di segni depressivi. L’indice SCZI ha differenziato esclusivamente il gruppo degli psicotici, il quale peraltro Åanche risultato come quello maggiormente compromesso per quanto concerne l’accuratezza percettiva. Le capacitê empatiche e di identificazione interpersonale sono risultate migliori nei pazienti borderline. L’analisi contenutistica ha indicato che i pazienti borderline erano differenziabili dagli altri due gruppi per una maggiore presenza di segni di dipendenza affettiva. Inoltre, rispetto agli psicotici, i pazienti borderline presentavano un maggior numero di segni di ostilitê, e utilizzavano in maggior grado rispetto ai nevrotici meccanismi difensivi di svalutazione ed identificazione proiettiva. I pazienti borderline presentavano anche un maggior numero di confabulazioni gravi rispetto ai nevrotici. I dati di questo studio suggeriscono la possibilitê che vi sia un discreto grado di sovrapposizione tra le categorie diagnostiche dei borderline con altre condizioni pre-psicotiche.
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Bruno, Licia, Shaniko Kaleci, Simona Chiodo, Angelo Fioritti, and Antonella Piazza. "Adolescenti in transizione nei servizi di salute mentale: uno studio di follow-up." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (December 2021): 111–31. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003008.

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Abstract:
Scopi. Descrivere le caratteristiche degli adolescenti con disturbi psichici e comportamentali residenti nel territorio dell'Azienda USL di Bologna, dimessi dal servizio di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza (NPIA) dal 2006 al 2015. Individuare i fattori predittivi della prosecuzione delle cure nei Centri di Salute Mentale (CSM). Metodi Studio di coorte retrospettiva con un follow-up di tre anni, basato sui dati dei sistemi informativi NPIA e CSM. Sono state effettuate due analisi multivariate per identificare i fattori predittivi del ricorso al CSM entro tre anni e della transizione entro il primo anno dalla dimissione. Risultati La coorte è costituita da 2594 adolescenti di almeno 15 anni dimessi dal servizio NPIA, in maggioranza maschi. Quasi l'80% è stato dimesso prima di aver raggiunto 17 anni; circa il 59% ha ricevuto diagnosi di ritardo mentale o di disturbi dello sviluppo psicologico specifici/misti. Nei tre anni successivi alla dimissione ha fatto ricorso al CSM quasi un quinto della coorte (489 soggetti), di cui più di metà dei casi (n=277) in transizione entro il primo anno. Sono risultati fattori predittivi del ricorso al CSM la nazionalità italiana, l'età alla dimissione di almeno 17 anni, più di dieci anni di trattamento, più di sette prestazioni nell'ultimo anno, disturbi psichici o comportamentali maggiori. I fattori predittivi della transizione entro un anno dalla dimissione NPIA sembrano in gran parte analoghi, con tre eccezioni: la nazionalità italiana perde significatività, tra i gruppi diagnostici sono solo i disturbi dello sviluppo psicologico specifici/misti a mostrare probabilità inferiori, mentre emerge come fattore predittivo avere avuto la dimissione negli ultimi sei anni del decennio. Conclusioni Analogamente a quanto riportato da altre indagini, il ricorso al CSM riguarda una minoranza di adolescenti dimessi dal servizio NPIA. Trattamenti NPIA intensi e prolungati e disturbi gravi appaiono i principali fattori predittivi. La maggior probabilità per i dimessi negli ultimi sei anni del decennio di transitare al CSM in continuità di cura può essere ascrivibile ai miglioramenti organizzativi apportati con il consolidamento di pratiche e procedure condivise per il passaggio dei casi. Tuttavia rimangono aperti interrogativi sui gap di cura e sulle azioni necessarie per superarli.
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Armando, Marco, Francesca Fagioli, Simone Borra, Rossella Carnevali, Valentino Righetti, Riccardo Saba, Lorenzo Tarsitani, Massimo Biondi, and Paolo Fiori Nastro. "Mental uneasiness, perceived stress and help-seeking in a non-resident university student sample (in Italian)." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 18, no. 2 (June 2009): 154–60. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00001044.

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Abstract:
Il passaggio dal liceo all'università rappresenta quella che altrove è stata definita una “rivoluzione copernicana” (Fiori Nastroet al., 2008). Questo passaggio avviene in una fascia d'età compresa tra i 18 e i 20 anni, periodo estremamente delicato per quanto attiene le patologie psichiatriche dal momento che è stato stimato che il 75° dei disturbi mentali gravi esordisce entro i 24 anni (Patelet al., 2007; Costelloet al., 2003).
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Cantelmi, Tonino, Emiliano Lambiase, Michela Pensavalli, Pasquale Laselva, and Sara Cecchetti. "COVID-19: impatto sulla salute mentale e supporto psicosociale." MODELLI DELLA MENTE, no. 1 (January 2021): 7–39. http://dx.doi.org/10.3280/mdm1-2020oa10908.

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Abstract:
Una pandemia non è solo un fenomeno medico, ma colpisce gli individui e la società e causa disagi a livello fisico, psicologico, sociale ed economico. Questo perché è un tipo di evento in grado di dimostrare, spesso in modo molto violento, la vulnerabilità e la fragilità dei nostri sistemi sociali e della nostra struttura psicologica, e quanto spesso possano essere inadeguate le nostre capacità di risposta tecnico-scientifica, sociocomunitaria e personale. In questo articolo abbiamo elaborato una rassegna della letteratura al fine di capire le possibili conseguenze psicologiche della pandemia in atto, cercando materiale da tre possibili fonti di informazione: situazioni con caratteristiche simili a quelle della pandemia in atto (es. con distanziamento sociale), eventi epidemici precedenti (es. SARS e MERS) e ricerche svolte direttamente in questo anno sulla pandemia da Sars-CoV-2. Dalle informazioni raccolte è emerso che le conseguenze psicologiche possono essere anche molto gravi (es. Depressione o Disturbo Post-Traumatico), verificarsi in tempi brevi e durare anche molto tempo dopo gli eventi che li hanno prodotti. Inoltre, è emerso come, nonostante le informazioni e la consapevolezza acquisite in situazioni passate o simili, non è stato fatto a sufficienza per prevenire e affrontare tali conseguenze psicologiche avverse.
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Dissertations / Theses on the topic "Disturbo mentale grave"

1

BARTOLI, FRANCESCO. "Disturbi mentali gravi e sindrome metabolica: meta-analisi e studio trasversale comparativo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/42833.

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Abstract:
Introduzione. Negli ultimi anni c'è stato un crescente interesse sulla sindrome metabolica (MetS) e sul ruolo che questa può ricoprire nell’aumentare il rischio di mortalità cardiovascolare tra i soggetti affetti da disturbo mentale grave (SMI). Obiettivi. L’obiettivo primario di questo studio è la stima del rischio tra soggetti affetti da SMI, rispetto ad individui che ne sono privi, di essere affetti da MetS. Metodi. (1) Revisione sistematica e meta-analisi: La revisione sistematica e meta-analisi è stata realizzata seguendo i criteri del MOOSE e del PRISMA Statement. Sono stati utilizzati PubMed e Embase come database per la ricerca. Sono stati inclusi tutti gli studi in cui fossero presenti dati di prevalenza di MetS in un gruppo di soggetti affetti da SMI e in un gruppo di controllo privo di patologia psichiatrica. (2) Studio trasversale comparativo: Lo studio è stato effettuato tra marzo 2011 e febbraio 2012 presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria San Gerardo di Monza. Un campione randomizzato di individui affetti da SMI e un gruppo di controllo adeguato privo di tale disturbo sono stati reclutati per la valutazione della prevalenza di MetS, sulla base dei criteri NCEP ATP III, e delle caratteristiche correlate. Risultati. (1) Revisione sistematica e meta-analisi: Sulla base dei criteri di inclusione, 27 articoli sono stati inclusi per la meta-analisi. Il pooled OR di MetS in soggetti affetti da SMI era 1.95 [1.54, 2.47], con un’elevata eterogeneità tra gli studi (I2 = 87%). Gli studi selezionati presentavano tuttavia numerose criticità dal punto di vista della qualità e del rischio di bias. (2) Studio trasversale comparativo: Abbiamo rilevato una prevalenza del 26.1% di MetS nel gruppo SMI e del 15.9% nel gruppo di controllo. L’analisi multivariata ha evidenziato come soggetti affetti da SMI avessero una probabilità di essere affetti da MetS oltre quattro volte superiore rispetto al gruppo di controllo. Conclusioni. I risultati della meta-analisi e dello studio trasversale comparativo convergono nel rilevare una maggiore probabilità di MetS in soggetti affetti da SMI. Prevenzione, diagnosi, monitoraggio e trattamento dei disturbi metabolici dovrebbero diventare parte integrante della gestione a lungo termine dei pazienti affetti da SMI da parte dei clinici. La ricerca futura dovrebbe concentrarsi (1) sul contributo relativo dello stile di vita, di fattori genetici e altre possibili variabili associate, come la terapia con farmaci antipsicotici, sul rischio di MetS e (2) sull’efficacia degli interventi volti alla promozione della salute tra individui affetti da SMI.
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Books on the topic "Disturbo mentale grave"

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Bellack, Alan S., Melanie E. Bennett, and Jean S. Gearon. La terapia cognitivo-comportamentale dell’abuso di sostanze in comorbilità con disturbi mentali gravi. Edited by Massimo Clerici. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1621-7.

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2

Bellack, Allan S., Bennett Melanie E, and Gearon Jean S. La terapia cognitivo-comportamentale dell'abuso di sostanze in comorbilità con disturbi mentali gravi. Springer, 2011.

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Book chapters on the topic "Disturbo mentale grave"

1

Bellack, Alan S., Melanie E. Bennett, and Jean S. Gearon. "Introduzione al trattamento di soggetti con “doppia diagnosi”." In La terapia cognitivo-comportamentale dell’abuso di sostanze in comorbilità con disturbi mentali gravi, 3–15. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1621-7_1.

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Bellack, Alan S., Melanie E. Bennett, and Jean S. Gearon. "Prevenzione delle ricadute e problem solving." In La terapia cognitivo-comportamentale dell’abuso di sostanze in comorbilità con disturbi mentali gravi, 229–307. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1621-7_10.

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Bellack, Alan S., Melanie E. Bennett, and Jean S. Gearon. "Graduazione e termine." In La terapia cognitivo-comportamentale dell’abuso di sostanze in comorbilità con disturbi mentali gravi, 309–19. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1621-7_11.

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Bellack, Alan S., Melanie E. Bennett, and Jean S. Gearon. "Gestione delle situazioni problematiche comuni." In La terapia cognitivo-comportamentale dell’abuso di sostanze in comorbilità con disturbi mentali gravi, 323–45. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1621-7_12.

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Bellack, Alan S., Melanie E. Bennett, and Jean S. Gearon. "Attuazione del programma di BTSAS nei setting clinici: strategie e potenziali modifiche." In La terapia cognitivo-comportamentale dell’abuso di sostanze in comorbilità con disturbi mentali gravi, 347–55. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1621-7_13.

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Bellack, Alan S., Melanie E. Bennett, and Jean S. Gearon. "Il background scientifico." In La terapia cognitivo-comportamentale dell’abuso di sostanze in comorbilità con disturbi mentali gravi, 17–34. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1621-7_2.

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Bellack, Alan S., Melanie E. Bennett, and Jean S. Gearon. "Filosofia alla base del training e strategie generali." In La terapia cognitivo-comportamentale dell’abuso di sostanze in comorbilità con disturbi mentali gravi, 35–50. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1621-7_3.

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Bellack, Alan S., Melanie E. Bennett, and Jean S. Gearon. "Training rivolto al miglioramento delle abilità sociali." In La terapia cognitivo-comportamentale dell’abuso di sostanze in comorbilità con disturbi mentali gravi, 51–66. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1621-7_4.

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Bellack, Alan S., Melanie E. Bennett, and Jean S. Gearon. "Strategie di valutazione." In La terapia cognitivo-comportamentale dell’abuso di sostanze in comorbilità con disturbi mentali gravi, 67–87. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1621-7_5.

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Bellack, Alan S., Melanie E. Bennett, and Jean S. Gearon. "Colloquio motivazionale con soggetti affetti da SPMI." In La terapia cognitivo-comportamentale dell’abuso di sostanze in comorbilità con disturbi mentali gravi, 91–113. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1621-7_6.

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