Dissertations / Theses on the topic 'Disturbo linguistico'

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1

Noro, Nicola <1996&gt. "L’uso delle Lingue dei segni nella riabilitazione linguistica di soggetti con disturbo dello spettro dell’autismo. Uno strumento di comunicazione alternativa aumentativa o un vero e proprio sviluppo linguistico?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17711.

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Abstract:
Questa tesi indaga l’uso clinico delle lingue dei segni nei pazienti con disturbo dello spettro dell’autismo al fine di comprendere se si possa riscontrare un effettivo sviluppo linguistico quando esposti a queste lingue. La prima parte della tesi è dedicata ad una panoramica introduttiva al disturbo dello spettro dell’autismo e alle lingue dei segni. Nel primo capitolo si descrive lo sviluppo storico della diagnosi del disturbo. Si prosegue analizzando le specificità neurologiche dei soggetti con disturbo dello spettro dell’autismo e le principali teorie cognitive proposte come base di tale disturbo. La parte conclusiva del capitolo è dedicata ad un’analisi dei deficit linguistici dei soggetti. Il secondo capitolo si apre con una breve storia delle lingue dei segni e indaga lo sviluppo linguistico delle persone sorde segnanti. Nella seconda parte dell’elaborato si espongono le basi teoriche e le esperienze pratiche a supporto dell’uso delle lingue dei segni come metodo riabilitativo per soggetti con disabilità comunicative. Vengono poi introdotti i metodi di intervento linguistico utilizzati con i pazienti con disturbo dello spettro dell’autismo, per focalizzarsi poi su quelli in cui si utilizzano le lingue dei segni. A concludere l’elaborato è l’analisi dello sviluppo linguistico riscontrato in pazienti con disturbo dello spettro dell’autismo esposti ad una lingua dei segni.
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2

PIAZZALUNGA, SILVIA. "La Partecipazione Comunicativa in età prescolare nello sviluppo linguistico tipico e atipico." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/325881.

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Abstract:
Il presente lavoro considera la salute, in accordo con quanto proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, nei termini di un complesso funzionamento bio-psico-sociale dell’individuo, che può essere descritto sia in riferimento alle possibilità di eseguire attività, sia in relazione al grado di partecipazione conseguito nelle situazioni di vita. Nella comunità scientifica è stato, inoltre, introdotto il costrutto multi-componenziale di Partecipazione Comunicativa (PC), riferito alla possibilità di un individuo di prendere parte alle situazioni quotidiane attraverso le competenze comunicativo-linguistiche. Tale costrutto è stato, prevalentemente, indagato in popolazioni pediatriche con disturbi eterogenei dello sviluppo e, pertanto, tenendo conto della scarsità dei dati disponibili, appare rilevante esaminarlo, da un lato, nei bambini con sviluppo linguistico atipico, per verificare se la presenza di difficoltà linguistiche sia associ ad una Partecipazione Comunicativa compromessa e, dall’altro, anche nei bambini con sviluppo linguistico tipico, per facilitare l’interpretazione di eventuali dissimilarità tra le due popolazioni. Nel presente elaborato viene presentata una rassegna della letteratura scientifica e, successivamente, sono riportati alcuni studi empirici realizzati per rispondere alle suddette necessità. Il primo studio indaga la PC e le componenti ad essa sottese nello sviluppo linguistico tipico, investigandone la traiettoria evolutiva e verificando l’influenza di specifici fattori individuali, quali il genere e la qualità dell’eloquio. A partire dal ruolo che quest’ultimo fattore ricopre nel grado di PC in età prescolare, il secondo studio intende verificare se i bambini caratterizzati da un eloquio compromesso presentino, rispetto ai pari, delle differenze significative in tale capacità, approfondendo il peso assunto dalla competenza articolatoria. A seguito delle evidenze riscontrate circa le differenze tra le due popolazioni osservate, nel terzo studio si approfondisce la qualità delle associazioni intercorrenti tra la PC, le competenze linguistiche formali, quelle di natura socio-emotivo-comportamentale e il temperamento, nello sviluppo linguistico tipico e in quello atipico. Nel complesso, emerge che, nel periodo prescolare, la PC presenta una traiettoria incrementale, lievemente influenzata dal genere, che risulta, in ogni caso, associata alla qualità dell’eloquio. La rilevanza dell’eloquio è confermata anche considerando i bambini con sviluppo linguistico atipico, nei quali si osservano importanti limitazioni nella PC e nelle componenti ad essa sottese. Viene altresì rilevato che la PC non è direttamente relata a competenze di natura socio-emotivo-comportamentale nonostante, nei bambini con sviluppo linguistico atipico, le difficoltà nell’utilizzo funzionale del linguaggio siano associate alla manifestazione di comportamenti disadattativi di tipo internalizzante. Alcune delle componenti funzionali della PC risultano, invece, chiaramente associate, in maniera positiva, a specifiche dimensioni temperamentali, ovvero all’estroversione, alla socievolezza e alla manifestazione di emozioni positive, contrariamente a quanto osservato nel caso in cui il bambino stesso manifesti alti livelli di inibizione comportamentale. Nelle conclusioni dell’elaborato si evidenziano le possibili ricadute applicative dei risultati ottenuti, sottolineando come l’introduzione, nella pratica clinica, di questo costrutto, nonché di validi strumenti attraverso cui misurarlo, risponda ad attuali esigenze sanitarie riferite alla fase diagnostico-valutativa, alla scelta di strategie e procedure di intervento e alle modalità di verifica dell’efficacia degli interventi stessi, indirizzati ai bambini con sviluppo linguistico atipico.
This research is in line with the World Health Organization's recommendation to consider health as a complex bio-psycho-social functioning of the individual, which can be described both through an individual's specific activities and the degree of his/her participation in daily experiences. From these premises, the scientific community has recently elaborated the multi-componential construct of Communicative Participation, which refers to an individual's ability to take part in everyday life situations, specifically with communicative-linguistic skills. Previous research mainly investigated this construct in children with heterogeneous communicative-linguistic disorders. Because of the lack of existing evidence, it is still relevant to further investigate it, on the one hand, in children with atypical language development, to examine whether linguistic difficulties are associated with impaired Communicative Participation and, on the other hand, also in children with typical language development, to interpret any differences between the two populations. This manuscript includes a review of the scientific literature and three empirical studies. The first study investigates Communicative Participation and its underlying components in typical language development; it investigates this competence's developmental trajectory and verifies the influence of specific individual factors, such as gender and quality of speech, on it. Since the quality of speech plays a role in the degree of Communicative Participation in preschool age, the second study examines whether children with speech/language disorders differ from peers in this capacity, and it explores the role of articulatory skill. Results show that children with speech/language disorder are significantly different from peers in Communicative Participation. Thus, the third study investigates associations between Communicative Participation, linguistic skills, social-emotional-behavioural skills, and temperament in typical and atypical language development. Overall, the research work shows that Communicative Participation improves with age in the preschool, it seems to be slightly influenced by gender, and it is, in any case, associated with the quality of the child's speech. Speech is also relevant because children with atypical language development have significant limitations in Communicative Participation and its underlying components. Moreover, Communicative Participation is not directly related to social-emotional-behavioural skills. However, uniquely in children with atypical language development, there is an association between language use difficulties and internalizing behavioural problems. Instead, some functional components of Communicative Participation are positively associated with some temperamental dimensions, such as extraversion, sociability, and positive emotions. These traits are positively associated with the child's functional use of expressive language; on the contrary, there is a negative association between behavioural inhibition and Communicative Participation. In conclusion, the paper highlights the possible clinical implications of the results and emphasizes that it is relevant to apply the new construct of Communicative Participation in clinical practice and use valid tools to measure it. This innovation can support many needs connected to the clinical practice with children with speech/language disorders, such as deepening the first functional assessment, choosing an intervention, and selecting outcome measures.
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Mazzone, Federica <1997&gt. "La valutazione linguistica nel disturbo dello spettro autistico: un caso studio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19887.

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Abstract:
Lo scopo del presente lavoro è quello di indagare le abilità linguistiche nel disturbo dello spettro autistico e, più in particolar modo, valutare la competenza linguistica in un bambino di 9;8 anni con diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico di grado moderato (F84.0). La tesi si compone di tre capitoli. Nel primo viene fornita una descrizione dettagliata dell’Autistic Spectrum Disorder (ASD), partendo dai fondamenti storici (Kanner, 1943; Asperger, 1944) fino a giungere alla letteratura odierna. Esso include temi come le metodologie di classificazione del disturbo (DSM-V, APA, 2015; ICD-11, in preparazione), l’epidemiologia, l’eziologia, i vari strumenti di screening ed infine la presentazione di alcune delle difficoltà linguistiche osservate in questa popolazione. Successivamente, nel secondo capitolo, sono stati raccolti numerosi studi volti ad analizzare la competenza linguistica dei soggetti con ASD. In particolare, sono stati approfonditi cinque domini linguistici: l’aspetto fonologico-lessicale, morfosintattico e pragmatico; è stato inoltre indagato lo stile narrativo. Ciascun aspetto osservato in letteratura è stato poi analizzato nel caso studio contenuto nel terzo capitolo. Infine, il terzo ed ultimo capitolo racchiude la storia clinica del soggetto, i test somministratogli e i relativi risultati. In particolar modo, il partecipante è stato sottoposto al Peabody Picture Vocabulary Test – Revised (PPVT-R; Dunn & Dunn, 1981), al test di ripetizione di non-parole (Fabbro, 1999), al Test for Reception of Grammar-Version 2 (TROG-2; Bishop, 2003b), al test di ripetizione di frasi (Del Puppo et al., 2016) e al test di di Abilità Pragmatiche del Linguaggio Medea (APL MEDEA; Lorusso, 2009). Infine, per valutare la sua competenza narrativa gli è stato somministrato un test di produzione semi-elicitata (Frog-Story; Meyer, 1969). Attraverso il confronto coi dati normativi presenti nei vari test standardizzati si è evinto che, in generale, la performance del bambino è notevolmente inferiore rispetto a quella dei suoi coetanei.
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4

Moretto, Nicholas <1996&gt. "La competenza linguistica di soggetti monolingui e bilingui con Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17744.

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Abstract:
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) si manifestano come difficoltà nella letto-scrittura e nel calcolo durante il periodo scolare. Tuttavia, in letteratura emerge che gli individui a rischio o con diagnosi di DSA possono presentare anche difficoltà con il linguaggio orale (tra gli altri, Bishop et al., 2009; Robertson e Joanisse, 2010; Talli et al., 2016; per l’italiano, Cardinaletti e Volpato, 2011, 2015; Guasti, 2013). Lo scopo di questo elaborato è valutare la competenza linguistica in italiano di 8 soggetti di età anagrafica compresa tra gli 8;0 e i 9;11 anni con una diagnosi di dislessia e/o disortografia confermata o sospetta. I test somministrati indagano la conoscenza lessicale sia in produzione che in comprensione, la produzione di pronomi clitici, la comprensione e la produzione di frasi passive, la ripetizione di frasi contenenti pronomi clitici e verbi modali e di moto, la ripetizione di frasi complesse (relative, interrogative, dichiarative, scisse e dislocate) e di non parole. Il gruppo sperimentale era composto da 4 soggetti italiani monolingui e 4 soggetti bilingui con italiano L2. Perciò, oltre alla performance rispetto ai pari a sviluppo tipico, si traccerà un confronto anche tra i risultati del sottogruppo monolingue e quelli del sottogruppo bilingue. In tal modo, si cercherà di verificare se il “fattore bilinguismo” abbia un’influenza sulla performance linguistica quando è presente anche un DSA.
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5

Femminis, Cassandra <1992&gt. "Differenze e similitudini tra Disturbo Specifico del Linguaggio e Dislessia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14895.

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Abstract:
Lo scopo del presente lavoro è quello di analizzare le caratteristiche generali dei deficit riscontrati nei soggetti con disturbo specifico del linguaggio (DSL) e con dislessia, delineando le relazioni tra i due tipi di disturbi, una questione complessa e ancora oggi oggetto di dibattito tra gli studiosi. Sono principalmente tre gli studi di comparazione tra i due disturbi: il severity model (Kamhi &Catts, 1986) in cui DSL e dislessia sono concepiti come disturbi distinti con frequente comorbilità e in cui il deficit fonologico risulta essere più grave nei dislessici che nei DSL; l’additional model (Bishop & Snowling, 2004) secondo cui i due disturbi sono simili in quanto entrambi caratterizzati da un deficit nell’elaborazione fonologica, tuttavia il DSL presenterebbe ulteriori deficit non-fonologici che creano problemi nello sviluppo della produzione orale; e il comorbidity model (Catts et al 2005) in cui DSL e dislessia sono concepiti come due distinti disturbi che hanno deficit cognitivi diversi e diverse manifestazioni: il deficit di elaborazione fonologica è il deficit principale solo nella dislessia mentre il DSL possiede deficit differenti che causano problemi nella lingua orale. Studi più recenti tuttavia hanno sottolineano il bisogno di esaminare la significatività statistica delle differenze di abilità tra soggetti con DSL o dislessia e i gruppi di controllo, tenendo conto anche della frequenza di questi deficit all’interno di ciascun gruppo clinico. Inoltre, viene sottolineata anche la necessità di valutare sia l’ascolto che la comprensione della lettura, insieme a capacità di lettura fonologica e abilità relative alla lettura fonologica nei bambini con DSL e dislessia.
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Borsato, Elena <1990&gt. "i DISTURBI DEL LINGUAGGIO E L'ACCESSIBILITà LINGUISTICA. SEMPLIFICAZIONE ED ANALISI DI DIVERSE TIPOLOGIE TESTUALI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6127.

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Abstract:
L'elaborato analizzaT la corrente legislazione riguardante la semplificazione linguistica della burocrazia italiana; in particolare si soffermerà sul "Codice di stile delle comunicazioni scritte ad uso delle amministrazioni pubbliche” di Alfredo Fioritto (1994), “Manuale di stile.Strumenti per semplificare il linguaggio delle amministrazioni pubbliche” (1997). La legislazione italiana verrà comparata con la legislazione di paesi anglofoni e con le direttive europee. la tesi proporrà nuove regole e suggerimenti per la semplificazione linguistica a beneficio delle persone con disturbi del linguaggio (afasia, dislessia, sordità e disturbi specifici del linguaggio)L'ultima parte propone degli esempi di testi semplificati e commentati.
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Zanderigo, Iona Antonella <1970&gt. "Lingue seconde e lingue straniere, osservazione dell´apprendimento in soggetti con disturbi specifici dell´apprendimento e disturbi dell´apprendimento in contesti bilingui." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16279.

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Abstract:
Questo studio nasce dall’esperienza di persone e culture che ogni giorno si incontrano, si scontrano e si influenzano reciprocamente. Pur cercando di mantenere ad ogni costo la propria identità, viviamo la realtà di un eurozona dove il punto di forza sta proprio nella diversità, ma anche in quei fili invisibili che collegano le culture di confine, i ladini del Comelico, i tedeschi dell’Alta Pusteria e gli austriaci dell’Osttirol. La terra che accoglie queste comunità è la stessa, aspra e sincera, unica e impressionante, ma segnata da eventi che anche dopo 100 anni continuano a serpeggiare nelle anime della gente del posto. Eppure mangiamo le stesse cose, abbiamo le stesse tradizioni, seguiamo gli stessi ritmi di vita dettati da una natura potente e ancora dominante. Come sosteneva Robert Lado negli anni Cinquanta e Sessanta, la cultura è vista come problema anche situazionale, ma soprattutto comunicativo, in quanto essa caratterizza e modifica la natura e la forma della comunicazione. Cos’è dunque che ci differenzia? La risposta unica è la scuola. I sistemi scolastici sono diversi e la cultura insegnata è diversa. Ecco che in Alto Adige, dove gli insegnanti devono avere il patentino di bilinguismo, molto difficile da ottenere, la selezione del corpo docente è severissima e favorisce gli insegnanti della regione. Nel bellunese e soprattutto in Comelico arrivano insegnanti da ogni parte d’Italia, ovviamente la lingua ladina non fa parte della scuola è un tabù. Questo comportamento ha privato intere generazioni della propria identità che oggi non appartengono né a una cultura né all’altra e che combattono tutti i giorni per la sopravvivenza. Questo studio prenderà in considerazioni le teorie linguistiche sull’apprendimento di lingue seconde e lingue straniere in contesti bilingui, osservando l’apprendimento di due soggetti con difficoltà di apprendimento che ritraggono una situazione tipica in territori con bassa mescolanza etnica, confermando il fatto che alcuni disturbi sono di origine costituzionale. Verranno esposti i risultati derivati dalla somministrazione di test (TROG e PDSS) per valutare la comprensione di strutture grammaticali, ritenute marcatori clinici, e la capacità di utilizzare le informazioni linguistiche di un testo per comprenderne il significato. Basandomi sulla raccolta di materiale autentico prodotto durante le lezioni con i soggetti analizzerò gli errori prodotti cercando di individuare in quale stadio dell’apprendimento lo studente si trova. Le lingue sono una risorsa e una ricchezza alla quale non possiamo rinunciare perché ci caratterizzano, ci valorizzano e dicono quello che siamo: un patrimonio genetico, da conservare e proteggere, che esprime valori e modelli di vita.
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Chillemi, Paolo <1996&gt. "La competenza morfosintattica di un bambino con diagnosi di Disturbo Primario del Linguaggio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18293.

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Abstract:
In questo lavoro, viene studiata la competenza morfosintattica di un bambino italiano (di 6;8 anni) con diagnosi di Disturbo Primario del Linguaggio (DPL) frequentante la scuola primaria. Vengono utilizzati test non standardizzati di comprensione, produzione e ripetizione di tre strutture linguistiche: le frasi passive, i pronomi clitici e le frasi relative. Queste tre strutture sintatticamente complesse sono strutture a movimento, che generano un ordine non canonico degli elementi della frase e che possono comportare difficoltà nell’acquisizione linguistica. Oltre al disturbo fonologico e lessicale che presenta questo bambino, i risultati ottenuti rivelano la presenza di un disturbo del linguaggio di tipo sintattico. Nella parte finale della tesi, verrà fatto un breve confronto con i risultati ottenuti negli stessi test da parte di un bambino di età 8;8 con una diagnosi di Disturbo emozionale dell’infanzia e una diagnosi di Disturbo evolutivo delle abilità scolastiche. I risultati mostrano che le competenze linguistiche di questo bambino risultano essere scarse, tuttavia, è probabile che questa compromissione sia dovuta ad una bassa memoria di lavoro piuttosto che a un deficit della grammatica. I dati raccolti saranno confrontati con la letteratura scientifica di riferimento per contribuire alla ricerca linguistica sul DPL.
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Catellani, Cecilia <1995&gt. "I bambini bilingui con disturbo dello sviluppo del linguaggio: strumenti e marcatori clinici per una diagnosi precoce." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18105.

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Abstract:
Questo elaborato si propone di approfondire alcuni aspetti relativi alla competenza linguistica dei bambini bilingui in presenza di un disturbo dello sviluppo del linguaggio (DSL). Obiettivo principale è quello di presentare gli strumenti diagnostici ed i marcatori clinici che permettono quanto più efficacemente e precocemente di individuare il disturbo in un contesto di bilinguismo consentendo di intervenire quanto prima per ottenere miglioramenti linguistici. Fondamentale è stato analizzare separatamente i due fenomeni. Primariamente, da un lato, i tratti distintivi del bilinguismo e dall’altro, le caratteristiche del disturbo di linguaggio. Per raggiungere l’obiettivo sono stati analizzati vari studi sviluppati all’interno del progetto COST Action IS0804, il progetto quadriennale che ha indagato gli strumenti utili per il riconoscimento dei soggetti bilingui con DSL. Tale progetto ha dimostrato l’importanza di strumenti quali la ripetizione di parole, non-parole e frasi, la narrazione, il task di lettura ed il questionario per i genitori, e marcatori clinici tra cui la morfologia verbale ed il pronome clitico in italiano.
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Blasi, Helena Ferro. "Contribuições da psicolinguística ao diagnóstico da dislexia." Florianópolis, SC, 2006. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/89554.

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Abstract:
Tese (doutorado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Comunicação e Expressão. Programa de Pós-graduação em Linguística
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Neste trabalho, procura-se esclarecer a definição da dislexia afastando-a das noções teóricas que amparam o conceito de distúrbio de aprendizagem. Comprova-se que a dificuldade do indivíduo disléxico reside, primeiramente, em perceber a distinção dos traços que formam as letras, a terceira articulação e, procura-se trazer à discussão a falta de entendimento que o professor do Ensino Fundamental possui sobre as questões patológicas da linguagem, mais especificamente sobre a dislexia. Ao se constatar que instrumentos de avaliação da dislexia podem ocupar-se exclusivamente de tarefas metafonológicas, contrariando ao que se postula nesta pesquisa, foram elaborados testes de correspondência grafo-fonológicas capazes de auxiliar na definição do perfil do indivíduo disléxico. Estes foram aplicados a 45 sujeitos de ambos os sexos, crianças regularmente matriculadas na 4ª série do Ensino Fundamental de escola pública do município de São José, na Grande Florianópolis, os quais, no entendimento de seus professores, apresentavam manifestações compatíveis com o quadro de dislexia. A partir da análise dos resultados, verificou-se que o instrumento de avaliação foi eficaz em definir o perfil do sujeito disléxico, pois foi possível identificar essa característica em 3 sujeitos da amostra. Constatou-se também que 8 sujeitos não manifestaram nenhuma dificuldade e 34 indivíduos mostraram desempenho compatível com distúrbio de aprendizagem e não com dislexia, o que levou a comprovar a dificuldade da escola em lidar com as questões patológicas da linguagem.
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Fernicola, Francesco. "Verso lo sviluppo di un modello predittivo per lo screening del Disturbo di Linguaggio in età evolutiva: un esperimento-pilota con Orange." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18841/.

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Abstract:
Sin dai suoi albori, la linguistica computazionale si è sviluppata come un campo fondamentalmente interdisciplinare, sfruttando gli innovativi strumenti informatici sorti durante la rivoluzione digitale per analizzare le lingue naturali e i fenomeni linguistici. Questo campo ha fornito un contributo fondamentale per la creazione di alcuni tra gli strumenti che sono diventati parte integrante della vita di tutti i giorni; a partire dagli editor di testo (Microsoft Word), passando per i motori di ricerca (Google) fino ai sistemi di riconoscimento vocale e di traduzione automatica. Questi ultimi due in particolare hanno conosciuto miglioramenti notevoli negli ultimi anni, grazie agli enormi progressi nelle tecniche di machine learning, anche noto come apprendimento automatico. Tuttavia queste tecniche non trovano la propria applicazione solo nella nostra quotidianità, ma anche nella ricerca scientifica. È infatti possibile utilizzarle per l'analisi di dati e persino per la creazione di modelli predittivi a partire da una collezione di dati (chiamata dataset). Rappresentano pertanto uno strumento aggiuntivo per la valutazione delle ipotesi scientifiche, nonché un supporto ulteriore alla diagnosi in campo medico. In questa tesi si intende fornire un'applicazione pratica di queste tecniche al campo della logopedia, proponendo un esperimento-pilota con il fine di sviluppare un modello predittivo per lo screening del Disturbo del Linguaggio in età evolutiva.
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De, Gaudio Elena <1995&gt. "La produzione narrativa di preadolescenti dialettofoni con Dislessia Evolutiva e Disturbo Specifico del Linguaggio: il dialetto come potenziale fattore di esclusione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17287.

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Abstract:
Il presente lavoro costituisce un contributo al dibattito accademico extra-europeo sull'individuazione dei disturbi del linguaggio e dell'apprendimento in ambito multilingue, rappresentato in Europa dalle ricerche della COST Action IS0804. A tale scopo, questo lavoro ha indagato le competenze linguistiche di 3 preadolescenti dialettofoni calabresi con diagnosi di Dislessia Evolutiva e Disturbo Specifico del Linguaggio, con l'obiettivo di verificare quanto l'esposizione al dialetto possa influenzare l'acquisizione dell'italiano e come questo possa eventualmente incidere sul percorso diagnostico. Per fare ciò, il test di produzione narrativa LITMUS-MAIN (Multilingual Assessment Instrument for Narratives - Revised, Gagarina, N., Klop, D., Kunnari, S., Tantele, K., Välimaa, T., Bohnacker, U. Walters, J. (2019), ZAS Papers in Linguistics 63) è stato adattato al dialetto calabrese per analizzare le performance narrative dei 3 soggetti coinvolti e confrontarle con quelle di 3 gruppi di controllo, in maniera tale da confermare la presenza di marcatori di disturbo specifico in entrambe le lingue conosciute dai soggetti sperimentali. Anche se il confronto fra i 3 soggetti e i gruppi di controllo non ha evidenziato differenze tra le due performance a livello quantitativo, un'analisi qualitativa delle subordinate prodotte ha messo in luce difficoltà da parte dei soggetti con DSA e DSL nel produrre strutture sintatticamente complesse (e cioè le relative sull'oggetto e le subordinate argomentali) in una sola lingua conosciuta, ovvero l'italiano. Dai risultati ottenuti da un'analisi statistica within-subjects condotta nei tre gruppi a sviluppo tipico, è stata scoperta un'influenza significativa dello status socioeconomico dei genitori (espresso in anni di educazione materna) sullo sviluppo morfo-sintattico e lessicale in italiano; questo fattore sembra comunque non essere un predittore significativo della performance dei soggetti partecipanti in dialetto, così come l'età di prima esposizione al dialetto (o age of onset) è risultata non avere alcun ruolo significativo nello sviluppo delle competenze linguistiche della L1 quanto della L2.
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Pernafelli, Lucia <1993&gt. "La narrazione semispontanea come indicatore per i disturbi specifici del linguaggio Un’analisi delle categorie soggetto e verbo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11609.

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Abstract:
Questo studio si pone come prosecuzione di un progetto pilota iniziato presso l’AUSL di Modena volto ad indagare lo sviluppo delle abilità di racconto orale in bambini a sviluppo tipico e con Disturbo Specifico del Linguaggio (DSL). I dati, raccolti dal dott. Padovani e dalla logopedista Mestucci, sono stati ottenuti dalla somministrazione del test di narrazione semispontaneo “Frog Where are you?” a bambini di età compresa tra i 6 e i 13 anni. I partecipanti al test sono stati suddivisi per classe (I, III, V, VII) e per popolazione (bambini con DSL e bambini a sviluppo tipico). Proseguendo l’analisi di Padovani e Mestucci (2015) (struttura globale e linguistica locale, meccanismi pragmatici delle narrazioni prodotte) e di Ibatici (2015) (categorie funzionali di determinanti, clitici e preposizioni), il nostro lavoro si occupa delle categorie del soggetto e del verbo. Abbiamo analizzato l’uso del soggetto nullo e del soggetto postverbale; il tipo di verbi utilizzati, facendo riferimento alla transitività e alla diatesi e alla capacità di saturazione argomentale dei bambini; l’uso dei verbi frasali. I risultati ottenuti sono stati confrontati rispetto alla variabile “classe” e “popolazione” e discussi sulla base della letteratura precedente.
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Santini, Chiara <1984&gt. "USCIRE DAL SILENZIO: USO DELLA LINGUA DEI SEGNI COME CHIAVE DI APERTURA ALLA COMUNICAZIONE IN UN SOGGETTO CON DISTURBO DEL LINGUAGGIO E DEFICIT COGNITIVO." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15040.

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Abstract:
Quando dei genitori guardando il proprio figlio capiscono che c’è qualcosa che “non va” ritrovandosi a far i conti con la sua disabilità, le “certezze” crollano, la vita subisce una vera e propria “rivoluzione” nella quale si è chiamati ad affrontare una realtà “sconosciuta” dove il sentimento di sentirsi “persi” prende il sopravvento, e l’unico appiglio alla quale affidarsi è il mondo della medicina. Ed è stato proprio questo che la famiglia di E., la protagonista di quest’elaborato, ha fatto dopo essersi trovata di fronte a quella “maledetta” diagnosi, deficit dell’enzima succinico semialdeide deidrogenasi (SSADH) che aveva portato alla figlia ad avere problemi a livello cognitivo, con un ritardo mentale medio-lieve, e a livello linguistico, sia in produzione sia in comprensione. Questa fiducia riposta a chi ne “sapeva di più” aveva dato inizio ad un “eterno” calvario dove le strade intraprese non portavano mai a una via d’uscita e la bambina rimaneva sempre più intrappolata nel suo mondo “silenzioso” fatto di gesti primitivi accompagnati da qualche frammento di comunicazione verbale, composta da suoni e qualche parola, comportamenti non adeguati che manifestavano il costante sentimento di inadeguatezza causata della sua gran voglia di comunicare bloccata da questa sua incapacità. Ed è stato proprio il bisogno di comunicare che mi ha permesso di incontrare E., una ragazzina di quasi 11 anni, alta, esile con un visino coperto da una “maschera” chiamata insicurezza che aveva subito tolto appena capito che la comunicazione segnica era per lei un “porto sicuro” poichè le avrebbe dato finalmente la possibilità di aprirsi al mondo esterno. Infatti, dopo molteplici tentativi falliti, la famiglia aveva deciso di darsi un’ulteriore chance scegliendo di intraprendere un nuovo cammino che appariva ancora più ignoto rispetto agli altri intrapresi in passato dove, per l’ennesima volta, bisognava rimettersi in gioco imparando una nuova lingua, la Lingua dei Segni, base fondamentale che avrebbe permesso di sostenere lo sviluppo del linguaggio verbale sia a livello espressivo sia a livello ricettivo, lo sviluppo cognitivo e, non meno importante, la possibilità per la bambina di avere in “mano” un vero e proprio strumento di comunicazione, filo conduttore di quest’elaborato che sarà diviso in quattro capitoli. Nel primo capitolo, prima, spiegherò che cos’è la Lingua dei Segni Italiana, LIS, e descriverò nel dettaglio i sui aspetti fonologici, sintattico-morfologici e lessicali; successivamente verranno trattati nello specifico l’Italiano Segnato, IS, e l’Italiano Segnato Esatto, ISE, che poi saranno messi a confronto con la LIS; nel secondo capitolo verrà descritto il processo di acquisizione del linguaggio verbale seguito da un approfondimento relativo alle abilità linguistiche e competenze sociali in soggetti con disturbi del linguaggio e deficit cognitivo per poi affrontare l’argomento relativo all’uso della Lingua dei Segni nei disturbi di comunicazione; nel terzo capitolo descriverò il caso clinico; infine, nel quarto racconterò il percorso di lavoro svolto assieme ad E., da giugno 2013 a giugno 2014, nel quale mostrerò le varie tappe attraversate partendo dal momento in cui ho fatto conoscenza con la bambina, la creazione di fiducia reciproca, il primo approccio di quest’ultima con la comunicazione segnica e le sue prime conquiste comunicative permettendole così di arrivare a raggiungere il gradino più alto di questo cammino, cioè quello di diventare “grandi”: utilizzare la comunicazione segnica per sostenere lo sviluppo della comprensione, produzione verbale-segnica e abilità cognitive.
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Vischi, Mariane Carvalho. "A disfluência comum e gaga /." Araraquara, 2017. http://hdl.handle.net/11449/150072.

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Orientador: Luiz Carlos Cagliari
Banca: Não informado
Resumo: O presente trabalho investiga e compara a disfluência na fala de pessoas gagas e não gagas. O primeiro tipo foi denominado de disfluência gaga e o segundo, de disfluência comum. De uma maneira geral, as disfluências são caracterizadas pelo não fluir normal dos segmentos sonoros da fala, devido à presença de hesitações e de interrupções durante o processo comunicativo. Inicialmente, foi feita uma revisão bibliográfica sobre a relação da fluência com a disfluência a partir de uma compilação dos principais estudos sobre o assunto. Na sequência, apresentamos os trabalhos da literatura especializada e da linguística para a disfluência gaga, bem como dos aspectos que tratam da articulação da fala e dos elementos suprassegmentais. A metodologia consistiu na gravação semiespontânea de seis informantes gagos e seis não gagos. Como parte da metodologia para a formação do corpus, foi pedido a eles que narrassem algum fato que tivesse marcado suas vidas. Não foi definida de uma temática específica. Os dados foram analisados auditivamente e acusticamente. Para a análise acústica utilizou-se o software PRAAT. Para análise e interpretação dos dados foram usados modelos teóricos referentes à fonologia autossegmental (Pierrehumbert,1980; Ladd, 1996, entre outros) e, como apoio teórico, o da fonologia funcional (Halliday, 1970; Cagliari, 2007). Também foram utilizados os trabalhos relacionados ao estudo da fluência e disfluência da fala de uma maneira geral (Scarpa, 1995; Cruz, 2009; Koch, 200... (Resumo completo, clicar acesso eletrônico abaixo)
Abstract: The present work investigates and compares the dysfluency speech of stuttering and non-stuttering people. The first type was called stutterer dysfluency and the second common disfluency. In general, dysfluencies are characterized by no expected flow of the phonetic segments of speech due to the presence of hesitations and interruptions during the communication process. A general review of the literature on the relationship between fluency and dysfluency is presented with comments. A special review presents works of linguists, discussing stutterer dysfluency in particular in relation to segmental and suprasegmental articulatory problems. The methodology consists of recordings of semi spontaneous speech by six stutterers and non-stutterers informants. As part of the methodology for the formation of the corpus, the informants were asked to report any fact that marked their lives. Data were analyzed auditorily and acoustically. For acoustic analysis, the PRAAT software was used. Theoretical models regarding autosegmental phonology (Pierrehumbert, 1980; Ladd, 1996 among others) and functional phonology (Halliday, 1970, Cagliari, 2007) were used for theoretical support. The study of fluency and dysfluency discusses in particular the works from Scarpa (1995); Cruz (2009); Koch (2009) and Merlo (2015). On the other hand, stutterer dysfluency reminds the works of Van Riper (1971); Friedman (1986); Azevedo (2000), among others. The acoustic analyses take into consideration the phonetic segments, pauses, repetitions, hesitations, speech stretching and blocking. The phonological interpretation investigates the phoneme behavior in both types of disfluency. The results revealed, in relation to the analysis of F0 and intensity standard... (Complete abstract click electronic access below)
Doutor
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Cruz, Elaine Cristina C. Pereira. "Estudo de caso." Florianópolis, SC, 2002. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/83608.

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Abstract:
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Comunicação e Expressão. Programa de Pós-Graduação em Lingüística.
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A presente pesquisa foi realizada com o objetivo de descrever as estratégias e os processos fonológicos apresentados por uma criança que foi bilíngüe, e que apresenta desvio na fala. Os dados foram obtidos em dois momentos, quando a criança estava com seis e com sete anos, através da apresentação de três cartelas temáticas propostas por Yavas, Hernandorena e Lamprecht (1991), recorrendo aos processos fonológicos propostos por Stampe (1969), como apoio teórico, pois tem tido grande influência nos estudos sobre a aquisição e desvios fonológicos em crianças. A análise dos dados permitiu constatar que as dificuldades da criança se concentram na classe das líquidas, com um número grande de ocorrências nos encontros consonantais em se tratando de líquida não-lateral, ou seja, o flap. Verificou-se que os processos fonológicos encontrados são processos comumente encontrados em crianças adquirindo o português como língua materna, porém em idade inferior.
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Cecchinato, Giovanna <1983&gt. "Il ruolo della semplificazione nella comprensione scritta per studenti con Bisogni Linguistici Specifici. Studio di caso su alunna con disturbo specifico della comprensione del testo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15036.

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Abstract:
L’elaborato tratta il processo di comprensione e la conseguente semplificazione di testi in favore di alunni con bisogni linguistici specifici. Partendo dai processi coinvolti nella comprensione, si arriva a delineare le strategie per rendere accessibile un testo, passando attraverso la descrizione dei bisogni educativi speciali (BES). Nello specifico verrà preso in esame il disturbo specifico della comprensione del testo (DCT), inserito in un contesto di bisogni linguistici specifici (BiLS). Per capire quali strategie possano favorire la comprensione di un testo in alunni con BiLS, nell’elaborato viene proposto uno studio di caso su alunna con DCT, alla quale, dopo averne delineato il profilo glottomatetico funzionale, sono state somministrate tre comprensioni: standard, semplificata, semplificata con mediazione dell’insegnante. In questo modo è stata verificata l’importanza del lavoro di progettazione precedente alla somministrazione del testo e le conseguenti strategie scelte per la semplificazione testuale e la mediazione da parte dell’insegnante.
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Mancopes, Renata. "A experiência de si na afasia." Florianópolis, SC, 2008. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/91374.

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Abstract:
Tese (doutorado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Comunicação e Expressão. Programa de Pós-Graduação em Linguística.
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Este trabalho advém da problemática clínica enfrentada no tratamento com sujeitos afásicos, o qual, movido pelo compromisso com a fala e com o sujeito, identificava que algo ali excedia a constatação de um "mau" funcionamento da linguagem. A afasia problematiza a subjetividade, na medida em que o mal estar do sujeito em sua fala indicia necessariamente a relação subjetividade e linguagem. O objetivo deste trabalho, portanto, é compreender o processo de subjetivação na afasia, buscando analisar como as práticas discursivo-sociais que constituem historicamente a afasia atravessam a fala do indivíduo assujeitando-o em dada posição frente ao seu modo destoante de falar e como este sujeito estabelece a relação consigo a partir disto. Discutem-se as discursividades constitutivas das afasias, procurando na história dos estudos afasiológicos explicitar o quadro enunciativo que a constitui para compreender o que ela é na atualidade. Faz-se um percurso teórico a partir dos pressupostos de Michel Foucault quanto à produção da subjetividade, entendendo-a como uma construção que se dá por práticas discursivas e sociais e que coloca em movimento múltiplas formas de subjetivação, perpassando os processos de assujeitamento e subjetivação como articuladores da produção do si. A partir disto propõe-se questionar o estatuto patológico das afasias, postulando-o como algo que não deve ser definido a priori, já que há que compreendê-lo a partir da relação consigo e os modos de existência que o sujeito estabelece com a afasia. A análise detém-se em uma experiência de enunciação, atuada em condições muito particulares de relação com a linguagem, qual seja, a de interlocução entre sujeitos afásicos e não afásicos em um grupo terapêutico. As atividades do grupo foram filmadas durante um ano e posteriormente transcritas para o papel, sendo analisadas por meio da análise do discurso. Observou-se que acerca do afásico, há um regime discursivo que, ao mesmo tempo em que o assujeita, permite-lhe o trânsito na contramão desse assujeitamento e abre espaços discursivos distintos conspirando para um processo de subjetivação que confere a emergência de um si particular no sujeito afásico. Sob a cisão da perda da vigência no dizer, a análise permitiu vislumbrar que a partir de diferentes posições-sujeito novos eus são passíveis de existir com linguagens próprias e singulares, o que constitui a experiência de si na afasia, a despeito da escuta que a clínica faça (ou não) do sujeito.
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PERSICI, VALENTINA. "Neural entrainment, hierarchical processing, and morphosyntactic and rhythmic predictions in typical development, in Developmental Dyslexia, and in Developmental Language Disorder." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/277377.

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Abstract:
Il presente lavoro indaga i meccanismi di predizione e di sincronizzazione neurale nei bambini, sulla base dell’ipotesi che questi possano essere elementi rilevanti nei processi di elaborazione ritmica e morfosintattica. Sia il metro ritmico che il linguaggio sono organizzati in strutture gerarchiche in cui gli elementi sono ordinati secondo regole specifiche (Fitch & Martins, 2014). La conoscenza di queste regole porta alla formazione automatica di aspettative riguardo al materiale in arrivo; queste aspettative sono ritenute fondamentali per l'elaborazione efficiente del linguaggio e del ritmo, così anche come per la lettura (Guasti et al., 2017). In questa tesi abbiamo ipotizzato che migliori capacità di elaborazione gerarchica nel ritmo possano portare a migliori capacità di processamento di strutture gerarchiche nel linguaggio e che deficit in queste abilità possano portare allo sviluppo di disturbi del linguaggio e/o della lettura. Per valutare se le abilità nel fare previsioni strutturali correlino tra ritmo e il linguaggio, abbiamo studiato e confrontato le capacità di predire materiale linguistico (sulla base di informazioni morfosintattiche) e materiale ritmico in gruppi di bambini a sviluppo tipico (in inglese, TD) con o senza formazione musicale e in partecipanti con dislessia evolutiva (in inglese, DD). I risultati hanno confermato le nostre ipotesi, in quanto hanno mostrato predizioni strutturali migliori nei musicisti rispetto ai non-musicisti nel gruppo dei tipici e migliori predizioni strutturali nei TD rispetto ai bambini con dislessia. Inoltre, i risultati suggeriscono miglioramenti nell’efficienza delle strategie di processamento con l’aumentare dell’età. In secondo luogo, abbiamo ipotizzato che differenze individuali nella forza e nella efficienza con cui si fanno predizioni temporali e di contenuto possano dipendere da differenze individuali nell’efficienza e nella precisione dei meccanismi neurali di sincronizzazione delle oscillazioni cerebrali rispetto agli stimoli uditivi. Per testare queste ipotesi, abbiamo analizzato le risposte neurali di bambini TD e di bambini affetti da disturbo evolutivo del linguaggio (in inglese, DLD) in un paradigma sperimentale progettato per suscitare diverse interpretazioni metriche (e quindi gerarchiche). I risultati hanno mostrato che tutti i bambini erano sensibili alle caratteristiche metriche degli stimoli e che le differenze individuali nell’attività neurale predicevano le prestazioni in compiti sintattici. Inoltre, i risultati hanno suggerito che i bambini con DLD potrebbero avere attività oscillatoria atipica nella banda di frequenza gamma (che, secondo gli studi in letteratura (p.es., Ding et al., 2017), è importante per l’elaborazione gerarchica). In accordo con Ladányi, Persici, et al. (in revisione), sosteniamo che l’attività oscillatoria a livello neurale possa svolgere un ruolo chiave nel supportare il processamento degli elementi di base e delle strutture gerarchiche, sia nel ritmo che nel linguaggio, e che questo supporto passi attraverso il miglioramento delle predizioni strutturali. Sosteniamo, quindi, che migliori capacità di sincronizzazione neurale si traducano in migliori capacità di predizione strutturale e che queste, a loro volta, possano influenzare positivamente l’elaborazione ritmica e linguistica. Le evidenze presentate in questo lavoro rimarcano l’importanza dello studio dell’attività oscillatoria cerebrale nei bambini piccoli e suggeriscono la possibilità di utilizzare questi paradigmi nell’infanzia per poter predire il futuro sviluppo di disturbi del linguaggio e/o della lettura. Inoltre, gli studi qui riportati sottolineano come la formazione musicale sia importante per il miglioramento dei processi di elaborazione linguistica e suggeriscono che l’uso di attività ritmiche, in particolare, possa giocare un ruolo fondamentale nel trattamento dei disturbi del linguaggio e della lettura.
This work investigates prediction mechanisms and neural entrainment in children as the possible elements underlying both rhythmic and morphosyntactic processing. Both rhythmic meter and language are organized in hierarchical structures in which elements are ordered following specific rules (Fitch and Martins, 2014). Knowledge of these rules triggers compulsive expectancies regarding incoming material; these are assumed to be fundamental for efficient language and rhythmic processing and for reading (Guasti et al., 2017; Grüter, Rohde and Schafer, 2014; Miyake, Onishi and Pöppel, 2004; Persici et al., 2019). In this work we hypothesized that better hierarchical processing abilities in rhythm may transfer to the language domain, and that deficits in hierarchical processing may lead to language and/or reading disorders. To test whether abilities in making structure-based predictions correlate across domains, we investigated the abilities to infer the arrival of morphosyntactic and rhythmic material in groups of children with typical language development (TD) with or without musical training, and in participants with Developmental Dyslexia (DD). Results confirmed our hypotheses, as they showed better structure-based predictions in musician children than in non-musician TD children, and in TD children than in DD children. Results also suggested that efficiency of processing strategies improves with age. Secondly, we hypothesized that individual differences in strength of timing and content structure-based predictions may be the result of individual differences in the efficiency and precision with which brain oscillations entrain to auditory stimuli (‘neural entrainment’). To address these hypotheses, we tested the neural responses of TD children and of children with Developmental Language Disorder (DLD) in an experimental paradigm that was designed to elicit different metrical (hierarchical) interpretations. Results showed that all children were sensitive to hierarchical structures, and that individual differences in neural activity predicted individual differences in syntactic performance. Importantly, results also suggested that children with DLD might have atypical oscillatory activity in the gamma frequency band, which is important for hierarchical processing (Ding et al., 2017). In line with Fiveash et al. (submitted) and in Ladányi, Persici, et al. (submitted), we propose that neural oscillatory activity plays a key role in supporting the processing of both surface-level features and of syntactic structures in both musical rhythm and language, through an enhancement of structure-based prediction abilities; individual differences in neural entrainment will lead to individual differences in strength of predictions, which in turn will lead to individual differences in language and rhythm performance. The evidence presented in this work indicates that neural oscillatory activity gives an important insight into the language abilities of children and suggests that studying neural responses to rhythm in infancy may help predict the later development of language/reading disorders. Furthermore, our results suggest that musical training has positive effects on hierarchical processing, and that musical interventions centered on rhythm may enhance mechanisms of neural entrainment and timing, as well as hierarchical processing skills.
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Godoy, Dalva Maria Alves. "Testes de consciência fonológica e suas relações com a aprendizagem da leitura no português." Florianópolis, SC, 2001. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/82127.

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Abstract:
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Comunicação e Expressão
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Esta pesquisa tem como objetivo testar a adequação de alguns testes adaptados ao português que avaliam as habilidades metafonológicas envolvidas no processamento da leitura e suas relações com esta aprendizagem. Apontada como fator crítico na constituição de bons e maus leitores e estreitamente ligada aos mecanismos de identificação das palavras, a consciência fonológica é o centro desta investigação: o seu domínio ineficiente é assinalado como uma das principais causas das dificuldades observadas em leitura. Participaram desta pesquisa 31 sujeitos, alunos de 1a a 4a série do ensino fundamental, com e sem queixa de dificuldades de leitura. Os desempenhos em testes que avaliaram a linguagem oral, a leitura e compreensão de texto e as capacidades metafonológicas foram observados com o intuito de explicar a causa das dificuldades encontradas. Os testes adaptados mostraram-se sensíveis aos propósitos objetivados e a análise dos resultados permitiu esclarecer e, muitas vezes, redimensionar a hipótese de diagnóstico dos sujeitos com desvio, possibilitando a distinção entre problemas específicos e inespecíficos da leitura
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Signor, Rita de Cassia Fernandes. "Os gêneros do discurso como referenciais para a atuação fonoaudiológica." reponame:Repositório Institucional da UFSC, 2012. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/93879.

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Abstract:
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Comunicação e Expressão, Programa de Pós-Graduação em Lingüística, Florianópolis, 2010
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O objetivo desta pesquisa foi analisar o processo de apropriação e desenvolvimento de conhecimentos de leitura e escrita, por um grupo de sujeitos encaminhados para atendimento clínico, a partir de uma proposta teórico-terapêutica baseada na teoria de gêneros do discurso de Bakhtin, observando o papel que a mediação embasada nessa perspectiva teórica pode desempenhar na atuação fonoaudiológica. Para tanto, desenvolvemos um estudo de caso de atendimento fonoaudiológico com um grupo de sujeitos que apresentavam queixas de dificuldades na leitura e na escrita. O grupo foi composto por cinco sujeitos, entre 11 e 13 anos de idade, estudantes do quarto e quinto anos de escolas públicas. Após conversas iniciais com esses sujeitos e análise das condições do grupo, o gênero peça de teatro foi selecionado para ser o condutor da ação terapêutica e, desse modo, o objetivo acordado foi a produção escrita de uma peça de teatro, sua divulgação e encenação. O trabalho com esse gênero foi desenvolvido de modo que outros gêneros (romance, sinopse e cartaz de divulgação) foram necessários à concretização do projeto proposto, ampliando o trabalho com leitura/escuta e produção textual. O enfoque terapêutico mediado pela noção de gêneros previu dois momentos principais, ambos relacionados a uma proposta de reenunciação de um romance lido para a produção escrita da peça de teatro. Em um primeiro momento, os sujeitos realizaram a leitura de um romance (Goosebumps - ele saiu debaixo da pia) e, em um segundo momento, engajaram-se em uma proposta de reenunciação desse romance lido para uma peça de teatro. O segundo momento (a reenunciação) englobou a realização de algumas atividades que objetivaram proporcionar uma vivência em torno do gênero peça de teatro, pois conforme postula Bakhtin (2003 [1952-1953]), é só na interação mediada pelo gênero que é possível que se chegue ao domínio do gênero. Assim, iniciamos essa vivência por meio de conversas e pesquisas relacionadas à socioformação do teatro e, visando conhecer mais de perto as atividades humanas relacionadas à produção e ao funcionamento desse gênero, os sujeitos leram entrevistas com dramaturgos, elaboraram uma entrevista com uma dramaturga e assistiram a uma peça de teatro. Da mesma forma, almejando conhecer as propriedades do gênero, selecionamos um conjunto de peças e realizamos leituras e análises centradas no tema, na composição textual e no estilo do autor e do gênero. A escrita da peça ocorreu por meio de reenunciações dos capítulos do romance lido, em que cada sujeito produziu em média seis textos no gênero. Posteriormente, deu-se a união dos capítulos e, de posse da peça completa, os sujeitos realizaram a divisão em cenas, pautada na marcação da entrada e saída de personagens, e na colocação das vistas. Na sequência, procederam a uma revisão de texto com a finalidade de publicação em site e, do mesmo modo, realizaram uma sinopse da peça que ocorreu como uma condição para essa publicação. Como a peça produzida seria encenada pelos sujeitos, para que o evento fosse divulgado, eles procederam à confecção de cartazes de divulgação. A proposta terapêutica, após sua concretização, foi analisada à luz do dialogismo bakhtiniano. Os resultados sugerem que as práticas ancoradas em uma perspectiva enunciativo-discursiva foram efetivas, pois, por meio de contextos significativos de uso da língua, os sujeitos se aproximaram da escrita e da leitura e com isso desenvolveram competências linguísticas e discursivas necessárias à interação nessas práticas. Em outras palavras, os sujeitos produziram uma série de textos, realizaram leituras, interagiram com os colegas ora ensinando para eles, ora aprendendo com eles, revertendo-se, desse modo, a autoimagem abalada pelo estigma de uma suposta dificuldade de escrita. Assim, os efeitos da terapia baseada nos gêneros promoveram o redimensionamento de experiências negativas em torno da linguagem escrita. Conclui-se que a proposta terapêutica com os gêneros do discurso é viável, uma vez que motiva a interlocução, responsável pelo comprometimento dos sujeitos com as práticas de leitura e escrita promovendo-se, dessa forma, avanços em suas possibilidades como leitores e produtores de textos/autores.
The main objective of this work is using Bakhtin's notion of discourse genres to develop a proposal of therapy to be applied in the field of speech therapy. Thus, our aim is to comprehend and analyze the role of discourse genres in clinical attendance, mainly in the process of development and appropriation of reading and writing skills. In order to execute the proposal, we have developed a case study in speech therapy attendance with one group of individuals whose complains were about difficulties in the process of reading and writing. This group was formed by five people: one girl and four boys, between 10-13 years old. After some meetings with them, we were able to analyze the conditions of the group, so we choose the genre play (theatre) to be the guider in our therapeutic action. Based on dialogues with the group, we decided to elaborate a play, and then, perform it and promote it. Our work was also developed in a way we could use other genres in order to increase activities of reading, listening and textual production. The focus on the genre play foreshadowed two mainly therapeutic moments, both related to a proposal of re-utterance of a novel that they read before elaborating the play: 1 - The reading of a novel (Goosebumps - ele saiu debaixo da pia) that was chosen to be adapted for stage; 2 - Re-utterance from the chosen novel to a play. This second moment was composed by activities that focused on experiencing the genre, because, according to Bakhtin (2003), we can completely understand a genre only in social interaction. Thus, we started with conversations and researches about the social formation of the theatre in order to know human activities related to the elaboration and functioning of a play. The group also watched a play and read interviews with playwrights. After this, each of them wrote his/her own interview to a playwright. Besides, for them to know the genre characteristics, we selected some plays and developed some activities in which they read the plays and analyzed author's theme, textual composition and style. The activity of writing a play was based on re-utterances of the novel's chapters. In the end, each of them produced around six texts. Then, their texts were joined and, with the plot complete, they began to divide it in scenes, taking as parameters the moments when characters should enter or leave the stage. Soon after, they revised the text and made a synopsis to publish it in a website. They promote the play with posters and performed it to some teenagers. This therapeutic proposal was analyzed according to bakhtinian dialogism. The results suggest that practices based on a discursive perspective were effective because the group - immersed in meaningful contexts of language use - developed linguistic and discursive competences necessary in reading and writing. In other words, they produced texts, read different things, interacted with their colleagues - sometimes teaching them, sometimes learning with them - modifying their self image which was affected by a supposed writing difficulty. Thus, the effects of a genre based therapy were positive because this approach re-signified negative experiences in writing. We conclude that the proposal of a genre based therapy is viable because it motivates people to interact with reading and writing, supporting advances in their possibilities as readers and writers.
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Oliveira, Fabricio Ferreira de. "Diagnostico localizatorio preliminar da lesão vascular cerebral isquemica com base em disturbios de fala e linguagem." [s.n.], 2009. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/308461.

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Orientador: Benito Pereira Damasceno
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-08-13T11:57:21Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Oliveira_FabricioFerreirade_M.pdf: 1698872 bytes, checksum: 72a0be562cc5f6c4d89165aaf84d1ef5 (MD5) Previous issue date: 2009
Resumo: O diagnóstico topográfico da lesão cerebral vascular isquêmica depende dos sinais e sintomas apresentados pelos pacientes, os quais podem se restringir à esfera neurolinguística. Nestes casos, a semiologia apropriada pode predizer a localização lesional e facilitar o início de intervenções terapêuticas específicas. Utilizou-se uma bateria nãopadronizada para o diagnóstico topográfico a partir da avaliação de afasias e disartria na fase aguda pós-infarto cerebral; consiste em itens para atenção, dominância manual, percepção visual de formas, percepção auditiva de fonemas, fala espontânea, fluência, compreensão, repetição de palavras e frases, nomeação, fala automatizada, praxia ideomotora e construcional. Foram recrutados pacientes com infartos cerebrais durante 12 meses (Maio/2007 a Abril/2008) na Unidade de Emergência Referenciada do Hospital das Clínicas - UNICAMP. Trinta e sete pacientes que haviam sofrido um primeiro acidente vascular cerebral isquêmico (22 do gênero masculino, 15 do gênero feminino) foram submetidos ao teste nas primeiras 72 horas após a lesão, com as seguintes características adicionais : adultos com mais de 18 anos de idade, qualquer nível educacional, nãocomatosos, sem evidências de infartos cerebrais prévios ou outras doenças cerebrais, sem doenças sistêmicas descompensadas, sem história de etilismo crônico ou uso de outras substâncias neurotóxicas. O examinador estava cego para a topografia da lesão durante o teste. Os sujeitos foram pareados com trinta e sete controles saudáveis de acordo com idade (+/-5 anos) e escolaridade (+/-2 anos). Todos os pacientes foram submetidos a avaliação radiológica (tomografia computadorizada cerebral e/ou ressonância magnética) para correlação entre os resultados da avaliação e a topografia da lesão cerebral, nas fases aguda e crônica após o evento isquêmico. Na análise estatística, foi empregado o teste do quiquadrado para comparação de variáveis categóricas, ou o teste exato de Fisher quando necessário; para medidas contínuas ou ordenáveis em dois grupos, o teste de Mann- Whitney foi utilizado; ANOVA com transformações por postos foi aplicada para comparações entre três ou mais grupos, sendo o teste de Tukey empregado para comparações múltiplas. Para identificação de variáveis com capacidade de discriminar o lado da lesão (esquerdo ou direito) foi utilizada a análise de regressão logística múltipla. O nível de significância adotado foi de 5%. Todos os sobreviventes foram acompanhados por um período de 3-18 meses após a lesão aguda, para avaliação quanto à evolução dos distúrbios de fala e/ou linguagem. Correlações clínico-anatômicas clássicas foram encontradas para a topografia da lesão em relação com o subtipo de afasia ou disartria apresentado por todos os sujeitos, com duas exceções. Como não houve pacientes com afasia de condução, afasia semântica, afasia subcortical não-talâmica ou apraxia da fala na amostra, estes distúrbios específicos não puderam ser avaliados. Todos os itens testados tiveram significância para comparações entre a avaliação neurolinguística e a topografia lesional, exceto por idade e escolaridade, conforme esperado. Dominância manual, idade e escolaridade foram similares para grupos de sujeitos e controles, sem diferença estatisticamente significativa. Sujeitos com subtipos clássicos de afasias e/ou disartria tiveram significativamente mais disfunções de fala e linguagem em todos os itens avaliados do que controles
Abstract: Topographic diagnosis of ischemic brain injuries depends on signs and symptoms presented by patients, which may be restricted to speech and language. In such cases, proper evaluation may predict lesion topography and guide therapeutic measures. A non-standardized battery was employed for evaluation of aphasia and dysarthria in the acute stroke phase, consisting on tests for attentional deficits, handedness, visual perception, phonemic perception, spontaneous speech, fluency, comprehension, word and sentence repetition, naming, automatic speech, ideomotor praxis and constructional praxis. Recruitment was carried out for 12 months (May 2007 to April 2008) at the Hospital das Clínicas - UNICAMP, initially with the enrollment of ischemic stroke patients at the Emergency Unit. Thirty-seven first-stroke patients (22 male, 15 female) were submitted to the test in the first 72 hours after the brain injury, with the following additional inclusion criteria : adults over 18 years-old, any educational level, not comatose, no evidence of previous strokes or other brain diseases, no decompensated systemic diseases, no history of chronic alcoholism or neurotoxic substance abuse. The examiner was blind to stroke topography during the query. Subjects were paired with thirty-seven healthy controls according to age (+/-5 years) and schooling (+/-2 years). All patients underwent radiological evaluation (cerebral computed tomography and/or magnetic resonance) for topographic correlation between speech and language assessment results and the brain injury site, both in the acute and the chronic stroke phases. In statistical analysis, either chisquare test was employed for comparison of categorical variables or Fisher's exact test when necessary; for continuous measures to be ordered in two groups the Mann-Whitney test was used; ANOVA was applied for comparisons among three or more groups, while Tukey's test was employed for multiple comparisons. For identification of variables with the capacity to discriminate lesion side (left or right), multiple logistic regression analysis was used. The threshold of significance was set at ?<0.05. All survivors were followed for a period of 3-18 months after the acute stroke, in order to be evaluated for the evolution of their speech and/or language disorders. Overall, classic clinical-anatomic correlations were found pertaining brain injury topography in relation to the aphasia subtype presented by each subject, with two exceptions. Since there were no patients with conduction aphasia, anomic aphasia, non-thalamic subcortical aphasia or apraxia of speech in our sample, these specific forms of speech and language impairment could not be evaluated. All test items were considered of significance for comparisons between the linguistic evaluation and the brain injury topography for stroke patients, except for age and schooling, as expected. Handedness, age and schooling were similar for groups of patients and controls, with no statistically significant difference. Subjects with classical aphasia subtypes and/or dysarthria had significantly more speech and language dysfunction in all assessed items than healthy controls
Mestrado
Neurologia
Mestre em Ciências Médicas
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Landi, Rosana. "Falas vazias: língua, referência e sujeito na demência." Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2007. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/13915.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2016-04-28T18:23:34Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Rosana Landi.pdf: 468150 bytes, checksum: a523f0351c6d85209089f6843624cdec (MD5) Previous issue date: 2007-10-19
This study focuses on questions raised in the course of clinical observation involving patients with dementia, more particularly, the ones with Alzheimer s Disease (AD). It aims at discussing, with particular emphasis, the symptomatic speech manifestations of the common events referred to in literature as anomia or empty speech speech, although grammatically well formed, does not properly convey meaning neither does it establish reference. I departure from a critical review of the literature of the fields of Medicine and Speech Therapy. The assessment of such literature indicated that - despite the variability concerning both the description of speech symptoms in AD and its causes - all studies eventually mention a loss of external reference in characterizing the patients speech. Such common trait between otherwise differing studies is interpreted as being the result of the theoretical assumption of language as nomenclature. It is argued that in such a perspective reduces language to a code which can, as so, be approached through descriptive apparatuses (based either on grammar, pragmatics or semantics). This view on language is associated with the notions of language and sign, sustained by Classical Philosophy, as well as with the notion of psychological subject. It is pointed out that the process of displacement of such notions to clinical fields involves a significant loss of conceptual strength. In this dissertation, I examine different approaches to the speech of AD patients. In order to do so, I assume the theoretical perspective on language which was inaugurated by Saussure a perspective that promoted a discontinuity in the path traditionally followed in the reflections on language (and the sign) in western literature. From this point of view, language is not a nomenclature. Such a statement guided the interpretation of the speech of AD patients presented in this study. As a result of this theoretical approach, it is argued, that the so-called empty speech can be finally recognized as being full of truth the truth of a singular relationship between a speaking-subject and language
Este trabalho aborda uma questão suscitada pelo meu encontro com falas de sujeitos com demência, ou seja, com manifestações sintomáticas que, na literatura sobre o assunto, são designadas como anomia - diminuição de vocabulário funcional e como fala vazia - falas que, embora articuladas e coesas, são esvaziadas de sentido, carente de referências. Parto de um levantamento bibliográfico não exaustivo, porém extenso, de trabalhos na área da demência. Explorei com maior detalhe estudos referentes à Doença de Alzheimer (DA), desenvolvidos nos campos clínicos na Medicina e na Fonoaudiologia. Pude observar que, apesar das diferenças quanto ao tipo de explicação sobre suas causas e quanto ao modo de descrição dos sintomas na fala, em todas as pesquisas sobre a DA a perturbação lingüística é caracterizada em termos de perda da referência externa. Argumento que, em todos eles, a linguagem é implicitamente assumida como uma nomenclatura. Em outras palavras, ela é código, pode ser abordada a partir de aparatos categoriais (gramaticais, pragmáticos ou semânticos) e tem, declaradamente, as funções representativa e designativa. Trata-se de uma visão fortemente ligada às concepções de linguagem e de signo que movimentaram a Filosofia Clássica, que deixam em saliência a concepção de sujeito psicológico. Essa perspectiva sobre a linguagem se estende, com perdas conceituais, sem dúvida, para os campos clínicos. Nesta tese, discuto tais abordagens (na verdade redutíveis a uma). Tomo o partido de Saussure porque dou reconhecimento à enunciação da ordem própria da língua, um corte em relação ao pensamento ocidental sobre a linguagem e sobre o signo. Segundo Milner (1978), Saussure não é mais um na história das idéias lingüísticas e filosóficas sobre a linguagem: ele é UM. Seu pensamento é exigente e oferece resistência. Assumo, com Saussure que a língua não é nomenclatura e procuro retirar conseqüências teóricas e empíricas para a escuta e explicação de sujeitos com demência. Procuro fazer valer as leis de referência interna da linguagem que deslocam o signo para o lugar de efeito de suas operações. Com base neste solo teórico, encontro na ditas falas vazias , falas plenas de uma verdade sobre a relação profunda e indissolúvel do sujeito com a linguagem
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Guadagnoli, Carolina Fontes. "Considerações sobre fala-leitura-escrita e efeitos clínicos no atendimento de afásicos." Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2008. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/13958.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2016-04-28T18:23:43Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Carolina Fontes Guadagnoli.pdf: 1008736 bytes, checksum: 92639d600d7db7da04531bfda94a74aa (MD5) Previous issue date: 2008-02-15
Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico
Aphasic patients commonly present talking disturbances as a result of brain injury. In the speech therapy clinic, patients complaints usually involve difficulties related to talking. However, problems related to reading and writing can be quite surprising and demonstrate that the main issue of aphasic patients is related to the speech process. Reading and writing are, like talking, subjective activities and, as such, a rich area for therapeutic approaches. The objectives of this study are to (1) review the literature and comment on the different clinical presentations of aphasia in relation to talking, reading and writing; (2) present and discuss the effect of this context in the Speech Therapy Clinic; (3) compare these findings with the ones that the Research Group Aquisição, patologias e clínica de linguagem support (Group Coordinated by Prof. Maria Francisca Lier-De Vitto no LAEL/PUC-SP); (4) discuss clinical issues related to the implementation of activities that involve not only talking but also reading and writing. For this purpose, I present a report of four case studies. It is important to remark that many other researchers and scientists have also evidenced and described many interesting findings in this group of patients, and this was the motivation of this study. Nevertheless, reports are much more restricted to the observations of signs and clinical presentations, with little appraisal of the relation with reading and writing, other symptoms and therapeutic approaches. In conclusion, impasses and clinical handering of aphasic patients demand more discussion and attention in the literature
Afásicos, via de regra, apresentam perturbações na fala em função de lesão cerebral. Na clínica fonoaudiológica de linguagem, a queixa dos pacientes costuma restringir-se às dificuldades relacionadas à fala. Porém, a heterogeneidade e imprevisibilidade das perturbações sobre a relação entre fala-leitura-escrita são surpreendentes nas afasias e nos permitem afirmar que o problema de afásicos é, sem dúvida, com a linguagem. Leitura e escrita são, como a fala, espaços de realização subjetiva o que, conseqüentemente, aponta para sua relevância como recurso terapêutico, permanecendo, muitas vezes, como espaço(s) exclusivo(s) de manifestação lingüística e subjetiva do paciente e, portanto, como condições privilegiadas na situação clínica. Sendo assim, este trabalho objetiva (1) situar e comentar os diferentes modos sintomáticos de relação fala-leitura-escrita instaurados em quadros afásicos, conforme abordados na literatura neurológica e neuropsicológica; (2) apresentar e discutir os efeitos desse raciocínio na Clínica Fonoaudiológica; (3) procurar discernir esse tipo de raciocínio do que embasa o Grupo de Pesquisa Aquisição, patologias e clínica de linguagem coordenado pela Profa. Dra. Maria Francisca Lier-DeVitto no LAEL/PUC-SP; (4) discutir questões clínicas relacionadas à implementação de procedimentos que envolvem, além da fala, também leitura e escrita. Para isso, apresento quatro relatos de casos. De minha leitura crítica vale destacar que os pesquisadores (afasiologistas e fonoaudiólogos) investigados notaram e registraram os mesmos acontecimentos surpreendentes e misteriosos na fala/leitura/escrita que me impulsionaram nesta pesquisa. Porém, esta observação permitiu apenas que eles observassem sinais da doença (compondo o quadro nosográfico das afasias) mas não refletissem sobre a relação afásico-leitura/escrita, nem sobre os efeitos clínicos dos atendimentos e/ou manifestações sintomáticas. Impasse e manejos clínicos no atendimento de afásicos não encontram, portanto, espaço para discussão fora da Clínica de Linguagem
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Dalpiaz, Sonia Luzia. "Linguagem, transferência, clínica: as relações entre o saber e o fazer na clínica dos distúrbios de linguagem." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2018. http://hdl.handle.net/10183/180943.

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Abstract:
Nesta tese, são colocadas em pauta as relações entre o saber e o fazer, com base em interrogantes da atuação no campo da clínica dos distúrbios de linguagem. Como a transferência e a linguagem se articulam nas relações que acontecem no interior dessa clínica, elas constituem sua questão norteadora. A partir desta, são problematizadas as relações entre o terapeuta e seu paciente, o terapeuta e os pais (no caso da infância), o terapeuta e outros profissionais, o terapeuta e seu fazer. Inicia-se a discussão com o estudo da História da clínica, para situar-se, nos dias de hoje, como se configuram noções como normal/patológico e sintoma na clínica fonoaudiológica e contextualizar a clínica dos distúrbios de linguagem. Parte-se, em seguida, em direção a dois referenciais teóricos que sustentam a tese: o primeiro tem origem na psicanálise freudo-lacaniana, abordada a partir, principalmente, da noção de transferência, a qual, juntamente com suas derivações, é “traduzida” para o campo da clínica dos distúrbios de linguagem com a função de inaugurar, constituir e sustentar as relações que se constroem nessa clínica. Prossegue-se apoiando-se na Linguística, em especial nos estudos sobre a enunciação de Émile Benveniste, como forma de compreender os movimentos entre eu, tu e ele que se dão a cada ato de enunciação. Tendo à disposição o conjunto dessas reflexões, passa-se a fazer os cruzamentos entre o que a prática clínica interroga e o que faz eco, a partir das leituras realizadas. Ao final da tese, conclui-se que as relações entre o saber e o fazer na clínica dos distúrbios de linguagem são pautadas, o tempo todo, pelos movimentos que acontecem entre linguagem, transferência e clínica, a cada ato de enunciação que ali se apresenta.
In this thesis, the issue in question is the relation between knowledge and doing, which are based on questions from the practice in the clinical field of language disorders. Since transference and language are articulated in the relationships that take place within this clinic, they are the leading question. Stemming from the leading question, the following relations are speculated: the relations between the therapist and his patient, the therapist and the parents (in the case of childhood), the therapist and other professionals, and the therapist and his work. The discussion begins with the study of the History of the Clinic, in order to understand nowadays how to configure notions such as normal/pathological symptom in the Speech-Language Pathology Clinic and how best to contextualize them in the clinic of language disorders. The first part is based on the Freud-Lacanian Psychoanalysis, which is based mainly on the notion of Transference, which, together with its derivations, is “translated” into the field of the clinic of language disorders with the function of inaugurating, constituting and sustaining the relationships that are built in this clinic. The next moment is based on Linguistics, especially in Studies on the Enunciation of Émile Benveniste, as a way of understanding the movements between I”, you” and he that occur to each act of enunciation. Having all these reflections at hand, the intersections between what clinical practice interrogates and what echoes are made from the readings made. Finally, we found out that the relationships between the knowledge and the performance in the clinic of language disorders are always based on the movements that happen among language, transference and clinic in each act of enunciation that occurs there.
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Vassoler, Aline Mara de Oliveira. "Coordenação gestual na produção de encontros consonantais em crianças com desenvolvimento de linguagem típico e atípico /." São José do Rio Preto, 2016. http://hdl.handle.net/11449/139429.

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Abstract:
Orientador: Larissa Cristina Berti
Banca: Luciani Ester Tenani
Banca: Giovana Ferreira Gonçalves
Banca: Eleonora Cavalcante Albano
Banca: Thais Cristófaro Alves da Silva
Resumo: O padrão silábico CCV apresenta maior grau de complexidade articulatória se comparado a outros tipos silábicos (CV ou VC), contribuindo para sua aquisição mais tardia. Algumas crianças não conseguem adquirir o padrão CCV na idade esperada, reduzindo a sílaba CCV para CV. À luz da Fonologia Gestual (FonGest), a produção de sílabas CV envolve um padrão de coordenação mais estável entre os gestos articulatórios da C e de V, enquanto a produção de sílabas CCV envolve um padrão de coordenação gestual mais complexo e menos estável. As simplificações de CCV para CV estão associadas à sobreposição dos gestos adjacentes e/ou à redução da magnitude dos gestos. O objetivo foi investigar e descrever, à luz da FonGest, o padrão de coordenação gestual imbricado na produção dos padrões silábicos do tipo CCV versus CV de crianças típicos e atípicos. As hipóteses foram: H1 - a produção de CV e CCV das crianças típicas apresentariam diferentes medidas ultrassonográficas e acústica (duração); H2 - as medidas ultrassonográficas e acústica poderiam diferenciar a condição clínica das crianças; H3 - as crianças com produção atípica poderiam apresentar diferenças nas medidas ultrassonográficas e acústica na comparação da produção das sílabas CCV e CV, ainda que CCV tenha sido julgada auditivamente como CV. Dez crianças (cinco com desenvolvimento fonológico típico e cinco atípico) gravaram nove pares de palavras as sílabas: CCV e CV. As imagens e os áudios, capturados pelo programa Articulate Assistant Advanced, foram submetidos à análise oitiva, à análise acústica, ao julgamento qualitativo e quantitativo das imagens ultrassonográficas. A análise de oitiva e a análise qualitativa dos vídeos foram realizadas por três juízes especialistas. A análise quantitativa foi feita a partir da extração de medidas oriundas do...
Abstract: The syllabic pattern CCV poses a higher level of articulatory complexity when compared to other syllabic types (CV or VC), which contributes to the delayed acquisition of CCV. Some children fail to acquire the CCV pattern at the expected age and reduce CCV to CV. From a Gestural Phonology perspective, the production of CV syllables involves a more stable coordination pattern among articulatory gestures for C and V, whereas the production of CCV syllables involves a more complex and less stable gestural coordination pattern. The simplifications of CCV to CV are associated with different degrees of overlap in the adjacent gestures and/or with the reduction of the magnitude of the gestures. The aim of this paper was investigate and describe, from a Gestural Phonology perspective, the CCV vs. CV syllabic patterns of typical and atypical children. The hypotheses were: H1 - the production of CV and CCV of atypical children would show different ultrasound and acoustic measures (duration); H2 - ultrasound and acoustic measures might differentiate children's clinical condition; H3 - children with atypical production could show diferences in ultrasound and acoustic measures in the comparison of CCV and CV syllables, although CCV had been auditorily judged as CV. Ten children (five with typical phonological development and five atypical) recorded nine word pairs containing the syllables: CCV and CV. The images and the audio were captured by the software Articulate Assistant Advanced, and subjected to auditory-perceptual analysis, acoustic analysis, and qualitative and quantitative judgement of ultrasound images. Both the auditory-perceptual analysis and the acoustic analysis were performed by three expert judges. The qualitative analysis was carried out through the measures from the contour of the tongue: distance from the tip of the tongue (TT), from the tongue blade (TB) and ...
Doutor
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Vasconcellos, Roseli. "Organismo e sujeito: uma diferença sensível nas paralisias cerebrais." Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2010. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/14135.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2016-04-28T18:24:14Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Roseli Vasconcellos.pdf: 1453622 bytes, checksum: e7c7e34df88afe178f5c1080bbbafb3a (MD5) Previous issue date: 2010-02-26
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior
This study discusses issues related to the distinction between the body conceived as an organism and the body approached as parlêtre (Lacan s expression). This subject-matter emerged from my clinical practice carried on with persons with Cerebral Palsy (CP). It is assumed that a theoretical dialogue with the fields of Medicine (Neurology) and with the Speech Pathology and Therapy is necessary and extremely relevant. Therefore, two chapters were dedicated to the literature of those areas. Recent papers and manuals, concerning CP, were selected. It is pointed out that the most recent research conclusions suggest, in fact, a strong convergence between what is taken as new and what is said to be old knowledge in the field of CP. Freud s statement, written in 1897, should, no doubt, be viewed as up-to-date. Some critical comments related to the Alternative Communication Systems (CA) were also included and a brief presentation of the Blissymbols and the Picture Communication Symbols (PCS) were followed by considerations about their importance for the Language Clinic theoretical development. I tried to point to the fact that such a Clinic takes clear distance from all others, since the CA introduction is guided by the specific language and subject conceptions assumed in this study. The theoretical orientation, here assumed, allowed me to address the problematic distinction between organic body and language body. This doctoral dissertation, which departs from the clinical practice with persons with Cerebral Palsy, is committed to the theorization undertaken in the CNPq Research Group, headed by Maria Francisca Lier-DeVitto, at LAEL PUCSP. It must be said that the Language Clinic is affiliated to the Interacionism in Language Acquisition, proposed by Cláudia de Lemos. Such a theoretical framework has strong links with the so called european structuralism as interpreted by Jacques Lacan. Such a theoretical trend triggered the inclusion of the psychoanalytical reflection on the subject speaker and about the relationship between child-language-speech. The difference this study introduces is illuminated by the clinical effects of the implementation of Alternative Communication Systems. It is worth saying that it is the therapist s body and speech that provide and support the materialization of the significant. The heterogeneous clinical effects analyzed led to considerations about the nature of listening, about transference and about the tension between conflict and pleasure that accompany some subtle and fragile vocalized speech. Data were discussed here and the interpretation conveyed sustains, I believe, the clinical and theoretical supposition proposed and advanced in this doctoral dissertation, i. e., that the body as organism and the body as parlêtre do not coincide
Esta tese discute a questão da diferença entre organismo e corpo, a partir do atendimento de sujeitos com Paralisia Cerebral (PC) na Clínica de Linguagem. Para falar em corpo, não o corpo-orgânico da Medicina, um diálogo inicial com a Neurologia é desenvolvido. Enfoco, para tanto, investigações recentes em torno da PC e assinalo que os mais novos achados sugerem uma forte convergência entre o novo e o mais antigo, nesse caso. Refiro-me a afirmações feitas há muito por Freud acerca da PC a partir de sua clínica com essas pessoas. Do mesmo modo, assumo a importância da interlocução com o campo da Comunicação Alternativa (CA). Uma breve apresentação do Bliss e do Picture Communication Symbols (PCS) é seguida por pontuações sobre sua importância modo de introdução na Clínica de Linguagem. Dou ênfase, nesta parte, ao distanciamento desta Clínica em relação a todas as outras que operam com a CA. A particularidade da Clínica e Linguagem decorre das concepções de linguagem e sujeito assumidas nesta tese. Com o intuito de delinear a natureza da literatura produzida sobre a CA, em nosso país e em âmbito internacional, ofereço um panorama de trabalhos representativos e de interesse para a Clínica de Linguagem com pacientes com PC. A direção teórica assumida, que tornou possível abordar a distinção entre corpo-orgânico e corpo-linguagem ou corpo pulsional, parte dos estudos desenvolvidos no interior da Clínica de Linguagem, pelo grupo de pesquisa liderado por Maria Francisca Lier-DeVitto, no LAEL PUCSP. A Clínica de Linguagem tem laço de filiação com o Interacionismo em Aquisição de Linguagem, proposto por Cláudia De Lemos, vertente teórica que, ao aproximar-se do Estruturalismo Europeu através da leitura de Lacan, dispara implicações entre Lingüística e Psicanálise, pondo em questão a relação criança-língua-fala do outro. A diferença tanto teórica, quanto clínica, que introduzo nesta tese, relativamente ao tratamento de pacientes com PC que não oralizam, é iluminada pelos efeitos dessa clínica que inclui a CA e a materialização do significante, que se faz pela via do empréstimo do corpo e da voz do outro-terapeuta. Abordo a heterogeneidade dos efeitos desta Clínica que suscitaram considerações sobre a escuta, sobre a transferência e sobre o prazer ou o conflito que acompanham a produção de certas falas vocalizadas de alguns pacientes. Os dados analisados nesta tese falam a favor da presença de um corpo-linguagem: um corpo que irrompe em manifestações significantes e que fala (como pode) - o que corrobora a afirmação que remete ao título desta tese: a de que sujeito e organismo não coincidem
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Fonte, Valentina <1976&gt. "Una metodologia d'intervento olistico per il recupero delle dislessie in età evolutiva: esperienza sonoro-musicale e linguistica creativa quale approccio educativo-didattico integrato." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4607.

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Abstract:
Il progetto si snoda tra gli ambiti di ricerca della pedagogia speciale, delle neuroscienze e dell’educazione linguistica, muovendo da una positiva esperienza concreta e proponendo un approccio “olistico” al recupero delle abilità di base nelle dislessie in età evolutiva mediante esercizi di linguistica creativa ed esperienze sonoro-musicali, laddove l’azione delle frequenze sonore può stimolare il sistema percettivo-cognitivo e al contempo attivare per risonanza meccanismi di autoregolazione nel soggetto. Design. L’efficacia dell’azione della musica è indagata inizialmente su 4 individui “normodotati”, quindi su un panel di 5 soggetti con dislessia di tipo disfonetico e misto, misurando l’evoluzione dei principali parametri di benessere psico-fisico e i valori della coerenza emisferica cerebrale. I dati ottenuti e lo studio di caso su un soggetto adolescente con dislessia, lungo un follow-up di 2 anni, consentono di definire un modello di attività didattiche e proposte operative, valutandone gli effetti su altri 4 casi scelti in ambito scolastico (“embedded case study”), relativamente al potenziamento delle abilità di lettoscrittura e al rafforzamento del concetto di sé attraverso pre-, durante- e post-test (lettura di parole e non-parole con e senza crowding, prova MT di comprensione testuale, Test di valutazione multidimensionale dell’autostima e analisi della produzione testuale con il software “Èulogos”). Results. L’analisi delle evidenze empiriche attesta la valenza delle strategie utilizzate, rivelando effettivi miglioramenti nelle abilità di lettoscrittura, nella capacità espressiva, nelle componenti socio-emotiva e motivazionale, nella prassia e nell’integrazione spazio-temporale dei soggetti in esame. Ciò va in direzione della trasferibilità dell’approccio e del modello multimodale adottato.
This project refers to various research areas, from special education to neuroscience and language education. It starts from a real and positive experience and develops into an “holistic” approach to the recovery of basic skills in developmental dyslexia. This goal is achieved by creative linguistic exercises and musical experiences, where the action of sound frequencies can stimulate the perceptual-cognitive system, activating at the same time self-regulation mechanisms by resonance. Design. The effectiveness of music is initially investigated on 4 “normal” subjects, then on a panel of 5 subjects with disphonetic and mixed dyslexia. The investigation is carried on by measuring the evolution of the main parameters of physical and mental wellbeing and the hemispheric coherence brain values. The collected data and the case study of a teenager with dyslexia, through a 2 years’ follow-up, are used to define a model of learning activities and operational guidelines. The effects of these guidelines are investigated on other 4 cases chosen in a secondary school (“embedded case study”), with reference to the implementation of reading and writing skills and the development of self-concept across pre-, during -and post –test: words and non-words lists with and without crowding effect, MT evidence of textual understanding, multidimensional self-esteem assessment test and analysis of textual production by the software “Èulogos”. Results. Analysis of empirical evidence shows the effectiveness of the used strategies to reveal the actual improvements of literacy skills, expressive capability, socio- emotional and motivational dimensions, praxia and space-temporal integration of the studied cases. This suggests the possibility of the transferability of the adopted multimodal approach.
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César, Cynthia Fernanda Ferreira. "A vivência do aluno com distúrbio do processamento auditivo no contexto de ensino-aprendizagem: uma experiência em aulas de língua inglesa." Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2008. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/14037.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2016-04-28T18:23:56Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Cynthia Fernanda Ferreira Cesar.pdf: 689185 bytes, checksum: 766642c93bef193349d713a6bb4e6288 (MD5) Previous issue date: 2008-12-04
The aim of this study is to describe and interpret the phenomenon the living experience of students with auditory processing disorder in the teaching-learning context, considering the perspective of the people who lived this experience: the teacher-researcher and three students diagnosed with auditory processing disorder. The theoretical foundations of this study lie on: (a) Vygotsky s learning and development view (1930/1998 e 1934/2005); (b) the relation between affective aspects and the teachinglearning process according to Wallon (1979, 1986 e 1941/2007) and followers, such as Mahoney (2007), Almeida (1999) Leite e Tassoni (2002); (c) the concept of special needs and inclusion according to Glat (2004), (2004), Mitler (2003) Gonzáles (2007) and others; (d) the concept of learning disabilities according to Garcia (1998), Weiss e Cruz (2007) and others; and (e) types of learning disabilities and the concept of auditory processing disorder as stated by Smith e Strick (2001), Machado (2003), Pereira (1997) and others. This study was conducted in a Primary/Secondary Education private regular school in a town in the state of Sao Paulo. The collection of textual registers occurred in the English classes taught by this teacher-researcher. The instruments used were: field notes, interviews and questionnaires. This research was carried out based on the Hermeneutic Phenomenological Approach (van Manen, 1990) to describe and interpret the phenomenon in question, using the process of thematization systematized by Freire (2007), based on the proposal of van Manen (1990). My interpretation of the textual registers revealed that the phenomenon the living experience of students with auditory processing disorder in the teaching-learning context may be seen as consisting of four themes: Aspects of Learning, Educational Action, Affection and Inter- Personal Relationships
O objetivo desta pesquisa é descrever e interpretar o fenômeno a vivência do aluno com distúrbio do processamento auditivo no contexto de ensino-aprendizagem, considerando para isso a perspectiva de quem o vivenciou: a professora-pesquisadora e três alunos com diagnóstico de distúrbio do processamento auditivo. A fundamentação teórica deste estudo está ancorada: (a) na visão de aprendizagem e desenvolvimento de Vygotsky (1930/1998 e 1934/2005); (b) na relação entre afetividade e o processo de ensino-aprendizagem segundo Wallon (1979, 1986 e 1941/2007) e seus seguidores, dentre eles Mahoney (2007), Almeida (1999) e Leite e Tassoni (2002); (c) no conceito de necessidades educacionais específicas e a inclusão escolar segundo Glat (2004), (2004), Mitler (2003) Gonzáles (2007) e outros; (d) no conceito de dificuldades de aprendizagem segundo Garcia (1998), Weiss e Cruz (2007) e outros; (e) nos tipos de dificuldades de aprendizagem e no conceito de distúrbio do processamento auditivo conforme Smith e Strick (2001), Machado (2003), Pereira (1997) e outros. Esta pesquisa foi realizada em uma escola regular da rede privada de Ensino Fundamental e Médio em uma cidade no interior do Estado de São Paulo. A coleta dos registros textuais ocorreu nas aulas de Língua Inglesa desta professora-pesquisadora. Os instrumentos de coleta utilizados foram: notas de campo, entrevistas e questionários. Apoiei-me na Abordagem Hermenêutico-Fenomenológica (van Manen, 1990) para descrever e interpretar o fenômeno em questão, utilizando o processo de tematização sistematizado por Freire (2007), com base na proposta de van Manen (1990). Minha interpretação dos registros revelou que o fenômeno a vivência do aluno com distúrbio do processamento auditivo no contexto de ensino-aprendizagem se constitui por quatro temas: Aspectos da Aprendizagem, Ação Pedagógica, Afetividade e Inter-Relações Pessoais
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Fongaro, Anna Eliza Mattos. "Manifestações sintomáticas na escrita e a clínica de linguagem." Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2009. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/14080.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2016-04-28T18:24:05Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Anna Eliza Mattos Fongaro.pdf: 852604 bytes, checksum: b8a241723e44bd5f56845659f9d61d72 (MD5) Previous issue date: 2009-05-25
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior
Based on written work of children undergoing phonological therapy, the discussion about the symptom aims to stand away from the language conception as object of knowledge. Such a distance is justified by considering that the language is not consisted of positive units which could be apprehended by the individual through his or her perception and cognition (ANDRADE, 2003) Functioning of language (SAUSSURE. 1916), former to individual and element of the triadic relation: individual language-the other, is responsible for the capture of the individual, placing him in the function of the language and promoting its division into the writing and reading instance. Implying this individual of Psychoanalysis demands to approach the subjectification issue also under the sexualization view (DE LEMOS, 1998, 1999, 2002). In the accomplished analysis, the materialness of writing is highlighted; segmentation and trace are fundamental elements. The hypo segmentations in the analyzed writing pieces are understood as speech elements that are present at writing (ABAURRE, 2002), they are the outcome of blending orality and writing under Language control (BORGES, 2006) a well as the forgotten possibilities of such function (CARVALHO,1995). In regard to the trace of the letters, it is underlined the homographic mistakes which brings the child s name latent under the manifest chains of writing (BOSCO, 1995). These mistakes are the outcome of the Language and demonstrate the child s alienation. The reflection about the symptom implied in considering the particular way of interweavement of an individual with/by the Language. The individual s unawareness of the reason for the occurrences of his writing and the impossibility of change point out the implication of the hypothesis of unconscious introduced by Freud (LIER DEVITTO, 2006). The operations of repression focus on the (visual and sound) image of the letters, indicated by Pommier (1996) allowed thinking about the symptom as an interweavement point of the subjectification with the language and by the language throughout the Oedipus complex passage
Este trabalho aborda a escrita de crianças encaminhadas para terapia fonoaudiológica. O objetivo desta dissertação é discutir a natureza do sintoma, a partir de uma perspectiva teórica que toma distância da concepção de que a linguagem é objeto de conhecimento sobre o qual a criança atua. Para operar tal deslocamento foi encaminhada uma reflexão que considera a ordem própria da língua (SAUSSURE, 1916), e entende que a linguagem é anterior ao sujeito e responsável por sua captura e, conseqüentemente, por sua entrada no universo simbólico. A concepção de sujeito compatível com tal perspectiva é a de sujeito dividido entre a instância que escreve e a que lê. Implicar este sujeito da Psicanálise exige abordar a questão da subjetivação também do ponto de vista da sexuação (DE LEMOS, 1998,1999,2002). Na análise empreendida foram eleitos aspectos relativos à materialidade da escrita, a saber: segmentação e traçado. As hipossegmentações na escrita analisada são entendidas como elementos da fala que comparecem na escrita (ABAURRE, 2002), são efeitos do cruzamento oralidade e escrita sob o comando da Língua (BORGES, 2006) e possibilidades esquecidas deste funcionamento (CARVALHO,1995). Em relação ao traçado das letras, destacam-se os equívocos homográficos que trazem o nome da criança latente sob as cadeias manifestas da escrita (BOSCO, 1995). Estes equívocos são produtos da Língua e mostram a alienação da criança. A reflexão sobre o sintoma implicou considerar o modo particular de enlaçamento de um sujeito na/pela linguagem. O desconhecimento do sujeito sobre o porquê dos acontecimentos da sua escrita e a impossibilidade de mudança apontam para a implicação da hipótese do inconsciente introduzida por Freud (LIER DEVITTO, 2006). As operação de recalcamento que incidem sobre a imagem (visual e sonora) das letras, indicadas por Pommier (1996), permitiram pensar no sintoma como ponto de entrelaçamento do processo de subjetivação na linguagem e pela linguagem na passagem pelo complexo edipiano
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Tadros, Taís Olivetti Ferreira. "O discurso e a atividade: uma análise do trabalho do(a) fonoaudiólogo(a) com pais de crianças com perda auditiva." Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2006. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/13803.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2016-04-28T18:23:16Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Dissertacao Tais Olivetti Ferreira Tadros.pdf: 1626347 bytes, checksum: 723e90e77b634172b01bb4e794bc7d01 (MD5) Previous issue date: 2006-06-23
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior
This work aims to make reflections about a speech therapy professional activity with parents. This activity was concepted by the researcher and a speech therapist, offered during a week, for a discussion group in which, the speech therapist was responsible to conduct the discussion between parents of deaf children, whom are attended by Derdic (Divisão de Educação e Reabilitação dos Distúrbios da Comunicação) at the Pontifícia Universidade Católica de São Paulo (PUC-SP). The date was composed with an oral text produced during the application of an adaptation to the simple auto-confrontation method (Faïta, 1997), in which there were three steps: a) audio and video records of three meetings between these parents and the speech therapist. The film Mr. Holland-adorável professor, was showed for the parents, in the first meeting, to be discussed in the two others meetings; b) the edition of this recorder was made by the researched; c) an presentation of this edition to the speech therapist and this part of the research is the analyses material. The analyses are based on conceptual enunciative-discourse, specially, the conceptions by studies of Bakhtin/Volochinov (1929/1992), Bakhtin (1984/1992) and Maingueneau (1998/2004), and this conceptions are articulated with the knowledge of Ergologia (Schwartz, 1996, 1998, 2000, 2004) and Clínica da Atividade (Clot et al. 2000, 2001; Faïta, 1997, 2002, 2004, 2005). So, the reported speech is analyzed with the reflections about the uso das pessoas conception (Benveniste, 1966/2005), specially, the use of personal pronouns and the references. To the organization of the results, there are two topics: first, the words that meaning is related with the difficulties of the work with parents and, in the other side, the importance of this work which is related with the information to parents about the deaf and the importance of the speech therapist action in giving attention to the parents. The results showed, from the Language Sciences and Work Sciences notions, that, there is an activity genre of the speech therapy work with parents. So, from the dialogue between scientific publications about these issues and the results of this research, it was possible to do reflections about the issues that the speech therapist emphasized during the application of auto-confrontation method
Esta investigação tem por objetivo refletir sobre a atividade de trabalho do fonoaudiólogo com pais e mães de crianças com perda auditiva. A atividade, elaborada pela fonoaudióloga/pesquisadora e por uma fonoaudióloga/protagonista do trabalho, envolveu um grupo de discussão formado por pais de crianças atendidas na Derdic (Divisão de Educação e Reabilitação dos Distúrbios da Comunicação) da PUC-SP. Para a coleta de dados, empregou-se uma adaptação do método da autoconfrontação simples (Faïta, 1997), que constou de três etapas: a) gravação em áudio e vídeo de três encontros entre os pais e a protagonista; no primeiro encontro, os pais escolheram para discussão o filme Mr. Holland adorável professor que foi discutido nos outros dois encontros; b) edição dos encontros gravados, em segmentos selecionados pela pesquisadora; c) apresentação do vídeo editado à protagonista; o material de análise consistiu no discurso produzido pela protagonista, ao ser confrontada com esse vídeo. O quadro teórico para a análise é de base enunciativo-discursiva, mais especificamente, dos estudos de Bakhtin/Volochinov (1929/1992), Bakhtin (1984/1992) e Maingueneau (1998/2004) na articulação com os estudos sobre o trabalho, mais especificamente, a Ergologia (Schwartz, 1996, 1998, 2000, 2004) e a Psicologia do Trabalho, na vertente desenvolvida pela Clínica da Atividade (Clot et al., 2000, 2001; Faïta, 1997, 2002, 2004, 2005). A análise se dá na articulação entre as categorias lingüísticas tema, discurso citado e embreagem enunciativa e as noções de normas antecedentes, renormalizações, usos de si, gênero e estilo da atividade, advindas de estudo sobre o trabalho. A reflexão possibilitou chegar a dois temas sobre o trabalho do fonoaudiólogo com pais de crianças com perda auditiva: de um lado, a complexidade desse trabalho revelada por: (a) esforço em envolver os pais, visto que há uma maior participação das mães, (b) dificuldade de se falar sobre o prognóstico e/ou o diagnóstico, e (c) tensão entre a informação e a discussão no grupo. Por outro lado, destacam-se as questões levantadas sobre a importância do trabalho do fonoaudiólogo, como: (a) a importância do esclarecimento aos pais sobre a perda auditiva, (b) a importância da explicação do Programa de Inclusão Escolar e (c) a importância do acolhimento aos pais. A partir dessa análise pôde-se constatar que esses traços compõem um gênero de atividade do trabalho do fonoaudiólogo com pais de crianças com perda de audição
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Santos, LetÃcia Adriana Pires Ferreira dos. "A conversaÃÃo de pessoas com transtornos mentais: um estudo dos turnos conversacionais, dos marcadores e do fenÃmeno da relevÃncia." Universidade Federal do CearÃ, 2000. http://www.teses.ufc.br/tde_busca/arquivo.php?codArquivo=3365.

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Abstract:
CoordenaÃÃo de AperfeiÃoamento de Pessoal de NÃvel Superior
A presente pesquisa apresenta uma anÃlise da conversaÃÃo de pessoas com transtornos mentais enfocando trÃs aspectos principais: um que investiga os marcadores conversacionais, outro que procura verificar como os participantes da conversaÃÃo interagem uns com os outros e finalmente um que analisa o fenÃmeno de relevÃncia. Para compreender a conversaÃÃo de pessoas com transtornos mentais, analisamos as conversas de trinta e cinco sujeitos, pacientes do Centro de AtenÃÃo de Quixadà (CAPS) nos anos de 1998, 1999 e 2000. Pela interpretaÃÃo dos resultados, chegou-se à conclusÃo de que tanto em situaÃÃes de surto como de nÃo surto, as pessoas com transtornos mentais dÃo seqÃÃncia aos turnos que exigem a formaÃÃo obrigatÃria e nÃo cancelÃvel de um par adjacente, usam mais sinais conversacionais pÃs-posicionados e utilizam mais os marcadores conversacionais convergentes e indagativos do que os divergentes. Confirmou-se tambÃm a hipÃtese de que em situaÃÃes de surto, essas pessoas apresentam um comprometimento maior no fenÃmeno da relevÃncia do que quando nÃo estÃo em surto. O estudo ressalta, ainda, que as conversas de pessoas com transtornos mentais contÃm elementos coerentes e relevantes, possibilitando reflexÃes sobre as concepÃÃes que defendem o isolamento dessas pessoas por as conceberem totalmente incapazes de um convÃvio social
This research presents an analysis of the conversation of mentally disturbed people focusing on three main aspects: it investigates the conversational markers used in their interactions, it verifies how conversation participants interact with one another and, finally, it analyses the relevance phenomenon. In order to reach our aim, we have analysed the conversation of thirty-five patients of the Centro de AtenÃÃo (CAPS) of QuixadÃ, in Brazilâs northeastern state of Cearà who had their conversations recorded during 1988, 1999 and 2000. The results of the analysis have indicated that both in periods of onset or not, mentally disturbed people give continuation to conversational turns that require the mandatory formation of na adjacency pair, use more post-positioned conversational signals than pre-positioned ones, and utilize more converging and enquiring conversational markers than diverging ones. The hypothesis that, when in crises, the conversation of mentally disturbed people present a greater weakening of the relevance phenomenon has also been confirmed. The study highlights that the conversation of such people is, to some extent, coherent and relevant. This fact calls for a revision as regards the conceptions that defend the isolation of these people by preconceiving them unable of social interaction
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