Journal articles on the topic 'Disturbo di personalità'

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Albert, Umberto, Chiara Picco, Giuseppe Maina, Federica Forner, Eugenio Aguglia, and Filippo Bogetto. "Phenomenology of patients with early- and adult-onset obsessive-compulsive disorder." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 11, no. 2 (June 2002): 116–26. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005571.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Valutare eventuali differenze nelle caratteristiche sociodemografiche e cliniche (sintomatologia ossessivo–compulsiva, la comorbidità di Asse I e la comorbidità di Asse II) in soggetti adulti con disturbo ossessivo–compulsivo ad esordio precoce (>18 anni) e in eta adulta (≤18 anni). Disegno – Studio clinico controllato. Setting – Servizio per i disturbi depressivi e d'ansia, Dipartimento di Neuroscienze, Università di Torino. Metodo – Sono stati inclusi nello studio 149 pazienti adulti con diagnosi di DOC (DSM–IV) e un punteggio Y–BOCS totale <16.1 soggetti sono stati valutati attraverso un'intervista semi–strutturata diretta ad indagare le caratteristiche socio–demografiche é cliniche. La comorbidita longitudinale di Asse I, secondo i criteri del DSM–IV, è stata valutata attraverso un'intervista clinica strutturata diretta secondo le indicazioni di Othmer & Othmer (1994; 1999): particolare attenzione è stata rivolta alia rilevazione dei disturbi dello spettro ossessivo–compulsivo (Hollander et al, 1996; 1997). Per l'analisi della comorbidita con i disturbi di personalitá è stata utilizzata la Structured Clinical Interview for DSM–IV Axis II Disorders (SCID–II). Risultati – 39 pazienti (26.2%) hanno presentato l'esordio del DOC prima dei 18 anni (early–onset) e 110 pazienti (73.8%) hanno presentato l'esordio del DOC dopo i 18 anni (later–onset). Sono state rilevate differenze significative tra i due gruppi di confronto: i soggetti con esordio precoce presentano una predominanza del sesso maschile, un decorso cronico del disturbo e l'associazione con il disturbo schizotipico di personalità. Conclusioni – Suddividendo il campione secondo l'eta di esordio del disturbo abbiamo rilevato alcune differenze significative nell'espressivita del DOC che indicano una possibile eterogeneita del disturbo, meritevole di ulteriori approfondimenti. In particolare, il rilievo nel gruppo ad esordio precoce di un decorso prevalentemente cronico e soprattutto di una specifica associazione con il disturbo schizotipico di personalita appare significativo ai fini dell'impostazione di specifiche strategic terapeutiche.
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Nigro, Nicoletta, and Michael Fanizza. "Il Trattamento DBT orientato del Disturbo Borderline di Personalità nei servizi di Salute Mentale di Modena." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (December 2021): 93–110. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003007.

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Abstract:
Il presente articolo descriverà Il Disturbo Borderline di Personalità (DBP) ed il suo trattamento nei Centri di Salute Mentale dei 7 Distretti territoriali Modenesi. Il Disturbo Borderline rappresenta, già normalmente una sfida importante per i Centri di Salute Mentale, sia per la criticità del trattamento sia per il benessere dei team curanti essendo un disturbo con forte componente drammatica che impone alle equipe curanti la gestione di aspetti controtransferali e la necessità di un intervento che implementi nel paziente l'integrazione di elementi frammentati e disregolati. In letteratura emerge che per rispondere a tali esigenze l'intervento deve prevedere una co-terapia; una espressione della co-terapia è rappresentata dal doppio setting, individuale e di gruppo. Un modello che risponde a tali requisiti è quello Dialettico- Comportamentale ideato da Marsha Linehan (DBT). La realtà modenese si mette in gioco nella presa in carico dei disturbi gravi della personalità secondo il Modello DBT adattando alla realtà territoriale ed alle esigenze dei Centri di salute Mentale tale intervento associando anche il trattamento gruppale psicoeducativo alle famiglie. In epoca pandemica i servizi territoriali rivolti alla Salute mentale hanno accettato la sfida di un trattamento DBT on line.
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Castellet, y. Ballarà Francesco. "Il disturbo di personalità secondo una prospettiva psicodinamica." PSICOBIETTIVO, no. 2 (July 2014): 17–28. http://dx.doi.org/10.3280/psob2014-002002.

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Jesurum, Costanza. "Il caso del signor S. tra disturbo dell'umore e disturbo di personalità." PSICOBIETTIVO, no. 2 (June 2017): 118–22. http://dx.doi.org/10.3280/psob2017-002009.

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5

Bacciagaluppi, Marco, and Romano Biancoli. "Temi frommiani in un caso di disturbo di personalità narcisistico." RICERCA PSICOANALITICA, no. 1 (February 2014): 111–20. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2014-001008.

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Caroppo, Emanuele, Giuseppina Del Basso, and Patrizia Brogna. "Trauma e vulnerabilità nei migranti richiedenti protezione internazionale." REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 22, no. 43 (December 2014): 99–116. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880004307.

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Abstract:
INTRODUZIONE: I rifugiati richiedenti protezione internazionale mostrano un'alta vulnerabilità e Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD). OBIETTIVI: abbiamo utilizzato un approccio integrato multidisciplinare per valutare la loro vulnerabilità e psicopatologia. METODI: sono stati valutati 180 rifugiati politici secondo i criteri del DSM-IV-TR. RISULTATI: in un'alta percentuale di rifugiati politici la diagnosi principale è stata di PTSD associata con disturbi di personalità e/o altri disturbi psichici. CONCLUSIONI: i rifugiati politici hanno più difficoltà nel gestire le proprie emozioni, questo probabilmente è dovuto alla propria storia personale intrisa di vissuti traumatici, tuttavia attraverso un lavoro sia psicoterapico che farmacologico è stato possibile migliorare le proprie condizioni.
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Bilotta, Elena. "Quando tutto sembra essere contro te: un caso di disturbo paranoide di personalità." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 33 (December 2013): 115–25. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2013-033008.

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Di Benedetto, Serena, and Andrea Gragnani. "Giada: "la trappola dell'indegnità"" un caso di Tricotillomania in comorbidità con Disturbo ossessivo-compulsivo e Disturbo di personalità borderline." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 49 (January 2022): 35–56. http://dx.doi.org/10.3280/qpc49-2021oa13212.

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Abstract:
Nel presente lavoro viene descritto il caso clinico di Giada, una ragazza di 19 anni che presenta una struttura di personalità borderline connotata da una pervasiva disregolazione emotiva. I due disturbi dello spettro ossessivo, la Tricotillomania e il DOC, si configurano come tentativi disfunzionali di gestione del senso di indegnità personale, accompagnata da un profondo disgusto di sé, e della colpa deontologica di peggiorare irrimediabilmente la propria persona, con un conseguente aumento del rischio di essere smascherata nella propria difettosità e dunque scansata e abbandonata dall'altro. I comportamenti ripetitivi focalizzati sul corpo, consistenti nello strappo di peli localizzati nelle zone del pube e delle gambe, da un lato vengono agiti in maniera premeditata e ritualizzata, attivati dalla sensazione di disgusto per se stessa e dalla necessità si sentirsi adeguata, dall'altro vengono agiti in maniera impulsiva, in seguito a un discontrollo emotivo, come tentativi di gestione degli stati emotivi e mentali dolorosi. La paziente inoltre presenta intensi vissuti di ansia a connotazione ossessiva con rituali di lavaggio, pensieri intrusivi, sensazione che le cose non siano come dovrebbero essere (NJRE). Il percorso terapeutico, all'interno del quale hanno rivestito un ruolo centrale gli interventi basati sulla Schema Therapy, ha coniugato tecniche di terapia cognitiva standard a tecniche di terza generazione (ACT, DBT, Mindfulness). Particolare attenzione è stata volta a offrire una cornice dialettica che alternasse costantemente un approccio volto all'accettazione radicale mantenendo un costante slancio al cambiamento. La relazione terapeutica è stata un imprescindibile strumento terapeutico servito spesso come contenitore dei vissuti emotivi legati all'indegnità del sé.
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di Giacomo, Ester, and Massimo Clerici. "Bullismo e disturbo antisociale di personalità in adolescenza ed età giovanile." Quaderni Italiani di Psichiatria 28, no. 3 (September 2009): 111–16. http://dx.doi.org/10.1016/j.quip.2009.05.003.

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Cracco, Luciana, Giulia Greselin, Mauro Polacco, and Roberta Anna Irene Soldà. "Lo strutturarsi di un disturbo di personalità in adolescenza: conseguenza di uno sviluppo traumatico? Il caso di Francesca." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 32 (June 2013): 139–48. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2013-032010.

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Sanza, Michele. "Il Limite e il Contratto Terapeutico nella cura del Disturbo Borderline di Personalità." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (March 2015): 91–97. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2015-001007.

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Mircoli, Giuliana, Sara Bascioni, Chiara Lucarelli, and Cesario Bellantuono. "Antipsicotici atipici nel trattamento farmacologico del disturbo borderline di personalità: una revisione sistematica." Quaderni Italiani di Psichiatria 29, no. 2 (June 2010): 51–58. http://dx.doi.org/10.1016/j.quip.2009.11.005.

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Oasi, Osmano, and Sara Vecchi. "Ripensare l'abuso nel Disturbo Borderline di Personalità: il caso dell'interazione verbale nell'arco di vita della persona." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (May 2015): 119–34. http://dx.doi.org/10.3280/mal2015-001007.

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Maria Furlan, Pier. "Presentazione del libro di Otto F. Kernberg. Sindromi marginali e narcisismo patologico (1978)." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 1 (February 2022): 95–106. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-001012.

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Abstract:
Viene ripubblicata la Presentazione della edizione italiana del libro di Otto F. Kernberg Borderline Conditions and Pathological Narcissism (New York: Aronson, 1975): Sindromi marginali e narcisismo patologico (Torino: Boringhieri, 1978, pp. 9-21). Le innovazioni teoriche e tecniche proposte da Kernberg riguardo al disturbo borderline di personalità e al narcisismo patologico vengono discusse alla luce di alcune considerazioni sugli sviluppi della teoria psicoanalitica. Que-sta Presentazione è ripubblicata per ricordare Pier Maria Furlan, che è scomparso il 20 gennaio 2022 e che ha fatto parte della redazione di Psicoterapia e Scienze Umane dal 1978 al 1991.
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Tedesco, Simona. "Disturbo da stress post traumatico complesso e personalità evitante: un caso di abuso sessuale." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 32 (June 2013): 149–61. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2013-032011.

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Villirillo, Caterina, Rossella Cascone, and Carlo Buonanno. "Luca: il timore di essere contaminato dalla madre e il ruolo dei genitori nel mantenimento della sintomatologia." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 46 (July 2020): 111–34. http://dx.doi.org/10.3280/qpc46-2020oa10164.

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Abstract:
In questo lavoro viene descritto il caso di un ragazzo di 16 anni, giunto in terapia con una diagnosi di disturbo ossessivo compulsivo, per la quale aveva già intrapreso una psicoterapia, con presa in carico farmacologica, senza miglioramento dei sintomi. La sintomatologia ossessiva è associata al timore di essere contaminato dall'alito materno. Tuttavia, fin dai primi incontri, emerge con chiarezza una maggiore complessità del quadro, per la presenza in comorbilità di un disturbo schizotipico di personalità, caratterizzato da comportamenti bizzarri e responsabile di una grave compromissione del funzionamento sociale e scolastico. L'intervento è stato realizzato attivando due setting e ha visto coinvolti Luca (20 incontri) e i genitori (10 incontri). Nell'articolo descriveremo la formulazione del caso, differenziando gli interventi sui sintomi ossessivi dalle procedure utilizzate per fronteggiare la sintomatologia schizotipica. Il miglioramento del disturbo ossessivo compulsivo è stato osservato già in fase di condivisione del profilo interno e lavorando sul timore di contaminazione con interventi di ristrutturazione cognitiva. Parallelamente, il trattamento si è focalizzato sull'aumento della cura di sé e la modifica delle abitudini disfunzionali, con un effetto determinante sulla riduzione dei rituali, un aumento della percezione di autoefficacia e una diminuzione sensibile del ritiro sociale. L'intervento con i genitori si è focalizzato sulla riduzione della critica e degli atteggiamenti sprezzanti verso Luca, tramite interventi di ristrutturazione cognitiva e tecniche di validazione che hanno portato a una parziale riduzione degli stessi. Come obiettivi contestuali, favorire la comprensione e l'accettazione del funzionamento di Luca, oltre che il riconoscimento dei suoi bisogni emotivi.
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Berardi, Domenico, Bianca Bortolotti, Elena Lo Sterzo, Valentina Manzo, Francesco Martino, Marco Menchetti, Marco Monari, Anna Sasdelli, Paola Tedesco, and Cecilia Trevisani. "Il ruolo del criticismo percepito nelle strategie di regolazione emotiva e comportamentale del disturbo borderline di personalità." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 36 (October 2015): 71–84. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2015-036006.

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Minola, Valeria, and Anna Paschetta. "L'origine multifattoriale nei disturbi dell'apprendimento: un protocollo terapeutico con la famiglia." TERAPIA FAMILIARE, no. 126 (November 2021): 45–65. http://dx.doi.org/10.3280/tf2021-126004.

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Abstract:
In questo articolo presentiamo come la terapia sistemico familiare-individuale sia effi cace nella presa in carico di un nucleo familiare che vive dinamiche relazionali complesse, altrimenti messe in ombra da una diagnosi di disturbo dell'apprendimento a carico del fi glio e dalle ricadute del disagio prettamente in ambito scolastico. Presso il nostro studio, per i ragazzi e per le loro famiglie che ci consultano, lavoriamo adattando il modello proposto dalla scuola di Psicoterapia Mara Selvini Palazzoli. Dopo un'iniziale spiegazione sulle caratteristiche del disturbo specifi co dell'apprendimento, presenteremo la teoria della multifattorialità all'origine del DSA di Simonetta, che assumiamo come cornice teorica. Questo modello si basa sugli studi delle neuroscienze, delle teorie dell'attaccamento e della psicotraumatologia che permettono la lettura dell'eziopatogenesi del sintomo analizzando diversi livelli di complessità. Nel nostro metodo di intervento, rileviamo con particolare attenzione il signifi cato che il sintomo assume quando si esprime in un particolare contesto relazionale. Per questo dove compare un disturbo dell'apprendimento riteniamo utile indagare gli attaccamenti e lo sviluppo delle personalità dei componenti della famiglia. Inoltre aiutiamo il nucleo a rileggere le proprie dinamiche relazionali in un'ottica sistemica e approfondiamo le dinamiche passate secon do la prospettiva trigenerazionale che le sottende, stando attente a rilevare l'eventuale presenza di traumi non elaborati nelle storie di sviluppo dei componenti della famiglia. Inoltre evidenziamo l'importanza dello stile di conduzione che prevede l'utilizzo delle tecniche verbali, non verbali e i diversi formati di convocazione. Presentiamo il nostro metodo di lavoro attraverso la descrizione della presa in carico psicoterapeutica di un nucleo familiare.
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Daneluzzo, Enrico, Silvia Di Tommaso, Daniela Tempesta, Gianluigi Cerroni, Paolo Stratta, and Alessandro Rossi. "The Community Assessment Psychic Experience (CAPE): evaluation study of the Italian version." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 17, no. 3 (September 2008): 242–47. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00001342.

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Abstract:
AbstractNegli ultimi anni il modello categoriale della psicosi e della schizofrenia in particolare, è stato riconsiderato a favore di una visione dimensionale. Questa assume che I sintomi psicotici differiscono in modo quantitativo dalle normali esperienze psichiche distribuendosi lungo un continuum che va dalla popolazione clinica affetta da schizofrenia ad individui con disturbo di personalità, fino alla popolazione generale che può mostrare esperienze simil psicotiche (Hanssen et al., 2003; Johns & Phil, 2005). Tale continuità fenomenologica è suggerita da studi che mostrano che le dimensioni del fenotipo della psicosi subclinica sono molto simili a quelle identificate nei disturbi clinici (Van Os et al. 2000; Van Os & Tamminga, 2007; Rossler et al., 2007). Sono state infatti riportate dimensioni positive e negative sia in ambito clinico che subclinico, mentre più incerta appare la presenza della dimensione disorganizzazione (Vollema & Hoijtink, 2000; van Os et al., 2002). Vari studi hanno riportato che i fenotipi clinico e non clinico condividono fattori di rischio, meccanismi psicologici ed i pattern epidemiologici (Sharpley & Peters,1999; Johns & van Os, 2001; van Os et al., 2001), fornendo un'ulteriore prova che l'espressione clinica e subclinica delle psicosi fanno parte dello stesso continuum.
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Livesley, W. John. "Trattamento integrato: un impianto concettuale per un approccio evidence-based al trattamento del disturbo di personalità." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 33 (December 2013): 19–51. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2013-033003.

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Cheli, Mariagnese, and Salvatore Busciolano. "Il ruolo del Trauma e del Linguaggio nel sistema penale minorile." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (January 2022): 116–31. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002011.

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Abstract:
L'articolo mette in luce la necessità di una prospettiva trauma orientata nell'ambito degli interventi sui minori devianti perché la letteratura scientifica evidenzia sempre più come, da un lato, il Disturbo di Personalità Antisociale (Dpa) possa collegarsi a una storia traumatica e, dall'altro, come i ragazzi reduci da esperienze sfavorevoli infantili (Esi) più frequentemente possono avere condotte devianti. Questo orientamento porta a modificare l'approccio ai ragazzi all'interno di una nuova e necessaria progettualità sistemica che parte dalla giustizia minorile fino a toccare tutti gli attori istituzionali coinvolti e le famiglie dei minori, una progettualità coerente e condivisa negli obiettivi, nelle prescrizioni e nelle azioni. In questa progettualità è fondamentale, all'interno del processo minorile, il ruolo di un linguaggio istituzionale comprensibile ai ragazzi, medium necessario per attivare una relazione che porti a una corretta assunzione delle proprie responsabilità, per poter riattivare un itinerario educativo efficace.
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Banfi, Mariacristina. "La psicoterapia per "disappannare la mente": un caso di disturbo di personalità con tratti antisociali, evitanti e dipendenti e abuso di sostanze a partire dall'adolescenza." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 35 (December 2014): 101–18. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2014-035007.

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Dzierżon, Ginter. ""Il disturbo antisociale di personalità: incidenza sulla capacità al consenso matrimoniale (can. 1095, nn. 2 e 3)", S. Corsaro, Roma 2009." Ius Matrimoniale 21, no. 15 (October 15, 2010): 239–43. http://dx.doi.org/10.21697/im.2010.15(21).16.

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Dimaggio, Giancarlo, Marcella Toma, Giampaolo Salvatore, Donatella Fiore, and Luisa Buonocuore. "La terapia metacognitivo-interpersonale per ridurre la disregolazione emotiva, migliorare le funzioni metacognitive, e favorire la modificazione degli schemi sé-altro nel disturbo istrionico di personalità complicato." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 33 (December 2013): 91–113. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2013-033007.

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Caretti, Vincenzo, Stefano Ciulla, and Adriano Schimmenti. "La diagnosi differenziale nella valutazione della psicopatia e del comportamento violento." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (May 2012): 139–57. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-001009.

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Abstract:
La psicopatia č un disturbo di personalitŕ definito dalla presenza di tratti e comportamenti che hanno un impatto negativo sugli individui e sulla societŕ, tra cui egocentrismo patologico, fascino superficiale, senso di sé grandioso, bisogno di stimoli, uso patologico di menzogne e manipolazione, mancanza di rimorso e di senso di colpa, insensibilitŕ, mancanza di empatia, impulsivitŕ, irresponsabilitŕ, tendenza alla criminalitŕ. Sebbene il concetto di psicopatia sia da secoli discusso nella letteratura psichiatrica, la mancanza di una specifica categorizzazione nosografica nei manuali diagnostici, nonché l'erronea sovrapposizione con altri disturbi clinici (ad es., il disturbo antisociale di personalitŕ, o il disturbo narcisistico di personalitŕ nelle sue varianti maggiormente primitive e maligne), hanno contribuito a creare una certa confusione riguardo all'utilizzo appropriato di tale termine. In questo contributo, le caratteristiche della personalitŕ psicopatica vengono confrontate con quelle di altri disturbi di personalitŕ, allo scopo di chiarire quegli aspetti psicopatologici e comportamentali peculiari della psicopatia che consentono di effettuare una diagnosi differenziale rispetto ad altri disturbi psichiatrici. La distinzione tra psicopatia e altri disturbi risulta infatti necessaria, considerato che i soggetti psicopatici sollevano problematiche particolarmente complesse sul piano sociale, dell'assessment clinico e dell'eventuale trattamento, molto diverse da quelle poste da altre categorie diagnostiche con le quali la psicopatia potrebbe essere erroneamente confusa.
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Luci, Giuseppe. "Le due "L"." PSICOBIETTIVO, no. 3 (November 2011): 123–31. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-003007.

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Abstract:
Nel presente contributo presento il caso di una paziente con disturbo borderline di personalitŕ e disturbo ossessivo compulsivo di personalitŕ. Partendo da tale diagnosi ho esposto il suo funzionamento mentale, in particolari i disturbi metacognitivi, e proposto un trattamento in cui espongo le tecniche utilizzate e gli obiettivi perseguiti.
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Alfani, Fabrizio. "Disturbo di personalitŕ e deficit metacognitivo. Alcune riflessioni." PSICOBIETTIVO, no. 3 (October 2009): 104–8. http://dx.doi.org/10.3280/psob2008-003009.

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Abstract:
- The author underlines the importance that psychodynamic diagnosis is inspired to a dimensional approach rather than a categorial one. In personality disorders, referring strictly to DSM diagnostic categories can reduce the complexity of the single clinical situation. The metacognitive deficit, which is present in various degree in personality disorders, has predominantly a defensive role against the pain and the anxiety caused by the recognition of mental contents presented by refusing and aggressive parental figures.Key Words: Psychodynamic diagnosis; Personality disorders; Metacognition; Therapeutic relationship; Defences of the Self.Parole chiave: diagnosi psicodinamica; disturbi di personalitŕ; metacognizione; relazione terapeutica; difese del sé.
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Sztychmiler, Ryszard. "Znaczenie osobowości kandydata do małżeństwa w świetle obowiązującego prawa kanonicznego." Prawo Kanoniczne 40, no. 1-2 (June 5, 1997): 201–17. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1997.40.1-2.09.

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Abstract:
Persona e personalita hanno nel diritto romano e nel diritto canonico i significati diversi. La Chiesa riconosce la personalita naturale di ogni uomo dalla sua concezione, ma personalita giuridica assegna dal battesimo. Nel diritto canonico possiamo distinguere la personalita naturale, canonica e richiesta. Mi sembra, che la Chiesa potrebbe assegnare il piu grosso significato della personalita Christiana. Gran valore della formazione della personalita matura nella Chiesa dimostrano le norme sulla educazione Christiana. La Chiesa richiede la maturità dalle persone, che prendono importanti decisioni oppure ufficii; protegge sopratutto ogni persona e la sua personalita. Nello diritto canonico matrimoniale si trovano le normae, che danno molta importanza della personalita del uomo. Esse si trovano non soltanto nel Codice di diritto canonico, ma anche nelle diverse norme dello stesso diritto canonico. E cosi il Legislatore ecclesiastico vuole l’adequata praparazione al matrimonio. Nello stesso tempo si preferisce i matrimonii di due persone cattoliche, invece altre esigenze si pone per i findanzati, dei quali soltanto uno appartiene alla Chiesa cattolica. Il significato della personalita del candidato al matrimonio si rivela tra l’altro nel stabilire gli impedimenti matrimoniali tali come: mancanza dell’età, impotenza sessuale e diversa religione. Nel capitolo sul consenso matrimoniale il Legislatore del Codice mette alcune esigenze, le quali prendono in considerezione la validita del matrimonio dai certi segni della personalita e atteggiamenti dei candidati al matrimonio. In alcuni canoni mette tali esigenze le quali possono essere compiute dalle persone mature nel senso psicologico: cioe sufficiente scienza, sufficiente uso di ragione, giudizio critico e la capadtà da adempire i obbligazioni matrimoniali essenziali. Soltanto gravi disturbi e mancanze fanno il matrimonio invalido. Se ci sono infatti tali casi, si puo nel corso del processo giudiziario andare a dichiarare il matrimonio invalido. Pero le prove dei disturbi della personalità о altri fatti negativi in questo ambito e molto defficile da dimostrare, ma possibile, sopratutto quando i disturbi e le mancanze sono gravi. Riassumendo il mio discorso sul tema dei significato della personalità nel diritto canonico matrimoniale si puo affermare che i gravi о esattamente definiti i disturbi della personalità о negativo orientamento al matrimonio, in generale fanno il matrimonio invalido. II Legislatore eclesiastico prottegge in tali situazioni la liberta della persona, la quale ha incontrato la persona toccata dai tali disturbi e negativo orientamento della volontà. Se i disturbi о mancanze non sono gravi, il Legislatore non entra con la norma di protezione, la quale darebbe per loro la liberta.
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Imbimbo, Antonella, and Giancarlo Dimaggio. "La terapia metacognitiva interpersonale. Un caso di disturbo evitante di personalitŕ." PSICOBIETTIVO, no. 3 (October 2009): 93–103. http://dx.doi.org/10.3280/psob2008-003008.

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Abstract:
- Davide 31 yrs. old patient suffering from Avoidant Personality Disorder and treated with Metacognitive Interpersonal Therapy (Procacci e Popolo, 2003; Procacci, Petrilli, Dimaggio, 2003). He had difficulties to identify his own thoughts and feelings, mindreading difficulties and was not able to detach from his own schemadriven representations of the others. Treatment was initially focused on identifying the range of feelings he experienced in stressful interpersonal conditions: it emerged that the patient representated the self as inadequate and constantly fearing the anticipated harsh critiques from the others. He felt embarassed and socially rejected or humiliated, and these feeling lead him to isolate in order to avoid critiques and suffering. As a consequence he felt different and distant from the others or sometimes reacted with anger to the anticipated stigmatisation. The therapy helped him in recognising positive aspects of the self. A constant regulation of the therapeutic relationship was needed in order to prevent alliance ruptures and prevent early dropout. At the end of treatment patient was more able to understand that his fears of being judged were more the consequences of his life history than the actual trend of relationships.Key Words: Avoidant Personality Disorder; Therapeutic Relationship; Metacognition; Interpersonal Cycles.Parole chiave: disturbo evitante di personalitŕ; relazione terapeutica; metacognizione; cicli interpersonali.
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Lepore, Marta. "Un caso di disturbo borderline di personalitŕ." PSICOBIETTIVO, no. 3 (February 2011): 109–17. http://dx.doi.org/10.3280/psob2010-003007.

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Abstract:
L'autore presenta un caso clinico di una paziente con diagnosi di disturbo borderline di personalitŕ. Nella prima parte viene inquadrato il caso dando rilievo all'anamnesi personale e familiare, allo stato mentale, ai motivi dello scompenso, ai meccanismi di mantenimento ed infine alla vulnerabilitŕ della paziente. In seguito viene descritto il trattamento finora effettuato nelle sue specifiche fasi, con particolare attenzione alla relazione terapeutica.
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Burla, Franco, Stefano Ferracuti, and Renato Lazzari. "Borderline Personality Disorder: Content and Formal Analysis of the Rorschach." Rorschachiana 22, no. 1 (January 1997): 149–62. http://dx.doi.org/10.1027/1192-5604.22.1.149.

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Abstract:
In questo studio sono stati confrontati venti pazienti con diagnosi DSM-III-R di disturbo borderline di personalitê, con un numero eguale di nevrotici (soggetti con disturbi somatoformi o ansiosi secondo il DSM-III-R) e di psicotici (pazienti con diangosi DSM-III-R di schizofrenia o disturbo delirante). I pazienti non-differivano in forma statisticamente significativa per etê media. Tutti i soggetti sono stati sottoposti al test di Rorschach, ed i protocolli sono stati valutati con il sistema di Exner per quanto concerne l’analisi strutturale e con analisi contenutistica. Per quanto riguarda quest’ultima sono state valutate le seguenti scale: scale di barriera e penetrazione di Fisher and Cleveland (1958) ; scala di ostilitê (Elizur, 1949); scala di ansietê (Elizur, 1949); scala di dipendenza ( De Vos, 1952 ); scala di depressione ( Endicott, 1972 ; Endicott & Jortner, 1966 ); scala di sospettositê ( Endicott, 1972 ; Endicott, Jortner, & Abramoff, 1969 ), scala delle difese di Lerner ( Lerner & Lerner, 1980 ). Per quanto concerne l’esame di realtê sono state prese in considerazione le confabulazioni e un grado di maggiore gravitê delle stesse. Quest’ultime sono state tipizzate come confabulazioni nelle quali era presente una iperelaborazione dello stimolo, con tematizzazione di una breve storia, abitualmente drammatica, e dove il contatto con realtê appariva completamente perso. L’analisi strutturale ha indicato che i pazienti con disturbo borderline di personalitê e i soggetti psicotici presentavano un numero maggiore di segni depressivi. L’indice SCZI ha differenziato esclusivamente il gruppo degli psicotici, il quale peraltro Åanche risultato come quello maggiormente compromesso per quanto concerne l’accuratezza percettiva. Le capacitê empatiche e di identificazione interpersonale sono risultate migliori nei pazienti borderline. L’analisi contenutistica ha indicato che i pazienti borderline erano differenziabili dagli altri due gruppi per una maggiore presenza di segni di dipendenza affettiva. Inoltre, rispetto agli psicotici, i pazienti borderline presentavano un maggior numero di segni di ostilitê, e utilizzavano in maggior grado rispetto ai nevrotici meccanismi difensivi di svalutazione ed identificazione proiettiva. I pazienti borderline presentavano anche un maggior numero di confabulazioni gravi rispetto ai nevrotici. I dati di questo studio suggeriscono la possibilitê che vi sia un discreto grado di sovrapposizione tra le categorie diagnostiche dei borderline con altre condizioni pre-psicotiche.
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Pozzi, Euro. "La diagnosi di Disturbo di Personalitŕ nella pratica dei CSM." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2011): 41–55. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-002004.

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Abstract:
Le diagnosi formulate nelle cartelle cliniche presso i Centri di Salute Mentale non corrispondono quasi mai con la diagnosi che ha in mente lo psichiatra che ha in carico il caso. L'articolo sviluppa alcune ipotesi su tale discrepanza. Ci si sofferma in modo particolare sul fatto che se paragoniamo la letteratura sull'epidemiologia dei Disturbi di Personalitŕ e sui Disturbi Gravi di Personalitŕ con i dati a nostra disposizione risalta quanto tali disturbi siano assolutamente sottodiagnosticati. L'articolo sviluppa le ragioni di questa differenza e le conseguenze che ne derivano per la mancata terapia: i Disturbi dell'Asse II infatti richiedono che venga messa al centro della prassi terapeutica la psicoterapia con tecniche e modalitŕ specifiche e mirate. Il mancato trattamento dei Disturbi Gravi di Personalitŕ porta alla cronicizzazione dei Disturbi di Asse I. L'articolo si conclude ipotizzando una prassi di lavoro che potrebbe integrarsi con le strutture Dipartimentali giŕ disponibili.
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Aceti, Franca, Francesca Aveni, Nicoletta Giacchetti, Paola Motta, and Bianca Straniero Sergio. "La depressione post-partum: inquadramento del problema." TERAPIA FAMILIARE, no. 94 (February 2011): 189–202. http://dx.doi.org/10.3280/tf2010-094013.

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Abstract:
In questo articolo gli Autori presentano i risultati preliminari relativi a 20 pazienti con diagnosi di depressione post-partum. Di recente infatti, č stato avviato dalla UOS di Igiene Mentale delle Relazioni Affettive e del post-partum del Policlinico Umberto I di Roma, un progetto intervento sui disturbi dell'umore nel puerperio. I dati raccolti finora indicano la prevalenza di un disturbo di personalitŕ del cluster B e che la depressione post-partum si configura come una difficoltŕ nel processo di separazione-individuazione madre-bambino che appare isomorfa a una indifferenziazione dei partner dalla propria famiglia di origine. Sia a livello individuale materno che della coppia, l'evento nascita, in quanto riedizione di vissuti di antiche separazioni, viene sperimentata come fonte di angosce e di pericolo.
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Pierazzuoli, Francesca, Elisa Gatti, Laura Gorla, Giacomo Tognasso, and Alessandra Santona. "Il benessere psicologico dei caregiver di pazienti con gravi disturbi psichiatrici: uno studio osservazionale." TERAPIA FAMILIARE, no. 126 (November 2021): 81–101. http://dx.doi.org/10.3280/tf2021-126006.

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Abstract:
La presente ricerca esplora alcune caratteristiche psicologiche presenti nei fratelli con funzione di caregiver di pazienti con gravi patologie psichiche. Gli autori si focalizzano su aspetti quali la percezione della relazione con le figure genitoriali, le esperienze traumatiche, i tratti di personalità e alcune caratteristiche psicosociali. Il campione è costituito da 60 partecipanti: 30 fratelli di persone con gravi patologie psichiatriche (Gruppo A), reperiti all'interno di associazioni di fami liari e servizi psichiatrici territoriali, e 30 partecipanti del gruppo di controllo (Gruppo B) reclutati bilanciandoli al gruppo A in termini di caratteristiche; i partecipanti di entrambi i gruppi risultano residenti al Nord Italia. Sono stati impiegati i seguenti questionari self-report: il Parental Bonding Instrument- PBI, il Minnesota Multiphasic Personality Inventory 2-MMPI-2, l'Inventario delle Esperienze Traumatiche- TEC e un Questionario anamnestico. I risultati mettono in luce come i fratelli caregiver di persone con grave disagio psichico presentino diverse caratteristiche peculiari rispetto al gruppo di controllo; ci si riferisce, in particolare, alle caratteristiche della struttura familiare, alle difficoltà relazionali con le figure genitoriali e alle esperienze traumatiche vissute a livello familiare.
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Carcione, Antonino, and Antonio Semerari. "I cicli interpersonali problematici nei disturbi di personalità." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 45 (January 2020): 67–82. http://dx.doi.org/10.3280/qpc45-2019oa8988.

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Abstract:
In quest'articolo si discutono i cicli interpersonali problematici che insorgono tra terapeuta e paziente nel trattamento dei disturbi di personalità. I cicli interpersonali vengono affrontati da tre livelli teorici. In primo luogo presentiamo i costrutti che ci permettono di cogliere e descrivere il fenomeno e chiamiamo questo livello teorico: teoria dei fatti. Nel secondo livello teorico, che definiamo teoria della cura, discutiamo delle implicazioni che ha sul processo terapeutico il fenomeno dei cicli interpersonali. Verranno infine discusse le modalità con cui è possibile rendere effettive le potenzialità terapeutiche che l'accadere dei cicli interpersonali comporta. Questo terzo livello riguarda la teoria della tecnica.
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Valentino, Virginia, and Giancarlo Dimaggio. "Inquadramento e trattamento del senso di colpa nel Disturbo Narcisistico di Personalit&agrave; con la Terapia Metacognitiva Interpe." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 51 (January 2023): 129–42. http://dx.doi.org/10.3280/qpc51-2022oa15185.

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Abstract:
I pazienti con Disturbo Narcisistico di Personalit&agrave; (DNP) possono provare senso di colpa e attuare specifiche strategie di fronteggiamento nel tentativo di gestire l'emozione. Le strategie pi&ugrave; comunemente riscontrate nel funzionamento nel disturbo narcisistico di personalit&agrave; sono l'espiazione, l'esternalizzazione della rabbia sugli altri e la rinuncia a perseguire i propri desideri, sostenuta dal blocco dell'azione. In questo lavoro descriviamo i sensi di colpa presenti in letteratura, in particolare la colpa altruistica e deontologica e, nella prospettiva della Terapia Metacognitiva Interpersonale, descriviamo la relazione tra colpa, funzionamento narcisistico e schemi maladattivi interpersonali. Questi ultimi guidano il paziente a partire da rappresentazioni negative, rigide e incarnate di s&eacute; e degli altri. Attraverso un caso clinico mostriamo come la concettualizzazione del caso possa permettere un inquadramento del funzionamento del paziente pi&ugrave; preciso e, di conseguenza, un trattamento capace di ridurre il senso di colpa e di come questo abbia un effetto benefico sul disturbo narcisistico di personalit&agrave;.
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McWilliams, Nancy. "La patologia borderline come livello di organizzazione di personalitŕ." RICERCA PSICOANALITICA, no. 2 (May 2012): 9–28. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-002002.

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Abstract:
L'autrice passa in rassegna la storia del concetto di organizzazione borderline di personalitŕ, come si č sviluppata attraverso varie esperienze cliniche con i pazienti e nella valutazione diagnostica della personalitŕ. L'articolo mette bene in evidenza l'importanza di tenere a mente che i pazienti borderline lottano con interminabili problemi evolutivi. Critica la definizione ristretta di disturbo borderline di personalitŕ secondo la descrizione del DSM e sostiene che, sebbene questa etichetta fondata su un criteri dicotomici sia stata utile per i ricercatori, un costrutto piů dimensionale e meno categorico riveste un valore maggiore per chi pratica la psicoterapia. Inoltre, l'autrice delinea numerose funzioni mentali ed emotive mature che mancano o sono gravemente compromesse nelle personalitŕ borderline. Sono citati parecchi approcci recenti e degni di apprezzamento al trattamento dei pazienti borderline e vengono anche messe in evidenza diverse implicazioni terapeutiche che tutti hanno in comune.
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Magrin, Clara, and Elena Prunetti. "La sfida dell'integrazione nel trattamento dei disturbi di personalità." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 33 (December 2013): 65–80. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2013-033005.

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Sartori, Riccardo. "Le ragioni per non dirlo. Studio su 17 pazienti maschi adulti omosessuali non dichiarati della provincia di Verona." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (January 2011): 19–34. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2010-002002.

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Abstract:
I vantaggi e gli svantaggi di fare coming out in famiglia e al lavoro, per gli omosessuali che vengono allo scoperto e per il gruppo di appartenenza (famiglia e organizzazione), sono ben documentati in letteratura. Mancano invece gli studi che analizzano vantaggi e svantaggi del non fare coming out, probabilmente per la difficoltŕ a reperire soggetti che, per loro natura, vivono nascosti. L'articolo presenta uno studio su 17 pazienti maschi adulti che vivono e lavorano a Verona e non sono dichiarati né in famiglia, né al lavoro, né tra gli amici eterosessuali. Le loro tre diagnosi principali (DSM-IV-TR) - Disturbo Dipendente di Personalitŕ (DDP), Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) e Disturbo Narcisistico di Personalitŕ (DNP) - vengono messe in relazione con i tre ordini di ragioni portate dai pazienti per non dichiararsi, esemplificati nei seguenti tre slogan: 1. Vorrei ma non posso (DDP); 2. Dovrei ma non voglio (DOC); 3. Sono fatti miei! (DNP).
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Farruggia, Rocco, and Maria Romani. "Disturbi di personalitŕ e disabilitŕ sociale in etŕ evolutiva." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (February 2011): 88–93. http://dx.doi.org/10.3280/mg2010-003009.

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Westen, Drew, Jonathan Shedler, Bekh Bradley, and Jared A. DeFife. "Una tassonomia delle diagnosi di personalitŕ derivata empiricamente: colmare il divario tra scienza e clinica nella concettualizzazione della personalitŕ. Nota introduttiva di Vittorio Lingiardi e Francesco Gazzillo." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 3 (September 2012): 327–58. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-003001.

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Abstract:
Viene presentato un sistema diagnostico della patologia di personalitŕ derivato empiricamente, clinicamente rilevante e di agevole uso quotidiano. Un campione randomizzato di 1.201 psichiatri e psicologi clinici statunitensi ha descritto un proprio paziente, selezionato in modo casuale e affetto da un disturbo della personalitŕ, utilizzando la Shedler-Westen Assessment Procedure-II (SWAP-II). L'analisi fattoriale ha prodotto 10 diagnosi di personalitŕ, clinicamente coerenti, organizzate in tre cluster sovraordinati: internalizzante, esternalizzante e borderline-disregolato. Le descrizioni col punteggio piů elevato sono state selezionate per costruire un prototipo di ogni sindrome di personalitŕ. In un secondo campione indipendente, i ricercatori e i clinici sono stati in grado di diagnosticare le sindromi di personalitŕ con un elevato accordo e un livello minimo di comorbilitŕ. Questi 10 prototipi diagnostici sono empiricamente fondati e clinicamente rilevanti.
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Silvestri, Angelo, Lorenita Colombani, Maurizio Frassin, and Alessandra Furin. "Psicoterapia congiunta e combinata nel trattamento dei disturbi di personalità gravi." GRUPPI, no. 2 (June 2018): 137–46. http://dx.doi.org/10.3280/gru2017-002011.

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van der Hart, Onno. "Amnesia dissociativa e trauma: una prospettiva secondo la teoria della dissociazione strutturale." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2012): 121–35. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-002007.

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Abstract:
Nel DSM-IV l'amnesia dissociativa č considerata un'entitŕ clinica distinta che puň prendere le seguenti forme: amnesia localizzata, amnesia continua, amnesia sistematizzata, amnesia generalizzata e amnesia selettiva. In ambito clinico, tuttavia, essa č piů comunemente presente come espressione sintomatica di disturbi piů complessi ed estesi, soprattutto i disturbi dissociativi complessi (e spesso in pazienti che hanno subito traumi acuti e cronici). La dissociazione č il risultato di un'integrazione difettosa, che di solito si produce in occasione di esperienze traumatiche, di quei sistemi neuro-bio-psicologici dalla struttura estremamente complessa costituita dalla personalitŕ. Questo difetto comporta una dissociazione della personalitŕ in due o piů parti scisse - sottosistemi dinamici e attivi, ma rigidi e relativamente chiusi. In base a questo approccio concettuale, alcune di queste parti dissociate possono contenere ricordi traumatici che, se riattivati, riscatenano certi vissuti e certe messe in atto; nel contempo, il resto della personalitŕ rimane relativamente intatto, preso dalla vita quotidiana, in un atteggiamento fobico nei confronti delle parti implicate nei ricordi traumatici. Quindi, la dissociazione č mantenuta da una serie di fobie che nel corso del trattamento necessitano di una particolare attenzione. La cura prevista č un trattamento mirato alla fase, preceduto da un'indagine neurologica completa e dall'impiego di procedure diagnostiche standardizzate, nonché dalle scale per i disturbi dissociativi. Il difficile processo di esplorazione dei ricordi traumatici e della loro integrazione con gli altri aspetti della personalitŕ richiede una sufficiente capacitŕ integrativa nel paziente. Quindi, lo scopo iniziale non č la risoluzione rapida (e forzata) dell'amnesia, ma viceversa l'instaurarsi di una senso di sicurezza e di stabilitŕ nella vita quotidiana e nella terapia.
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Domiano, Pietro, Rossella Sironi, Anna Maria Gibin, Maristella Milglioli, and Luisa Brunori. "Psicoterapia di gruppo per i DCA: studio sull'efficacia." GRUPPI, no. 2 (April 2011): 69–83. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-002006.

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Abstract:
La ricerca si č posta come obiettivo la valutazione dell'efficacia della terapia gruppoanalitica a tempo limitato su un campione di soggetti con DCA afferenti al Programma di trattamento dell'AUSL di Parma. L'indagine, di tipo quantitativo, ha misurato il cambiamento nel tempo di diverse variabili sia individuali (valutazione del funzionamento globale, sintomatologia clinica, autoefficacia percepita, qualitŕ della vita, autostima) a livello relazionale (Carta di rete) e a livello gruppale (questionari clima di gruppo e di gradimento dell'esperienza). Inoltre, si č voluto verificare se una terapia gruppoanalitica a tempo limitato di 6+6 mesi possa produrre dei sostanziali cambiamenti nelle aree sopraelencate per i diversi sottotipi di DCA. I risultati sottolineano come le modificazioni siano piů evidenti per la Bulimia confermando le ipotesi che alla base di questa sindrome vi siano strutture di personalitŕ piů flessibili rispetto all'Anoressia e ai BED. I gruppi a tempo limitato di 6+6 mesi sono parsi uno strumento terapeutico adeguato per una casistica di pazienti con disturbi alimentari cronici solo rispetto alla sintomatologia di facciata ma č troppo breve perché si possa verificare un cambiamento profondo e permanente della personalitŕ e delle modalitŕ relazionali in pazienti con disturbi alimentari cronici.
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Camillocci, Danilo Solfaroli. "Mito, segreto, mandato. Analisi di una storia familiare." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 32 (November 2010): 75–94. http://dx.doi.org/10.3280/pr2010-032005.

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Abstract:
In questo lavoro viene analizzata la storia di una famiglia con paziente affetto da disturbo borderline di personalitŕ e vengono messe in luce le complesse relazioni che uniscono alcuni importanti costrutti familiari: potere, mito familiare, segreto e mandato transgenerazionale. Si ipotizza che l'elusione della veritŕ che accomuna mito familiare e segreto possa risolversi in una collusione cui partecipa a diverso titolo ciascuno dei familiari e che sostiene un mandato familiare transgenerazionale totalizzante. Viene anche evidenziato il ruolo del contesto sociale nell'insorgere e nello stabilizzarsi di questa collusione.
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Iannucci, Claudio. "Quale contributo cognitivista nella sanità pubblica per la cura dei disturbi di personalità?" QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 33 (December 2013): 81–89. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2013-033006.

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Manzano, Juan. "Lo stato attuale della psichiatria dell'adolescente: un punto di vista." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2010): 51–59. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-002005.

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Abstract:
Le classificazioni internazionali si sono rivelate particolarmente inoperanti e la ricerca neurobiologica non ha fatto veri progressi sull'eziologia dei disturbi mentali; nella genetica si č attualmente imposto il concetto di interazione geni-ambiente. In compenso, i progressi generali in neuro_ siologia (la plasticitŕ cerebrale, i circuiti della memoria, i neuroni specchio) e gli studi empirici sulle competenze precoci del neonato hanno confermato concetti patogenetici derivati dalla clinica psicodinamica. Si tratta del campo della salute mentale ad indirizzo relazionale, nel cui ambito l'autore propone qui un modello relazionale dello sviluppo normale e patologico, che permetta un approccio preventivo e terapie - basate sulla relazione personale - la cui efficacia č stata dimostrata. I disturbi di personalitŕ dell'adolescente sono considerati come i disturbi piů frequenti e con una ricaduta piů importante per i servizi. Vengono in fine analizzati alcuni fattori sociali attuali e fatte alcune considerazioni principali e urgenti sull'organizzazione dei servizi.
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Porcelli, Piero. "Sviluppi contemporanei della psicosomatica." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 3 (September 2012): 359–88. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-003002.

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Abstract:
Sulla base del concetto di peso relativo dei fattori biologici e psicologici, la psicosomatica puň essere concepita all'interno di due assi ortogonali di "malattia" e "personalitŕ". Le ultime ricerche sulla multifattorialitŕ delle malattie e sul rapporto gene-ambiente stanno evidenziando l'importanza dei fattori infantili di attaccamento e maltrattamento nella vulnerabilitŕ a diverse patologie mediche attraverso l'interazione con il sistema immunitario e i fattori proinfiammatori. Gli studi sulla personalitŕ hanno evidenziato che i fattori psicologici di vulnerabilitŕ alla somatizzazione possono esser presenti in modo trasversale in differenti patologie mediche e disturbi psicopatologici. Alcuni costrutti recenti, come l'alexithymia, tentano di spiegare fenomeni complessi quali il rapporto tra emozioni e sentimenti, i correlati neurobiologici delle emozioni, i percorsi evolutivi della mentalizzazione nascosti nella relazione madre-figlio.
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Fedrizzi, Emanuela, Alice Marzadro, and Elena Bravi. "Un gruppo sui problemi interpersonali a tempo determinato in contesto ambulatoriale." GRUPPI, no. 2 (October 2021): 57–76. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa2-2020oa12581.

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Abstract:
Si presenta uno studio clinico di un gruppo ambulatoriale a tempo limitato con focus sui problemi interpersonali realizzato utilizzando un modello sviluppato originariamente da MacKenzie che ha concettualizzato un gruppo psicoterapeutico chiuso per adattare interventi brevi e focali all'ambito della salute pubblica. L'articolo intende illustrare l'uso del gruppo sui problemi interpersonali, esemplificare come misure individuali e di gruppo di outcome possono essere un aiuto aggiuntivo della pratica clinica e mostrare come i sintomi ansiosi e depressivi che cadono nello spettro dei disturbi dell'umore possano essere trattati con un modello di gruppo che interviene focalmente sulle relazioni interpersonali attuali. Lo studio mette in evidenza come il gruppo sui problemi interpersonali che prevede solo pochi criteri di esclusione (disturbi della condotta, fase acuta per separazioni, lutti, suicidalit&agrave;, significative caratteristiche di un disordine borderline di personalit&agrave;) rappresenti una modalit&agrave; di trattamento a cui indirizzare un'ampia e difficile popolazione di pazienti afferenti all'area della salute mentale pubblica.&nbsp;
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G. Lazar, Susan. "Il ruolo della terapia psicodinamica e gli ostacoli alla sua diffusione." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (December 2021): 605–22. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-004004.

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Abstract:
Dalle ricerche emerge che la terapia psicodinamica è efficace in modo specifico per pazienti con disturbi di personalità, disturbi cronici d'ansia e depressivi e anche disturbi cronici complessi. Inoltre, la frequenza settimanale e la durata della terapia hanno effetti positivi indipendenti tra loro. Uno degli ostacoli alla diffusione della terapia psicodinamica è il fatto che vengono preferiti i trattamenti brevi, in particolar modo la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), considerata spesso il gold standard (cioè la terapia migliore che ci sia) nonostante i problemi che sono stati rilevati nelle metodologie delle ricerche sperimentali, nella validità dei risultati in suo favore, nella generalizzabilità dei risultati e nei metodi diagnostici utilizzati. Un altro ostacolo all'erogazione della terapia psicodinamica risiede nei protocolli delle compagnie assicurative vigenti in molti Paesi, che guardano al contenimento dei costi anziché fornire ai pazienti un trattamento ottimale; negli Stati Uniti, ad esempio, tradiscono il mandato del Mental Health Parity Act, la legge che obbliga che i limiti massimi di copertura assicurativa per i disturbi mentali non seguano criteri diversi da quelli per i trattamenti ottimali dei problemi medici o chirurgici.
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