Academic literature on the topic 'Disturbo di personalità'

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Journal articles on the topic "Disturbo di personalità"

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Albert, Umberto, Chiara Picco, Giuseppe Maina, Federica Forner, Eugenio Aguglia, and Filippo Bogetto. "Phenomenology of patients with early- and adult-onset obsessive-compulsive disorder." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 11, no. 2 (June 2002): 116–26. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005571.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Valutare eventuali differenze nelle caratteristiche sociodemografiche e cliniche (sintomatologia ossessivo–compulsiva, la comorbidità di Asse I e la comorbidità di Asse II) in soggetti adulti con disturbo ossessivo–compulsivo ad esordio precoce (>18 anni) e in eta adulta (≤18 anni). Disegno – Studio clinico controllato. Setting – Servizio per i disturbi depressivi e d'ansia, Dipartimento di Neuroscienze, Università di Torino. Metodo – Sono stati inclusi nello studio 149 pazienti adulti con diagnosi di DOC (DSM–IV) e un punteggio Y–BOCS totale <16.1 soggetti sono stati valutati attraverso un'intervista semi–strutturata diretta ad indagare le caratteristiche socio–demografiche é cliniche. La comorbidita longitudinale di Asse I, secondo i criteri del DSM–IV, è stata valutata attraverso un'intervista clinica strutturata diretta secondo le indicazioni di Othmer & Othmer (1994; 1999): particolare attenzione è stata rivolta alia rilevazione dei disturbi dello spettro ossessivo–compulsivo (Hollander et al, 1996; 1997). Per l'analisi della comorbidita con i disturbi di personalitá è stata utilizzata la Structured Clinical Interview for DSM–IV Axis II Disorders (SCID–II). Risultati – 39 pazienti (26.2%) hanno presentato l'esordio del DOC prima dei 18 anni (early–onset) e 110 pazienti (73.8%) hanno presentato l'esordio del DOC dopo i 18 anni (later–onset). Sono state rilevate differenze significative tra i due gruppi di confronto: i soggetti con esordio precoce presentano una predominanza del sesso maschile, un decorso cronico del disturbo e l'associazione con il disturbo schizotipico di personalità. Conclusioni – Suddividendo il campione secondo l'eta di esordio del disturbo abbiamo rilevato alcune differenze significative nell'espressivita del DOC che indicano una possibile eterogeneita del disturbo, meritevole di ulteriori approfondimenti. In particolare, il rilievo nel gruppo ad esordio precoce di un decorso prevalentemente cronico e soprattutto di una specifica associazione con il disturbo schizotipico di personalita appare significativo ai fini dell'impostazione di specifiche strategic terapeutiche.
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Nigro, Nicoletta, and Michael Fanizza. "Il Trattamento DBT orientato del Disturbo Borderline di Personalità nei servizi di Salute Mentale di Modena." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (December 2021): 93–110. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003007.

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Abstract:
Il presente articolo descriverà Il Disturbo Borderline di Personalità (DBP) ed il suo trattamento nei Centri di Salute Mentale dei 7 Distretti territoriali Modenesi. Il Disturbo Borderline rappresenta, già normalmente una sfida importante per i Centri di Salute Mentale, sia per la criticità del trattamento sia per il benessere dei team curanti essendo un disturbo con forte componente drammatica che impone alle equipe curanti la gestione di aspetti controtransferali e la necessità di un intervento che implementi nel paziente l'integrazione di elementi frammentati e disregolati. In letteratura emerge che per rispondere a tali esigenze l'intervento deve prevedere una co-terapia; una espressione della co-terapia è rappresentata dal doppio setting, individuale e di gruppo. Un modello che risponde a tali requisiti è quello Dialettico- Comportamentale ideato da Marsha Linehan (DBT). La realtà modenese si mette in gioco nella presa in carico dei disturbi gravi della personalità secondo il Modello DBT adattando alla realtà territoriale ed alle esigenze dei Centri di salute Mentale tale intervento associando anche il trattamento gruppale psicoeducativo alle famiglie. In epoca pandemica i servizi territoriali rivolti alla Salute mentale hanno accettato la sfida di un trattamento DBT on line.
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Castellet, y. Ballarà Francesco. "Il disturbo di personalità secondo una prospettiva psicodinamica." PSICOBIETTIVO, no. 2 (July 2014): 17–28. http://dx.doi.org/10.3280/psob2014-002002.

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Jesurum, Costanza. "Il caso del signor S. tra disturbo dell'umore e disturbo di personalità." PSICOBIETTIVO, no. 2 (June 2017): 118–22. http://dx.doi.org/10.3280/psob2017-002009.

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Bacciagaluppi, Marco, and Romano Biancoli. "Temi frommiani in un caso di disturbo di personalità narcisistico." RICERCA PSICOANALITICA, no. 1 (February 2014): 111–20. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2014-001008.

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Caroppo, Emanuele, Giuseppina Del Basso, and Patrizia Brogna. "Trauma e vulnerabilità nei migranti richiedenti protezione internazionale." REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 22, no. 43 (December 2014): 99–116. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880004307.

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Abstract:
INTRODUZIONE: I rifugiati richiedenti protezione internazionale mostrano un'alta vulnerabilità e Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD). OBIETTIVI: abbiamo utilizzato un approccio integrato multidisciplinare per valutare la loro vulnerabilità e psicopatologia. METODI: sono stati valutati 180 rifugiati politici secondo i criteri del DSM-IV-TR. RISULTATI: in un'alta percentuale di rifugiati politici la diagnosi principale è stata di PTSD associata con disturbi di personalità e/o altri disturbi psichici. CONCLUSIONI: i rifugiati politici hanno più difficoltà nel gestire le proprie emozioni, questo probabilmente è dovuto alla propria storia personale intrisa di vissuti traumatici, tuttavia attraverso un lavoro sia psicoterapico che farmacologico è stato possibile migliorare le proprie condizioni.
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Bilotta, Elena. "Quando tutto sembra essere contro te: un caso di disturbo paranoide di personalità." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 33 (December 2013): 115–25. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2013-033008.

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Di Benedetto, Serena, and Andrea Gragnani. "Giada: "la trappola dell'indegnità"" un caso di Tricotillomania in comorbidità con Disturbo ossessivo-compulsivo e Disturbo di personalità borderline." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 49 (January 2022): 35–56. http://dx.doi.org/10.3280/qpc49-2021oa13212.

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Abstract:
Nel presente lavoro viene descritto il caso clinico di Giada, una ragazza di 19 anni che presenta una struttura di personalità borderline connotata da una pervasiva disregolazione emotiva. I due disturbi dello spettro ossessivo, la Tricotillomania e il DOC, si configurano come tentativi disfunzionali di gestione del senso di indegnità personale, accompagnata da un profondo disgusto di sé, e della colpa deontologica di peggiorare irrimediabilmente la propria persona, con un conseguente aumento del rischio di essere smascherata nella propria difettosità e dunque scansata e abbandonata dall'altro. I comportamenti ripetitivi focalizzati sul corpo, consistenti nello strappo di peli localizzati nelle zone del pube e delle gambe, da un lato vengono agiti in maniera premeditata e ritualizzata, attivati dalla sensazione di disgusto per se stessa e dalla necessità si sentirsi adeguata, dall'altro vengono agiti in maniera impulsiva, in seguito a un discontrollo emotivo, come tentativi di gestione degli stati emotivi e mentali dolorosi. La paziente inoltre presenta intensi vissuti di ansia a connotazione ossessiva con rituali di lavaggio, pensieri intrusivi, sensazione che le cose non siano come dovrebbero essere (NJRE). Il percorso terapeutico, all'interno del quale hanno rivestito un ruolo centrale gli interventi basati sulla Schema Therapy, ha coniugato tecniche di terapia cognitiva standard a tecniche di terza generazione (ACT, DBT, Mindfulness). Particolare attenzione è stata volta a offrire una cornice dialettica che alternasse costantemente un approccio volto all'accettazione radicale mantenendo un costante slancio al cambiamento. La relazione terapeutica è stata un imprescindibile strumento terapeutico servito spesso come contenitore dei vissuti emotivi legati all'indegnità del sé.
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di Giacomo, Ester, and Massimo Clerici. "Bullismo e disturbo antisociale di personalità in adolescenza ed età giovanile." Quaderni Italiani di Psichiatria 28, no. 3 (September 2009): 111–16. http://dx.doi.org/10.1016/j.quip.2009.05.003.

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Cracco, Luciana, Giulia Greselin, Mauro Polacco, and Roberta Anna Irene Soldà. "Lo strutturarsi di un disturbo di personalità in adolescenza: conseguenza di uno sviluppo traumatico? Il caso di Francesca." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 32 (June 2013): 139–48. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2013-032010.

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Dissertations / Theses on the topic "Disturbo di personalità"

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BRUSADELLI, EMANUELA. "Disturbo da Binge-Eating: dalla diagnosi nosografico-descrittiva al funzionamento di personalità." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/74225.

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Abstract:
Il Disturbo da Binge-Eating rientra fra i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione nell’ultima edizione del Manuale Statistico e Diagnostico per i Disturbi Mentali (DSM-5; APA, 2013), riconosciuto come una diagnosi indipendente con un’importante utilità clinica, dotata di caratteristiche specifiche e di un considerevole valore prognostico. Negli ultimi decenni si è assistito a un crescente interesse scientifico nei confronti di tale disturbo. Le ricerche pubblicate si sono concentrate su specifiche aree di indagine quali lo studio delle caratteristiche dell’abbuffata e l’esplorazione dei diversi metodi di rilevazione del comportamento binge-eating; la valutazione di una comorbilità psichiatrica con quadri clinici, come ansia, depressione, disturbo da uso di sostanze, ADHD, e disturbi di personalità; l’indagine su possibili fattori di rischio, tra cui la presenza di life events stressanti, fattori genetici, pattern disfunzionali di attaccamento; l’impatto del disturbo sulla vita dei soggetti che ne sono affetti, in termini di bassa qualità della vita, legata alla presenza di complicanze mediche e a una maggiore vulnerabilità allo sviluppo di queste; la presenza di un ridotto benessere psicologico, legato a difficoltà in ambito psicosociale, problemi connessi con la propria immagine corporea e bassa autostima; infine studi relativi alla valutazione dell’efficacia di trattamenti medico-chirurgici, farmacologici, e psicologici (Kraff, Bulik, Marcus, Striegel, Wilfley, Wonderlich, Hudson, 2013). Ridotti, invece, sono ad oggi gli studi volti a valutare il funzionamento di personalità dei soggetti binge-eaters. In questo ambito, le ricerche riguardano, in particolare, la concezione del comportamento alimentare disfunzionale come risposta a stimoli di natura emotiva, nell’ottica del cosiddetto “emotional eating”, ma con uno scarso approfondimento delle dinamiche sottostanti (Masheb, Grilo, 2006) Scopo del presente lavoro è esplorare quest’area di indagine della letteratura, al fine di comprendere i meccanismi psicologici sottesi al comportamento binge-eating e ipotizzare, così, possibili correlati eziopatogenetici. Tale obiettivo è stato perseguito, in primo luogo, attraverso il ricorso a uno strumento self-report di valutazione della personalità, il Millon Clinical Multiaxial Inventory-III (Millon, 1997), che ha messo in luce un profilo specifico del funzionamento di personalità dei pazienti binge-eaters. Tale studio è stato replicato su un campione di soggetti binge-eaters con un’altra provenienza geografica nazionale, al fine di sostenere la generalizzabilità dei risultati emersi. Successivamente, si è approfondito lo studio del funzionamento mentale attraverso l’utilizzo di uno strumento performance-based quale il test di Rorschach, secondo il Sistema Comprensivo di Exner (2003), per approfondire le difficoltà emotive connesse al comportamento alimentare dell’abbuffata e i sentimenti connessi a sè. I dati provenienti dai due strumenti sono stati integrati fra loro al fine di ottenere un quadro diagnostico quanto più esaustivo del funzionamento di personalità dei soggetti affetti da Disturbo da binge-eating, mettendo in luce la presenza di vissuti emotivi disturbanti non tollerati che contribuiscono a incrementare una visione frammentata di Sé. Tali aspetti sembrano influenzare la capacità dei pazienti di interpretare in maniera adeguata il mondo esterno (e interno). In conclusione, verranno discusse le implicazioni cliniche dei risultati emersi, i limiti delle ricerche condotte e le direzioni future degli studi sul Binge-eating Disorder.
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POGGI, ANITA. "Trust in Borderline Personality Disorder." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/330121.

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Abstract:
Il presente contributo propone un modello euristico per lo studio della fiducia interpersonale. Sulla base di precedenti concettualizzazioni sul tema della fiducia consideriamo la fiducia interpersonale un processo interattivo, circolare e che prevede più fasi. Di conseguenza, sottolineiamo l'importanza di considerare le espressioni comportamentali di fiducia come l'esito di un processo dinamico in continua evoluzione piuttosto che come una disposizione personale statica. Nella presente tesi, miriamo ad approfondire i processi che sottostanno una minore predisposizione a fidarsi del prossimo da parte dei soggetti con tratti di personalità borderline (il così detto, untrustworthiness bias). Lungo l'intero elaborato di tesi esemplifichiamo un utilizzo del modello proposto per esplorare l'untrustworthiness bias in soggetti con tratti di personalità borderline. Nel primo Capitolo, forniamo una presentazione dettagliata del modello già menzionato in precedenza e una revisione sistematica della letteratura precedente in merito a difficoltà a fidarsi del prossimo in soggetti con Disturbo Borderline di Personalità. Nei capitolo successivi presentiamo cinque studi empirici che approfondiscono alcune fasi specifiche suggerite nel modello. Nei capitoli 2, 3 e 4 esploriamo l'influenza di alcune differenze individuali sull'untrustworthiness bias di soggetti con tratti di personalità borderline. Più di preciso, un questi capitoli ci occupiamo di esplorare rispettivamente la sensibilità all'esclusione sociale, all'ingiustizia e la sospettosità. In questi capitoli dimostriamo empiricamente come diverse disposizioni individuali possono influenzare diversamente la disposizione individuale a fidarsi del prossimo in soggetti con tratti borderline di personalità. Nel Capitolo 5, invece, esploriamo l'effetto che diversi indizi di fiducia (indizi diretti e indiretti) possono avere sull'untrustworthiness bias di soggetti con tratti borderline di personalità. I nostri risultati sottolineano come l'associazione tra tratti borderline e untrustworthiness bias non è stabile, bensì variabile. Infine, nel Capitolo 6, ci focalizziamo sull'influenza della situazione di Covid-19 sulle disposizioni individuali a fidarsi del prossimo in soggetti con tratti di personalità borderline. Sorprendentemente, troviamo disposizioni alla fiducia interpersonale simili tra individui che hanno partecipato allo studio durante il periodo di lock-down nonostante livelli variabili di tratti borderline di personalità. Nelle conclusioni presentiamo i nostri risultati principali e le implicazioni dell'usare, sia in ambito clinico sia empirico, il modello suggerito per studiare il fenomeno della fiducia interpersonale.
The present work proposes a novel heuristic model for studying Interpersonal Trust. Building upon previous conceptualizations of trust, we recommend considering trust as an iterative, circular, and multi-step process. Hence, we stress the importance of considering trust expressions as a dynamic process in continuous evolution rather than a static personality disposition. In the present work, our main aim is to shed light on the processes underlying the lower propensity of individuals with Borderline Personality Disorder features to trust others (i.e., untrustworthiness bias). Throughout the thesis, we exemplify the use of the proposed model for exploring the well-established untrustworthiness bias of individuals with Borderline Personality Disorder (BPD) features. Chapter 1 provides a detailed illustration of the model mentioned above and a systematic review of the previous literature on trust impairments among individuals with BPD. In the following chapters, we present five empirical studies that elucidate the peculiar functioning of individuals with BPD features in some of the stages suggested by the model. In Chapters 2, 3, and 4, we investigate the influence of some individual differences on BPD’s untrustworthiness bias. We respectively focus on the exploration of Rejection Sensitivity, Justice Sensitivity, and Suspiciousness. In these chapters, we empirically prove that different trust-related personal dispositions have a typical influence on the interpersonal trust dispositions of individuals with BPD features. In Chapter 5, we explore the effects of diverse (i.e., direct or indirect) cues on the untrustworthiness bias of individuals with BPD features. Our findings remarkably suggest that the association between BPD features and untrustworthiness bias is not stable rather variable. Finally, in Chapter 6, we focus on the influence of Covid-19 circumstances on the interpersonal trust dispositions of individuals with BPD features. Surprisingly, we found similar interpersonal trust dispositions among individuals with different BPD features’ levels in a large community sample recruited during confinement. In conclusion, we discuss our findings and the implications of using the suggested model to study Interpersonal Trust both from an empirical and clinical perspective.
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DI, FRANCESCO NICCOLÒ ETTORE. "Valutazione con MMPI 2 Di. Un campione di pazienti borderline della comunità terapeutica "Villa Ratti" e relazione con le percentuali di interventi del progetto terapeutico-riabilitativo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/43714.

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Abstract:
ABSTRACT: PERSONALITÀ E RIABILITAZIONE PSICHIATRICA INTRODUZIONE: i percorsi riabilitativi delle comunità terapeutiche sono mirati a riacquisire un’adeguata funzionalità personale, relazionale e lavorativa, consentendo il reinserimento sociale dei pazienti. Tuttavia in letteratura non sono presenti dati sulla predisposizione alla partecipazione alle attività previste dai piani di cura individualizzati. Pertanto si indaga la relazione tra i tratti di personalità dei pazienti della Comunità Terapeutica per borderline “Villa Ratti”, valutati tramite MMPI 2, e le percentuali degli interventi realizzati nella struttura. METODI: Si considerano per 62 pazienti (27 M, 35 F, età media=28, DS=6,6) 14540 attività svolte nel biennio 2009-2010, suddivise in 24 categorie. Per 50 di questi pazienti (20 M, 30 F) sono disponibili titolo di studio e punteggi alle scale MMPI-2. 4 donne risultano chiaramente outlier per i punteggi estremamente bassi su tutte le scale. Per i rimanenti 46 (20 M, 26 F) si analizzano le correlazioni e le regressioni multiple per valutare la predittività dei punteggi mmpi-2 sulle percentuali di interventi. RISULTATI: alcune scale mmpi-2 correlano significativamente con 8 dei 24 interventi (espressi in percentuale). Inoltre, i valori di R2 delle regressioni multiple vanno da 0,1 a 0,4. Tuttavia non tutte le scale risultano predittive: Menzogna (L), Ipocondria (Hs) e Deviazione Psicopatica (Pd) non mostrano effetti significativi sulla partecipazione agli interventi. CONCLUSIONI: Sono state trovate relazioni significative tra i punteggi mmpi 2 e le percentuali di interventi effettuati. Questi risultati fanno luce sulle caratteristiche di personalità che possono influenzare la tendenza dei pazienti a partecipare o meno alle attività, indipendentemente da ciò che è concordato nel Progetto Terapeutico Riabilitativo individualizzato per ogni ospite della Comunità Villa Ratti. I limiti e le prospettive future sono discussi.
ABSTRACT: PERSONALITY AND PSYCHIATRIC REHABILITATION INTRODUCTION: psychiatric rehabilitation in Therapeutic Communities is aimed to let in care patients regain an adequate relational and occupational functionality, allowing their social reintegration. However, there are no reports in the literature concerning the predisposition to participate to the activities that have been previously agreed upon, according to patients’ individual care plans. Therefore, the relationship between personality traits of borderline inpatients of the Therapeutic Community “Villa Ratti”, assessed using MMPI-2, and percent of interventions performed, is investigated. METHODS: 62 patients (27 Men, 35 Women, mean age=28, sd=6,6) have performed a total of 14540 interventions, comprising 24 categories, between January 2009 and December 2010. MMPI-2 scores and school degree were available only for 50 patients (20 M, 30 W). 4 women of them were clearly outliers because of their extremely low scores in all scales. For the remaining 46 patients (20 M, 26 W), correlations and multiple regressions were analyzed, in order to evaluate predictive values of mmpi 2 scores on the percentiles of interventions. RESULTS: some mmpi-2 scales were significantly correlated with 8 out of 24 percent interventions. Moreover, some scales were significantly predictive, with R2 values spanning the range 0,1 - 0,4. However, not all scales resulted to be predictive: Lie (L), Hypochondria (Hs) and Psychopathic Deviate (Pd) do not exert significant effects onto the attendance to activities. CONCLUSIONS: In this study, significant relationships between some of the mmpi-2 scores and percentiles of interventions performed, were found. These results give an indication of which aspects of personality can affect the tendency of patients to partecipate in specific activities, independently of what had been previously decided in the Therapeuthic-Rehabilitative Project. The limits of this approach and the future potential developments are discussed.
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BELLA, ANDREE'. "Genealogia del disturbo borderline come problematizzazione dell'autonomia nel mondo contemporaneo. Un tentativo di analisi della medicalizzazione delle condotte impulsive e dei problemi di autorolazione nelle odierne "istituzioni del sè"." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/20372.

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Abstract:
Starting from the recognition of the significant ethical importance, on an individual and collective level, of the problem of self-regulation in the contemporary world, I attempted to carry out a genealogical analysis of Borderline Personality Disorder, with a specific focus on the question of impulsiveness and of the relationship with limits. Looking at the relations between the philosophical, psychological-clinical, educational and political dimensions, and examining how the possibility of constructing an autonomous subjectivity has become a central problem with the onset of modernity, I reconstructed a critical history of the borderline disorder as a subject of psychological and psychiatric discourse, as a means to reflect epistemologically upon this field of knowledge and on the historical articulations of psychological distress and of its treatment. I divided my historical inquiry into three parts, corresponding to the main forms that BPD, a hard to define clinical entity always on the threshold of diagnostic impossibility, took on over time. Firstly, I analysed moral insanity during the course of the 1800s (also using a research on the confinement and psychiatrisation of insane people/moral idiots between 1873 and 1939 in Venice’s former mental hospitals, carried out through a qualitative analysis of some clinical case histories found in the archives of the San Servolo and San Clemente institutions). Secondly, I considered the borderline syndrome between the 1930s and 1970s. Psychoanalytic theories are the main reference for this period, during which the borderline label will come eventually to designate a personality organisation, a stably unstable identity structure. Thirdly, I examined the Borderline Personality Disorder from the 1980s, when some temperamental dimensions of a biochemical origin such as impulsiveness became central in this diagnostic category.
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Luca, Antonina. "I disturbi di personalità nella malattia di Parkinson. Studio caso-controllo." Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/222.

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Abstract:
Obiettivi: In accordo al modello biopsicosociale di Cloninger, la personalita' del parkinsoniano si caratterizza per un'alta Harm Avoidance (HA) e per una bassa Novelty Seeking (NS). A tutt'oggi non esistono dati di letteratura relativi alla presenza di Disturbi di Personalita' (Personality Disorders, PeDs), definiti in accordo ai criteri del DSM-IV TR nei soggetti affetti da Malattia di Parkinson (MP). Metodi: sono stati arruolati 100 soggetti affetti da MP (57 uomini e 43 donne; eta' media 59.0±10.2 anni) e 100 controlli sani (52 uomini e 48 donne; eta' media 58.1±11.4 anni). I tratti temperamentali sono stati investigati attraverso il Temperament e Character Inventory (TCI) mentre la presenza di PeDs stata valutata attraverso la Structured Clinical Interview for Personality Disorders- DSM- IV Axis II (SCID II). Risultati: dei 100 soggetti con MP, 80 (80%) soddisfacevano i criteri del DSM-IV per almeno un PeD mentre, tra i controlli sani, solo 24 soggetti erano affetti da almeno un PeD (OR 12.7; 95% CI 6.47-24.80; p-value <0.0001). Tra i casi,il PeD piu' frequente era il Disturbo Ossessivo Compulsivo di Personalita' che si presentava nel 40% dei soggetti, seguito dal Disturbo Depressivo di Personalita' (13.7%). Dei 100 pazienti arruolati nello studio, 72 hanno completato il TCI. Le sottoscale del TCI hanno mostrato livelli elevati di HA (74.5±25.0), bassa NS (24±19.7) e RD (35.1±25.1). A differenza di quanto avviene per l'HA, la presenza di PeDs non sembra esser correlata con la durata di malattia con la terapia dopaminergica. Conclusioni: in accordo con i nostri dati i PeDs potrebbero esser presenti sin dagli stadi iniziali della malattia se non addirittura precederne l'esordio clinico rappresentando quindi un sintomo non-motorio precoce.
Objectives: According to Cloninger's biopsychosocial model, parkinsonian personality is characterised by a high Harm Avoidance (HA) and a low Novelty Seeking (NS). Nowadays, data on Personality disorders (PeDs) according to DSM-IV TR criteria are not available in literature. Methods: 100 PD patients (57 M and 43 F; mean age 59.0± 10.2 years) and a group of sex and age frequency matched healthy controls (52 M and 48 F; mean age 58.1±11.4 year) were enrolled in the study. Presence of PeDs defined according to the Axis II of the DSM-IV TR was investigated using the Structured Clinical Interview for Personality Disorders-II (SCID-II). Temperament traits were investigated by the Temperament e Character Inventory (TCI). Results: out of the 100 PD patients, 80 (80%) fulfilled the DSM-IV TR criteria for at least one PeDs versus 24 (24%) of the control group (OR 12.7; 95% CI 6.47-24.80; p-value <0.0001). Among PD patients, the Obsessive Compulsive PeD (OC-PeD) was the most common (40%), followed by the Depressive PeD. Out of the 100 enrolled patients, 72 completed the TCI. A high HA (74.5± 25.0), a low NS (24± 19.7) and RD (35.1± 25.1) have been recorded. Contrary to what happens to HA, the presence of PeDs was not correlated neither with disease duration nor with dopaminergic therapy. Conclusion: according to our data, PeDs could be considered among the non-motor symptoms characterizing the early stage of PD.
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PRETI, EMANUELE. "Il modello di O.F. Kernberg per lo studio dei disturbi di personalità. Validazione delle versioni italiane dell'inventory of personality organization (IPO) e della structured interview of personality organization (STIPO)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/28335.

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Abstract:
Objective. This work aims at assessing the psychometric properties of the Italian versions of the Inventory of Personality Organization (IPO; Lenzenweger et al. 2001), a self-report instrument for the assessment of personality organization, according to Otto Kernberg’s model, and the Structured Interview of Personality Organization (STIPO), the interview-version of the IPO. Study 1 and Study 2 (Chapter 2) evaluated the psychometric properties of the IPO. Methods. 696 university students and people from the community (Study 1; males 37%; mean age=36.51 ys; SD=±14.08; range: 18-74) and 121 psychiatric patients (Study 2; males 43.8%; mean age=37.22 ys; SD=±10.54; range: 18-66) completed a set of questionnaires including the IPO, the Severity Indices of Personality Problems (SIPP-118; Verheul et al., 2008), the Borderline Personality Disorder Checklist (Giesen-Bloo et al., unpublished manuscript), the Response Evaluation Measure 71 (Steiner et al., 2001), and the Symptom Checklist 90-R (Derogatis, 1977). Results. Confirmatory factor-analyses conveyed results similar to those obtained by Ellison and Levy (2011) and supporting a 4-factor solution (instability of sense of self and others, instability of goals, instability of behaviors, and psychosis). The factor structure proved to be invariant across samples (non clinical and clinical) and gender. The four IPO subscales showed good levels of internal coherence (Cronbach’s alphas between .72 and .91), and good test-retest reliability in the non clinical sample (time frame: one month; ICC ranging between .80 and .96). Patterns of associations with the criterion measures, assessed through path analysis, emerged in line with theoretical expectations. The first factor, Instability of sense of self and others, showed associations with measures of identity integration and defensive functioning, as well as associations with borderline symptoms and psychopathological distress. The second factor, Instability of goals, showed associations with coherent measures of the capacity to set realistic goals and to achieve them. The third factor, Psychosis, showed the expected associations with paranoid/dissociative symptomatology only in the clinical sample. Finally, the fourth factor, Instability of behaviors, was found to be associated with personality functions and symptom clusters connected with difficulties in the regulation of anger, impulses, and aggression. The four factors showed the expected criterion relations: all the dimensions, in fact, discriminate between clinical and non clinical subjects, whereas only Instability of sense of self and others and Instabilty of goals discriminate between borderline patients and non borderline patients. The study presented in Chapter 3 evaluated the psychometric properties of the STIPO. Methods 30 university students and people from the community (males 23%; mean age=40.97 ys; SD=±14.35; range: 22-63) and 49 psychiatric patients (males 46.8%; mean age=36.60 ys; SD=±9.45; range: 20-53) were interviewed through the STIPO and completed a set of questionnaires including the IPO, REM 71 (Steiner et al., 2001), and the SIPP-118 (Verheul et al., 2008); psychiatric patients were also interviewed through the Structured Clinical Interview for Axis II Disorders (SCID II; First et al., 2001). Results Confirmatory factor-analyses confirmed the theoretical 7-factor dimensionality of the interview (Identity, Object relations, Defenses, Coping, Aggression, Moral values, and Reality testing). The STIPO subscales showed good levels of internal coherence (Cronbach’s alphas between .78 and .91), and good inter-rater reliability (ICC ranging between .82 and .97). For what concerns the three primary scales of the STIPO (Identity, Defenses, and Reality testing), the patterns of associations with the criterion measures, assessed through path analysis and regressions, were in line with theoretical expectations. The Identity scale showed associations with measures of the stability of self image and the capacity of pursuing goals. The Defenses scale resulted to be associated with the external measure of primitive defenses and with the domains of the IPO concerning the Instability of the sense of self and others and the Instability of goals, as well as with measures of lack of self-control and emotional instability. Finally, the Reality testing scale showed coherent associations with the Psychosis factor of the IPO. The three primary scales of the STIPO also showed the expected criterion relations: all the dimensions, in fact, discriminate between clinical and non clinical subjects, whereas only Identity and Defenses, and not Reality testing, discriminate between borderline patients and non borderline patients. Conclusions. Our results suggest that the Italian versions of the IPO and the STIPO are reliable and valid tools for the assessment of personality organization according to Kernberg’s model. Results are discussed in terms of their implications regarding research and clinical practice, as well as in the context of the new conception of personality disorders proposed for the DSM V.
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Mamazza, Luciana. "Lo studio della personalità in una prospettiva longitudinale: Misura e relazioni con intelligenza, profitto scolastico e indicatori di buono/cattivo adattamento." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422445.

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Abstract:
This study evaluates the relationship between the dimensions of personality, intelligence and indicators of adjustment. The research is part of a longitudinal study devoted to the identification of risk factors and protective factors for the wellbeing of adolescents. In particular, the work is divided into three different studies. First is dedicated to the validation of two alternative forms of Big Five Questionnaire for Children, in particular a reduced form of 30 items and an application of the technique of Peer Nomination to the Five Factor Model. Second study evaluated the development of personality traits during the age considered, using the methodology of Growth Curve Analysis. Finally, the third part deals with the predictive value of intelligence and personality variables in relation to indicators of adaptation and with the relationships among the variables. Were considered for personality the Big Five dimensions and self-efficacy beliefs, rather to measure the adaptation were used academic achievement and test scores of Achenbach’s Youth Self-Report. In general results confirm the validity of the new scales, which can be particularly useful in the study of children and adolescents due to their characteristics of brevity and capacity to capture aspects that more objective scales can’t take.Development paths of the big five agree with scientific research although sometimes our subjects have anticipated changes expected. Correlations and regressions analysis also provide the expected results, but also bring some interesting information
Lo scopo di questo lavoro è investigare la struttura e l’andamento dei tratti di personalità dei ragazzi nella delicata fase preadolescenziale e le loro relazioni con altre variabili importanti per la previsione di fenomeni quali il profitto scolastico e l’insorgenza di problemi di comportamento. I tre studi presentati riguardano la validazione di due versioni alternative del Big Five Questionnaire for Children, BFQ-C (Barbaranelli, Caprara e Rabasca, 1998), una ridotta ed una di eterovalutazione, l’analisi dell’andamento dei tratti di personalità nel periodo tra gli 11 ed i 15 anni e la valutazione dell’impatto della personalità, dell’intelligenza e di alcune misure dell’autoefficacia su domini comportamentali rilevanti quali la performance scolastica e la presenza di comportamenti esternalizzanti ed internalizzanti nei ragazzi
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GENOVA, FEDERICA. ""Organizzazione di personalità, disturbi della personalità e reazioni emotive dei clinici: Una ricerca empirica clinicamente utile"." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11573/1109405.

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Abstract:
The aim of this study was to explore the relationship between the emotional reactions of clinicians and patients' level of personality organization and personality style diagnosis, assessed by the Psychodynamic Diagnostic Manual-2 (PDM Task Force, 2017). We asked 232 clinicians to assess one patient each using the Psychodynamic Diagnostic Prototypes-2 (Gazzillo, Genova, & Lingiardi, 2014) and to complete the Therapist Response Questionnaire (Betan, Heim, Zittel-Conklin, & Westen, 2005). Patients' level of personality pathology was positively associated with helpless and overwhelmed responses and negatively with positive responses. Parental and disengaged responses were associated with schizoid, anxious and dependent personalities. Parental and criticized responses were associated with narcissistic personalities, while their depressed versions were positively associated with parental reactions, but negatively with positive reactions. Parental and overwhelmed responses were associated with counter-dependent and passive- aggressive dependent personalities; the latter also with criticized reactions. Disengaged responses were associated with depressive personalities, particularly with their introjective subtypes, and with obsessive-compulsive and somatizing personalities. Overwhelmed reactions were associated with relational self-defeating and hysterical/histrionic personalities; the latter also with sexualized reactions. Finally, sexualized and helpless reactions were connected to hypomanic personalities. These findings seem to support the idea that emotional reactions can be useful for understanding patients' personality features.
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TORTI, MARIA CHIARA. "Esplorazione dimensionale dei disturbi di personalità in pazienti schizofrenici e nei loro familiari di primo grado: una valutazione con la SWAP-200." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/11573/916873.

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MARAONE, ANNALISA. "Relazione tra le dimensioni nucleari del Typus Melancholicus di Tellenbach e i disturbi depressivi unipolari: uno studio trasversale." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1476132.

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Abstract:
Tra i modelli che studiano la relazione tra personalità premorbosa e depressione, quello descritto da Tellenbach è uno dei più coerenti. Secondo questo modello, l’ordinatezza, la coscienziosità, l’iper/eteronomia e l’intolleranza alle ambiguità sono le caratteristiche principali del Typus Melancholicus (TM). Precedenti studi hanno mostrato una relazione tra depressione unipolare e TM. L’ipotesi principale di questo studio è che i pazienti affetti da disturbi depressivi unipolari presentino maggiori caratteristiche legate al TM in termini di ordinatezza e di coscienziosità, rispetto ai soggetti sani. Metodi. In questo studio trasversale e monocentrico sono stati reclutati 74 pazienti affetti da disturbi depressivi unipolari, secondo i criteri del DSM-5, e 60 controlli sani. Al fine di valutare la presenza dell’ordinatezza e della coscienziosità del TM, sono stati utilizzati i fattori della scala per la personalità di tipo malinconico di Kasahara (KIMTP) chiamati “armonia nelle relazioni personali” e “norme sociali”. Per valutare la relazione tra gli aspetti del TM e lo stress percepito è stata somministrata la scala di vulnerabilità correlata allo stress (SVS). Risultati. Il t-test ha rivelato punteggi della KIMTP significativamente più alti nel fattore “armonia nelle relazioni personali” (ordinatezza), ma non nel fattore “norme sociali” (coscienziosità) nel gruppo dei pazienti (p<0,001), rispetto al gruppo di controllo. La correlazione di Pearson ha rivelato una significativa correlazione positiva tra i punteggi di stress e la sottoscala “armonia nelle relazioni personali” della KIMTP. Discussione e conclusioni. Il fattore della KIMTP “armonia nelle relazioni personali” (ordinatezza) è stato osservato più frequentemente nei pazienti con depressione unipolare rispetto ai soggetti sani e ha mostrato una maggior associazione con lo stress percepito, mentre il fattore della KIMTP “norme sociali” (coscienziosità) ha mostrato valori simili in entrambi i gruppi e nessuna correlazione allo stress percepito. Ciò sottolinea la possibilità che, tra le caratteristiche fondamentali del TM, l’ordinatezza possa essere considerata come un fattore di personalità rilevante e potenzialmente premorboso, dei disturbi depressivi unipolari
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Books on the topic "Disturbo di personalità"

1

Gunderson, John G., and Perry D. Hoffman. Disturbo di personalitá borderline. Edited by Massimo Clerici. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2.

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2

Lorenzini, Roberto. Attaccamento, conoscenza e disturbi di personalità. Milano: R. Cortina, 1995.

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3

Gunderson, John G. Disturbo di personalitá borderline: Una guida per professionisti e familiari. Milano: Springer Milan, 2010.

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4

Iheb, Mesloub. Disturbo Borderline Di Personalità Cartella Di Lavoro: Diario per la Terapia Cognitivo Comportamentale per il Disturbo Borderline Di Personalità. Independently Published, 2021.

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5

Tutto Sui Disturbi Di Personalità: Disturbo Istrionico Di Personalità, Disturbi d'ansia, Depressione, Uso Di Alcol, Attacchi Di Panico. Terapia Cognitivo-Comportamentale. Independently Published, 2022.

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6

Disturbo Istrionico Di Personalità e Altri Disturbi: Guida Professionale Spiegata in Dettaglio. Independently Published, 2022.

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7

Privitera, Agata. Via Dalla Pazza Folla: Il Disturbo Evitante Di Personalità. Independently Published, 2019.

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8

Quinn, Melinda. Disturbo Borderline Di Personalità: Una Guida per Aiutarti a Imparare Tutto Quello Che Devi Sapere per Vivere con il Disturbo Borderline Di Personalità. Independently Published, 2021.

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9

Tutto Sul Narcisismo Occulto: Risposte Accurate Al Disturbo Narcisistico Di Personalità. Independently Published, 2022.

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10

Mason, Charlie. Narcisismo In italiano/ Narcissism In Italian: Capire il Disturbo Narcisistico Di Personalità. Tilcan Group Limited, 2021.

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Book chapters on the topic "Disturbo di personalità"

1

Penney, D., P. Woodward, Dixianne Penney, and Patricia Woodward. "Prospettive familiari sul disturbo di personalità borderline." In Disturbo di personalitá borderline, 105–16. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_7.

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2

Oldham, John M., and Donna S. Bender. "Le psicoterapie per il disturbo di personalità borderline." In Disturbo di personalitá borderline, 19–37. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_2.

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3

Soloff, Paul H. "La terapia farmacologica nel disturbo di personalità borderline." In Disturbo di personalitá borderline, 59–74. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_4.

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4

Zanarini, Mary C. "II decorso longitudinale del disturbo di personalità borderline." In Disturbo di personalitá borderline, 75–91. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_5.

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5

Anonimi. "Vivere con il disturbo di personalità borderline. Due descrizioni di prima mano." In Disturbo di personalitá borderline, 95–103. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_6.

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6

Stanley, Barbara, and Beth S. Brodsky. "Comportamenti suicidari eautolesivi nel disturbo di personalità borderline. Un modello di auto-regolazione." In Disturbo di personalitá borderline, 39–58. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_3.

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7

di Giacomo, E., E. Paggi, A. Alamia, E. Giampieri, and M. Clerici. "Disturbo borderline di personalità e autolesività in adolescenza." In Il suicidio oggi, 185–91. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2715-2_21.

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8

Caracciolo, Stefano. "Disturbi di personalità." In Vero come la finzione, 119–58. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1682-8_8.

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9

Reid, W. H., and S. A. Thorne. "Disturbi di personalità." In Valutazione e gestione della violenza, 143–63. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1738-2_9.

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10

Skodol, Andrew E. "La diagnosi borderline: concetii, criteri e controversie." In Disturbo di personalitá borderline, 3–17. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_1.

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