Academic literature on the topic 'Disturbo Borderline'

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Journal articles on the topic "Disturbo Borderline"

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Luci, Giuseppe. "Le due "L"." PSICOBIETTIVO, no. 3 (November 2011): 123–31. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-003007.

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Abstract:
Nel presente contributo presento il caso di una paziente con disturbo borderline di personalitŕ e disturbo ossessivo compulsivo di personalitŕ. Partendo da tale diagnosi ho esposto il suo funzionamento mentale, in particolari i disturbi metacognitivi, e proposto un trattamento in cui espongo le tecniche utilizzate e gli obiettivi perseguiti.
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Nigro, Nicoletta, and Michael Fanizza. "Il Trattamento DBT orientato del Disturbo Borderline di Personalità nei servizi di Salute Mentale di Modena." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (December 2021): 93–110. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003007.

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Abstract:
Il presente articolo descriverà Il Disturbo Borderline di Personalità (DBP) ed il suo trattamento nei Centri di Salute Mentale dei 7 Distretti territoriali Modenesi. Il Disturbo Borderline rappresenta, già normalmente una sfida importante per i Centri di Salute Mentale, sia per la criticità del trattamento sia per il benessere dei team curanti essendo un disturbo con forte componente drammatica che impone alle equipe curanti la gestione di aspetti controtransferali e la necessità di un intervento che implementi nel paziente l'integrazione di elementi frammentati e disregolati. In letteratura emerge che per rispondere a tali esigenze l'intervento deve prevedere una co-terapia; una espressione della co-terapia è rappresentata dal doppio setting, individuale e di gruppo. Un modello che risponde a tali requisiti è quello Dialettico- Comportamentale ideato da Marsha Linehan (DBT). La realtà modenese si mette in gioco nella presa in carico dei disturbi gravi della personalità secondo il Modello DBT adattando alla realtà territoriale ed alle esigenze dei Centri di salute Mentale tale intervento associando anche il trattamento gruppale psicoeducativo alle famiglie. In epoca pandemica i servizi territoriali rivolti alla Salute mentale hanno accettato la sfida di un trattamento DBT on line.
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Lepore, Marta. "Un caso di disturbo borderline di personalitŕ." PSICOBIETTIVO, no. 3 (February 2011): 109–17. http://dx.doi.org/10.3280/psob2010-003007.

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Abstract:
L'autore presenta un caso clinico di una paziente con diagnosi di disturbo borderline di personalitŕ. Nella prima parte viene inquadrato il caso dando rilievo all'anamnesi personale e familiare, allo stato mentale, ai motivi dello scompenso, ai meccanismi di mantenimento ed infine alla vulnerabilitŕ della paziente. In seguito viene descritto il trattamento finora effettuato nelle sue specifiche fasi, con particolare attenzione alla relazione terapeutica.
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Burla, Franco, Stefano Ferracuti, and Renato Lazzari. "Borderline Personality Disorder: Content and Formal Analysis of the Rorschach." Rorschachiana 22, no. 1 (January 1997): 149–62. http://dx.doi.org/10.1027/1192-5604.22.1.149.

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Abstract:
In questo studio sono stati confrontati venti pazienti con diagnosi DSM-III-R di disturbo borderline di personalitê, con un numero eguale di nevrotici (soggetti con disturbi somatoformi o ansiosi secondo il DSM-III-R) e di psicotici (pazienti con diangosi DSM-III-R di schizofrenia o disturbo delirante). I pazienti non-differivano in forma statisticamente significativa per etê media. Tutti i soggetti sono stati sottoposti al test di Rorschach, ed i protocolli sono stati valutati con il sistema di Exner per quanto concerne l’analisi strutturale e con analisi contenutistica. Per quanto riguarda quest’ultima sono state valutate le seguenti scale: scale di barriera e penetrazione di Fisher and Cleveland (1958) ; scala di ostilitê (Elizur, 1949); scala di ansietê (Elizur, 1949); scala di dipendenza ( De Vos, 1952 ); scala di depressione ( Endicott, 1972 ; Endicott & Jortner, 1966 ); scala di sospettositê ( Endicott, 1972 ; Endicott, Jortner, & Abramoff, 1969 ), scala delle difese di Lerner ( Lerner & Lerner, 1980 ). Per quanto concerne l’esame di realtê sono state prese in considerazione le confabulazioni e un grado di maggiore gravitê delle stesse. Quest’ultime sono state tipizzate come confabulazioni nelle quali era presente una iperelaborazione dello stimolo, con tematizzazione di una breve storia, abitualmente drammatica, e dove il contatto con realtê appariva completamente perso. L’analisi strutturale ha indicato che i pazienti con disturbo borderline di personalitê e i soggetti psicotici presentavano un numero maggiore di segni depressivi. L’indice SCZI ha differenziato esclusivamente il gruppo degli psicotici, il quale peraltro Åanche risultato come quello maggiormente compromesso per quanto concerne l’accuratezza percettiva. Le capacitê empatiche e di identificazione interpersonale sono risultate migliori nei pazienti borderline. L’analisi contenutistica ha indicato che i pazienti borderline erano differenziabili dagli altri due gruppi per una maggiore presenza di segni di dipendenza affettiva. Inoltre, rispetto agli psicotici, i pazienti borderline presentavano un maggior numero di segni di ostilitê, e utilizzavano in maggior grado rispetto ai nevrotici meccanismi difensivi di svalutazione ed identificazione proiettiva. I pazienti borderline presentavano anche un maggior numero di confabulazioni gravi rispetto ai nevrotici. I dati di questo studio suggeriscono la possibilitê che vi sia un discreto grado di sovrapposizione tra le categorie diagnostiche dei borderline con altre condizioni pre-psicotiche.
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Foggetti, Paola. "Come in una bolla. La complessità di un disturbo borderline." PSICOBIETTIVO, no. 1 (April 2013): 105–18. http://dx.doi.org/10.3280/psob2013-001008.

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Schroeter, Vincentia. "Revisione della struttura del carattere borderline." GROUNDING, no. 1 (June 2011): 57–74. http://dx.doi.org/10.3280/gro2011-001007.

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Abstract:
Nel rivisitare la personalitŕ borderline, l'autrice riporta il pensiero di vari teorici sulla dinamica e l'eziologia del disturbo borderline. Esamina le insufficienze nel materiale didattico dell'Iiba. Riconsidera alcuni aspetti incluso la dinamica genitore-figlio: gli aspetti corporei includendo una nuova teoria sul perché non ci sia un solo tipo caratteriale su cui convenire. L'etŕ della ferita borderline, includendo una nuova teoria sia sull'etŕ sia sui blocchi corporei principali. Adatta il borderline sullo schema evolutivo della Mahler e della Horner. Avvertenze per il trattamento del paziente borderline sono dare la prioritŕ al respiro, al grounding e all'energia. Cita una nuova ricerca che conferma alcuni tratti del Bpd cui seguono interventi specifici per affrontare gli aspetti relazionali nel trattamento da un punto di vista bioenergetico.
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McWilliams, Nancy. "La patologia borderline come livello di organizzazione di personalitŕ." RICERCA PSICOANALITICA, no. 2 (May 2012): 9–28. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-002002.

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Abstract:
L'autrice passa in rassegna la storia del concetto di organizzazione borderline di personalitŕ, come si č sviluppata attraverso varie esperienze cliniche con i pazienti e nella valutazione diagnostica della personalitŕ. L'articolo mette bene in evidenza l'importanza di tenere a mente che i pazienti borderline lottano con interminabili problemi evolutivi. Critica la definizione ristretta di disturbo borderline di personalitŕ secondo la descrizione del DSM e sostiene che, sebbene questa etichetta fondata su un criteri dicotomici sia stata utile per i ricercatori, un costrutto piů dimensionale e meno categorico riveste un valore maggiore per chi pratica la psicoterapia. Inoltre, l'autrice delinea numerose funzioni mentali ed emotive mature che mancano o sono gravemente compromesse nelle personalitŕ borderline. Sono citati parecchi approcci recenti e degni di apprezzamento al trattamento dei pazienti borderline e vengono anche messe in evidenza diverse implicazioni terapeutiche che tutti hanno in comune.
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Di Benedetto, Serena, and Andrea Gragnani. "Giada: "la trappola dell'indegnità"" un caso di Tricotillomania in comorbidità con Disturbo ossessivo-compulsivo e Disturbo di personalità borderline." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 49 (January 2022): 35–56. http://dx.doi.org/10.3280/qpc49-2021oa13212.

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Abstract:
Nel presente lavoro viene descritto il caso clinico di Giada, una ragazza di 19 anni che presenta una struttura di personalità borderline connotata da una pervasiva disregolazione emotiva. I due disturbi dello spettro ossessivo, la Tricotillomania e il DOC, si configurano come tentativi disfunzionali di gestione del senso di indegnità personale, accompagnata da un profondo disgusto di sé, e della colpa deontologica di peggiorare irrimediabilmente la propria persona, con un conseguente aumento del rischio di essere smascherata nella propria difettosità e dunque scansata e abbandonata dall'altro. I comportamenti ripetitivi focalizzati sul corpo, consistenti nello strappo di peli localizzati nelle zone del pube e delle gambe, da un lato vengono agiti in maniera premeditata e ritualizzata, attivati dalla sensazione di disgusto per se stessa e dalla necessità si sentirsi adeguata, dall'altro vengono agiti in maniera impulsiva, in seguito a un discontrollo emotivo, come tentativi di gestione degli stati emotivi e mentali dolorosi. La paziente inoltre presenta intensi vissuti di ansia a connotazione ossessiva con rituali di lavaggio, pensieri intrusivi, sensazione che le cose non siano come dovrebbero essere (NJRE). Il percorso terapeutico, all'interno del quale hanno rivestito un ruolo centrale gli interventi basati sulla Schema Therapy, ha coniugato tecniche di terapia cognitiva standard a tecniche di terza generazione (ACT, DBT, Mindfulness). Particolare attenzione è stata volta a offrire una cornice dialettica che alternasse costantemente un approccio volto all'accettazione radicale mantenendo un costante slancio al cambiamento. La relazione terapeutica è stata un imprescindibile strumento terapeutico servito spesso come contenitore dei vissuti emotivi legati all'indegnità del sé.
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Maria Furlan, Pier. "Presentazione del libro di Otto F. Kernberg. Sindromi marginali e narcisismo patologico (1978)." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 1 (February 2022): 95–106. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-001012.

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Abstract:
Viene ripubblicata la Presentazione della edizione italiana del libro di Otto F. Kernberg Borderline Conditions and Pathological Narcissism (New York: Aronson, 1975): Sindromi marginali e narcisismo patologico (Torino: Boringhieri, 1978, pp. 9-21). Le innovazioni teoriche e tecniche proposte da Kernberg riguardo al disturbo borderline di personalità e al narcisismo patologico vengono discusse alla luce di alcune considerazioni sugli sviluppi della teoria psicoanalitica. Que-sta Presentazione è ripubblicata per ricordare Pier Maria Furlan, che è scomparso il 20 gennaio 2022 e che ha fatto parte della redazione di Psicoterapia e Scienze Umane dal 1978 al 1991.
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Sanza, Michele. "Il Limite e il Contratto Terapeutico nella cura del Disturbo Borderline di Personalità." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (March 2015): 91–97. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2015-001007.

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Dissertations / Theses on the topic "Disturbo Borderline"

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POGGI, ANITA. "Trust in Borderline Personality Disorder." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/330121.

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Abstract:
Il presente contributo propone un modello euristico per lo studio della fiducia interpersonale. Sulla base di precedenti concettualizzazioni sul tema della fiducia consideriamo la fiducia interpersonale un processo interattivo, circolare e che prevede più fasi. Di conseguenza, sottolineiamo l'importanza di considerare le espressioni comportamentali di fiducia come l'esito di un processo dinamico in continua evoluzione piuttosto che come una disposizione personale statica. Nella presente tesi, miriamo ad approfondire i processi che sottostanno una minore predisposizione a fidarsi del prossimo da parte dei soggetti con tratti di personalità borderline (il così detto, untrustworthiness bias). Lungo l'intero elaborato di tesi esemplifichiamo un utilizzo del modello proposto per esplorare l'untrustworthiness bias in soggetti con tratti di personalità borderline. Nel primo Capitolo, forniamo una presentazione dettagliata del modello già menzionato in precedenza e una revisione sistematica della letteratura precedente in merito a difficoltà a fidarsi del prossimo in soggetti con Disturbo Borderline di Personalità. Nei capitolo successivi presentiamo cinque studi empirici che approfondiscono alcune fasi specifiche suggerite nel modello. Nei capitoli 2, 3 e 4 esploriamo l'influenza di alcune differenze individuali sull'untrustworthiness bias di soggetti con tratti di personalità borderline. Più di preciso, un questi capitoli ci occupiamo di esplorare rispettivamente la sensibilità all'esclusione sociale, all'ingiustizia e la sospettosità. In questi capitoli dimostriamo empiricamente come diverse disposizioni individuali possono influenzare diversamente la disposizione individuale a fidarsi del prossimo in soggetti con tratti borderline di personalità. Nel Capitolo 5, invece, esploriamo l'effetto che diversi indizi di fiducia (indizi diretti e indiretti) possono avere sull'untrustworthiness bias di soggetti con tratti borderline di personalità. I nostri risultati sottolineano come l'associazione tra tratti borderline e untrustworthiness bias non è stabile, bensì variabile. Infine, nel Capitolo 6, ci focalizziamo sull'influenza della situazione di Covid-19 sulle disposizioni individuali a fidarsi del prossimo in soggetti con tratti di personalità borderline. Sorprendentemente, troviamo disposizioni alla fiducia interpersonale simili tra individui che hanno partecipato allo studio durante il periodo di lock-down nonostante livelli variabili di tratti borderline di personalità. Nelle conclusioni presentiamo i nostri risultati principali e le implicazioni dell'usare, sia in ambito clinico sia empirico, il modello suggerito per studiare il fenomeno della fiducia interpersonale.
The present work proposes a novel heuristic model for studying Interpersonal Trust. Building upon previous conceptualizations of trust, we recommend considering trust as an iterative, circular, and multi-step process. Hence, we stress the importance of considering trust expressions as a dynamic process in continuous evolution rather than a static personality disposition. In the present work, our main aim is to shed light on the processes underlying the lower propensity of individuals with Borderline Personality Disorder features to trust others (i.e., untrustworthiness bias). Throughout the thesis, we exemplify the use of the proposed model for exploring the well-established untrustworthiness bias of individuals with Borderline Personality Disorder (BPD) features. Chapter 1 provides a detailed illustration of the model mentioned above and a systematic review of the previous literature on trust impairments among individuals with BPD. In the following chapters, we present five empirical studies that elucidate the peculiar functioning of individuals with BPD features in some of the stages suggested by the model. In Chapters 2, 3, and 4, we investigate the influence of some individual differences on BPD’s untrustworthiness bias. We respectively focus on the exploration of Rejection Sensitivity, Justice Sensitivity, and Suspiciousness. In these chapters, we empirically prove that different trust-related personal dispositions have a typical influence on the interpersonal trust dispositions of individuals with BPD features. In Chapter 5, we explore the effects of diverse (i.e., direct or indirect) cues on the untrustworthiness bias of individuals with BPD features. Our findings remarkably suggest that the association between BPD features and untrustworthiness bias is not stable rather variable. Finally, in Chapter 6, we focus on the influence of Covid-19 circumstances on the interpersonal trust dispositions of individuals with BPD features. Surprisingly, we found similar interpersonal trust dispositions among individuals with different BPD features’ levels in a large community sample recruited during confinement. In conclusion, we discuss our findings and the implications of using the suggested model to study Interpersonal Trust both from an empirical and clinical perspective.
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DI, FRANCESCO NICCOLÒ ETTORE. "Valutazione con MMPI 2 Di. Un campione di pazienti borderline della comunità terapeutica "Villa Ratti" e relazione con le percentuali di interventi del progetto terapeutico-riabilitativo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/43714.

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Abstract:
ABSTRACT: PERSONALITÀ E RIABILITAZIONE PSICHIATRICA INTRODUZIONE: i percorsi riabilitativi delle comunità terapeutiche sono mirati a riacquisire un’adeguata funzionalità personale, relazionale e lavorativa, consentendo il reinserimento sociale dei pazienti. Tuttavia in letteratura non sono presenti dati sulla predisposizione alla partecipazione alle attività previste dai piani di cura individualizzati. Pertanto si indaga la relazione tra i tratti di personalità dei pazienti della Comunità Terapeutica per borderline “Villa Ratti”, valutati tramite MMPI 2, e le percentuali degli interventi realizzati nella struttura. METODI: Si considerano per 62 pazienti (27 M, 35 F, età media=28, DS=6,6) 14540 attività svolte nel biennio 2009-2010, suddivise in 24 categorie. Per 50 di questi pazienti (20 M, 30 F) sono disponibili titolo di studio e punteggi alle scale MMPI-2. 4 donne risultano chiaramente outlier per i punteggi estremamente bassi su tutte le scale. Per i rimanenti 46 (20 M, 26 F) si analizzano le correlazioni e le regressioni multiple per valutare la predittività dei punteggi mmpi-2 sulle percentuali di interventi. RISULTATI: alcune scale mmpi-2 correlano significativamente con 8 dei 24 interventi (espressi in percentuale). Inoltre, i valori di R2 delle regressioni multiple vanno da 0,1 a 0,4. Tuttavia non tutte le scale risultano predittive: Menzogna (L), Ipocondria (Hs) e Deviazione Psicopatica (Pd) non mostrano effetti significativi sulla partecipazione agli interventi. CONCLUSIONI: Sono state trovate relazioni significative tra i punteggi mmpi 2 e le percentuali di interventi effettuati. Questi risultati fanno luce sulle caratteristiche di personalità che possono influenzare la tendenza dei pazienti a partecipare o meno alle attività, indipendentemente da ciò che è concordato nel Progetto Terapeutico Riabilitativo individualizzato per ogni ospite della Comunità Villa Ratti. I limiti e le prospettive future sono discussi.
ABSTRACT: PERSONALITY AND PSYCHIATRIC REHABILITATION INTRODUCTION: psychiatric rehabilitation in Therapeutic Communities is aimed to let in care patients regain an adequate relational and occupational functionality, allowing their social reintegration. However, there are no reports in the literature concerning the predisposition to participate to the activities that have been previously agreed upon, according to patients’ individual care plans. Therefore, the relationship between personality traits of borderline inpatients of the Therapeutic Community “Villa Ratti”, assessed using MMPI-2, and percent of interventions performed, is investigated. METHODS: 62 patients (27 Men, 35 Women, mean age=28, sd=6,6) have performed a total of 14540 interventions, comprising 24 categories, between January 2009 and December 2010. MMPI-2 scores and school degree were available only for 50 patients (20 M, 30 W). 4 women of them were clearly outliers because of their extremely low scores in all scales. For the remaining 46 patients (20 M, 26 W), correlations and multiple regressions were analyzed, in order to evaluate predictive values of mmpi 2 scores on the percentiles of interventions. RESULTS: some mmpi-2 scales were significantly correlated with 8 out of 24 percent interventions. Moreover, some scales were significantly predictive, with R2 values spanning the range 0,1 - 0,4. However, not all scales resulted to be predictive: Lie (L), Hypochondria (Hs) and Psychopathic Deviate (Pd) do not exert significant effects onto the attendance to activities. CONCLUSIONS: In this study, significant relationships between some of the mmpi-2 scores and percentiles of interventions performed, were found. These results give an indication of which aspects of personality can affect the tendency of patients to partecipate in specific activities, independently of what had been previously decided in the Therapeuthic-Rehabilitative Project. The limits of this approach and the future potential developments are discussed.
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BELLA, ANDREE'. "Genealogia del disturbo borderline come problematizzazione dell'autonomia nel mondo contemporaneo. Un tentativo di analisi della medicalizzazione delle condotte impulsive e dei problemi di autorolazione nelle odierne "istituzioni del sè"." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/20372.

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Abstract:
Starting from the recognition of the significant ethical importance, on an individual and collective level, of the problem of self-regulation in the contemporary world, I attempted to carry out a genealogical analysis of Borderline Personality Disorder, with a specific focus on the question of impulsiveness and of the relationship with limits. Looking at the relations between the philosophical, psychological-clinical, educational and political dimensions, and examining how the possibility of constructing an autonomous subjectivity has become a central problem with the onset of modernity, I reconstructed a critical history of the borderline disorder as a subject of psychological and psychiatric discourse, as a means to reflect epistemologically upon this field of knowledge and on the historical articulations of psychological distress and of its treatment. I divided my historical inquiry into three parts, corresponding to the main forms that BPD, a hard to define clinical entity always on the threshold of diagnostic impossibility, took on over time. Firstly, I analysed moral insanity during the course of the 1800s (also using a research on the confinement and psychiatrisation of insane people/moral idiots between 1873 and 1939 in Venice’s former mental hospitals, carried out through a qualitative analysis of some clinical case histories found in the archives of the San Servolo and San Clemente institutions). Secondly, I considered the borderline syndrome between the 1930s and 1970s. Psychoanalytic theories are the main reference for this period, during which the borderline label will come eventually to designate a personality organisation, a stably unstable identity structure. Thirdly, I examined the Borderline Personality Disorder from the 1980s, when some temperamental dimensions of a biochemical origin such as impulsiveness became central in this diagnostic category.
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Sousa, Ana Carolina Aquino de. "O IMPACTO SOBRE A PESSOA DO TERAPEUTA DO ATENDIMENTO AO CLIENTE BORDERLINE." Pontifícia Universidade Católica de Goiás, 2004. http://localhost:8080/tede/handle/tede/2000.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2016-07-27T14:21:40Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Ana Carolina Aquino de Sousa.pdf: 859405 bytes, checksum: 012e102cd1c0ae09167374dd9968980d (MD5) Previous issue date: 2004-12-03
This research is an effort to explore, from a functional analytic perspective, the feelings that dealing with borderline clients causes in therapists. First, the therapeutic relationship is described as an instrument that can promote changes in the client s repertoires. This approach considers that if an individual behaves in relation to a therapist in the same way as he behaves in his daily life in relation to other people, these settings are functionally identical. So, changes in one context, will affect the others. Besides, the client s behaviors cause feelings in the therapist (a phenomenon known in psychotherapy literature as counter-transference) that can be used as cues about how other people feel in the client s daily life. So, the therapeutic relationship would be a context that makes in-vivo learning possible for the client, since the behavior can be immediately reinforced or weakened after its occurrence. Four behavioral therapists, who worked with borderline clients, took part in this research. The sessions were conducted weekly and lasted one hour each. Reports by the therapists concerning their feelings were recorded during semistructured interviews and during monthly supervisions with each therapist separately. All recordings were transcribed and explored according the methods of grounded theory. The results indicate that the therapists noted the occurrence of clinically relevant behaviors and countertransference in the therapeutic relationship. During supervision it was tried to lead the participants to use their own feelings (about the client) as cues to promote changes in clients behaviors. They reported that their clients punished many of their new behaviors they were coerced to continue reacting in ways that were complementary to the client s behaviors. The therapists what went back to behave in a way that was safe for them reinforced the problem behaviors of their clients. This counter-therapeutic behavior seems related to experiential avoidance. The results suggest that particular attention to interpersonal interactions during the session is important. It could avoid that the therapeutic relationship maintains the client s problems and can make it possible to take better advantage of the therapist s private responses.
O presente trabalho é um esforço em explorar sentimentos que o atendimento ao cliente borderline provoca em terapeutas, a partir de uma visão analítico-funcional. Primeiro, a relação terapêutica é descrita como um instrumento de mudança que pode promover mudanças no repertório do cliente. Esta abordagem parte do pressuposto de que se o indivíduo se comporta em relação ao terapeuta da mesma maneira que o faz no seu dia a dia com outras pessoas, esses ambientes são funcionalmente idênticos, e que, portanto, se um deles for mudado, esta alteração afetará os demais. Além disso, os sentimentos que os comportamentos do cliente provocam no terapeuta (fenômeno conhecido na literatura psicoterápica como contra-transferência) podem servir como dicas sobre o que outras pessoas do seu cotidiano sentem. Desta forma, a relação terapêutica seria um contexto que possibilita o aprendizado ao vivo para o indivíduo, já que o comportamento pode ser reforçado ou enfraquecido imediatamente após a sua ocorrência. Participaram deste trabalho, quatro terapeutas comportamentais que atendiam clientes borderlines. Elas realizavam os atendimentos semanalmente com sessões de uma hora de duração. Relatos de sentimentos dos terapeutas foram gravados durante entrevistas semiestruturadas e durante supervisões mensais com cada terapeuta separadamente. Todas as gravações foram transcritas e exploradas de acordo com os métodos da teoria fundamentada nos dados. Os resultados apontaram que os terapeutas percebem a ocorrência de comportamentos clinicamente relevantes e de contra-transferência na relação terapêutica. Tentou-se, nas supervisões, levar as participantes a utilizar dos seus próprios sentimentos em relação ao cliente, como dicas para atuar de modo a promover mudanças no repertório do cliente. Elas relataram que muitos dos novos comportamentos adotados por elas, foram punidos pelos seus clientes sendo isto coerção para continuar reagir de forma complementar aos seus comportamentos. As terapeutas, que voltavam a se comportar de modo mais seguro para si reforçaram os comportamentos problemáticos dos clientes. Tal comportamento contra-terapêutico parece relacionado com a esquiva experiencial. Os resultados sugerem que atenção particular para os padrões interpessoais durante a sessão poderia evitar que a relação terapêutica chegasse a manter os problemas do cliente e que um melhor proveito das respostas encobertas do terapeuta para este fim é possível.
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Bedoya, Natalie de Jesus Santana. "Em busca de um novo começo: uma reflexão sobre a transferência e a contratransferência no atendimento de uma paciente borderline." Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2009. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/15833.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2016-04-28T20:40:05Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Natalie de Jesus Santana Bedoya.pdf: 629363 bytes, checksum: aa66743f55a082a44f1014a3ae43535c (MD5) Previous issue date: 2009-06-01
In post-modernity, the psychoanalytical practice has been facing the challenge of dealing with changes in subjectivity and new psychopathological disorders. In this scenario, it comes the Borderline patient, bringing up challenges and opportunities in psychoanalysis that are gaining more relevance in the clinical and scientific discussions of the country, requiring analysts dedication to reflect on how to handle this sort of patiens within the clinical practice. Given this reality and in search for a more clinically effective approach, the objective of this survey was to deepen the current insights on the Borderline Personality disorder, with the intention of undertanding specific aspects of transference and countertransference demand that are experienced in the psychoanalysis process. This work was accomplished through a qualitative approach based on the clinical method of psychoanalysis, following the theoretical framework of Donald Winnicott. Having reflected on how to manage a borderline case, this survey outlines specific issues concerning transference and countertransference. It was observed that the problem lies at the confluence of the existential suffering of the patient and the countertransferencial suffering of the analyst, that requires professional sensitivity so as to ensure an appropriate approach aligned with the patient needs, indeed considering its own limits. In sum, the analysis process should be oriented to provide the patient a more integrated self
Na pós-modernidade, a clínica psicanalítica vem se deparando com o desafio de lidar com mudanças na subjetividade e novas formações psicopatológicas. Neste cenário, está o paciente borderline, cujos desafios e possibilidades no atendimento vêm ganhando cada vez mais espaço nos meios clínicos e científicos do país e exigindo dos analistas tempo para refletir sobre como manejá-los clinicamente. Diante desta realidade e em busca de uma clínica mais efetiva, o objetivo deste trabalho foi aprofundar o estudo acerca do Transtorno de Personalidade Borderline, para compreender aspectos específicos da demanda transferencial e da contratransferência experimentados nesse atendimento. Tratou-se de um trabalho de abordagem qualitativa, baseado no método clínico da psicanálise, seguindo o referencial teórico winnicottiano. Ao refletir sobre o manejo do borderline, foram sublinhadas demandas específicas assentadas nas questões da transferência e da contratransferência. Observou-se que a problemática reside na confluência do sofrimento existencial deste paciente com o sofrimento contratransferencial do analista, exigindo do profissional sensibilidade para a realização de um manejo ajustado às necessidades de cada paciente, considerando também seus próprios limites. Desta forma, a análise funcionaria como um caminho para a construção de um self mais integrado
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PRETI, EMANUELE. "Il modello di O.F. Kernberg per lo studio dei disturbi di personalità. Validazione delle versioni italiane dell'inventory of personality organization (IPO) e della structured interview of personality organization (STIPO)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/28335.

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Abstract:
Objective. This work aims at assessing the psychometric properties of the Italian versions of the Inventory of Personality Organization (IPO; Lenzenweger et al. 2001), a self-report instrument for the assessment of personality organization, according to Otto Kernberg’s model, and the Structured Interview of Personality Organization (STIPO), the interview-version of the IPO. Study 1 and Study 2 (Chapter 2) evaluated the psychometric properties of the IPO. Methods. 696 university students and people from the community (Study 1; males 37%; mean age=36.51 ys; SD=±14.08; range: 18-74) and 121 psychiatric patients (Study 2; males 43.8%; mean age=37.22 ys; SD=±10.54; range: 18-66) completed a set of questionnaires including the IPO, the Severity Indices of Personality Problems (SIPP-118; Verheul et al., 2008), the Borderline Personality Disorder Checklist (Giesen-Bloo et al., unpublished manuscript), the Response Evaluation Measure 71 (Steiner et al., 2001), and the Symptom Checklist 90-R (Derogatis, 1977). Results. Confirmatory factor-analyses conveyed results similar to those obtained by Ellison and Levy (2011) and supporting a 4-factor solution (instability of sense of self and others, instability of goals, instability of behaviors, and psychosis). The factor structure proved to be invariant across samples (non clinical and clinical) and gender. The four IPO subscales showed good levels of internal coherence (Cronbach’s alphas between .72 and .91), and good test-retest reliability in the non clinical sample (time frame: one month; ICC ranging between .80 and .96). Patterns of associations with the criterion measures, assessed through path analysis, emerged in line with theoretical expectations. The first factor, Instability of sense of self and others, showed associations with measures of identity integration and defensive functioning, as well as associations with borderline symptoms and psychopathological distress. The second factor, Instability of goals, showed associations with coherent measures of the capacity to set realistic goals and to achieve them. The third factor, Psychosis, showed the expected associations with paranoid/dissociative symptomatology only in the clinical sample. Finally, the fourth factor, Instability of behaviors, was found to be associated with personality functions and symptom clusters connected with difficulties in the regulation of anger, impulses, and aggression. The four factors showed the expected criterion relations: all the dimensions, in fact, discriminate between clinical and non clinical subjects, whereas only Instability of sense of self and others and Instabilty of goals discriminate between borderline patients and non borderline patients. The study presented in Chapter 3 evaluated the psychometric properties of the STIPO. Methods 30 university students and people from the community (males 23%; mean age=40.97 ys; SD=±14.35; range: 22-63) and 49 psychiatric patients (males 46.8%; mean age=36.60 ys; SD=±9.45; range: 20-53) were interviewed through the STIPO and completed a set of questionnaires including the IPO, REM 71 (Steiner et al., 2001), and the SIPP-118 (Verheul et al., 2008); psychiatric patients were also interviewed through the Structured Clinical Interview for Axis II Disorders (SCID II; First et al., 2001). Results Confirmatory factor-analyses confirmed the theoretical 7-factor dimensionality of the interview (Identity, Object relations, Defenses, Coping, Aggression, Moral values, and Reality testing). The STIPO subscales showed good levels of internal coherence (Cronbach’s alphas between .78 and .91), and good inter-rater reliability (ICC ranging between .82 and .97). For what concerns the three primary scales of the STIPO (Identity, Defenses, and Reality testing), the patterns of associations with the criterion measures, assessed through path analysis and regressions, were in line with theoretical expectations. The Identity scale showed associations with measures of the stability of self image and the capacity of pursuing goals. The Defenses scale resulted to be associated with the external measure of primitive defenses and with the domains of the IPO concerning the Instability of the sense of self and others and the Instability of goals, as well as with measures of lack of self-control and emotional instability. Finally, the Reality testing scale showed coherent associations with the Psychosis factor of the IPO. The three primary scales of the STIPO also showed the expected criterion relations: all the dimensions, in fact, discriminate between clinical and non clinical subjects, whereas only Identity and Defenses, and not Reality testing, discriminate between borderline patients and non borderline patients. Conclusions. Our results suggest that the Italian versions of the IPO and the STIPO are reliable and valid tools for the assessment of personality organization according to Kernberg’s model. Results are discussed in terms of their implications regarding research and clinical practice, as well as in the context of the new conception of personality disorders proposed for the DSM V.
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Salomone, Viviane Panegassi Dorta. "Contribuições de D. W. Winnicott para o estudo do distúrbio Borderline e suas implicações clínicas." Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2009. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/15897.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2016-04-28T20:40:14Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Viviane Panegassi Dorta Salomone.pdf: 460150 bytes, checksum: 7750b04a1adf16cc76871ccda4a05bf5 (MD5) Previous issue date: 2009-09-30
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior
This dissertation had the goal of presenting Winnicott s comprehension of the borderline disorder, how the defense false self in such cases is developed, and the technic for clinic handling, a valuable contribution from Winnicott to the psicoanalysis practice. Inicially, the origin of the term borderline in Psichiatry is presented as well as some contributions to the comprehension of the case from Psicoanalysis authors, emphasizingwith the innovations proposed by Winnicott s publications. For the author, the borderline disorder presents as main characteristic the false self defense, being necessary a review of general aspects of the theory of psychosis in connection with the theory of personal development to comprehend the disorder, and to clarify concepts like the environment, trauma, and unthinkable agony. It is relevant the importance that the author gives to the handling, innovative and original technique which allows for the analyst to adapt to the patient s real needs, offering the necessary holding for the patient s regression to a stage of absolute dependency, a moment in which the maturing development was interrupted because of a environmental deficiency. Finally, synthesis of borderline cases held by the author are presented, reinforcing the relevance of those patients going through the experience with the analyst, more than the use of interpretations of verbal contents during the treatment
A presente dissertação teve como objetivo apresentar a compreensão winnicottiana sobre o distúrbio borderline, como se forma a defesa falso si-mesmo nesses casos e a técnica do manejo clínico, uma contribuição valiosa de Winnicott para a prática psicanalítica. Inicialmente, é apresentada a origem do termo borderline na Psiquiatria e algumas contribuições de autores da Psicanálise para a compreensão do quadro, com destaque para as inovações propostas na obra de Winnicott. Para o autor, o distúrbio borderline tem como característica principal a defesa falso si-mesmo, sendo necessário para compreendê-la retomar aspectos gerais da teoria das psicoses em conexão com a teoria do amadurecimento pessoal, de forma a esclarecer conceitos como ambiente, trauma e agonia impensável. É destacada a importância que o autor atribui ao manejo, técnica inovadora e original que permite ao analista se adaptar às reais necessidades do paciente, oferecendo o holding necessário para que ele possa regredir ao estágio de dependência absoluta, momento em que o desenvolvimento maturacional foi interrompido devido à falha ambiental. Por fim, são apresentadas sínteses de casos borderline atendidos pelo autor, que enfatiza a importância de esses pacientes vivenciarem experiências com o analista, mais do que o uso interpretações de conteúdos verbais durante o tratamento
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BERTOCCI, LISA. "Il sistema di costrutti personali in persone con disturbo ossessivo-compulsivo e con disturbo borderline di personalità:uno studio quantitativo e qualitativo." Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/2158/914134.

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Abstract:
La tesi mira ad esplorare il sistema dei costrutti in due popolazioni cliniche. Assumendo una prospettiva costruttivista, l’attenzione del ricercatore si sposta dai sintomi alle caratteristiche strutturali che definiscono le capacità esplicative e predittive del sistema conoscitivo nonché alla possibilità di quest’ultimo di ristrutturarsi a fronte delle invalidazioni.
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Books on the topic "Disturbo Borderline"

1

Gunderson, John G., and Perry D. Hoffman. Disturbo di personalitá borderline. Edited by Massimo Clerici. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2.

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2

Gunderson, John G. Disturbo di personalitá borderline: Una guida per professionisti e familiari. Milano: Springer Milan, 2010.

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3

Hurlburt, Russell T. Sampling inner experience in disturbed affect. New York: Plenum Press, 1993.

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Masterson, James F. The emerging self: A developmental, self, and object relations approach to the treatment of the closet narcissistic disorder of the self. New York: Brunner/Mazel, 1993.

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5

Iheb, Mesloub. Disturbo Borderline Di Personalità Cartella Di Lavoro: Diario per la Terapia Cognitivo Comportamentale per il Disturbo Borderline Di Personalità. Independently Published, 2021.

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6

Quinn, Melinda. Disturbo Borderline Di Personalità: Una Guida per Aiutarti a Imparare Tutto Quello Che Devi Sapere per Vivere con il Disturbo Borderline Di Personalità. Independently Published, 2021.

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7

Krause-Utz, Annegret, Inga Niedtfeld, Julia Knauber, and Christian Schmahl. Neurobiology of Borderline Personality Disorder. Oxford University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.1093/med/9780199997510.003.0006.

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Abstract:
In this chapter, neuroimaging findings in BPD are discussed referring to the three core domains of BPD psychopathology: disturbed emotion processing and emotion dysregulation (including dissociation and altered pain processing), behavioral dysregulation and impulsivity, and interpersonal disturbances. Experimental approaches investigating BPD psychopathology on the subjective, behavioral, and neurobiological levels have become increasingly important for an improved understanding of BPD. Over the past decades, neuroimaging has become one of the most important tools in clinical neurobiology. Neuroimaging includes a broad spectrum of methods such as positron emission tomography (PET), structural and functional magnetic resonance imaging (fMRI), MR spectroscopy, and diffusion tensor imaging (DTI).
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8

Sampling Inner Experience in Disturbed Affect. Springer, 2013.

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9

Hurlburt, Russell T. Sampling Inner Experience in Disturbed Affect. Springer London, Limited, 2013.

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10

Treatment of the Severely Disturbed Adolescent. Jason Aronson, 1996.

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Book chapters on the topic "Disturbo Borderline"

1

Skodol, Andrew E. "La diagnosi borderline: concetii, criteri e controversie." In Disturbo di personalitá borderline, 3–17. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_1.

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2

Oldham, John M., and Donna S. Bender. "Le psicoterapie per il disturbo di personalità borderline." In Disturbo di personalitá borderline, 19–37. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_2.

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Stanley, Barbara, and Beth S. Brodsky. "Comportamenti suicidari eautolesivi nel disturbo di personalità borderline. Un modello di auto-regolazione." In Disturbo di personalitá borderline, 39–58. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_3.

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Soloff, Paul H. "La terapia farmacologica nel disturbo di personalità borderline." In Disturbo di personalitá borderline, 59–74. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_4.

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Zanarini, Mary C. "II decorso longitudinale del disturbo di personalità borderline." In Disturbo di personalitá borderline, 75–91. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_5.

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Anonimi. "Vivere con il disturbo di personalità borderline. Due descrizioni di prima mano." In Disturbo di personalitá borderline, 95–103. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_6.

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7

Penney, D., P. Woodward, Dixianne Penney, and Patricia Woodward. "Prospettive familiari sul disturbo di personalità borderline." In Disturbo di personalitá borderline, 105–16. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_7.

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Lefley, Harriet P. "Dal trauma familiare al sistema di supporto alla famiglia." In Disturbo di personalitá borderline, 117–33. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_8.

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Fruzzetti, Alan E., and Jennifer L. Boulanger. "Il coinvolgimento della famiglia nel trattamento." In Disturbo di personalitá borderline, 135–46. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1514-2_9.

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di Giacomo, E., E. Paggi, A. Alamia, E. Giampieri, and M. Clerici. "Disturbo borderline di personalità e autolesività in adolescenza." In Il suicidio oggi, 185–91. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2715-2_21.

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