Academic literature on the topic 'Disturbi specifici di apprendimento'

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Journal articles on the topic "Disturbi specifici di apprendimento"

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Barone, Luigi. "La nuova legge n. 170/2010 sui disturbi specifici di apprendimento." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (February 2011): 239–47. http://dx.doi.org/10.3280/mg2010-003024.

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Tinti, Francesca. "la musica e il potenziamento dei prerequisiti di apprendimento." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 1 (June 11, 2016): 315. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2015.n1.v1.94.

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Abstract:
Riassunto: Premessa: La musica viene utilizzata come canale elettivo nella prevenzione dei disturbi di apprendimento. Il DSA è una disabilità specifica dell'apprendimento, di origine neurobiologica, che interessa uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura, calcolo). Il corso di propedeutica musicale è stato rivolto a bambini dai 4 ai 6 anni, fascia di età in cui la diagnosi di DSA non può ancora essere effettuata ma si possono individuare i bambini a rischio attraverso la valutazione dei prerequisiti di apprendimento. Obiettivo: intervenire in maniera preventiva sulle difficoltà di apprendimento, attraverso il potenziamento dei prerequisiti necessari, con attività propedeutica musicale nella scuola d'infanzia. Metodo: il campione esaminato è composto da 50 bambini appartenenti ad una popolazione d'età compresa dai 4 ai 6 anni. Al campione è stato somministrato il test per la valutazione dei prerequisiti di apprendimento, il Prcr-2 di Cornoldi (2009), prima e dopo il trattamento, riguardante uno specifico metodo di propedeutica musicale con attività di pre-scrittura e pre-lettura delle 7 note (nel pentagramma) durato per 4 mesi. Conclusioni: i dati ottenuti evidenziano come l' attività musicale correli positivamente col miglioramento dei prerequisiti di apprendimento.PAROLE CHIAVE: Musica, DSA, Prerequisiti di apprendimento, Prevenzione. Abstract: The music is used as an elective channel in the prevention of learning disorder.SLD (Specific Learning Disorder) is a specific learning disability of neurobiological origin, characterized by a lack in a specific learning ability (reading , writing, computing). The preparatory music course was intended for children aged 4 to 6 years, that is the age in which the diagnosis of DSA cannot yet be done but we can still identify children at risk through the evaluation of the prerequisites for learning. Objective: preventative intervention on learning difficulties through the enhancement of prerequisites for reading and writing using preparatory music, during preschool years. Method: The examined sample consists of 50 preschooler aged 4 to 6. The Prcr2 Cornoldi test (2010) had been administered to the sample, before and after the treatment, which consisted in a 4 months project of preparatory musical activities based on pre-writing and pre-reading the 7 notes (on the staff). Conclusions: The data obtained show that the musical activities correlates positively with the positive evolution of the pre-requisites of learning. Keywords: Music, LSD, learning prerequisites, Prevention
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Tobia, Valentina, and Gian Luca Marzocchi. "Il benessere nei bambini con disturbi specifici dell'apprendimento e nei loro genitori: uno studio pilota con il questionario sul benessere scolastico - versione per genitori." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (March 2013): 499–517. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-004004.

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Abstract:
Alcuni studi mostrano come alle difficolta scolastiche dei bambini con Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA), si affiancano difficolta di natura emotiva, comportamentale e relazionale, che vanno ad influenzare il benessere psicologico dei bambini stessi e dei loro genitori. In questo articolo vengono analizzati i risultati della somministrazione del Questionario sul Benessere Scolastico-versione per genitori (QBS-G), che valuta diversi aspetti dell'integrazione scolastica dei bambini con DSA e i vissuti dei loro genitori. In questo studio pilota viene misurata la validita della struttura interna del questionario con un'analisi fattoriale confermativa che mostra risultati accettabili; anche i punteggi di omogeneita interna delle singole sottoscale e del punteggio totale danno risultati da sufficienti a ottimi. I punteggi del questionario ottenuti dai genitori di bambini con DSA (n = 164) vengono confrontati con quelli di genitori di bambini con sviluppo tipico (n = 59), mostrando differenze significative. L'analisi del solo gruppo di genitori con figli con DSA evidenzia delle differenze nei punteggi in base al numero di disturbi in comorbilita (sottoscala Valutazione degli apprendimenti) e all'aver preso parte o meno ad un intervento (sottoscala Rapporto con scuola e insegnanti). Nell'articolo vengono discusse le implicazioni del benessere scolastico in relazione alla valutazione e al trattamento dei bambini con DSA. Parole chiave: Disturbi specifici dell'apprendimento, difficolta d'apprendimento, benessere scolastico, genitori. Abstract Few studies reported emotional, behavioural and relational difficulties in children with Specific Learning Difficulties (SLD), associated with a decline in school wellness. Furthermore, children's difficulties also afflict parents' wellness. In this study the results from the first administration of the Questionnaire on the School Wellness-parents' version (QSW-P), are described. The questionnaire's internal structure is analyzed using a confirmatory factor analysis, that showed acceptable fit indices. Furthermore, the validity analysis showed good psychometric properties of the instrument. The scores from the QSW-P administered to parents whose children have a diagnosis of SLD (n = 164) were compared to questionnaires of parents of children with typical development (n = 59): the two groups showed significant difference in some sub-scales of the questionnaire. Analyses run on the SLD group, showed differences in the QSW-P scores based on comorbidity (subscale Evaluation of learning processes) and on taking part in an intervention (subscale Relationship with teachers and school). The results of the QSWP in relationship with assessment and treatment of children with SLD are discussed.
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Zanini, Sergio, and Alessandra Pizzardi. "Disordini dell'apprendimento in epilessia: ruolo dell'epilessia e ruolo della terapia antiepilettica." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 109–22. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-s03007.

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Abstract:
Il presente lavoro presenta una revisione critica della letteratura scientifica inerente la presenza di disturbi di apprendimento nell'epilessia. Viene anche trattato l'argomento della tollerabilitŕ della terapia farmacologica antiepilettica in termini di effetti collaterali sulle funzioni cognitive e i disordini di apprendimento. Infine viene affrontato l'argomento del ruolo delle anomalie epilettiformi subcliniche associate ai disturbi dell'apprendimento.
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Lanzi, G. "I disturbi di apprendimento della lettura e della scrittura." Neurological Sciences 25, no. 5 (December 2004): 304. http://dx.doi.org/10.1007/s10072-004-0360-y.

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Jenkins, Rachel. "England's policy on severe mental illness." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 1 (April 1996): 31–37. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003912.

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Abstract:
RIASSUNTOLa Gran Bretagna ha messo a punto una comprovata strategia sulla salute mentale che include dove e come le persone sono curate e con quali obiettivi. Ha assicurato che la politica sanitaria sia basata sull'epidemiologia dei disturbi psichici e che sia incentrata non solo sui disturbi psichici gravi, che necessitano di trattamenti specifici, ma anche sui disturbi meno gravi in medicina di base, nelle carceri e sul posto di lavoro ed inoltre sull'integrazione e interfaccia tra i servizi di salute mentale ed altre agenzie.Ha basato la politica sanitaria su un quadro coerente di promozione della prevenzione della salute mentale (prevenzione primaria, secondaria e terziaria e prevenzione della mortalita) conduce questa politica quantificando l'esito in termini di salute mentale, nonche gli imputs ed i processi.
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Bruno, Licia, Shaniko Kaleci, Simona Chiodo, Angelo Fioritti, and Antonella Piazza. "Adolescenti in transizione nei servizi di salute mentale: uno studio di follow-up." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (December 2021): 111–31. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003008.

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Abstract:
Scopi. Descrivere le caratteristiche degli adolescenti con disturbi psichici e comportamentali residenti nel territorio dell'Azienda USL di Bologna, dimessi dal servizio di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza (NPIA) dal 2006 al 2015. Individuare i fattori predittivi della prosecuzione delle cure nei Centri di Salute Mentale (CSM). Metodi Studio di coorte retrospettiva con un follow-up di tre anni, basato sui dati dei sistemi informativi NPIA e CSM. Sono state effettuate due analisi multivariate per identificare i fattori predittivi del ricorso al CSM entro tre anni e della transizione entro il primo anno dalla dimissione. Risultati La coorte è costituita da 2594 adolescenti di almeno 15 anni dimessi dal servizio NPIA, in maggioranza maschi. Quasi l'80% è stato dimesso prima di aver raggiunto 17 anni; circa il 59% ha ricevuto diagnosi di ritardo mentale o di disturbi dello sviluppo psicologico specifici/misti. Nei tre anni successivi alla dimissione ha fatto ricorso al CSM quasi un quinto della coorte (489 soggetti), di cui più di metà dei casi (n=277) in transizione entro il primo anno. Sono risultati fattori predittivi del ricorso al CSM la nazionalità italiana, l'età alla dimissione di almeno 17 anni, più di dieci anni di trattamento, più di sette prestazioni nell'ultimo anno, disturbi psichici o comportamentali maggiori. I fattori predittivi della transizione entro un anno dalla dimissione NPIA sembrano in gran parte analoghi, con tre eccezioni: la nazionalità italiana perde significatività, tra i gruppi diagnostici sono solo i disturbi dello sviluppo psicologico specifici/misti a mostrare probabilità inferiori, mentre emerge come fattore predittivo avere avuto la dimissione negli ultimi sei anni del decennio. Conclusioni Analogamente a quanto riportato da altre indagini, il ricorso al CSM riguarda una minoranza di adolescenti dimessi dal servizio NPIA. Trattamenti NPIA intensi e prolungati e disturbi gravi appaiono i principali fattori predittivi. La maggior probabilità per i dimessi negli ultimi sei anni del decennio di transitare al CSM in continuità di cura può essere ascrivibile ai miglioramenti organizzativi apportati con il consolidamento di pratiche e procedure condivise per il passaggio dei casi. Tuttavia rimangono aperti interrogativi sui gap di cura e sulle azioni necessarie per superarli.
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Andreetta, Sara, and Andrea Marini. "Narrative assessment in patients with communicative disorders." Travaux neuchâtelois de linguistique, no. 60 (January 1, 2014): 69–84. http://dx.doi.org/10.26034/tranel.2014.3033.

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Abstract:
Di recente numerosi studi hanno dimostrato che i tradizionali test per la valutazione dei disturbi linguistici in pazienti con afasia non sono completamente sufficienti a determinarne le reali competenze comunicative e linguistiche. Di conseguenza, tanto nella ricerca quanto nella pratica clinica si stanno affermando nuovi approcci per valutare queste abilità. Tra questi, l'analisi del loro eloquio spontaneo riveste un'importanza cruciale per il suo alto valore ecologico e la possibilità di esaminare contemporaneamente aspetti strutturali e funzionali del linguaggio. Il presente articolo descrive nel dettaglio una delle tecniche di analisi dell'eloquio narrativo che negli ultimi anni si sta affermando sia nella ricerca che nella pratica clinica. Si tratta di una metodologia per la Valutazione Multilivello dell'Eloquio Narrativo prodotto da pazienti con disturbi del linguaggio (cfr. Marini e coll., 2011). Questa metodologia si basa sull'analisi dei livelli di produttività linguistica, di elaborazione lessicale e grammaticale, di organizzazione narrativa e dei livelli di informatività raggiunti dal paziente. Questa metodologia è stata applicata con successo a numerosi tipi di disturbi, tanto in età adulta (ad es. afasie fluenti e non fluenti, traumi cranici, schizofrenia, demenza di Alzheimer) quanto in età evolutiva (ad es. Disturbi Specifici del Linguaggio, Sindromi di Down e di Williams, Disturbi dello Spettro Autistico).
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Morreale, Antonella, Anna Ruggirello, Giusi Daniela Ventimiglia, and Leonarda Vultaggio. "Isomorfismo e controparadosso in "Shutter Island": un modello di apprendimento creativo." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 36 (December 2012): 69–84. http://dx.doi.org/10.3280/pr2012-036005.

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Abstract:
Questo articolo si propone di mostrare come l'apprendimento del modello sistemico relazionale possa realizzarsi in modo creativo attraverso la condivisione e la lettura critica di un film. In particolare, il lavoro si propone di analizzare il film "Shutter Island" mettendo in evidenza specifici aspetti che caratterizzano il processo terapeutico quali il controparadosso, l'isomorfismo, la reductio ad absurdum, il processo di reciproco adattamento (PRA). L'analisi di tali aspetti ha condotto le autrici a riflessioni sulla valenza etica del processo psicoterapeutico, inserito nell'ampio contesto delle complementarietŕ cibernetiche.
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Arcieri, Salvatore, Roberta Epifanio, Nicoletta Zanotta, and Claudio Zucca. "Dislessia, discalculia e sindromi epilettiche." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 79–93. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-s03005.

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Abstract:
Il crescente interesse per i Disturbi Specifici dell'Apprendimento e, in particolare, per la dislessia, sta oggi alla base di molte ricerche mirate a chiarirne le determinanti neurobiologiche, a scopo sia preventivo che terapeutico. In questo contesto assume un particolare rilievo anche la questione dei rapporti tra DSA e patologia epilettica. L'articolo contiene un'esauriente revisione degli studi finora condotti sulle relazioni tra i quadri di dislessia e discalculia e le forme di epilessia idiopatiche e sintomatiche, soffermandosi inoltre sul discusso rapporto tra questi tipi di DSA e la presenza di anomalie EEG epilettiformi.
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Dissertations / Theses on the topic "Disturbi specifici di apprendimento"

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Console, Sarah. "Disturbi Specifici di Apprendimento: come la didattica a distanza influenza l'apprendimento della matematica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20893/.

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Abstract:
Questo elaborato vuole approfondire i Disturbi Specifici dell'Apprendimento e le ricadute nell'acquisizione di competenze matematiche, anche in rapporto alla didattica a distanza, risultata fondamentale in questa situazione emergenziale dovuta al virus Sars-Cov-2. Nel primo capitolo si analizzano i DSA e la loro classificazione con riferimenti a modalità diagnostiche e interventi in ambito riabilitativo e didattico: particolare attenzione viene posta alla discalculia evolutiva. Viene inoltre ripreso il percorso legislativo che ha portato al riconoscimento del diritto all'istruzione delle persone con DSA. Il secondo capitolo entra nel merito della didattica della matematica, evidenziando gli stili di apprendimento e le tipologie di apprendimento della matematica, aspetti fondamentali per adattare l'insegnamento alle caratteristiche degli studenti. Viene poi presentata la teoria delle situazioni di Brousseau per introdurre le situazioni a-didattiche, grazie alle quali è possibile rompere il contratto didattico e costruire un apprendimento stabile. Si conclude con alcuni accorgimenti per gli studenti con DSA. Il terzo capitolo apre alla discussione sulle potenzialità e problematicità della didattica a distanza e approfondisce l'apprendimento della matematica attraverso questa nuova modalità presentando opportunità e limiti che possono essere emersi per gli studenti con DSA. Infine, nell'ultimo capitolo della tesi, viene proposto un confronto tra percorsi didattici sull'argomento delle frazioni per una classe prima di una scuola secondaria di primo grado. Dopo un'introduzione sulle interpretazioni e misconcezioni delle frazioni, vengono esposte due unità didattiche per la didattica in presenza e le stesse vengono rivisitate in ottica della didattica a distanza. In entrambi i casi, si pone una particolare attenzione agli accorgimenti e alle modifiche che si possono apportare per aiutare l'apprendimento di questi concetti per studenti con DSA.
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CORCELLA, PALMA ROBERTA. "Disturbi specifici e difficoltà dell'apprendimento scolastico. Un questionario osservativo per l'analisi dei prerequisiti e l'identificazione precoce del rischio." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/18766.

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Abstract:
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO BICOCCA Facoltà di Scienze della Formazione Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione ”R. Massa” Dottorato di Ricerca In Scienze Umane, XXII Ciclo Curriculum “Benessere della Persona, Salute e Comunicazione Interculturale” LEARNING DISABILITIES AND DIFFICULTIES AN OBSERVATIONAL QUESTIONNAIRE FOR ANALYSIS OF BASIC SKILLS AND EARLY RISK IDENTIFICATION ABSTRACT Coordinatore: Chiar.ma Prof.ssa Ottavia ALBANESE Tesi di Dottorato di Palma Roberta CORCELLA Matricola N.708042 Anno Accademico 2009/2010 INTRODUCTION This work is part of a research field which over the past twenty years had an important trend. Learning disabilities and difficulties are frequent and important issues in the medical-pediatric field. Recent research suggests that the incidence of specific learning disabilities (LD) is about 4%. Law in Italy has just reached an important milestone that we had been waiting for about 10 years. Law 170, the first law about dyslexia in our country, appears in the October 2010 issue of “La Gazzetta Ufficiale” with the title “New rules about specific learning disorders at school". In their school-learning journey children with specific learning disabilities may have difficulties in the process of reading, writing or calculation automation, which can be very often connected one to the other. In addition to these difficulties concerning only learning, students develop a feeling of emotional and motivational failure with important implications. Therefore the presence of a LD does not affect only the child's learning process but also his general wellness: the child with LD often tends to develop styles of impractical or even harmful attribution to structure a good idea of himself and his self-esteem (De Beni R., Moè A. 2000, Dweck C.S. 2000). An important protective factor for children with LD is early diagnosis. Therefore, considering that the “time” factor plays an important role, it is interesting to hypothesize a program of observation and screening from the last year of kinder garten (Stella G. 2008; AID 2009). According to many longitudinal studies, early identification and intervention play a positive role in determining the evolution of specific learning disabilities and the overall cognitive and emotional development of children with these problems (Baker e Smith, 1999; Jackson et al., 1999; Byrne et al., 2000; Morris et al., 2000; Schneider et. al, 2000; Vadasy et al., 2000). The work of early identification of subjects who can be considered "at risk” has the objective of limiting the likelihood of their school failure by planning targeted and specific educational interventions. The effectiveness of a centered intervention has been shown by longitudinal studies in literature, such as studies of meta-phonological training goal with pre-school children who get significantly better results in reading and writing than the control group (Bryant e Bradley, 1985; Pinto, 1993; Kozminsky e Kozminsky, 1995). This study starts from these premises: we chose to perform a screening during the last year of kinder garten using an Italian instrument, the IPDA Observing Questionnaire (Early Identification of Learning Difficulties), born from a fruitful collaboration with the University of Padua. Peculiarity of this research is first of all the choice to investigate the prerequisites of school education through a questionnaire specifically created to bring to light slight situations of immaturity and potential risk to have difficulties in school learning. Secondly, the analysis of the responses is aimed at strengthening the prerequisites for academic learning through a targeted intervention. This work is structured into four chapters. The first deals with the theoretical definition, etiology, prognosis and characteristics of the specific school learning disability. The second chapter focuses on learning difficulties at school by analysing the differences between them and the LD. The third chapter is about prevention and early identification through the analysis of early risk signs of learning difficulties. The first three chapters can be seen as a theoretical introduction to the fourth chapter which is focused on the research. OBJECTIVES AND PURPOSES OF THE RESEARCH The objectives of my research are: 1. to establish that there are different ways of developing prerequisite skills of learning among children 2. to evaluate the effectiveness of treatment RESEARCH HYPOTHESIS The first hypothesis is that the group of children who undergo a specific work to strengthen their prerequisites of learning will show a better evolution than those who don’t. The second hypothesis is that, in a group of children who work to develop their prerequisites for academic learning, the children who have less structured basic skills will benefit more than those with a better level. METHOD PARTICIPANTS The group consists of 659 5 year-old children , 351 males (53%) and 308 females (47%) in the final year of kinder garten. These children come from five different kinder garten: two in the province of Milan and 3 in the province of Varese. According to the Handbook of Questionnaire Observing IPDA (Terreni et al, 2002), children with disabilities and immigrant children with little or no knowledge of Italian were excluded from this group. The whole group was divided into an experimental group, that followed the treatment, and a control group that followed the traditional educational program. The experimental group was composed of 384 children, 198 males (52%) and 186 females (48%) with an average age of 64 months, in the month of October, corresponding to five years and four months. The control group consisted of 275 children, 153 males (55%) and 122 females (45%) with an average age of 62 months, in the month of October, corresponding to five years and two months. MEASURES Twelve years ago a working group (which I still belong to) of the University of Padova, led by Professor Cesare Cornoldi, following the request of the Department of Education of Bergamo, decided to start a project for the prevention of learning school difficulties. The instrument which was created to perform the screening was the Observing Questionnaire IPDA (Terreni et al 2002). The Observing Questionnaire IPDA allows us to detect in an agile and quick way subjects potentially "at risk" to have learning difficulty at school using the teachers’ observations, whose prediction is confirmed by several works (Stevenson et al. 1976; Feshbach et al., 1977; Cornoldi e Pra Baldi, 1979; Archer e Edwards, 1982; Camerini et al., 1996; Alvidrez e Weinstein, 1999; Panter, 1999; Taylor et al., 2000; Teisl et al., 2001). The IPDA is composed of 43 items divided into two main sections. The first concerns the "general skills" related to general learning ability (behavioral, motor skills, language comprehension, oral expression, metacognition and other cognitive abilities (memory, praxis, orientation); the second refers to "specific skills" that are the prerequisites of reading- writing and mathematics. The total score of each child is calculated by adding the scores (1, 2, 3 or 4) assigned to any individual items. PROCEDURE First step of the research was the training of the teaching staff, who were introduced to the method of observation and the use of the tool; the training was attended by the teachers of the experimental and control groups. Then the teachers of the experimental group were taught about the treatment and they applied it in their class. The IPDA Materials were used in this second phase. At the end the children of both groups, experimental and control ones, underwent a re-test using the IPDA Questionnaire Observing again. TREATMENT IPDA Materials include educational activities that enhance the prerequisites of each specific basic school learning. Metacognition (in its aspects of awareness and control of their cognitive activity) and visual concentration are considered transversal skills. We examined the following basic school learning abilities: • reading-writing as instrumental skills: reading as decoding, spelling and writing as graphics; • reading as the ability of text understanding; • writing as presenting competence, ability to produce a text; • calculation. RESULTS The analysis of the results demonstrate that, after the treatment, children in the experimental group have significantly improved their level of prerequisites compared to the children belonging to the control group. In relation to the experimental group, the children belonging to the subgroups with high and low risk of having learning difficulties showed a higher improvement than the children belonging to the risk-free subgroup, who followed a typical evolution. The qualitative analysis of change is based on comparing the scores obtained at IPDA in pre and post-test; according to the results of the pre-test, 20 of the 35 children of the experimental group were included in the high-risk group; after treatment, the 20 children underwent the post-test and 13 of them were placed into the low-risk level and 7 into the risk-free one. After pre-test, 31 children of the control group were considered at high-risk level; after post-test, 16 of them were included into the low-risk group. No child "migrated" into the risk-free band. The first hypothesis was that the group of children who, in addition to teaching school curriculum program, undergo a specific work to strengthen their learning prerequisites will show a better evolution in relation to “natural” development of children. The data analysis confirms the first hypothesis for the subgroups of children at high and low risk. The second hypothesis was that children with lower performances (considered at risk) in a group of children who undergo this strengthening work on learning prerequisites are those who will benefit more from this work than those with a good level of development of prerequisites. The results confirm the second hypothesis, considering that the improvement of the high-risk group is significant if compared to the risk-free group, which highlighted an evolution similar to the one expected without treatment. DISCUSSION The results show that the treatment brings important benefits to children at high and low risk of scholastic difficulties, but does not bring significant benefits to risk-free children. However, it is important to notice that the treatment gave all the children the opportunity to work together, taking advantage from this collaboration. Working in small groups allowed them to practice communication and social skills that are useful for their personal growth. This experience has demonstrated the potentiality of this work led at school. It should be noticed that the success is also based on the sharing activity among the teachers about the objectives and the proposed methods, as well as their ability to adjust and adapt daily activities to the specific needs and characteristics of their class. From a more theoretical point of view, it is important to consider this improvement as related, besides to the effectiveness of the treatment, also to a wider change, given by the modification of the context. All teachers included in the research have completed a training course aimed not only at providing information and knowledge on the use of instruments and materials, but also at creating a good learning environment. This type of work is consistent with the assertion "Neither knowledge nor learning exist independently from the way the participants make them actual in their context” (Pontecorvo, 1999, p24). It is also important to consider that "the relationships between individual and context form a unique and indivisible unit, because the individual can never be understood outside his/her social dimension" (B. Ligorio, C. Pontecorvo, 2010). Stetsenko and Arievitch (2004) argue that there is a substantial ontological similarity between interindividual and the intraindividual development, because they are two interdependent processes. The events in the life of a class become observable only within a contextual perspective in which learning is understood as a collective co-construction of meanings. This definition goes beyond the cognitivist conceptions of learning that, as well as other cognitive processes, deals only with the mind of the learner. Defining learning in social-constructivist terms means, therefore, considering learning as a result of attribution of meaning and direction to activities, products and processes that relate to the working group, the instruments and the place where learning takes place.
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CAMIA, MICHELA. "Le abilità pragmatiche e la loro relazione con la Teoria della mente, le Funzioni Esecutive e la salute psicologica in bambini a sviluppo tipico, bambini con differenti disturbi del neurosviluppo e adulti con Disturbi Specifici di Apprendimento." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2021. http://hdl.handle.net/11380/1236817.

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Abstract:
Nonostante l'importanza delle abilità pragmatiche nelle interazioni sociali e negli scambi comunicativi, pochi studi hanno indagato tali abilità e il loro rapporto con il benessere psicologico e con altri domini cognitivi in soggetti a sviluppo tipico (ST) o in presenza di Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA). I lavori si sono concentrati principalmente su pazienti con disturbi neurologici e psichiatrici, in particolare Spettro dell’Autismo (ASD), Disturbi Specifici di Linguaggio (DSL) e Schizofrenia. In queste popolazioni cliniche, è stata descritta una relazione tra pragmatica, qualità della vita (QdV) e problemi comportamentali. Sorprendentemente, il legame tra abilità pragmatiche e benessere nei bambini a ST è ancora poco indagato. Studiare la pragmatica e la sua relazione con la salute psicologica nei bambini a ST e con disturbi del neurosviluppo è importante non solo per comprendere in modo più approfondito il loro sviluppo psicologico e cognitivo, ma anche per prevenire successive difficoltà comportamentali ed emotive. In Italia, gli strumenti per l'identificazione delle difficoltà pragmatiche nei bambini sono ancora limitati e la discriminazione tra i profili linguistici di bambini con diversi disturbi rappresenta un’attuale sfida in ambito clinico. Per quanto riguarda le abilità pragmatiche in popolazioni cliniche, in letteratura sono presenti pochi studi riguardanti i DSA. Valutare le capacità pragmatiche e le loro relazioni con altri domini cognitivi, in particolare Teoria della mente (ToM) e Funzioni esecutive (FE), rappresenta un obiettivo primario al fine di meglio definire il profilo di funzionamento e pianificare un supporto efficace. Guidati da queste evidenze, per il presente lavoro sono stati progettati tre studi. Nello studio 1 è stata analizzata la relazioni tra le abilità pragmatiche, il benessere scolastico e i problemi comportamentali in un gruppo di 66 bambini a ST. I dati raccolti suggeriscono una forte relazione tra abilità pragmatiche e le variabili psicologiche/comportamentali indagate. Nello studio 2 sono state valutate e confrontate le abilità pragmatiche in 4 gruppi di bambini: a ST (n = 26), con ASD e buon funzionamento intellettivo (n = 19), con DSA con associato un DSL (n = 23) e con DSA senza disturbi linguistici (n = 21). Dalle analisi sono emersi profili pragmatici differenti a seconda del disturbo considerato. Inoltre, è stata indagata, e confermata, la validità della Children Communication Checklist 2 (CCC-2) come misura di screening per le abilità pragmatiche. Nello studio 3 sono state valutate le capacità di comprensione pragmatica in 26 giovani adulti con DSA e in 30 adulti a sviluppo tipico. È stata indagata anche la relazione tra pragmatica, QdV, ToM ed FE. Le abilità pragmatiche sono risultate compromesse nei giovani adulti con DSA. Inoltre, in questa popolazione clinica, è stato trovato un legame tra la comprensione pragmatica e la ToM. Infine la pragmatica è risultata in stretta relazione con la QdV indipendentemente dalla presenza di diagnosi di DSA. Nel complesso, il presente lavoro ha contribuito a definire le relazioni tra la pragmatica e altri domini psicologici (QdV) e cognitivi (ToM e FE) sia nella popolazione generale che in gruppi clinici, in particolare nei DSA. Inoltre, i dati suggeriscono l’importanza di considerare le difficoltà pragmatiche come possibili fattori di rischio per problemi emotivi e comportamentali durante lo sviluppo. Pertanto, un'identificazione precoce delle difficoltà pragmatiche, anche nei bambini senza evidenti sintomi psicopatologici, potrebbe prevenire problemi psicologici a esordio tardivo. Ad oggi, le capacità pragmatiche appaiono ancora sottovalutate e raramente valutate in ambito clinico. I risultati evidenziano la necessita di includere queste abilità nella valutazione clinica di bambini e adulti con DSA, al fine di definire meglio il loro funzionamento e pianificare un intervento.
Despite the importance of the pragmatics skills in the interactions with other people and in the communicative exchanges, little research focused on these abilities and on their relationships with psychological well-being and other cognitive domains in typically developing (TD) children and in individuals with Specific Learning Disorders (SLD). Previous works focused mainly on pragmatic abilities in patients with neurological and psychiatric disorders, Autism Spectrum Disorder (ASD), Developmental Language Disorders (DLD) and Schizophrenia. In these clinical populations, the studies reported close relationships between pragmatic abilities and both quality of life (QoL) and behavioural problems. Surprisingly, the link between pragmatic skills and psychological health in TD children is still underinvestigated. Studying more in depth the relationships between pragmatics and psychological health in TD children appears as a central issue to better understand the child’s development and prevent later behavioural and emotional difficulties. Moreover, in Italy, the instruments for the identification of pragmatic difficulties in children are still limited and the discrimination between children with various language difficulties into different diagnostic profiles remains a major challenge in clinical settings. Regarding clinical populations, little is known about pragmatic abilities in individuals with (SLD). Studying pragmatic abilities and their relationships with other cognitive domains, i.e. Theory of Mind (ToM) and Executive functions (EFs) in patients with SLD could contribute to define their cognitive functioning and plan an effective support. Guided by this evidence, three studies were designed. Study 1 aimed at analysing the relationships between pragmatic abilities, school well-being and behavioural problems in a group of 66 TD children. The data collected suggested a strong relationship between pragmatic skills and both school well-being and children behavioural features. Study 2 evaluated and compared pragmatic skills in children with TD (n = 26) and with different neurodevelopmental disorders: ASD with good intellectual functioning (n = 19), SLD with associated DLD (n=23) and SLD without linguistic impairments (n = 21). The findings contributed to discriminate the pragmatic profile between these clinical populations. We investigated and confirmed the validity of the Children Communication Checklist (CCC-2) as screening measure for pragmatic skills as well. Study 3 assessed the pragmatic comprehension abilities in 26 young adults with SLD and in 30 adults from the general population. We studied the relationship between pragmatics, QoL, ToM and EFs as well. Our results showed that pragmatic abilities were compromised in young adults with SLD. In this clinical population we found also a link between pragmatic comprehension and ToM. Independently from the presence of SLD, pragmatics abilities were in relationship with QoL. Overall, this work contributes to shed light on the relationships between pragmatic abilities and other psychological and cognitive domains in both typically developing individuals and clinical samples, SLD in particular. Moreover, our data suggest that pragmatic difficulties should be considered as a possible risk factor for emotional and behavioural problems during development. Thus, an early identification of pragmatic difficulties, even in children without evident psychopathological symptoms, may prevent psychological problems that could occur later in the development. To date pragmatic abilities still appear underestimated and rarely evaluated in clinical settings. Our results highlight the importance of including the evaluation of these abilities in the clinical assessment of children and adults with SLD, in order to better define their cognitive profile and plan an intervention.
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Zanderigo, Iona Antonella <1970&gt. "Lingue seconde e lingue straniere, osservazione dell´apprendimento in soggetti con disturbi specifici dell´apprendimento e disturbi dell´apprendimento in contesti bilingui." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16279.

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Abstract:
Questo studio nasce dall’esperienza di persone e culture che ogni giorno si incontrano, si scontrano e si influenzano reciprocamente. Pur cercando di mantenere ad ogni costo la propria identità, viviamo la realtà di un eurozona dove il punto di forza sta proprio nella diversità, ma anche in quei fili invisibili che collegano le culture di confine, i ladini del Comelico, i tedeschi dell’Alta Pusteria e gli austriaci dell’Osttirol. La terra che accoglie queste comunità è la stessa, aspra e sincera, unica e impressionante, ma segnata da eventi che anche dopo 100 anni continuano a serpeggiare nelle anime della gente del posto. Eppure mangiamo le stesse cose, abbiamo le stesse tradizioni, seguiamo gli stessi ritmi di vita dettati da una natura potente e ancora dominante. Come sosteneva Robert Lado negli anni Cinquanta e Sessanta, la cultura è vista come problema anche situazionale, ma soprattutto comunicativo, in quanto essa caratterizza e modifica la natura e la forma della comunicazione. Cos’è dunque che ci differenzia? La risposta unica è la scuola. I sistemi scolastici sono diversi e la cultura insegnata è diversa. Ecco che in Alto Adige, dove gli insegnanti devono avere il patentino di bilinguismo, molto difficile da ottenere, la selezione del corpo docente è severissima e favorisce gli insegnanti della regione. Nel bellunese e soprattutto in Comelico arrivano insegnanti da ogni parte d’Italia, ovviamente la lingua ladina non fa parte della scuola è un tabù. Questo comportamento ha privato intere generazioni della propria identità che oggi non appartengono né a una cultura né all’altra e che combattono tutti i giorni per la sopravvivenza. Questo studio prenderà in considerazioni le teorie linguistiche sull’apprendimento di lingue seconde e lingue straniere in contesti bilingui, osservando l’apprendimento di due soggetti con difficoltà di apprendimento che ritraggono una situazione tipica in territori con bassa mescolanza etnica, confermando il fatto che alcuni disturbi sono di origine costituzionale. Verranno esposti i risultati derivati dalla somministrazione di test (TROG e PDSS) per valutare la comprensione di strutture grammaticali, ritenute marcatori clinici, e la capacità di utilizzare le informazioni linguistiche di un testo per comprenderne il significato. Basandomi sulla raccolta di materiale autentico prodotto durante le lezioni con i soggetti analizzerò gli errori prodotti cercando di individuare in quale stadio dell’apprendimento lo studente si trova. Le lingue sono una risorsa e una ricchezza alla quale non possiamo rinunciare perché ci caratterizzano, ci valorizzano e dicono quello che siamo: un patrimonio genetico, da conservare e proteggere, che esprime valori e modelli di vita.
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D'Amico, Chiara. "I Disturbi Specifici dell'Apprendimento nella didattica della matematica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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L'argomento di questa tesi sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento e nel dettaglio come si possano utilizzare metodi opportuni nella didattica della matematica per favorire l'apprendimento di studenti con tali disturbi. La scuola riveste un ruolo fondamentale per gli studenti con DSA, i quali hanno il diritto di avere un piano didattico personalizzato che però nella maggior parte dei casi osservati durante la mia esperienza di tirocinio non basta ad aiutare pienamente i ragazzi. Soprattutto durante le verifiche a questi studenti viene solamente concesso del tempo in più o un ridotto numero di esercizi da svolgere rispetto ai compagni, il che potrebbe non bastare quando è la formulazione stessa dell'esercizio ad essere di ostacolo alla comprensione. Ciò perché purtroppo gli insegnanti non sempre sono “sufficientemente preparati” a gestire un disturbo dell’apprendimento. Da qui nasce l’idea della mia tesi, ovvero cercare di capire quali siano i principali ostacoli di fronte ad un problema matematico e come questi possano essere superati. Proverò a trovare strategie per modificare la forma del testo e presentarla in maniera differente dall’originale, semplificandolo e/o aggiungendo delle figure, senza modificare però il contenuto matematico del quesito. Tale sperimentazione è presentata ed analizzata nel quarto capitolo di questa tesi mentre nei primi tre capitoli viene esposta la parte teorica.
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Berardone, Stefania. "Matematica e Disturbi Specifici dell'Apprendimento: strategie e metodologie didattiche per un apprendimento efficace." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12301/.

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Abstract:
Il mio intento in questo lavoro di tesi è quello di analizzare gli aspetti che caratterizzano i Disturbi Specifici dell'Apprendimento, in particolare la Discalculia, per poi entrare nello specifico degli interventi didattici proposti per far sì che gli studenti che ne sono affetti possano raggiungere un discreto livello di autonomia nello studio. Lo scopo è quello di mostrare come strategie didattiche mirate, messe in atto dall'insegnante dopo un'attenta osservazione dei diversi stili di apprendimento degli alunni, possano realmente mettere tutti nelle condizioni di poter raggiungere gli obiettivi. Nei primi due capitoli vengono definiti i Disturbi Specifici dell'Apprendimento, l'iter normativo che ha condotto al riconoscimento di tali disturbi, con un approfondimento sulla legge 170 del 2010, vengono introdotti i concetti di didattica individualizzata e personalizzata, strumenti compensativi e misure dispensative pensate per questi studenti, vengono descritti poi gli stili di apprendimento e stili cognitivi, con alcune considerazioni circa le strategie metodologiche e didattiche ipotizzate partendo dagli stili 'preferiti' dagli studenti con DSA. Il terzo capitolo è dedicato al disturbo specifico del calcolo, la Discalculia, vengono descritti i due profili individuati in letteratura, vengono analizzati gli errori e proposte strategie didattiche mirate a partire dalle caratteristiche di questi studenti. Nell'ultimo capitolo, infine, propongo un'Unità didattica in cui utilizzare le strategie didattiche presentate nei paragrafi precedenti, riportando, in conclusione, considerazioni personali circa il ruolo dei docenti all'interno della scuola e l'importanza di una didattica che risponda alle esigenze e ai bisogni di tutti.
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MONAUNI, ANNA. "DIFFERENZIAZIONE DIDATTICA E ALUNNI BILINGUI FIGLI DI MIGRANTI CON POSSIBILI DISTURBI SPECIFICI DELL'APPRENDIMENTO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/95895.

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Abstract:
Due sono le constatazioni di base che guidano questo elaborato: la complessità che caratterizza le odierne classi richiede agli insegnanti di differenziare la proposta didattica; spetta al docente saper individuare eventuali difficoltà di apprendimento e/o disturbi specifici (DSA) al fine di favorire un percorso scolastico rispettoso delle peculiarità di ciascuno. Cosa succede, però, quando lo studente con DSA è di origine migratoria ed è bilingue? Il disturbo ha reali basi neurobiologiche o è piuttosto correlato alle fatiche di veicolare l’apprendimento attraverso una lingua diversa da quella parlata in ambito familiare? Il dato da cui partire è quello rilevato in letteratura in merito alla scarsità, in ambito nazionale, di test clinici per DSA strutturati e standardizzati su chi parla più di una lingua. Da ciò consegue la necessità di implementare un’azione a monte, al fine di migliorare l’appropriatezza degli invii ai Servizi Sanitari o agli Enti accreditati: un percorso da attuare con il personale docente. A questo scopo l’indagine intende favorire tra gli insegnanti una corretta informazione circa la distinzione tra disturbo specifico dell’apprendimento e difficoltà di letto-scrittura in alunni bilingui figli di migranti. Inoltre, l’insegnante è chiamato ad appropriarsi di una forma mentis capace di cogliere in maniera attenta e rispettosa le peculiarità di ciascun allievo, unico nella sua arricchente diversità: un insegnante flessibile, disposto a sperimentare una didattica di tipo differenziato.
This thesis is based on two fundamental observations: nowadays classes are becoming ever more complex and diverse. Therefore, teachers must diversify the didactic proposal. It’s up to the educator to identify any learning difficulties and / or learning disabilities (LD), in order to favor a scholastic path that respects the peculiarities of each pupil. What happens, however, when the students with LD come from an immigrant family and they are bilingual? Does the disorder really have a neurobiological bases? Or is it rather related to the effort of learning through a language that is not the native language for the children? The starting point is the one found in literature regarding the national scarcity of clinical tests for LD structured and standardized on those who speaks more than one language. For these reasons it is needed an upstream action, in order to make the advice of teachers more specific towards those children with difficulties who have to undertake a diagnostic assessment process. That is why it is important to encourage greater awareness among teachers and correct information about the difference between specific learning disabilities and reading-writing difficulties in bilingual learners with a migrant background. Furthermore, the inclusive teacher must have a mindset aimed at knowing in a careful and respectful way the peculiarities of each student. Every child is unique in its enriching diversity: we need a flexible teacher, motivated to implement the differentiated instruction.
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MONAUNI, ANNA. "DIFFERENZIAZIONE DIDATTICA E ALUNNI BILINGUI FIGLI DI MIGRANTI CON POSSIBILI DISTURBI SPECIFICI DELL'APPRENDIMENTO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/95895.

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Due sono le constatazioni di base che guidano questo elaborato: la complessità che caratterizza le odierne classi richiede agli insegnanti di differenziare la proposta didattica; spetta al docente saper individuare eventuali difficoltà di apprendimento e/o disturbi specifici (DSA) al fine di favorire un percorso scolastico rispettoso delle peculiarità di ciascuno. Cosa succede, però, quando lo studente con DSA è di origine migratoria ed è bilingue? Il disturbo ha reali basi neurobiologiche o è piuttosto correlato alle fatiche di veicolare l’apprendimento attraverso una lingua diversa da quella parlata in ambito familiare? Il dato da cui partire è quello rilevato in letteratura in merito alla scarsità, in ambito nazionale, di test clinici per DSA strutturati e standardizzati su chi parla più di una lingua. Da ciò consegue la necessità di implementare un’azione a monte, al fine di migliorare l’appropriatezza degli invii ai Servizi Sanitari o agli Enti accreditati: un percorso da attuare con il personale docente. A questo scopo l’indagine intende favorire tra gli insegnanti una corretta informazione circa la distinzione tra disturbo specifico dell’apprendimento e difficoltà di letto-scrittura in alunni bilingui figli di migranti. Inoltre, l’insegnante è chiamato ad appropriarsi di una forma mentis capace di cogliere in maniera attenta e rispettosa le peculiarità di ciascun allievo, unico nella sua arricchente diversità: un insegnante flessibile, disposto a sperimentare una didattica di tipo differenziato.
This thesis is based on two fundamental observations: nowadays classes are becoming ever more complex and diverse. Therefore, teachers must diversify the didactic proposal. It’s up to the educator to identify any learning difficulties and / or learning disabilities (LD), in order to favor a scholastic path that respects the peculiarities of each pupil. What happens, however, when the students with LD come from an immigrant family and they are bilingual? Does the disorder really have a neurobiological bases? Or is it rather related to the effort of learning through a language that is not the native language for the children? The starting point is the one found in literature regarding the national scarcity of clinical tests for LD structured and standardized on those who speaks more than one language. For these reasons it is needed an upstream action, in order to make the advice of teachers more specific towards those children with difficulties who have to undertake a diagnostic assessment process. That is why it is important to encourage greater awareness among teachers and correct information about the difference between specific learning disabilities and reading-writing difficulties in bilingual learners with a migrant background. Furthermore, the inclusive teacher must have a mindset aimed at knowing in a careful and respectful way the peculiarities of each student. Every child is unique in its enriching diversity: we need a flexible teacher, motivated to implement the differentiated instruction.
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SANNICANDRO, KATIA. "Disturbi Specifici dell’Apprendimento, Scuola e Tecnologie Didattiche: progettare percorsi di potenziamento per la Scuola Primaria." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2016. http://hdl.handle.net/11369/351683.

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Abstract:
I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) interessano «uno specifico dominio di abilità, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale» (Consensus Conference, 2011, p. 7), sono considerati «una categoria clinica omogenea in considerazione del fatto che, nonostante le eventuali differenze neurocognitive che sottendono a ciascun disturbo, tutti producono effetti significativi e duraturi nel campo dello sviluppo scolastico e, a volte, nella vita sociale» (Stella, 2010, p. 4). La scuola occupa un ruolo fondamentale nei processi di individuazione precoce di eventuali segnali di difficoltà e nella successiva messa in atto di strategie metodologiche e didattiche da affiancare ad eventuali percorsi di riabilitazione (Berninger et al., 2013; Orsolini et al., 2005) con l’obiettivo di prevenire vissuti d’insuccesso e frustrazione nei confronti dell’ambiente scolastico, l’insorgere di problemi legati al comportamento, alle relazioni con il gruppo dei pari e ricadute negative sulla sfera emotiva e motivazionale (Vio, Tressoldi, Lo Presti, 2013). A partire dal quadro teorico di riferimento la ricerca empirica ha previsto la progettazione e la successiva sperimentazione nel contesto scolastico di percorsi di potenziamento sulla lettura strumentale mediate attività individuali, di gruppo e con l’utilizzo della piattaforma online ePRO (Centro Studi Erickson) con l’obiettivo di accrescere le abilità in situazioni di difficoltà e al tempo stesso far leva sul senso di appartenenza al gruppo classe che spesso rappresenta la cifra negativa nell’esperienza dei soggetti con DSA. Nello specifico la sperimentaziones ha riguardato due scuole primarie per un totale di 46 bambini iscritti alla classe terza di cui 26 (13 gruppo sperimentale/13 gruppo di controllo) nel primo istituto e 20 bambini nel secondo istituto (10 gruppo sperimentale/10 gruppo di controllo). La ricerca si è focalizzata, inoltre, sull’analisi dei modelli cognitivi e pedagogici dell’apprendimento con una particolare attenzione alle teorie riguardanti i processi di apprendimento in ambito scolastico (Hammill, 1990; Swanson et al., 2003) e sul ruolo dei media e delle tecnologie didattiche (Rivoltella, 2014; Limone, 2012) nei percorsi di riabilitazione e potenziamento, mediante l’analisi degli ambienti digitali e delle APP progettate per soggetti con DSA e difficoltà di apprendimento.
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Nyman, Sissel <1996&gt. "Il coraggio della scelta plurilingue. Approfondimento e studio di soggetti bilingui con disturbi specifici del linguaggio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18374.

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Abstract:
Lo scopo di questo elaborato è quello di fornire un significato al concetto di bilinguismo interpretando le più svariate definizioni date a questo fenomeno che da sempre ha affascinato e interessato persone, studiosi e non, di tutto il mondo. Verrà illustrata l’esistenza di più tipologie di bilinguismo e ciò non deve sorprendere perché come anche noi siamo tutti diversi e unici così è questo fenomeno riscontrabile con diverse caratteristiche in ogni parte del mondo, in ogni classe sociale e ad ogni fascia d’età. Un altro obiettivo che si prefigge questo studio è quello di riabilitare il bilinguismo tentando di cambiare e ribaltare l’opinione negativa che si è venuta a creare nel corso del tempo. Lo faremo sfatando i principali pregiudizi e falsi miti che lo riguardano e riportando i risultati degli studi e delle ricerche scientifiche più salienti che ne hanno dimostrano i numerosi vantaggi a livello cognitivo, linguistico, sociale, culturale e anche economico. In questo scritto viene inoltre affrontato il tema del linguaggio. Scopriremo come esso venga elaborato e processato a livello cerebrale ed anche come avvenga il sorprendente meccanismo dell’acquisizione del linguaggio nei bambini monolingui, in quelli bilingui con lingue orali ma anche nei bilingui con una lingua segnante. Come spesso accade in altri ambiti, anche nel linguaggio ci possono essere delle "complicazioni". Volendo quindi offrire una visione completa di questo fenomeno non possiamo evitare di soffermarci sui principali disturbi connessi al linguaggio e su alcune delle strategie utilizzate per cercare di recuperare in parte o in toto le abilità linguistiche di chi ne è affetto.
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Books on the topic "Disturbi specifici di apprendimento"

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Mazzoncini, Bruna. La strada maestra: I disturbi di apprendimento e la formazione degli insegnanti. Roma: NIS, 1993.

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Castelbianco, Federico Bianchi di. Il Test di Wartegg nell'età evolutiva: Un contributo psicodiagnostico allo studio clinico della balbuzie, della sordità e dei disturbi di apprendimento. Roma: Armando, 1993.

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Emili, Enrico Angelo. Dislessia. Bononia University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.30682/alph09.

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Abstract:
Le persone con dislessia evolutiva hanno caratteristiche specifiche di apprendimento che le portano ad avere difficoltà di lettura permanenti e, in modo più evidente, nelle prime fasi di scolarizzazione. In passato tali difficoltà si imputavano, erroneamente, alla pigrizia dell’alunno e al suo scarso impegno, provocando ricadute emotive sullo studente e la sua famiglia. La Legge 170/2010 ha finalmente riconosciuto dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia come Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) e, negli ultimi anni, sono stati emanati diversi provvedimenti al fine di garantire a tutti gli studenti che presentano difficoltà non ordinarie la piena partecipazione alla vita scolastica e di offrire adeguate e personalizzate risposte pedagogiche. È dunque fondamentale che gli insegnanti sappiano prontamente riconoscere i segnali di DSA, non certo per formulare diagnosi, ma per mettere in atto interventi di potenziamento didattico e, in caso di certificazione clinica, strumenti, misure, strategie specifiche e inclusive per favorire la realizzazione delle potenzialità e l’autonomia nello studio. Il volume, con uno sguardo pedagogico e didattico, approfondisce le problematiche legate alla dislessia, presentando le risorse a disposizione di studenti e insegnanti, gli strumenti compensativi e le forme di individualizzazione dei processi di insegnamento/apprendimento.
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4

Disturbi Specifici Del Linguaggio Disprassie E Funzioni Esecutive Con Una Raccolta Di Casi. SPRINGER, 2013.

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Book chapters on the topic "Disturbi specifici di apprendimento"

1

Sabbadini, Letizia, and Letizia Michelazzo. "Metodologia di intervento nelle diverse tipologie di DSL." In Disturbi specifici del linguaggio, disprassie e funzioni esecutive, 135–42. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5349-6_9.

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Sabbadini, Letizia. "Valutazione e terapia di casi clinici nelle diverse tipologie dei DSL." In Disturbi specifici del linguaggio, disprassie e funzioni esecutive, 169–94. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5349-6_13.

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