Academic literature on the topic 'Disturbi neuropsichiatrici'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Disturbi neuropsichiatrici.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "Disturbi neuropsichiatrici"

1

Porcelli, Stefano. "Neurobiologia del cervello sociale nei disturbi d'ansia e dell'umore - Mini-review." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 51 (January 2023): 32–71. http://dx.doi.org/10.3280/qpc51-2022oa15181.

Full text
Abstract:
La conoscenza attuale permette di tracciare un iniziale quadro dei complessi substrati neurobiologici che sostengono il funzionamento del cervello sociale negli umani. L'alta complessità del cervello sociale determina tuttavia un'alta vulnerabilità verso diversi disturbi neuropsichiatrici.Nel presente articolo, ci siamo focalizzati sulle disfunzioni sociali presenti nei principali disturbi dell'umore e di ansia, descrivendo i substrati neurobiologici che sono stati associati a tali deficit. È interessante notare che tali substrati risultano simili in questi disturbi e simili a quelli riscontrati in altri disturbi neuropsichiatrici, seppure risultino impattati in misura diversa nelle diverse condizioni. Perciò, le disfunzioni sociali potrebbero rappresentare un dominio (parzialmente) indipendente con specifiche alterazioni biologiche alla sua base.Una migliore comprensione di tali basi neurobiologiche potrebbe aprire la strada allo sviluppo di trattamenti mirati per tali deficit.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Monaco, F. "Neuropsichiatria I disturbi del comportamento tra neurologia e psichiatria." Neurological Sciences 25, no. 5 (December 2004): 303. http://dx.doi.org/10.1007/s10072-004-0359-4.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Viaro, Maurizio. "La famiglia di contrabbando nei servizi per l'etŕ evolutiva." TERAPIA FAMILIARE, no. 94 (February 2011): 127–41. http://dx.doi.org/10.3280/tf2010-094009.

Full text
Abstract:
L'Articolo descrive un caso in cui la diagnosi differenziale tra distimia e sindrome mista ansioso-depressiva viene utilizzata in una intervento di ristrutturazione che introduce la dimensione relazionale, nel contesto di un Servizio di Neuropsichiatria Infantile. Alcune differenze tra DSM-IV e ICD10 per la diagnosi dei disturbi psichiatrici nell'Infanzia e Adolescenza, relative ai disturbi dell'umore, vengono discusse. Anche per i terapeuti di impostazione sistemica, č importante una buona conoscenza dei manuali di classificazione diagnostica, oggi richiesta in modo piů pressante sia dai Servizi a scopi statistici e amministrativi sia in conseguenza dalla crescente diffusione dell'informazione via Internet, sia per limitare la tendenza alla moltiplicazione di interventi sia psicologici che psicofarmacologici, sui bambini e sulle loro famiglie.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Paterlini, Federica. "Esordi psicotici in adolescenza e giovane età adulta: prospettive teoriche e di trattamento." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA 146, no. 3 (December 2022): 31–60. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-003003.

Full text
Abstract:
La letteratura scientifica, negli ultimi anni, è sempre più costellata di articoli che trattano il tema del riconoscimento e dell'intervento precoce evidenziandone l'importanza al fine di intercettare il malessere dei giovani e ridurre la loro sofferenza soggettiva, il rischio di transizione alla psicosi e ridurne la successiva disabilità. Da una meta-analisi su larga scala è stato rilevato che il 12,3% dei disturbi psicotici si verifica prima dei 18 anni e il 47,8% prima dei 25, con un picco di insorgenza a 20,5 anni [1]. Una parte di questi disturbi ha il suo esordio anche prima dei 18 anni. È ormai noto che il periodo prodromico in cui emergono sintomi sottosoglia e aspecifici può essere anche di oltre 10 anni. A fronte di ciò è utile valutare il rischio di esordio psicotico nella fase adolescenziale. I servizi che si occupano di minori dovrebbero, sempre più, avere uno sguardo rivolto anche a ciò che emerge prima del disturbo psicotico, a quei fenotipi a rischio di transizione. Obiettivo di questo lavoro è analizzare, senza la presunzione di esser esaustivo, quali modelli di valutazione precoce sono utilizzabili per l'adolescenza e la giovane età al fine di riconoscere, valutare e aiutare giovani help seeker a rischio di sviluppare psicosi e conoscere quali sono, ad oggi, i possibili trattamenti psicosociali attivabili nei servizi al fine di prendersi cura di questa fascia di popolazione che sperimenta angoscia e stigmatizzazione causate dalla loro condizione già al momento in cui si rivolgono ai servizi [2-5]. Non verrà trattato l'aspetto psicofarmacologico di pertinenza dei colleghi psichiatri e neuropsichiatri. La ricerca deve continuare per poter fornire più risposte ai clinici che quotidianamente incontrano la sofferenza di ragazzi e famiglie e avere ulteriori risposte alle domande relative alla miglior identificazione e ai più efficaci trattamenti psicosociali.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Sabatello, Ugo, and Chiara Rogora. "L'adolescente e la pandemia da COVID-19. Intervista al prof. Ugo Sabatello." PSICOBIETTIVO, no. 3 (December 2021): 141–52. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-003010.

Full text
Abstract:
È ormai chiaro all'opinione pubblica e soprattutto a noi sanitari che operiamo nel l'ambito della salute mentale in età evolutiva, che la pandemia da COVID-19, ma soprattutto le restrizioni sociali che ne sono derivate, sono state un detonatore per il deflagrare della sofferenza psichica, per una larga parte della popolazione giovanile. Gli adolescenti in particolare sembrano essere coloro che stanno pagando il prezzo più alto. Sembra esserci stata un'impennata di diagnosi importanti come gravi disturbi dell'umore, cutting, tentativi di suicidio, disturbi del comportamento alimentare ecc. L'intervista che segue vuole fare il punto sulla situazione dei Servizi ospedalieri di Neuropsichiatria Infantile che insieme ai Servizi territoriali sono stati "presi d'assalto". Le richieste di aiuto, di ricovero, di presa in carico sono nettamente aumentate e sproporzionate rispetto alla disponibilità di posti letto e/o disponibilità di valenze per la presa in carico. L'intervista è stata concessa dal dott. Ugo Sabatello che ha accettato di rispondere per iscritto alle domande curando così personalmente la bibliografia e la forma espositiva.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Borghi, Luca. "Profili bioetici della neurostimolazione." Medicina e Morale 53, no. 6 (December 31, 2004): 1203–14. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.624.

Full text
Abstract:
Le tecniche di neurostimolazione e neuromodulazione cerebrale, mediante elettrodi collegati a stimolatori elettrici sottocutanei, vanno progressivamente consolidandosi come una delle più promettenti branche della neurochirurgia. Alle indicazioni terapeutiche tradizionali riguardanti il Parkinson e altri disturbi motori, se ne vanno aggiungendo di nuove che spaziano dai disturbi della coscienza alla terapia del dolore, dall’epilessia a numerose patologie neuropsichiatriche. È ormai frequente l’accostamento di tali tecniche alla problematica esperienza della psicochirurgia, dalla quale tuttavia esse sembrano distinguersi per l’assenza del principale inconveniente di quella che, com’è noto, era l’irreversibilità degli effetti negativi. Ma “modulare” artificialmente il sistema nervoso vuol dire in qualche modo “modulare” la mente umana, ovvero curarla innanzitutto, ma anche saggiarne i limiti, potenziarla, trasformarla. Una tale possibilità “manipolatoria” di ciò che costituisce il nucleo distintivo della persona umana non può prescindere da un’attenta valutazione etica, che tenga conto non solo delle applicazioni attuali di questa tecnologia ma anche delle sue potenzialità future. La sperimentazione e l’utilizzo clinico di tali tecniche sono stati invece finora accompagnati solo da sporadiche, ancorché interessanti, riflessioni etiche, quasi sempre a carico degli stessi scienziati che se ne occupavano. Il presente contributo cerca di fornire gli elementi necessari per avviare un’approfondita riflessione bioetica su questo argomento che, per le ragioni accennate, appare particolarmente urgente.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Ragazzone, Pasqualina. "L'approccio ericksoniano nel trattamento del DDAI." IPNOSI, no. 2 (May 2012): 39–54. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2011-002003.

Full text
Abstract:
Questo articolo intende evidenziare il complesso meccanismo di strutturazione del disturbo da deficit di attenzione/iperattivitŕ, noto con l'acronimo italiano DDAI, e come fronteggiarlo. Durante la sua esperienza ad un Centro di Neuropsichiatria Infantile l'autrice conosce S., un bambino di nove anni con diagnosi di DDAI. S. sembra non trovare un modo per trattenersi dal reagire in modo impulsivo e aggressivo, č un bambino che tutti allontanano perché scappa, corre, non riesce a stare seduto, č assediato dagli sguardi di dissenso degli insegnanti e dei genitori e dai commenti dei compagni di classe. Non riesce a controllare la rabbia, fino al punto di sentirsi come una bomba pronta ad esplodere da un momento all'altro. Come aiutare un bambino con queste problematiche? La risposta che l'autrice ha trovato a questo interrogativo viene dalla sua formazione, da ciň che la teoria di Milton Erickson ha insegnato: guardare le risorse del paziente, e non i suoi limiti, utilizzare tutto ciň che il paziente porta, stabilire con lui una buona alleanza terapeutica. In questo articolo vengo- no dapprima analizzate le caratteristiche primarie e secondarie del disturbo, l'eziologia e l'epidemiologia e successivamente vengono presentati i diversi tipi di approccio terapeutico al DDAI. Infine sono riportati la storia clinica del piccolo S. e i colloqui effettuati con lui.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Bruno, Licia, Shaniko Kaleci, Simona Chiodo, Angelo Fioritti, and Antonella Piazza. "Adolescenti in transizione nei servizi di salute mentale: uno studio di follow-up." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (December 2021): 111–31. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003008.

Full text
Abstract:
Scopi. Descrivere le caratteristiche degli adolescenti con disturbi psichici e comportamentali residenti nel territorio dell'Azienda USL di Bologna, dimessi dal servizio di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza (NPIA) dal 2006 al 2015. Individuare i fattori predittivi della prosecuzione delle cure nei Centri di Salute Mentale (CSM). Metodi Studio di coorte retrospettiva con un follow-up di tre anni, basato sui dati dei sistemi informativi NPIA e CSM. Sono state effettuate due analisi multivariate per identificare i fattori predittivi del ricorso al CSM entro tre anni e della transizione entro il primo anno dalla dimissione. Risultati La coorte è costituita da 2594 adolescenti di almeno 15 anni dimessi dal servizio NPIA, in maggioranza maschi. Quasi l'80% è stato dimesso prima di aver raggiunto 17 anni; circa il 59% ha ricevuto diagnosi di ritardo mentale o di disturbi dello sviluppo psicologico specifici/misti. Nei tre anni successivi alla dimissione ha fatto ricorso al CSM quasi un quinto della coorte (489 soggetti), di cui più di metà dei casi (n=277) in transizione entro il primo anno. Sono risultati fattori predittivi del ricorso al CSM la nazionalità italiana, l'età alla dimissione di almeno 17 anni, più di dieci anni di trattamento, più di sette prestazioni nell'ultimo anno, disturbi psichici o comportamentali maggiori. I fattori predittivi della transizione entro un anno dalla dimissione NPIA sembrano in gran parte analoghi, con tre eccezioni: la nazionalità italiana perde significatività, tra i gruppi diagnostici sono solo i disturbi dello sviluppo psicologico specifici/misti a mostrare probabilità inferiori, mentre emerge come fattore predittivo avere avuto la dimissione negli ultimi sei anni del decennio. Conclusioni Analogamente a quanto riportato da altre indagini, il ricorso al CSM riguarda una minoranza di adolescenti dimessi dal servizio NPIA. Trattamenti NPIA intensi e prolungati e disturbi gravi appaiono i principali fattori predittivi. La maggior probabilità per i dimessi negli ultimi sei anni del decennio di transitare al CSM in continuità di cura può essere ascrivibile ai miglioramenti organizzativi apportati con il consolidamento di pratiche e procedure condivise per il passaggio dei casi. Tuttavia rimangono aperti interrogativi sui gap di cura e sulle azioni necessarie per superarli.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Madonna, Raffaella, Marco Valenti, Giovanna Borrelli, Renato Cerbo, Manlio De Lellis, Giorgia Sprovera, Marisa Massaro, et al. "Epidemiological monitoring of psychological, neurological and sensorial handicaps in the 0-24 years population of the Abruzzo region (Italy). Preliminary results." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no. 3 (December 1998): 188–96. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007387.

Full text
Abstract:
RIASSUNTOScopo - Descrivere Pimplementazione epidemiologica nella Regione Abruzzo di un servizio di prevenzione degli handicap psiconeurosensoriali dell'eta evolutiva; presentare i dati di prevalenza delle patologie osservate e i modelli di regressione esplicativi deU'occorrenza, discutere i dati di accesso ai servizi in termini di risposta alle necessità sociosanitarie. Setting e disegno - Sono stati utilizzati i dati forniti da un sistema informativo regionale, costituito da fonti informative primarie operanti presso le aziende USL (Servizio di Medicina scolastica, Medicina di base, Pediatria di base, Consultori familiari, Servizio di Riabilitazione) e da strutture specializzate di individuazione diagnostica (Équipe Multidisciplinari, Divisione Clinicizzata di Neuropsichiatna Infantile, Servizi Territoriali di NPI). Il modello di gestione dei dati è il registro epidemiologico di popolazione. La popolazione target e la popolazione abruzzese di eta inferiore ai 25 anni. Principali misure utilizzate - Vengono utilizzate in questo studio misure epidemiologiche di prevalenza, standardizzate per età, assumendo come standard la popolazione regionale (0-24 anni). La definizione delle patologie è stata effettuata sulla base delle nosografie standard 1CD-9 e ICD-10; la definizione di handicap sulla base della classificazione OMS (1981). Sono state esaminate le associazioni tra le variabili esplicative di tipo sociodemografico e anamnestico e le diverse tipologie di esito clinico attraverso modelli di regressione logistica. Risultati - Le stime di prevalenza per le principali patologie neuropsichiatriche infantili e per le patologie organiche e/o congenite generatrici di handicap nella popolazione dell'Abruzzo sono paragonabili a quelli riscontrati in letteratura in setting analoghi, ad eccezione dei disturbi ipercinetici che sembrerebbero indicare per I'Abruzzo un'alta occorrenza in entrambi i sessi. La riabilitazione risulta essere la necessita sanitaria maggiormente richiesta per tutti gli assi diagnostici; neH'ambito delle necessita sociali risulta relativamente poco rilevante il ricorso all'assistenza scolastica e, soprattutto, domiciliare. L'analisi di regressione logistica indica lo stato socioeconomico e la presenza di handicap in famiglia come fattori associati, rispettivamente, in modo negativo all'occorrenza di disturbi ipercinetici, e in modo positivo alFoccorrenza di ritardo mentale. Inoltre, lo stato di convivenza in famiglia naturale e associato negativamente aU'occorrenza di disturbi evolutivi. Conclusioni - Lo studio riporta i risultati preliminari dell'attivita di un registro specializzato per l'handicap psiconeurosensoriale in eta evolutiva. Tra le prime indicazioni operative emerge con chiarezza l'utilita della standardizzazione delle procedure diagnosu'che, della definizione di linee guida gestionali comuni nelle diverse aree territoriali, e, comunque, l'importanza della conoscenza epidemiologica del fenomeno handicap per una corretta impostazione di strategie di prevenzione e programmazione.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Salvi, Elisa, Vincenzo Guideti, and Andrea Lo Noce. "Temperamento, cefalea e psicopatologia in etŕ evolutiva." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 31 (December 2012): 29–40. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2012-031003.

Full text
Abstract:
Lo scopo di questo studio e stato quello di indagare il rapporto tra cefalea, temperamento, e comportamento in un campione di bambini reclutati presso gli ambulatori di Neuropsichiatria di Roma. Si tratta di 150 bambini, 90 maschi e 60 femmine, di eta compresa tra i 6-11 anni, durante il 2011-2012. I problemi di comportamento sono stati valutati attraverso la Child Behaviour Check List (CBCL) e le dimensioni temperamento attraverso il "Questionario Italiano del Temperamento" (QUIT). QUIT e CBCL sono state somministrate ai genitori dei bambini. La diagnosi e stata effettuata in base ai criteri della Classificazione Internazionale della Cefalea (ICHD II). Emicrania e cefalea tensiva hanno mostrato punteggi simili per quanto riguarda le scale principali della CBCL, con differenze significative nella scale dei problemi internalizzanti, dove hanno riportato punteggi peggiori i bambini con cefalea tensiva, e in quella dei problemi esternalizzanti punteggi peggiori per i soggetti emicranici. La cefalea e uno dei sintomi neurologici piu comuni riportati durante l'infanzia, che porta ad alti livelli di assenze scolastiche e si associa a diverse patologie. In generale, emicrania e cefalea tensiva sono associate a depressione, disturbi d'ansia, e ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder). I risultati, confermati dalla letteratura, sembrano sostenere l'ipotesi che ci sia una relazione tra cefalea e comportamenti psicopatologici. Lo sviluppo di una psicopatologia in soggetti con determinati profili temperamentali non e una regola. Dobbiamo porre attenzione nel lavoro quotidiano ad identificare i soggetti a rischio, sia per temperamento o fattori ambientali. L'identificazione precoce di questi fattori di rischio potrebbe dare la possibilita di interventi precoci che potrebbero tenere i bambini lontani dalla patologia.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Dissertations / Theses on the topic "Disturbi neuropsichiatrici"

1

Olivari, B. "STUDIO DEI DISTURBI GASTROINTESTINALI NEI BAMBINI AFFETTI DA DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/217718.

Full text
Abstract:
L’autismo è un disturbo cognitivo e comportamentale che generalmente si manifesta nei primi tre anni di vita ed è caratterizzato da una compromissione grave e generalizzata in diverse aree dello sviluppo: compromissione della socializzazione, della comunicazione verbale e non verbale, dell’attività immaginativa e presenza di modalità di comportamento ristrette e ripetitive. Rappresenta un capitolo molto complesso e dibattuto, soprattutto sul piano eziopatogenetico. Viene riconosciuta all’autismo una genesi multifattoriale con una rilevante componente genetica ed ambientale, tuttavia la sua patogenesi non è ancora sufficientemente conosciuta. Sebbene non siano presenti tra i criteri diagnostici, vi sono nella recente letteratura molte segnalazioni relative alla presenza di sintomi gastrointestinali nei bambini autistici (DGI) con una prevalenza che può variare, secondo le diverse statistiche, da una frequenza pressoché normale rispetto alla popolazione generale fino alla quasi totalità dei pazienti. Il presente studio si è posto tre obiettivi principali: giungere all’individuazione e alla classificazione sistematica della presenza dei DGI dei bambini che vengono diagnosticati nel nostro ambulatorio e di quelli già seguiti dal punto di vista riabilitativo-terapeutico; valutare l’esistenza di una correlazione tra i dati clinici (presenza di sintomatologia gastroenterologica) e grado di alterazione ai test di laboratorio (Calprest, Test di Permeabilità Intestinale Lattulosio/Mannitolo); individuare, sulla base dei dati emersi, possibili modelli di trattamento specifici e precoci. Verranno presentati i risultati relativi alla definizione di uno specifico protocollo diagnostico, all’incidenza e tipologia dei DGI nel nostro campione, all’esecuzione dei test laboratoristici e ai trattamenti intrapresi.
Autism is a cognitive and behavioral disorder, generally occurring within the first three years of life and is characterized by severe and pervasive impairment in several areas of development: socialization, communication, imagination and presence of restricted and repetitive behaviors. It represents a very complex and controversial disease, especially in terms of etiopathogenesis, and recognizes a multifactorial origin with a significant genetic and environmental component, but its pathogenesis is not yet sufficiently known. The presence of gastrointestinal symptoms (DGI) in autistic children – although not inserted between diagnostic criteria – has elicited in the recent literature many reports indicating a prevalence that varies, according to the different statistics, from a near-normal frequency to almost all patients. The present study has three main objectives: identification and systematic classification of the presence of the DGI in children diagnosed in our clinic and those followed from rehabilitation and therapeutic service; assessing possible correlation between clinical data (presence of symptoms gastroenterology) and degree of impairment testing laboratory (fecal calprotectin test, lactulose/mannitol intestinal permeability test); identify, on the basis of the findings, possible models for specific and early treatment. The study will present the results related to the definition of a specific diagnostic protocol, the incidence and type of DGI in our sample and the data of laboratory tests and of undertaken treatments.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Nyman, Sissel <1996&gt. "Il coraggio della scelta plurilingue. Approfondimento e studio di soggetti bilingui con disturbi specifici del linguaggio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18374.

Full text
Abstract:
Lo scopo di questo elaborato è quello di fornire un significato al concetto di bilinguismo interpretando le più svariate definizioni date a questo fenomeno che da sempre ha affascinato e interessato persone, studiosi e non, di tutto il mondo. Verrà illustrata l’esistenza di più tipologie di bilinguismo e ciò non deve sorprendere perché come anche noi siamo tutti diversi e unici così è questo fenomeno riscontrabile con diverse caratteristiche in ogni parte del mondo, in ogni classe sociale e ad ogni fascia d’età. Un altro obiettivo che si prefigge questo studio è quello di riabilitare il bilinguismo tentando di cambiare e ribaltare l’opinione negativa che si è venuta a creare nel corso del tempo. Lo faremo sfatando i principali pregiudizi e falsi miti che lo riguardano e riportando i risultati degli studi e delle ricerche scientifiche più salienti che ne hanno dimostrano i numerosi vantaggi a livello cognitivo, linguistico, sociale, culturale e anche economico. In questo scritto viene inoltre affrontato il tema del linguaggio. Scopriremo come esso venga elaborato e processato a livello cerebrale ed anche come avvenga il sorprendente meccanismo dell’acquisizione del linguaggio nei bambini monolingui, in quelli bilingui con lingue orali ma anche nei bilingui con una lingua segnante. Come spesso accade in altri ambiti, anche nel linguaggio ci possono essere delle "complicazioni". Volendo quindi offrire una visione completa di questo fenomeno non possiamo evitare di soffermarci sui principali disturbi connessi al linguaggio e su alcune delle strategie utilizzate per cercare di recuperare in parte o in toto le abilità linguistiche di chi ne è affetto.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

MENSI, MARTINA MARIA. "DISTURBI ALIMENTARI RESTRITTIVI IN ADOLESCENZA: LE ALLENZE FAMILIARI POSSONO INFLUIRE SUL DECORSO? UNO STUDIO CLINICO SULLE RELAZIONI FAMILIARI PER UN APPROCCIO TERAPEUTICO PIÙ EFFICACE." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2021. http://hdl.handle.net/11571/1430414.

Full text
Abstract:
L'obiettivo del presente lavoro è quello di approfondire le conoscenze sul ruolo delle dinamiche familiari nei disturbi alimentari restrittivi. Ci siamo concentrati su pazienti severi e afferiti ad un centro di terzo livello. I nostri pazienti hanno mostrato un rischio molto alto di sviluppare psicosi attenuata per intensità e frequenti comorbidità di stampo internalizzante. Se è presente un buon accordo nel rilevarle tra i genitori, sembra che ci siano visioni differenti rispetto ai problemi tra genitori e figlie. Abbiamo usato lo strumento dell'LTPc per indagare la presenza di alleanze familiari disfunzionali che effettivamente abbiamo trovato essere spesso collusive in queste famiglie. Inoltre, le fasi maggiormente compromesse sono state la triadica e quella relativa al funzionamento della coppia genitoriale. Inoltre, è emerso che i genitori, invece, considerano le loro famiglie come globalmente funzionali a differenza di quanto rilevato dai clinici. Le dinamiche familiari si sono dimostrate utili anche per predire l'outcome ed influenzare il tipo di intervento terapeutico. Infine, abbiamo sviluppato un nostro modello di intervento multiprofessionale integrato e studiato con LTPc come questo ha modificato dopo 6 mesi il funzionamento familiare.
The aim of this work is to deepen the knowledge on the role of family dynamics in restrictive eating disorders. We focused on severe and third-level center patients. Our patients showed a very high risk of developing psychosis attenuated by intensity and frequent internalizing comorbidities. If there is a good agreement between parents to detect them, it seems that there are different views on the problems between parents and daughters. We used the LTPc tool to investigate the presence of dysfunctional family alliances that we actually found to be often collusive in these families. Furthermore, the most compromised phases were the triadic phase and that relating to the functioning of the parental couple. Furthermore, it emerged that parents, on the other hand, consider their families as globally functional, unlike what clinicians have observed. Family dynamics have also been shown to be useful for predicting outcome and influencing the type of therapeutic intervention. Finally, we developed our own integrated multi-professional intervention model and studied with LTPc as this modified family functioning after 6 months.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

METOZZI, ALESSIA. "C.O.D.E. Study: Un modello per analizzare la correlazione Osso-Cervello." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/2158/1059959.

Full text
Abstract:
Un numero crescente di studi ha dimostrato la presenza di connessioni tra osteoporosi e tendenza alle cadute e fratture e diversi disturbi neuropsichiatrici tra cui depressione, demenza, malattia di Parkinson, delirium. depressione e altri disturbi della sfera neuropsichiatrica presentano infatti aspetti eziopatologici e fisiopatologici in comune con quelli alla base dell'osteoporosi, dei processi di impoverimento della densità minerale ossea e naturalmente degli eventi di alterazione dell'equilibrio e tendenza alle cadute. Molto sinteticamente, i corticosteroidi, le citochine, la serotonina, l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene, il sistema nervoso simpatico sembrano giocare un ruolo fondamentale nell'insorgenza di entrambi i gruppi di patologie, ma anche alcune abitudini e stili di vita oltre che l'uso di antidepressivi sono risultati avere effetti diretti sia sul metabolismo osseo che sull'equilibrio del sistema neuropsichico. Nuovi studi sull'argomento coinvolgono anche l'azione di processi di neuroinfiammazione e dficit di plasticità, della leptina e di altri fattori quali i neuropeptidi Y, CART, NMU, ed endocannabinoidi. Tutto questo ha determinato l'insorgenza di un nuovo campo di indagineche studia il rapporto neuro-fisio-patologico tra osso e cervello; il sistema di regolazione che ne è alla base detto "bone-brain crosstalk" mette in luce una correlazione diretta tra il tessuto osseo ed il sistema nervoso. Nel soggetto anziano fragile, dove una serie di concomitanti alterazioni psicofisiche interagendo tra loro determinano una riduzione delle risposte fisiologiche e dove a seguito dell'evento caduta compaiono disabilità, comorbidità, disturbi neuropsichiatrici e morte abbiamo quindi individuato un esempio particolare e caratteristico di correlazione osso-cervello e di conseguenza un buon modello di studio di tale correlazione. Il proposito dello studio C.O.D.E. (Connections between outcome of Osteoporosis fractures, Depression, Delirium and dementia in the Elderly) è stato quello di valutare l'associazione fra le fratture osteoporotiche e alcune patologie neuropsichiatriche nei pazienti ultrasessantacinquenni. Lo studio multicentrico osservazionale senza interventi farmacologici ha coinvolto l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Careggi (struttura Organizzativa Dipartimentale malattie del metabolismo minerale ed osseo e Centro Traumatologico Ortopedico), l'Azienda Sanitaria di Firenze (S.C. Ortogeriatria dell'Ospedale santa Maria Annunziata e la struttura Operativa Semplice di Salute Mentale Adulti di Firenze 1-4) e l'Azienda Ospedaliera di Perugia (Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Istituto di Gerontologia e Geriatria). Lo studio C.O.D.E. sul quale è incentrata tutta la seconda parte sperimentale della tesi ha avuto quindi come obiettivi principali la valutazione della presenza di correlazioni tra l'osteoporosi e le fratture e l'insorgenza di disturbi della sfera neuropsichiatrica oltre che la valutazione del come i disturbi neuropsichiatrici già presenti prima della frattura possano influire sulla tendenza alla fragilità ossea e alle cadute.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

SILVESTRI, PAOLA ROSARIA. "Alessitimia e disturbi da tic: uno studio su un campione di bambini e di genitori." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1079168.

Full text
Abstract:
I disturbi da tic sono disturbi del neurosviluppo ad esordio in età evolutiva caratterizzati dalla presenza di tic motori o fonici, o entrambi. I pazienti con disturbi da tic riferiscono comunemente sensazioni premonitrici dei tic. L’alessitimia è un tratti psicologico caratterizzato da una difficoltà nell’identificazione e nell’espressione delle emozioni e da un pensiero orientato all’esterno. Lo scopo dello studio è di esplorare l’alessitimia in bambini con disturbi da tic e nelle loro madri. I punteggi globali di alessitimia dei bambini con distrubi da tic e delle loro madri non differiscono da quelli dei bambini del gruppo di controllo e delle loro madri. Tuttavia, sia i bambini che le loro madri mostrano alcune caratteristiche alessitimiche (pensiero orientato all’esterno). Le madri dei bambini affetti riferiscono uno stress parentale significativamente maggiore di quello riportato dalle madri del gruppo di controllo. L’alessitimia non è predittiva della gravità dei tic, tuttavia è predittiva della gravità delle sensazioni premonitrici dei tic.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

NERI, Valeria. "Infezioni da streptococco e disturbi da tic. Studio su un campione di soggetti in età evolutiva e considerazioni sul management clinico del paziente con tic." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1151369.

Full text
Abstract:
I disturbi da tic sono disturbi del neurosviluppo ad insorgenza in età evolutiva e caratterizzati dall'associazione con frequenti disturbi neuropsichiatrici in comorbidità. Lo studio dell'associazione con le infezioni da streptococco e dell'influenza del trattamento farmacologico sulla sintomatologia ticcosa non evidenzia sui soggetti osservati alcuna correlazione, non confermando dati di letteratura precedente. A latere vengono riportate considerazioni relative al management clinico del disturbo da tic nella sua complessità, per la necessaria gestione degli aspetti neuropsicologici, educativi, comportamentali e di comorbidità.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Books on the topic "Disturbi neuropsichiatrici"

1

Nocentini, Ugo, Carlo Caltagirone, and Gioacchino Tedeschi, eds. I disturbi neuropsichiatrici nella sclerosi multipla. Milano: Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1711-5.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Nocentini, Ugo. I disturbi neuropsichiatrici nella sclerosi multipla. Milano: Springer-Verlag Milan, 2010.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

I disturbi della consapevolezza nelle malattie neuropsichiatriche. Milano: Springer Milan, 2007. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-0657-7.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Caltagirone, Carlo, Gianfranco Spalletta, and Maria D. Orfei. I Disturbi Della Consapevolezza Nelle Malattie Neuropsichiatriche. Springer London, Limited, 2007.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Orfei, Maria Donata, Carlo Caltagirone, and Gianfranco Spalletta. I disturbi della consapevolezza nelle malattie neuropsichiatriche (Metodologie Riabilitative in Logopedia). Springer, 2007.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Book chapters on the topic "Disturbi neuropsichiatrici"

1

Siracusano, Alberto, Cinzia Niolu, Lucia Sacchetti, and Michele Ribolsi. "I disturbi dell’umore." In I disturbi neuropsichiatrici nella sclerosi multipla, 75–102. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1711-5_4.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Montella, P., D. Buonanno, M. de Stefano, and G. Tedeschi. "I disturbi psicotici." In I disturbi neuropsichiatrici nella sclerosi multipla, 103–9. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1711-5_5.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Romano, Silvia, Carlo Caltagirone, and Ugo Nocentini. "Aspetti clinici generali." In I disturbi neuropsichiatrici nella sclerosi multipla, 3–31. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1711-5_1.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Gallo, A., and G. Tedeschi. "Neuroradiologia e sclerosi multipla." In I disturbi neuropsichiatrici nella sclerosi multipla, 33–56. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1711-5_2.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Bonavita, Simona, Alessandro d’Ambrosio, and Gioacchino Tedeschi. "La terapia della sclerosi multipla." In I disturbi neuropsichiatrici nella sclerosi multipla, 57–72. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1711-5_3.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Romano, S., and U. Nocentini. "Euforia, riso e pianto spastico." In I disturbi neuropsichiatrici nella sclerosi multipla, 111–15. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1711-5_6.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Nocentini, U. "Emozioni e sclerosi multipla." In I disturbi neuropsichiatrici nella sclerosi multipla, 117–20. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1711-5_7.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Nocentini, U., S. Romano, and C. Caltagirone. "I deficit cognitivi nella sclerosi multipla." In I disturbi neuropsichiatrici nella sclerosi multipla, 123–44. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1711-5_8.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Nocentini, U., G. Tedeschi, and C. Caltagirone. "Conclusioni." In I disturbi neuropsichiatrici nella sclerosi multipla, 145–47. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1711-5_9.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography