Academic literature on the topic 'Disturbi linguaggio'

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Journal articles on the topic "Disturbi linguaggio"

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Andreetta, Sara, and Andrea Marini. "Narrative assessment in patients with communicative disorders." Travaux neuchâtelois de linguistique, no. 60 (January 1, 2014): 69–84. http://dx.doi.org/10.26034/tranel.2014.3033.

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Abstract:
Di recente numerosi studi hanno dimostrato che i tradizionali test per la valutazione dei disturbi linguistici in pazienti con afasia non sono completamente sufficienti a determinarne le reali competenze comunicative e linguistiche. Di conseguenza, tanto nella ricerca quanto nella pratica clinica si stanno affermando nuovi approcci per valutare queste abilità. Tra questi, l'analisi del loro eloquio spontaneo riveste un'importanza cruciale per il suo alto valore ecologico e la possibilità di esaminare contemporaneamente aspetti strutturali e funzionali del linguaggio. Il presente articolo descrive nel dettaglio una delle tecniche di analisi dell'eloquio narrativo che negli ultimi anni si sta affermando sia nella ricerca che nella pratica clinica. Si tratta di una metodologia per la Valutazione Multilivello dell'Eloquio Narrativo prodotto da pazienti con disturbi del linguaggio (cfr. Marini e coll., 2011). Questa metodologia si basa sull'analisi dei livelli di produttività linguistica, di elaborazione lessicale e grammaticale, di organizzazione narrativa e dei livelli di informatività raggiunti dal paziente. Questa metodologia è stata applicata con successo a numerosi tipi di disturbi, tanto in età adulta (ad es. afasie fluenti e non fluenti, traumi cranici, schizofrenia, demenza di Alzheimer) quanto in età evolutiva (ad es. Disturbi Specifici del Linguaggio, Sindromi di Down e di Williams, Disturbi dello Spettro Autistico).
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2

Coffre, A., L. Giraud, C. Rebière, A. Rivron, J. Troussier, and C. A. Righini. "Screening dei disturbi del linguaggio orale nel bambino e loro classificazione." EMC - Otorinolaringoiatria 21, no. 3 (August 2022): 1–10. http://dx.doi.org/10.1016/s1639-870x(22)46876-0.

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3

Chaix, Y. "Screening dei disturbi del linguaggio orale nel bambino e loro classificazione." EMC - Otorinolaringoiatria 13, no. 2 (June 2014): 1–6. http://dx.doi.org/10.1016/s1639-870x(14)67293-7.

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Trevisi, P., A. Ciorba, C. Aimoni, R. Bovo, and A. Martini. "Sindrome di charge: risultati a lungo termine della riabilitazione audiologica." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 3 (May 2016): 206–14. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-837.

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Abstract:
Obiettivo del presente lavoro è valutare i risultati della riabilitazione audiologica su un gruppo, numericamente consistente, di bambini affetti da sindrome di CHARGE. Lo studio è stato eseguito retrospettivamente, utilizzando il database dei pazienti pediatrici, presso l’Audiologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Padova e di Ferrara. Sono stati individuati 31 bambini in totale, che hanno presentato diversi gradi di disabilità uditiva associata alla sindrome di CHARGE. La valutazione audiologica è stata eseguita utilizzando i potenziali evocati uditivi (ABR) e/o l’elettrococleografia, oppure le tecniche di audiometria infantile (VRA o play audiometry). Sono stati valutati anche i risultati percettivi, in termini di capacità di comunicazione e linguaggio espressivo. Sono quindi stati studiati gli effetti della riabilitazione uditiva (con apparecchio acustico o impianto cocleare) e in particolare lo sviluppo del linguaggio nel corso di un lungo follow-up. Gli esiti degli interventi riabilitativi sono risultati diversi in relazione alle eterogenee e spesso gravi disabilità associate alla sindrome di CHARGE (ad esempio, ritardo di sviluppo psico-fisico, gravi disturbi visivi concomitanti, disfunzioni uditive retrococleari per neuropatia uditiva/dissincronia associata). Anche dopo lungo follow-up, lo sviluppo del linguaggio è risultato gravemente compromesso nella maggior parte dei casi, suggerendo quindi la necessità di sviluppare modalità di comunicazione alternative in questo gruppo di piccoli Pazienti. L’identificazione precoce della sordità neurosensoriale e l’accurata pianificazione di trattamenti riabilitativi mirati, è in ogni caso fondamentale nei bambini con sindrome di CHARGE.
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5

Lanza, Anna Maria, Virginia Giannotti, Grazia Ciardulli, and Teresa Iole Carratelli. "Rimembrare, rammentare e ricordare in psicoanalisi. Il "prendere forma del ricordo" nei bambini con disturbi psicosomatici nel pensiero di Adriano Giannotti." PSICOANALISI, no. 2 (January 2011): 53–67. http://dx.doi.org/10.3280/psi2010-002006.

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Abstract:
Le Autrici riflettono sul ruolo che hanno i vari tipi di memoria, implicita, sensoriale, esplicita ed episodica nella formazione dell'Inconscio e nello sviluppo della mente infantile. In particolare evidenziano i principali contributi scientifici di Adriano Giannotti sugli stadi iniziali dello sviluppo infantile normale e patologico e sul ruolo che hanno la madre e la relazione della coppia genitoriale in senso lato come processo trasformativo anche delle memorie corporee indicibili nelle memorie verbali. Le Autrici condividono con Adriano Giannotti l'idea che una visione piů complessa della memoria e dell'inconscio richieda un approccio integrato tra il punto di vista delle neuroscienze e quello psicoanalitico. Il trattamento psicoanalitico del bambino, dell'adolescente e dell'adulto ha permesso ad Adriano Giannotti, come alle Autrici, di studiare il come prendono forma i ricordi nei piccoli pazienti con disturbi psicosomatici, il gioco dialettico tra percezione, rappresentazione e memoria, tra comunicazione inconscia e comunicazione dell'inconscio rimosso e di come la cornice analitica facilita l'acquisizione di uno spazio mentale, dove la creazione di un linguaggio comune č tesa a una co-costruzione del ricordo.
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Bastanza, G., R. Gallus, M. De Carlini, P. M. Picciotti, E. Muzzi, E. Ciciriello, E. Orzan, and G. Conti. "Completare l’adattamento degli apparecchi acustici entro 1 mese dall’identificazione dell’ipoacusia di un bambino." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 1 (February 2016): 38–44. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1077.

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Abstract:
Grazie al perfezionamento delle procedure diagnostiche e alla diffusione dei programmi di screening uditivo neonatale, la diagnosi di ipoacusia può essere posta con estrema tempestività rispetto ad un passato non troppo lontano. Diventa pertanto fondamentale giungere dalla diagnosi alla corretta applicazione dell’apperecchio acustico in tempi rapidi, in modo da ripristinare la funzione uditiva e consentire lo sviluppo del linguaggio. L’intervento abilitativo precoce di protesizzazione acustica o l’eventuale successiva applicazione dell’impianto cocleare offrono l’opportunità di un regolare sviluppo delle vie uditive centrali e delle aree cerebrali deputate alla ricezione dell’informazione sonora nonchè delle relative connessioni con le aree motorie e articolatorie. L’obiettivo di questo articolo è presentare i risultati di un’analisi strategica che prenda in considerazione i punti di forza, i punti di debolezza, le opportunità e i rischi del percorso clinico da seguire per ottenere un’amplificazione precoce in tutti i casi di ipoacusia bilaterale permanente dell’età pediatrica. L’analisi è centrata sulla realtà italiana ed è parte del progetto CCM 2013 finanziato dal Ministero della Salute “Programma regionale di identificazione, intervento e presa in carico precoci per la prevenzione dei disturbi comunicativi nei bambin con deficit uditivo”.
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Gombi, Diego, Massimo Improta, and Rinaldo Sacchetti. "Le tecnologie che consentono ad una persona diversamente abile la gestione di un personal computer e l'ambiente domestico: l'esperienza del Centro Protesi Inail." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 92 (February 2011): 12–29. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092002.

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Abstract:
Da oltre dieci anni il Centro Protesi INAIL (di seguito CPI), uno dei maggiori poli italiani per la progettazione, la realizzazione e l'applicazione di protesi, ortesi e ausili, ha inserito tra i suoi servizi quello della consulenza e della fornitura di ausili informatici e domotici. Questo servizio, nato da una sperimentazione in Emilia Romagna poi espanso a tutto il territorio Italiano attraverso l'area Ausili Informatici e domotici (AID), č rivolto principalmente a quegli utenti cui un infortunio sul lavoro ha causato gravi menomazioni fisiche, ed ha lo scopo di consentire all'utenza diversamente abile un completo controllo di un ambiente informatico e dell'ambiente domestico, sopperendo alle limitazioni imposte dall'infortunio con apparecchiature ad elevato contenuto tecnologico, o con l'utilizzo "speciale" di apparecchiature standard. La maggioranza dei casi trattati dall'AID riguarda utenti con limitata o assente mobilitŕ degli arti superiori (lesioni midollari alte parziali o complete, traumi da schiacciamento, lesioni neurologiche, esiti di amputazioni, ecc.); piů di recente la casistica si č arricchita di lesioni sensoriali (principalmente problemi a carico della vista), disturbi post traumatici del linguaggio (afasia, ecc.) e problematiche cognitive (solitamente unite a problematiche motorie in esiti di trauma cranico). Dopo una panoramica dei principali sistemi in commercio e delle procedure utilizzate dall'Inail per la fornitura degli ausili informatici e domotici saranno presentati alcuni casi studio ad esempio delle diverse tipologie di soluzioni per accrescere le potenzialitŕ di comunicazione e di autonomia dei diversi utenti disabili.
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Villani, Maria Rosaria, Marco Pascucci, Giovanni Barone, Matteo Giordano, and Angelo De Giorgi. "Confronto clinico e psicodiagnostico tra pazienti affetti da disturbo da uso di oppiacei, affetti da disturbo bipolare e pazienti affetti da entrambe le patologie, in trattamento." MISSION, no. 55 (July 2021): 26–31. http://dx.doi.org/10.3280/mis55-2020oa10735.

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Abstract:
Introduzione. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la Comorbilità o Doppia Diagnosi come la coesistenza nel medesimo individuo di un disturbo dovuto al consumo di sostanze psicoattive ed un altro disturbo psichiatrico (OMS, 1995). Per quanto piuttosto criticata tale definizione consente di individuare una popolazione di pazienti le cui caratteristiche psicopatologiche appaiono peculiari e molto spesso di difficile ed non univoca interpretazione diagnostica; da tali difficoltà discendono frequentemente diatribe ideologico culturali e reali difficoltà di intervento terapeutico che mantengono queste persone in una condizione di equilibrio precario con elevati costi in termini sanitari e di mancata produttività lavorativa. In letteratura sono presenti numerosi lavori che cercano di coniugare ipotesi etiopatogenetiche di area psichiatrica con vie neurotrasmettitoriali più tipicamente associate al mondo delle dipendenze patologiche, delineando una specifica cultura psicopatologica che cerchi di dare risposte a quesiti diagnostici di difficile soluzione. Tra i vari modelli che cercano di chiarire le associazioni etiopatogenetiche comuni a dipendenze ed altri disturbi mentali quello che forse appare più completo è l'ipotesi della "disregolazione omeostatica edonica" (la disedonia), correlato fenomenologico delle dipendenze e della malattia mentale che allo stesso momento spiegherebbe la maggiore frequenza di dipendenza nei soggetti con spettro bipolare (inteso anche come tratto temperamentale) come anche del discontrollo degli impulsi o dell'incapacità a prevedere le conseguenze dei propri agiti. In questo solco si inserisce il nostro studio con l'intento di fornire un contributo alla creazione di un linguaggio neurocomportamentale specifico per il mondo delle dipendenze.   Scopo e Metodi End point primario del nostro studio è quello di identificare attraverso la frequenza nel SCL-90R, di specifiche dimensioni sintomatologiche attribuibili a specifiche popolazioni di pazienti. In seconda istanza abbiamo indagato l'eventuale esistenza di caratteristiche psicopatologiche comuni tra pazienti con patologia di spettro bipolare e dipendenza; in ultimo abbiamo valutato l'impatto della doppia diagnosi sul funzionamento globale dell'individuo. Abbiamo arruolato tre coorti di pazienti: soggetti eroinomani senza altra psicopatologia, eroinomani con disturbo bipolare, soggetti affetti da disturbo bipolare senza dipendenza, tutti provenienti dai Ser.D e DSM della provincia di (…...) La diagnosi è stata formulata attraverso il criterio dell'osservazione clinica, supportata da strumenti psicodiagnostici (MMPI-1, SCID 2) ed esami laboratoristici (esami tossicologici urinari). Le dimensioni sintomatologiche prevalenti sono state indagate con la SCL 90R.   Risultati Non sono emersi dati significativi relativi ad una specifica dimensione psicopatologica per i soggetti affetti da Disturbo da uso di sostanze. Tra le sottoscale del SCL-90, l'ANX è la dimensione comune rilevata tra eroinomani bipolari (doppia diagnosi) e bipolari. Nel confronto tra i tre gruppi (eroinomani senza comorbilità, eroinomani bipolari, bipolari) valutati globalmente, il gruppo meno disfunzionale è risultato quello degli eroinomani. La ridotta estensione dei campioni esaminati non ci permette di pervenire a risultati definitivi richiedendo ulteriori studi in tal senso.
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Gorla, Gioia. "Prima e dopo la legge 180: una psicologa in manicomio." SETTING, no. 28 (May 2010): 41–58. http://dx.doi.org/10.3280/set2009-028006.

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Abstract:
L'Associazione di Studi Psicoanalitici (A.S.P.) ha ricordato il 24 ottobre 2009 Teresa Piacentini Corsi, psicoanalista e pediatra, scomparsa nel 2008, fondatrice dell'Associazione e psicoanalista che ha influenzato con la sua opera molti allievi e colleghi. Per il suo tempo Teresa Piacentini Corsi č stata un'innovatrice, una voce diversa in sede clinico-teorica, che ha saputo affrontare temi che sarebbero emersi nella psicoanalisi molti anni dopo, quali le tecniche dell'approccio relazionale e l'attenzione alla differenza di genere nel setting clinico. I due articoli qui pubblicati costituiscono gli interventi presentati da Eugenia Omodei Zorini e Claudia Zanardi il 24 ottobre 2009 in suo ricordo, lasciati nella loro forma spontanea ed emozionale in cui sono stati pronunciati, essi descrivono, attraverso i suoi scritti e le esperienze dirette di lei da parte delle Autrici, il vasto appassionato lavoro di Teresa nei campi della psicoanalisi individuale, di gruppo e nelle Istituzioni. Gli articoli mostrano anche il caldo e profondo legame delle Autrici con un'analista intuitiva, brillante, aperta; una straordinaria maestra, ed una libera pensatrice. Viene anche riproposto in questa sede un articolo del 1994 di Teresa Piacentini Corsi e Claudia Zanardi, scelto tra molti altri perché incentrato sullo sviluppo psichico femminile e sulla comunicazione pre-verbale nella relazione analitica, uno dei principali temi di interesse di Teresa. Esso prende in considerazione i sintomi del corpo delle donne come voci del conflitto tra l'attaccamento inconscio a vecchie identificazioni trasmesse per via intergenerazionale e i nuovi modelli di identitŕ femminile della societŕ in trasformazione. I disturbi alimentari delle donne sono ascoltati come linguaggio del corpo in una cornice psicologica/ sociale che legge gli esempi clinici attraverso la teoria psicoanalitica e quella del femminismo. Č grande l'affetto con cui tutti noi ricordiamo Teresa Piacentini Corsi.
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Erbetta, A., J. Bernbaum, R. A. Zimmerman, and J. A. D'Agostino. "Studio neuroradiologico delle lesioni focali ischemiche nei nati a termine e correlazioni cliniche." Rivista di Neuroradiologia 10, no. 2_suppl (October 1997): 66. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s224.

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Abstract:
I danni cerebrali in epoca perinatale sono una delle più importanti cause di deficit neurologico nei neonati a termine. Possono essere diffusi o focali con aspetti anatomopatologici e neuroradiologici differenti a seconda del grado di maturazione cerebrale e del tipo di eziologia. Abbiamo eseguito una valutazione retrospettiva degli aspetti neuroradiologici e clinici di neonati con danni cerebrali focali, avvenuti nel periodo perinatale per processi trombo-embolici di varia eziologia. Materiali e metodi. La storia clinica di 21 neonati, ricoverati presso il Children's Hospital di Philadelphia (14 femmine e 7 maschi) con un danno cerebrale focale, avvenuto in epoca perinatale è stata rivista e correlata con gli esami neuroradiologici disponibili (20 RM, 1 CT). Risultati. L'indagine ha dimostrato infarti ischemici nel territorio dell'arteria cerebrale media in 15 neonati (9 a sinistra, 2 a destra e 4 da entrambi i lati); in 6 di questi pazienti ha dimostrato anche danni di tipo diffuso, quali la leucomalacia periventricolare (3 neonati) e alterazioni di segnale nei gangli della base (3 pazienti). In tale gruppo i fattori predisponenti sono stati, oltre a complicazioni durante il parto, cardiopatia congenita in 3 casi, sindrome da aspirazione di meconio in 2 casi. Infarti emorragici dovuti a trombosi venosa si sono verificati in 4 pazienti. In 2 casi erano presenti infarti corticali nei territori di confine. Per ciò che riguarda gli aspetti clinici, abbiamo riscontrato paralisi cerebrale e ritardo del linguaggio solo nel gruppo con danni nel territorio dell'arteria cerebrale media (12/15 e 7/15 rispettivamente) e nel gruppo con infarti venosi (3/4 e 1/4). Disturbi visivi erano presenti sono nel primo gruppo con infarti arteriosi (3/15). Conclusioni. I reperti neuroradiologici hanno permesso di categorizzare i danni cerebrali nei nati a termine nel modo seguenti: infarti nel territorio dell'arteria cerebrale media, con o senza danno cerebrale diffuso, infarti di origine venosa, infarti corticali nei territori di confine da ipotensione. Gli aspetti clinici sono in discreta correlazione con quelli neuroradiologici.
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Dissertations / Theses on the topic "Disturbi linguaggio"

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Borsato, Elena <1990&gt. "i DISTURBI DEL LINGUAGGIO E L'ACCESSIBILITà LINGUISTICA. SEMPLIFICAZIONE ED ANALISI DI DIVERSE TIPOLOGIE TESTUALI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6127.

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Abstract:
L'elaborato analizzaT la corrente legislazione riguardante la semplificazione linguistica della burocrazia italiana; in particolare si soffermerà sul "Codice di stile delle comunicazioni scritte ad uso delle amministrazioni pubbliche” di Alfredo Fioritto (1994), “Manuale di stile.Strumenti per semplificare il linguaggio delle amministrazioni pubbliche” (1997). La legislazione italiana verrà comparata con la legislazione di paesi anglofoni e con le direttive europee. la tesi proporrà nuove regole e suggerimenti per la semplificazione linguistica a beneficio delle persone con disturbi del linguaggio (afasia, dislessia, sordità e disturbi specifici del linguaggio)L'ultima parte propone degli esempi di testi semplificati e commentati.
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PERSICI, VALENTINA. "Neural entrainment, hierarchical processing, and morphosyntactic and rhythmic predictions in typical development, in Developmental Dyslexia, and in Developmental Language Disorder." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/277377.

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Abstract:
Il presente lavoro indaga i meccanismi di predizione e di sincronizzazione neurale nei bambini, sulla base dell’ipotesi che questi possano essere elementi rilevanti nei processi di elaborazione ritmica e morfosintattica. Sia il metro ritmico che il linguaggio sono organizzati in strutture gerarchiche in cui gli elementi sono ordinati secondo regole specifiche (Fitch & Martins, 2014). La conoscenza di queste regole porta alla formazione automatica di aspettative riguardo al materiale in arrivo; queste aspettative sono ritenute fondamentali per l'elaborazione efficiente del linguaggio e del ritmo, così anche come per la lettura (Guasti et al., 2017). In questa tesi abbiamo ipotizzato che migliori capacità di elaborazione gerarchica nel ritmo possano portare a migliori capacità di processamento di strutture gerarchiche nel linguaggio e che deficit in queste abilità possano portare allo sviluppo di disturbi del linguaggio e/o della lettura. Per valutare se le abilità nel fare previsioni strutturali correlino tra ritmo e il linguaggio, abbiamo studiato e confrontato le capacità di predire materiale linguistico (sulla base di informazioni morfosintattiche) e materiale ritmico in gruppi di bambini a sviluppo tipico (in inglese, TD) con o senza formazione musicale e in partecipanti con dislessia evolutiva (in inglese, DD). I risultati hanno confermato le nostre ipotesi, in quanto hanno mostrato predizioni strutturali migliori nei musicisti rispetto ai non-musicisti nel gruppo dei tipici e migliori predizioni strutturali nei TD rispetto ai bambini con dislessia. Inoltre, i risultati suggeriscono miglioramenti nell’efficienza delle strategie di processamento con l’aumentare dell’età. In secondo luogo, abbiamo ipotizzato che differenze individuali nella forza e nella efficienza con cui si fanno predizioni temporali e di contenuto possano dipendere da differenze individuali nell’efficienza e nella precisione dei meccanismi neurali di sincronizzazione delle oscillazioni cerebrali rispetto agli stimoli uditivi. Per testare queste ipotesi, abbiamo analizzato le risposte neurali di bambini TD e di bambini affetti da disturbo evolutivo del linguaggio (in inglese, DLD) in un paradigma sperimentale progettato per suscitare diverse interpretazioni metriche (e quindi gerarchiche). I risultati hanno mostrato che tutti i bambini erano sensibili alle caratteristiche metriche degli stimoli e che le differenze individuali nell’attività neurale predicevano le prestazioni in compiti sintattici. Inoltre, i risultati hanno suggerito che i bambini con DLD potrebbero avere attività oscillatoria atipica nella banda di frequenza gamma (che, secondo gli studi in letteratura (p.es., Ding et al., 2017), è importante per l’elaborazione gerarchica). In accordo con Ladányi, Persici, et al. (in revisione), sosteniamo che l’attività oscillatoria a livello neurale possa svolgere un ruolo chiave nel supportare il processamento degli elementi di base e delle strutture gerarchiche, sia nel ritmo che nel linguaggio, e che questo supporto passi attraverso il miglioramento delle predizioni strutturali. Sosteniamo, quindi, che migliori capacità di sincronizzazione neurale si traducano in migliori capacità di predizione strutturale e che queste, a loro volta, possano influenzare positivamente l’elaborazione ritmica e linguistica. Le evidenze presentate in questo lavoro rimarcano l’importanza dello studio dell’attività oscillatoria cerebrale nei bambini piccoli e suggeriscono la possibilità di utilizzare questi paradigmi nell’infanzia per poter predire il futuro sviluppo di disturbi del linguaggio e/o della lettura. Inoltre, gli studi qui riportati sottolineano come la formazione musicale sia importante per il miglioramento dei processi di elaborazione linguistica e suggeriscono che l’uso di attività ritmiche, in particolare, possa giocare un ruolo fondamentale nel trattamento dei disturbi del linguaggio e della lettura.
This work investigates prediction mechanisms and neural entrainment in children as the possible elements underlying both rhythmic and morphosyntactic processing. Both rhythmic meter and language are organized in hierarchical structures in which elements are ordered following specific rules (Fitch and Martins, 2014). Knowledge of these rules triggers compulsive expectancies regarding incoming material; these are assumed to be fundamental for efficient language and rhythmic processing and for reading (Guasti et al., 2017; Grüter, Rohde and Schafer, 2014; Miyake, Onishi and Pöppel, 2004; Persici et al., 2019). In this work we hypothesized that better hierarchical processing abilities in rhythm may transfer to the language domain, and that deficits in hierarchical processing may lead to language and/or reading disorders. To test whether abilities in making structure-based predictions correlate across domains, we investigated the abilities to infer the arrival of morphosyntactic and rhythmic material in groups of children with typical language development (TD) with or without musical training, and in participants with Developmental Dyslexia (DD). Results confirmed our hypotheses, as they showed better structure-based predictions in musician children than in non-musician TD children, and in TD children than in DD children. Results also suggested that efficiency of processing strategies improves with age. Secondly, we hypothesized that individual differences in strength of timing and content structure-based predictions may be the result of individual differences in the efficiency and precision with which brain oscillations entrain to auditory stimuli (‘neural entrainment’). To address these hypotheses, we tested the neural responses of TD children and of children with Developmental Language Disorder (DLD) in an experimental paradigm that was designed to elicit different metrical (hierarchical) interpretations. Results showed that all children were sensitive to hierarchical structures, and that individual differences in neural activity predicted individual differences in syntactic performance. Importantly, results also suggested that children with DLD might have atypical oscillatory activity in the gamma frequency band, which is important for hierarchical processing (Ding et al., 2017). In line with Fiveash et al. (submitted) and in Ladányi, Persici, et al. (submitted), we propose that neural oscillatory activity plays a key role in supporting the processing of both surface-level features and of syntactic structures in both musical rhythm and language, through an enhancement of structure-based prediction abilities; individual differences in neural entrainment will lead to individual differences in strength of predictions, which in turn will lead to individual differences in language and rhythm performance. The evidence presented in this work indicates that neural oscillatory activity gives an important insight into the language abilities of children and suggests that studying neural responses to rhythm in infancy may help predict the later development of language/reading disorders. Furthermore, our results suggest that musical training has positive effects on hierarchical processing, and that musical interventions centered on rhythm may enhance mechanisms of neural entrainment and timing, as well as hierarchical processing skills.
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Nyman, Sissel <1996&gt. "Il coraggio della scelta plurilingue. Approfondimento e studio di soggetti bilingui con disturbi specifici del linguaggio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18374.

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Abstract:
Lo scopo di questo elaborato è quello di fornire un significato al concetto di bilinguismo interpretando le più svariate definizioni date a questo fenomeno che da sempre ha affascinato e interessato persone, studiosi e non, di tutto il mondo. Verrà illustrata l’esistenza di più tipologie di bilinguismo e ciò non deve sorprendere perché come anche noi siamo tutti diversi e unici così è questo fenomeno riscontrabile con diverse caratteristiche in ogni parte del mondo, in ogni classe sociale e ad ogni fascia d’età. Un altro obiettivo che si prefigge questo studio è quello di riabilitare il bilinguismo tentando di cambiare e ribaltare l’opinione negativa che si è venuta a creare nel corso del tempo. Lo faremo sfatando i principali pregiudizi e falsi miti che lo riguardano e riportando i risultati degli studi e delle ricerche scientifiche più salienti che ne hanno dimostrano i numerosi vantaggi a livello cognitivo, linguistico, sociale, culturale e anche economico. In questo scritto viene inoltre affrontato il tema del linguaggio. Scopriremo come esso venga elaborato e processato a livello cerebrale ed anche come avvenga il sorprendente meccanismo dell’acquisizione del linguaggio nei bambini monolingui, in quelli bilingui con lingue orali ma anche nei bilingui con una lingua segnante. Come spesso accade in altri ambiti, anche nel linguaggio ci possono essere delle "complicazioni". Volendo quindi offrire una visione completa di questo fenomeno non possiamo evitare di soffermarci sui principali disturbi connessi al linguaggio e su alcune delle strategie utilizzate per cercare di recuperare in parte o in toto le abilità linguistiche di chi ne è affetto.
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Pernafelli, Lucia <1993&gt. "La narrazione semispontanea come indicatore per i disturbi specifici del linguaggio Un’analisi delle categorie soggetto e verbo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11609.

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Abstract:
Questo studio si pone come prosecuzione di un progetto pilota iniziato presso l’AUSL di Modena volto ad indagare lo sviluppo delle abilità di racconto orale in bambini a sviluppo tipico e con Disturbo Specifico del Linguaggio (DSL). I dati, raccolti dal dott. Padovani e dalla logopedista Mestucci, sono stati ottenuti dalla somministrazione del test di narrazione semispontaneo “Frog Where are you?” a bambini di età compresa tra i 6 e i 13 anni. I partecipanti al test sono stati suddivisi per classe (I, III, V, VII) e per popolazione (bambini con DSL e bambini a sviluppo tipico). Proseguendo l’analisi di Padovani e Mestucci (2015) (struttura globale e linguistica locale, meccanismi pragmatici delle narrazioni prodotte) e di Ibatici (2015) (categorie funzionali di determinanti, clitici e preposizioni), il nostro lavoro si occupa delle categorie del soggetto e del verbo. Abbiamo analizzato l’uso del soggetto nullo e del soggetto postverbale; il tipo di verbi utilizzati, facendo riferimento alla transitività e alla diatesi e alla capacità di saturazione argomentale dei bambini; l’uso dei verbi frasali. I risultati ottenuti sono stati confrontati rispetto alla variabile “classe” e “popolazione” e discussi sulla base della letteratura precedente.
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Dall'Aglio, Giulia. "Progettazione e implementazione di una applicazione per dispositivi mobili basata su piattaforma android (linguaggio java) a supporto di soggetti affetti da disturbi dello spettro autistico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6815/.

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Abstract:
Nella maggior parte dei casi, i soggetti affetti da Disturbo dello Spettro Autistico hanno un deficit di comunicazione, sia esso verbale o non verbale. Nonostante, ad oggi, non esista una cura per questo disturbo, una diagnosi precoce entro il terzo anno di vita del soggetto e un programma educativo coerente con le necessità del paziente, permettono al bambino con autismo di raggiungere quantomeno le abilità comunicative di base. Recenti studi hanno dimostrato che l’utilizzo di Information and Communication Technology (ICT) nel trattamento di soggetti affetti da Disturbo dello Spettro Autistico può portare molti benefici, dato che, da un lato, computer, tablet e smartphone sono strumenti strutturati e prevedibili e, dall’altro, i sintetizzatori vocali, se presenti, sono privi di inflessioni verbali. A questo proposito, durante il mio tirocinio di tesi magistrale presso l’azienda “CSP – Innovazioni nelle ICT” di Torino, ho sviluppato un’applicazione per tablet Android che permette a psicologi, educatori, logopedisti, insegnanti e genitori di creare tabelle comunicative circostanziate alle esigenze del soggetto e che consente a quest’ultimo di utilizzare questo strumento come efficace mediatore sociale. Questo software si va a inserire in un progetto più ampio, denominato “tools4Autism”, nato dalla collaborazione tra il centro di ricerca di cui sopra, la “Fondazione ASPHI Onlus – ICT per migliorare la qualità di vita delle persone con disabilità” e il “Centro Autismo e Sindrome di Asperger” di Mondovì (CN). L’applicazione prevede principalmente due metodi di utilizzo: il primo, definito “modalità operatore”, è un editor che permette di creare tabelle composte da un numero variabile di immagini che possono essere pittogrammi, fotografie personali, disegni del bambino e possono essere accompagnate o meno da un testo. Una volta create le tabelle, l’operatore ha la possibilità di modificarle, eliminarle, variarne l’ordine, esportarle su altri dispositivi o importare tabelle precedentemente create. Il secondo metodo di utilizzo, definito “modalità utente”, permette al soggetto affetto da Disturbo Autistico di comunicare con altre persone sfruttando le tabelle create dall’operatore coerentemente con le sue necessità. Al tocco dell’immagine da parte del bambino, essa viene evidenziata tramite un contorno rosso e, se abilitato, il sintetizzatore vocale riproduce il testo associato a tale immagine. I principali fattori di innovazione dell’applicazione sono la gratuità, la semplicità di utilizzo, la rapidità nella creazione e nell’aggiornamento delle tabelle comunicative, la portabilità dello strumento e l’utilizzo della sintesi vocale. Il software sarà sperimentato presso il “Centro Autismo e Sindrome di Asperger”, centro di neuropsichiatria infantile specializzato nello studio del Disturbo Autistico. Tale sperimentazione si pone come obiettivo quello di verificare gli effettivi miglioramenti nella velocità e nella qualità di apprendimento delle fondamentali abilità comunicative.
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Capuano, Margherita. "DIDATTICA INTERATTIVA ONLINE: il concetto di frattale nella scuola secondaria di secondo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/22140/.

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Abstract:
Nel mio lavoro di tesi è presentato lo sviluppo di uno strumento di ausilio alla didattica della geometria frattale. Il progetto nasce dal voler disporre di un sito che permetta l'uso di risorse, per tale didattica, in modo interattivo. Il sito WdF (Web per la Didattica Frattale) è implementato e sviluppato mediante l'integrazione di vari linguaggi di programmazione Web: HTML, CSS, linguaggi di scripting. Le risorse per la didattica frattale sono messe a disposizione tramite una collezione di notebook, sviluppata in Mathematica, intitolata Ndf (Notebook per la Didattica Frattale), e destinata a ragazzi del triennio della scuola superiore, con un focus su strategie e metodi che risultino di aiuto a studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento. Mathematica è un moderno ambiente di problem solving, utilizzato in molti campi delle scienze, in generale; impiega un linguaggio di programmazione interpretato, il linguaggio Wolfram. Attraverso un percorso dinamico e interattivo, offerto dagli strumenti da me sviluppati, lo studente è guidato a scoprire il magico mondo del frattale. Ndf è stato fatto valutare da un campione significativo di ragazzi, per attestarne il grado di soddisfacimento relativamente agli strumenti sviluppati. In una realtà in cui il facile accesso alla tecnologia della informazione ha cambiato la velocità e il modo di acquisire conoscenza, la didattica basata su tecnologia digitale può rappresentare uno strumento importante per favorire l'apprendimento, soprattutto nelle materie scientifiche, e per ragazzi con Bisogni Educativi Speciali. In questo palcoscenico si inserisce il mio lavoro di tesi, la cui struttura è stata inoltre pensata per essere facilmente portabile ed estensibile anche all'insegnamento di altri argomenti di didattica della matematica.
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Femminis, Cassandra <1992&gt. "Differenze e similitudini tra Disturbo Specifico del Linguaggio e Dislessia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14895.

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Abstract:
Lo scopo del presente lavoro è quello di analizzare le caratteristiche generali dei deficit riscontrati nei soggetti con disturbo specifico del linguaggio (DSL) e con dislessia, delineando le relazioni tra i due tipi di disturbi, una questione complessa e ancora oggi oggetto di dibattito tra gli studiosi. Sono principalmente tre gli studi di comparazione tra i due disturbi: il severity model (Kamhi &Catts, 1986) in cui DSL e dislessia sono concepiti come disturbi distinti con frequente comorbilità e in cui il deficit fonologico risulta essere più grave nei dislessici che nei DSL; l’additional model (Bishop & Snowling, 2004) secondo cui i due disturbi sono simili in quanto entrambi caratterizzati da un deficit nell’elaborazione fonologica, tuttavia il DSL presenterebbe ulteriori deficit non-fonologici che creano problemi nello sviluppo della produzione orale; e il comorbidity model (Catts et al 2005) in cui DSL e dislessia sono concepiti come due distinti disturbi che hanno deficit cognitivi diversi e diverse manifestazioni: il deficit di elaborazione fonologica è il deficit principale solo nella dislessia mentre il DSL possiede deficit differenti che causano problemi nella lingua orale. Studi più recenti tuttavia hanno sottolineano il bisogno di esaminare la significatività statistica delle differenze di abilità tra soggetti con DSL o dislessia e i gruppi di controllo, tenendo conto anche della frequenza di questi deficit all’interno di ciascun gruppo clinico. Inoltre, viene sottolineata anche la necessità di valutare sia l’ascolto che la comprensione della lettura, insieme a capacità di lettura fonologica e abilità relative alla lettura fonologica nei bambini con DSL e dislessia.
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Chillemi, Paolo <1996&gt. "La competenza morfosintattica di un bambino con diagnosi di Disturbo Primario del Linguaggio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18293.

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Abstract:
In questo lavoro, viene studiata la competenza morfosintattica di un bambino italiano (di 6;8 anni) con diagnosi di Disturbo Primario del Linguaggio (DPL) frequentante la scuola primaria. Vengono utilizzati test non standardizzati di comprensione, produzione e ripetizione di tre strutture linguistiche: le frasi passive, i pronomi clitici e le frasi relative. Queste tre strutture sintatticamente complesse sono strutture a movimento, che generano un ordine non canonico degli elementi della frase e che possono comportare difficoltà nell’acquisizione linguistica. Oltre al disturbo fonologico e lessicale che presenta questo bambino, i risultati ottenuti rivelano la presenza di un disturbo del linguaggio di tipo sintattico. Nella parte finale della tesi, verrà fatto un breve confronto con i risultati ottenuti negli stessi test da parte di un bambino di età 8;8 con una diagnosi di Disturbo emozionale dell’infanzia e una diagnosi di Disturbo evolutivo delle abilità scolastiche. I risultati mostrano che le competenze linguistiche di questo bambino risultano essere scarse, tuttavia, è probabile che questa compromissione sia dovuta ad una bassa memoria di lavoro piuttosto che a un deficit della grammatica. I dati raccolti saranno confrontati con la letteratura scientifica di riferimento per contribuire alla ricerca linguistica sul DPL.
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Stefli, Cinzia <1979&gt. "Il disturbo specifico del linguaggio e il defcit sintattico: un confronto con la dislessia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6260.

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Abstract:
Il presente lavoro analizza il deficit fonologico nei bambini con disturbo specifico del linguaggio dimostrando come questa difficoltà sia presente anche nei bambini dislessici. Ampi studi condotti in ambito internazionale hanno infatti dimostrato come la dislessia evolutiva non sia un semplice disturbo che ostacola unicamente l'apprendimento della lettura e della scrittura, ma una sindrome piuttosto complessa e articolata. I soggetti dislessici presentano deficit marcati in ambito fonologico che rendono particolarmente gravoso il compito di analizzare la struttura interna della parola.Questa scarsa consapevolezza meta-fonologica può essere considerata alla base delle difficoltà nell'acquisizione delle regole di conversione grafema-fonema che sottendono l'apprendimento della letto-scrittura. Interessanti studi condotti più recentemente in campo linguistico, inoltre, hanno messo in luce come i dislessici presentino delle difficoltà in test che analizzano la loro memoria di lavoro e nella produzione e comprensione di strutture grammaticali complesse. Difficoltà che vengono riscontrate anche nei bambini con disabilità linguistiche come DSL e sordi che verranno esaminate in questa tesi.
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Catellani, Cecilia <1995&gt. "I bambini bilingui con disturbo dello sviluppo del linguaggio: strumenti e marcatori clinici per una diagnosi precoce." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18105.

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Abstract:
Questo elaborato si propone di approfondire alcuni aspetti relativi alla competenza linguistica dei bambini bilingui in presenza di un disturbo dello sviluppo del linguaggio (DSL). Obiettivo principale è quello di presentare gli strumenti diagnostici ed i marcatori clinici che permettono quanto più efficacemente e precocemente di individuare il disturbo in un contesto di bilinguismo consentendo di intervenire quanto prima per ottenere miglioramenti linguistici. Fondamentale è stato analizzare separatamente i due fenomeni. Primariamente, da un lato, i tratti distintivi del bilinguismo e dall’altro, le caratteristiche del disturbo di linguaggio. Per raggiungere l’obiettivo sono stati analizzati vari studi sviluppati all’interno del progetto COST Action IS0804, il progetto quadriennale che ha indagato gli strumenti utili per il riconoscimento dei soggetti bilingui con DSL. Tale progetto ha dimostrato l’importanza di strumenti quali la ripetizione di parole, non-parole e frasi, la narrazione, il task di lettura ed il questionario per i genitori, e marcatori clinici tra cui la morfologia verbale ed il pronome clitico in italiano.
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Books on the topic "Disturbi linguaggio"

1

Sabbadini, Letizia. Disturbi specifici del linguaggio, disprassie e funzioni esecutive. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5349-6.

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2

Linguaggi dell'esperienza femminile: Disturbi alimentari, donne e scrittura dall'Unità al miracolo economico. Padova: Il poligrafo, 2015.

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3

Disturbi Specifici Del Linguaggio Disprassie E Funzioni Esecutive Con Una Raccolta Di Casi. SPRINGER, 2013.

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4

Sabbadini, Letizia, Anna G. De Cagno, Letizia Michelazzo, and Maria L. Vaquer. Il disordine fonologico nel bambino con disturbi del linguaggio (Metodologie Riabilitative in Logopedia). Springer, 2004.

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5

Anchisi, P., M. Febbo, A. Sapuppo, and P. Vicenza. Il disordine fonologico nel bambino con disturbi del linguaggio: ESERCIZIARIO (Metodologie Riabilitative in Logopedia). Springer, 2001.

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Book chapters on the topic "Disturbi linguaggio"

1

Sabbadini, Letizia. "Disturbi specifici del linguaggio." In Disturbi specifici del linguaggio, disprassie e funzioni esecutive, 85–105. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5349-6_5.

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2

Fazzi, Elisa, Jessica Galli, and Serena Micheletti. "I disturbi delle funzioni oculomotorie in età evolutiva." In Disturbi specifici del linguaggio, disprassie e funzioni esecutive, 23–40. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5349-6_3.

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3

Sabbadini, Letizia, and Emanuela Leone Sciabolazza. "Valutazione del disturbo semantico-pragmatico." In Disturbi specifici del linguaggio, disprassie e funzioni esecutive, 153–57. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5349-6_11.

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Sabbadini, Letizia, and Emanuela Leone Sciabolazza. "La terapia del disturbo semantico-pragmatico." In Disturbi specifici del linguaggio, disprassie e funzioni esecutive, 159–68. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5349-6_12.

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5

Sabbadini, Letizia. "La disprassia in età evolutiva." In Disturbi specifici del linguaggio, disprassie e funzioni esecutive, 1–16. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5349-6_1.

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6

Sabbadini, Letizia. "DSL semantico-pragmatico." In Disturbi specifici del linguaggio, disprassie e funzioni esecutive, 143–51. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5349-6_10.

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7

Sabbadini, Letizia. "Valutazione e terapia di casi clinici nelle diverse tipologie dei DSL." In Disturbi specifici del linguaggio, disprassie e funzioni esecutive, 169–94. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5349-6_13.

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8

Sabbadini, Letizia. "Principi teorici alla base dell’intervento terapeutico." In Disturbi specifici del linguaggio, disprassie e funzioni esecutive, 195–201. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5349-6_14.

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9

Sabbadini, Letizia. "Lo sviluppo motorio e prassico in età evolutiva." In Disturbi specifici del linguaggio, disprassie e funzioni esecutive, 17–22. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5349-6_2.

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10

Benso, Francesco. "Sistema attentivo esecutivo: osservazioni critiche e sviluppo." In Disturbi specifici del linguaggio, disprassie e funzioni esecutive, 41–84. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5349-6_4.

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