Journal articles on the topic 'Disegno di ricerca'

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Bartolini, Stefano. "TEMPO E RICERCA COMPARATA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, no. 3 (December 1990): 529–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200009618.

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Abstract:
IntroduzioneQuesto articolo raccoglie una serie di riflessioni metodologiche attinenti al disegno della ricerca preferito dall'autore: una ricerca comparata che combina dimensione di variazione spazialeetemporale. Nel corso del lavoro si cercherà di giustificare tale preferenza. Tuttavia, l'obiettivo principale rimane quello di confrontare questa strategia di ricerca con altre e di porre in rilievo alcune questioni di metodo che le sono specifiche.
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2

Docci, Mario. "Un disegno lungo 25 anni tra Italia e Spagna." EGA Revista de expresión gráfica arquitectónica 23, no. 34 (November 27, 2018): 194. http://dx.doi.org/10.4995/ega.2018.11015.

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Abstract:
<p>Le grandi idee nascono sovente da piccoli avvenimenti. Tutto risale agli incontri tra chi scrive e Gaspare De Fiore a Roma sul finire degli anni Cinquanta e tra Emma Mandelli e Angela Garcia Codoñer a Firenze negli anni Ottanta. Dal primo nel 1980 è scaturita la nascita dell’UID, l’Unione Italiana Disegno, con l’intento di rafforzare e sviluppare la ricerca scientifica del Disegno nelle università italiane, mentre dal secondo ha avuto origine il rapporto tra Angela e il Disegno italiano, da cui è nata l’EGA, associazione spagnola dei docenti di Expresión Gráfica Arquitectónica, che costituisce il simmetrico dell’UID. Un segno sottile e incerto, che via via si è fatto sempre più sicuro e deciso, affrontando e sviluppando la ricerca nel campo della scienza della rappresentazione, che si è impresso sulla carta nel corso di oltre venticinque anni, investigando nelle diverse aree tematiche del Disegno.</p>
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3

Tomei, Gabriele. "Come valutare la qualitŕ delle politiche per la cittadinanza? Due domande(teorico-metodologiche) ed un tentativo (empirico) di risposta." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (January 2011): 45–71. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-004004.

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Abstract:
La ricerca valutativa considera la partecipazione deglicome un requisito sempre piů importante, specialmente in considerazione delle pratiche di promozione dell'inclusione sociale e della cittadinanza che mettolo nal valutazione di fronte a nuove sfide sia sul piano teorico che metodologico. Discutendo del disegno della ricerca valutativa e commentando alcuni studi di caso, l'articolo riflette se e come l'approccio partecipativo modifichi la tradizionale logica valutativa.
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4

Preziosi, Paolo. "La valutazione del protocollo di sperimentazione." Medicina e Morale 47, no. 4 (August 31, 1998): 731–38. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.827.

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Abstract:
In questo articolo l'Autore indica i criteri in base ai quali occorre valutare un protocollo di sperimentazione su soggetti umani. L'analisi dei protocolli deve considerare il piano della ricerca, i ricercatori coinvolti, i soggetti partecipanti, l'informazione che è data ai partecipanti. Il piano della ricerca deve recare una visione generale del progetto proposto che sia chiaro ed inequivocabile e che si soffermi in particolar modo sul disegno sperimentale e sulle metodologie, sul luogo dove si svolgeranno le ricerche, sul centro guida, sulla durata, sulle analisi dei dati; i ricercatori coinvolti nella ricerca dovranno essere indicati con nome e qualifica (stesso criterio vale per chi avrà la responsabilità assistenziale dei pazienti inclusi nella sperimentazione e per il responsabile dell'equipe per la sperimentazione); i soggetti che partecipano allo studio devono essere “arruolati” con un'accurata valutazione, precisandone il numero, le modalità di arruolamento, i rapporti con il ricercatore, la vulnerabilità, i criteri di inclusione e di esclusione, i rischi; l'informazione deve essere chiara per poter consentire un consenso valido, informato e volontario. Nella parte finale dell'articolo vengono inoltre menzionati i problemi che si possono incontrare con soggetti che partecipano alle sperimentazioni cliniche in qualità di volontari sani e quelli relativi a volontari pazienti.
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Ricchiardi, Paola. "Il disegno di legge piemontese "Allontanamento zero": non supportato da evidenze di ricerca." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (September 2020): 100–109. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001010.

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Abstract:
A fronte dell'approvazione da parte della giunta regionale piemontese del ddlr n. 64 di riordino dell'affido familiare, si è avviato nella regione un ampio dibattito. Tale norma risulta infatti fondarsi su presupposti non supportati da evidenze di ricerca empirica. Si riportano, in particolare, gli esiti di un'indagine condotta sul territorio piemontese sugli affidi dal 1995 al 2019, che descrive i motivi di accoglienza e le carriere di affido. Lo studio testimonia la consistenza e gravità dei fattori di rischio copresenti nei nuclei da cui vengono temporaneamente allontanati i minori. L'ipotesi di una tendenza ad inserire i minori in accoglienza extrafamiliare con eccessiva facilità non è dunque supportata.
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6

Camilloni, M., D. de Bernart, and G. Pinto. "lo sviluppo della flessibilitŕ rappresentativa nel disegno infantile: l'influenza del compito." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (June 2012): 151–70. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-002001.

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Abstract:
Nell'ambito degli studi sullo sviluppo pittorico infantile, questa ricerca ha l'obiettivo di analizzare lo sviluppo della flessibilitŕ rappresentativa nei disegni dei bambini ponendo particolare attenzione alla misura in cui questa capacitŕ č legata all'etŕ e all'effetto di istruzioni pittoriche. Disegni tematici sono stati analizzati per verificare quando e come i bambini diventano capaci di differenziare i loro prodotti pittorici in risposta a due diverse istruzioni. Lo studio č stato condotto su 99 partecipanti, di etŕ compresa tra i sei e i dieci anni, ed ha comportato la messa a punto di uno specifico sistema di codifica, volto a rilevare entitŕ e strategie degli scostamenti dalla canonicitŕ. I risultati indicano che la flessibilitŕ rappresentativa migliora con l'etŕ e che i bambini piů grandi sono piů efficienti rispetto a quelli di etŕ inferiori nell'utilizzare strategie maggiormente complesse dal punto di vista cognitivo ed esecutivo.
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7

Giovagnoli, Marco. "Sviluppo territoriale. Dal disegno della ricerca alla valutazione dei risultati di E. Battaglini." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 1 (September 2015): 223–26. http://dx.doi.org/10.3280/pri2015-001019.

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Ferrua, Paolo. "Il modello costituzionale del pubblico ministero e la curiosa proposta del processo breve." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 1 (March 2010): 22–35. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-001003.

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Abstract:
1. Il pubblico ministero: avvocato dell'accusa e difensore della legalitŕ2. Accusa e difesa davanti alla funzione cognitiva del processo: l'irriducibile asimmetria3. Funzioni e status del pubblico ministero: le critiche al vigente sistema4. I rimedi proposti5. Il "processo breve": dalla giustizia ritardata alla giustizia denegata6. Le scelte del disegno di legge Alfano: la ricerca della notizia di reato e i rapporti tra pubblico ministero e polizia giudiziaria7. La separazione delle carriere: una scelta ingiustificata.
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9

Del Gobbo, Giovanna, Paolo Federighi, Francesco De Maria, Daniela Frison, Glenda Galeotti, Silvia Iossa, Giorgia Pasquali, and Beatrice Spennato. "Educational ecosystems: a research model applied in four Italian territories of the Tuscany Region." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 1 (April 30, 2022): 377–92. http://dx.doi.org/10.36253/form-12965.

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Abstract:
The article presents the OLESchool research, which conducted a feasibility study aimed at the definition of an integrated learning ecosystem model in which the school system becomes the focus of an open learning environment. The research considered the criticalities, priorities and limitations related to the pandemic event, highlighting the resources and opportunities generated, and aimed to identify those success factors and criteria for building prototypes and hypotheses of expected results to be implemented at a subsequent stage. The research adopted a collaborative approach starting with the stakeholder engagement process. The research team applied a methodological design inspired by the Grounded Theory paradigm, studying the phenomenon holistically from different points of view with qualitative-quantitative parallel research phases and triangulation between researchers, theories, data and tools. The contribution presents the results, distinguished between output and outcome of the research. Ecosistemi educativi: un modello di ricerca applicato in quattro territori della Toscana. Il contributo presenta la ricerca OLESchool che ha visto la realizzazione di uno studio di fattibilità volto alla definizione di un modello di ecosistema formativo integrato dove il sistema scolastico diventa fulcro di un ambiente di apprendimento aperto. Sono state tenute in considerazione criticità, priorità e vincoli relativi all’evento pandemico, facendo emergere le risorse e le opportunità scaturite e puntando all’individuazione di quei fattori di successo e criteri di costruzione di prototipi e ipotesi di risultati attesi da implementare in una fase successiva. La ricerca ha seguito un approccio di tipo collaborativo a partire dal processo di stakeholder engagement. È stato adottato un disegno metodologico ispirato al paradigma della Grounded Theory, studiando il fenomeno in modo olistico da punti di vista differenti, con fasi di ricerca parallele quali-quantitative e trasversali di triangolazione tra ricercatori, teorie, dati e strumenti. Nel contributo sono presentati i risultati distinti tra output e outcome della ricerca.
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Baghi, Ilaria, and Marcello Tedeschi. "L'effetto paese d'origine sul comportamento del consumatore verso i prodotti cause related: intenzione all'acquisto, disponibilitÀ a pagare e valutazione delle iniziative di cause related marketing." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 1 (June 2012): 115–29. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-001008.

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Abstract:
L'obiettivo del presente lavoro di ricerca č quello di investigare il ruolo dell'effetto del paese d'origine nel contesto delle iniziative di cause related marketing. Le ipotesi riguardano l'influenza delle credenze relative al paese d'origine del prodotto sull'intenzione all'acquisto e sulla percezione da parte dei consumatori di tali iniziative. Lo studio consiste di un disegno sperimentale 2X2 between subjects. I risultati mostrano influenze significative del paese d'origine sulla attrattivitÀ del prodotto, sull'intenzione all'acquisto, sulla disponibilitÀ a pagare e sulla percezione di utilitÀ sociale della iniziativa. La provenienza del prodotto non ha effetti rilevanti sull'atteggiamento e sull'importanza attribuita alla mission causa sociale.
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Platas-García, Alejandra, Verónica Reyes-Meza, and José Martín Castro-Manzano. "Disegno e risoluzione di una prova di comprensione della lettura a scelta multipla per studenti adulti di italiano lingua straniera." Matices en Lenguas Extranjeras, no. 13 (January 1, 2019): 120–43. http://dx.doi.org/10.15446/male.n13.89896.

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Abstract:
Questo contributo offre alcuni elementi da considerare in merito al disegno e alla risoluzione delle prove di comprensione della lettura a scelta multipla in italiano lingua straniera ed è indirizzato ai lettori interessati nella valutazione di studenti ispanofoni. Si sa che l’abilità di comprensione della lettura non può essere valutata direttamente. Siccome gli insegnanti di italiano come lingua straniera non possono misurare il grado di comprensione raggiunto dagli studenti con la semplice osservazione della loro lettura, ci vuole l’uso di qualche prova che offra quest’informazione. Tra le diverse tipologie di prove che esistono c’è una che è molto adoperata, la prova a scelta multipla. L’obiettivo di questo contributo è descrivere aspetti relativi al disegno e alla risoluzione di una prova a scelta multipla di lettura ideata per studenti adulti di italiano lingua straniera. La metodologia è quantitativa: studio descrittivo, trasversale. Abbiamo somministrato la prova di lettura a 43 studenti di italiano con un’età media di 23,4 anni, che avevano un livello intermedio di conoscenza della lingua. I partecipanti hanno ottenuto più risposte corrette (66,5%) che errate (33,5%) e hanno adoperato di più la strategia di eliminazione per risolvere la prova che le altre strategie. Per concludere diamo dettagli sulla nostra ricerca futura.
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Pillera, Giuseppe C. "Feedback docente e revisione tra pari su compiti di progettazione della ricerca: evidenze empiriche da un corso di Pedagogia sperimentale online." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (December 2021): 309–26. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12406.

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Abstract:
La ricerca mira a identificare le tipologie di feedback che gli studenti reputano particolarmente utili per supportare percorsi di formazione universitaria online focalizzati sull'applicazione di conoscenze in compiti di progettazione, studiandone la relazione con alcune dimensioni cognitive dell'apprendimento. Lo studio, basato sull'analisi quantitativa di dati provenienti da un questionario somministrato a un gruppo di studenti e sulle valutazioni loro assegnate nelle diverse fasi del corso, verifica inoltre, all'interno di un disegno quasi-sperimentale, eventuali differenze tra chi ha lavorato in gruppo e chi individualmente e presenta gli esiti di un'analisi correlazionale tra l'utilit&agrave; percepita delle varie tipologie di feedback indagate e il tasso di frequentazione delle lezioni.
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Cozzi, Ambrogio, Lara Franzoni, Katia Romelli, and Sandro Feller. "Tra care e cure: una ricerca sulle famiglie con un paziente in stato vegetativo." TERAPIA FAMILIARE, no. 95 (April 2011): 47–72. http://dx.doi.org/10.3280/tf2011-095004.

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Abstract:
Lo stato vegetativo č una condizione medica che incide gravemente sul benessere psicologico dei familiari coinvolti nella cura. La ricerca indaga relazioni, conflitti ed il funzionamento familiare durante la presenza della condizione di stato vegetativo del paziente, il processo di cura a casa e in struttura, l'impatto economico dell'evento, il benessere del caregiver. Il campione č composto da 120 caregiver di pazienti curati in Lombardia. Lo studio ha utilizzato un'intervista semi-strutturata analizzata con il software ‘T-Lab', il Disegno simbolico dello spazio di vita familiare e SF-36 Questionario sullo stato di salute. I risultati hanno mostrato come il funzionamento familiare e il benessere del caregiver siano relazionati al genere e al ruolo del caregiver, al tempo trascorso dall'evento che ha causato lo stato vegetativo e al luogo di cura. La ricerca ha inoltre mostrato un'estrema povertŕ e chiusura delle relazioni familiari, difficoltŕ nelle fasi di trasferimento del paziente, forte isolamento di alcuni membri dalle attivitŕ sociali e deboli relazioni con la famiglia allargata, un forte impatto sull'attivitŕ lavorativa di almeno uno dei membri familiari.
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Aloisio, Donatella, Sabrina Bonichini, Marta Tremolada, Marta Pillon, and Modesto Carli. "Analisi longitudinale della sintomatologia post-traumatica su 61 genitori di bambini malati di leucemia dalla diagnosi allo stop terapia." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (December 2011): 53–69. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-001004.

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Abstract:
L'obiettivo dello studio e di indagare l'eventuale presenza di sintomatologia post-traumatica, nei genitori dei bambini malati di leucemia, nel periodo che va dalla comunicazione della diagnosi al momento dello stop terapia (+2anni dalla diagnosi), fin ora poco indagato. A tal fine e stato realizzato un disegno di ricerca longitudinale con 4 momenti di rilevazione, corrispondenti a tappe critiche del protocollo terapeutico. Lo strumento utilizzato e un questionario self-report (PTSD Symptom Inventory), che e stato somministrato a 61 genitori di bambini leucemici in cura presso la Clinica di Onco-ematologia Pediatrica di Padova. I risultati ci indicano la presenza di livelli moderati della sintomatologia ed un andamento costante della stessa nel corso del tempo.
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Mombelli, Marina, and Sara Molgora. "La CTU: come promuovere una genitorialitŕ condivisa? Il punto di vista dei genitori." INTERAZIONI, no. 2 (February 2013): 85–96. http://dx.doi.org/10.3280/int2012-002008.

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Abstract:
L'evidenza clinica circa l'importanza di una "buona prassi" delle funzioni genitoriali nelle situazioni di separazione e divorzio non trova un corrispettivo a livello delle ricerche empiriche sul tema, specie se si considera la capacitŕ genitoriale a livello relazionale e non solo individuale. A partire dall'ipotesi che un percorso di Consulenza Tecnica d'Ufficio (CTU) possa favorire tale pratica, l'obiettivo del presente contributo č quello di indagare l'utilitŕ ed il valore di questa tipologia di interventi nel promuovere e nel sostenere una genitorialitŕ condivisa. A sedici genitori che hanno concluso un percorso di CTU da almeno un anno č stata somministrata un'intervista clinica semi-strutturata costituita ad hoc per la presente ricerca. Le interviste, interamente audio registrate, sono state analizzate con il software di analisi testuale T-LAB. Nello specifico, il contributo si focalizza sulle analisi condotte sull'intero corpus a partire dalla variabile di disegno "domanda". I risultati indicano che il percorso di CTU favorisce un cambiamento sia sul piano personale, sia a livello interpersonale-relazionale. In particolare, il consulente sembra assumere il ruolo di "timoniere", anche se risulta cruciale la posizione personale di impegno e fiducia di ciascuno dei protagonisti coinvolti.
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Serra, A., G. Spinato, S. Cocuzza, L. Licciardello, P. Pavone, and L. Maiolino. "Adaptive psychological structure in childhood hearing impairment: audiological correlations." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 3 (June 2017): 175–79. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1291.

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Abstract:
La presente ricerca affronta i problemi clinici e sociali che riguardano lo sviluppo linguistico e cognitivo nei bambini sordi. Attualmente, lo sviluppo della “Teoria della mente” rappresenta un importante campo di ricerca nello studio della sordità. Questi studi internazionali hanno evidenziato nei bambini sordi una significativa alterazione nello sviluppo della “Teoria della Mente”, soprattutto in caso di perdita congenita o preverbale dell’udito. In particolare, la ricerca si concentra sulle competenze dei bambini sordi nel riconoscere emozioni e desideri, attraverso metodi sia cognitivi che percettivi, per la valutazione delle capacità psico-cognitiva attraverso una serie di domande composte da alcuni test adeguati, da somministrare ai pazienti con perdita uditiva. L’esperimento è stato condotto su un gruppo composto da 10 bambini (5 maschi e 5 femmine), di età compresa tra 4 e 9 anni e tra 54 e 108 mesi), affetti da perdita uditiva congenita bilaterale (da grave a cofosi), o da perdita uditiva preverbale sviluppata sia in bambini che attendono l’ultimo anno prima di frequentare la scuola elementare, sia in quelli che frequentano il quarto anno di scuola elementare. I criteri di selezione sono stati basati su: valutazione audiologica, somministrazione di test neuropsicologici al fine di valutare, in generale, le capacità cognitive e percettive e osservazioni cliniche effettuate, al fine di valutare la psicopatologia del campione, attraverso dei test che valutano più facilmente lo sviluppo sia della percettività visiva (Coloured Progressive Matrices), sia della rappresentazione grafica (Test di disegno sulla figura umana e il Test di disegno sulla famiglia). Lo strumento di misurazione “cognitiva” è stato il “Deaf Children Series”, test strutturato da noi, che consiste in un esame dello stato mentale (MSE), capace di valutare: il livello di capacità cognitiva (conoscenza-correlato), l’umore e modelli di discorso e di pensiero di un paziente al momento della valutazione. I bambini sordi mostrano sul lato percettivo una sensibilità ridotta alle espressioni di tristezza. Nel test possiamo osservare un meccanismo di difesa psicodinamico per quanto riguarda la prestazione percettiva. Al contrario, per quanto riguarda i bambini normoudenti, la paura è l’emozione più difficile da identificare. I bambini sordi sembrano essere maggiormente predisposti al riconoscimento di emozioni visive. Inoltre, i bambini sordi presentano notevoli capacità di “problem solving”, capacità di riconoscimento emotivo, probabilmente a causa del loro problema.
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Petech, Erika, Alessandra Simonelli, and Gianmarco Altoč. "Interazioni triadiche, benessere della coppia e ruolo del padre nelle famiglie con bambini in etŕ prescolare." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (March 2010): 135–56. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-001008.

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Abstract:
La ricerca si č proposta di studiare la qualitŕ delle interazioni triadiche in famiglie con bambini in etŕ prescolare, considerando il possibile ruolo di due fattori contestuali, la relazione di coppia e il coinvolgimento del padre nella cura del figlio, nell'influenzare la co-costruzione delle dinamiche familiari. Allo studio hanno partecipato 19 famiglie appartenenti ad una popolazione non clinica reclutate ai corsi di psicoprofilassi al parto. Il disegno longitudinale della ricerca ha previ- sto 5 tappe di somministrazione: al 7° mese di gravidanza č stata somministrata la Dyadic Adjustment Scale ad entrambi i partner; al 4°, 9° e 12° mese del bambino sono stati somministrati alle madri e ai padri la Dyadic Adjustment Scale e il Questionario sul Coinvolgimento paterno; a 4 anni del bambino sono stati somministrati alle madri e ai padri la Dyadic Adjustment Scale e il Questionario sul Coinvolgimento paterno e, alla triade familiare, il Lausanne Trilogue Play. I risultati hanno evidenziato che la qualitŕ delle interazioni triadiche familiari valutata a 4 anni dei bambini risulta significativamente associata al grado di coinvolgimento paterno nella stessa fase temporale. Viceversa la qualitŕ della relazione di coppia, considerata longitudinalmente, non sembra un fattore connesso alle competenze interattive familiari.
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Pezzoni, Nausicaa. "La Città dei rider. Uno sguardo in movimento sulla città." TERRITORIO, no. 100 (November 2022): 71–81. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100008.

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Abstract:
Mentre la città si svuotava e i suoi spazi divenivano improvvisamente immobili e silenziosi, un solo movimento attraversava le strade e le piazze deserte, svelando presenze pressoché invisibili fino ai recenti lockdown. La Città dei rider è un progetto di ricerca sulla città contemporanea: su come rappresentare le trasformazioni introdotte dalle nuove popolazioni urbane, e sull'idea di città che emerge da chi la osserva da uno sguardo in movimento. 100 mappe realizzate dai rider milanesi rivelano nuove geografie su cui si innesta l'ipotesi di un progetto per un'infrastrutturazione leggera dello spazio pubblico: un network di ‘dispositivi di ancoraggio' a servizio dei rider e di tutti i cittadini; un disegno volto a incidere sulla costruzione di un nuovo spazio di cittadinanza.
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Trinceri, Giuseppina. "SIBLINGS: ANALYSIS OF LIVED THROUGH THE DESIGN OF THE FAMILY." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 1 (July 2, 2016): 455. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v1.283.

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Abstract:
Si intende mettere in evidenza come l’approccio alla disabilità di un bambino ha ormai acquisito senso e significato solamente se è l’intero mondo familiare ad essere preso in considerazione, con particolare riferimento ai siblings. In particolare, si vogliono cogliere, su un campione di 100 siblings, diviso in un gruppo di riferimento e uno in gruppo di controllo, le principali dinamiche relazionali dei fratelli con sviluppo tipico, le rappresentazioni di base e, soprattutto, gli indicatori di potenziali fattori di rischio e fattori protettivi rispetto all’evento disabilità del fratello/sorella.Il cuore di questo lavoro sarà l’analisi dei vissuti prototipi e i fattori ad esso associati, espresso mediante il disegno della famiglia e l’inchiesta associata. Si desidera attivare una ricerca in grado di offrire la possibilità di rintracciare, nel vissuto, elementi specifici in ordine alle proprie competenze di resilienza in correlazione con la rete di supporto o meno.
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Cassani, Cristiano, Elena Giudici, and Silvia Rota. ""Viaggio alla ricerca delle parole per raccontare una storia... anche sempre la stessa, ma con parole diverse"." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 15 (December 2010): 83–124. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-015009.

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Abstract:
Michele De Lucchi racconta che la presenza di due maestri come Ettore Sottsass e Achille Castiglioni gli ha permesso di coniugare il disegno alla riflessione, insegnandogli da un lato l'importanza di fissare sulla carta l'idea quando giunge nella mente e dall'altro l'amore per il dialogo e l'ironia che fa crescere le idee per farle diventare progetti. La duplice influenza del mondo anglosassone e del mondo latino, che il suo studio ha sempre voluto avere, consente di mantenere separati o di unire, a seconda delle esigenze, momenti razionali e momenti istintivi: un team internazionale mantiene in equilibrio i due aspetti del fare progettuale. Il processo di costruzione di un'architettura, che spontaneamente porterebbe subito a una risoluzione formale, deve invece essere condotta lungo i binari della definizione funzionale, distributiva, degli spazi e dei percorsi. L'insegnamento č stato intrapreso da Michele De Lucchi come mezzo di sintesi e definizione del proprio metodo progettuale. Il nuovo modello che egli vuole trasmettere č quello dell'uomo artigiano, descritto da Richard Sennet: nel lavoro che svolge il progettista deve mettere un impegno personale che lo conduca alla gratificazione emotiva.
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Maina, Giuseppe, Patrizia Vaschetto, Simona Ziero, Rossella Di Lorenzo, and Filippo Bogetto. "The post partum as specific risk factor for the onset of obsessive-compulsive disorder: clinical- controlled study." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 2 (June 2001): 90–95. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005169.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Lo studio si propone di indagare, tra gli eventi psicosociali stressanti, l'esistenza di un fattore di rischio specifico per l'esordio del disturbo ossessivo-compulsivo nelle donne (DOC). Disegno – Studio clinico controllato. Setting – Servizio per i disturbi depressivi e d'ansia, Clinica Psichiatrica, Università di Torino. Metodo – Sono state inserite nella ricerca 29 pazienti di sesso femminile con diagnosi attuale di DOC secondo i criteri del DSM-IV. Tale popolazione è stata confrontata con 2 gruppi di controllo: 29 donne sane appaiate per caratteristiche sociodemografiche alle pazienti ossessive e 29 pazienti di sesso femminile con diagnosi attuale di bulimia nervosa appaiate per età, età d'esordio, scolarita e stato civile al gruppo di studio. A tutte le donne incluse nell'indagine è stata somministrata l'lntervista Clinica Strutturata per il DSM III-R (SCID) per la valutazione dei disturbi di Asse I e I'Interview for Recent Life Event di Paykel per I'individuazione dei life-events nei 12 mesi precedenti l'esordio del disturbo (e negli ultimi 12 mesi per le donne sane). Inoltre, alle pazienti ossessive è stata somministrata la Yale- Brown Obsessive Compulsive Scale (Y-BOCS) e alle pazienti bulimiche la Eating Disorder Inventory(EDI). Risultati – Sia la frequenza che la gravità degli eventi psicosociali stressanti non sono risultate significativamente differenti nei tre gruppi. La valutazione della prevalenza dei singoli eventi ha messo in evidenza che il life-event “nascita di un figlio vivo per la madre” era significativamente più frequente nelle pazienti ossessive. Conclusioni – Lo studio ribadisce in primo luogo quanto avevamo osservato in una precedente ricerca: tra gli eventi psicosociali stressanti, riscontrati nell'anno precedente l'insorgenza del DOC, solo il post partum costituisce un fattore di rischio per l'esordio del disturbo nella popolazione femminile rispetto ai controlli sani. In secondo luogo, tale ricerca porta ulteriori evidenze a favore dell'importanza e specificità di questa associazione, mostrando che non in tutte le patologie psichiatriche il post partum è un fattore di rischio per l'esordio.
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Casati, Elisa, and Silvia Donato. "La relazione tra i familiari e l'équipe di cura della Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA): la prospettiva degli operatori." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (August 2020): 25–51. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-002002.

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Abstract:
Obiettivo: la transizione relativa al trasferimento della persona anziana non autosufficiente dal domicilio a una struttura residenziale è complessa e caratterizzata da una vasta gamma di vissuti emozionali ambivalenti per tutti gli attori coinvolti. Obiettivo della ricerca qui presentata è quello di indagare e descrivere la percezione che gli operatori dell'équipe di cura e assistenza della RSA hanno dei vissuti e dei bisogni che accompagnano il familiare nella scelta dell'istituzionalizzazione e all'ingresso in RSA, dei vissuti e dei bisogni di cui gli operatori stessi fanno esperienza nella relazione con i familiari in questa fase del percorso di cura, non-ché delle possibili risposte a tali bisogni secondo il punto di vista dell'operatore. Metodologia: il disegno di ricerca adottato è di tipo qualitativo e si avvale di interviste somministrate a nove operatori facenti parte dell'équipe di cura e assistenza di una RSA del Nord Italia. Risultati: dalle interviste emerge un operatore consapevole sia delle molteplici e ambivalenti emozioni esperite dal familiare durante la transizione, sia delle motivazioni che lo portano a scegliere l'istituzionalizzazione del proprio caro. L'operatore riconosce inoltre l'importanza di spazi di confronto e incontro con i familiari, ma nel contempo riporta come, a livello fattuale, non esi-stano spazi di effettivo e reale coinvolgimento dei caregiver informali. La precisione con cui l'operatore riconosce emozioni e motivazioni del familiare non sempre però corrisponde ad altrettanta consapevolezza per i propri vissuti emotivi e per come essi agiscano nella relazione con il familiare, ad indicare una specifica area di bisogno formativo e di accompagnamento degli operatori in questa complessa relazione.
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CATURANO, MARIANGELA. "Un Modello di Ricerca Evidence Based sull’Inclusione Scolastica In Italia." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 1 (July 2, 2016): 443. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v1.159.

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Abstract:
Abstract: Che cosa significa educazione inclusiva? In che modo è possibile sostenere lo sviluppo di un sistema che favorisca l’inclusione nella quotidiana realtà scolastica? Su un campione di 162 studenti, dagli 8 ai 16 anni, si vogliono misurare gli effetti di efficaci metodologie didattiche quali feedback, formative evaluation, collaborative learning, digital technology. Variabili stimate sono le competenze e le abilità trasversali alle discipline, i fattori cognitivo-emozionali del successo scolastico, l’autostima. Valutazione bio psico-sociale che si oppone alla valutazione bio-medica prevalente in Italia. Osservare tutti gli allievi, trasformare la risposta speciale in normalità, misurare le variabili del contesto scolastico favorevoli all’inclusione può contribuire a migliorare, in Italia, l’efficacia di investimenti pubblici stimati nel 2013 in € 4,7B. Qui si costruisce un modello, il cui disegno sperimentale impone metodologie riconosciute a livello internazionale ed europeo come l’evidence based education (EBE), necessarie per confrontare i risultati e replicare il modello in un contesto sovranazionale. I risultati entreranno a far parte del progetto pilota dell’European Agency For Special Needs avviato in tre paesi, tra cui l’Italia, e che verrà concluso nell’ottobre 2016.Parole chiave: inclusione, organizzazione inclusiva, metodologie didattiche, evidence based education Abstract: What is inclusive education? How you can support the development of a system that favors the inclusion in the daily school reality? On a sample of 162 students, aged 8 to 16 years, they want to measure the effects of effective teaching methods such as feedback, formative evaluation, collaborative learning, digital technology. Estimated variables are the skills and abilities to cross disciplines, cognitive-emotional factors of academic success, self-esteem. Rating bio psychosocial which opposes the prevailing bio-medical evaluation in Italy. Observe all students, to transform the special response in normal, measure the variables of the school environment favorable to the inclusion in Italy improves the effectiveness of a welfare amounted to € 4,7B. Here we build a model, whose experimental design requires methodologies recognized at international and European level as the evidence-based education (EBE), necessary to compare the results and replicate the model in a supranational context. The results will become part of the pilot project of the European Agency For Special Needs started in three countries, including Italy, and which will be concluded in October 2016.Keywords: inclusion, inclusive rules, educational methods, evidence based education, EBE
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Micotti, Sara. "Un setting tra diritto ed emozioni: la consulenza tecnica nelle separazioni giudiziali." INTERAZIONI, no. 2 (February 2013): 73–83. http://dx.doi.org/10.3280/int2012-002007.

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Abstract:
In questo articolo l'autrice s'interroga sul lavoro dello psicoterapeuta psicoanalitico della famiglia, quando č chiamato dal giudice a svolgere una consulenza tecnica nelle separazioni giudiziali. Le sedute non si limitano alla registrazione puntuale dei fatti (quale testimonianza), ma diventano un ascolto teso alla ricerca e alla comprensione del significato relazionale degli stessi, nella prospettiva di una mentalizzazione conoscitiva e al tempo stesso trasformativa, obiettivo richiesto dal quesito del Giudice. Viene evidenziato come l'intervento possa aiutare i figli a manifestare i propri bisogni emotivi e i genitori a leggerli. Se il lavoro si svolge sia a livello conoscitivo, sia a livello fantasmatico - anche attraverso i test carta e matita e la tecnica del "disegno congiunto della famiglia" - esso puň attivare nei protagonisti la "capacitŕ di sorprendersi" (Winnicott, 1968; Schacht, 2001; Bolognini, 2001). Le vignette cliniche dell'autrice cercano di mostrare come siano possibili aperture di senso e movimenti verso la consapevolezza delle emozioni in famiglie con figli bambini, preadolescenti, adolescenti.
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Lettieri, M. "Smartphones and apps in personal care with diabetes: a narrative review of the literature." Journal of AMD 24, no. 4 (February 2022): 268. http://dx.doi.org/10.36171/jamd21.24.4.6.

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Abstract:
OBIETTIVO DELLO STUDIO L’educazione e l’auto-monitoraggio della persona con diabete aiutano a ottimizzare il controllo metabolico, riducendo morbilità e mortalità. In questo scenario gli smartphone rappresentano uno strumento potente e alla portata di tutti e numerose piattaforme destinate a persone con diabete sono sta-te elaborate allo scopo di fornire loro una salute “su misura”. Lo scopo della presente revisione è valutare l’impatto dell’utilizzo degli smartphone come strumento di educazione sanitaria e la loro efficacia nella gestione della glicemia negli adulti con diabete di tipo 1 e 2. DISEGNO E METODI È stata effettuata una ricerca bibliografica utilizzando quali motori di ricerca CINAHL e PUBMED. Sono stati selezionati 17 studi randomizzati controllati per un totale di 4.125 partecipanti. Per ogni studio la di mensione del campione era compresa tra 30 e 574 partecipanti e tutti i soggetti avevano un’età ≥ 18. RISULTATI I risultati mostrano la riduzione dei livelli di HbA1c nei soggetti che si avvalgono della tecnologia per la cura del diabete. Dei 17 studi analizzati, 14 suggeriscono l’efficacia del supporto della tecnologia per migliorare la gestione della glicemia nei pazienti con diabete mellito di tipo 1 e 2. I restanti 3 studi mostrano risultati contrastanti, ove non si è riscontrata una differenza significativa della concentrazione di HbA1c. CONCLUSIONI L’utilizzo delle nuove tecnologie per la cura del diabete si è dimostrato uno strumento efficace nella cura delle persone con diabete, determinando una riduzione dei livelli di HbA1c. Il loro impiego nella pratica clinica può semplificare la gestione del diabete e migliorare l’educazione del paziente alla terapia e alla cura e alla prevenzione delle complicanze correlate al diabete. PAROLE CHIAVE diabete mellito; smartphone; app; tecnologie.
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De Maria, Francesco. "The role of educational conditions in defining migratory potential: the case of the young people of the Ivory Coast." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 1 (April 30, 2022): 279–96. http://dx.doi.org/10.36253/form-12860.

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Abstract:
The paper is part of the international debate on the theme of human mobility with a transversal and developing educational perspective in the field of Migration Studies. It presents a research work carried out in Ivory Coast on the potential educational dimension of migration related to the search for better living and working opportunities. We discuss the results related to the study of the educational conditions of a potential migrant subjects, considered as variables that affect the conformation of the migration aspiration and allow a better understanding of the situations in which the birth of the desire to leave can occur, regardless of the presence or absence of the ability to migrate. The research followed a qualitative-quantitative approach in line with the methodological framework of Mixed Methods Research, adopting an exploratory-sequential design, arriving at the construction of a transferable model of analysis of the migratory potential which is composed of four main categories: migration project, educational conditions, migratory aspiration and learning potential. The aim of this paper is to present the results to the second category. Il ruolo delle condizioni educative nella definizione del potenziale migratorio: il caso dei giovani della Costa d’Avorio. Il contributo si colloca all’interno del dibattito internazionale sul tema della mobilità umana con una prospettiva educativa trasversale e in divenire nell’ambito dei Migration Studies. Si presenta un lavoro di ricerca realizzato in Costa d’Avorio sulla dimensione formativa potenziale della migrazione legata alla ricerca di migliori opportunità di vita e di lavoro. Nello specifico vengono discussi i risultati relativi allo studio delle condizioni educative di un pubblico potenziale migrante, considerate come variabili che incidono nella conformazione dell’aspirazione migratoria e che permettono una maggiore comprensione delle situazioni in cui può verificarsi la nascita del desiderio di partire, a prescindere dalla presenza o meno della capacità di emigrare. La ricerca ha seguito un approccio quali-quantitativo in linea con l’impianto metodologico dei Mixed Methods Research, adottando un disegno di tipo esplorativo-sequenziale, arrivando alla costruzione di un modello di analisi del potenziale migratorio trasferibile e composto da quattro categorie principali: progetto di migrazione, condizioni educative, aspirazione migratoria e potenziale di conoscenza. Ai fini del presente lavoro, vengono qui presentati i risultati relativi alla seconda delle quattro categorie.
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Noto, Guido, Lucrezia Coletta, Sara Zuccarino, and Milena Vainieri. "Il controllo e la gestione della performance delle attività di prevenzione in contesti interorganizzativi: il caso dei controlli frontalieri sugli alimenti." MECOSAN, no. 117 (April 2021): 59–75. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-117004.

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Abstract:
I servizi sanitari di prevenzione sono caratterizzati da un'elevata complessita principalmente legata al contesto inter-organizzativo e ambientale in cui operano. Da cio consegue una notevole difficolta nel misurarne e valutarne i risultati. Per tali motivi, il controllo e la gestione della performance delle attivita di prevenzione si avvalgono di diversi meccanismi, formali e informali, che hanno l'obiettivo di orientare i comportamenti e le decisioni degli individui e delle organizzazioni coinvolte verso fini comuni. Lo scopo del presente lavoro e quello di approfondire i sistemi di controllo e gestione della performance impiegati nei servizi di prevenzione che operano in contesti inter-organizzativi - e in particolare nell'ambito dei controlli frontalieri sugli alimenti - al fine di supportare il disegno e l'implementazione degli stessi. Per fare cio, la ricerca si concentra sui casi di studio delle infrastrutture portuali di Genova e Livorno. Parole chiave: prevenzione, controlli condottools. To explore performance management in such contexts, this research suggests the adoption of management control as a "package" approach. Thus, the research's objective is to understand how management control operates in the delivery of preventative services operating in inter-organizational environment. To do so, this study focuses on the cases of Genoa's and Leghorn's ports.
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Croce, Mauro, Francesca Cristini, Andrea Gnemmi, and Luca Sacchi. "Peer education e prevenzione dell'Aids: piů responsabilità verso la propria salute." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (February 2011): 99–112. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-002010.

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Abstract:
Lač una strategia di intervento usata in tutto il mondo nella prevenzione dell'AIDS. Il presente studio presenta la valutazione di efficacia di un progetto diper la prevenzione dell'AIDS/HIV nel Nord Italia (Verbania). Il progetto si proponeva di incrementare l'attribuzione causale interna sulla salute, emozioni negative intense nei confronti dell'HIV/AIDS, e di modificare le rappresentazioni sociali dell'HIV/AIDS. La valutazione di efficacia č stata condotta attraverso un disegno di ricerca pre/post quasi sperimentale. Un questionario autocompilato č stato somministrato a 212 studenti (112 studenti che hanno partecipato al programma e 100 studenti che hanno frequentato scuole nei quali non č stato attuato il progetto). Il questionario č stato compilato due volte, una prima dell'intervento ed una dopo la sua conclusione. I risultati mostrano che, dopo l'intervento, il gruppo sperimentale riporta una attribuzione causale interna significativamente piů alta. Inoltre, dopo l'intervento, i ragazzi del gruppo sperimentale riportano un piů alto livello di emozioni negative nei confronti dell'HIV/AIDS. Risultati contradditori emergono nei confronti delle ragazze che, dopo l'intervento, riportano un incremento delle rappresentazioni stereotipiche dell'HIV/AIDS. Al termine sono discusse le implicazioni dei risultati nella prevenzione dell'HIV/AIDS.
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Cassibba, Rosalinda, Caterina Balenzano, and Anna Santa Settanni. "La depressione materna nella transizione alla genitorialitŕ: attaccamento, problematiche psicopatologiche ed eventi di vita stressanti come fattori di rischio." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (December 2010): 73–94. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-002006.

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Abstract:
Lo studio intende analizzare l'evoluzione della depressione materna nella transizione alla genitorialitŕ, valutando il ruolo di alcuni fattori di rischio quali l'insicurezza dell'attaccamento, la presenza di problematiche psicopatologiche e di eventi di vita stressanti. La ricerca, condotta su un campione di 30 primipare (etŕ: M = 31.60; d.s. = 4.12) ha previsto un disegno longitudinale. Nella prima rilevazione, al 3° trimestre di gravidanza, sono state somministrate l'Edinburgh Depression Scale (EDDS, Cox, Holden e Sagovsky, 1987); la Mini-International Neuropsychiatric Interview (MINI, Sheehan et al., 1998); la Scala degli Eventi Stressanti (Paykel et al., 1980) e l'Attachment Style Interview (ASI: Bifulco et al., 2002). A 10 giorni e a 3 mesi dopo il parto, č stata prevista solo la somministrazione telefonica dell'EDDS. Le analisi dei dati hanno messo in luce un decremento lineare della depressione dalla gravidanza al postnatale e un'associazione significativa tra la depressione prenatale e postnatale e tutti e tre i fattori di rischio considerati; tali fattori sono, a loro volta, significativamente associati tra loro. I risultati ottenuti sottolineano la possibilitŕ di individuare i fattori di rischio per la genitorialitŕ giŕ in gravidanza e l'utilitŕ, di conseguenza, di implementare interventi di sostegno al fine di rendere meno problematica l'assunzione del ruolo genitoriale e la strutturazione della relazione madre-bambino.
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Brambilla, Paolo, Francesco Barale, Edgardo Caverzasi, and Jair Constante Soares. "Anatomical MRI findings in mood and anxiety disorders." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 11, no. 2 (June 2002): 88–99. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005558.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Gli studi con Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) hanno permesso la valutazione in vivo dell'anatomia cerebrale di vari disturbi psichiatrici e l'approfondimento degli ipotetici circuiti cerebrali disfunzionali coinvolti nella patofisiologia di queste malattie. In questo articolo abbiamo revisionato la letteratura comprendente gli studi con RMN condotti nei disturbi dell'umore e d'ansia. Metodi – Tutti gli studi in Inglese con RMN condotti in pazienti con disturbo dell'umore o d'ansia pubblicati tra il 1966 ed il gennaio 2002 sono stati identificati attraverso una ricerca Medline, completata dall'analisi manuale delle referenze bibliografiche. Risultati – Differenti aree anatomiche cerebrali sembrano essere coinvolte nei diversi sottotipi di disturbo dell'umore. Infatti, l'ippocampo ed i gangli della base sembrano essere anormali nei disturbo unipolare, mentre l'amigdala ed il cervelletto in quello bipolare. Questo suggerisce che le due malattie abbiano un substrata biologico distinto. Per quanto riguarda i disturbi d'ansia, le regioni orbito-frontali ed i gangli della base sembrano avere un'anatomia anormale nei disturbo ossessivo-compulsivo, i lobi temporali nei disturbo da attacchi di panico e l'ippocampo nei disturbo post-traumatico da stress. Conclusioni – I dati della letteratura riassunti in questo articolo suggeriscono che specifiche aree cerebrali siano coinvolte nella patofisiologia dei disturbi dell'umore e d'ansia. Tuttavia, gli studi a tutt'oggi a disposizione sono stati condotti su campioni relativamente piccoli di soggetti, spesso sottoposti a medicamenti psicotropi, e sono in gran parte studi trasversali. Per tale motivo gli studi con RMN in futuro dovranno avere un disegno di tipo longitudinale ed arruolare campioni più ampi di soggetti, possibilmente senza trattamento psicofarmacologico, al primo episodio di malattia o ad alto rischio di sviluppare un disturbo dell'umore o d'ansia. Inoltre, l'associazione di questo tipo di ricerche con studi di tipo genetico potranno essere estremamente utili per separare anomalie anatomiche cerebrali di stato da quelle di tratto e per ulteriormente caratterizzare la patofisiologia di questi disturbi.
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Gallo, Eugenio, and Paola Rucci. "Supply, demand and predictive factors of psychotherapies in 10 community mental health services in Emilia Romagna." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 9, no. 2 (June 2000): 103–12. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008290.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - La ricerca si propone di determinare la domanda e l'offerta di psicoterapia in 10 Centri di Salute Mentale della Regione Emilia Romagna e di identificare i fattori che predicono l'inizio della psicoterapia, impiegando i dati raccolti di routine con il Sistema Informativo Psichiatrico della Emilia Romagna (SIPER). Disegno - Studio prospettico longitudinale su tutti i «nuovi» utenti del 1995 seguiti per un anno dal primo contatto. Analisi univariata (rischio relativo) e multivariata (regressione logistica) di 18 variabili cliniche ed extracliniche. Setting - 10 Centri di Salute Mentale della Emilia Romagna. Risultati - La percentuale dei nuovi utenti che intraprende una psicoterapia è stata del 11.5%, corrispondente ad una incidenza annuale di 5./10000 abitanti ≥18 anni (range 0.9-14.8 tra i Centri). La domanda di psicoterapia è stata del 16.1% (range tra 0.6-33%) includendo le richieste dei pazienti e dei committenti. I fattori predittivi dell'inizio di una psicoterapia sono stati: la presenza dello psicologo nel primo incontro, la richiesta del paziente di psicoterapia, l'età < di 48 anni, una scolarità elevata, essere studenti, vivere con la famiglia d'origine, il Centro a cui ci si rivolti, una diagnosi del raggruppamento diagnostico delle «nevrosi». Ma l'analisi multivariata non ha permesso d'individuare un modello predittivo sufficientemente sensibile. Conclusioni - L'imprevedibilità dell'impiego della psicoterapia sembra dovuta alia mancanza di una chiara scelta sull'uso della psicoterapia nei CSM, come testimonia, in particolare, l'estrema variabilità dell'offerta, e alia mancanza di definite indicazioni.
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Rodriguez, Sandra. "Inform, engage, click forward: citizen engagement among a Web 2.0 driven generation." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 40 (June 2010): 67–80. http://dx.doi.org/10.3280/sc2009-040006.

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Abstract:
Questo intervento esplora la relazione complessa fra ICT e impegno civile dei giovani. Sulla base dell'analisi empirica condotta nel 2008-2009 sui giovani della fascia 20-35 anni, il lavoro va oltre la classica caratterizzazione di una generazione immersa nella tecnologia, cercando di comprendere come il Web stia modificando il suo grado di partecipazione sociale e politica. Mentre una larga parte del dibattito relativo alla partecipazione dei giovani sottolinea il loro rifiuto di strumenti tradizionali, la tecnologia Web sembra in grado di fornire alle generazioni piů giovani strumenti che li aiutano a creare nuove vie, per modificare la vita sociale, culturale e politica a livello globale. Tuttavia, se una gran quantitŕ di studi sottolinea ora l'importanza di comprendere l'impegno giovanile nell'era dell'informazione, č difficile capire come e se il web stia modificando per i giovani il significato dell'impegno civile. Ben poca attenzione č data alla valutazione delle alternative, dei valori e dei significati che spingono i giovani a dar luogo ad azioni specifiche mirate al cambiamento sociale, o che al contrario glielo impediscono. Richiedendo un approccio multidisciplinare di natura flessibile, il lavoro suggerisce la necessitŕ di ripensare concetti come impegno, partecipazione, azioni rivolte al cambiamento sociale. Invece che cinici, apatici o tecnofili disimpegnati, il disegno che emerge dalla nostra ricerca rivela l'esistenza di giovani responsabili, caratterizzati dalla partecipazione ai networking del web e dalla mobilitŕ sociale, che dimostrano grande abilitŕ nell'uso dell'ICT per promuovere valori di giustizia e solidarietŕ.
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Mastrogiuseppe, Marilina, Stefania Span, and Elena Bortolotti. "Accessibility to textual resources for people with Intellectual Disabilities within cultural spaces." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 1 (April 30, 2022): 49–63. http://dx.doi.org/10.36253/form-12588.

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Abstract:
This paper addresses the issue of accessibility to written information in cultural spaces for people with intellectual disabilities (ID). The main goal is to present a process aimed at creating Easy-to-Read (EtR) texts. Two groups of participants with different levels of ID – moderate (N=7) and severe (N=7) – have been actively involved in the process of simplification of written resources within the Natural Science Museum, site in Trieste. We analyze the process that serve to create EtR textual resources functional for people with ID showing different levels of reading and comprehension abilities. By using an Inclusive Research approach, the contribution underlines the importance to include the voice of people with disabilities in the process of transformation of social and cultural spaces. Accessibilità alle risorse testuali per le persone con Disabilità Intellettiva all’interno degli spazi culturali Questo articolo affronta la questione dell’accessibilità alle informazioni negli spazi pubblici per le persone con disabilità intellettive. L’obiettivo principale è quello di presentare un processo volto a proporre comunicazioni comprensibili e informative supportate da testi semplificati. Due gruppi di partecipanti con diversi livelli di disabilità intellettiva – moderata (N=7) e grave (N=7) – sono stati attivamente coinvolti nel processo di semplificazione delle risorse scritte all’interno del Museo di Scienze Naturali, sito a Trieste. Il disegno di ricerca è un metodo misto che comprende la raccolta di dati sia quantitativi che qualitativi volti ad esplorare criteri di leggibilità e comprensibilità delle risorse testuali considerando diversi livelli di semplificazione. Il contributo sottolinea l’importanza di includere la voce delle persone con disabilità nel processo di trasformazione degli spazi sociali e culturali.
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Grassi, Aldrigo, Rosella Bruni, Francesca Pileggi, Marco Chiappelli, Massimo Boldrini, Elisa Franceschi, and Daniela Scarafoni. "Analysis and comparative evaluations of the costs of supports and treatments of schizophrenia, affective psychosis, paranoia and neurosis." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 2 (June 2001): 115–24. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005194.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Lo scopo dello studio era quello di verificare, tramite la rilevazione dei costi diretti dei trattamenti terapeutico-riabilitativi, la presenza di associazioni tra quattro gruppi diagnostici (schizofrenia, psicosi affettive, paranoia e disturbi nevrotici) e i loro costi, complessivi e per specifici fattori di costo (assistenza territoriale, attività di riabilitazione e assistenza ospedaliera). Setting – Dipartimento di Salute Mentale e Centro di Salute Mentale (CSM) "Scalo", Azienda USL della Città di Bologna, Emilia-Romagna. Disegno – Sono stati calcolati i costi diretti annui di un campione (n = 75) di tutti i pazienti (n = 745) che durante l'anno hanno avuto più di quattro contatti con il CSM e quelli dei quattro gruppi randomizzati per diagnosi (n = 30 pazienti per gruppo). Principali misure utilizzate – Sono stati calcolati i costi medi unitari di 15 tipi di prestazioni, selezionate sulla base del numero annuo delle prestazioni erogate e del tempo impiegato da ciascuna figura professionale e rilevati i costi dell'assistenza ospedaliera (pubblica e privata). Risultati – Le analisi statistiche effettuate, tramite il Kruskal-Wallis test, hanno evidenziato costi complessivi significativamente più elevati nei pazienti schizofrenici rispetto a quelli del campione e a quelli con diagnosi di disturbo nevrotico; inoltre, i costi delle attivita di riabilitazione dei pazienti schizofrenici sono risultati differire significativamente da quelli rilevati nel campione e nei gruppi diagnostici "paranoia" e "disturbi nevrotici", mentre nessuna differenza significativa tra i gruppi è emersa nei costi dell'assistenza ospedaliera ed in quelli relativi al consumo di farmaci. Conclusioni – I risultati della nostra ricerca dimostrano che i costi dei trattamenti differiscono a seconda della diagnosi (costi diretti più alti nel caso dei pazienti schizofrenici e più bassi in quelli con disturbi nevrotici) e che l'analisi dei costi può consentire di pervenire all'assegnazione di adeguate risorse finanziarie ai Dipartimenti di Salute Mentale per i trattamenti terapeutico-riabilitativi di una vasta gamma di disturbi psichiatrici.
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Grassi, Aldrigo, and Maria Cristina Falzoni. "Employment/unemployment and psychological discomfort. A survey among young people living in an Italian industrial area." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 2 (August 1996): 136–46. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004085.

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RIASSUNTOScopo – Mettere a confronto la prevalenza di stati di disagio psichico in quattro gruppi di giovani di diversa condizione sociale (operai metalmeccanici esposti e non esposti a rischi occupazionali per la salute mentale, disoccupati o in cerca di prima occupazione e studenti a tempo pieno); lo studio inoltre valuta tra gli stessi gruppi, a distanza di sei anni, i cambiamenti di stato e le variazioni del disagio psichico. Disegno – I soggetti, selezionati attraverso accurate procedure di randomizzazione, sono maschi, in età compresa tra 20 e 29 anni, residenti da almeno 10 anni nella stessa area geografica e ancora conviventi con il nucleo famigliare originario. Sono stati reclutati 157 giovani, suddivisi nei seguenti gruppi: metalmeccanici esposti a rischi occupazionali specifici per la salute mentale (n° = 30); metalmeccanici non esposti (n° = 57); disoccupati (n° = 40); studenti a tempo pieno (n° = 30).La prevalenza degli stati di disagio psichico è stata confrontata nei quattro gruppi; a distanza di sei anni, sono stati valutati, nei 116 soggetti che hanno partecipato allo studio di follow-up, i cambiamenti di status e i livelli di disagio psichico.Setting – L'indagine è stata condotta a Cento (Ferrara), una zona economicamente ricca e con tassi di disoccupazione molto bassi. Le interviste sono state effettuate nel 1987 e nel 1993; i giovani, dopo essere stati contattati telefonicamente, sono stati intervistati nella propria abitazione, sempre dallo stesso psicologo. Principali misure utilizzate – Nel 1987 a ciascun soggetto sono stati somministrati una scheda «Posizione sociale e salute» (PSS) e un questionario, precedentemente validato, per la determinazione dell'indice di disagio psichico (IDP).Inoltre gli operai metalmeccanici, mediante il «Questionario di rischio lavorativo» (QRL), sono stati suddivisi nei due gruppi «a rischio» e «non a rischio» occupazionale per la salute mentale.Nel 1993, nello studio di follow-up, è stato nuovamente somministrato il questionario per la rilevazione dell'IDP ed è stata fatta compilare una scheda (Scheda per la posizione sociale e occupazionale) per raccogliere dettagliate informazioni sui cambiamenti lavorativi o di stato sociale intervenuti nei sei anni precedenti.Risultati – Nel 1987 si sono riscontrate situazioni di disagio psichico significativamente più frequenti e di maggior rilevanza negli operai metalmeccanici esposti a rischi occupazionali per la salute mentale (mentre nulla di significativo è emerso negli altri gruppi, in quello dei disoccupati in particolare). Dallo studio di follow-up si sono potuti rilevare miglioramenti significativi, per quanto riguarda il disagio psichico, negli operai metalmeccanici che sono passati dal lavoro manuale ad un altro tipo di impiego; si è inoltre riscontrata la tendenza, nei giovani disoccupati che hanno trovato, nei corso dei sei anni, un lavoro fisso, ad un peggioramento del grado di disagio psichico.Conclusioni – L'aspetto piu interessante della nostra ricerca sembra essere rappresentato dall'analisi delle relazioni tra prospettive occupazionali e salute mentale di giovani che vivono in un'area economicamente forte. Ulteriori ricerche dovranno tuttavia approfondire le problematiche specifiche connesse con le possibili prospettive occupazionali di studenti e giovani disoccupati e/o in cerca di prima occupazione.
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Allamani, Allaman, Stefano Bravi, Pasquale Pepe, Fabio Voller, Pierluigi Struzzo, Jakob Manthey, and Jurgen Rehm. "Persone con alcol-dipendenza in trattamento in Toscana e in Friuli Venezia Giulia: uno studio epidemiologico." MISSION, no. 52 (October 2019): 27–34. http://dx.doi.org/10.3280/mis52-2018oa8357.

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Obiettivi: Lo studio ha avuto l'obiettivo di approfondire la conoscenza su consumi alcolici, comorbilit&agrave; somatiche e mentali, problemi sociali, e consumo dei servizi sanitari delle persone in trattamento per alcol-dipendenza (AD) e abuso alcolico in Toscana e in Friuli Venezia Giulia (FVG), confrontando le differenze tra le due regioni. Disegno e metodo: Ricerca trasversale, realizzata mediante intervista diretta con questionario strutturato. I dati risultanti sono stati analizzati mediante test del chi quadro e regressioni logistiche. Partecipanti: Lo studio &egrave; stato compiuto tra il luglio 2013 e febbraio 2014 su un campione di alcolisti in trattamento in Toscana (N=147) e in Friuli-Venezia Giulia (N=129).Risultati principali: I pazienti con dipendenza e abuso alcolico avevano condizioni socioeconomiche inferiori pi&ugrave; in Toscana (47,9%) che nel FVG (35,7) (OR=1,75, Intervallo di confidenza [IC] 95% 1,06-2,86). I problemi di fegato, la depressione e l'ansia riferite erano maggiori in Toscana in confronto con il FVG: rispettivamente 35,4% vs 22,5% (OR=1,89, IC 95% 1,10-3,22); 58,6% vs 35,7, (OR=2,56, IC 95% 2,56-4,16); 58,9% vs 37,2% (OR=2,42, IC95% 1,49-3,93). Le probabilit&agrave; che si presentassero gli 11 sintomi che per il DSM IV identificano la dipendenza e l'abuso, erano da 1,9 a 12 volte significativamente minori in Toscana che nel FVG. La probabilit&agrave; di accesso al DEA (Dipartimento di Emergenza e Urgenza) &egrave; stata minore in Toscana rispetto al FVG (15,8% vs 33,3%, OR=0,37, IC95% 0,21- 0,67), mentre i contatti coi medici di medicina generale son stati pi&ugrave; frequenti in Toscana che in FVG (51,7% vs 38,8%, OR=1,69, IC95% 1,05-2,73). Conclusione: Lo studio mostra che tra i pazienti con DSM-IV AD e abuso di alcol i problemi di salute percepiti e le condizioni socio-economiche inferiori sono maggiori in Toscana che nel FVG. Tali differenze potrebbero essere attribuite alle diverse attenzioni che le due regioni hanno nei confronti di tali co-morbilit&agrave;.Inoltre si evidenzia una maggiore gravit&agrave; della dipendenza e abuso alcolici nel FVG rispetto alla Toscana, con un superiore consumo di servizi ospedalieri forniti dal DEA, il che potrebbe corrispondere alla diversa cultura del bere nelle due regioni.
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Skapinakis, Petros, and Glyn Lewis. "Epidemiology in community psychiatric research: common uses and methodological issues." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 1 (March 2001): 18–26. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008502.

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RIASSUNTOScopo – I principi epidemiologici sono alia base di molte ricerche mediche, in particolare di quelle concernenti la pianificazione e la valutazione dei servizi sanitari, comprese le ricerche di psichiatria sociale e di comunità. Scopo di questo lavoro è quello di effettuare una revisione relativa ad alcune comuni utilizzazioni dell'epidemiologia nelle ricerche di psichiatria di comunità e di discutere alcune questioni metodologiche che si presentano frequentemente nelle ricerche epidemiologiche relative ai setting comunitari. Metodo – Questa è una review della letteratura rilevante e delle ricerche in corso nel Dipartimento di Psicologia Medica dell'Università del Galles, Facoltà di Medicina. Risultati – Tra le varie utilizzazioni dell'epidemiologia nella sanità, quattro sono particolarmente rilevanti nei setting comunitari: l'accertamento dei bisogni di salute mentale della popolazione (vengono descritti quattro approcci: la raccolta di dati di routine, rilevamento dei pazienti esistenti, il rilevamento nella popolazione generale ed i modelli statistici), l'identificazione dei fattori di rischio della malattia, il contributo della prevenzione e la valutazione dell'efficacia clinica degli interventi di cura. Le questioni metodologiche più importanti includono l'inferenza di tipo causale, che in epidemiologia comporta la spiegazione dell'associazione tra esposizione e malattia (caso, bias, fattori confondenti, causalità inversa e causalità), la questione dei fattori confondenti e come tener conto di essi e questioni che sorgono nel contesto di specifici disegni di studio. Conclusioni – L'epidemiologia à divenuta un insieme di metodi utilizzati per rispondere ad un ampio settore di domande cliniche. La ricerca basata sulla popolazione è una parte senziale della ricerca clinica, ma le conoscenze epidemiologiche sono necessarie ai clinici per valutare e interpretare la letteratura scientifica.
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Bearzi, Francesco, and Andrea Tarantino. "Processi co-valutativi ed equit&agrave; agentiva nella didattica trasformativa pandemica e post-pan." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (December 2021): 126–38. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12506.

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Abstract:
Le istanze di una didattica trasformativa incentrata sulle competenze trasversali di sostenibilit&agrave; impongono una profonda riconsiderazione dei processi valutativi, auspicata dagli organismi internazionali di ricerca, anche alla luce delle dinamiche squisitamente democratiche e sotto il segno della corresponsabilit&agrave; educativa che rappresentano le pi&ugrave; efficaci e feconde risposte all'emergenza pandemica. Il costrutto di "equit&agrave; agentiva", proposto nel contesto di ricerche transdisciplinari a impronta neuroscientifica, disegna un saliente connotato delle pratiche co-costruite dalle microcomunit&agrave; di ricerca germinanti in seno ai sistemi educativi. I processi autenticamente co-valutativi costituiscono un essenziale tassello di una relazione di insegnamento-apprendimento votata alla ridefinizione del senso di s&eacute;, degli altri e dell'ecosistema in cui si &egrave; immersi. Apprezzando metodologicamente le opportunit&agrave; situazionali e informali, tali processi acquisiscono generativa consistenza in una dimensione strutturalmente transizionale, caratterizzata dall'ascolto attivo e dalla proattiva apertura alla trasformazione&nbsp;
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Motta, Riccardo. "L'ATTIVITÀ LEGISLATIVA DEI GOVERNI (1948–83)." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 15, no. 2 (August 1985): 255–92. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200003142.

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Abstract:
IntroduzioneL'attività legislativa dei governi che si sono succeduti nella quinta (1968–72), sesta (1972–76), settima (1976–79) e ottava (1979–83) legislatura è già stata parzialmente analizzata in alcune ricerche (specie in riferimento alla quinta e alla settima legislatura), ma ancora manca un quadro di insieme che ricomponga i vari problemi emersi nel corso di questo quindicennio. La presente ricerca cerca di colmare, per alcuni aspetti, questa lacuna e costituisce una prima indagine sugli aspetti quantitativi più rilevanti delle quattro legislature attraverso l'analisi dei disegni di legge governativi (d'ora in avanti ddl) approvati e di quelli non approvati.
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Magistroni, Riccardo. "La ricerca oggi." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 3 (July 10, 2013): 282–87. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1056.

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Abstract:
La ricerca di base ha identificato i due principali difetti legati alla patologia policistica: a) le cellule cistiche proliferano eccessivamente e b) queste cellule secernono del fluido che ingrossa le cisti. Le principali strategie in studio nell'ADPKD consistono nell'utilizzo di farmaci in grado di interferire con i meccanismi cellulari legati a questi difetti. Una delle strategie esplorate è stata l'inibizione del sistema mTOR. Purtroppo, due trial clinici hanno fallito nel mostrare un'attività protettiva di questa classe di farmaci. La somatostatina è un'altra molecola sotto intensa validazione clinica. Al momento, i dati suggeriscono una sua possibile azione di contrasto sulla malattia ADPKD, ma i dati sono ancora preliminari per conclusioni clinicamente significative. Il Tolvaptan è un antagonista recettoriale della vasopressina che è stato ampiamente studiato: un trial clinico di numerosità adeguata ha suggerito un possibile effetto positivo di questa molecola nella riduzione della crescita dei volumi renali e nel raggiungimento di target clinici significativi. Il prossimo futuro vede in campo nuovi trial clinici esplorativi di molecole già valutate nel recente passato e di nuove strategie terapeutiche. Per la numerosità dei pazienti arruolati attira l'attenzione della comunità scientifica lo studio HALT, che esplorerà il ruolo dei farmaci antagonisti del sistema renina-angiotensina nel rallentamento della progressione dell'ADPKD. Inf ne, una categoria di farmaci precedentemente inesplorati riguarda gli inibitori del recettore dell'Epidermal Growth Factor. La ricerca clinica nell'ADPKD è straordinariamente attiva in questo periodo e questa considerazione permette un cauto ottimismo sulle possibili prospettive terapeutiche in questa patologia rimasta a lungo orfana. Qualche ombra sulla prospettiva dei risultati futuri nella ricerca clinica in questo campo proviene dalla constatazione in un numero considerevole di trial di disegni metodologicamente non adeguati.
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Suchecki, Zbigniew. "Wolnomularstwo w dokumentach Stolicy Apostolskiej i Kodeksie Prawa Kanonicznego, ze szczególnym uwzględnieniem dekretów Kongregacji Doktryny Wiary (1949-1983)." Prawo Kanoniczne 41, no. 3-4 (December 20, 1998): 133–86. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1998.41.3-4.06.

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Abstract:
La libera muratoria (comunemente chiamata massoneria) viene trattata e presentata in molte pubblicazioni sotto diversi aspetti e svariati punti di vista. Dal punto di vista del diritto canonico non esistono pubblicazioni riguardanti la libera muratoria, manca­no anche approfonditi studi critici in materia condotti in un'ottica comparata con la filosofia, la teologia e il diritto dai studiosi cattolici. Nella nostra ricerca, passando attraverso un confronto delle disposizioni della Chie­sa previste per la libera muratoria, facciamo un riferimento diretto alla legislazione della Chiesa contenuta nel Codice di Diritto Canonico del 1917 e a numerosi docu­menti emanati dai Papi e dalle Congregazioni, per arrivare alle disposizioni del Codice di Diritto Canonico del 1983. Negli ultimi secoli la massoneria, fosse essa regolare, legittima, irregolare o «devia­ta», senza distinzioni, è stata condannata da diversi Papi ìn circa seicento documenti. La questione comunque è quanto mai attuale perché molti cattolici appartengono alla libera muratoria. La divisione fondamentale, a mio avviso, comprende la fase pre­istituzionale e la fase istituzionale. Nella fase preistituzionale emergeva la massoneria operativa propensa alla costruzione delle cattedrali, delle basiliche e delle chiese; nella fase istituzionale si sviluppa la massoneria moderna detta speculativa. I liberi muratori londinesi, il 24 giugno 1717, nella festa di S. Giovanni Battista costituivano la Gran Loggia d'Inghilterra, la Gran Loggia Madre del Mondo. Fin dall'inizio, in un testo diretto a tutti i fedeli, emerge la preoccupazione per la difficile definibilità, a livello concettuale e terminologico, della libera muratoria con i suoi effetti negativi a livello della Chiesa e della societa civile. Leone XIII, nell'enciclica programmatica Quod sectam massonum: Humanum Ge­nus, del 20 aprile 1884, in modo significativo sottolinea gli effetti negativi delle socie­ta clandestine. L'enciclica costituisce un documento fondamentale di quel periodo. Nel CIC del 1917 il legislatore menziona esplicitamente la setta massonica e le altre associazioni dello stesso genere le quali incorrono ipso facto nella scomunica riservata simpliciter alla S. Sede: «Chi si ascrive alla setta massonica o ad altre associazioni dello stesso genere, che macchinano contro la Chiesa o le legittime autorita civili, incorrono ipso facto nella scomunica riservata simpliciter alla S. Sede» (c. 2335). Un graduale approfondimento della natura e dei fini della massoneria svolto da par­te della Chiesa, prima dell'emanazione della Dichiarazione sulla massoneria del 26 novembre 1983, Quaesitum Est, permise alla Congregazione di accertare le posizioni dottrinali, filosofiche e morali dell'istituzione. Mariano Cordovani in un articolo pubblicato in prima pagina dall'Osservatore Romano sostiene che «fra le cose che risorgono e riprendono vigore, e non solo in Italia, c'è la massoneria con la sua ostilita sempre rinnovata contro la Religione Catto­lica». Egli rileva un fatto che appare nuovo: «la voce che si sparge, nei diversi ceti sociali, che la massoneria di un certo rito non sia piu in contrasto con la Chiesa, che anzi sia avvenuto un accordo tra la massoneria e la Chiesa, in forza del quale anche i cattolici possono tranquillamente iscriversi alla setta senza pericolo di scomuniche e dì riprovazione». Dopo 57 anni dall'entrata in vigore del «Codex» del 1917 «molti vescovi hanno posto il quesito a questa S. Congregazione (per la Dottrina della Fede) circa il valore el'interpretazione del can. 2335 del C.I.C. che sotto pena di scomunica vieta ai cattolici d'iscriversi alle associazioni massoniche o ad altre dello stesso tipo. Il dialogo cattolico-massonico inizia con degli incontri informali tra esponenti della Chiesa Cattolica e della massoneria. Tali incontri ebbero iniziato in Austria, Italia e Germania. Per approfondire alcuni aspetti di questo tema, si possono consultare, an­che se in modo molto critico, diverse pubblicazioni. Negli anni 1974-1980 la Conferenza Episcopale Tedesca costituisce una Commis­sione ufficialmente incaricata di esaminare la compatibilità dell'appartenenza contem­poranea alla Chiesa cattolica e alla libera muratoria. La Commissione sostenne che «Indipendentemente da tutte le concezioni soggettive, l'essenza oggettiva si manifesta nei Rituali ufficiali della libera muratoria. Percio questi documenti vennero sottoposti ad un attento e lungo esame (negli anni 1974-1980); si tratta dei Rituali dei primi tre gradi, dei quali i massoni permisero di studiare i testi, anche se i colloqui non si riferi­rono solo ai Rituali». Il fatto che la libera muratoria metta in discussione la Chiesa in modo fondamentale non è mutato. La libera muratoria non e mutata nella sua essenza. L'appartenenza ad essa mette in questione i fondamenti dell'esistenza cristiana. L'esame approfondito dei Rituali della libera muratoria e del modo di essere massonico, come pure la odierna immutata autocomprensione di sé, mettono in chiaro che l'appartenenza contempora­nea alla Chiesa cattolica e alla Libera Muratoria è esclusa. Da diverse parti del mondo arrivavano domande alla S.C. per la Dottrina della Fede sul giudizio della Chiesa nei confronti della massoneria. La normativa penale del Co­dice non prevede nessuna sanzione per i fedeli che si iscrivono alla massoneria, perché la medesima non viene espressamente nominata dal legislatore; quindi prima dell'ema­nazione della Dichiarazione l'iscrizione non costituiva un delitto punibile con sanzioni a meno che la massoneria non entrasse nella categoria delle associazioni «che com­plottano contro la Chiesa» (can. 1374) e questo si doveva provare. La Dichiarazione invece afferma che gli «appartenenti alle associazioni massoniche sono in peccato gra­ve» e proibisce ai fedeli appartenenti alle associazioni massoniche l'esercizio del dirit­to soggettivo fondamentale dei fedeli di accedere alla S. Comunione. «Solo Gesù Cri­sto e, infatti, il Maestro della Verità e solo in Lui i cristiani possono trovare la luce e la forza per vivere secondo il disegno di Dio, lavorando al vero bene dei loro fratelli».
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Luni, M. "Il Forum–Caesareum di Cirene e la moderna riscoperta." Libyan Studies 25 (January 1994): 191–210. http://dx.doi.org/10.1017/s0263718900006348.

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Abstract:
Agli inizi dell'Ottocento si assiste al sorgere e al diffondersi di particolare interesse da parte di esponenti della cultura e della diplomazia internazionale verso gli imponenti resti archeologici di Cirene e di altre città della Tripolitania e della Cirenaica, che diventano meta di visita. Nella circostanza vengono in genere compilati diari di viaggio e relazioni, spesso illustrati da disegni di monumenti antichi e talvolta anche da preziose carte topografiche in cui sono evidenziate ampie aree di affioramento di ruderi e tracce superstiti di viabilità cittadina ed extraurbana.Si tratta generalmente di documentazione poco omogenea, talvolta occasionale e frutto di osservazioni del tutto personali. Di estrema rilevanza sono comunque i dati che è possibile desumere da questo tipo di ‘fonte’, spesso dovuti allo spirito di osservazione di personaggi dai vasti interessi e anche a casualità, ma sempre assai utili a comprendere il clima di indagine pionieristica della prima metà dell'Ottocento e le tappe decisive della riscoperta di Cirene.La città, per altro, era nota alla cultura storico-archeologica dell'epoca attraverso la documentazione costituita dalle fonti letterarie classiche (una delle prime sintesi è in Thrige, 1819). Esse costituiscono un valido supporto di base che accompagna vari viaggiatori nella ricerca del sito su cui sorgeva Cirene e della sua antica conformazione. Gli appunti di viaggio in seguito vengono ulteriormente elaborati e prendono corpo in opere che hanno avuto in qualche caso ampia fortuna in Europa e che hanno costituito il primo fondamento della moderna conoscenza e del rifiorire degli studi e delle ricerche sulla ‘Atene d'Africa’.
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Taddei, Monica. "e-Leo, archivio digitale della Biblioteca leonardiana di Vinci." DigItalia 15, no. 1 (June 2020): 53–68. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00004.

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Abstract:
e-Leo. Archivio digitale di storia della tecnica e della scienza è stato sviluppato e realizzato dalla Biblioteca Leonardiana di Vinci, centro di ricerca e documentazione per gli studi leonardiani, e prende le mosse dalla volontà di offrire uno strumento efficace di studio e consultazione delle opere di Leonardo da Vinci, oltre che di valorizzazione della collezione. L’esperienza è radicata nella tipologia molto specifica del fondo speciale della biblioteca, che possiede il corpus di tutte le opere di Leonardo da Vinci pubblicate a partire dalla prima edizione del Trattato della pittura del 1651. A partire dal 2007, e-Leo rappresenta l’unica pubblicazione online quasi integrale del lascito leonardiano. Un’importante modifica della struttura interna del codice ed un aggiornamento della grafica nel 2019 hanno reso lo strumento ulteriormente performante e aperto a ulteriori potenziali sviluppi, oltre ad averne consentita la consultazione anche da smartphone e tablet. I dati, rappresentati da testi e disegni, sono ricercabili per mezzo di metodi di ricerca e indicizzazione di contenuti testuali, delle componenti grafiche del documento, di glossari tematici: un apparato che propone un modello integrato e più ampio per il trattamento, secondo criteri affini, di testi manoscritti di argomento tecnico-scientifico del tardo medioevo e del rinascimento.
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BEDINI, SILVIO A. "THE GALILEAN JOVILABE." Nuncius 1, no. 1 (1986): 25–46. http://dx.doi.org/10.1163/182539186x00025.

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Abstract:
Abstracttitle RIASSUNTO /title Il giovilabio uno strumento astronomico disegnato per la prima volta da Galileo come macchina calcolatrice delle posizioni dei quattro satelliti di Giove da lui scoperti. Galileo lo us per compilare effemeridi e ne intu i possibili usi per la determinazione della longitudine in mare attraverso l'osservazione dei satelliti di Giove. Versioni del giovilabio furono progettate da numerosi astronomi, ma non fu mai prodotto commercialmente. Oggetto di questo articolo un curioso esemplare dello strumento, di ottone dorato, realizzato diversi anni dopo la morte di Galileo e trovato nell'eredit del Cardinale Leopoldo de' Medici nel 1675. Basato sull'originale Giovilabio di Galileo, lo strumento sopravvive non solo come un reperto storico di un settecentesco gabinetto di curiosit , ma anche come reliquia della lunga e infruttuosa ricerca di Galileo per la determinazione della longitudine in mare.
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Braović Plavša, Mira, and Nina Sirković. "I tratti storici e culturali del mediterraneo nel fumetto Favola di Venezia di Hugo Pratt." Hum, no. 25 (February 4, 2022): 67–86. http://dx.doi.org/10.47960/2303-7431.25.2021.67.

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Abstract:
Il fumetto Favola di Venezia è una storia apparentemente semplice sull' avventura di Corto Maltese alla ricerca di uno smeraldo perduto da qualche parte in questa bellissima città. Tuttavia, da un' analisi dei simboli e delle personalità sia nei disegni che nella parte testuale del fumetto si può dedurre che si tratta, di fatto, della storia del Mediterraneo come uno spazio in cui diverse culture, non solo geograficamente ma anche culturalmente, sono state legate da secoli. Essendo sempre in contatto, si mescolano e cambiano, si influenzano a vicenda, ma riescono comunque a mantenere la loro autenticità. Sebbene facciano parte del patrimonio culturale dell' intero Mediterraneo, i simboli, le leggende e le persone citati in questo fumetto sono associati principalmente a Venezia, in modo che, con una sola passeggiata per la città, il lettore possa facilmente immaginare la storia dell' intero territorio del Mediterraneo. Nell`articolo si cerca di provare che la lettura di questa opera non può essere passiva perché Pratt chiede dal lettore di esplorare attivamente simboli, personaggi ed eventi menzionati in Favola. Parole chiave: civiltà; Favola di Venezia; Hugo Pratt; leggende; Mediterraneo; simboli
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Seminara, Emma. "Il cuore con il manico." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (September 2020): 86–99. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001009.

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Abstract:
L'articolo descrive il lavoro di un giudice minorile (e anche il suo animus: intenzioni ed ideali), nella ricerca dell'interesse concreto e attuale di ogni bambino tutelato: il bilanciamento con gli interessi dei genitori e degli altri soggetti coinvolti nella procedura; l'approfondimento di quanto descritto dal Servizio Sociale e di quanto osservato dagli Psicologi e dagli operatori delle comunità e dei vari servizi specialistici; la promozione delle responsabilità dei genitori con misure personalizzate per il caso. Il focus - per l'individuazione dell'interesse di quel minore, così da orientare la direzione della procedura (riunione della famiglia e salvaguardia dei legami oppure recisione dei rapporti e adottabilità, seguita da adozione) - è l'ascolto del minore interessato, un minore come Rocco che ha disegnato un cuore con il manico, per far capire al suo giudice la sua impossibilità di spostarlo altrove.
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Scerbo, Alberto. "L’infinita vanità del tutto. Sul politico e giuridico nel pensiero di Leopardi." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 53, no. 2 (May 2019): 389–407. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819836663.

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Abstract:
L’approfondimento del rapporto duale tra natura e ragione, da cui origina la relazione tra poesia e filosofia, costituisce il viatico per un’indagine riguardante il pensiero di Leopardi in ordine al problema politico e giuridico. Premesso, così, lo scarto esistente tra stato di natura e stato di società, si analizzano le diverse forme sociali, all’interno di un discorso che propone il confronto critico tra antichità e modernità e senza discostarsi dal disegno della storia. Nella consapevolezza di ricondurre il tema politico ad una dimensione di autenticità, in cui la ragione sia integrata dalla natura, si procede poi ad una riflessione sulle forme di governo, distinguendo tra piano teoretico e piano storico. La scientificità propria della modernità detta l’atteggiamento di fondo leopardiano nei confronti del diritto e motiva la messa in discussione dell’esistenza della legge naturale, ma anche la valutazione mitica dell’idea di giustizia. L’approccio venato da un sostanziale realismo materialistico impedisce di ricercare significati profondi nelle dinamiche giuridiche e finisce per connettere l’efficacia del diritto al mero egoismo individualistico. Si rimarcano i limiti insuperabili nel funzionamento del diritto, sia di tipo funzionale che strutturale, e si rileva la distanza del fenomeno giuridico dal mondo della natura, con quanto ne consegue su ogni eventuale aspirazione all’universalità.
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FIELD, J. V., R. LUNARDI, and T. B. SETTLE. "THE PERSPECTIVE SCHEME OF MASACCIO'S TRINITY FRESCO." Nuncius 4, no. 2 (1989): 31–118. http://dx.doi.org/10.1163/182539189x00680.

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Abstract:
Abstracttitle RIASSUNTO /title I dati utilizzati nel presente studio sono stati misurati direttamente sull'affresco utilizzando ponteggi. Abbiamo ricercato il punto centrico della prospettiva del disegno, poi, basandoci sui cassettoni della volta a botte, abbiamo calcolato che la distanza ideale per guardare la pittura corrisponde all'incirca alla larghezza della prospiciente navata laterale della chiesa. Abbiamo riscontrato numerose infrazioni alla prospettiva matematica corretta: tutto sembra intenzionale. La natura delle tecniche matematiche che abbiamo costatato essere utilizzate tende a confermare l'opinione convenzionale secondo la quale Brunelleschi diede qualche contributo a questa pittura, e, in un secondo tempo, ci sugger che la scoperta di Brunelleschi nel campo della prospettiva potrebbe essere quella dell'esistenza e delle propriet del punto centrico.
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Gloudemans, Rachelle. "Gramsci and the Graphic Novel: Gramsci’s literary criticism as a form of commemoration in 'Cena con Gramsci' by Elettra Stamboulis and Gianluca Costantini." Incontri. Rivista europea di studi italiani 34, no. 2 (January 31, 2019): 99–113. http://dx.doi.org/10.18352/incontri.10318.

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Gramsci nel graphic novelLa critica letteraria gramsciana come forma di memoria in Cena con Gramsci di Elettra Stamboulis e Gianluca CostantiniIn seguito alla crisi del comunismo e al diffondersi del revisionismo storico dagli anni Novanta in poi, Gramsci è diventato in Italia una figura chiave nel dibattito sulla ‘memoria divisa’. L’avvio di tale dibattito in Italia, a sua volta, si è trovato a coincidere con quello sul New Italian Epic e con l’introduzione del graphic novel come forma letteraria che mette in discussione i limiti della letteratura tradizionalmente intesa. Nella presente ricerca si esplora la correlazione fra i tre fenomeni attraverso l’analisi della rappresentazione della critica letteraria gramsciana in Cena con Gramsci (2012). Nella prima parte si ipotizza che questo graphic novel scritto da Elettra Stamboulis e disegnato da Gianluca Costantini presenti un’allegoria metastorica in cui Gramsci stesso − prima oppresso dal fascismo e dopo dal revisionismo storico − è rappresentato come oggetto dell’egemonia culturale. Nella seconda parte si analizzano invece le strategie narrative attraverso cui Cena con Gramsci entra in dialogo con la critica letteraria gramsciana sull’interdipendenza fra contenuto e forma, proponendo il genere del graphic novel come forma in grado di rispondere alle dinamiche socio-politiche che interessano l’Italia contemporanea. Si conclude che, grazie alla riscrittura di questi concetti della teoria gramsciana, il graphic novel di Stamboulis e Costantini può essere considerato un atto di memoria metariflessiva che critica il revisionismo storico e, nello stesso tempo, crea uno spazio culturale per la commemorazione di una figura a lungo rimasta in ombra.
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Gallo, Anna, and Sergio Leon Guerrero. "Juan María Montijano." Revista Eviterna, no. 10 (September 28, 2021): 55–66. http://dx.doi.org/10.24310/eviternare.vi10.12956.

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Abstract:
A partire da una riflessione maturata da Juan María Montijano riguardo la natura metafisica del design, intesa quale custode del reale significato degli oggetti che ci circondano, lo studio approfondisce il ‘valore immateriale dei prodotti materiali' con l’intento di invitare a porre attenzione non solo sul binomio forma-funzione ma anche sulla stratificazione intangibile che lo sostiene. Una dimensione considerata privilegiata in quanto qui si incontrano il processo progettuale e l’esperienza d’uso contribuendo entrambi a liberare gli oggetti dall’anonimato della standardizzazione e dai rischi della spersonalizzazione, dotandoli di una sorta di ‘biografia’. In questo modo le cose si trasformano in storie, linguaggi, relazioni. A supporto della tesi della ‘metafisica del disegno’, il terzo paragrafo indaga il pensiero di studiosi del Novecento – da Barthes, Baudrillard, Selle, Kopytoff, De Fusco, le cui ricerche convergono da prospettive differenti verso l’idea di una dimensione culturale del quotidiano costruita mediante i significati e i segni appartenenti alle sue componenti piccole e grandi. In tal senso anche il termine ‘patrimonio’ viene considerato nell’accezione inglese di Cultural Heritage, ovvero come giacimento attivo da continuare ad alimentare nel tempo attraverso strumenti in grado di valorizzarne i contenuti aggiornandoli e rendendoli accessibili e fruibili. Tra questi la tecnica dello storytelling, canale narrativo che pone in evidenza in particolar modo l’immateriale, ritrovando quindi nei contenitori culturali come archivi e biblioteche delle dimensioni in grado di favorire lo sviluppo di azioni strategiche finalizzate a incrementare conoscenza e cultura. Da qui la parte finale del testo è dedicata ad esaminare l’opera di valorizzazione portata avanti da Juan María Montijano per oltre quindici anni nella Biblioteca e nell’Archivio del san Carlo alle Quattro Fontane a Roma al fine di tutelare, raccontare e trasmettere nel tempo la memoria storica custodita al suo interno.
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