Dissertations / Theses on the topic 'Disciplina del tempo'

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1

Coppola, Francesca. "La dimensione soggettiva del lavoro nel tempo della persona." Doctoral thesis, Università di Siena, 2021. http://hdl.handle.net/11365/1127242.

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Abstract:
L’esaltazione dell’aspetto dicotomico del tempo, diviso tra tempo di lavoro e tempo libero, ha portato ad oscurare il lavoro riproduttivo, domestico, educativo e di assistenza, ma anche ad ignorare il lavoro di formazione scolastica e professionale; così come ha privato di rilevanza giuridica i tempi forzosamente legati al lavoro, come quelli del tragitto di percorrenza dall’abitazione al luogo di lavoro oppure i tempi dedicati al lavoro, oltre all’orario previsto, nei lavori di creatività e di responsabilità. Il tempo remunerato ha in questa dinamica rappresentato un tempo maschile per eccellenza a cui le donne si sono dovute adeguare qualora hanno voluto prendervi parte su un piano paritario. Questa impostazione, tanto nell’organizzazione del lavoro quanto nelle norme che ne regolano il funzionamento, è ancora oggi fortemente presente nel nostro sistema. Partendo da queste considerazioni, la tesi mira invece ad assumere un approccio che metta al centro il soggetto, valorizzando il concetto di tempo della persona, in una prospettiva che non sia legata unicamente alle esigenze produttive, ma che dia valore alla persona umana e alle sue relazioni in quanto tali. Soffermandosi dapprima sulla ricerca di un ancoraggio giuridico all’interno della Costituzione al tempo della persona, si è quindi posto l’accento sugli sviluppi più recenti intervenuti in ambito europeo rispetto al tema prescelto, in particolare sul fallimento dei tentativi di riscrittura della direttiva sull’orario di lavoro, sul ruolo suppletivo svolto dalla Corte di Giustizia nella reintepretazione della normativa esistente e sul risalto attribuito dalla governance europea alle questioni inerenti la cura e l’assistenza familiare. Il tema è stato poi inquadrato rispetto alla prospettiva interna all’ordinamento nazionale. Si è analizzata la normativa di riferimento in tema di orario di lavoro per sottolinearne l’approccio prevalentemente preposto alla difesa della flessibilità temporale nell’interesse del datore, che detiene un forte potere di decidere e di variare la collocazione della prestazione. Si è quindi ragionato sulla necessità, anche nella prospettiva di sostegno e valorizzazione delle iniziative applicabili in sede collettiva, di un intervento legislativo, finalizzato all’attribuzione di diritti soggettivi in favore delle lavoratrici e dei lavoratori sull’organizzazione temporale, che prevalgano sull’interesse economico dell’impresa, qualora rilevino particolari esigenze della persona legate a diritti e valori fondamentali che trovano riconoscimento giuridico costituzionale. Infine, sono state descritte e analizzate in chiave problematica le principali soluzioni giuridiche finora perseguite, e ancora ampiamente percorribili, per la realizzazione di nuovi equilibri tra la gestione efficiente dell’organizzazione dell’impresa e un maggiore autocontrollo, da parte della singola lavoratrice e del singolo lavoratore, sulla dimensione temporale della propria prestazione lavorativa.
The exaltation of the dichotomous aspect of time, divided between work and leisure time, has led to obscure reproductive, domestic, educational and assistance work, but also to ignore the work of school and professional training; just as it has deprived of legal relevance the times forcibly linked to work, such as those of the journey from home to the workplace or the time dedicated to work, in addition to the scheduled time, in creative and responsible work. In this dynamic, paid time has represented a masculine time par excellence to which women have had to adapt if they wanted to take part in it on an equal footing. This approach, both in the organization of work and in the rules that regulate its functioning, is still strongly present in our system today. Starting from these considerations, the thesis aims instead to take an approach that puts the subject at the center, enhancing the concept of time of the person, in a perspective that is not linked only to productive needs, but that gives value to the human person and his relationships as such. Dwelling first on the search for a legal anchorage within the Constitution at the time of the person, the emphasis was subsequently placed on the most recent developments in Europe with respect to the chosen theme, in particular on the failure of attempts to rewrite the directive on working hours, on the additional role played by the Court of Justice in the reinterpretation of existing legislation and on the emphasis attributed by European governance to issues relating to family care and assistance. The topic was then framed with respect to the internal perspective of the national system. The reference legislation on working hours was analyzed to underline the approach mainly aimed at defending temporal flexibility in the interest of the employer, who has a strong power to decide and vary the location of the service. It was therefore reasoned on the need, also in the perspective of support and enhancement of the initiatives applicable collectively, of a legislative intervention, aimed at attributing subjective rights in favor of workers over the temporal organization, which prevail over the interest economic activity of the company, if they detect particular needs of the person linked to fundamental rights and values ​​that find constitutional legal recognition. Finally, the main legal solutions pursued so far, and still widely practicable, for the creation of new balances between the efficient management of the organization of the company and greater self-control by the single worker and the single worker were described and analyzed in a problematic key.
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Siri, Nicole. "Narrativa e linearità: raccontare il lavoro." Doctoral thesis, Università di Siena, 2021. http://hdl.handle.net/11365/1147694.

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Abstract:
Il problema centrale che questa tesi affronta è la rappresentazione del lavoro nel romanzo. La tesi è organizzata in tre parti. La prima parte tenta di esplorare il problema da un punto di vista teorico: dopo aver indagato i due aspetti che sembrano concorrere a rendere il lavoro un tema essenzialmente anti-narrativo, vale a dire il suo carattere elementare e la sua iteratività, il primo capitolo definisce l’oggetto dell’indagine. Nel capitolo viene discussa la scelta dei romanzi operai di Zola come corpus, e viene enunciata l’osservazione da cui l’intero lavoro prende le mosse: nell’Assommoir, gli orologi e la scansione del tempo sono un tema ossessivo. Il secondo capitolo affronta un problema extra-letterario: prendendo le mosse dall’Etica protestante di Weber, ne conduce una lettura meta-psicologica, con l’obiettivo di indagare il significato del lavoro razionalizzato per l’economia libidica, e porre così le basi per un’indagine relativa all’etica capitalista in una prospettiva psicanalitica. Il terzo e ultimo capitolo della prima parte discute la teoria freudiana della letteratura di Francesco Orlando. Riflettendo sulla nozione di «ritorno del represso», mi chiedo se i contenuti che Orlando inscrive in tale categoria non siano che una parte dei contenuti possibili; se esista, nel linguaggio letterario, uno spazio per le istanze inconsce relative non all’Es ma al Super-io; e, in caso affermativo, dove vada individuato tale spazio. Il primo dei due casi di studio, relativo all’Assommoir, è organizzato in quattro capitoli. Il primo capitolo è uno studio, di carattere essenzialmente filologico, di una testimonianza relativa a un progetto incompiuto di Zola. Obiettivo del capitolo è tentare di mostrare che questo progetto fu una componente nella genesi dell’Assommoir, e che aiuta a illuminare il significato particolare che l’organizzazione del tempo assume nel romanzo. Il secondo capitolo ha un carattere di ricognizione: per meglio esplorare la peculiarità del trattamento del tempo nell’Assommoir, propongo alcune sommarie osservazioni riguardo il trattamento del tempo in un campione di grandi romanzi del canone ottocentesco. Il terzo capitolo propone una sistematica rassegna del trattamento del tempo nell’Assommoir, con relativo commento. Il quarto e ultimo capitolo cerca di tirare le fila dei problemi aperti nel capitolo precedente, proponendo un’interpretazione di carattere generale relativa al significato della scansione ritmica del tempo nel capolavoro zoliano. La terza parte, infine, relativa a Germinal, è organizzata in due capitoli. Il primo propone una rassegna del trattamento del tempo nel romanzo, riflettendo sui due elementi che intervengono a complicare la sua struttura rispetto all’Assommoir: da un lato Étienne, che ha uno sguardo straniato sul lavoro in maniera e la disciplina che impone, e dall’altro la rappresentazione della borghesia, che spiega il costante ricorso, all’interno del romanzo, all’analessi. Il secondo capitolo propone un’interpretazione della quarta parte di Germinal, in cui si racconta il tempo immobile del non-lavoro, all’interno della prospettiva teorica che questa tesi tenta di delineare.
The problem addressed in this thesis is the representation of labour in the novel. The thesis is organized into three parts. The first, divided in three chapters, explores the issue from a theoretical perspective. The first chapter defines the object of investigation; it discusses the corpus and states the observation on which the entire work is based: in the Assommoir, clocks and time-discipline are an obsessive theme. The second chapter conducts a meta-psychological reading of Weber's Protestant Ethic, analyzing capitalist ethics from a psychoanalytic perspective. The third chapter discusses Francesco Orlando’s notion of «return of the repressed», and asks whether it is possible to recognize, in the literary language, mechanisms that express the instances of the Super-ego. The second part, about the Assommoir, is organized in four chapters. The first is a study of an unaccomplished project of Zola; its goal is to show that this project was a component in the genesis of the Assommoir, and that it can help clarify the meaning of the organization of time within the novel. In order to better explore the peculiarities of the treatment of time in the Assommoir, in the second chapter I put forward some brief observations regarding a sample of novels from the 19th-century canon. The third chapter proposes a systematic review of the treatment of time in the Assommoir, with comment. The fourth and last chapter draws some general conclusions, interpreting the meaning of the rhythmic articulation of time in Zola's masterpiece. The third part analyses the treatment of time in Germinal and the fourth part of the novel, devoted to the motionless time of non-labour.
La thèse, organisée en trois parties, est consacrée au problème de la représentation du travail dans le roman. La première partie, en trois chapitres, aborde l’enjeu d’un point de vue théorique. Le premier chapitre définit la problématique et discute le choix des romans ouvriers de Zola en tant que corpus. J’énonce l’observation qui oriente la thèse entière: dans L’Assommoir, la discipline du temps est un thème obsédant. Le deuxième chapitre mène une lecture méta-psychologique de l’Ethique protestante de Weber, visant à théoriser l’éthique capitaliste par rapport à l’économie libidinale. Le troisième chapitre discute la catégorie de «retour du refoulé» de Francesco Orlando, et se demande s’il est possible d’identifier, dans le langage littéraire, des mécanismes qui véhiculent les instances du Surmoi. Le premier étude de cas en quatre chapitres, est consacré à l’Assommoir. D’abord, une étude philologique d’un projet inachevé de Zola vise à démontrer que ce projet joua un rôle non négligeable dans la genèse de L’Assommoir, et que son analyse aide à l’interprétation des indications temporelles dans L’Assommoir. Le deuxième chapitre explore les indications temporelles dans un nombre de romans du XIX siècle, afin de mettre en avant la particularité de Zola parmi ses modèles. Le troisième chapitre consiste dans l’analyse et commentaire systématiques des indications temporelles dans l’Assommoir. Le quatrième chapitre interprète globalement la scansion rythmique du temps dans l’Assommoir. La troisième partie de la thèse analyse les indications temporelles dans Germinal et propose une interprétation de la quatrième partie du roman, qui représente le temps immobile de la grève.
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TRESOLDI, Federico. "Irreversibilità quantistica : un'analisi del ruolo del tempo in meccanica quantistica." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2008. http://hdl.handle.net/10446/41.

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Cositore, Francesco <1997&gt. "“Una sintesi dello spazio-tempo”: una ricerca etnolinguistica sull’uso e sulla percezione dei proverbi in dialetto a Gioia del Colle." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19831.

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Abstract:
Il presente lavoro nasce con lo scopo di indagare il proverbio in un’ottica eminentemente antropologica, pur senza trascurare però la componente linguistica e quella retorica, il cui ruolo è fondamentale nel tentativo di definire uno degli elementi più sfuggenti delle tradizioni orali. L’analisi farà riferimento in particolare al contesto di Gioia del Colle, la città pugliese in cui si è svolta la ricerca sul campo. La prima parte di questo scritto sarà dunque dedicata all’inquadramento teorico, cioè al tentativo di indagare cosa sia realmente un proverbio e quali siano le sue caratteristiche che lo rendono riconoscibile in quanto tale. Seguirà poi una presentazione del campo da diverse prospettive, con riguardo soprattutto a dimensioni quali quella storico-geografica, economica, sociale e linguistica. Si approfondirà, inoltre, il posizionamento dell’autore della presente ricerca rispetto al campo, illustrandone anche i metodi di preparazione e di svolgimento della ricerca stessa. Infine, ampio spazio sarà ovviamente concesso all’elencazione e all’analisi approfondita di tutti i proverbi in dialetto raccolti sul campo, che saranno suddivisi in gruppi secondo criteri solo parzialmente basati sulla proposta del Questionario dell’Atlante Paremiologico Italiano (QAPI). Questa operazione fornirà infine lo spunto per osservazioni di carattere etnografico non solo sul contenuto dei proverbi, ma soprattutto sul loro uso e sulla loro percezione da parte dei parlanti gioiesi.
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Sandrin, Nicolo' <1988&gt. "Forme di governance dei teatri nell’area veneta al “tempo della crisi”." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2429.

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Abstract:
La tesi ha il compito di affrontare lo studio di alcune forme di gestione dei teatri Veneti per analizzarne le caratteristiche (risorse umane, modus operandi, risultati gestionali), compararle e sottolineare come la forma di governance non sia la stessa per i diversi teatri. Dopo una breve introduzione e una literature review sull’argomento si è deciso di analizzare teatri, volutamente molto distanti tra di loro presentando un quadro generale variegato per contenuti offerti, forme di gestione, volume economico e tipologia: Teatro Russolo di Portogruaro, Lo Stabile del Veneto, la Teatri SpA e il Pascutto di Santo Stino di Livenza. E’ stata inoltre posta attenzione anche ad ARTEVEN (Associazione Regionale per la promozione e la diffusione del teatro e della cultura nelle comunità venete). Ove possibile, a seconda della disponibilità dei dati offerti dalle segreterie dei singoli Teatri, si è deciso di approfondire lo storico delle stagioni offerte negli ultimi anni e di effettuare un’analisi dei dati di bilancio. Il tutto è stato svolto tenendo sempre presente la continua riduzione di finanziamenti e la costante difficoltà e incertezza che il Teatro Italiano sta affrontando negli ultimi anni a causa della crisi economica in corso.
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Boscariol, Lorenzo <1990&gt. "Maṇḍala. Il tessuto relazionale di un Tempio induista a Catania." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20983.

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Abstract:
L'elaborato cercherà di descrivere quelle che sono le dinamiche relazionali che hanno determinato la nascita di un tempio induista della città di Catania e che ne sostengono l'attività (rituale e non).
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Querzoli, Caterina <1996&gt. "Organizzare uno spettacolo dal vivo: dal progetto alla realizzazione Caso studio: la rassegna Tempo d'estate in Castello." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18354.

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Abstract:
Questo elaborato si pone l'obiettivo di diventare una guida per la realizzazione di uno spettacolo dal vivo. Questa tesi parte dal presupposto che l’organizzazione di uno spettacolo dal vivo, di qualsiasi genere, può essere considerata come un progetto. Per descrivere un progetto, grande o piccolo che sia, semplice o complesso, bisogna senza dubbio considerarne ogni sua fase. Prendendo in esame la rassegna Tempo d'estate in Castello, una rassegna di 6 spettacoli che la studentessa ha seguito personalmente durante il mese di agosto 2020, la tesi affronta ogni fase di progettazione che hanno portato alla realizzazione dello spettacolo che vede come ente organizzatore il Teatro Comunale di Ferrara. Dall'analisi degli adempimenti preliminari che caratterizzano il progetto come la scelta degli artisti, i contratti, la siae...alla descrizione del luogo dello spettacolo, il Castello estense, si analizzano le problematiche che sono state affrontante nel realizzare un evento all'aperto durante il periodo covid-19. La fase di promozione e di comunicazione dell’evento è un elemento chiave da non sottovalutare, importante durante la progettazione. Se non viene impostata una buona promozione attuando un’efficace comunicazione, questo può pregiudicare la riuscita dell’evento poiché potrebbe causare la scarsa partecipazione di pubblico. Si arriva alla conclusione che senza comunicazione quindi non si ha pubblico, elemento che concretizza uno spettacolo dal vivo.
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Guevara, Álvarez Óscar E. "Análisis del proceso de enseñanza aprendizaje de la Disciplina Proyecto Arquitectónico, en la carrera de Arquitectura, en el contexto del aula." Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2013. http://hdl.handle.net/10803/116191.

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Abstract:
Analizar el proceso de enseñanza aprendizaje de la disciplina Proyecto Arquitectónico en el contexto del aula, implica relacionar dos polos de un mismo cuerpo: el modo de actuación esencial del arquitecto, proyectar, y su enseñanza. Por esa razón, la presente investigación responde a la siguiente pregunta científica: ¿cómo contribuyen las acciones que se realizan en el aula, a que los estudiantes lleguen a dominar las habilidades y competencias del proceso proyectual? Una de las contribuciones fundamental del trabajo está relacionada con el análisis del proceso proyectual. El esfuerzo dirigido a distinguir, caracterizar y comprender su estructura significa contestar ¿qué es el proceso proyectual?, ¿qué se hace cuando se proyecta en arquitectura? y ¿cómo se piensa el proyecto arquitectónico? Responder a lo anterior conduce a afirmar que el Proceso Proyectual tiene una estructura que lo caracteriza, que posee propiedades que garantizan su regularidad por encima de las manifestaciones particulares del objeto proyectado, del cometido de proyecto, su contexto, la intervención del proyectista, o de las variaciones casuísticas de la época en que puede verse envuelto cada proceso. En consecuencia, en el trabajo se llega a distinguir las diferentes fases que integran el proceso; pero, sobre todo, el énfasis teórico se produce en el análisis de las actividades que conforman dichas fases, ya que son estas actividades la expresión última del proceso. Otro resultado significativo de la investigación es la elaboración de un modelo que refleje la teoría y estructura esencial del proceso proyectual. Cumplir con este propósito hace posible estudiar y profundizar la naturaleza del proceso, anclar una teoría relativa a su razonamiento y aplicar a la enseñanza aprendizaje las características inmanentes de dicho proceso. El trabajo se dirige, además, hacia la dimensión formativa, desplazando la atención a la arquitectura desde la academia, con el propósito de inferir alguna concepción pedagógica que sustente la preparación del futuro arquitecto. La trayectoria de la tesis llega a su punto central cuando el Proyecto Arquitectónico se estudia desde la docencia, con la intención de reconstruir el pensamiento colectivo de los profesores de arquitectura. Para ello se contó con el instrumental teórico de la Didáctica General, básicamente las categorías de esta ciencia. ¿Qué situaciones del proceso proyectual imprimen características particulares a su enseñanza?, ¿existen momentos claves de aprendizaje del proceso proyectual?, ¿cuáles son sus características?, ¿en qué estriban las dificultades didácticas? Estas interrogantes son las más representativas del proceso de enseñanza aprendizaje de Proyecto Arquitectónico y devienen vías para conocer qué sucede en el aula: ¿enseñan los docentes a proyectar, aprenden los estudiantes esta competencia profesional y, más que todo, dónde radican los problemas? A partir de los resultados obtenidos en el marco aplicado de la investigación, se puede concluir que no existe actualmente un enfoque didáctico científico aplicado al proceso de enseñanza aprendizaje del proyecto arquitectónico Del análisis efectuado se infiere que la preparación del estudiante de arquitectura se aleja sensiblemente de las aspiraciones genuinas de una formación profesional eficaz e integral, lo que pone al descubierto la necesidad, cada vez más apremiante, de la capacitación didáctica de los profesionales de la docencia universitaria de esta carrera.
Analyze the process of learning of Architectural discipline in the classroom context, involves relating two poles of the same body: essential mode of action of the architect, designing, and teaching. For that reason, this research answers the scientific question: How contributing actions carried out in the classroom, students become proficient in the skills and competencies of the design process? One of the key contributions of the work is related to the analysis of the design process. The effort to differentiate, characterize and understand its structure means answering what is the design process, what is done when projecting in architecture and how you think the architectural project? Responding to the above leads to the assertion that the design process has a structure that characterizes it, which has an essential property that guarantees regular over the particular manifestations of the projected object, the role of project, its context, intervention designer, or variations casuistry of the time when each process may be involved. Consequently, in the paper comes to distinguish the different phases making up the process, but above all, the theoretical emphasis occurs in the analysis of the activities making up these phases, since these are the ultimate expression of the process. Another significant finding of the research is the development of a model that reflects the essential structure of the theory and design process. Fulfill this purpose makes it possible to study and deepen the nature of the process, anchoring a theory on its reasoning, and apply to teaching and learning inherent characteristics of this process. The work goes further towards formative dimension, shifting the focus to architecture from the academy, in order to infer a pedagogical approach that supports professional training in architecture. The path of the thesis reaches its center when the architectural project is studied from teaching, in order to reconstruct the collective thinking of the professors of architecture. To do this, we had the theoretical tools of the General Teaching (Didactic) basically categories of this science. What basic situations of the design process should be reflected in the teaching of this discipline? Demand the design process for learning key moments? What are its characteristics? What difficulties have didactic design process? These questions are the most representative of the teaching-learning process of architectural design and make way for understanding what happens in the classroom: teachers teach to project, students learn this professional competence, what are the problems? From the results obtained in the framework of applied research, it can be concluded that there is currently no scientific approach of teaching process of architectural design. From the analysis conducted is inferred that the architecture student preparation significantly away from the genuine aspirations of an effective and comprehensive training, what exposes the need, increasingly urgent, of a didactic training for professionals university education in architecture.
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REGGI, MASSIMILIANO. "Il tempo lungo della violenza. Etnografia della salute mentale in Somalia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/50595.

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Abstract:
Dal 2008, in testa all'indice dei cosiddetti “failed states” la Somalia riveste un ruolo di primo piano a livello massmediatico quando si parli di guerre civili, violenza, terrorismo, devastazione, tribalismo, perdita di speranze. La clessidra del tempo contemporaneo somalo ha subito una fortissima scossa nel 1991 in seguito al crollo dell'allora Repubblica Democratica Somala e i conseguenti conflitti che, in molte aree dell'ex-Stato Somalo, perdurano. Per alcuni quella frattura storica collettiva ha segnato anche il tempo del proprio fermarsi, bloccati dal peso della sofferenza in una condizione di riconosciuto disagio mentale. Molti, siano essi rifugiati in paesi terzi o rimasti in Somalia, hanno fatto esperienza di atrocità “letteralmente di là dall’immaginazione per la maggior parte delle persone”(Malkki,1995). Ciononostante non hanno bisogno di attenzione “psichiatrica” oppure non manifestano alcun quadro clinico ascrivibile alle narrative dominanti della memoria traumatica oppure, ancora, non sono inquadrabili in un quadro nosologico internazionalmente riconosciuto. L'attenzione, poca, al tema della salute mentale in Somalia si è concentrata su queste dimensioni essenzializzandolo e riducendolo a un rapporto tra l'individuo e il proprio passato (“traumatico”) o tra il primo e la violenza (intesa come atto di rottura comprensibile a uno sguardo occidentale). Con questo lavoro si mostrerà come sia necessario affrancarsi da approcci medicalizzanti dell'esperienza di guerra (Almedon et al., 2004) per dare senso, attraverso il lavoro etnografico, all'articolazione tra biografie individuali e dinamiche sociali nel quadro delle trasformazioni in corso nella società Somala contemporanea. Portando al centro del discorso l'esperienza di sofferenza delle famiglie e la comprensione locale delle forme di disagio mentale, ci chiederemo inoltre se alcune di queste manifestazioni ci aiutino a comprendere le modalità in cui la violenza muta forma e se ci dicano qualcosa delle sfide verso il futuro di cui molti, soprattutto giovani, fanno esperienza.
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Beccarini, V. "PER UNA ETNOGRAFIA ¿MULTIPARTECIPATA¿ DELLA MAZURKA KLANDESTINA:CULTURA POPOLARE, SENSO DEI LUOGHI E INTIMITÀ AI TEMPI DEI SOCIAL NETWORK." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/324536.

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Abstract:
La tesi è basata su una ricerca etnografica condotta tra il 2012 e il 2014 su Mazurka Klandestina, una comunità di danzatori nata a Milano nel 2008 che, dopo essersi diffusa rapidamente attraverso i social network in molte città italiane, ha dato vita a una rete estesa su tutto il territorio nazionale. Milano, Roma, Torino, Venezia, Firenze, Genova, Napoli: spazi urbani solitamente deputati ad altri usi si trasformano per un’intera notte in ‘piste da ballo’ che accolgono a ogni appuntamento centinaia di persone accomunate dalla passione per la mazurka e altre danze popolari francesi. La peculiarità dell’oggetto di indagine – il suo prendere forma da un lato attraverso le numerose e spesso accese discussioni sul gruppo Facebook, dall’altro mediante incontri del tutto reali ed estremamente ‘ravvicinati’ – ha richiesto di adottare una metodologia multisituata e ‘multipartecipata’ tra terreno virtuale e terreno tradizionale. L’esperienza della piazza – sensorialmente connotata – e quella dell’arena virtuale – decisamente più logo-centrica – non sono tuttavia da intendersi come due dimensioni separate, ma vanno intese piuttosto come una ‘online-offline choreography’ (Molnàr 2014): se le performance dal vivo manifestano i tratti dell’esperienza rituale (liminarità, sospensione dei ruoli sociali, costruzione di un repertorio simbolico condiviso), la «web communitas» (Milicia 2014: 282), grazie all’estrema mobilità dei nuovi dispositivi informatici, consente di prolungare l’effervescenza creativa oltre i limiti dello ‘spazio rituale’, trascinandola nella vita quotidiana dei singoli partecipanti. Con l'intento di tracciare un profilo quanto più possibile esaustivo di un fenomeno complesso e multisfaccettato come Mazurka Klandestina, sono state individuate tre diverse forme di riappropriazione. La prima riguarda gli spazi pubblici della città: i ritrovi klandestini sono innanzitutto espressione del desiderio da parte di un numero sempre crescente di cittadini di restituire alla piazza la propria funzione di agorà, di collettrice di incontri. Una seconda forma di riappropriazione riguarda il potenziale comunicativo e conoscitivo del corpo: l’esperienza di Mazurka Klandestina e l’intensa sensualità delle sue danze possono essere lette come un tentativo di riappropriarsi dell’intimità per farne una risorsa, uno strumento per conoscere ed entrare in comunicazione con l’Altro. Un’ultima forma di riappropriazione messa in atto da Mazurka Klandestina riguarda, in termini generali, il senso da attribuire a ciò che viene comunemente definito ‘tradizione’. Entrare a far parte di questa comunità significa anche fare esperienza diretta e non esclusiva di entrambi i termini delle dicotomie in cui storicamente si scinde l’ambito del folklore: riscoprire un repertorio musicale e coreutico di ispirazione tradizionale e calarlo negli spazi urbanizzati di una grande città; praticare forme di socialità spontanea, che nascono però dal ricorso alla mediazione tecnologica.
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SETTINERI, DARIA. "Migranti, storie di vita, relazioni. Un'etnografia di un quartiere di Palermo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/53132.

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Abstract:
Questo lavoro nasce dalla ricerca etnografica condotta a Palermo, nel quartiere dell'Albergheria all'interno del mercato di Ballarò, tra migranti senza documenti. Esso si focalizza precipuamente su due piani: tempo e spazio, utilizzati come costanti di un discorso apparentemente discontinuo ma che mi hanno permesso di indagare, partendo da una visione reticolare di queste due misure, il posizionamento del sé, la costruzione della propria soggettività, la negoziazione della propria presenza in un'area complessa, legata a dinamiche riconducibili a cosmologie criminali e mafiose ma anche a focolai di legalità che lottano per essere riconosciuti nel territorio. La popolazione storica del quartiere, particolarmente vulnerabile per le difficoltà ad accedere alle risorse della città, vive la medesima condizione di quella migrante utilizzando anche le medesime strategie di sopravvivenza.
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CAROSELLI, SERENA. "Percorsi attraverso i confini: un'etnografia delle esperienze delle donne richiedenti protezione internazionale e asilo tra Bolzano e il Brennero." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1009370.

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Abstract:
This research aims to describe and monitor migration of women seeking international protection and asylum to show the forms of mobility they involve across the border area and the effects of time lived in contact with the asylum and reception devices . The context in which the observation is located is that of the Brenner border and the Autonomous Province of Bolzano: these places are affected by "secondary movements" both from the countries of northern Europe and from the regions within Italy. The reading keys that support the analysis will be foreseen: the first is the one that reads in the peculiar configuration of the recognition system present in Bolzano a category device towards women particularly excluded and ambiguous. The second is that which considers the dimension of time - individual, relational and institutional - as a productive element of surveillance in the experience of research subjects.
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Swersky, Liz. "Developing Skills for Successful Learning." Saechsische Landesbibliothek- Staats- und Universitaetsbibliothek Dresden, 2012. http://nbn-resolving.de/urn:nbn:de:bsz:14-qucosa-83124.

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ALILI, IMER. "L’insegnamento della lingua, letteratura e cultura italiana all’estero: l’esperienza nella Repubblica di Macedonia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2015. http://hdl.handle.net/2108/189882.

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Abstract:
Teaching italian language, literature and culture abroad: the experience in the Republic of Macedonia (FYROM) by Imer ALILI. // In this dissertation we wanted to summarize, briefly, an empirical and analytical study on the current state of general education and the teaching tools available to teachers of all levels of teaching, to move us forward in the direction of a possible revision and rebuilding the educational system, like the humanistic values of which the various disciplines should be impregnated to comprehend the current conditions of reality evolved in this digital age, now on a global scale. It would be desirable to look at the past, not as it has been addressed so far, but by taking on a cautious and calm ratio, aimed at an enriching perspective in the public education system, which can be achieved by overcoming the innate and primordial tendency to refute a priori others’ theses without first considering them and examining the possibilities for their concretization. For the future of new generations, we should not avoid to convey those basic concepts on which we have been forged, but, instead, be willing to draw on the past with venerable approval, if nothing else, for the experience accumulated by our predecessors. And, for that past-present-future time-frame, the art of teaching - aligned with a necessary empathic remark - has the ultimate goal of an indispensable mission that pedagogues will have to be able to reproduce, based on the objective of reconsidering - for an appropriate, targeted and attentive training - the human-nature relationship, as an inseparable dualism belonging to all humanity, richness in diversity, to redress a serious and fruitful reflection on our future as well as an attempt to mitigate the anxieties and uncertainties dominating these actual times.
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Pirrupato, Maria Saverina. "Nuovi profili del contratto e nuove aree della responsabilità a tutela della persona : la disciplina della responsabilità del prestatore di servizi turistici e di quelli connessi alle cc.dd. attività del tempo libero." Thesis, 2007. http://hdl.handle.net/10955/278.

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CORDOVA, GIOVANNI AMEDEO. "Il tempo nuovo. Giovani tunisini e germinazione di nuove soggettività politiche." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1355005.

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Abstract:
L’obiettivo di questa ricerca è stato (rin)tracciare processi di soggettivazione politica, tutt’oggi in fieri, maturati nella stagione post-rivoluzionaria articolando economie morali e formule di espressione critica non inquadrabili nei canali e nelle espressioni consuete della politica. In altri termini, mi soffermerò su discorsività e pratiche che, con vari gradi di consapevolezza e intenzione tra gli attori sociali che le esprimono, ambiscono a costituire sperimentazioni critiche e inaugurali di un nuovo ordine delle cose nella Tunisia contemporanea e post-rivoluzionaria. Dato che questa modalità di soggettivazione mobilita una riformulazione di se stessi e dei rapporti sociali, le attribuisco uno statuto propriamente politico. Credo che questa operazione, nei limiti della sua presente realizzazione, sia oltremodo necessaria, essendo riferita a un’area del mondo tradizionalmente inchiodata, tanto nel discorso scientifico quanto in quello mediatico e politico, ad atavico conservatorismo e impermeabilità al mutamento. Con soggettivazione politica intendo un processo di trasformazione del Sé recante una prospettiva interpretativa sulla realtà di cui il soggetto fa pienamente parte, segnando così il ‘passaggio al politico’ (Bayart et al, 2008). Seguendo Vacchiano (2019), credo che tale processo di soggettivazione sancisca la transizione dalla condizione di assoggettamento al potere (o ai poteri) all’assunzione di responsabilità personale e agentività in seno alla propria comunità politica (Fischer, 2007). Dopo un inquadramento della ricerca nel contesto politico ed economico tunisino contemporaneo, ripercorrendo le retoriche, prima sviluppiste e in seguito liberali che ne hanno impregnato la storia recente, così come i vecchi e nuovi cicli di contestazione (Primavera del 2011 compresa), pervengo a una problematizzazione insieme storico-etnografica ed epistemologica della categoria di ‘gioventù’, con particolare attenzione all’area maghrebina. I contesti familiare, educativo e professionale sono così esaminati in quanto esemplificazione dei concatenamenti dell’esclusione sociale cui una quota sempre maggiore di giovani tunisini va incontro oggi, sullo sfondo di una crisi economico-sociale che non accenna a demordere. Successivamente troverà spazio l’etnografia di forme contro-egemoniche fluide, parziali, contraddittorie e caotiche, che ho colto in pratiche sociali e retoriche all’opera nella quotidianità di buona parte dei giovani tunisini che ho frequentato nel corso della ricerca in Tunisia. Si tratta di esperienze che originano dalla condivisione di condizioni di ingiustizia sociale, deprivazione e umiliazione e che purtuttavia non si fanno incasellare entro chiari linguaggi politici. Infine sarà l’Islam a costituire il focus della scrittura etnografica. Dopo la Rivoluzione, la Tunisia, unanimemente considerata Paese esemplare nella gestione secolare e ‘moderna’ dei rapporti tra politica e religione, ha conosciuto una reviviscenza religiosa notevole, la cui tangibile espressione è data dall’espressione di simboli identitari in uno spazio pubblico precedentemente desertificato. Per questo motivo, pur essendo consacrata a un preciso capitolo, la religione attraversa tutta la tesi dal momento che le attribuisco statuto di fatto sociale totale. I giovani tunisini recentemente convertiti a forme più accentuate di religiosità, che verranno presentati nel quarto capitolo della tesi, non sono eccentrici e anacronistici barbuti retrogradi o tutt’al più folkloristici, tesi a scivolare in declinazioni patologiche del sacro, ma attori sociali che aderiscono razionalmente a una discorsività il cui potere di fascinazione risiede nella messa in causa delle ideologie universaliste chiamate a sanzionare l’accesso alla modernità (Laouari, 1987).
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BULGINI, Giulia. "Il progetto pedagogico della Rai: la televisione di Stato nei primi vent’anni. Il caso de ‹‹L’Approdo››." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251123.

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Abstract:
Non c’è dubbio sul fatto che la RAI, dal 1954 a oggi, abbia contribuito in misura considerevole a determinare la fisionomia dell’immaginario collettivo e dell’identità culturale dell’Italia. Si tratta di un assunto che, a distanza di più di sessant’anni, resta sempre di grande attualità, per chi si occupa della questione televisiva (e non solo). Ma a differenza di quanto avveniva nel passato, quando la tv appariva più preoccupata dei reali interessi dei cittadini, oggi essa sembra rispondere prevalentemente a dinamiche di mercato, in grado di alterarne la funzione etica e sociale. E nonostante il livello di istruzione e di benessere economico si siano evidentemente alzati, in questi ultimi anni si è assistito a programmi di sempre più bassa qualità e in controtendenza a un incremento del potere modellante e suggestivo sull’immaginario dei telespettatori. C’è di più: l’interesse verso la tv ha coinvolto anche gli storici dell’epoca contemporanea, i quali hanno iniziato a prendere coscienza che le produzioni audiovisive sono strumenti imprescindibili per la ricerca. Se si pensa ad esempio al ‹‹boom economico›› del Paese, negli anni Cinquanta e Sessanta, non si può non considerare che la tv, insieme agli altri media, abbia contributo a raccontare e allo stesso tempo ad accelerare i progressi economici e sociali di quell’epoca. Partendo, dunque, dal presupposto che la televisione da sempre esercita un potere decisivo sulla collettività, si è scelto di concentrarsi sulla fase meno indagata della sua storia, quella della televisione delle origini: ‹‹migliore›› perché senza competitor, ‹‹autentica›› perché incontestabile e soprattutto ‹‹pedagogica›› perché è di istruzione e di formazione che, quell’Italia appena uscita dalla guerra, aveva più urgenza. La storia della televisione italiana inizia il 3 gennaio 1954, con la nascita del servizio pubblico televisivo e insieme di un mezzo che, di lì a poco, avrebbe completamente rivoluzionato la società italiana, trasformandola in una civiltà di massa. Si accorciano le distanze territoriali e insieme culturali e la società inizia a omologarsi nei gusti, poi nei consumi e infine nel pensiero. Il punto d’arrivo si colloca negli anni Settanta, quando ha termine il monopolio della RAI, che fino a quel momento era stato visto come il garante del pluralismo culturale. La RAI passa dal controllo governativo a quello parlamentare, mentre si assiste al boom delle televisioni private e alla necessità della tv di Stato di stare al passo con la concorrenza, attraverso una produzione diversa da quella degli esordi. Dunque cambia la tv, come pure cambia la sua funzione e la forma mentis di chi ne detiene le redini. Ne risulta un’indagine trasversale, che passa nel mezzo di molteplici discipline che afferiscono alla materia televisiva e che non evita di porsi quelle domande scomode, necessarie tuttavia a comprendere la verità sugli artefici della prima RAI e sui loro obiettivi. E allora: qual era il valore attribuito alla televisione degli esordi? Era davvero uno strumento pedagogico? Sulla base di quali presupposti? Chi scriveva i palinsesti di quegli anni? Chi e perché sceglieva temi e format televisivi? Chi decideva, in ultima analisi, la forma da dare all’identità culturale nazionale attraverso questo nuovo apparecchio? Il metodo di ricerca si è articolato su tre distinte fasi di lavoro. In primis si è puntato a individuare e raccogliere bibliografia, sitografia, studi e materiale bibliografico reperibile a livello nazionale e internazionale sulla storia della televisione italiana e sulla sua programmazione nel primo ventennio. In particolare sono stati presi in esame i programmi scolastici ed educativi (Telescuola, Non è mai troppo tardi), la Tv dei Ragazzi e i programmi divulgativi culturali. Successivamente si è resa necessaria una definizione degli elementi per l’analisi dei programmi presi in esame, operazione resa possibile grazie alla consultazione del Catalogo multimediale della Rai. In questa seconda parte della ricerca si è voluto puntare i riflettori su ‹‹L’Approdo››, la storia, le peculiarità e gli obiettivi di quella che a ragione potrebbe essere definita una vera e propria impresa culturale, declinata in tutte le sue forme: radiofonica, di rivista cartacea e televisiva. In ultimo, sulla base dell’analisi dei materiali d’archivio, sono state realizzate interviste e ricerche all’interno dei palazzi della Rai per constatare la fondatezza e l’attendibilità dell’ipotesi relativa agli obiettivi educativi sottesi ai format televisivi presi in esame. Le conclusioni di questa ricerca hanno portato a sostenere che la tv delle origini, con tutti i suoi limiti, era uno strumento pedagogico e di coesione sociale. E se ciò appare come un aspetto ampiamente verificabile, oltreché evidente, qualora si voglia prendere in esame la televisione scolastica ed educativa di quegli anni, meno scontato risulta invece dimostrarlo se si decide – come si è fatto – di prendere in esame un programma divulgativo culturale come ‹‹L’Approdo››, che rientra nell’esperienza televisiva definita di ‹‹educazione permanente››. Ripercorrere la storia della trasmissione culturale più longeva della tv italiana degli esordi, per avvalorarne la funzione educativa, si è rivelata una strada interessante da battere, per quanto innegabilmente controversa, proprio per il principale intento insito nella trasmissione: diffondere la cultura ‹‹alta›› a milioni di telespettatori che erano praticamente digiuni della materia. Un obiettivo che alla fine della disamina si è rivelato centrato, grazie alla qualità della trasmissione, al suo autorevole e prestigioso groupe d'intellectuels, agli ascolti registrati dal ‹‹Servizio Opinioni›› e alla potenzialità divulgativa e penetrante della tv, nel suo saper trasmettere qualunque tematica, anche quelle artistiche e letterarie. Dunque se la prima conclusione di questo studio induce a considerare che la tv del primo ventennio era pedagogica, la seconda è che ‹‹L’Approdo›› tv di questa televisione fu un’espressione felice. ‹‹L’Approdo›› conserva ancora oggi un fascino innegabile, non foss’altro per la tenacia con la quale i letterati difesero l’idea stessa della cultura classica dal trionfo lento e inesorabile della società mediatica. Come pure appare ammirevole e lungimirante il tentativo, mai azzardato prima, di far incontrare la cultura con i nuovi media. Si potrebbe dire che ‹‹L’Approdo›› oggi rappresenti una rubrica del passato di inimmaginata modernità e, nel contempo, una memoria storica, lunga più di trent’anni, che proietta nel futuro la ricerca storica grazie al suo repertorio eccezionale di immagini e fatti che parlano di arte, di letteratura, di cultura, di editoria e di società e che raccontano il nostro Paese e la sua identità culturale, la stessa che la televisione da sempre contribuisce a riflettere e a delineare. Lo studio è partito da un’accurata analisi delle fonti, focalizzando l’attenzione, in primo luogo, sugli ‹‹Annuari della Rai›› (che contengono le Relazioni del Cda Rai, le Relazioni del Collegio Sindacale, i Bilanci dell’Esercizio e gli Estratti del Verbale dell’Assemblea Ordinaria). Altre fonti prese in esame sono gli stati gli opuscoli di ‹‹Servizio Opinioni››, le pubblicazioni relative a studi e ricerche in materia di televisione e pedagogia e le riviste edite dalla Rai Eri: ‹‹Radiocorriere tv››, ‹‹L’Approdo Letterario››, ‹‹Notizie Rai››, ‹‹La nostra RAI››, ‹‹Video››. Negli ultimi anni la Rai ha messo a disposizione del pubblico una cospicua varietà di video trasmessi dalle origini a oggi (www.techeaperte.it): si tratta del Catalogo Multimediale della Rai, che si è rivelato fondamentale al fine della realizzazione della presente ricerca. Altre sedi indispensabili per la realizzazione di questa ricerca si sono rivelate le due Biblioteche romane della Rai di Viale Mazzini e di via Teulada.
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