Dissertations / Theses on the topic 'DisA protein'
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Reboulet, James Christopher. "DIS1 AND DIS2 PLAY A ROLE IN TROPISMS IN ARABIDOPSIS THALIANA." Miami University / OhioLINK, 2008. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=miami1219090430.
Full textSoliman, Ismail Faied Mohamed. "Characterization of FATZ-3 protein and its interaction with PDZ containing proteins." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2007. http://hdl.handle.net/11384/85980.
Full textChi, Celestine. "Post-synaptic Density Disc Large Zo-1 (PDZ) Domains : From Folding and Binding to Drug Targeting." Doctoral thesis, Uppsala universitet, Institutionen för medicinsk biokemi och mikrobiologi, 2010. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:uu:diva-126129.
Full textGardin, Chiara. "Interaction between fatz and myotilin families and enigma family proteins at the sarcomeric Z-DISC." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426618.
Full textIl disco-Z del muscolo striato è una struttura molecolare altamente specializzata a livello della quale si instaurano numerose interazioni proteina-proteina. Il disco-Z delinea il confine dei singoli sarcomeri, fornendo un punto di ancoraggio per i filamenti sottili di actina; il loro scorrimento sui filamenti spessi di miosina produce la forza meccanica responsabile della contrazione. Uno dei ruoli chiave del disco-Z, dunque, è quello di trasmettere la tensione generata dalla struttura seriale dei sarcomeri lungo le miofibrille e, di conseguenza, lungo tutto il muscolo. Al di là di un evidente significato strutturale, negli ultimi anni sta diventando sempre più consistente l’ipotesi di un suo coinvolgimento anche nella percezione e nella trasmissione di segnali. L’importanza delle interazioni tra le proteine del disco-Z è indicata dal fatto che mutazioni in molte di queste proteine possono risultare in distrofie muscolari e/o cardiomiopatie sia in uomo sia in topo. Una più ampia conoscenza delle interazioni che si articolano a livello del disco-Z e, in generale, degli eventi che le regolano, aiuterebbe a chiarire la biologia del disco-Z e l’insorgenza di eventuali patologie associate. Il mio progetto di Dottorato è stato incentrato su due gruppi di proteine sarcomeriche e sulle loro interazioni: le proteine delle famiglie FATZ e miotilina da un lato, e alcune proteine appartenenti alla famiglia enigma dall’altro. Questo lavoro ha portato all’identificazione di un’interazione specifica tra i domini PDZ delle proteine della famiglia enigma e gli ultimi cinque residui aminoacidici presenti nelle proteine delle famiglie FATZ e miotilina. Il lavoro di questa tesi fa parte di un progetto più ampio che coinvolge i gruppi coordinati dalla Dr.ssa G. Faulkner dell’ICGEB, Trieste, e il Prof. O. Carpen dell’Università di Turku, Finlandia. Grazie alla loro collaborazione, è stato possibile notare che i cinque residui C-terminali delle proteine FATZ-1 (ETEEL), FATZ-2 (ESEDL), FATZ-3 (ESEEL), miotilina (ESEEL), palladina (ESEDL) e miopalladina (ESDEL) sono molto simili. Una ricerca effettuata in database di sequenze proteiche ha rivelato che questo motivo, E-[S/T]-[D/E]-[D/E]-L, è quasi esclusivamente ristretto nei Vertebrati alle proteine delle famiglie FATZ e miotilina; inoltre, esso sembra essere conservato da zebrafish ad uomo, suggerendo la sua importanza per le proteine che lo contengono. Il programma ELM (che predice siti funzionali in proteine eucariotiche) ha predetto che gli ultimi quattro amino acidi delle proteine FATZ, miotilina, palladina e miopalladina costituiscono un motivo di legame per le proteine con domini PDZ di classe III (X-[D/E]-X-[V/I/L]). Il mio primo obiettivo è stato quello di verificare se le proteine caratterizzate da questo nuovo motivo C-terminale potessero effettivamente legare domini PDZ. E’ noto dalla letteratura che tutti e tre i componenti della famiglia FATZ legano il PDZ di ZASP, e che l’interazione tra ZASP e miotilina è mediata dalla regione C-terminale di quest’ultima. Oltre a ZASP, altri due membri della famiglia enigma, ALP e CLP-36, sono stati inclusi nello studio. Le proteine della famiglia FATZ e miotilina sono state prodotte sia in versione full-length sia priva degli ultimi cinque amino acidi per essere utilizzate in saggi di interazione AlphaScreen (Amplified Luminescence Proximity Homogeneous Assay). Peptidi biotinilati, fosforilati e non, corrispondenti ai cinque amino acidi finali delle FATZ, miotilina, palladina e miopalladina sono stati inoltre impiegati nei saggi AlphaScreen, così come un peptide di controllo avente in ultima posizione un acido glutammico (E) invece che una leucina (L). I risultati riportati in questa tesi dimostrano che gli ultimi cinque amino acidi delle proteine delle famiglie FATZ e miotilina sono responsabili del legame ai domini PDZ di ZASP, ALP e CLP-36, e che la natura dell’ultimo residuo aminoacidico è cruciale per questa interazione. Inoltre, la fosforilazione del residuo di serina o treonina del ligando C-terminale può influenzare il legame dei peptidi nei confronti dei domini PDZ della famiglia enigma. La proteina ?-actinina-2 è stata introdotta nello studio, poiché la sua sequenza C-terminale (GESDL) è classificata come motivo di legame per i domini PDZ di classe I (X-[S/T]-X-[V/I/L]). Gli esperimenti AlphaScreen hanno confermato l’interazione di ?-actinina-2 (sia della forma full-length sia dei peptidi C-terminali, fosforilati e non) con i PDZ di ZASP e ALP, e hanno fatto emergere una nuova interazione con il PDZ di CLP-36. Molte di queste interazioni sono state verificate con un altro metodo di interazione proteina-proteina in vitro, il TranSignal PDZ Domain Array. Sulla base dei risultati di PDZ array è stato possibile identificare un altro membro della famiglia di proteine enigma, RIL, in grado di legare il motivo E-[S/T]-[D/E]-[D/E]-L. Possiamo considerare questi cinque amino acidi C-terminali come un nuovo motivo di legame per le proteine con domini PDZ di classe III, specifico per i domini PDZ delle proteine enigma. Per poter meglio quantificare la forza delle interazioni studiate, alcuni esperimenti di SPR (Surface Plasmon Resonance) sono stati eseguiti nel laboratorio del Dr. A. Baines all’Università di Kent, UK. Le affinità delle interazioni tra il dominio PDZ di ZASP e alcuni dei peptidi fosforilati e non-fosforilati delle famiglie di proteine FATZ e miotilina risultano essere nell’ordine del nM. Gli esperimenti di SPR hanno portato anche all’identificazione di un’interazione tra il PDZ di ZASP e ANKRD2. Si pensa che questa proteina, membro della famiglia MARP, sia coinvolta nelle vie di risposta a stress muscolari. ANKRD2 può trovarsi sia nella banda-I del sarcomero sia nel nucleo ed è in grado di legare diversi fattori di trascrizione, come YB-1, PML e p53. La scoperta di questa interazione rafforza l’ipotesi che il disco-Z, oltre ad un ruolo specificamente strutturale, potrebbe essere coinvolto in vie di segnalazione. Dal momento che a livello del disco-Z molte proteine hanno più di un partner proteico, sarebbe utile cercare di definire il livello e il profilo di espressione delle singole proteine in tessuti muscolari con diverse caratteristiche. Un altro obiettivo del mio lavoro è stato quindi quello di valutare l’abbondanza degli mRNA di alcune delle proteine del disco-Z da me studiate con la Real-Time PCR. Allo scopo sono stati presi in considerazione quattro tessuti muscolari di topo adulto: il tibiale (un muscolo scheletrico a contrazione rapida), il soleo (un muscolo scheletrico a contrazione lenta), il gastrocnemio (un muscolo scheletrico con fibre miste) e il muscolo cardiaco. La differente distribuzione delle FATZ, miotilina e ZASP (con le sue varianti di splicing) suggerisce che, almeno in topo, le interazioni tra queste proteine potrebbero essere compartimentalizzate in distinte fibre muscolari.
Nair, Prashant. "Signals involved in protein intracellular sorting /." Basel : [s.n.], 2005. http://edoc.unibas.ch/diss/DissB_6999.
Full textZhou, Lixiong, and 周立雄. "Differential action of bone morphogenetic protein BMP-2 and BMP-7 on nucleus pulposus cells of intervertebral disc." Thesis, The University of Hong Kong (Pokfulam, Hong Kong), 2014. http://hdl.handle.net/10722/209509.
Full textpublished_or_final_version
Orthopaedics and Traumatology
Doctoral
Doctor of Philosophy
Houalla, Tarek. "Nuclear translocation in the Drosophila eye disc : an inside look at the role of misshapen and the endocytic-recycling traffic pathway." Thesis, McGill University, 2007. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=111894.
Full textThe development of R-cells in the Drosophila eye disc is an excellent model system for the study of nuclear motility owing to its monolayer organization and the stereotypical translocation of its differentiating R-cell nuclei along the apical-basal plane. Prior to my thesis work, several laboratories had identified dynein and its associating proteins in R-cell nuclear translocation, however nothing was known about the signalling pathway that controlled their function in nuclear migration. Thus, one of my thesis goals was to elucidate the signalling mechanism controlling nuclear translocation in R-cells.
Using a combination of molecular and genetic approaches, I identified Msn as a key component of a novel signalling pathway regulating R-cell nuclear translocation. Loss of msn causes a failure of R-cell nuclei to migrate apically. Msn appears to control R-cell nuclear translocation by regulating the localization of dynein and Bicaudal-D (Bic-D). My results also show that Msn enhances Bic-D phosphorylation in cultured cells, suggesting that Msn regulates R-cell nuclear migration by modulating the phosphorylation state of Bic-D. Consistently, my results show that a Bic-D-phosphorylation-defective mutation disrupted the apical localization of both Bic-D and dynein. I propose a model in which Msn induces the phosphorylation of Bic-D, which in turn modulates the activity and/or subcellular localization of dynein leading to the apical migration of R-cell nuclei.
In addition to studying Msn, I have also searched for additional players in R-cell nuclear migration. From a gain-of-function approach, I found that the misexpression of the GTPase-activating-protein (GAP) RN-Tre caused a severe defect in R-cell nuclear migration. Since mammalian RN-Tre is involved in negatively regulating Rab protein activity, I speculated that the RN-Tre misexpression phenotype reflected a role for Rab-mediated vesicular transport in regulating R-cell nuclear migration. I systematically examined the potential role of Rab family proteins in R-cell nuclear migration and found that interfering with the function of Rab5, Rab11 or Shibire caused a similar nuclear migration phenotype. I propose that an endocytic pathway involving these GTPases is required for the targeting of determinants to specific subcellular locations, which in turn drive the apical migration of R-cell nuclei during development.
Schulz, Daniela M. "Protein - protein interaction studies by chemical cross-linking and mass spectrometry." lizenzfrei, 2007. http://sundoc.bibliothek.uni-halle.de/diss-online/07/07H316/index.htm.
Full textLiu, Sunbin. "Investigation of protein-protein interactions within the human spliceosomal U4/U6.U5 tri-snRNP particle." Doctoral thesis, [S.l.] : [s.n.], 2005. http://webdoc.sub.gwdg.de/diss/2005/liu/liu.pdf.
Full textSjekloca, Ljiljana. "Structural analysis of human striated muscle proteins: FATZ and γ-filamin." Doctoral thesis, SISSA, 2005. http://hdl.handle.net/20.500.11767/4670.
Full textKlaavuniemi, T. (Tuula). "PDZ-LIM domain proteins and α-actinin at the muscle Z-disk." Doctoral thesis, University of Oulu, 2006. http://urn.fi/urn:isbn:9514282647.
Full textÖsterlund, Maria. "Molecular probing of local protein-protein interactions : studies of the tissue factor, factor VIIa complex formation /." Linköping : Univ, 2001. http://www.bibl.liu.se/liupubl/disp/disp2001/tek670s.pdf.
Full textZhou, Ye. "Microcontact printing for protein microarray applications /." Linköping : Univ, 2004. http://www.bibl.liu.se/liupubl/disp/disp2004/tek886s.pdf.
Full textSchmidt, Manuela. "Characterization of synaptic protein complexes in Drosophila melanogaster." Doctoral thesis, [S.l.] : [s.n.], 2006. http://webdoc.sub.gwdg.de/diss/2006/schmidt.
Full textWang, Qinchuan. "The intercalated disc-associated Xin family of proteins in cardiac development and function." Thesis, The University of Iowa, 2013. http://pqdtopen.proquest.com/#viewpdf?dispub=3568015.
Full textIntercalated discs (ICDs) are cardiac-specific structures located at the longitudinal termini of cardiomyocytes. Classically, the functions assigned to ICDs include mechanical and electrical communications among adjacent cardiomyocytes. More recently, it has been increasingly realized that ICDs also function in signal transduction and regulation of the surface expression of ion channels. Accordingly, defects of ICD components are shown to cause a number of human cardiac diseases and changes of ICDs are associated with cardiomyopathy, arrhythmias, and heart failure. The expansion of our knowledge about the development, function and maintenance of ICDs are promoted by identification, cataloging and characterization of the molecular components of the ICDs. In this thesis, I characterize a family of Xin repeat-containing proteins, which are striated muscle-specific and localized to the ICDs in the cardiomyocytes. This thesis provides novel insights into the mechanism of the formation, maintenance and functions of ICDs.
Our previous studies showed that the Xin repeat-containing proteins play critical role in cardiac morphogenesis and cardiac function. Knocking down the Xin in chicken embryo collapses the wall of developing heart chambers and leads to abnormal cardiac morphogenesis. In mammals, a pair of paralogous genes, Xinα and Xinβ , exists. Ablation of the mouse Xinα ( mXinα) does not affect heart development. Instead, the mXinα-deficient mice show adult late-onset cardiac hypertrophy and cardiomyopathy with conduction defects. The ICD structural defects in mXinα-null mice occur between 1 and 3 months of age and progressively worsen with aging. The mXinα-deficient hearts up-regulate mXinβ, suggesting a partial compensatory role of mXinβ.
In this thesis, I focus on two questions. First, what are the molecular mechanisms of mXinα's functions that account for the observed phenotypes in the mXinα-deficient hearts? And second, what are the functions of mXinβ? Through biochemical methods and electron microscopy, I demonstrated that mXinα binds and bundles actin filaments. In addition, a direct interaction between mXinα and the adherens junction protein β-catenin facilitates mXinα's interaction with the actin filaments. Based on this in vitro characterization of mXinα, we proposed that mXinα may act as a direct link between the adherens junctions and actin cytoskeleton, thus providing an important means to strengthening the intercellular adhesion at the ICDs. To characterize mXinβ's roles, I generated and characterized mXinβ-knockout mice. I showed that complete loss of mXinβ leads to cardiac morphological defects, diastolic dysfunction and heart failure, which lead to severe growth retardation and early postnatal lethality. I also showed that mXinβ might be involved in a number of cell signaling pathways and provide multiple lines of evidence to support mXinβ's roles in the formation of ICDs.
In summary, this thesis provides novel insights into the specialization of the adherens junctions at the ICDs to withstand the contractile forces, and the molecular mechanisms for the establishment, maintenance and function of ICDs. The knowledge gained from the roles of Xin proteins in cardiac development and function will likely provide new insights for improved therapeutic strategies for human cardiomyopathy, arrhythmias and heart failure.
Wang, Qinchuan. "The intercalated disc-associated Xin family of proteins in cardiac development and function." Diss., University of Iowa, 2011. https://ir.uiowa.edu/etd/2653.
Full textBozulic, Lana. "Regulation and functions of protein kinase B in DNA damage signaling /." Basel : [s.n.], 2009. http://edoc.unibas.ch/diss/DissB_8861.
Full textSalie, Rishard. "Mouse RGMs : a three protein family with diverse function and localization /." Basel : [s.n.], 2006. http://edoc.unibas.ch/diss/DissB_7629.
Full textFicz, Gabriella. "Protein dynamics in the nucleus implications for gene expression /." Doctoral thesis, [S.l.] : [s.n.], 2005. http://webdoc.sub.gwdg.de/diss/2005/ficz.
Full textLundquist, Anna. "Nanosized Bilayer Disks as Model Membranes for Interaction Studies." Doctoral thesis, Uppsala universitet, Fysikalisk kemi, 2008. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:uu:diva-8495.
Full textBenesch, Johan. "Null ellipsometry and protein adsorption to model biomaterials /." Linköping : Univ, 2001. http://www.bibl.liu.se/liupubl/disp/disp2001/tek709s.pdf.
Full textZampieri, Gianni. "Untersuchungen an Protein-enthaltenden Umkehrmizellen /." [S.l.] : [s.n.], 1987. http://e-collection.ethbib.ethz.ch/show?type=diss&nr=8444.
Full textTakeara, Paula. "Lisina digestível para frangos de corte machos: I. 12 aos 22 dias de idade; II. 37 aos 49 dias de idade." Universidade de São Paulo, 2006. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/10/10135/tde-09022007-165243/.
Full textA group of 1050 commercial male broilers, ranging from 12 to 22 days of age, and a group of 1015 commercial male broilers, ranging from 37 to 49 days of age were used to evaluate different digestible lysine levels. A completely randomized trial was used, with 5 treatments (1.05, 1.10, 1.15, 1.20 and 1.25% of digestible lysine, respectively) in Initial Phase and 5 treatments (0.90, 0.95, 1.00, 1.05 and 1.10% of digestible lysine, respectively) in Final Phase, applied in 7 replications and 35 experimental units. The experimental unit was 30 birds in first group and 29 birds in second group. Lysine levels were added in isoenergetic (3050 and 3250 kcal of ME/kg for groups, respectively) and isoproteic (19 and 18% of Crude Protein, for groups, respectively) corn and soy meal rations. The rations were balanced with several amino acids when needed. Weight gain, feed intake, feed: gain rate, body composition, nutrient deposition were measured and carcass characteristics and cut yield in Final Phase. In Initial Phase dietary lysine levels influenced ration consumption (P<0.01), with increasing linear effect on carcass weight (P<0.01). Quadratic effect was observed of the digestible lysine on crude protein concentration (P=0.02), when chemical compounds were analyzed. Protein and water deposition was observed (P<0.01), in carcass and empty body, with linear increase, due to the lysine addition in ration. Same effects were observed on reconstituted body weight. Chemical composition of blood and offal were statistically different (P<0.10) in empty body mineral matter concentrations with decreasing values when increasing lysine levels. Lysine levels of 1.10% was sufficient for 12 to 22 day old male broiler development requirements, however, considering body chemical composition, the level needed would not be down 1.25%. In Final Phase, dietary lysine levels influenced feed: gain rate (P<0.01), with decreasing linear effect. Quadratic effect was observed (P=0.02) due to lysine levels used when evaluating carcass characteristics and cuts, abdominal fat deposition. Chemical composition of carcass was statistically different (P<0.01) in empty body mineral matter, with squared effect due to the lysine level considered. Blood and offal chemical composition had no effects, however, linear increase (P=0.09) was shown in carcass protein deposition and empty body due to the increase of lysine levels. Considering the performance, digestible lysine level might be 1.10% or higher, however, for abdominal fat composition, suggested level is 1.00%. According to the given results, the needs for in vivo performance are lower than the real requirements for protein synthesis in skeletal muscle formation
Grzelakowski, Mariusz Piotr. "Design at nano-scale : biomimetic block copolymers for polymer-protein hybrid materials /." Basel : [s.n.], 2009. http://edoc.unibas.ch/diss/DissB_8665.
Full textRumpel, Sigrun. "Protein NMR studies of two systems involved in bacterial pathogenicity." Doctoral thesis, [S.l.] : [s.n.], 2006. http://webdoc.sub.gwdg.de/diss/2006/rumpel.
Full textSchmoldt, Hans-Ulrich. "Neue Enzyminhibitoren und Rezeptoragonisten durch Variation funktionaler Schleifen von Mikroproteinen." Doctoral thesis, [S.l.] : [s.n.], 2005. http://webdoc.sub.gwdg.de/diss/2005/schmoldt.
Full textSchenk, Andreas Daniel. "Structure determination of membrane proteins by electron crystallography /." Basel : [s.n.], 2007. http://edoc.unibas.ch/diss/DissB_7930.
Full textButscheid, Moritz. "Untersuchungen zu einem tumorrelevanten, FGF-bindenden Protein (FGF-BP)." [S.l.] : [s.n.], 2003. http://archiv.ub.uni-marburg.de/diss/z2003/0746/.
Full textFleischer, Sandra. "Identifizierung neuer Kerndomänen assoziierter Proteine." [S.l. : s.n.], 2004. http://archiv.ub.uni-marburg.de/diss/z2004/0438/.
Full textAndronesi, Ovidiu-Cristian. "Solid-state NMR of (membrane) protein complexes novel methods and applications /." Doctoral thesis, [S.l.] : [s.n.], 2006. http://webdoc.sub.gwdg.de/diss/2006/andronesi.
Full textKern, Petra Susanne. "Investigations on truncated protein models : development of tools for molecular dynamics simulations of protein-ligand complexes /." [S.l.] : [s.n.], 1994. http://e-collection.ethbib.ethz.ch/show?type=diss&nr=10848.
Full textOberthür, Angela Maria. "Das gehirnspezifische Protein TMP 83.5 Isolierung und Bestimmung der zellulären Lokalisation /." [S.l.] : [s.n.], 2002. http://elib.tu-darmstadt.de/diss/000201.
Full textDiCapua, Elisabeth. "Complexes of recA protein with DNA /." [S.l.] : [s.n.], 1986. http://e-collection.ethbib.ethz.ch/show?type=diss&nr=8212.
Full textLoinder, Kristina. "Nuclear receptor corepressor N-CoR : role in transcriptional repression /." Linköping : Univ, 2004. http://www.bibl.liu.se/liupubl/disp/disp2004/med869s.pdf.
Full textPoloni, Giulia. "Arrhythmogenic Cardiomyopathy: identification of novel genes encoding for intercalated disc proteins by next-generation sequencing." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424315.
Full textIntroduzione. La cardiomiopatia aritmogena (ACM) è una patologia ereditaria del muscolo cardiaco, caratterizzata da una progressiva sostituzione adiposa o fibroadiposa a carico prevalentemente del miocardio del ventricolo destro. Dal punto di vista clinico, è una patologia eterogenea con ampia variabilità clinica inter- ed intra- familiare; presenta infatti sia forme completamente asintomatiche sia forme molto gravi con rischio di morte improvvisa. Questa patologia, geneticamente eterogenea, è trasmessa come carattere autosomico dominante a penetranza incompleta ed espressività variabile. Ad oggi 15 loci e 13 geni sono stati associati alla malattia, di cui gran parte codificano per proteine desmosomali e proteine della cosiddetta area composita dei dischi intercalari. Poiché sono state identificate mutazioni causative in geni noti sono nel 60% dei casi, altri geni, non ancora identificati, potrebbero essere coinvolti nella comparsa del fenotipo patologico. Scopo della ricerca. Nello studio descritto nella presente tesi, il DNA di 59 casi indice è stato analizzato attraverso due diversi pannelli di geni tramite sequenziamento di nuova generazione (NGS). Inoltre, in quattro famiglie con ricorrenza di casi di ACM, in cui non sono state identificate mutazioni nei geni desmosomali, sono state integrate diverse tecniche allo scopo di identificare nuovi loci e geni malattia. Metodi. Nell’ambito del sequenziamento di nuova generazione (NGS) tre diversi approcci sono stati utilizzati: il sequenziamento di pannelli di geni target (TGP), il sequenziamento dell’intero esoma (WES) e il sequenziamento dell’intero genoma. Due sono i pannelli di geni considerati, uno comprendente 56 geni associati a diverse cardiomiopatie, l’altro comprendente 69 geni, tra cui i 13 geni associati alla cariomiopatia aritmogena e 56 geni candidati. L’analisi genetica è stata poi estesa ai familiari dei probandi, ove disponibili, per valutare la segregazione delle mutazioni identificate. L’intero esoma è stato poi sequenziato in 11 soggetti appartenenti a 4 diverse famiglie. Infine, in una di queste famiglie (Famiglia#6) è stata eseguita un’analisi di linkage ed è stato sequenziato l’intero genoma di tre soggetti. Risultati. L’utilizzo dei pannelli di geni target si è rivelato una buona strategia per lo screening di mutazioni in pazienti affetti da ACM: almeno una mutazione è stata trovata in 15 probandi su un totale di 19 analizzati con il pannello di geni associati a diverse cardiomiopatie; inoltre, è stata identificata una mutazione in uno dei geni candidati nel 40.6% dei probandi sequenziati con il secondo pannello e risultati negativi per mutazioni nei geni noti. Tra queste mutazioni, risultano di particolare interesse 2 nuove mutazioni missenso localizzate nel gene TJP1 (p.R265W, p.Y669C), 2 mutazioni nel gene che codifica per l’N-caderina (CDH2, p.E493G, p.V491G) e una mutazione di stop nel gene TP63 (p.R266*). Entrambe le mutazioni di TJP1 riguardano aminoacidi altamente conservati, inoltre un’analisi in silico degli effetti della mutazione p.Y669C, che segrega all’interno della famiglia, evidenzia un riarrangiamento della struttura proteica della proteina che riporta la mutazione rispetto alla proteina wild-type. L’analisi dell’esoma nella Famiglia#3 ha permesso di identificare una mutazione patogena di stop nel gene DSP, che non era stato possibile individuare al precedente screening tramite dHPLC. Inoltre, tale approccio ha permesso di identificare due putative mutazioni nel gene TTN (p.R32573C and p.L32198M) che segregano nelle Famiglie #4 e #5, rispettivamente. Nella Famiglia #5 inoltre è stata identificata una rara mutazione di stop in un gene candidato (CMYA5, p.K3597*). Per lo studio della Famiglia#6, invece, sono stati utilizzati diversi approcci. Data la disponibilità di molti soggetti affetti e sani appartenenti alla famiglia, in seguito alla genotipizzazione degli stessi, è stata eseguita un’analisi di linkage. L’analisi ha evidenziato la presenza di due loci che riportano valori di lod score positivi a livello del cromosoma 19p13.3 e del cromosoma 11q21. Il primo locus corrisponde ad una regione di 7 cM ed è condiviso da tutti i soggetti affetti della famiglia, eccetto uno. La regione di 3cM nel cromosoma 11q21 invece segrega in tutti i soggetti affetti ad eccezione di due, che portano una mutazione in un sito di splicing del gene PKP2 (c.2578-3 T>C). Il sequenziamento dell’esoma in 4 soggetti affetti della famiglia non ha permesso di identificare nuove mutazioni condivise né all’interno delle due regioni critiche, né all’interno dell’intero esoma. Tali risultati sono stati confermati dal sequenziamento del genoma effettuato in due affetti e un soggetto sano della famiglia. Il sequenziamento del genoma ha inoltre messo in luce la presenza di un’enorme quantità di varianti complesse localizzate in regioni introniche o intrageniche. Discussione. L’identificazione di mutazioni causative nella cardiomiopatia aritmogena facilita la diagnosi tempestiva, permette di prevenire eventuali complicazioni e determina il rischio di sviluppare la malattia nei familiari di un soggetto affetto. Per le cardiomiopatie ereditarie, come per la maggior parte delle malattie mendeliane, negli ultimi 10 anni le tecniche NGS hanno apportato grossi miglioramenti nel processo di identificazione di mutazioni, permettendo di sequenziare una grande quantità di geni parallelamente, in modo più rapido e meno costoso. In questo studio, dal momento che sono state identificate mutazioni nella maggior parte di probandi analizzati, l’utilizzo di pannelli di geni target si è dimostrato un valido approccio non solo per un test genetico ma anche per l’identificazione di nuovi geni malattia. Sono state infatti identificate nuove mutazioni in geni che codificano per proteine dei dischi intercalari dei cardiomiociti, confermando l’idea che l’ACM deve essere considerata una ‘malattia delle giunzioni’ piuttosto che una ‘malattia dei desmosomi’. Nonostante l’utilizzo di pannelli di geni target rimanga l’approccio più comunemente usato nella ricerca di mutazioni nelle cardiomiopatie ereditarie, il sequenziamento dell’intero esoma, applicato in questo studio solo a casi familiari, ha permesso di identificare varianti in geni candidati non inclusi nei pannelli di geni e che potrebbero avere un ruolo nell'espressione del fenotipo patologico. Infine, nonostante il sequenziamento del genoma nella Famiglia#6 non abbia permesso al momento di stabilire una correlazione tra genotipo e fenotipo al momento, la mole di dati prodotti potrà essere rianalizzata in futuro alla luce di nuovi geni annotati e nuovi geni malattia identificati.
Roelle, Susanne. "Mitogenic signaling by Gq/11-coupled receptors." [S.l. : s.n.], 2004. http://archiv.ub.uni-marburg.de/diss/z2004/0120/.
Full textLiebig, Michaela. "Funktionsanalyse der mitochondrialen Transportproteine UCP2, UCP3, UCPx und SOUP." [S.l. : s.n.], 2004. http://archiv.ub.uni-marburg.de/diss/z2004/0138/.
Full textRischitor, Patricia Elena. "Role of the kinesin-like protein KipB in Aspergillus nidulans." [S.l. : s.n.], 2004. http://archiv.ub.uni-marburg.de/diss/z2004/0104/.
Full textJungar, Christina. "Affinity biosensors for carbohydrate-protein interactions using surface plasmon resonance /." Linköping : Univ, 2001. http://www.bibl.liu.se/liupubl/disp/disp2001/tek701s.pdf.
Full textLange, Adam. "Three-dimensional protein structure determination by high-resolution solid-state NMR spectroscopy." Doctoral thesis, [S.l.] : [s.n.], 2006. http://webdoc.sub.gwdg.de/diss/2006/lange.
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