Academic literature on the topic 'Diritto sociale'

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Journal articles on the topic "Diritto sociale"

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Felice, Flavio. "La nozione di diritti umani nella prospettiva della dottrina sociale della Chiesa." Revista Pistis Praxis 6, no. 3 (September 13, 2014): 817. http://dx.doi.org/10.7213/revistapistispraxis.06.003.ds04.

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Abstract:
L’obiettivo di questo articolo è quello di dimostrare la diversità de prospettive della dottrina sociale della Chiesa su i diritti umani. Sottolinea la prospettiva personalista come la più appropriata per comprendere e giustificare l’interesse generale della dottrina sociale per il tema e l’affermazione dei diritti umani. La Chiesa vede nei diritti umani l’opportunità di promuovere e difendere l’universalità della dignità umana, intesa come carattere stampato da Dio creatore per le sue creature. La prospettiva antropologico-cristiana ha per fondamento la persona umana creata a immagine e somiglianza di Dio. La dottrina sociale della Chiesa, mostra una pluralità di dimensioni, essenziali per definire chi è l’essere umano, e, a sua volta, per la promozione e la difesa della dignità umana di fronte alle istituzioni giuridiche, politiche ed economiche. I diritti umani e la dottrina sociale hanno in Giovanni Paolo II uno dei principali teorici. I diritti umani sono un punto di riferimento per tutte le fasi della vita umana e dei contesti politici, sociali, economici e di culturali. Fonte e sintesi dei diritti umani è il diritto alla vita e il diritto alla libertà religiosa.
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Gottardi, Donata. "L'infiltrazione della concorrenza nella tutela del lavoro. Valorizziamo gli argini dei nuovi trattati europei." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (November 2010): 108–31. http://dx.doi.org/10.3280/es2010-010009.

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Abstract:
L'A. dedica attenzione ai cambiamenti apportati dal Trattato di Lisbona sia sul versante dei diritti sociali sia sul versante della concorrenza. Finora si č pensato che il diritto del lavoro continuasse a cedere rispetto al diritto commerciale. Molti erano i segnali che andavano in questa direzione: le incertezze sul significato stesso di diritto del lavoro, la crescita del dumping sociale infra-Ue, la ripresa di pulsioni nazionaliste, la giurisprudenza della Corte di giustizia sui limiti alla contrattazione collettiva e allo sciopero. Č ora il momento di valorizzare le nuove prospettive aperte. La crisi economica e finanziaria ha messo in discussione l'idea di mercato autoregolantesi; nel sistema delle fonti, la concorrenza passa da principio a strumento e la protezione sociale e del lavoro č proiettata nell'economia sociale di mercato, garantita da una clausola sociale di valenza orizzontale. Č l'unica prospettiva possibile, se vogliamo evitare il tracollo del sistema di relazioni sindacali e del lavoro.
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Fanizza, Fiammetta, and Fiorella Spallone. "Diritto allo studio e spazio pubblico: un nuovo framework per l'innovazione sociale." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (January 2022): 77–90. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-003006.

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Abstract:
Con l'obiettivo di approfondire il concetto di benessere sociale tramite un'analisi del rapporto tra sistema urbano e sistema universitario, l'articolo presenta l'approccio e i primi risultati di una ricerca coordinata da Urban@it (Centro Nazionale di Studi sulle Politiche Urbane) sul tema del diritto allo studio. Tramite lo sviluppo di un approccio focalizzato sulla volontà di intendere il diritto allo studio come un diritto sociale compiutamente inteso, si tratta di una ricerca commissionata dall'Adisu Puglia (Agenzia per il Diritto allo Studio Universitario) che coinvolge l'intera Regione Puglia allo scopo di individuare condizioni/processi che evitano di considerare le popolazioni studentesche come categorie "peculiari" di cittadini, ossia con bi-sogni e diritti descritti e circoscritti quasi esclusivamente da una condizione di vita transitoria e tutto sommato precaria. In particolare, il lavoro svolto dal Gruppo di Ricerca dell'Università di Foggia sul tema dell'innovazione dell'offerta di servizi per il diritto allo studio applica una metodologia quanti-qualitativa esito della combinazione tra survey (realizzata a livello regiona-le sull'intera popolazione di studenti universitari) e Grounded Theory (su un campione di studenti selezionati tra gli iscritti alle diverse associazioni studentesche). I risultati presentati in questo articolo si concentrano sull'individuazione di "nuovi concetti", utili sia per descrive-re/caratterizzare i contesti delle città universitarie che per definire un comune scenario deno-minato "Puglia città universitaria".
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Indellicato, Michelle. "L’etica nei procedimenti giudiziari." Zeszyty Naukowe KUL 60, no. 3 (October 27, 2020): 201–8. http://dx.doi.org/10.31743/zn.2017.60.3.201-208.

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Abstract:
L’etica nei procedimenti giudiziari è una tematica di rilevante interesse che da sempre ha acceso il dibattito a livello culturale in generale e a livello etico – giuridico in particolare. Etica e diritto non sono su due piani differenti, bensì sono interconnessi. I procedimenti giudiziari, e gli operatori di diritto in esso coinvolti, non possono prescindere da questa interconnessione e devono essere imparziali, altrimenti ledono la dignità della persona e i suoi diritti fondamentali, come ad esempio il diritto alla verità, alla lealtà, alla giustizia, ad una convivenza democratica e civile per un’ordinata vita sociale e di relazione.
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Dammacco, Gaetano. "Riflessioni sul diritto di satira e i suoi limiti." Studia z Prawa Wyznaniowego 23 (December 30, 2020): 101–21. http://dx.doi.org/10.31743/spw.10355.

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Abstract:
La satira è un paradigma estremo della libertà di espressione, ma esistono incertezze sulla sua definizione concettuale e sulla relativa disciplina giuridica. Lo sviluppo della comunicazione ha prodotto numerose figure letterarie simili tra loro come la cronaca (una registrazione impersonale e non interpretativa di fatti accaduti), la critica (analisi soggettiva e giudizio relativi a fatti accaduti) e la satira (critica sarcastica di personaggi, comportamenti, modi di fare individuali con scopo di denuncia sociale). Gli elementi che caratterizzano la satira, sviluppatisi nel corso dei secoli, sono sostanzialmente due: attenzione alle contraddizioni (della politica, della società, della religione, della cultura) e intento moralistico per promuovere un cambiamento sociale. La satira religiosa colpisce il potere ecclesiastico e le sue contraddizioni, ma colpisce anche i simboli religiosi e i contenuti delle religioni. Ne conseguono differenti conseguenze giuridiche. Quando colpisce il patrimonio di fede dei credenti essa non è accettabile. La satira religiosa genera una specie di conflitto tra differenti valori costituzionali, e cioè tra il diritto alla libera espressione del pensiero e il diritto alla reputazione e alla tutela del sentimento religioso. Il diritto di satira in generale è riconosciuto dagli ordinamenti giuridici (sia internazionali, sia nazionali) come diritto soggettivo di rilevanza costituzionale, che deriva dalla libertà di espressione e di pensiero. Pensiero, coscienza e religione – per esempio nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea – sono omologhi (come beni giuridici o valori etici). Pertanto pensiero, coscienza e religione non possono essere in contrapposizione tra loro. Notevoli incertezze esistono sulla disciplina giuridica del diritto di satira, che non può mai offendere i diritti fondamentali della persona, la sua dignità, la sua reputazione. La Carta di Nizza ha favorito un orientamento, che considera il diritto di libera espressione nella sua forma più ampia ed espansiva. È tuttavia sempre stato affermato il valore prevalente dei diritti umani fondamentali, che non possono essere offesi dall’esercizio del diritto di satira. Negli ordinamenti giuridici nazionali, la forza del diritto di satira consiste nel riconoscimento del suo rango costituzionale, ma anche nei limiti che deve avere. La giurisprudenza ha elaborato i vincoli “formali”, tra i quali i più importanti sono il limite della continenza e della funzionalità.
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Zampino, Ludovica. "Dall'autopoiesi all'autocostituzionalizzazione dei frammenti. la via teubneriana alla tutela dei diritti fondamentali "settoriali" al tempo della globalizzazione." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 2 (July 2012): 89–104. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-002005.

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Abstract:
Gli ultimi sviluppi nella teoria dei sistemi secondo Gunther Teubner affrontano le contraddizioni aperte dal costituzionalismo contemporaneo, tematizzando le criticitŕ del tradizionale rapporto tra costituzione ed autonomie sociali. Il focus della riflessione teubneriana si incentra sul concetto di costituzione sociale, che fissa i principi basilari di diritto e, al contempo, organizza i modi della produzione giuridica in ogni settore funzionale (politica, economia, religione... ). Il diritto attuale, in mancanza di un'istanza terza, si presenta frammentato in una miriade di ordinamenti parziali che riflettono la differenziazione della societŕ. I processi di autocostituzionalizzazione che riguardano i diritti settoriali mirano a garantire la pluralitŕ e a tutelare l'autonomia giuridica, per scongiurare tentazioni riduzionistiche totalitarie.
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Perulli, Adalberto. "Giustizia sociale, commercio internazionale ed extraterritorialità "atipica". Il caso USMCA." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 170 (August 2021): 215–34. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-170003.

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Abstract:
L'articolo analizza alcune delle principali novità del Trattato USMCA, collocandolo nel contesto della globalizzazione economica e delle tecniche di regolazione sociale che impiegano i la-bour standards dell'OIL e le clausole sociali nei Trattati commerciali internazionali, realizzando forme "atipiche" di extraterritorialità. Il Trattato USMCA si caratterizza per alcune impor-tanti innovazioni in materia: l'impegno delle parti a rispettare gli international core labour standards, il riconoscimento del diritto di sciopero, la possibilità di sanzionare direttamente le imprese responsabili delle violazioni dei diritti del lavoro, una procedura veloce di risoluzione delle controversie. Nel complesso il Trattato rilancia la capacità della clausola sociale come principale fattore di tutela dei diritti del lavoro in un contesto di globalizzazione economica.
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Grasso, Marco Ettore. "La dimensione ambientale della salute: tra sfera sociale e giuridica." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2011): 57–82. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-001003.

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Abstract:
Questo studio presenta la descrizione della "dimensione ambientale della salute". Tale dimensione si colloca su un piano concettuale che si pone tra sfera sociale e giuridica. La "dimensione ambientale della salute" delineata nella sfera giuridica si compone di tre matrici che descrivono un quadro teorico innovativo nel quale il diritto alla salute si confronta con il campo ambientale e della sostenibilitŕ. La prima matrice concerne in modo particolare il diritto all'ambiente salubre, che talvolta č stato interpretato come mero prolungamento del diritto alla riservatezza della vita privata e familiare, altre volte come diritto che si coniuga all'integritŕ culturale e all'identitŕ di un popolo; la seconda matrice riguarda un diritto alla salute che si relaziona con aspetti ambientali ma che non rientra esattamente nel diritto all'ambiente salubre e che contempla tanto casi diquanto una nuova prospettiva sociologico- giuridica nello studio del diritto alla salute, che inerisce alla rivendicazione di tale diritto in quanto leso dai cambiamenti climatici (esemplificativi i casi riguardanti la petizione degli Inuit e Kivalina); la terza matrice invece č volta a costruire un "diritto sostenibile alla salute", che comprende tanto il diritto alla salute quanto quello in materia di sviluppo sostenibile.
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Accettura, Barbara. "PNRR e diritti sociali: una nuova declinazione del diritto all'abitazione. Il paradigma della rigenerazione urbana." Società e diritti 8, no. 15 (January 11, 2023): 226–46. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/19686.

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Abstract:
Il PNRR costituisce un’occasione per riportare l’inclusione sociale e il diritto alla qualità dell’abitare al centro delle politiche di rigenerazione urbana. Il lavoro si propone quindi, muovendo dall’evoluzione delle politiche abitative nell’ordinamento interno, di fornire una riflessione sul nuovo modello di trasformazione urbana e di verificare se e quanto esso costituisca la risultante di un sistema giuridico globalizzato in cui obiettivi e programmi fungono da fattori “razionalizzanti” e “civilizzanti”, orientando le politiche interne di settore verso una maggiore tutela dei “diritti sociali”.
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D’Aloia, Antonio. "Natura, scienza, diritto: relazioni incrociate." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 3 (October 2020): 99–160. http://dx.doi.org/10.3280/dc2020-003005.

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Abstract:
Natura, scienza, diritto si confrontano in un gioco di incroci in cui nessuna delle forze è immune dal condizionamento e dalle pressioni delle altre. L'ambizione della natura di essere una sorta di parametro oggettivo e presupposto cade di fronte alla presa d'atto che «la voce della natura (..) è una voce interpretata dall'uomo». Soprattutto la tecnica (la scienza che fa) appare in grado di riscrivere i confini e le proiezioni di ciò che è ‘naturale'. Il diritto prende atto delle nuove possibilità prodotte dallo sviluppo scientifico con uno sguardo che a sua volta è carico di sedimentazioni e di valori, e adegua le sue risorse ‘inventando' nuovi diritti che cambiano la cultura sociale e il modo di interpretare la natura e la scienza. Questo contributo prova a descrivere questo quadro di relazioni estremamente complesso, ragionando su una serie di temi al confine tra le tre grandi ‘forze' prima ri-chiamate
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Dissertations / Theses on the topic "Diritto sociale"

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Cavazza, Christian <1972&gt. "“Finanziamenti” dei soci, capitale sociale e tutela dei creditori sociali." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1180/1/Cavazza_Christian_tesi.pdf.

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Cavazza, Christian <1972&gt. "“Finanziamenti” dei soci, capitale sociale e tutela dei creditori sociali." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1180/.

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CASCARANO, APOLLONIA. "ORDINE PUBBLICO ECONOMICO TRA PROGRESSO ECONOMICO E SVILUPPO SOCIALE." Doctoral thesis, UNIVERSITà DEGLI STUDI DI MILANO BICOCCA, 2015. http://hdl.handle.net/10281/64775.

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Abstract:
Nella ricerca si mostra l’esistenza di una dimensione costituzionale europea di principi e valori comprendenti la CEDU e le costituzioni statali fondanti la presenza di un ordine pubblico europeo evidenziando l’emersione di un sistema europeo costituzionale. La ricerca unisce elementi e sistemi per prospettare l’esistenza di un’integrazione europea a livello giuridico tutelando il cd. pluralismo giuridico europeo, dando risalto agli strumenti di identità degli ordinamenti, creando unione tra il processo di integrazione e la tutela del pluralismo ordinamentale, evidenziando la situazione di giuridicità non perfetta relativa alla tutela dei diritti fondamentali. Da qui il ricorso al concetto di ordine pubblico che afferma l’unità degli ordinamenti giuridici definendo il concetto di pluralismo costituzionale europeo con il mutuo riconoscimento e l’affermazione di una dimensione costituzionale. Tra il concetto di costituzione formale ed il concetto di costituzione reale, si preferisce il concetto di Verfassung, costituzione reale. Il concetto di ordine pubblico conserva e valorizza le diversità ed i conflitti e diviene il risultato del conflitto tra conservazione e promozione dei valori e principi fondamentali. Si inserisce il concetto di ordine pubblico economico come categoria variabile che segna la nascita di un nuovo diritto tendente a prevenire e regolare i conflitti sociali. L’ordine pubblico economico si oppone all’astrattezza delle vecchie disposizioni con una legislazione di categorie sociali dove il contratto è sottoposto a regole dettate dalla tipologia contrattuale ed dalla personalità delle parti. La novità concettuale che porta alla distinzione tra i due concetti di ordine pubblico ed ordine pubblico economico è la base statuale: distanziandosi dallo Stato liberale, il concetto di ordine pubblico economico si fonda nelle forme di Stato sociale dove il sociale giustifica l’intervento statale in economia divenendo nozione giuridica di politica economica e sociale. Il rapporto tra diritto ed economia appare importante per poter meglio capire la portata della categoria dell’ordine pubblico economico: si segnala la necessità di creare concezioni non astratte ma reali dell’ordinamento recuperando l’esperienza dei rapporti umani e il fenomeno della comunicazione interpersonale. La proposta di una teoria generale in ambito economico rileva le deficienze di un metodo astratto in unione alla necessità di una "nuova antropologia" su cui si basa il concetto sussidiario. La nuova antropologia valorizza l'autonomia e la capacità dei singoli figlia dello spontaneo autoregolarsi della persona umana. Da ciò deriva l'analisi del rapporto tra ordine economico e ordinamento giuridico: la naturalità delle norme sociali si unisce con il ruolo sussidiario delle istituzioni che sopperiscono alle deficienze dei regolamenti. Esiste una comunicazione tra soggetti tramite la quale si ridà centralità al concetto di comunicazione ipotizzando un ordinamento intersoggettivo, sul quale si basa l'intervento sussidiario delle istituzioni con funzione di orientamento per il benessere della vita comunitaria. Il nuovo concetto di ordine pubblico economico diventa categoria che media le interrelazioni tra i principi dell’ordinamento comunitario e le regole del mercato comunitario. Lo sviluppo economico ed il progresso sociale sono i due cardini fondamentali della categoria, tendente sempre ad un bilanciamento tra le due finalità, riconosciuti a livello europeo come valori fondamentali ed intrepretati dalla giurisprudenza della Corte come fondamentali per le sue decisioni. Si sottolinea la realizzazione del concetto in ambito comunitario, dove all’esigenza di protezione delle libertà economiche si è riusciti ad associare la tutela di altri valori. L’equilibrio per il raggiungimento dell’ordine pubblico economico manca in tante aeree del diritto internazionale dove è prevalente il concetto di free trade rispetto ai valori sociali e della persona umana.
The study shows the existence of an European constitutional dimension of values and principles including the CEDU and the national constitutions, establishing the presence of an European public order underlining the display of a constitutional European system. The research tries to prospect the existence of an European integration at juridical level, granting the European juridical pluralism, highlighting the identity of each system, unifying the process of integration and the defense of pluralism, showing a defective juridical situation related to the granting of fundamental rights. The study appeals to the concept of public order that states the unity of juridical systems defining the concept of European constitutional pluralism through the mutual acknowledgment and achievement of a constitutional dimension. Among both the concepts of formal constitution and real constitution, it is preferred that of Verfassung ,real constitution. The concept of public order retains and gives values to the differences and conflicts and becomes the result of the conflict between the retention and promotion of values and fundamental principles. It is added the concept of public economic order as a variable category that marks the beginning of a new law that prevents and settle social conflicts. The public economic order oppose the abstract nature of old orders through the legislation of social categories where the contract is subject to rules of contractual typology and to the legal entity of the parts. The conceptual innovation that brings to the distinction between the two concept of public order and public economic order is the statuale base : the concept of public economic order is based on the forms of social State where the social justifies the public intervention in economy, becoming a legal notion of political and social economy. The relationship between law and economy appears important to better understand the meaning of the category of public and economic order: it is marked the need to create real and non-abstract conceptions of the system and to recover the experience of human relationships and that of the interpersonal communication. The proposal of a general theory in an economic setting reveals the deficiencies of an abstract method together with the need of a “new anthropology” upon which the subsidiary concept is based. The new typology gives value to the autonomy and to the ability of the individual and it is consequence of the natural auto govern of the human person. An analysis of the relationship between the economic order and the juridical system follows: social rules join the subsidiary role of institutions that provide for the deficiencies of procedures. There is a communication between the two subjects through which the concept of communication gains importance, thus supposing a system upon which the subsidiary intervention of institutions that work for the welfare of community life is based. The new concept of public economic order becomes a category that mediate the interrelations among the principles of the Community system and the rules of the Community market. The economic development and the social progress are the two cornerstones of the category, always tending towards a balance between the two purposes , identified at European levels as fundamental values and interpreted from the law of the Court as basic for its decisions. It is underlined the fulfillment of the concept in the Community setting in which the need of defending economic freedom has been associated to the protection of other values. The balance for the achievement of the public economic order lacks in many areas of international law where the concept of free trade prevails over social values and human person.
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Fiore, Fabio. "Impresa sociale ed ente ecclesiastico." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2013. http://hdl.handle.net/10556/1330.

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Abstract:
2011 - 2012
Oggetto della tesi di dottorato è stato lo studio dell’Impresa Non Lucrativa di Utilità Sociale (I.N.L.U.S.), introdotta dal d. lgs. n. 155 del 2006, con particolare riferimento alla sua applicazione agli enti ecclesiastici. Difatti, i numerosi richiami all’ente ecclesiastico contenuti nella disciplina sulle INLUS sono di tale portata da creare una sorta di decreto nel decreto che fanno dubitare della stessa opportunità di legiferare in occasione dell’introduzione dell’impresa sociale su una tipologia di enti, quale quella dell’ente ecclesiastico, dotata di peculiarità normative, strutturali e funzionali che ne avrebbero di converso giustificato una disciplina ad hoc, che avrebbe altresì evitato contrasti e sovrapposizioni normative. Una parte rilevante ed innovativa dello studio compiuto si è soffermato sull’analisi dell’imprenditorialità dell’ente ecclesiastico e ad una sua possibile applicazione delle procedure concorsuali. Quest’ultima, difatti, è una disputa che ha da sempre interessato e diviso gli studiosi delle materie ecclesiasticista e commercialista e che proprio con la normativa sull’impresa sociale ha trovato nuova linfa: proprio l’art. 15 del decreto I.N.L.U.S. dispone una penetrante deroga per gli enti ecclesiastici, non sottoposti all’applicazione della procedura della liquidazione coatta amministrativa come invece disposto per le altre tipologie di enti che abbiano acquisito la qualifica di impresa sociale. Lo studio di questa deroga è divenuto ancor più interessante ed attuale all’indomani delle prime pronunce di merito sulla questione dell’applicazione delle procedure concorsuali all’ente ecclesiastico-impresa sociale. Il definitivo cambio di rotta è rappresentato dalla sentenza emessa il 3 dicembre 2009 dal Tribunale civile di Paola, la quale ha stabilito che ove l’ente ecclesiastico si faccia imprenditore dovrà applicarsi la relativa disciplina ivi compresa quella fallimentare, poggiando tale assunto su due dati normativi: un requisito diretto e relativo all’art. 1 della l. fall., ed un requisito indiretto, che fa capo agli artt. 6 e 15 del d. lgs. n. 155 del 2006. Su tutte queste questioni e su uno sguardo all’applicazione di alcuni casi concreti della disciplina dell’impresa sociale si è soffermato lo studio da me compiuto nel ciclo dottorale e sviluppato nell’elaborato finale. [a cura dell'autore]
XI n.s.
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Medico, Francesco <1993&gt. "Costituzionalismo democratico e diritto sovranazionale: la questione sociale in Europa." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9671/1/FRANCESCO%20MEDICO%20tesi%20dottorato.pdf.

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Abstract:
La presente tesi affronta l’evoluzione dei rapporti tra costituzionalismo democratico e diritto sovranazionale in Europa. L’ipotesi della ricerca si basa sull’idea che l’aumentare sempre più incessante negli ultimi decenni di conflitti costituzionali tra i due ordinamenti sia dovuto ad una loro differenza di fondo, di cui una parte importante è rappresentata dall’assenza della questione sociale nel diritto sovranazionale. Il primo capitolo si occupa di analizzare le principali teorie giuridiche che hanno fornito l’habitus teorico per leggere il processo di integrazione, giustificando l’adozione di una lettura delle dinamiche ordinamentali attraverso il prisma dei conflitti e della costituzione materiale. Nel secondo capitolo si volge lo sguardo all’analisi del diritto giurisprudenziale, suddiviso in due blocchi: un primo in cui – dopo aver approfondito alcuni capisaldi del diritto sovranazionale – si confrontano i due sistemi, in maniera statica, su alcuni temi (principio di non discriminazione, libertà di impresa e il bilanciamento con interessi collettivi, i diritti di pressione democratica, ecc.) per mettere in luce i diversi approcci; un secondo blocco in cui, invece, si studiano, in maniera più dinamica, le diverse perturbazioni che hanno interessato i rapporti tra ordinamenti, di cui una prima si è sviluppata sul rispetto dei diritti fondamentali da parte del diritto sovranazionale, mentre una seconda, ancora in corso, si concentra sul discorso sull’identità costituzionale. Nel terzo capitolo, in chiusura, si prova a sviluppare – sulla base delle risultanze del dibattito teorico e dell’analisi giurisprudenziale – una proposta finale che cerchi di unire la questione sociale e il discorso sull’identità costituzionale nel diritto pubblico europeo, che abbia alla sua base un nuovo e più centrale ruolo che dovranno svolgere le Corti costituzionali nello sviluppo delle dinamiche ordinamentali, al fine di far emergere alcuni conflitti di valore assenti nello spazio pubblico europeo.
This thesis addresses the evolving relationship between democratic constitutionalism and supranational law in Europe. The research is based on the idea that the increase in recent decades of constitutional conflicts between the two systems is due to their fundamental difference, particularly considering the absence of the social question in supranational law. The first chapter analyses the main legal theories that have provided the theoretical habitus for interpreting the integration process, justifying the adoption of a reading of the dynamics of the legal system through the prism of conflicts and the material constitution. The second chapter looks at the analysis of the case law, subdivided into two blocks: firstly – having studied some cornerstones of supranational law – the two systems will be compared, in a static way, on some themes (principle of non-discrimination, freedom of enterprise and the balancing with collective interests, the rights of democratic pressure, etc.) in order to highlight the different approaches. Secondly, it will be examined, in a more dynamic perspective, different disruptions that have affected the relations between systems: the former has been developed on the respect of fundamental rights by supranational law, while the latter, still in progress, focuses on the constitutional identity. In the final chapter, an attempt will be made to develop – on the basis of the results of the theoretical debate and of the case law analysis – a final proposal that tries to unite the social question and the constitutional identity in European public law, based on a more central role that the Constitutional Courts will have to play in the development of the dynamics of the legal system, in order to bring to the surface certain conflicts of value, absent in the European public space.
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CATERINO, Giuseppina. "L'ACCERTAMENTO DELLA PERICOLOSITA' SOCIALE." Doctoral thesis, Università degli studi di Cassino, 2021. http://hdl.handle.net/11580/77867.

Full text
Abstract:
THE ASSESSMENT OF SOCIAL DANGEROUSNESS The aim of this thesis was to provide an examination of the meaning that the notion of social dangerousness takes on in our time, an aim that necessarily requires a precise analysis of the factors that contributed to the birth of this institution and its historical and normative development, and the re-evaluation of the concept itself by neurosciences, as it will be highlighted in this work. The modus procedendi of this work has been based on the timely and in-depth consultation of all the most authoritative sources in order to better analyse the various issues dealt with in this work, both in the doctrinal, regulatory and case law fields. As part of this examination, I have also taken into consideration the double-track system, and the problems connected to it, in relation to the above mentioned meaning and its assessment in court and debate. In our discussion, I also pointed out that the term "dangerous" is linked to a concept of human "subjectivity" that originates in the criminological determinism of a purely positivist matrix. In the first chapter of this thesis, I have extensively argued how such a preconception, which identifies such "social dangerousness" with the presumed inclination of an individual to perform criminal actions, has therefore deterministically evolved as an instrument to give evidence of the presence of dysfunctional and deficient aspects in a specific subject. I have also highlighted how the concept of social dangerousness was reformulated by the legislator in 1930 on the basis of a system that was extremely innovative for the time, that is, the "double-track" system mentioned above. This work analyses how, in contrast to the rigorous positivist approaches but also to the huge classical limitations present in the old Zanardelli code, in this framework the notion of social criminality begins to take on completely new characteristics, forming the foundations for what would become the modern multi-functional representation of punishment in the criminal justice system1. As I have highlighted here, this is in line with the contemporary vision that the jurist has of this institution, which is no longer an unchangeable stigma determined by characteristics of dubious scientific nature, but constitutes the founding element to achieve a possible prognostic judgement on the probability of the subject committing further criminal acts in the future. Without prejudice to the considerable complexity of the phenomenon in question, in the second chapter of this work I have attempted to provide an in-depth analysis of the legal institution of social dangerousness, 4 demonstrating how this is an instrument destined to affect the application of ante, praeter or post delictum measures. I have also examined in depth the main legal typological categories of social dangerousness, giving an account of the various safeguards (in term of both security and patrimonial measures) applicable in such circumstances, also trying to provide non-trivial cues on the adoption of such measures and the problem of recidivism. In the third chapter I have deepened the main subject matter, i.e. the assessment of the social dangerousness of the accused person, analysing both the theoretical and the critical aspects inherent in the very evaluation process of this complex and multiform concept, the case law guidelines and the complex process of examination of the subject's personality for the purposes of an overall assessment of his conduct and the preparation of the most suitable treatments and measures for the socially dangerous offender. In the fourth chapter, I have deepened the expert assessment for the evaluation of the accused person’s social dangerousness, focusing above all on the psychiatric and psycho criminological expertise, giving an account of the methods of the expert's intervention and the factual and empirical validity of the same (always within the scope of the law and within the framework of the current legal debate on the subject) in order to provide substantial assistance to the prognostic activity of the judgement in criminal proceedings.
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Cosio, Roberta Maria Chiara <1991&gt. "Responsabilità da contatto sociale qualificato." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/17861.

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Abstract:
Oggetto del lavoro di ricerca è la figura della responsabilità da contatto sociale qualificato. Si ritiene che questa responsabilità si configuri nelle ipotesi in cui si ravvisa l’esistenza di una particolare “relazione” tra le parti, creatasi prima del verificarsi del danno e connotata dall’affidamento riposto dall’una nei confronti dell’altra, in ragione del suo status. Si fanno rientrare nella responsabilità da contatto sociale qualificato, ad esempio, la responsabilità del medico dipendente da struttura sanitaria, la responsabilità dell’insegnante per le lesioni che l’alunno cagiona a se stesso, la responsabilità della banca per il pagamento di assegno non trasferibile, la responsabilità precontrattuale della pubblica amministrazione e così via. In tutte queste ipotesi, sebbene manchi una specifica obbligazione scaturente da un contratto precedentemente stipulato, si ritiene che si venga comunque ad instaurare un rapporto obbligatorio (sebbene connotato da soli obblighi di protezione), cui applicare la disciplina della responsabilità contrattuale. Questo lavoro di ricerca si propone di verificare se il ricorso alla categoria del contatto sociale risulti necessario (o quantomeno opportuno), ovvero se le ipotesi in essa contemplate non possano trovare (nel sistema) una risposta diversa.
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8

Dei, Rossi Alice <1993&gt. "Cure Palliative e Servizio Sociale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11684.

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Abstract:
In questa tesi parlerò delle cure palliative e del relativo ruolo del servizio sociale. Inizierò ripercorrendo il concetto di morte lungo i secoli per giungere a vedere il suo significato ai giorni nostri. Mi soffermerò poi su 4 autori che hanno dato un contributo fondamentale allo sviluppo delle cure palliative e degli hospice. Successivamente spiegherò brevemente il significato di cure palliative e come sono nate e si sono sviluppate nel mondo e in particolare in Italia. Infine mi soffermerò sul ruolo del servizio sociale e degli assistenti sociali negli hospice e concluderò la tesi parlando di un hospice.
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9

Ortiz, Gonzalez Conde Francisco Miguel <1987&gt. "Fondamenti comparati del diritto della Sicurezza Sociale tra Italia e Spagna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7289/1/Ortiz_Gonzalez_Conde_Francisco_Miguel_Tesi.pdf.

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Abstract:
L'ipotesi di partenza è l’analisi dei fondamenti nazionali del diritto della Sicurezza Sociale tra Italia e Spagna. La metodologia utilizzata è stata il diritto comparato, il confronto tra categorie giuridiche equivalenti, e non dei singoli Paesi. La tesi è strutturata in quattro capitoli. Il capitolo I, generale, si occupa dei sistemi in modo parallelo durante le fasi fasciste, l’influenza reciproca durante i diversi periodi costituzionali (1931, 1948 e 1978) e la ricezione di nuovi approcci beveridgiani in entrambi i Paesi del Mediterraneo. Il capitolo II affronta la tendenza all’universalizzazione dell’ ambito soggettivo verso le eccezioni ai principi di professionalità e lex loci laboris. Il capitolo III regola le diverse interpretazioni dell’ambito oggettivo e gli approcci ambivalenti da parte di entrambe le Corti Costituzionali, poiché non hanno raggiunto una sola e univoca risposta, a volte, con rilievo della sussistenza del bisogno, altre, con prevalenza dell’avveramento del rischio nella tutela degli eventi protetti. Infine, nel capitolo IV, sul concetto di pensione adeguata, si trovano le maggiori differenze tra i sistemi. È possibile anticipare le pronunce vaghe e indirette della Corte Costituzionale spagnola, a differenza della Corte italiana. Per sostenere lo scollamento tra i livelli delle prestazioni e dei contributi versati, entrambi i Paesi hanno affermato, tra gli altri argomenti, la natura fiscale dei contributi previdenziali. Sono state trovate anche differenze tra i meccanismi di perequazione delle pensioni; in questo senso, le recenti sentenze sulla sospensione nel 2012 (in entrambi i Paesi).
This thesis analyses the Italian and Spanish foundations of Social Security systems from a comparative law approach, comparing equivalent legal categories in both countries. This thesis is structured in four chapters: Chapter I, in general, it deals with the Spanish and Italian systems in parallel during the fascist dictatorships, the different constitutional periods (1931, 1948 and 1978) and the new Beveridge approaches in both mediterranean countries. Chapter II faces the trend to universalize the personal scope of application through the exceptions to the principles of professionalism and lex loci laboris. Chapter III regulates the different interpretations in the material scope of application and the ambivalent approaches of both Constitutional Courts, as they have not reached a single and specific answer. It sometimes highlights the importance of the situation of need and others it focuses on the risk of protected events. Chapter IV is about the concept of an adequate pension and the major differences of both systems. It can be anticipated the imprecise and indirect pronunciations of the Spanish Constitutional Court, unlike the extensive Italian constitutional jurisprudence. Both countries have confirmed, among other topics, the fiscal nature of social security contributions in order to support the differences between the levels of pension benefits and contributions. It also shows the differences in the pensions equalization mechanisms and the latest judgments on the suspension in 2012 (in both countries).
La hipótesis de partida de la presente tesis es el análisis de los fundamentos nacionales del derecho a la Seguridad Social en Italia y en España. La metodología empleada ha sido el derecho comparado, confrontando categorías jurídicas y no meramente países. La tesis se estructura en cuatro capítulos. El capítulo I, general, se ocupa de los sistemas en modo paralelo durante las etapas fascistas, la influencia recíproca durante los períodos constitucionales (1931,1948, 1978) y la acogida de los principios beveridgianos en ambos países del Mediterráneo. El capítulo II afronta la tendencia hacia la universalización del ámbito subjetivo a través de las excepciones a los principios de profesionalidad y lex loci laboris. El capítulo II regula las diferentes interpretaciones del ámbito material y los enfoque ambivalentes de ambos Tribunales Constitucionales, que no han alcanzado una respuesta única y univoca, unas veces otorgando mayor protagonismo al estado de necesidad, otras en cambio al acaecimiento del riesgo protegido. Finalmente, en el capítulo IV, sobre el concepto de pensión adecuada, se encuentran las mayores diferencias entre sistemas. Es posible adelantar los pronunciamientos imprecisos e indirectos del Tribunal Constitucional español a diferencia de la ingente jurisprudencia italiana. Para sostener el descuelgue entre las prestaciones percibidas y las contribuciones versadas, ambos países han afirmado, entre otros argumentos, la naturaleza fiscal de las cuotas. Se han encontrado diferencias entre los mecanismos de revalorización de pensiones; en este sentido, las recientes sentencias sobre la suspensión del 2012 (en ambos países)
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Ortiz, Gonzalez Conde Francisco Miguel <1987&gt. "Fondamenti comparati del diritto della Sicurezza Sociale tra Italia e Spagna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7289/.

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Abstract:
L'ipotesi di partenza è l’analisi dei fondamenti nazionali del diritto della Sicurezza Sociale tra Italia e Spagna. La metodologia utilizzata è stata il diritto comparato, il confronto tra categorie giuridiche equivalenti, e non dei singoli Paesi. La tesi è strutturata in quattro capitoli. Il capitolo I, generale, si occupa dei sistemi in modo parallelo durante le fasi fasciste, l’influenza reciproca durante i diversi periodi costituzionali (1931, 1948 e 1978) e la ricezione di nuovi approcci beveridgiani in entrambi i Paesi del Mediterraneo. Il capitolo II affronta la tendenza all’universalizzazione dell’ ambito soggettivo verso le eccezioni ai principi di professionalità e lex loci laboris. Il capitolo III regola le diverse interpretazioni dell’ambito oggettivo e gli approcci ambivalenti da parte di entrambe le Corti Costituzionali, poiché non hanno raggiunto una sola e univoca risposta, a volte, con rilievo della sussistenza del bisogno, altre, con prevalenza dell’avveramento del rischio nella tutela degli eventi protetti. Infine, nel capitolo IV, sul concetto di pensione adeguata, si trovano le maggiori differenze tra i sistemi. È possibile anticipare le pronunce vaghe e indirette della Corte Costituzionale spagnola, a differenza della Corte italiana. Per sostenere lo scollamento tra i livelli delle prestazioni e dei contributi versati, entrambi i Paesi hanno affermato, tra gli altri argomenti, la natura fiscale dei contributi previdenziali. Sono state trovate anche differenze tra i meccanismi di perequazione delle pensioni; in questo senso, le recenti sentenze sulla sospensione nel 2012 (in entrambi i Paesi).
This thesis analyses the Italian and Spanish foundations of Social Security systems from a comparative law approach, comparing equivalent legal categories in both countries. This thesis is structured in four chapters: Chapter I, in general, it deals with the Spanish and Italian systems in parallel during the fascist dictatorships, the different constitutional periods (1931, 1948 and 1978) and the new Beveridge approaches in both mediterranean countries. Chapter II faces the trend to universalize the personal scope of application through the exceptions to the principles of professionalism and lex loci laboris. Chapter III regulates the different interpretations in the material scope of application and the ambivalent approaches of both Constitutional Courts, as they have not reached a single and specific answer. It sometimes highlights the importance of the situation of need and others it focuses on the risk of protected events. Chapter IV is about the concept of an adequate pension and the major differences of both systems. It can be anticipated the imprecise and indirect pronunciations of the Spanish Constitutional Court, unlike the extensive Italian constitutional jurisprudence. Both countries have confirmed, among other topics, the fiscal nature of social security contributions in order to support the differences between the levels of pension benefits and contributions. It also shows the differences in the pensions equalization mechanisms and the latest judgments on the suspension in 2012 (in both countries).
La hipótesis de partida de la presente tesis es el análisis de los fundamentos nacionales del derecho a la Seguridad Social en Italia y en España. La metodología empleada ha sido el derecho comparado, confrontando categorías jurídicas y no meramente países. La tesis se estructura en cuatro capítulos. El capítulo I, general, se ocupa de los sistemas en modo paralelo durante las etapas fascistas, la influencia recíproca durante los períodos constitucionales (1931,1948, 1978) y la acogida de los principios beveridgianos en ambos países del Mediterráneo. El capítulo II afronta la tendencia hacia la universalización del ámbito subjetivo a través de las excepciones a los principios de profesionalidad y lex loci laboris. El capítulo II regula las diferentes interpretaciones del ámbito material y los enfoque ambivalentes de ambos Tribunales Constitucionales, que no han alcanzado una respuesta única y univoca, unas veces otorgando mayor protagonismo al estado de necesidad, otras en cambio al acaecimiento del riesgo protegido. Finalmente, en el capítulo IV, sobre el concepto de pensión adecuada, se encuentran las mayores diferencias entre sistemas. Es posible adelantar los pronunciamientos imprecisos e indirectos del Tribunal Constitucional español a diferencia de la ingente jurisprudencia italiana. Para sostener el descuelgue entre las prestaciones percibidas y las contribuciones versadas, ambos países han afirmado, entre otros argumentos, la naturaleza fiscal de las cuotas. Se han encontrado diferencias entre los mecanismos de revalorización de pensiones; en este sentido, las recientes sentencias sobre la suspensión del 2012 (en ambos países)
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Books on the topic "Diritto sociale"

1

Persiani, Mattia. Diritto della previdenza sociale. Padova: CEDAM, 2007.

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2

Menghi, Carlo. Logica del diritto sociale. Torino: G. Giappichelli, 2006.

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3

Cinelli, Maurizio. Diritto della previdenza sociale. 6th ed. Torino: G. Giappichelli, 2005.

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4

Cinelli, Maurizio. Diritto della previdenza sociale. 9th ed. Torino: G. Giappichelli, 2010.

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5

Mazziotti, Fabio. Diritto della previdenza sociale. 2nd ed. Napoli: Editoriale scientifica, 2001.

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6

Diritto e legame sociale. Torino: G. Giappichelli editore, 2012.

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7

Cinelli, Maurizio. Diritto della previdenza sociale. Torino: G. Giappichelli, 2012.

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8

Persiani, Mattia. Diritto della previdenza sociale. Padova: CEDAM, 2005.

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9

Diritto della previdenza sociale. Padova: CEDAM, 2009.

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10

Persiani, Mattia. Diritto della previdenza sociale. Padova: CEDAM, 2000.

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Book chapters on the topic "Diritto sociale"

1

Perathoner, Christoph. "Il trasporto multimodale nel diritto dell’Unione Europea: un fenomeno trasportistico emergente privo di un’adeguata regolamentazione." In Bibliothek des Wirtschaftsrechts, 59–83. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-662-63635-0_3.

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Abstract:
ZusammenfassungA settant’anni dalla lungimirante dichiarazione dell’allora Ministro degli Esteri francese Robert Schuman (1886–1963) il 9 maggio 1950 a Parigi, è possibile constatare come il lungo e sempre fragile processo di integrazione europea, finalizzato a realizzare “un’unione sempre più stretta tra i popoli dell’Europa”, abbia permesso il raggiungimento di obiettivi che hanno fondamentalmente migliorato la convivenza e la cooperazione sul nostro continente. In tal senso, un traguardo essenziale per gli Stati membri dell’UE è rappresentato dalla creazione di un mercato interno che assicura “la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali”. Invero, l’istaurazione del mercato interno – al pari dell’integrazione europea – è un processo in continua evoluzione. La ratio istitutiva di un mercato unico sul continente europeo è quella di creare i presupposti per una crescita economica equilibrata, per ottenere la stabilità dei prezzi, per poter costruire un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che miri alla piena occupazione e al progresso sociale, e tutto questo con l’impegno di raggiungere un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell’ambiente e della vita delle persone.
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2

Perulli, Adalberto. "Il diritto del lavoro tra libertà, riconoscimento e non-dominio." In Studi e saggi, 101–23. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-484-7.08.

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Abstract:
The essay deals with the issue of freedom in labor law through dialogue with two currents of philosophical-political thought: neo-republicanism and the neo-Hegelian theory of social freedom. After the critique of neoliberal economic thought, labor law can draw on these two currents of political philosophy to consolidate, from an evolutionary point of view, its own value paradigm and to identify a new regulatory project that lives up to the challenge of neo-modernity. The ideas of freedom as non-domination and as social freedom, unlike the classical liberal concept of negative freedom, converge in the construction of social rights, such as codetermination, around which to found a new course of labor law.
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3

Zoppoli, Lorenzo. "Valori, diritti e lavori flessibili: storicità, bilanciamento, declinabilità, negoziabilità." In Studi e saggi, 305–31. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-484-7.20.

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Abstract:
This article traces the national and EU legal framework after the progressive affirmation of the so-called flexible and non-standard contracts, with particular regard to fixed-term contracts, temporary agency work, part-time work and to work on demand. According to the author, notwithstanding deep changes in legislation, collective bargaining, case-law and in doctrine, the centrality of the legal value attributed to permanent contract of employment was not called into question. However, the techniques of promotion and protection of this crucial value are not consequent. Such a value has been recently reaffirmed also at European level by the Social Pillar and the directives of 2018 and 2019. This discrepancy can be overcome by specifying better the notion and sanctions in case of abuse of atypical work and by reinforcing legitimacy and negotiating skills of workers at both individual and collective level.
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4

Caruso, Bruno, and Loredana Zappalà. "Un diritto del lavoro ‘tridimensionale’: valori e tecniche di fronte ai mutamenti dei luoghi di lavoro." In Studi e saggi, 29–79. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-484-7.06.

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Abstract:
The essay analyses the changes in labour law by examining working places’ modifications induced by the most meaningful driver: technology. In this perspective, the authors point out three macro scenarios. The first relates to industry 4.0 and to the notion of “cognitive enterprise”. This could, or should, act as a magnet model considering its social and organizational positive consequences. The second is the traditional work organization re-considered in the light of new technologies’ impact; it generates a kind of neo digital Fordism, as does the Amazon model in the logistic sector. The third scenario is linked to the rise of the gig economic, with its “workers on tap” (i.e. the platform economy with the algorithm as a boss). These different scenarios, even if characterised by blurred borders, imply the need to think of Labour law differently than in the past. Beyond its traditional protective function, there should be a promotional one, aimed at developing capabilities and positive liberties of the person in the workplace. In the face of this three-fold dimension of the workplaces and of the expansion of Labour law functions, it is also necessary to rethink its techniques and principles. In that sense, the authors propose a different regulatory perspective: no more rigid and uniform rules, as happened in the “short century”, but a regulation made by differentiation, adaptations, extensions, dilutions. With a unifying value: the reference to the individual, to her/his life project, and ultimately to her/his dignity.
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5

Speziale, Valerio. "Il ‘diritto dei valori’. La tirannia dei valori economici e il lavoro nella Costituzione e nelle fonti europee." In Studi e saggi, 125–63. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-484-7.09.

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Abstract:
After analysing the different meanings of the term «value» and the passage from juridical positivism to «the right of values» (described in its essential characteristics), the essay points out the constitutional principles of labour in the Italian Constitution and in the European legal sources. The evolution of the legislation enacted in the last few years (mainly since the last decade of the twentieth century) shows that Labour Law has been functionalized to reaching economic targets, creating a «tyranny of values», according to Carl Schmitt’s theory. However, the supremacy of economic values which has influenced the legislation is in contrast with the principles of Labour protection established in the Constitution, in the European legal sources and in the Charts of fundamental rights. Such principles, in the light of the rules of interpretation of these legal texts, impose different legal disciplines. They are also based on the interpretations of the Constitutional Court which define labour as a fundamental right of man and require a «personalistic» rather than a «mercantile» vision of Labour Law protection. Also the European legal sources protect labour to a similar extent to the Italian Constitution, with specific reference to the European Social Chart. However if, as expressed by some decisions of the Court of Justice, we should sustain that the law of the European Union does not express the same «idea of work» as our Constitution, this situation would not justify the prevalence of the economic dimension of labour. In fact, the Italian Constitutional Court has recently stated that the principles established by the European legislation must be «harmonized and balanced» with those contained in the Constitution, in order to ensure «the highest protection of rights at a systemic level» (judgement no. 269/2017). Such harmonization does not allow economic values to prevail over some es- sential labour characteristics (such as dignity, freedom of expression, safety, equal conditions of labour and remuneration, etc.) with which the human personality is formed.
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6

Siciliano, Domenico. "«Al privato onesto un'arma legittima». Per una genealogia della legittima difesa tra il moderamen inculpatae tutelae e la difesa legittima del diritto penale fascista." In Studi e saggi, 39–93. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-202-7.05.

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Abstract:
The contribution is meant to reconstruct the crucial passage from the ‘liberal’ conception of self defence (e.g.: Carrara) to that of the Positive School (for all: Fioretti), which was further articulated by Fascist criminal legal doctrine (Manzini, the Rocco brothers) and imposed with the Italian penal code of 1930. The former conception, in the wake of Beccaria and his thematisation of crime as a political and social problem, does not fundamentally allow the deadly self-defence in the protection of property. For the latter, the ‘subjects’ have a ‘right’ to defend their property, and with it society, even by deadly force. The contribution highlights the partially dissonant voice of the Court of Cassation, which in one opinion reminded the Fascist state the intrinsic weakness of such a conception
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Corrado, Leda Rita. "Diritto tributario e benessere sociale." In Il benessere, un percorso multidisciplinare, 13–21. Ledizioni, 2014. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.3035.

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8

Rossi, Emanuele, and Francesca Biondi Dal Monte. "Immigrazione e diritto alla salute." In Bioetica pratica e cause di esclusione sociale, 97–118. Mimesis Edizioni, 2012. http://dx.doi.org/10.4000/books.mimesis.2221.

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9

Giubboni, Stefano. "Il diritto sociale europeo alla ricerca dell’autonomia perduta." In Arbeits- und Sozialrecht für Europa, 495–516. Nomos Verlagsgesellschaft mbH & Co. KG, 2020. http://dx.doi.org/10.5771/9783748909231-495.

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10

Catalano, Paola, Stefania Di Giannantonio, and Walter Pantano. "Organizzazione funeraria e struttura sociale degli inumati di Casal Bertone (Roma, I-III sec. d.C.)." In Il diritto alla sepoltura nel Mediterraneo antico, 80–95. Publications de l’École française de Rome, 2021. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.12848.

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Conference papers on the topic "Diritto sociale"

1

Buda, Chiara. "Cittadinanze sospese e diritto alla cittá: suspended citizenship and the right to the city." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7905.

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Abstract:
La città globale ha generato una forte ipermobilità delle merci e degli uomini. Cambiano cioè gli attori e i gruppi sociali della scena urbana. Rilevante è la presenza degli immigrati che forniscono manodopera in numerosi ambiti. Le società ospitanti riconoscono, infatti, il ruolo determinante degli stranieri in quanto lavoratori, ma pongono forti resistenze nel riconoscerli in quanto cittadini. In altre parole, restano cittadini sospesi tra il paese d’origine e quello d’arrivo, perché godono di una cittadinanza con revoca. Gli immigrati possono al massimo godere di una cittadinanza sostanziale, nel senso che esiste un insieme di pratiche di cittadinanza, che fanno percepire lo straniero come se fosse a casa propria pur non essendolo. Si tratta delle c.d. pratiche di home making, cioè di addomesticamento dello spazio circostante. Tale riappropriazione del contesto urbano, esprime in realtà la rivendicazione dello straniero al diritto alla centralità e il desiderio di non essere periferizzati. Si tratta del diritto alla città elaborato da Henri Lefebvre nel 1978, inteso come diritto alla vita urbana. Non tutti però godono allo stesso modo di tale diritto: i soggetti più deboli e vulnerabili non hanno voce nei processi decisionali. Ma la vera essenza della cittadinanza contemporanea consiste nel prender parte ad una vita pienamente urbana, per tale motivo i migranti, in quanto attori urbani e portatori di una particolare domanda di città, dovrebbero essere ascoltati dagli amministratori locali. The central topic of this paper is the complex relationship between migrants and the global city, which has created a strong hypermobility of goods and people. There are new actors in the urbane scene: immigrants provide labor in many areas, but they are particularly invisible at the main decision-making levels, especially in those concerning the city design. They are subjected to discrimination: first of all as city users and also as proponents of urban and architectural projects. Our cities are not able to answer the "supply of city" of those who live in, that means they do not fully answer to the people needs and desires. Consequently, the weakest and most vulnerable citizens don’t fully enjoy their right to the city. This right has been presented by Henri Lefebvre around the 70s. According to the French sociologist everyone should enjoy the "right to urban life", that is the possibility to satisfy their aspirations in terms of political, social and environmental impacts in the city.
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