Academic literature on the topic 'Diritto penale minorile'

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Journal articles on the topic "Diritto penale minorile"

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Panzavolta, Michele. "L'enigma del diritto penale minorile comparato." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (October 2019): 75–95. http://dx.doi.org/10.3280/mg2019-002006.

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Battista, Giuseppe, and Patrizia Famà. "La mitezza nel diritto penale minorile. Percorsi dottrinali e giurisprudenziali." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (March 2015): 52–63. http://dx.doi.org/10.3280/mg2015-001007.

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Miazzi, Lorenzo, and Giulia Perin. "Legge n. 94/2009: peggiora anche la condizione dei minori stranieri." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 4 (November 2009): 178–209. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-004012.

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Abstract:
1. Italia e stranieri: un paese "cattivo" anche con i bambini2. Le modifiche riguardanti i minori non accompagnati2.1. Il ritorno alla Bossi-Fini e la sterilizzazione del contributo della giurisprudenza2.2. Profili di incostituzionalitŕ e prevedibili conseguenze delle modifiche normative sul flusso migratorio dei minori non accompagnati e sulla capacitŕ del nostro ordinamento di proteggerli efficacemente2.3. Minori irregolari con parenti in Italia e conversione del permesso di soggiorno alla maggiore etŕ2.4. I minori comunitari non accompagnati che esercitano la prostituzione e il rimpatrio assistito3. I figli dei matrimoni poligami4. Le limitazioni ai "ricongiungimenti alla rovescia"5. Il reato di immigrazione illegale e i minori5.1. Il trattenimento illegale: un reato che il minore non puň commettere5.2. L'ingresso illegale del minore: un reato inapplicabile5.3. Il procedimento penale a carico del minore5.4. Gli effetti della denuncia e della condanna; in particolare, gli effetti che l'introduzione della fattispecie di reato potrŕ avere in relazione all'art. 31, co. 3, TU 286/986. Dichiarazione di nascita e riconoscimento del figlio da parte dello straniero privo di autorizzazione al soggiorno6.1. La pericolosa ambiguitŕ del nuovo testo dell'art. 6, co. 2, TU 286/986.2. Il necessario ricorso all'interpretazione sistematica per rendere il nuovo testo dell'art. 6 TU conforme alla Costituzione e alle Convenzioni internazionali7. Il diritto all'istruzione dei minori irregolari: i dubbi sollevati dall'art. 6, co. 2, TU7.1. Cosa si intende per «prestazioni scolastiche obbligatorie»?7.2. La questione dell'accesso alla scuola dell'infanzia e alla scuola superiore di secondo grado dopo il compimento della maggiore etŕ7.3. La scuola, anche quella dell'infanzia e superiore di secondo grado, «č aperta a tutti»7.4. Erogazione di servizi volti a rendere effettivo il diritto allo studio e condizione di irregolaritŕ del soggiorno8. I limiti dell'attivitŕ interpretativa9. Esercizio effettivo dei diritti fondamentali da parte del minore e dei suoi genitori e reato di irregolaritŕ del soggiorno. L'impossibile convivenza9.1. La generalizzazione del divieto di segnalazione: una necessitŕ imposta dalla Costituzione dopo i recenti interventi legislativi
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Guarcello, Emanuela, and Giulia Gozzelino. "Justice system and juvenile deviance after the Covid-19 pandemic. Educational paths between school promotion and re-education." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 3 (December 31, 2021): 273–87. http://dx.doi.org/10.36253/form-10171.

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Abstract:
Starting from the concept of social justice and from universal children’s rights (UN, 1989), the contribution questions the role of education in enhancing the originality and uniqueness of each one and in restoring responsibility and dignity to fragile (Milani, 2019), difficult (Bertolini ,1993) and deviant (Vico, 1988) young people. In a complex contemporaneity, tested by pandemic’s sufferings and restrictions, the pedagogical look underlines the importance of reconstructing – starting from school – promotional, capacitating and justice-oriented paths. Deviant acts are read in the light of a broad social responsibility. We propose the empowerment of an educating community (Agazzi, 1968) aimed at participation, dialogue (Freire, 2002) and assumption of an active and inclusive citizenship. The juvenile penal system is collectively rethought, favouring diversion from prosecution, mediation, reparation and probation strategies. Giustizia e devianza minorile dopo la pandemia Covid-19. Percorsi alternativi tra promozione scolastica e rieducazione. Partendo dal concetto di giustizia sociale e dai diritti universali delle bambine, dei bambini e degli adolescenti (UN, 1989), il contributo si interroga sul ruolo dell’educazione nel valorizzare l’originalità e l’unicità di ciascuno e nel restituire responsabilità e dignità ai soggetti fragili (Milani, 2019), difficili (Bertolini, 1993) e devianti (Vico, 1988). In una contemporaneità complessa, provata dalla sofferenza e dalle restrizioni della pandemia, lo sguardo pedagogico sottolinea l’importanza di ricostruire, a partire dalla scuola, percorsi promozionali, capacitanti e orientati alla giustizia. Si rileggono gli atti devianti alla luce di un’ampia responsabilità sociale e si propone l’empowerment di una comunità educante (Agazzi, 1968) volta alla partecipazione, al dialogo (Freire, 2002) e all’assunzione di una cittadinanza attiva e inclusiva per ripensare collettivamente il sistema penale minorile privilegiando deviazioni dall’accusa, strategie di mediazione, di riparazione e di messa alla prova.
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Patrizi, Elena. "La Corte europea dei diritti umani sull'importanza di rafforzare garanzie e tutele nell'ambito dei procedimenti penali aventi a oggetto l'accertamento della condotta di abuso sessuale a danno di minore: il caso N.Ç. c. Turchia." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (January 2023): 83–90. http://dx.doi.org/10.3280/mg2022-001008.

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Dissertations / Theses on the topic "Diritto penale minorile"

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Troglia, M. "L'UDIENZA PRELIMINARE NEL RITO MINORILE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/472159.

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Abstract:
The juvenile criminal proceeding presents numerous peculiarities due to properties of the person who is the protagonist and recipient of particular attention, including in relation to the formation of his personality. Among the institutions that characterize the juvenile criminal procedure there is without doubt the preliminary hearing, defined as the "center of gravity" of the entire system, because it provides the opportunity to define the legal proceeding of the child already at that stage, with a faster expulsion of the offender from criminal circuit. Compared with the preliminary hearing of the ordinary proceedings against the older – introduced in the new code of criminal procedure as a filter for unnecessary debates or for not to give action at charges that, prima facie, appear unfit to support the accusation in court, the juvenile preliminary hearing is characterized, above all, for the specialization of those involved, including, for example, the Panel, which is composed of a collegiate and professional judge and two lay judges, experts in matters regarding training of the child. In child preliminary hearing, then, in addition to the traditional endings, there is the chance of reaching a solution of the avoidance of desocialization resulting in the possible prison sentence, including: the delivery of a judgment of non-suit for lack of eligibility, the granting of judicial pardon, the irrelevance of the fact – when the fact appears tenuous, even in relation to the parameters specified by art. 133 c.p. –, the suspension of the proceedings with probation and the sentence to a fine or alternative sanction penalty. The epilogues in question – some of which were recently extended, with appropriate adjustments, even to older defendants – were imagined to meet the dual purpose of guiding the child in understanding the negative social value the offense was committed and to allow, then, the rapid exit from procedural circuit, beating the best time to conflict with the legal system. The present doctoral thesis tries, therefore, to reconstruct fully the preliminary hearing in the juvenile ritual discipline, analyzing the profiles of interest – especially considering the recent Directive 2016/800/EU of the European Parliament and of the Council – and those of critical, also making a comparison with some aspects of the French juvenile criminal system, profoundly different from ours, especially in relation to different and less sympathetic consideration that the minor offender receives from the legislature.
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BIELLA, DANIELA. "Manipolazione e interpretazione della Corte costituzionale in due settori emblematici del diritto penale: la giustizia minorile e la giustizia militare." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/44435.

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Abstract:
La Corte costituzionale, sin dall’inizio della sua attività, ha ricoperto un ruolo molto significativo nei confronti del diritto penale. Principi fondamentali, quali quelli di legalità e di colpevolezza, attraverso l’apporto della giurisprudenza costituzionale, hanno acquisito nuovi contenuti, e lo stesso sistema sanzionatorio è stato sotto più profili coinvolto nell’opera di riconduzione della legislazione penale ai principi sanciti dalla Costituzione. La prospettiva che si intende adottare per l’analisi delle più importanti pronunce costituzionali è quella delle tecniche decisorie di cui il Giudice delle leggi si è servito, in oltre cinquant’anni, per svolgere il proprio controllo di legittimità sulle norme penali indiziate di porsi in contrasto con il sistema dei principi e delle regole contenute nella nostra Carta fondamentale. Anche nella materia penale, lo strumentario a disposizione dei giudici delle leggi si presenta quanto mai eterogeneo ed articolato, e le controverse formule espressive per contrassegnare le diverse decisioni della Consulta ne sono una prova. Le molteplici tipologie di pronunce elaborate dalla giurisprudenza costituzionale sono da anni oggetto di un’attenta analisi da parte della dottrina soprattutto costituzionalistica, da sempre alla ricerca di una (almeno percentualmente elevata) regolarità nelle scelte del tipo di pronuncia adottato dalla Consulta, sul presupposto che la individuazione di tipologie attraverso il consueto metodo della astrazione generalizzante possa assumere una vincolatività dogmatica. Ai nostri fini la ricerca ha lo scopo di individuare le tecniche maggiormente impiegate dalla Consulta, quando oggetto del suo sindacato sono le norme penali e in particolare quelle relative alla giustizia penale minorile e militare, settori particolarmente emblematici del ruolo di adeguamento ai principi costituzionali svolto dalla Corte costituzionale. La nostra attenzione riguarderà dunque quelle sentenze che, entrando nel merito della questione di costituzionalità di una norma, non si sono limitate a dichiararla infondata o ad accoglierla, ma si sono spinte sino al punto di dare della norma una interpretazione diversa da quella fatta propria dal giudice a quo, o sono intervenute direttamente sulla disposizione manipolandone, sempre in via interpretativa, il contenuto. Di qui i problemi circa l’ammissibilità di queste “invasioni” da parte della Corte costituzionale; “invasioni” che nella materia penale destano maggiori dubbi rispetto agli altri settori dell’ordinamento. Sarà altrettanto interessante approfondire quelle pronunce di natura processuale, di (manifesta) inammissibilità o infondatezza, che, pur non entrando nel merito dell’eccezione di legittimità costituzionale, aprono o, meglio, tentano di aprire, a seconda dei casi, un dialogo con i giudici comuni o con il legislatore. Proprio i rapporti del Giudice delle leggi con il potere giudiziario e con il potere legislativo saranno oggetto di alcune, seppur brevi, considerazioni. Da un lato, infatti, non si possono trascurare gli effetti delle pronunce costituzionali sull’operato della magistratura ordinaria, soprattutto laddove la Corte costituzionale li induce a dare, da soli, interpretazioni conformi a Costituzione. Dall’altro, non può negarsi importanza a tutti quei moniti, troppo spesso trascurati (o ignorati?), rivolti direttamente al legislatore perché metta mano a riforme più o meno sistematiche del diritto penale. L’analisi preliminare dei diversi strumenti adottati dalla Consulta, con il conseguente richiamo delle più rilevanti pronunce intervenute sul nostro codice penale, consente poi di approfondire il ruolo della giurisprudenza costituzionale nei due ambiti del diritto penale al centro della presente indagine: quello della giustizia minorile e quello della giustizia militare. La scelta di indagare il ruolo delle sentenze della Corte costituzionale in questi due settori nasce anzitutto dal notevole interesse che la Corte ha ad essi riservato. Nei riguardi del sistema penale minorile, come si vedrà, la Consulta è spesso intervenuta per supplire all’inerzia del legislatore ordinario che, nonostante i continui solleciti, non si è mai occupato di predisporre per il minore autore di reato una normativa organica e profondamente differenziata rispetto a quella prevista per l’adulto. Sul diritto penale militare, invece, l’opera della Corte si è rivelata pressoché l’esatto contrario: è infatti intervenuta su un ordinamento autonomo per denunciarne l’obsolescenza e per ricondurlo ai principi propri del diritto penale – per così dire – “comune”. In entrambi i settori, la maggior parte delle sentenze manipolative che vanno ad incidere direttamente sul testo legislativo, e che per questo segnano indelebilmente il sistema normativo, concernono la previsione delle sanzioni penali e la loro esecuzione. Come si avrà modo di precisare, i parametri alla luce dei quali il Giudice delle leggi interviene su queste materie, talvolta sino al punto di sostituire la cornice edittale stabilita dal legislatore, sono soprattutto il principio di eguaglianza di cui all’art. 3 Cost. ed il principio di rieducazione della pena di cui all’art. 27, comma 3, Cost.
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Fedetto, Rebecca. "Il maltrattamento minorile: i bambini vittime di violenza tra esigenze di giustizia e tutela della salute. Child abuse: chidren victime of violence between the need for justice and health protection." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423700.

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Abstract:
This work is carried out in the field of the protection of human rights, focusing on the protection of the abused, with a study and analysis of the main problems that emerge from the legal point of view. In this field, in fact, several issues are highlighted: we take into account and aim to analyse the matter of the conflict between legal demands and health protection that can arise in case of child maltreatment or abuse. The health protection of the child, which in principle is enshrined in primary law, is fundamental and inviolable (Article 32, Italian Constitution). In reality, however, it is drastically reduced by procedural requirements related to the search for the perpetrator and the related evidence. This is because intersecting within the same scenario are the activities of various people and specialists, and above all the holders of various legal interests. On the one hand we have the Judicial Authorities (Public Prosecutor) who search for and prosecute the perpetrator (and in particular search for the evidence of abuse or maltreatment), and on the other we have the health care system that looks after the child and are responsible for protecting their health. The result of this intersection of activities and positions may become a troublesome conflict. What interest must prevail? Can the need for justice compress the protection of the health of the child? In what way does the responsibility of the health care conflict with the order of the Judicial Authorities? These questions are lacking clear and unambiguous answers, and show the presence of a legislative vacuum that can lead to a paralysis of the various operating services of the scenario. The extreme limit of this situation is given by the hypothesis of the "child as bait": a minor, already a diagnosed victim of violence, is placed back by the Judicial Authorities into the situation of abuse, exposing them to the risk of further abuse, in order to obtain crime evidence and to identify the perpetrator. Besides the serious problem of using a child as bait, this work examines other issues, such as the abusing parents' consent, the coordination between attorney and juvenile court, the inertia of the latter when assessing the efficacy of the offered protection, and what other possible alternatives can be developed to ensure that the health and protection of the child are always fully and effectively guaranteed. The study material is taken in the first place from the study of a prospective cohort of children from the Regional Centre for the Diagnosis of the Abused Child of the Department of Pediatrics, University of Padua; a preliminary study of 250 cases. Furthermore, we examined four model cases concerning the issues covered by this study, with the Centre for the Diagnosis of the Abused Child as the reference structure. The working method is divided into several phases: The legal framework, with reference to either the current legislation or to case law. Case law is of fundamental importance when bridging legislative gaps; Case analysis; Evidence of the critical urgency and of the legislative gaps, and case law implementation guidelines; case law; Study of possible new solutions and perspectives; Presentation of results and new procedures. We start by describing and defining the problem of maltreatment with a presentation of its main forms, to continue with the analysis of the legislative panorama at an Italian and European level, and an examination of the forecast types of guardianship. In particular, we analyse how the abuse is taken into account in both civil and criminal law, what legal instruments and solutions are being offered by our jurisdiction, and what the main legislative gaps are. The examination of clinical cases offers full evidence that shows the existence of regulatory gaps and how the protection of the abused child is not fully guaranteed. The conclusions of this work clearly show the gaps and critical urgency of the current system, with a resulting effect on the protection of children who are victims of abuse or maltreatment. The first problem relates to the inertia of the Juvenile Court, which too often does not take action against the parents when faced with a warning or a clear diagnosis of abuse, and waits for further developments from the investigating Prosecutor. This is a crucial point: the Juvenile Court should take immediate action to protect, independently of the investigation which is often slow because of legal procedures and processing. The work of the Prosecutor and the Juvenile Court should be on two separate levels, since also the purposes of these are different, and the protection of the abused/maltreated child must not be jeopardised by the search for the perpetrator. The fact that the Juvenile Court does not intervene with temporary measures towards the parents (when it is certain that the abuse occurred at home) also has an impact on the actual health care of the victim. Often physicians who must perform visits, diagnostic tests or other medical treatment on the young victim are having to seek informed consent from the abusing parent, who still fights for parental authority. The resulting health care paralysis is easy to understand in the case of the abusing parent denying consent. Finally, the most striking manifestation of protection failure is in the case where the abused minor is placed back in the home where the abuse occurred, sometimes with the specific purpose of legally proving the perpetrator's crime (child as bait ), or "simply" due to a failure to identify the perpetrator or lack of action against the parents. This seems not allowable in a state of law that deals with all the rights of the citizens, in which issues such as privacy are given prime importance. We project to study and present possible new procedures, while keeping the focus of the "principle of sufficient evidence". What we want to bring to light is that the protection of the abused child and the search for the perpetrator must remain on separate levels. Effective protection must not be jeopardised by criminal investigations. The term "sufficient evidence" is used because, faced with a confirmed diagnosis of abuse or maltreatment, this should be in itself sufficient to enable and ensure the full protection of the child, without hesitation or putting the abused child in a situation of further risk. To identify the perpetrator in the presence of clinical certainty is fundamental, but must always be secondary to the health of the child. The certainty that abuse has occurred should be sufficient to activate the full and immediate protection for the child. It is essential that the Juvenile Court preserve its independence with respect to the Ordinary Court and Prosecutor, and promptly adopt urgent measures that allow an actual taking care of the abused child by the health care. Our legal and international laws stipulate clearly the primary importance of child protection, and this has to be guaranteed particularly within the family, where the child may suffer violence and abuse even from those who should offer protection: its parents
Il presente lavoro si svolge nell’ambito della tutela dei diritti focalizzandosi sulla tutela del minore maltrattato, con l’ approfondimento e l’analisi delle principali criticità che emergono dal punto di vista giuridico. In questo campo infatti vengono in evidenza diverse problematiche: questo lavoro prende in considerazione e si prefigge di analizzare la questione del conflitto tra esigenze di giustizia e tutela della salute che può nascere quando ci si trova di fronte ad un caso di maltrattamento e/o abuso su minore. La tutela della salute del bambino, che in via di principio è sancita come diritto primario, fondamentale e inviolabile (art 32 Cost.), nella prassi viene drasticamente ridotta da necessità procedurali legate alla ricerca del colpevole del reato e delle relative prove. Questo accade perchè sullo stesso scenario s’interseca l’attività di diversi attori, titolari di diverse competenze e soprattutto titolari di diversi interessi legittimi: da un lato l’Autorità Giudiziaria (PM) che esercita l’azione penale e persegue le ricerca del colpevole (e nello specifico della prova dell’abuso o del maltrattamento), dall’altro i medici che prendono in carico il minore e sono preposti alla tutela della salute dello stesso. Dall’intersezione di tali attività e posizioni ne può scaturire un conflitto di difficile risoluzione. Quale interesse deve prevalere? Può l’esigenza di giustizia comprimere la tutela della salute del minore? In quale responsabilità incorre il medico che non ottemperi all’ordine dell’Autorità Giudiziaria? Questi interrogativi, privi di una riposta chiara ed univoca, dimostrano che si è alla presenza di un vuoto legislativo che porta come conseguenza situazioni di paralisi dei Servizi operanti nello stesso scenario. Il limite estremo di tale situazione è dato dall’ ipotesi del “bambino esca”: un minore, già vittima di violenza accertata e diagnosticata, viene reinserito su ordine dell’AG nel luogo dove è avvenuto il maltrattamento esponendolo consapevolmente al rischio di nuovo abuso, al fine di ottenere la prova del reato ed individuare il colpevole. Unitamente a questa grande problematica (bambino esca) il lavoro analizza altre questioni dibattute, quali il problema del consenso da parte del genitore maltrattante, il coordinamento tra Procura e Tribunale minorile e l’inerzia di quest’ultimo, nell’ottica di valutare quale tutela effettiva sia offerta al minore e quali possibili alternative si possano sviluppare per fare in modo che la salute e la protezione del minore vengano sempre garantite modo pieno ed efficace. Il materiale di studio è dato, in primo luogo, dallo studio di una coorte prospettica dei bambini presi in carico dal Centro Regionale per la Diagnostica del Bambino Maltrattato del Dipartimento di Pediatria dell’Università di Padova : si tratta di uno studio effettuato tramite una preliminare revisione di casistica con esame di 250 casi. Inoltre vengono presi in esame alcuni (4) casi paradigmatici rispetto alle problematiche oggetto del presente studio; la struttura di riferimento è il Centro per la Diagnostica del bambino maltrattato. Il metodo di lavoro passa attraverso diversi fasi: Inquadramento giuridico, sia con riferimento alla normativa vigente si in riferimento agli orientamenti giurisprudenziali, che in questa materia sono di fondamentale per supplire alle carenza legislative; Analisi dei casi; Evidenza delle criticità e delle lacune normative e applicazione degli orientamenti giurisprudenziali; Studio di possibili nuove soluzioni e prospettive; Presentazione dei risultati e delle nuove prassi. Il lavoro si sviluppa partendo dall’inquadramento del problema “maltrattamento” con la definizione e presentazione delle principali forme di maltrattamento; prosegue quindi con’analisi del panorama legislativo nazionale ed europeo, e con l’esame dei tipi di tutela previsti. In particolare viene analizzato in che modo il maltrattamento sia preso in considerazione nel codice civile e penale, quali soluzioni e strumenti giuridici siano offerti dal nostro ordinamento, e quali siano le principali lacune legislative. L’esame dei casi clinici porta alla luce con piena evidenza la sussistenza di vuoti normativi e di come la tutela del minore maltrattato non sia garantita appieno. Emergono quindi con piena evidenza nelle conclusioni del lavoro le alcune e le criticità del sistema attuale, con conseguente ricaduta sulla tutela dei minori vittime di abuso e/o maltrattamento. Un primo problema riguarda l’inerzia del Tribunale per i Minorenni, che troppo spesso, di fronte ad una segnalazione e ad una diagnosi certa di maltrattamento, non prende provvedimenti nei confronti di genitori, in attesa di sviluppi da parte delle Procura che svolge le indagini. Questo è un punto cruciale: il Tribunale del Minorenni dovrebbe attivarsi tempestivamente per la tutela , in modo indipendente rispetto alle indagini volte alla ricerca del colpevole, che peraltro seguono i lunghi tempi della giustizia e dei processo. Il lavoro della Procura e del Tribunale Minori, dovrebbe rimanere su due piani distinti, in quanto le finalità degli stessi sono distinte, e la tutela del minore, in presenza di una diagnosi certa di abuso/maltrattamento, non può essere fatta dipendere dalla ricerca del colpevole. Il fatto poi che il Tribunale per i Minori non intervenga con provvedimenti temporanei nei confronti dei genitori (nel momento in cui si ha la certezza che il maltrattamento sia avvenuto in casa) ha una ricaduta anche sul piano operativo della presa in carico da parte dei sanitari. Spesso infatti i medici che devono svolgere visite, esami diagnostici, o comunque trattamenti sanitari sulla piccola vittima si trovano a dover chiedere il consenso informato al genitore maltrattante, a cui ancora compete la piena potestà . E’ di immediata comprensione la situazione di paralisi in cui possano venire a trovarsi i sanitari, che hanno necessità di curare il minore e si possono invece trovare di fronte al diniego del consenso da parte del genitore maltrattante. La manifestazione più eclatante infine delle lacune di tutela si ha nel caso in cui il minore maltrattato venga ricollocato nella casa familiare dove è avvenuto il maltrattamento, addirittura talvolta proprio allo specifico fine di assicurare il colpevole alla giustizia (bambino esca), o “semplicemente “ a causa di un mancata individuazione del colpevole e quindi, mancanza di provvedimenti nei confronti dei genitori. Questo appare non solo non condivisibile ma addirittura non ammissibile in uno stato di diritto che si occupa di tutte le garanzie del cittadino, in cui a questioni come la privacy viene data importanza fondamentale. Il progetto di lavoro, al fine di studiare e presentare nuove possibili prassi, individua come punto focale il “principio della prova sufficiente”. Ciò che si vuole portare alla luce è che la tutela del bambino e la ricerca dell’ autore del maltrattamento devono rimanere su pianti distinti e una tutela effettiva non può essere fatta dipendere dall’andamento delle indagini penali. Si parla di “prova sufficiente” perché, di fronte ad una diagnosi certa di abuso/maltrattamento questo deve essere di per sè sufficiente per attivare e garantire la piena protezione del minore, senza incertezze o tantomeno senza mettere il minore già maltrattato in situazione di ulteriore rischio. In presenza di una certezza clinica individuare il colpevole è senz’ altro fondamentale ma deve essere comunque secondario rispetto alla vita e alla salute del bambino. La certezza che il maltrattamento è avvenuto è il dato che deve far attivare tutto il sistema di protezione nei confronti del minore. Per questo è di fondamentale importanza che il Tribunale dei Minorenni mantenga la sua indipendenza rispetto al Tribunale ordinario /Procura, e adotti in maniera tempestiva i provvedimenti urgenti e necessari, che possono peraltro consentire una effettiva presa in carico del minore da parte degli operatori. Il nostro ordinamento e le legislazioni internazionali sanciscono in modo chiaro la primaria importanza della tutela dell’infanzia, e ciò deve essere garantito ancor più da parte delle Istituzioni laddove il bambino subisca violenza proprio da chi sarebbe deputato a proteggerlo: la famiglia
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Magli, Mia <1988&gt. "Giustizia penale e protezione dei minori nell'Unione Europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8184/1/TESI%20MIA%20MAGLI.pdf.

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Abstract:
Al giorno d’oggi i minori occupano un posto sempre più rilevante nell'agenda giuridica e politica dell'UE. La promozione e la protezione dei diritti del fanciullo è ora un obiettivo dell’Unione europea ai sensi dell'articolo 3, par. 3, del TUE. I diritti dei minori sono anche sanciti nell'articolo 24 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. L'Unione attualmente possiede molti atti normativi e non relativi ai diritti dei fanciulli o che possono avere un reale impatto sulle loro vite. Questa tesi di dottorato analizza la natura, la portata e il valore delle misure UE che riguardano i minori in due aree principali: la protezione dei minori e la giustizia penale minorile. La tesi indaga se vi è un valore aggiunto nei diritti dei fanciulli stabiliti a livello di UE e cercherà anche di offrire alcuni suggerimenti per migliorare la protezione dei diritti dei minori nell'Unione europea.
Today children’s rights occupy an increasingly prominent place on the EU legal and policy agenda. The promotion and protection of the rights of the child is now an objective of the EU as set out in Article 3.3 of the Treaty on European Union. The rights of the child are also enshrined in the article 24 of the Charter of Fundamental Rights of the European Union. The EU has now many legislative documents and non-legislative acts related to children’s rights or that can have the potential to impact on children’s life. This Phd thesis analyzes the nature, scope and value of EU measures in relation to children in two main areas: child protection and juvenile criminal justice. It investigates if there is an added value of children’s rights at EU level and it also makes some suggestions to improve children’s rights in the EU.
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Schiavon, Alessia. "I comportamenti devianti e criminali dei digital native: una riflessione comparata in materia di cyberbullismo e sexting." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3425873.

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Abstract:
Over the past twenty years, the Internet has become an integral part of people’s lives, especially young people, the socalled digital natives. Children and adolescent have eagerly embraced its potential for communication, entertainment and information-seeking. Today, minors grow up in a technology-mediated environment and are especially attracted by the possibilities of the Web. For them, the distinction between online and offline has increasingly become meaningless, and they move effortlessly between the two. This opens tremendous prospects that were unimaginable only half a generation ago. While such availability would uniformly be seen as positive, there are increasing concerns about the risks that access to technology might bring for young people. This massive use of ICTs by children and adolescents represents a circumstance not devoid of legal relevance. As a matter of fact, the Internet revolution has brought about a change in the criminological scenario, especially in relation to young people. This work intends to investigate the new virtual phenomena characterizing the digital natives and known as cyberbullying and sexting, adopting an interdisciplinary research approach. Following an in-depth investigation into the sociological and criminological aspects that characterize the phenomena, the research provides an evaluation of the current legal framework at the international, European and national level in relation to the protection of minors in the digital world. Consequently, on the basis of a comparative analysis involving common law (Australia, Canada) and civil law (Spain, Italy) systems, the study aspires firstly to identity the legal issues and debates arose by cyberbullying and sexting, estimating the effectiveness of the criminal justice model in relation to these types of criminal and deviant behaviours. Secondly, it aims to reflect on the role of criminal law in relation to the new challenges posed by the cyberspace.
Negli ultimi vent'anni, Internet è diventato parte integrante della vita delle persone, in particolare dei giovani, i cosiddetti nativi digitali. I bambini e gli adolescenti hanno abbracciato con entusiasmo il suo potenziale di comunicazione, intrattenimento e di ricerca di informazioni. Oggi, i minori crescono in un ambiente mediato dalla tecnologia e sono particolarmente attratti dalle possibilità del Web. Per loro, la distinzione tra online e offline è diventata sempre più priva di significato, e si spostano con facilità tra i due. Questo ha aperto enormi prospettive che erano inimmaginabili solo una mezza generazione fa. Sebbene tale disponibilità debba considerarsi positiva, a preoccupare sono i crescenti rischi che l'accesso alla tecnologia potrebbe comportare per i giovani. L’uso significativo delle tecnologie della comunicazione da parte di bambini e adolescenti rappresenta una circostanza non priva di rilevanza giuridica. Di fatto, la rivoluzione di Internet ha determinato un cambiamento nello scenario criminologico, specialmente in relazione ai giovani. Questo lavoro intende investigare i nuovi fenomeni virtuali che caratterizzano i nativi digitali e conosciuti come cyberbullismo e sexting, adottando un approccio di ricerca interdisciplinare. A seguito di un'indagine approfondita sugli aspetti sociologici e criminologici che caratterizzano i fenomeni, la ricerca fornisce una valutazione dell'attuale quadro giuridico a livello internazionale, europeo e nazionale in relazione alla protezione del minore nel contesto digitale. In seguito, sulla base di un'analisi comparativa che coinvolge sistemi di common law (Australia, Canada) e civil law (Spagna, Italia), lo studio aspira innanzitutto a identificare le questioni e i dibattiti legali stimolati dal cyberbullismo e dal sexting, stimando l'efficacia del criminale modello di giustizia in relazione a tali comportamenti criminali e devianti. In secondo luogo, mira a riflettere sul ruolo del diritto penale con riferimento alle nuove sfide poste dal cyberspazio.
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Capuzzo, Valentina <1980&gt. "L’Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni e il minore assuntore di sostanze stupefacenti autore di reato. Le conseguenze del trasferimento al Servizio sanitario nazionale delle funzioni di Sanità Penitenziaria." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4798.

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Abstract:
La presente tesi di laurea è il risultato di un approfondito studio sul trasferimento al Servizio Sanitario Nazionale delle funzioni di Sanità Penitenziaria, con particolare rifermento alle conseguenze che questa Riforma ha avuto sulla Giustizia Minorile e sulle articolazioni periferiche del Dipartimento. Con il D.P.C.M. 1 aprile 2004, le funzioni sanitarie svolte dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e dal Dipartimento per la Giustizia Minorile sono affidate alle Aziende Sanitarie Locali del territorio in cui sono ubicati gli Istituti di Pena, i Servizi Penitenziari e i Servizi Minorili. La disamina si articola in sei parti. Nella prima parte si analizza il fenomeno del disagio giovanile evidenziando il confine sottile che esiste tra la devianza e la delinquenza. Molti studiosi hanno cercato di analizzare e comprendere la delinquenza minorile ma nessuno di essi è riuscito a formulare una teoria valida, duratura ed esente da critiche. Nel secondo capitolo, dopo una breve spiegazione del meccanismo d’azione delle sostanze stupefacente e psicotrope, si è sottolineata la diversità dei termini abuso, tolleranza e dipendenza. Nella parte centrale (terzo e quarto capitolo), dopo l’excursus storico che ha portato a raccogliere tutte le norme in materia di sostanze stupefacenti e psicotrope nel D.P.R. 309/1990, modificato successivamente dalla Legge n. 49 del 21febbraio 2006, si è trattato in maniere specifica dell’imputabilità del minore autore di reato assuntore di sostanze stupefacenti e delle misure pre-cautelari. Infine, attraverso una trattazione dettagliata delle Conferenze Unificate e delle Delibere della Regione Veneto, si è cercato di analizzare in modo critico le conseguenze della Riforma sui Servizi della Giustizia Minorile e, in particolare, sul Servizio Sociale per i Minorenni che ha dovuto far fronte ad un aumento della complessità del proprio lavoro legata sia alla necessità di coordinare i diversi Servizi coinvolti nella trattazione del caso, Servizi spesso con una conoscenza parziale dei contenuti della Riforma, sia alla modalità dei collocamenti in comunità dei minori tossicodipendenti e psichiatrici.
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Pizzeghello, Silvia. "La repressione penale della pedofilia: profili comparatistici." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426624.

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Abstract:
The thesis here presented after the three year PhD programme analyzes the criminal repression of the paedophilia from a comparative point of view. The work is developed in three chapters that concern respectively the international laws, the Italian legislation on paedopornography and, lastly, a comparative analysis of foreign legislation. The first chapter contains a deep analysis of the so called “International child law”, which concretely means the corpus of all the international legislative initiative taken in the last years. In this part the work is focused on the relationship between national and international law, and the tendency to proceed to harmonize the crimes related child abuse, in order to have a uniform protection against these transnational crime. The core of the discipline can be found in the definition of the commercial sexual exploitation of the children as the basis crime, surrounded by the child pornography and the sexual tourism. This harmonization process are made difficult by the abstract nature of the protected interests such as sexual morality, sexual development that might clash against basic rights such as the freedom of expression and thought. The transnational attitude of the crime imposes to focus on the laws against organized criminality, and the importance of Internet as an “instrument” for committing the crime creates complicated dogmatic problems such as the liability of the providers. This part of the research ends with the analysis of the Council framework decision on the European arrest warrant, a cooperation instrument relevant for this kind of crimes. In the second chapter of the work is examined the Italian legislation, its relationship with the international legislation, the law n. 269 of 3 august 1998 which introduced the artt. 600 bis and ss. in the Penal code. The insertion in that that specific part of the code wants to underline the relationship between this crimes and the category of slavery and human being trade. This part of the work considers several problems of interpretation, the abandon of the territoriality principal for the prosecution of the crimes of paedophilia and on the individuation of the exact interest protected by the judicial laws. Proceeding with the exegesis of the laws, it’s clarified the notion of victim, and the single characters of the crime. For showing how the laws work in practice two decisions are analyzed, especially about the definition of “sexual tourism”. The fight against paedophilia does not involve just substantial law but also the criminal procedure, especially on arrest, on the possibility of benefit on plea-bargain and the already mentioned European arrest warrant. The third chapter focus on foreign legislation, especially the Spanish one, with a comparative approach that allows to find common features on this delicate subject. In Common law countries such as USA and Canada, for example, several constitutional questions arose, especially on issues such as constitutional guarantees, freedom of speech and privacy. The Spanish system is very close to the Italian one, preventive and punishing measures taken resembles a lot with those introduced in Italy. That is a direct consequence of the process of harmonization that is characterizing this subject, considered everyday more from its transnational point of view. The activities of this criminal organizations that make profit of the sexual exploitation of children and uses Internet a diffuser, need to be fought with a shared and effective “international judiciary space” and with the establishment of means of cooperation that make easier to intercept this criminal conducts.
La tesi di dottorato che si presenta al termine del triennio di dottorato ha per oggetto “La repressione penale della pedofilia: profili comparatistici”. Il lavoro si sviluppa su tre capitoli che riguardano, rispettivamente, l’analisi della normativa internazionale, la legislazione penale italiana di lotta alla pedopornografia infantile ed, infine, un’analisi comparatistica della normativa straniera in tema di prevenzione e repressione della pedofilia. Nel primo capitolo, l’analisi muove da una approfondita disamina di quello che viene opportunamente definito “delitto internazionale dei minori”, ciò che consente alla dottoranda di compiere una rassegna critica delle numerose iniziative sovranazionali progressivamente adottate a partire dal 1989. In questa parte del lavoro, si mette in luce come si ponga un problema di rapporti tra obblighi sovranazionali di tutela e loro trasposizione in testi di legge statali che introducano fattispecie incriminatici quanto più possibile allineate, per contrastare un fenomeno criminoso tipicamente transnazionale. Di qui, l’osservazione della enucleazione di incriminazione-tipo come lo sfruttamento sessuale dei minori a fini commerciali, l’utilizzazione, in genere, di materiale pedopornografico, la controversa fattispecie della mera detenzione di tale materiale, nonché le più moderne figure del turismo sessuale e della pornografia virtuale. Queste ultime, tipica espressione di forme di allineamento della legislazione penale su iniziativa degli organi sovranazionali. Ne emerge un quadro in cui assumono notevole rilevanza problemi di tecnica legislativa relazionati a beni giuridici talvolta sfuggenti quali lo sviluppo sessuale dei minori, la moralità sessuale, che entrano in perenne conflitto con interessi anche costituzionalmente tutelati quali la libertà di manifestazione del pensiero. Il fenomeno criminoso viene, oltretutto, esaminato dal punto di vista delle misure internazionali adottate contro la criminalità organizzata che abbia come scopo lo sfruttamento commerciale dei minori per fini pedopornografici. Problema che riguarda anche la responsabilità penale dei providers e degli operatori attivi sulle reti telematiche che sottolineano la spinta internazionalizzazione di tale fenomeno criminoso. Questa parte della ricerca si completa con l’analisi della Decisione Quadro sul mandato d’arresto europeo, strumento di cooperazione giudiziaria in ambito europeo che riguarda anche lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia minorile. Nel secondo capitolo della tesi, si prende in esame l’adattamento della legislazione nazionale italiana alla normazione sovranazionale, attraverso la Legge fondamentale in materia n. 269 del 3 agosto 1998, che ha introdotto le disposizioni degli artt. 600 bis e seguenti nel corpo del Codice Penale. Subito si mette in luce la non casuale topografia di queste fattispecie incriminatici, inserite subito dopo la riduzione in schiavitù, con il chiaro intento, da parte del Legislatore italiano, di inquadrarle nel più ampio crimine della tratta sessuale di donne e minori. Per meglio esemplificare tale concetto, è stata richiamata anche un’importante pronuncia delle Sezioni Unite Penali che chiarisce la nozione di riduzione in schiavitù, la quale può essere utilizzata anche nei reati in questione. Il lavoro, in questa sezione, prende in esame una serie di problemi di interpretazione normativa, quali il superamento del principio di territorialità nelle incriminazioni della pedopornografia e pedofilia, proseguendo con una serie di considerazioni in ordine all’individuazione del bene giuridico tutelato, alla spiegazione della nozione di fanciullo e minore come soggetti suscettibili di tutela, e si conclude con una valutazione della posizione dei protagonisti della vicenda delittuosa, affrontando tutti i profili di struttura e funzione delle singole fattispecie incriminatrici. Molto importante, in questo capitolo, è anche l’esame di alcuni aspetti applicativi della legge sulla pedofilia, con particolare riferimento ad alcune pronunce dei giudici di merito e di legittimità, specialmente sul concetto di turismo sessuale: è possibile notare un approfondimento specifico su quello che viene definito “inasprimento della tutela attraverso alcuni istituti processuali”, tra cui le deroghe alla disciplina dell’arresto, i casi di esclusione dal patteggiamento, nonché l’adattamento della legislazione interna delle disposizioni sul mandato d’arresto europeo in materia di pedofilia e pedopornografia. Il terzo ed ultimo capitolo della tesi si occupa della legislazione straniera con particolare riferimento all’ordinamento spagnolo. L’approccio comparatistico è servito per individuare possibili costanti nella disciplina penale della pedopornografia, confrontando le esperienze giuridico penali di vari Paesi. Non è, quindi, del tutto sorprendente che rispetto a Paesi a tradizione di common law come gli Stati Uniti ed il Canada, siano state poste questioni di legittimità costituzionale su temi quali il bilanciamento di interessi tra tutela del minore e altre garanzie costituzionali, come il diritto alla privacy e alla libertà di pensiero. Invece, rispetto alle misure preventivo sanzionatorie adottate in Spagna contro i delitti di pornografia infantile si registrano notevoli convergenze con il sistema penale italiano sia dal punto di vista delle tecniche di incriminazione, che dei profili applicativi. Questo dato di fatto – come viene esattamente individuato – è indice dello sforzo che i Legislatori nazionali stanno compiendo nell’adattamento delle proprie legislazioni, relativo alle misure di contrasto alla pedopornografia. Vi è, infatti, sempre maggiore consapevolezza che questo fenomeno delittuoso, segnato da caratteri di transnazionalità e proprio delle attività delle organizzazioni criminali, non può che essere sconfitto che attraverso due metodi precisi: la creazione di una normazione allineata in un ampio spazio giudiziario internazionale, e la predisposizione di avanzati strumenti di cooperazione giudiziaria contro il crimine, con particolare riferimento specialmente allo sfruttamento sessuale a fini commerciali, al turismo sessuale e all’utilizzazione di internet come mezzo di facilitazione e accelerazione nella commissione di questi reati.
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Magli, Mia. "Giustizia penale e protezione dei minori nell’Unione europea." Thesis, Strasbourg, 2017. http://www.theses.fr/2017STRAA005/document.

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Abstract:
Aujourd'hui les droits des mineurs occupent une place de plus en plus importante dans l'agenda juridique et politique de l'UE. La promotion des droits de l'enfant représente maintenant un objectif de l'UE, consacré dans l'article 3, paragr. 3, du Traité sur l'Union européenne. Les droits de l'enfant sont également cristallisés dans l'article 24 de la Charte des droits fondamentaux de l'Union européenne. Actuellement l'Union européenne dispose de nombreux actes législatifs et de documents non législatifs relatifs aux droits des mineurs ou qui peuvent avoir des répercussions indirectes sur la vie des enfants. Ce travail analyse la nature, la portée et la valeur des mesures de l'UE dans deux domaines principaux : la protection des enfants et de leurs droits et la justice pénale des mineurs. Le but de la recherche a été d’examiner jusqu'à quel point on peut parler d’une valeur ajoutée de la promotion des droits des enfants au niveau de l'UE, par rapport au niveau national et international et également celui de proposer de nouvelles solutions pour améliorer la promotion et la protection des droits des enfants dans l’Union européenne
Today children’s rights occupy an increasingly prominent place on the EU legal and policy agenda. The promotion and protection of the rights of the child is now an objective of the EU as set out in Article 3.3 of the Treaty on European Union. The rights of the child are also enshrined in the article 24 of the Charter of Fundamental Rights of the European Union. The EU has now many legislative documents and non-legislative acts related to children’s rights or that may have the potential to impact on children’s life. This Phd thesis analyzes the nature, scope and value of EU measures in relation to children in two main areas : child protection and juvenile criminal justice. It investigates if there is an added value of children’s rights at EU level and it also makes some suggestions to improve the promotion and protection of children’s rights in the EU
Al giorno d’oggi, i diritti dei minori occupano uno spazio sempre più importante nell’agenda giuridica e politica dell’Unione europea. Attualmente, infatti, la promozione dei diritti dei minori rappresenta un obiettivo dell’Unione, consacrato nell’articolo 3, par. 3, del Trattato sull’Unione europea. I diritti fondamentali dei minori sono poi sanciti esplicitamente nell’articolo 24 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE. Oggi, l’Unione europea può disporre di numerosi strumenti normativi (e non) dedicati espressamente ai diritti dei fanciulli e tanti altri possono avere delle ripercussioni indirette sulla loro vita. La presente ricerca analizza, pertanto, la natura, la portata e il valore delle misure intraprese dall’UE in due settori principali : la protezione dei minori e la giustizia penale. Lo scopo della tesi è esaminare in che termini si possa parlare di un valore aggiunto della promozione dei diritti dei minori a livello UE, rispetto alle normative già in vigore a livello nazionale e internazionale. A partire da tale analisi, essa cerca di proporre nuove soluzioni per migliorare la promozione e la protezione dei diritti dei minori nell’Unione europea
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Massa, Margherita. "Internet e minori: la repressione dei cybercrime a sfondo sessuale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427026.

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Abstract:
The dissertation, which consists of four chapters, analyzes the important relationship between the minors and the Internet. In particular, it focuses on criminal protection of children against sexual cybercrimes. In the first chapter, a preliminary analysis of the nature of the Internet, its specific characteristics and its impact on law is conducted. The risks for children associated with the use of the Internet and the new technologies are also investigated. The second chapter is devoted to an overview of the regulation and key initiatives adopted both at the international and European Community level (in particular in the context of the so-called “third pillar”) in order to protect children against all types of sexual abuse and exploitation, including those through the Internet. The 1989 Convention of New York on the Rights of the Child, the 2001 Convention on Cybercrime and the 2007 Convention on Children Protection against Sexual Abuse and Exploitation promoted by the European Council, the Council Framework Decision 2004/68/JHA, and the recent Proposal for a Council Framework Decision on Combating the Sexual Abuse, Sexual Exploitation of Children and Child Pornography that should repeal the Council Framework Decision 2004/68/JHA are some of the initiatives analyzed. The third chapter provides a detailed analysis of the political-criminal choices made by the Italian legislator on the matter of children protection against sexual exploitation perpetrated also through the Internet through the adoption of Laws 269/21998 and 38/2006. In particular, the chapter focused on the new crimes introduced in the Italian Penal Code among the crimes against the individual personality at Paragraphs 600-bis and subsequent, the main interpretative issues related to these, the sanctions, the overcoming of the territoriality principle in the prosecution of some of such crimes when committed abroad, the exacerbation of some process measures, and the further measures introduced by the legislator to protect children. A brief analysis is also provided on Law 48/2008, which has implemented in the Italian legal system the Budapest Convention on Cybercrime, and has partially updated the Italian Penal Code and Penal Procedure Code to the new technologies, without however introducing any change or provision in order to implement Paragraph 9 of the Convention (Offences related to child pornography). Indeed, the content of Paragraph 9 has been considered as already covered by Paragraphs 600-ter, 600-quater and 600-quater.1 and subsequent of the Italian Penal Code. The fourth and last chapter deals with the controversial issue of the rationales behind and limits of the providers’ criminal responsibility. The analysis starts with an overview on the categorization of the Internet service providers and their current obligations set forth by D. Lgs. 70/2003, Laws 269/1998 and 38/2006, Gentiloni Decree, and Law 48/2008. Then, the different opinions of the Doctrine on the feasibility of the assignment to providers of a criminal responsibility in particular for omission according to Paragraph 40, Section 2, of the Italian Penal Code and for concurrent action or omission according to Paragraphs 110 and subsequent of the Italian Penal Code for crimes committed by third parties using the technological platforms and services offered by the providers themselves are examined. Finally, a brief analysis of the orientations of Jurisprudence on the issue in Italy compared to the United States, Japan and other European countries is provided.
La tesi, che si articola in quattro capitoli, indaga il delicatissimo rapporto tra i minori e Internet, e, in particolare, la problematica della tutela penale dei minori dai c.d. “cybercrime” a sfondo sessuale. Nel primo capitolo si svolge un’analisi preliminare circa la natura e le peculiari caratteristiche di Internet e la sua influenza sul diritto, nonché circa i rischi che l’utilizzo della Rete può comportare per gli utenti minori d’età, i quali diventano sempre più spesso vittime di reati di sfruttamento sessuale perpetrati sfruttando le nuove tecnologie. Nel secondo capitolo si fornisce un quadro della normativa e delle principali iniziative adottate a livello internazionale e comunitario (in particolare nell’ambito del c.d. “terzo pilastro”) per promuovere la tutela dei fanciulli quali soggetti con esigenze peculiari e diverse rispetto a quelle degli adulti contro ogni forma di abuso e sfruttamento sessuale, anche via Internet. La fondamentale Convenzione di New York del 1989 sui diritti del fanciullo, le convenzioni sul cybercrime del 2001 e sulla protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali del 2007 promosse dal Consiglio d’Europa, la Decisione quadro 2004/68/GAI e la recentissima proposta della Commissione di decisione quadro del Consiglio relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pedopornografia che dovrebbe abrogare la predetta Decisione quadro 2004/68/GAI sono alcuni dei provvedimenti esaminati. Nel terzo capitolo si svolge un’approfondita analisi delle scelte politico-criminali operate dal legislatore italiano con le Leggi 269/1998 e 38/2006 in materia di tutela dei minori dallo sfruttamento sessuale, anche via Internet. Nello specifico, si esaminano le nuove fattispecie incriminatrici introdotte tra i delitti contro la personalità individuale nel corpo del Codice penale agli artt. 600-bis e seguenti, le principali questioni interpretative sorte in relazione ad esse, il trattamento sanzionatorio, il superamento del principio di territorialità nella perseguibilità di alcuni di tali delitti quando commessi all’estero, l’inasprimento di alcuni istituti processuali e le ulteriori misure introdotte dal legislatore a tutela dei minori. Si procede inoltre ad una breve analisi della Legge 48/2008, che ha recepito nell’ordinamento italiano la Convenzione di Budapest sul cybercrime e che ha parzialmente aggiornato il Codice penale ed il Codice di procedura penale alle nuove tecnologie, senza tuttavia introdurre alcuna modifica o nuova previsione al fine di recepire l’art. 9 della Convenzione relativo alle “offences related to child pornography”, ritenendo quanto previsto da tale disposizione “coperto” – se non addirittura superato – dalla tutela approntata dagli artt. 600-ter, 600-quater e 600-quater.1 e seguenti del Codice penale. Il quarto ed ultimo capitolo tratta della controversa problematica del fondamento e dei limiti della responsabilità penale dei provider. L’analisi muove da un inquadramento della categoria degli operatori su Internet e dall’esame degli obblighi finora posti a carico degli stessi (dal D. Lgs. 70/2003, dalle Leggi 269/1998 e 38/2006, dal c.d. “decreto Gentiloni”, nonché dalla Legge 48/2008). Si procede, quindi, all’esame delle diverse opinioni dottrinali elaborate in merito alla percorribilità di un’attribuzione di responsabilità in particolare a titolo di omesso impedimento dell’evento ai sensi dell’art. 40 cpv., c.p., nonché a titolo di concorso, in forma commissiva od omissiva, ai sensi degli artt. 110 e seguenti, c.p. nei reati realizzati da terzi sfruttando le piattaforme tecnologiche ed i servizi messi a disposizione dai provider. Infine, si fornisce una breve disamina circa gli orientamenti giurisprudenziali formatisi in materia in Italia ed alcuni cenni di comparazione con riferimento all’esperienza giuridica statunitense, giapponese ed a quella di alcuni ordinamenti giuridici europei.
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PONTIGIA, Lavinia. "La dichiarazione del minore nei casi di sospetto abuso sessuale: tra diritto e psicologia. Disciplina e prassi vigenti in termini di valutazione della testimonianza nel procedimento e nel processo penale." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2021. http://hdl.handle.net/10446/181283.

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Books on the topic "Diritto penale minorile"

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Fabris, Elisabetta Palermo, and Adonella Presutti. Diritto e procedura penale minorile. Milano: A. Giuffrè, 2002.

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Diritto e procedura penale minorile. 2nd ed. Milano: Giuffrè, 2011.

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Pennisi, Angelo. La giustizia penale minorile: Formazione, devianza, diritto e processo. Milano: Giuffrè, 2004.

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Galluzzo, Sabina Anna Rita. Il diritto della famiglia e dei minori: Famiglia e matrimonio, filiazione e adozione, diritto penale e processo penale minorile. Milano: Il sole 24 ore, 1999.

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Nuovo, Santo Di. Diritto e procedura penale minorile: Profili giuridici, psicologici e sociali. Milano: Giuffrè, 1999.

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Gulotta, Guglielmo. Elementi di psicologia giuridica e di diritto psicologico: Civile, penale, minorile. Milano: Giuffrè, 2000.

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Ricciotti, Romano. Il diritto minorile e dei servizi sociali: Gli interventi amministrativi e penali. 2nd ed. Rimini: Maggioli, 1985.

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