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Academic literature on the topic 'Diritto penale minorile'
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Journal articles on the topic "Diritto penale minorile"
Panzavolta, Michele. "L'enigma del diritto penale minorile comparato." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (October 2019): 75–95. http://dx.doi.org/10.3280/mg2019-002006.
Full textBattista, Giuseppe, and Patrizia Famà. "La mitezza nel diritto penale minorile. Percorsi dottrinali e giurisprudenziali." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (March 2015): 52–63. http://dx.doi.org/10.3280/mg2015-001007.
Full textMiazzi, Lorenzo, and Giulia Perin. "Legge n. 94/2009: peggiora anche la condizione dei minori stranieri." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 4 (November 2009): 178–209. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-004012.
Full textGuarcello, Emanuela, and Giulia Gozzelino. "Justice system and juvenile deviance after the Covid-19 pandemic. Educational paths between school promotion and re-education." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 3 (December 31, 2021): 273–87. http://dx.doi.org/10.36253/form-10171.
Full textPatrizi, Elena. "La Corte europea dei diritti umani sull'importanza di rafforzare garanzie e tutele nell'ambito dei procedimenti penali aventi a oggetto l'accertamento della condotta di abuso sessuale a danno di minore: il caso N.Ç. c. Turchia." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (January 2023): 83–90. http://dx.doi.org/10.3280/mg2022-001008.
Full textDissertations / Theses on the topic "Diritto penale minorile"
Troglia, M. "L'UDIENZA PRELIMINARE NEL RITO MINORILE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/472159.
Full textBIELLA, DANIELA. "Manipolazione e interpretazione della Corte costituzionale in due settori emblematici del diritto penale: la giustizia minorile e la giustizia militare." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/44435.
Full textFedetto, Rebecca. "Il maltrattamento minorile: i bambini vittime di violenza tra esigenze di giustizia e tutela della salute. Child abuse: chidren victime of violence between the need for justice and health protection." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423700.
Full textIl presente lavoro si svolge nell’ambito della tutela dei diritti focalizzandosi sulla tutela del minore maltrattato, con l’ approfondimento e l’analisi delle principali criticità che emergono dal punto di vista giuridico. In questo campo infatti vengono in evidenza diverse problematiche: questo lavoro prende in considerazione e si prefigge di analizzare la questione del conflitto tra esigenze di giustizia e tutela della salute che può nascere quando ci si trova di fronte ad un caso di maltrattamento e/o abuso su minore. La tutela della salute del bambino, che in via di principio è sancita come diritto primario, fondamentale e inviolabile (art 32 Cost.), nella prassi viene drasticamente ridotta da necessità procedurali legate alla ricerca del colpevole del reato e delle relative prove. Questo accade perchè sullo stesso scenario s’interseca l’attività di diversi attori, titolari di diverse competenze e soprattutto titolari di diversi interessi legittimi: da un lato l’Autorità Giudiziaria (PM) che esercita l’azione penale e persegue le ricerca del colpevole (e nello specifico della prova dell’abuso o del maltrattamento), dall’altro i medici che prendono in carico il minore e sono preposti alla tutela della salute dello stesso. Dall’intersezione di tali attività e posizioni ne può scaturire un conflitto di difficile risoluzione. Quale interesse deve prevalere? Può l’esigenza di giustizia comprimere la tutela della salute del minore? In quale responsabilità incorre il medico che non ottemperi all’ordine dell’Autorità Giudiziaria? Questi interrogativi, privi di una riposta chiara ed univoca, dimostrano che si è alla presenza di un vuoto legislativo che porta come conseguenza situazioni di paralisi dei Servizi operanti nello stesso scenario. Il limite estremo di tale situazione è dato dall’ ipotesi del “bambino esca”: un minore, già vittima di violenza accertata e diagnosticata, viene reinserito su ordine dell’AG nel luogo dove è avvenuto il maltrattamento esponendolo consapevolmente al rischio di nuovo abuso, al fine di ottenere la prova del reato ed individuare il colpevole. Unitamente a questa grande problematica (bambino esca) il lavoro analizza altre questioni dibattute, quali il problema del consenso da parte del genitore maltrattante, il coordinamento tra Procura e Tribunale minorile e l’inerzia di quest’ultimo, nell’ottica di valutare quale tutela effettiva sia offerta al minore e quali possibili alternative si possano sviluppare per fare in modo che la salute e la protezione del minore vengano sempre garantite modo pieno ed efficace. Il materiale di studio è dato, in primo luogo, dallo studio di una coorte prospettica dei bambini presi in carico dal Centro Regionale per la Diagnostica del Bambino Maltrattato del Dipartimento di Pediatria dell’Università di Padova : si tratta di uno studio effettuato tramite una preliminare revisione di casistica con esame di 250 casi. Inoltre vengono presi in esame alcuni (4) casi paradigmatici rispetto alle problematiche oggetto del presente studio; la struttura di riferimento è il Centro per la Diagnostica del bambino maltrattato. Il metodo di lavoro passa attraverso diversi fasi: Inquadramento giuridico, sia con riferimento alla normativa vigente si in riferimento agli orientamenti giurisprudenziali, che in questa materia sono di fondamentale per supplire alle carenza legislative; Analisi dei casi; Evidenza delle criticità e delle lacune normative e applicazione degli orientamenti giurisprudenziali; Studio di possibili nuove soluzioni e prospettive; Presentazione dei risultati e delle nuove prassi. Il lavoro si sviluppa partendo dall’inquadramento del problema “maltrattamento” con la definizione e presentazione delle principali forme di maltrattamento; prosegue quindi con’analisi del panorama legislativo nazionale ed europeo, e con l’esame dei tipi di tutela previsti. In particolare viene analizzato in che modo il maltrattamento sia preso in considerazione nel codice civile e penale, quali soluzioni e strumenti giuridici siano offerti dal nostro ordinamento, e quali siano le principali lacune legislative. L’esame dei casi clinici porta alla luce con piena evidenza la sussistenza di vuoti normativi e di come la tutela del minore maltrattato non sia garantita appieno. Emergono quindi con piena evidenza nelle conclusioni del lavoro le alcune e le criticità del sistema attuale, con conseguente ricaduta sulla tutela dei minori vittime di abuso e/o maltrattamento. Un primo problema riguarda l’inerzia del Tribunale per i Minorenni, che troppo spesso, di fronte ad una segnalazione e ad una diagnosi certa di maltrattamento, non prende provvedimenti nei confronti di genitori, in attesa di sviluppi da parte delle Procura che svolge le indagini. Questo è un punto cruciale: il Tribunale del Minorenni dovrebbe attivarsi tempestivamente per la tutela , in modo indipendente rispetto alle indagini volte alla ricerca del colpevole, che peraltro seguono i lunghi tempi della giustizia e dei processo. Il lavoro della Procura e del Tribunale Minori, dovrebbe rimanere su due piani distinti, in quanto le finalità degli stessi sono distinte, e la tutela del minore, in presenza di una diagnosi certa di abuso/maltrattamento, non può essere fatta dipendere dalla ricerca del colpevole. Il fatto poi che il Tribunale per i Minori non intervenga con provvedimenti temporanei nei confronti dei genitori (nel momento in cui si ha la certezza che il maltrattamento sia avvenuto in casa) ha una ricaduta anche sul piano operativo della presa in carico da parte dei sanitari. Spesso infatti i medici che devono svolgere visite, esami diagnostici, o comunque trattamenti sanitari sulla piccola vittima si trovano a dover chiedere il consenso informato al genitore maltrattante, a cui ancora compete la piena potestà . E’ di immediata comprensione la situazione di paralisi in cui possano venire a trovarsi i sanitari, che hanno necessità di curare il minore e si possono invece trovare di fronte al diniego del consenso da parte del genitore maltrattante. La manifestazione più eclatante infine delle lacune di tutela si ha nel caso in cui il minore maltrattato venga ricollocato nella casa familiare dove è avvenuto il maltrattamento, addirittura talvolta proprio allo specifico fine di assicurare il colpevole alla giustizia (bambino esca), o “semplicemente “ a causa di un mancata individuazione del colpevole e quindi, mancanza di provvedimenti nei confronti dei genitori. Questo appare non solo non condivisibile ma addirittura non ammissibile in uno stato di diritto che si occupa di tutte le garanzie del cittadino, in cui a questioni come la privacy viene data importanza fondamentale. Il progetto di lavoro, al fine di studiare e presentare nuove possibili prassi, individua come punto focale il “principio della prova sufficiente”. Ciò che si vuole portare alla luce è che la tutela del bambino e la ricerca dell’ autore del maltrattamento devono rimanere su pianti distinti e una tutela effettiva non può essere fatta dipendere dall’andamento delle indagini penali. Si parla di “prova sufficiente” perché, di fronte ad una diagnosi certa di abuso/maltrattamento questo deve essere di per sè sufficiente per attivare e garantire la piena protezione del minore, senza incertezze o tantomeno senza mettere il minore già maltrattato in situazione di ulteriore rischio. In presenza di una certezza clinica individuare il colpevole è senz’ altro fondamentale ma deve essere comunque secondario rispetto alla vita e alla salute del bambino. La certezza che il maltrattamento è avvenuto è il dato che deve far attivare tutto il sistema di protezione nei confronti del minore. Per questo è di fondamentale importanza che il Tribunale dei Minorenni mantenga la sua indipendenza rispetto al Tribunale ordinario /Procura, e adotti in maniera tempestiva i provvedimenti urgenti e necessari, che possono peraltro consentire una effettiva presa in carico del minore da parte degli operatori. Il nostro ordinamento e le legislazioni internazionali sanciscono in modo chiaro la primaria importanza della tutela dell’infanzia, e ciò deve essere garantito ancor più da parte delle Istituzioni laddove il bambino subisca violenza proprio da chi sarebbe deputato a proteggerlo: la famiglia
Magli, Mia <1988>. "Giustizia penale e protezione dei minori nell'Unione Europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8184/1/TESI%20MIA%20MAGLI.pdf.
Full textToday children’s rights occupy an increasingly prominent place on the EU legal and policy agenda. The promotion and protection of the rights of the child is now an objective of the EU as set out in Article 3.3 of the Treaty on European Union. The rights of the child are also enshrined in the article 24 of the Charter of Fundamental Rights of the European Union. The EU has now many legislative documents and non-legislative acts related to children’s rights or that can have the potential to impact on children’s life. This Phd thesis analyzes the nature, scope and value of EU measures in relation to children in two main areas: child protection and juvenile criminal justice. It investigates if there is an added value of children’s rights at EU level and it also makes some suggestions to improve children’s rights in the EU.
Schiavon, Alessia. "I comportamenti devianti e criminali dei digital native: una riflessione comparata in materia di cyberbullismo e sexting." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3425873.
Full textNegli ultimi vent'anni, Internet è diventato parte integrante della vita delle persone, in particolare dei giovani, i cosiddetti nativi digitali. I bambini e gli adolescenti hanno abbracciato con entusiasmo il suo potenziale di comunicazione, intrattenimento e di ricerca di informazioni. Oggi, i minori crescono in un ambiente mediato dalla tecnologia e sono particolarmente attratti dalle possibilità del Web. Per loro, la distinzione tra online e offline è diventata sempre più priva di significato, e si spostano con facilità tra i due. Questo ha aperto enormi prospettive che erano inimmaginabili solo una mezza generazione fa. Sebbene tale disponibilità debba considerarsi positiva, a preoccupare sono i crescenti rischi che l'accesso alla tecnologia potrebbe comportare per i giovani. L’uso significativo delle tecnologie della comunicazione da parte di bambini e adolescenti rappresenta una circostanza non priva di rilevanza giuridica. Di fatto, la rivoluzione di Internet ha determinato un cambiamento nello scenario criminologico, specialmente in relazione ai giovani. Questo lavoro intende investigare i nuovi fenomeni virtuali che caratterizzano i nativi digitali e conosciuti come cyberbullismo e sexting, adottando un approccio di ricerca interdisciplinare. A seguito di un'indagine approfondita sugli aspetti sociologici e criminologici che caratterizzano i fenomeni, la ricerca fornisce una valutazione dell'attuale quadro giuridico a livello internazionale, europeo e nazionale in relazione alla protezione del minore nel contesto digitale. In seguito, sulla base di un'analisi comparativa che coinvolge sistemi di common law (Australia, Canada) e civil law (Spagna, Italia), lo studio aspira innanzitutto a identificare le questioni e i dibattiti legali stimolati dal cyberbullismo e dal sexting, stimando l'efficacia del criminale modello di giustizia in relazione a tali comportamenti criminali e devianti. In secondo luogo, mira a riflettere sul ruolo del diritto penale con riferimento alle nuove sfide poste dal cyberspazio.
Capuzzo, Valentina <1980>. "L’Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni e il minore assuntore di sostanze stupefacenti autore di reato. Le conseguenze del trasferimento al Servizio sanitario nazionale delle funzioni di Sanità Penitenziaria." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4798.
Full textPizzeghello, Silvia. "La repressione penale della pedofilia: profili comparatistici." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426624.
Full textLa tesi di dottorato che si presenta al termine del triennio di dottorato ha per oggetto “La repressione penale della pedofilia: profili comparatistici”. Il lavoro si sviluppa su tre capitoli che riguardano, rispettivamente, l’analisi della normativa internazionale, la legislazione penale italiana di lotta alla pedopornografia infantile ed, infine, un’analisi comparatistica della normativa straniera in tema di prevenzione e repressione della pedofilia. Nel primo capitolo, l’analisi muove da una approfondita disamina di quello che viene opportunamente definito “delitto internazionale dei minori”, ciò che consente alla dottoranda di compiere una rassegna critica delle numerose iniziative sovranazionali progressivamente adottate a partire dal 1989. In questa parte del lavoro, si mette in luce come si ponga un problema di rapporti tra obblighi sovranazionali di tutela e loro trasposizione in testi di legge statali che introducano fattispecie incriminatici quanto più possibile allineate, per contrastare un fenomeno criminoso tipicamente transnazionale. Di qui, l’osservazione della enucleazione di incriminazione-tipo come lo sfruttamento sessuale dei minori a fini commerciali, l’utilizzazione, in genere, di materiale pedopornografico, la controversa fattispecie della mera detenzione di tale materiale, nonché le più moderne figure del turismo sessuale e della pornografia virtuale. Queste ultime, tipica espressione di forme di allineamento della legislazione penale su iniziativa degli organi sovranazionali. Ne emerge un quadro in cui assumono notevole rilevanza problemi di tecnica legislativa relazionati a beni giuridici talvolta sfuggenti quali lo sviluppo sessuale dei minori, la moralità sessuale, che entrano in perenne conflitto con interessi anche costituzionalmente tutelati quali la libertà di manifestazione del pensiero. Il fenomeno criminoso viene, oltretutto, esaminato dal punto di vista delle misure internazionali adottate contro la criminalità organizzata che abbia come scopo lo sfruttamento commerciale dei minori per fini pedopornografici. Problema che riguarda anche la responsabilità penale dei providers e degli operatori attivi sulle reti telematiche che sottolineano la spinta internazionalizzazione di tale fenomeno criminoso. Questa parte della ricerca si completa con l’analisi della Decisione Quadro sul mandato d’arresto europeo, strumento di cooperazione giudiziaria in ambito europeo che riguarda anche lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia minorile. Nel secondo capitolo della tesi, si prende in esame l’adattamento della legislazione nazionale italiana alla normazione sovranazionale, attraverso la Legge fondamentale in materia n. 269 del 3 agosto 1998, che ha introdotto le disposizioni degli artt. 600 bis e seguenti nel corpo del Codice Penale. Subito si mette in luce la non casuale topografia di queste fattispecie incriminatici, inserite subito dopo la riduzione in schiavitù, con il chiaro intento, da parte del Legislatore italiano, di inquadrarle nel più ampio crimine della tratta sessuale di donne e minori. Per meglio esemplificare tale concetto, è stata richiamata anche un’importante pronuncia delle Sezioni Unite Penali che chiarisce la nozione di riduzione in schiavitù, la quale può essere utilizzata anche nei reati in questione. Il lavoro, in questa sezione, prende in esame una serie di problemi di interpretazione normativa, quali il superamento del principio di territorialità nelle incriminazioni della pedopornografia e pedofilia, proseguendo con una serie di considerazioni in ordine all’individuazione del bene giuridico tutelato, alla spiegazione della nozione di fanciullo e minore come soggetti suscettibili di tutela, e si conclude con una valutazione della posizione dei protagonisti della vicenda delittuosa, affrontando tutti i profili di struttura e funzione delle singole fattispecie incriminatrici. Molto importante, in questo capitolo, è anche l’esame di alcuni aspetti applicativi della legge sulla pedofilia, con particolare riferimento ad alcune pronunce dei giudici di merito e di legittimità, specialmente sul concetto di turismo sessuale: è possibile notare un approfondimento specifico su quello che viene definito “inasprimento della tutela attraverso alcuni istituti processuali”, tra cui le deroghe alla disciplina dell’arresto, i casi di esclusione dal patteggiamento, nonché l’adattamento della legislazione interna delle disposizioni sul mandato d’arresto europeo in materia di pedofilia e pedopornografia. Il terzo ed ultimo capitolo della tesi si occupa della legislazione straniera con particolare riferimento all’ordinamento spagnolo. L’approccio comparatistico è servito per individuare possibili costanti nella disciplina penale della pedopornografia, confrontando le esperienze giuridico penali di vari Paesi. Non è, quindi, del tutto sorprendente che rispetto a Paesi a tradizione di common law come gli Stati Uniti ed il Canada, siano state poste questioni di legittimità costituzionale su temi quali il bilanciamento di interessi tra tutela del minore e altre garanzie costituzionali, come il diritto alla privacy e alla libertà di pensiero. Invece, rispetto alle misure preventivo sanzionatorie adottate in Spagna contro i delitti di pornografia infantile si registrano notevoli convergenze con il sistema penale italiano sia dal punto di vista delle tecniche di incriminazione, che dei profili applicativi. Questo dato di fatto – come viene esattamente individuato – è indice dello sforzo che i Legislatori nazionali stanno compiendo nell’adattamento delle proprie legislazioni, relativo alle misure di contrasto alla pedopornografia. Vi è, infatti, sempre maggiore consapevolezza che questo fenomeno delittuoso, segnato da caratteri di transnazionalità e proprio delle attività delle organizzazioni criminali, non può che essere sconfitto che attraverso due metodi precisi: la creazione di una normazione allineata in un ampio spazio giudiziario internazionale, e la predisposizione di avanzati strumenti di cooperazione giudiziaria contro il crimine, con particolare riferimento specialmente allo sfruttamento sessuale a fini commerciali, al turismo sessuale e all’utilizzazione di internet come mezzo di facilitazione e accelerazione nella commissione di questi reati.
Magli, Mia. "Giustizia penale e protezione dei minori nell’Unione europea." Thesis, Strasbourg, 2017. http://www.theses.fr/2017STRAA005/document.
Full textToday children’s rights occupy an increasingly prominent place on the EU legal and policy agenda. The promotion and protection of the rights of the child is now an objective of the EU as set out in Article 3.3 of the Treaty on European Union. The rights of the child are also enshrined in the article 24 of the Charter of Fundamental Rights of the European Union. The EU has now many legislative documents and non-legislative acts related to children’s rights or that may have the potential to impact on children’s life. This Phd thesis analyzes the nature, scope and value of EU measures in relation to children in two main areas : child protection and juvenile criminal justice. It investigates if there is an added value of children’s rights at EU level and it also makes some suggestions to improve the promotion and protection of children’s rights in the EU
Al giorno d’oggi, i diritti dei minori occupano uno spazio sempre più importante nell’agenda giuridica e politica dell’Unione europea. Attualmente, infatti, la promozione dei diritti dei minori rappresenta un obiettivo dell’Unione, consacrato nell’articolo 3, par. 3, del Trattato sull’Unione europea. I diritti fondamentali dei minori sono poi sanciti esplicitamente nell’articolo 24 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE. Oggi, l’Unione europea può disporre di numerosi strumenti normativi (e non) dedicati espressamente ai diritti dei fanciulli e tanti altri possono avere delle ripercussioni indirette sulla loro vita. La presente ricerca analizza, pertanto, la natura, la portata e il valore delle misure intraprese dall’UE in due settori principali : la protezione dei minori e la giustizia penale. Lo scopo della tesi è esaminare in che termini si possa parlare di un valore aggiunto della promozione dei diritti dei minori a livello UE, rispetto alle normative già in vigore a livello nazionale e internazionale. A partire da tale analisi, essa cerca di proporre nuove soluzioni per migliorare la promozione e la protezione dei diritti dei minori nell’Unione europea
Massa, Margherita. "Internet e minori: la repressione dei cybercrime a sfondo sessuale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427026.
Full textLa tesi, che si articola in quattro capitoli, indaga il delicatissimo rapporto tra i minori e Internet, e, in particolare, la problematica della tutela penale dei minori dai c.d. “cybercrime” a sfondo sessuale. Nel primo capitolo si svolge un’analisi preliminare circa la natura e le peculiari caratteristiche di Internet e la sua influenza sul diritto, nonché circa i rischi che l’utilizzo della Rete può comportare per gli utenti minori d’età, i quali diventano sempre più spesso vittime di reati di sfruttamento sessuale perpetrati sfruttando le nuove tecnologie. Nel secondo capitolo si fornisce un quadro della normativa e delle principali iniziative adottate a livello internazionale e comunitario (in particolare nell’ambito del c.d. “terzo pilastro”) per promuovere la tutela dei fanciulli quali soggetti con esigenze peculiari e diverse rispetto a quelle degli adulti contro ogni forma di abuso e sfruttamento sessuale, anche via Internet. La fondamentale Convenzione di New York del 1989 sui diritti del fanciullo, le convenzioni sul cybercrime del 2001 e sulla protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali del 2007 promosse dal Consiglio d’Europa, la Decisione quadro 2004/68/GAI e la recentissima proposta della Commissione di decisione quadro del Consiglio relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pedopornografia che dovrebbe abrogare la predetta Decisione quadro 2004/68/GAI sono alcuni dei provvedimenti esaminati. Nel terzo capitolo si svolge un’approfondita analisi delle scelte politico-criminali operate dal legislatore italiano con le Leggi 269/1998 e 38/2006 in materia di tutela dei minori dallo sfruttamento sessuale, anche via Internet. Nello specifico, si esaminano le nuove fattispecie incriminatrici introdotte tra i delitti contro la personalità individuale nel corpo del Codice penale agli artt. 600-bis e seguenti, le principali questioni interpretative sorte in relazione ad esse, il trattamento sanzionatorio, il superamento del principio di territorialità nella perseguibilità di alcuni di tali delitti quando commessi all’estero, l’inasprimento di alcuni istituti processuali e le ulteriori misure introdotte dal legislatore a tutela dei minori. Si procede inoltre ad una breve analisi della Legge 48/2008, che ha recepito nell’ordinamento italiano la Convenzione di Budapest sul cybercrime e che ha parzialmente aggiornato il Codice penale ed il Codice di procedura penale alle nuove tecnologie, senza tuttavia introdurre alcuna modifica o nuova previsione al fine di recepire l’art. 9 della Convenzione relativo alle “offences related to child pornography”, ritenendo quanto previsto da tale disposizione “coperto” – se non addirittura superato – dalla tutela approntata dagli artt. 600-ter, 600-quater e 600-quater.1 e seguenti del Codice penale. Il quarto ed ultimo capitolo tratta della controversa problematica del fondamento e dei limiti della responsabilità penale dei provider. L’analisi muove da un inquadramento della categoria degli operatori su Internet e dall’esame degli obblighi finora posti a carico degli stessi (dal D. Lgs. 70/2003, dalle Leggi 269/1998 e 38/2006, dal c.d. “decreto Gentiloni”, nonché dalla Legge 48/2008). Si procede, quindi, all’esame delle diverse opinioni dottrinali elaborate in merito alla percorribilità di un’attribuzione di responsabilità in particolare a titolo di omesso impedimento dell’evento ai sensi dell’art. 40 cpv., c.p., nonché a titolo di concorso, in forma commissiva od omissiva, ai sensi degli artt. 110 e seguenti, c.p. nei reati realizzati da terzi sfruttando le piattaforme tecnologiche ed i servizi messi a disposizione dai provider. Infine, si fornisce una breve disamina circa gli orientamenti giurisprudenziali formatisi in materia in Italia ed alcuni cenni di comparazione con riferimento all’esperienza giuridica statunitense, giapponese ed a quella di alcuni ordinamenti giuridici europei.
PONTIGIA, Lavinia. "La dichiarazione del minore nei casi di sospetto abuso sessuale: tra diritto e psicologia. Disciplina e prassi vigenti in termini di valutazione della testimonianza nel procedimento e nel processo penale." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2021. http://hdl.handle.net/10446/181283.
Full textBooks on the topic "Diritto penale minorile"
Fabris, Elisabetta Palermo, and Adonella Presutti. Diritto e procedura penale minorile. Milano: A. Giuffrè, 2002.
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Find full textGalluzzo, Sabina Anna Rita. Il diritto della famiglia e dei minori: Famiglia e matrimonio, filiazione e adozione, diritto penale e processo penale minorile. Milano: Il sole 24 ore, 1999.
Find full textNuovo, Santo Di. Diritto e procedura penale minorile: Profili giuridici, psicologici e sociali. Milano: Giuffrè, 1999.
Find full textGulotta, Guglielmo. Elementi di psicologia giuridica e di diritto psicologico: Civile, penale, minorile. Milano: Giuffrè, 2000.
Find full textRicciotti, Romano. Il diritto minorile e dei servizi sociali: Gli interventi amministrativi e penali. 2nd ed. Rimini: Maggioli, 1985.
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