Academic literature on the topic 'Diritto penale del nemico'

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Journal articles on the topic "Diritto penale del nemico"

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Bartoli, Roberto. "Il diritto penale dell'immigrazione: strumento di tutela dei flussi immigratori o mezzo di esclusione e indebolimento dello straniero?" QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 2 (June 2011): 17–32. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-002003.

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Abstract:
1. Quale l'atteggiamento del giurista davanti a un diritto "punitivo" sempre piů illiberale? / 2. Dal diritto "punitivo" dell'annientamento e del nemico al diritto "punitivo" dell'esclusione e dell'indebolimento / 3. I caratteri strutturali del diritto "punitivo" dell'esclusione e dell'indebolimento / 4. Il rapporto tra scienza penalistica e diritto dell'immigrazione e la difficoltŕ ad affrontare i "reali" problemi di garanzia (4.1. I problemi di legittimitŕ costituzionale posti dal diritto "punitivo" dell'esclusione / 4.2. I problemi di legittimitŕ costituzionale posti dal diritto "punitivo" dell'indebolimento) / 5. I mezzi di tutela: tra giudici dei diritti e giudice delle leggi.
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Pepino, Livio. "Le migrazioni, il diritto, il nemico. Considerazioni a margine della legge n. 94/2009." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 4 (November 2009): 9–20. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-004002.

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Abstract:
1. La legge n. 94 e il contesto normativo2. Il deterioramento dei diritti e delle tutele dei migranti3. Dalla inferiorizzazione dei migranti al "diritto penale del nemico"4. Una valutazione di sistema5. A mo' di conclusione: aspettando i barbari
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Savoia, Salvatore. "Dal diritto penale del nemico al diritto penale del terrore. Limiti delle politiche penali contro il terrorismo." DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 2 (January 2018): 129–41. http://dx.doi.org/10.3280/ded2017-002010.

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4

Scarpari, Giancarlo. "Obiettivo. 1919-1923: il processo contro Benito Mussolini per costituzione di banda armata." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 1 (March 2012): 103–51. http://dx.doi.org/10.3280/qg2012-001007.

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Abstract:
I. I magistrati di Milano e il fascismo delle originiII. Nitti, Albertini e i giudici di fronte all'arresto di MussoliniIII. Crescita dello squadrismo e derubricazione del reatoIV. Il diritto penale del nemico e quello per l'amicoV. Non tutte le bande armate sono eguali: la resa dello StatoVI. La cultura giuridica del tempo: «Finalmente!»
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Syryjczyk, Jerzy. "Zagadnienia kościelnego prawa karnego w świetle publikacji zawartych w kwartalniku "Prawo Kanoniczne"." Prawo Kanoniczne 51, no. 1-2 (June 5, 2008): 75–112. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2008.51.1-2.05.

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Abstract:
I cinquant’anni dell’attività editoriale del periodico „Prawo Kanoniczne” hanno portato alla canonistica, dal punto di vista scientifico, delle preziose e molte dissertazioni ed elaborazioni scientifiche nell’ambito del diritto penale canonico. L’articolo presenta la problematica di diritto penale nella prospettiva storica, seguendo la struttura del V libro del C1C 1917 e del VI libro del CIC 1983. La rassegna della letteratura riguardante il diritto penale canonico permette di constatare che la canonistica polacca, rappresentata dale pubblicazioni nella rivista „Prawo K anoniczne”, e strettamente legata alla problematica scientifica trattata nei periodici della canonistica mondiale. Le monografie e gli articoli pubblicati nel periodico „Prawo Kanoniczne” testimoniano un modo coraggioso di affrontare le questioni difficili, discutibili, ed alle volte tralasciate dalla letteratura nel campo del diritto penale canonico.
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6

Geraldo, Denilson. "La riforma del diritto penale canonico." Scientia Canonica 4, no. 8 (September 10, 2022): 17–19. http://dx.doi.org/10.31240/2595-1165.vol4n8a2021pp17-19.

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7

Panzavolta, Michele. "L'enigma del diritto penale minorile comparato." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (October 2019): 75–95. http://dx.doi.org/10.3280/mg2019-002006.

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8

Ronco, Mauro. "Alle origini del diritto penale moderno : dalla (falsa) proposta di un diritto penale dolce alla realtà di un diritto penale di ferro." Archivio penale, no. 2 (2021): 523–37. http://dx.doi.org/10.12871/97888331810597.

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9

Wołodkiewicz, Witold. "LEX RETRO NON AGIT. SFORMUŁOWANIE W POLSKIEJ DOKTRYNIE PRAWNICZEJ." Zeszyty Prawnicze 1 (January 27, 2017): 103. http://dx.doi.org/10.21697/zp.2001.1.06.

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Abstract:
LEX RETRO NON AGIT. UN BROCARDO NELLA GIURISPRUDENZA POLACCAII problema della irretroattività della norma giuridica è stato trattato molto spesso nella dottrina giuridica generale e in quella romanistica. La regola lex retro non agit (che nella giurisprudenza e dottrina giuridica polacca esprime il principio délia irretroattività del diritto) è il brocardo latino il più spesso usato nella giurisprudenza polacca.Considerazioni a proposito del vigore délia norma giuridica nel tempo si incontrano nelle fond del diritto romano nelle varie epoche del suo sviluppo. Il problema délla retroattività délia legge fu affrontato già dai giuristi repubblicani. Fu toccato anche dai giuristi classici. La generalizzazione del principio secondo il quale la legge non deve retroagire, si trova peraltro in diverse costituzioni imperiali del Basso Impero. Il principio délia irretroattività del diritto compare più volte nella storia giuridica postgiustinianea.Nelle visioni dello Stato di diritto, sviluppate dai filosofi del Secolo dei Lumi il principio dell’irretroattività délia legge è stato trattato come un dogma fondamentale ed assoluto.II principio d’irretroattività è molto spesso enunciato nei codici contemporanei. E un elemento fondamentale della definizione classica del delitto penale, peró la dottrina e la pratica penale e costituzionale dopo la seconda guerra mondiale hanno cominciato, almeno in certa misura, ad allontanarsi dal principio d’irretroattività nel diritto penale. Questa tendenza fu stata già notata, a proposito del processo di Norimberga, dal Berger in un articolo del 1949. Le dichiarazioni e convenzioni internazionali sui crimini di guerra e contro l’umanità , hanno poi introdotto diverse eccezioni al principio dell’irretroattività della legge penale. Questi atti di diritto internazionale hanno tendenzialmente influenzato i sistemi nazionali di diritto costituzionale e penale (come esempio si puô citare l’art. 42 punto 1 della Costituzione polacca del 2 aprile 1997).II brocardo lex retro non agit non fu mai esplicitamente individuato eon queste parole, né ai tempi romani, né nella storia posteriore del diritto. Questa formulazione è infatti sconosciuta ai dizionari ed alle enciclopedie giuridiche in quasi tutta Europa al di fuori della Polonia.Nella romanistica polacca, l’autore che cita il brocardo lex retro non agit fu Stanisław Wróblewski (nel suo manuale di diritto romano, pubblicato nel 1916). E probabile che l’autorità del Wróblewski (a lungo professore di diritto romano a Cracovia, ed influente membro della Commissione di Codificazione polacca, chiamato spesso il „Papiniano polacco”) abbia influenzato la divulgazione del brocardo lex retro non agit nella dottrina e nella giurisprudenza polacca e radicato per conseguenza la persuasione della derivazione romanistica del concetto d’irretroattività del diritto, letteralmente cosi individuato, nell’odierna pratica giurisprudenziale polacca.
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Bignami, Marco. "Il crocefisso nelle aule scolastiche dopo Strasburgo: una questione ancora aperta." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (December 2011): 22–41. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-005003.

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Abstract:
1. Invaliditŕ delle norme che impongono l'esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche / 2. Il limite della sentenza/ 3. Insufficienza della soluzione bavarese / 4. Muro bianco o muro barocco? / 5. Una proposta minore 004 1. Piů mercato e meno Stato: un sommario bilancio / 2. Diritto penale societario / 3. Diritto penale fallimentare / 4. Conclusioni.
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Dissertations / Theses on the topic "Diritto penale del nemico"

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Vedovello, Ana Paula Scudeler. "A teoria dos Sistemas de Luhmann como argumento contrário ao direito penal do inimigo 3ş velocidade do direito pena." Universidade Presbiteriana Mackenzie, 2015. http://tede.mackenzie.br/jspui/handle/tede/1292.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2016-03-15T19:35:23Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Ana Paula Scudeler Vedovello.pdf: 1341012 bytes, checksum: 5c86e711bcb78bb368198eb5cbd6d91c (MD5) Previous issue date: 2015-02-02
Universidade Presbiteriana Mackenzie
La tesi si propone di decostruire il diritto penale del nemico da sistemi di ragionamento Luhmannian. Per quel primo stabilisce i pilastri del diritto penale, indicando le loro strutture e concetti fondamentali. Successivamente, sviscera quello che è il diritto penale del nemico, in una società a rischio, indicando i suoi punti fondamentali, e dettagliare le velocità del diritto penale. Dopo l analisi, una tabella di confronto viene fatto al fine di poter dire che la terza marcia del diritto penale - nitide, diritto penale restrittiva, anticipatoria e rigoroso - è un'espressione del diritto penale del nemico. Il titolo di complementarità, si tratta di uno studio sul regime di disciplina differenziata, stabilito nel paese al fine di completare come modello del diritto penale non sia cittadino. In un momento successivo, attraverso la teoria di Luhmann, si tratta di una valutazione di ciò che è proprio sotto questo criterio, in modo che la legge è considerata un sottosistema del sistema sociale globale. Sono caratteristiche apparenti , il metodo , le dimensioni di significato e le questioni conflittuali di questa razionalità di Luhmann . A questa profondità, si arriva ad una seconda conclusione: che la legge ha fornito per gli imprevisti, e che tali contingenze dovrebbe essere regolato in modo da diminuire le frustrazioni e favorire la stabilità sociale e normativo. Questa stabilizzazione avverrà come principalmente le regole, generando una congruenza selettiva . Parzialmente finale si incontrano questi concetti e affermazioni, in modo che aggiunge una nuova contrario al diritto penale degli argomenti nemico: l'argomento della metodologia di analisi teoria dei sistemi di Luhmann. Ora la destra è un sottosistema del sistema sociale, ha autoreferenzialità e autopoiesi, e altre caratteristiche che sono loro proprie. L' idea del nemico non è l'appartenenza a tensioni sociali prodotte dallo standard battuta d'arresto che ci si aspetta dal sistema. Vale a dire: la situazione per determinare un nemico non si adatta l'aspettativa di contingenza che può esistere in un sottosistema giuridico, come un sistema, la percezione dei valori è predominante in quanto è un fattore e senso di equilibrio nella regolazione della possibile frustrazione.
A tese tem por objetivo desconstruir o Direito Penal do Inimigo através do raciocínio luhmanniano de sistemas. Para tanto primeiramente estabelece os pilares do Direito Penal, indicando suas estruturas e conceitos fundamentais. Posteriormente, esmiúça o que seja o Direito Penal do Inimigo, no âmbito de uma sociedade de risco, indicando seus pontos fundamentais, e detalhando as velocidades do direito penal. Após a análise, faz-se um quadro comparativo no sentido de poder-se afirmar que a terceira velocidade do direito penal direito penal mais incisivo, restritivo, antecipatório e rigoroso seja uma expressão do direito penal do inimigo. A título de complementaridade, faz-se um estudo a respeito do Regime Disciplinar Diferenciado, instituído no país, de forma a concluí-lo como um modelo de direito penal do não cidadão. Em um momento seguinte, por meio da teoria dos sistemas de Luhmann, faz-se uma avaliação do que seja o direito sob esse critério, de modo que o direito passa a ser considerado um subsistema do sistema social global. Evidenciam-se características, método, dimensões de sentido e questões conflituosas dessa racionalidade de Luhmann. Nesse aprofundamento, chega-se a uma segunda conclusão: a de que o direito tem previstas contingências, e tais contingências devem ser reguladas, de modo que diminua as frustrações e gere uma estabilidade social e normativa. Tal estabilização se dará precipuamente pelas normas, gerando uma congruência seletiva. Em parte derradeira, reúnem-se esses conceitos e afirmações, de modo que se agrega um novo argumento contrário ao direito penal do inimigo: o argumento da metodologia de análise pela teoria dos sistemas de Luhmann. Ora, se o direito é um subsistema do sistema social, ele possui autorreferencialidade, autopoiese, e demais características que lhes são peculiares. A ideia de inimigo não é pertencente à perturbação social produzida pela contrariedade à norma que é esperada pelo sistema.Ou seja: a situação de se determinar um inimigo não se adapta à expectativa de contingência que possa existir em um subsistema jurídico, já que em um sistema, a percepção de valores é preponderante, na medida em que é um fator de sentido e de equilíbrio na regulação de possíveis frustrações.
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SIBILIO, DAVIDE. "LA VIOLENZA IN OCCASIONE DELLE MANIFESTAZIONI SPORTIVE. IL DASPO E GLI ALTRI STRUMENTI DI PREVENZIONE E REPRESSIONE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/852343.

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Abstract:
L’elaborato, dedicato agli strumenti di prevenzione e repressione della violenza in occasione di manifestazioni sportive, si propone di tracciare un quadro tendenzialmente completo del sistema che l’ordinamento italiano ha predisposto nel corso degli anni per contrastare il peculiare fenomeno della violenza negli stadi. La tesi, dopo una breve precisazione dell’ambito della ricerca, operata tramite la distinzione del concetto della violenza negli stadi (o teppismo calcistico) dalla violenza sportiva, si occupa inizialmente di fornire una ricostruzione storica del fenomeno in oggetto, per poi passare ad un esame di esso in chiave socio-criminologica, prendendo in considerazione sia l’elaborazione scientifica prodotta all’estero (in special modo nel Regno Unito, ma anche in altri Paesi europei), sia gli studi compiuti in Italia, che hanno evidenziato alcune caratteristiche del fenomeno tipiche del nostro Paese. L’elaborato, nella sua prima parte, prima di occuparsi degli aspetti prettamente penalistici (e processualpenalistici) della materia, tenta di offrire, in un’ottica interdisciplinare, una chiave di lettura al fenomeno, utile per individuare successivamente la proporzionalità e la ragionevolezza della risposta che l’ordinamento italiano offre. Successivamente, la tesi prende in considerazione le fonti sovranazionali – in particolare a livello europeo – che sono state emanate allo scopo di dare risposte comuni e armoniche ad un fenomeno non limitato dai confini delle singole nazioni. La strage dell’Heysel del 1985 rappresenta il tragico evento che ha per la prima volta posto all’attenzione sia della Comunità europea sia del Consiglio d’Europa i gravi pericoli che il teppismo calcistico può generare, specialmente in correlazione a grandi eventi; a partire da quel momento si è quindi assistito alla progressiva introduzione di un corpo normativo sovranazionale volto ad uniformare le legislazioni e le prassi dei Paesi europei maggiormente interessati dal fenomeno. Il riferimento a tali fonti è utile, nell’economia dell’elaborato, per verificare se le misure adottate dall’Italia siano effettivamente adeguate agli standard elaborati dall’Unione europea e dal Consiglio d’Europa. La tesi procede poi a descrivere, in modo analitico, la turbolenta evoluzione normativa che ha caratterizzato la legislazione nazionale di contrasto alla violenza in occasione di manifestazioni sportive, evidenziando sia il poderoso sviluppo della prevenzione personale in questo settore, sia l’introduzione di una serie di incriminazioni e disposizioni processuali “differenziate”, finalizzate a completare la risposta repressiva al fenomeno; nel descrivere l’evoluzione normativa, sono state sottolineate le criticità che di volta in volta si sono proposte: in particolare, sono state analizzate le varie posizioni dottrinali sviluppatesi nel corso del tempo e sono stati evidenziati i tentativi compiuti dalla giurisprudenza (anche costituzionale) di offrire un’interpretazione della legislazione antiviolenza quanto più coerente e rispettosa dei diritti dell’individuo. L’ultimo capitolo, maggiormente concentrato sulle misure di prevenzione – sia atipiche (come il DASPO), che tipiche – rivolte ai soggetti a pericolosità sportiva, mira infine a far emergere le problematiche specifiche che si sono proposte con riguardo al sistema preventivo della violenza negli stadi, analizzando in particolare le caratteristiche e le criticità della categoria del “pericoloso sportivo”, senza tralasciare alcuni dovuti accenni alle più ampie problematiche relative alla pericolosità per la sicurezza pubblica e, ancor più in generale, alla stessa legittimazione e compatibilità con il sistema costituzionale delle misure di prevenzione presenti nell’ordinamento italiano. Nella conclusione della tesi, sono presenti alcune riflessioni in merito all’inquadramento del sistema preventivo-repressivo di contrasto alla violenza dei tifosi all’interno del discusso paradigma del diritto penale del nemico, nonché alcune osservazioni in merito all’esportazione all’interno della realtà urbana (tramite il c.d. DASPO urbano) del modello efficacemente sperimentato nei confronti dei tifosi; vengono infine avanzate alcune proposte di miglioramento dell’attuale legislazione, in primo luogo, per rendere le misure vigenti più rispettose dei diritti dei soggetti che ne sono destinatari e, in secondo luogo, per introdurre un intervento su più livelli, che non trascuri gli aspetti sociali e culturali del fenomeno, e che non sia più sbilanciato sulla repressione e sulla prevenzione di polizia, con l’auspicio che il futuro legislatore non intervenga, ancora una volta, sotto la spinta dell’emergenza.
The present thesis, dedicated to prevention and repression measures of violence at sporting events, aims to outline a generally complete picture of the system that the Italian legal system has prepared over the years to counter the peculiar phenomenon of fan violence during sporting events (football matches, in particular). The thesis, after a brief clarification of the scope of the research, made through the distinction of the concept of fan violence (or football hooliganism) from sporting violence, is initially concerned with providing a historical reconstruction of the phenomenon, and then moving on to an examination of it in a socio-criminological key, taking into consideration both the scientific elaboration produced abroad (especially in the United Kingdom, but also in other European countries), and the studies carried out in Italy, which have highlighted some characteristics of the typical phenomenon of our country. The paper, in its first part, before dealing with the purely criminal (and procedural criminal) aspects of the matter, attempts to offer, from an interdisciplinary perspective, a key to understanding the phenomenon, useful for subsequently identifying the proportionality and reasonableness of the answer that the Italian legal system offers. Subsequently, the thesis takes into consideration the supranational sources – especially at European level – that have been issued in order to give common and harmonious answers to a phenomenon not limited by the borders of the individual nations. The 1985 Heysel massacre represents the tragic event that for the first time brought to the attention of both the European Community and the Council of Europe the serious dangers that football hooliganism can generate, especially in connection with major events; from that moment on, there has therefore been the gradual introduction of a supranational regulatory body aimed at standardizing the laws and practices of the European countries most affected by the phenomenon. The reference to these sources is useful, in the economics of the report, to verify whether the measures adopted by Italy are actually adequate to the standards developed by the European Union and the Council of Europe. The thesis then proceeds to describe, in an analytical way, the turbulent regulatory evolution that has characterized the national legislation to fight violence at sporting events, highlighting both the powerful development of personal prevention in this sector, and the introduction of a series of “differentiated” indictments and procedural provisions, aimed at completing the repressive response to the phenomenon; in describing the regulatory evolution, the critical issues that were proposed from time to time were highlighted: in particular, the various doctrinal positions developed over time were analyzed and the attempts made by jurisprudence (including constitutional) to offer an interpretation of anti-violence legislation that is as coherent and respectful of the rights of the individual as possible. The last chapter, more focused on prevention measures - both atypical (such as DASPO) and typical - aimed at people with sporting dangers, finally aims to bring out the specific problems that have arisen with regard to the preventive system of violence in stadiums, analyzing in particular the characteristics and criticalities of the “dangerous fan” category, without neglecting some due hints to the broader problems relating to the danger to public safety and, even more generally, to the legitimacy and compatibility with the constitutional system of the prevention measures present in the Italian legal system. In the conclusion of the thesis, there are some reflections on the framing of the preventive-repressive system to combat fan violence within the controversial paradigm of the criminal law of the enemy, as well as some observations on exporting within urban context (through the so-called urban DASPO) of the model effectively tested in relation to fans; Finally, some proposals for improvement of the current legislation are made, firstly, to make the existing measures more respectful of the rights of the individuals that are addressed to them and, secondly, to introduce an intervention on several levels, which does not neglect the cultural and social aspects of the phenomenon, and that it is no longer unbalanced on police repression and prevention, with the hope that the future legislator does not intervene, once again, under the pressure of the emergency.
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Sorbello, Pietro <1977&gt. "Abuso del diritto e repressione penale. Profili di diritto penale sostanziale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8200/1/sorbello_pietro_tesi.pdf.

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Abstract:
Un’immagine dell’abuso del diritto è quella del fuoco sotto la cenere perché esprime il pericolo al quale espone legalità e colpevolezza. Sebbene l’ermeneutica penalistica sia vincolata, la materia tributaria rappresenta l’ultimo caso in cui forza normativa dei principi ed interpretazione teleologica hanno consentito incriminazioni in malam partem. Nemmeno la rilevanza costituzionale del bene consente di incriminare l’elusione oltre la riserva di legge: al giudice è vietato “creare un regime legale penale, in luogo di quello realizzato dalla legge”. Il tema delle infrazioni di origine giurisprudenziale introduce una seconda accezione di legalità come concepita dall’art. 7 CEDU: la norma incriminatrice è valida allorquando - prescindendo dalla fonte - sia accessibile e prevedibile. Di fronte alla sentenza “Dolce e Gabbana” può affermarsi che incriminare l’elusione non è conforme alla legalità costituzionale, perché la commistione tra evasione ed elusione fiscale modifica il tipo in via interpretativa, né convenzionale perché le conseguenze non erano prevedibili quando furono realizzate le operazioni elusive. L’antagonismo delle concezioni di legalità trova soluzione avuto riguardo ai fini di garanzia. Se è contrario alla Costituzione accogliere un’idea di legalità-prevedibilità che prescinda dalla riserva di legge, la finalità di maggior garanzia possibile, esplicitata all’art. 53 della CEDU, non consente alternative alla sinergia: la legalità convenzionale sarà più garantista se integra quella costituzionale. La trasposizione sul piano interno della prevedibilità rileva sul distinto piano della colpevolezza, trova aggancio all’art. 5 c.p. e sposta la questione sulla conoscibilità dell’illecito. Alla rilevanza penale dell’abuso del diritto in materia tributaria ostava anche il principio di colpevolezza non potendosi muovere un rimprovero a fronte di un’ignoranza scusabile. L’affermata irrilevanza penale avrebbe dovuto spegnere definitivamente il fuoco dell’abuso del diritto, se non che alcune posizioni favorevoli al recupero in chiave di artificio espongono ancora il principio di legalità al pericolo di un fuoco sotto la cenere.
Metaphorically speaking, the relationship between criminal liability and abuse of law may be described as a flame beneath ashes. In summary, a punishment based on the abuse of law is not consistent with the principle of legality recognized by the Italian Constitution: according to the Article 25, paragraph 2, in fact, no one may be punished except on the basis of a law enacted by the Parliament. Nevertheless, an infringement of the constitutional principle of legality occurred in the Dolce & Gabbana case where a criminal conviction for tax avoidance was pronounced by the Criminal Courts. In the lack of an express provision punishing tax avoidance, only tax evasion may be punished under Italian criminal law. Moreover, the punishment for tax avoidance was not foreseeable according to the principle of legality enshrined in Article 7 of the ECHR due to the fact that prior to the “Dolce & Gabbana” case tax avoidance was not qualified as an offence in the Italian case-law.
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VOLPE, SILVIA. "La lingua del diritto penale." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2022. http://hdl.handle.net/11571/1459413.

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Abstract:
Dopo una premessa sul linguaggio del diritto penale, inteso come metodo di comunicazione che si avvale di segni non verbali, il lavoro esamina la lingua in senso stretto del diritto penale, delineandone le caratteristiche principali e analizzandone successivamente i vizi e le patologie. Il nucleo centrale dell’elaborato è dedicato quindi all’esame delle conseguenze di tali patologie linguistiche, al fine di dimostrare che esse pregiudicano i principi fondamentali del diritto penale: dal principio di democraticità al principio di effettività, passando per i principi che presiedono allo svolgimento dell’attività legislativa e che regolano il giusto processo. Seguono infine riflessioni più costruttive, volte a individuare le caratteristiche ideali di una lingua coerente con i principi e con le funzioni del diritto penale: si cerca di tracciare la strada da percorrere per ottenere una lingua più giusta, capace di rinnovare la fiducia nella legge e nella Giustizia, costruendo un diritto penale effettivamente democratico.
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VOLPE, SILVIA. "La lingua del diritto penale." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2022. http://hdl.handle.net/11571/1459409.

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Abstract:
Dopo una premessa sul linguaggio del diritto penale, inteso come metodo di comunicazione che si avvale di segni non verbali, il lavoro esamina la lingua in senso stretto del diritto penale, delineandone le caratteristiche principali e analizzandone successivamente i vizi e le patologie. Il nucleo centrale dell’elaborato è dedicato quindi all’esame delle conseguenze di tali patologie linguistiche, al fine di dimostrare che esse pregiudicano i principi fondamentali del diritto penale: dal principio di democraticità al principio di effettività, passando per i principi che presiedono allo svolgimento dell’attività legislativa e che regolano il giusto processo. Seguono infine riflessioni più costruttive, volte a individuare le caratteristiche ideali di una lingua coerente con i principi e con le funzioni del diritto penale: si cerca di tracciare la strada da percorrere per ottenere una lingua più giusta, capace di rinnovare la fiducia nella legge e nella Giustizia, costruendo un diritto penale effettivamente democratico.
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Gimigliano, Silvia. "Il diritto all'oblio del condannato penale." Doctoral thesis, Università del Piemonte Orientale, 2022. http://hdl.handle.net/11579/144263.

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Abstract:
Lo scritto, articolato in quattro capitoli, si propone di analizzare il diritto all'oblio in rapporto alla figura del condannato penale. Quando ne è titolare quest'ultimo, tale diritto pone, infatti, temi e problemi peculiari, meritevoli di autonoma disamina. Il primo capitolo, di taglio introduttivo, è finalizzato all'individuazione delle direttrici di ricerca: la ricognizione di contenuti e caratteristiche generali della posizione soggettiva consente di cogliere, in controluce, le specificità che caratterizzano il diritto all'oblio (del reato e) della condanna, oggetto di approfondimento nei capitoli successivi. Segnatamente, il secondo capitolo è dedicato al conflitto con altre situazioni giuridiche, con particolare riguardo al tema del bilanciamento normativo e giurisprudenziale, mentre il terzo ha ad oggetto il rapporto con principi ed istituti penali, fra i quali spiccano il principio rieducativo sancito dall'art. 27, co.3, Cost. e le cause estintive della pena. Nel quarto capitolo si formulano, infine, conclusioni motivate, mettendo in evidenza, per un verso, la natura fragile - eppure non debole --- della declinazione in esame, e, per altro verso, l'insufficienza delle definizioni "classiche" di oblio con riferimento alla figura del condannato
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Boscolo, Bacheto Alessia <1993&gt. "la responsabilità penale del professionista." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10718.

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Abstract:
Nell’elaborato verrà analizzata la responsabilità penale del professionista quando egli concorre assieme al proprio cliente nella commissione dell’illecito. Molteplici infatti sono le situazioni in cui a causa della complessità normativa il contribuente ritenga opportuno rivolgersi ad una persona qualificata per adempiere ai propri doveri. Accade però, purtroppo, che tale persona qualificata aiuti il proprio cliente a tenere dei comportamenti contrari alla legge e pertanto concorra con essi nella commissione nel reato. In particolare, nell’elaborato dopo una breve introduzione sulla figura del professionista, verrà posta particolare attenzione all’istituto del concorso nei reati (art. 110 c.p.) sia in generale, sia nel caso in cui tale concorso sia ad opera di una persona qualificata. Per quanto riguarda i reati che verranno analizzati essi sono alcuni reati tributari del D.lgs. 74/2000 (particolare attenzione verrà posta alla nuova aggravante introdotta nell’art. 13-bis del D.lgs sopracitato), i reati societari, i reati fallimentari e altre fattispecie (falso in attestazioni e relazioni, esibizioni o trasmissione di atti o documenti falsi o fornitura di dati e notizie non rispondenti al vero). Essi verranno, dapprima analizzati genericamente e poi in dettaglio relativamente al caso in cui il professionista concorra assieme al proprio cliente.
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De, Martino Lorenzo <1989&gt. "L'abuso del diritto nella materia penale tributaria." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8591/1/L%27abuso%20del%20diritto%20nella%20materia%20penale%20tributaria%20rev.%2015.03.18.pdf.

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Abstract:
Il presente lavoro trae origine dal dirompente ingresso della figura dell’abuso del diritto tributario sul palcoscenico penale, divenuto protagonista di una tra le più discusse rappresentazioni di cd. ‘diritto penale giurisprudenziale’ e portato per la prima volta in scena dal celebre filone interpretativo Dolce&Gabbana. Così, una volta introdotto il concetto generale di abuso del diritto, lo si distinguerà dalle nozioni di evasione fiscale e di risparmio (lecito) d’imposta; tre concetti fondamentali i cui rispettivi limiti e interazioni costituiranno uno dei fil rouge dell’analisi. Si darà conto, poi, dell’operato del ‘diritto vivente’ in materia: una stagione giurisprudenziale caratterizzata, come si vedrà, più da ombre che da luci, intrisa di frequenti contrasti applicativi (sia diacronici che sincronici) e portatrice – in conseguenza – di una forte imprevedibilità del giudizio penale per le condotte classificate come abusive. L’analisi della genesi e dell’ascesa della punibilità dell’abuso del diritto in materia fiscale costituirà poi un’occasione per proiettarsi in una più ampia riflessione sulla crisi di legalità che affligge ormai da decenni l’ordinamento penale, di cui il filone Dolce&Gabbana ne costituisce paradigmatico esempio. Dopo avere ricondotto il fenomeno dell’abuso del diritto nell’alveo della più ampia crisi che investe la scienza penale contemporanea, si tornerà ad apprezzare il dato legislativo, rappresentato dal nuovo art. 10-bis dello Statuto del contribuente. Infine, l’indagine toccherà l’interrogativo che permane, latente, sulla materia: esistono perduranti ipotesi penalmente rilevanti di condotte riconducibili al genus dell’abuso del diritto? Come si avrà modo di osservare, oltre a fornire una risposta diretta a tale interrogativo, la riflessione sarà un’occasione per procedere ad una ridefinizione – concettuale e terminologica – degli ‘attori’ che hanno da sempre recitato in questo complesso settore del diritto penale tributario.
The PhD thesis draws its origin from the appearance of the tax abuse of right in criminal procedures and by becoming one of the main actors in one of the most controversial performances of cd. ‘ciminal jurisprudential law’, brought to our attention by the renowned interpretative branch of Dolce&Gabbana. Therefore, once introduced the general concept of tax abuse, it will be separated from the notions of tax evasion and tax savings (legal); these three fundamental concepts and their limits and interactions will be the leitmotiv of the analysis. Moreover, there will be a study on the action of the “living law”: a jurisprudential season characterized, as it may be noticed, by light and shadow, full of application contrasts (diachronic and synchronic) and with a strong unpredictability on the criminal judgement for those behaviors assessed as violations. The analysis of the origin and the development of the punishability of the violation of the law in tax policy will allow a broader consideration on the crisis of the criminal law principles. After tracing back the phenomenon of violation in the broader trend that has struck contemporary criminal science, the study will concentrate on the law data represented by the new Article 10-bis of the l. 212/2000 The novelty represented by the legislative decree 128/2015 represents a fundamental achievement on the topic: not only it (finally) gives a fundamental definition of the concept of violation of law, but also the legislator has expressly stated expressis verbis the criminal irrelevance. However, the interpretation of the article 10-bis and of its interactions with the Criminal Tax Law has its own critical points. Therefore, this study will try to suggest a possible solution.
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REMELLI, ALICE. "L'imparzialità del giudice penale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2016. http://hdl.handle.net/10281/105552.

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Abstract:
Tra i caratteri distintivi della funzione giurisdizionale assumono un rilievo particolare l’indipendenza e l’imparzialità dei soggetti chiamati al suo esercizio. La figura del giudice delineata dalla Costituzione è connaturata da una posizione di estraneità rispetto agli interessi coinvolti nella res iudicanda e di assenza di pregiudizi (sancita implicitamente dagli art. 3 e 101 Cost.), nonché di piena autonomia dalle parti processuali, dagli altri poteri dello Stato e dalla stessa organizzazione giudiziaria (art. 101 e 104 Cost.). Anche le principali convenzioni internazionali in tema di diritti della persona e di processo penale riconoscono la necessità che il giudice sia indipendente e imparziale; tuttavia, l’imparzialità viene in risalto in un’ottica diversa, non più come garanzia di regolare svolgimento della giurisdizione, ma come diritto del singolo, presupposto del più ampio diritto ad un giusto processo. Ci si riferisce all’art. 6 comma 1 Conv. eur. dir. uomo, all’art. 14 comma 1 Patto intern. dir. civ. pol., nonché, pur non trattandosi di una vera e propria fonte vincolante, all’art. 10 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 10 dicembre 1948. I due requisiti essenziali della qualità stessa di giudice, pur dotati di una indubbia autonomia concettuale, non sembrano suscettibili d separata tutela, risultando difficile affermare l’esistenza dell’uno in assenza dell’altro. Del resto, la stessa giurisprudenza costituzionale ha ribadito più volte l’esistenza di un rapporto di stretta connessione, poiché ‹‹il principio dell’indipendenza è volto ad assicurare l’imparzialità del giudice o meglio […] l’esclusione di ogni pericolo di parzialità, onde sia assicurata al giudice una posizione assolutamente ‘super partes’›› (C. cost., sent. 3 aprile 1969 n. 60). Gli istituti dell’incompatibilità, dell’astensione, della ricusazione e della rimessione si presentano quindi come garanzie sia dell’imparzialità sia di quell’aspetto dell’indipendenza che può definirsi come “indipendenza funzionale”, ossia come non soggezione ad altri nell’esercizio della funzione giurisdizionale, sempre in rapporto ad ogni singolo processo. Rimane invece sullo sfondo l’“indipendenza organica”, come indipendenza dell’organizzazione giudiziaria nel suo complesso. E’ necessario precisare anche che le ipotesi normative in cui il giudice è ritenuto suspectus non indicano una effettiva assenza di serenità ed obiettività nel magistrato, ma una semplice possibilità di dubbio, dalla quale è doveroso liberare la delicata materia dei giudizi penali. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha più volte distinto, all’interno del principio di imparzialità del giudice, un aspetto soggettivo (presunto fino a prova contraria) dato dalla posizione personale del singolo magistrato, e un aspetto oggettivo (da valutarsi caso per caso) costituito dalla presenza di situazioni normative, funzionali ed organiche tali da allontanare ogni sospetto di parzialità. In questa materia anche le apparenze infatti possono rivestire una certa importanza, ed in uno Stato democratico è fondamentale che i giudici ispirino fiducia al pubblico e, soprattutto, all’accusato (C. eur. dir. uomo 26 ottobre 1984, De Cubber).
Independence and impartiality of the judges are distinctive characteristics of the judicial function. The position of the judge outlined by the Constitution is characterized by the alienation from the interests involved in the res iudicanda and by the absence of prejudice (implicitly defined by articles 3 and 101 of the Constitution), as well as by full independence from the parties of the proceedings, from the other State powers and from the judicial organization itself (articles 101 and 104 of the Constitution). Even the main international conventions in the field of human rights and criminal trial recognize the need for the judge to be independent and impartial. However, impartiality is highlighted in a different view, not as objective guarantee, but as a right of the individual, as assumption of the wider right to a fair trial. Reference is made to article 6 paragraph 1 of European Convention on Human Rights, article 14 paragraph 1 of International Covenant on Civil and Political Rights and to article 10 of Universal Declaration of Human Rights of 10 December 1948, although this is not a real binding act,. The two essential requirements of the judge nature, even if with an undeniable conceptual autonomy, do not seem susceptible of separate protection, making it hard to confirm the existence of one without the other. Moreover, the same constitutional jurisprudence has repeatedly stated that there is a relationship of close connection, since << the principle of independence is intended to ensure the impartiality of the judge or better [...] the exclusion of any risk of partiality, so as to ensure the judge a clear 'super partes' positon >> (C. cost., sent. 3 April 1969 n. 60). Incompatibility, abstention, recusal and remission are guarantees both of impartiality both of "functional independence", i.e. as non subjection to others in their judicial function, always in relation to any individual trial. However, it remains in the background the '' organic independence ", that is independence of the judicial organization as a whole. It is necessary to specify that the legal assumptions on which the judge is deemed suspectus do not mean an actual lack of serenity and objectivity in the judge, but a mere possibility of doubt, from which the delicate subject of criminal proceedings should be made free. The European Court of Human Rights has repeatedly distinguished, within the principle of impartiality of the judge, a subjective aspect (presumed until proven otherwise) given by the personal position of the individual judge, and an objective aspect (to be assessed on a case by case) constituted by the presence of legal situations, functional and organic, such as to remove any suspicion of partiality. In this matter even appearances can indeed be of some importance, and in a democracy it is essential that judges inspire confidence to the society and, above all, to the accused (E.C.H.R. October 26, 1984, De Cubber).
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Romano, Luisa <1978&gt. "Il problema droga tra scienza, coscienza e diritto: il ruolo del diritto penale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4214/1/Romano_Luisa_Tesi.pdf.

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Books on the topic "Diritto penale del nemico"

1

Grilli, Luigi. Diritto penale del lavoro. Milano: Giuffrè, 1985.

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2

Graziano, Giuseppe. Il futuro del diritto penale. Roma: SEAM, 1999.

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3

D'Agostino, Paolo. Il diritto penale del mercato mobiliare. Padova: CEDAM, 1995.

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4

Borsari, Riccardo. Profili critici del diritto penale tributario. Padova: Padova University Press, 2013.

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5

Fornasari, Gabriele. I principi del diritto penale tedesco. Padova: CEDAM, 1993.

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6

Luigi, Stortoni, ed. Diritto penale e fattispecie criminose: Introduzione alla parte speciale del diritto penale. Bologna: Il mulino, 2006.

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7

Diritto e ragione: Teoria del garantismo penale. Roma: Laterza, 1989.

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8

Romano, Bartolomeo. Guida alla parte generale del diritto penale. [Padova]: CEDAM, 2009.

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9

Ferrajoli, Luigi. Diritto e ragione: Teoria del garantismo penale. 3rd ed. Roma: Laterza, 1996.

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10

Cattaneo, Mario A. Illuminismo e legislazione penale: Saggi sulla filosofia del diritto penale nella Germania del Settecento. Milano: Edizioni universitarie di lettere economia diritto, 1993.

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Book chapters on the topic "Diritto penale del nemico"

1

Sorice, Rosalba. "Il diritto del nemico alla difesa. Ius belli e ius gentium in un Consilium di Paolo di Castro." In Der Einfluss der Kanonistik auf die europäische Rechtskultur, 180–89. Köln: Böhlau Verlag, 2020. http://dx.doi.org/10.7788/9783412518929.180.

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2

Siciliano, Domenico. "«Al privato onesto un'arma legittima». Per una genealogia della legittima difesa tra il moderamen inculpatae tutelae e la difesa legittima del diritto penale fascista." In Studi e saggi, 39–93. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-202-7.05.

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The contribution is meant to reconstruct the crucial passage from the ‘liberal’ conception of self defence (e.g.: Carrara) to that of the Positive School (for all: Fioretti), which was further articulated by Fascist criminal legal doctrine (Manzini, the Rocco brothers) and imposed with the Italian penal code of 1930. The former conception, in the wake of Beccaria and his thematisation of crime as a political and social problem, does not fundamentally allow the deadly self-defence in the protection of property. For the latter, the ‘subjects’ have a ‘right’ to defend their property, and with it society, even by deadly force. The contribution highlights the partially dissonant voice of the Court of Cassation, which in one opinion reminded the Fascist state the intrinsic weakness of such a conception
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Civello, Gabriele. "Il principio del sibi imputet nella teoria del reato: l’auto-responsabilità nel prisma della tipicità penale." In Diritto penale e autoresponsabilità, 143–56. Nomos Verlagsgesellschaft mbH & Co. KG, 2020. http://dx.doi.org/10.5771/9783748924074-143.

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Castronuovo, Donato. "Profili relazionali della colpa nel settore della sicurezza del lavoro. Autoresponsabilità o paternalismo penale?" In Diritto penale e autoresponsabilità, 195–214. Nomos Verlagsgesellschaft mbH & Co. KG, 2020. http://dx.doi.org/10.5771/9783748924074-195.

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Fiorentino, Dario. "Conflittualità sociale e funzione immunizzante del diritto: qualche nota per una lettura sistemica della repressione penale politica nelle società complesse." In Violenza Politica, 133–51. Ledizioni, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.4123.

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