Dissertations / Theses on the topic 'Diritto (nozione di)'

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1

Candiotto, Chiara. "La nozione di famiglia in diritto penale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423842.

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Abstract:
Amongst the sources of law in force in Italy today, the only positive definition of family can be found in art. 29 of the Constitution, while the ordinary legislator, whether criminal or civil, has never felt the necessity to clearly define the limits of such a value, only referring to and regulating individual family relationships from case to case. The attempt to identify the contents of a really updated definition of family as to what, today, is effectively a family on a social level, led us to take into consideration what the new widespread models of alternative “families” are, first and foremost the so-called common law marriage, whether hetero- or homosexual. We analysed, in particular, how this updated concept of family is recognized in criminal law, in order to extend criminal protection to informally living families. Another problematic aspect of great interest and worth investigation we analysed is the influence of the ever more poignant cultural pluralism which characterises our society in structure and composition of family: we suggested in particular to discover the effects of new cultural family models, often very different from the typical western one, on the notion of family today,. These models encourage the emersion of family structures that are sometimes inconsistent with the fundamental principles of our family law and with the criminal sanctions protecting the family. We also analysed the offenses provided for by Italian legislation on medically assisted procreation (Law no. 40 of 19 February 2004). This is a topic of particular relevance, given the ever increasing use of techniques of artificial reproduction by couples who, unable to reproduce naturally, in some cases even decide to go abroad to undergo reproductive practices prohibited in Italy and sometimes rise to criminal sanctions (the so-called “procreative tourism”). The choices made by the Italian legislator have proved very controversial and gave rise to a heated debate amongst scholars and Courts, with the intervention of the ECHR, the Italian Constitutional Court and the Italian Supreme Court, which recently has covered, for example, the ban on use of preoperative diagnosis system and the heterologous fertilization.
L’unica definizione di famiglia presente tra le fonti oggi vigenti è rintracciabile all’art. 29 della Costituzione. Il Legislatore ordinario, sia civile che penale, non ha invece mai ritenuto di esplicitare chiaramente il perimetro di tale bene, limitandosi a far riferimento e a disciplinare di volta in volta i singoli rapporti familiari. Abbiamo allora voluto cercare di appurare se esista una nozione di famiglia da applicarsi ogniqualvolta il bene famiglia assuma rilevanza penale ed eventualmente quali ne siano i tratti caratterizzanti. Si è affrontato, in particolare, il problema del riconoscimento e della tutela penale delle coppie di fatto omo- ed etero- sessuali, alla luce delle recenti evoluzioni legislative e della copiosa giurisprudenza formatasi negli ultimi anni. La ricerca si è inoltre allargata ad ulteriori realtà familiari, come le famiglie multietniche e multiculturali, sempre più diffuse per effetto dei massicci flussi migratori. In quest’ambito, nella tesi è affrontato il tema dei cd. reati familiari culturalmente orientati, perché integrati da condotte percepite dai soggetti attivi come lecite e normali secondo le usanze delle loro terre d’origine, ma penalmente sanzionate nel nostro ordinamento perché lesive di beni familiari. Sono poi stati approfonditi i temi legati all’evoluzione scientifica e tecnologica, che ha portato oggi al diffondersi di tecniche riproduttive che inducono a un radicale ripensamento delle stesse modalità di genesi della famiglia ed a un sovvertimento dei tradizionali ruoli familiari, comportando la necessità di una ridefinizione dei concetti di filiazione, maternità e paternità. La ricerca si è così rivolta ai reati previsti dalla Legge n. 40 del 19 febbraio 2004 in materia di procreazione medicalmente assistita, con una particolare attenzione al reato di realizzazione, organizzazione e pubblicizzazione della maternità surrogata, ma anche ai profili di penale responsabilità ipotizzabili in capo a chi ricorre al cd. turismo procreativo per sottoporsi all’estero a tecniche vietate in Italia.
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2

Salvalaio, Manuela. "Nozione di azienda e diritto del lavoro." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425493.

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Abstract:
The research begins analyzing the definition of the business and the enterprise, two institutes of business law. This is the beginning to studing the connections between different subjects, as the labour law. Infect labour law hasn't a definition of business. The research try to draw a path, to answer if and how the labour law has built its own definition of business. Walking along this path we could meet important labour law' institutes, first is the transfer of undertaking.
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3

Grazian, Francesco. "La nozione di amministrazione e di alienazione nel Codice di diritto canonico /." Roma : Ed. Pontificia università gregoriana, 2002. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb39102250c.

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4

RONCO, STEFANO MARIA. "La nozione di imprenditore nel diritto tributario tra forma societaria e reddito d'impresa." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/87602.

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Abstract:
La presente ricerca intende soffermarsi sulla portata della presunzione di cui agli artt. 6, comma 3 e 73, comma 1, T.U.I.R., che – come noto- prevede un meccanismo di automatica riconduzione ex lege di ogni entrata economica prodotta dagli enti collettivi societari commerciali nell’alveo del reddito d’impresa. Si tratta, in particolare, di valutare la ragionevolezza di tale modulo impositivo alla luce del formante normativo e giurisprudenziale. La ricerca si muoverà su due versanti paralleli. In primo luogo – dopo un breve excursus di diritto commerciale - si cercherà di evidenziare come la presunzione di cui agli artt. 6, comma 3 e 73, comma 1 del T.U.I.R., presenti alcuni elementi di incoerenza tali da giustificare l’opportunità di un processo di riconsiderazione in una prospettiva de jure condendo. Ci si interrogherà, quindi, in merito alla possibilità di individuare un modulo impositivo alternativo che permetta di rappresentare con più pienezza - rispetto al criterio del collegamento in forza della forma giuridica - il profilo distintivo che caratterizza gli enti collettivi commerciali rispetto alle altre figure di enti collettivi nonché, più in generale, che possa coordinarsi meglio al complessivo modello del reddito d’impresa. In secondo luogo, si indagherà in merito alla sufficienza della forma giuridica commerciale per la collocazione di ogni entrata economica nell’alveo del reddito d’impresa. Ci si soffermerà, a tale riguardo, sulla tematica dell’abuso della forma giuridica, valutando quali possano essere le conseguenze di tale patologia. Tali profili saranno analizzati alla luce del prisma offerto dall’istituto dell’interposizione, differenziando il fenomeno dell’abuso della forma giuridica a seconda che vengano in considerazione situazione di interposizione reale e di interposizione fittizia. Si formuleranno, in ultimo, alcune riflessioni tese ad approfondire i risvolti in sede di diritto punitivo connessi all’abuso della forma giuridica, prendendo in esame, in particolare, la giurisprudenza formatasi in materia di sanzioni tributarie amministrative ed in materia di confisca in sede di diritto penale.
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5

LA, PORTA CLEMENTE DAVIDE. "LA NOZIONE DI DATORE DI LAVORO PUBBLICO NELLA SICUREZZA DEL LAVORO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/544576.

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Abstract:
The research deals with the notion of public employer in the field of health and safety in the workplace, currently regulated by Article 2 (1)(b), Legislative Decree No. 81/2008. Firstly, the research considers the evolution of the discipline from an historical point of view, highlighting both the effects and the main issues concerning its application in the Public Sector. Secondly, it takes into account the notion of public employer in the light of the privatization process that involved the public employment, making a comparison between the latter and the private one. In conclusion, the research investigates the unsolved profiles concerning the definition of public employer provided by the so-called Testo Unico of Health and Safety at the Workplace, questioning the opportunity/necessity to use different notions in relation with the figure of the employer in both the private and the public sectors.
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6

FORNI, LORENA. "Laicità in trasformazione? Analisi di una nozione controversa nel pensiero dei giuristi italiani." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2009. http://hdl.handle.net/10281/6986.

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7

Forni, L. "Laicita' in traformazione? : Analisi di una nozione controversa nel pensiero dei giuristi italiani." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/65924.

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8

Argentino, Anna Maria <1982&gt. "La nozione di commercialità nel sistema delle imposte dirette: profili comparati e comunitari." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2871/1/argentino_annamaria_tesi.pdf.

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9

Argentino, Anna Maria <1982&gt. "La nozione di commercialità nel sistema delle imposte dirette: profili comparati e comunitari." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2871/.

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10

ALVINO, ILARIO. "Appalto e rapporto di lavoro." Doctoral thesis, Università Commerciale Luigi Bocconi, 2008. http://hdl.handle.net/10281/25161.

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Abstract:
La tesi prende le mosse dall’interpretazione della definizione di contratto di appalto rilevante ai fini della applicazione dell’apparato di tutele predisposte dal legislatore a vantaggio dei lavoratori impiegati nell’esecuzione dell’opera o del servizio commissionati. In particolare, tale indagine viene sviluppata con l’obiettivo di porre in luce eventuali differenze ed analogie intercorrenti fra la definizione introdotta dal d. lgs. 10 settembre 2003, n. 276, e la definizione dettata dal codice civile all’art. 1655. Dall’esame della disposizione introdotta in seno alla riforma del mercato del lavoro, unitamente a quanto risultava già evincibile dalla nozione di azienda dettata dall’art. 2112 c.c., è possibile invece desumere l’esistenza di una nozione di impresa che assume dei profili peculiari rispetto alla definizione evincibile dalla nozione di imprenditore dettata dall’art. 2082 c.c. Ricostruito il tipo, l'autore esamina la disciplina, nazionale e comunitaria, suscettibile di trovare applicazione in materia di appalto, al fine di valutare se il legislatore abbia posto dei limiti rispetto alla possibilità di ricorrere a tale strumento, nonché al fine di appurare quali conseguenze comporti la frammentazione del ciclo produttivo in punto di applicazione delle norme e di efficacia dell’azione sindacale. Lo studio prosegue esaminando le tecniche di tutela rinvenibili nella legislazione nazionale. La tesi si conclude esaminando il rapporto fra il sistema dei rapporti interpositori costruito con la riforma del mercato del lavoro e quello in passato imperniato sulla legge 1369/60.
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Guccione, Gwendoline <1973&gt. "La tutela penale ambientale e la nozione di rifiuto fra istanze soprannazionali ed approdi nostrani." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6007/1/tesi_deposito.pdf.

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Abstract:
Il presente lavoro si prefigge di indagare come la produzione normativa comunitaria abbia influenzato il diritto penale nazionale fino a delineare i tratti di un diritto penale di matrice europea. Ai fini dell’individuazione dei rapporti intercorrenti tra i due sistemi, è stata prescelta come chiave di lettura trasversale la materia ambientale: accanto al meccanismo di influenza riflessa, è da ravvisare come proprio in tale ambito si sia sviluppata l’evoluzione di un possibile diritto penale europeo e, dunque, di una esplicita influenza dell’ordinamento sovrannazionale nelle scelte di criminalizzazione nazionali. The present work aims at investigating how the Community legislation has influenced the national criminal law to the point of delineating the features of a criminal law of European origin. In order to identify the relationship between the two systems, the environmental has been chosen as the cross-reading key: in addition to the mechanism of reflected influence, it is precisely in this area that a European criminal law has been developed and, therefore, an explicit influence of the supranational legal order in the domestic choices of criminalization has been implemented.
In Chapter I, after having briefly analyzed the concept of environment, the steps of the gradual recognition of a still limited punitive power of the European Union are retraced. More specifically we explore: firstly the various forms of influence that the supranational legislation exerts on the Italian criminal justice system, with particular regard to the so called “triadic conflicts”; secondly the ruling of the Court of Justice, 13 September 2005, Case C-176/03, where it is stated the Community legislative competence in criminal matters, including the possibility of an express request for criminal protection by means of directives; subsequently, the Directive 2008/99/EC of 19 November 2008 on the protection of the environment through criminal law, which, by requiring Member States to introduce into their national criminal systems some criminal offenses so to enforce more effectively the environmental protection, can been seen as the synthesis between the expansionist pressures from the European Commission and the conservative ones from the Council, as well as also a place of mediation among the different models of indictment in force in the various national systems, providing a minimum common denominator of protection of supranational source;then, the changes introduced by the Legislative Decree of 7 July 2011 n. 121, that transposes the Directive in question, and, lastly, the characteristics of the environmental crime and some issues related to the technique of indictment adopted.
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Guccione, Gwendoline <1973&gt. "La tutela penale ambientale e la nozione di rifiuto fra istanze soprannazionali ed approdi nostrani." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6007/.

Full text
Abstract:
Il presente lavoro si prefigge di indagare come la produzione normativa comunitaria abbia influenzato il diritto penale nazionale fino a delineare i tratti di un diritto penale di matrice europea. Ai fini dell’individuazione dei rapporti intercorrenti tra i due sistemi, è stata prescelta come chiave di lettura trasversale la materia ambientale: accanto al meccanismo di influenza riflessa, è da ravvisare come proprio in tale ambito si sia sviluppata l’evoluzione di un possibile diritto penale europeo e, dunque, di una esplicita influenza dell’ordinamento sovrannazionale nelle scelte di criminalizzazione nazionali. The present work aims at investigating how the Community legislation has influenced the national criminal law to the point of delineating the features of a criminal law of European origin. In order to identify the relationship between the two systems, the environmental has been chosen as the cross-reading key: in addition to the mechanism of reflected influence, it is precisely in this area that a European criminal law has been developed and, therefore, an explicit influence of the supranational legal order in the domestic choices of criminalization has been implemented.
In Chapter I, after having briefly analyzed the concept of environment, the steps of the gradual recognition of a still limited punitive power of the European Union are retraced. More specifically we explore: firstly the various forms of influence that the supranational legislation exerts on the Italian criminal justice system, with particular regard to the so called “triadic conflicts”; secondly the ruling of the Court of Justice, 13 September 2005, Case C-176/03, where it is stated the Community legislative competence in criminal matters, including the possibility of an express request for criminal protection by means of directives; subsequently, the Directive 2008/99/EC of 19 November 2008 on the protection of the environment through criminal law, which, by requiring Member States to introduce into their national criminal systems some criminal offenses so to enforce more effectively the environmental protection, can been seen as the synthesis between the expansionist pressures from the European Commission and the conservative ones from the Council, as well as also a place of mediation among the different models of indictment in force in the various national systems, providing a minimum common denominator of protection of supranational source;then, the changes introduced by the Legislative Decree of 7 July 2011 n. 121, that transposes the Directive in question, and, lastly, the characteristics of the environmental crime and some issues related to the technique of indictment adopted.
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Chiaretto, Elisa <1970&gt. "La condizione degli stranieri nello spazio dell'Unione Europea verso una nozione autonoma di cittadinanza europea?" Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3632/1/chiaretto_elisa_tesi.pdf.

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Abstract:
The thesis analyses and examines the relevant developments of EU law since the EU institutions have been granted competence in matters of entry and residence of nationals of third countries within the space of the European Union, as governed by Title IV of the Treaty establishing the European Community (now Title V of the Treaty on the Functioning of the European Union) and by the ensuing norms. Based on these data my research aims to reconstruct the current state of EU legislation in matters of entry and residence of third country nationals in order to establish the extent of the EU’s competence into immigration and asylum, also in relation to the erosion of the Member States’ competence into the same areas. The most significant sign of this evolution is the recognition of the right of third-country nationals who are long-term residents to move and reside within the territory of other Member States. The increased use of the EU’s territory by third country nationals has led to the problem of the evolution of the concept of EU citizenship, and in particular to the most significant content of the question, namely the right to move freely. With regard to this aspect EU citizenship could be free from the requirement of nationality of a Member State, so as to be strictly related to the right of free use of the territory, as established by the internal market. This concept could also include the nationals of third countries.
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Chiaretto, Elisa <1970&gt. "La condizione degli stranieri nello spazio dell'Unione Europea verso una nozione autonoma di cittadinanza europea?" Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3632/.

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Abstract:
The thesis analyses and examines the relevant developments of EU law since the EU institutions have been granted competence in matters of entry and residence of nationals of third countries within the space of the European Union, as governed by Title IV of the Treaty establishing the European Community (now Title V of the Treaty on the Functioning of the European Union) and by the ensuing norms. Based on these data my research aims to reconstruct the current state of EU legislation in matters of entry and residence of third country nationals in order to establish the extent of the EU’s competence into immigration and asylum, also in relation to the erosion of the Member States’ competence into the same areas. The most significant sign of this evolution is the recognition of the right of third-country nationals who are long-term residents to move and reside within the territory of other Member States. The increased use of the EU’s territory by third country nationals has led to the problem of the evolution of the concept of EU citizenship, and in particular to the most significant content of the question, namely the right to move freely. With regard to this aspect EU citizenship could be free from the requirement of nationality of a Member State, so as to be strictly related to the right of free use of the territory, as established by the internal market. This concept could also include the nationals of third countries.
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ALVINO, ILARIO. "Appalto e rapporto di lavoro." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2008. https://hdl.handle.net/11565/4051205.

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Abstract:
La tesi prende le mosse dall’interpretazione della definizione di contratto di appalto rilevante ai fini della applicazione dell’apparato di tutele predisposte dal legislatore a vantaggio dei lavoratori impiegati nell’esecuzione dell’opera o del servizio commissionati. In particolare, tale indagine viene sviluppata con l’obiettivo di porre in luce eventuali differenze ed analogie intercorrenti fra la definizione introdotta dal d. lgs. 10 settembre 2003, n. 276, e la definizione dettata dal codice civile all’art. 1655. Dall’esame della disposizione introdotta in seno alla riforma del mercato del lavoro, unitamente a quanto risultava già evincibile dalla nozione di azienda dettata dall’art. 2112 c.c., è possibile invece desumere l’esistenza di una nozione di impresa che assume dei profili peculiari rispetto alla definizione evincibile dalla nozione di imprenditore dettata dall’art. 2082 c.c. Ricostruito il tipo, l'autore esamina la disciplina, nazionale e comunitaria, suscettibile di trovare applicazione in materia di appalto, al fine di valutare se il legislatore abbia posto dei limiti rispetto alla possibilità di ricorrere a tale strumento, nonché al fine di appurare quali conseguenze comporti la frammentazione del ciclo produttivo in punto di applicazione delle norme e di efficacia dell’azione sindacale. Lo studio prosegue esaminando le tecniche di tutela rinvenibili nella legislazione nazionale. La tesi si conclude esaminando il rapporto fra il sistema dei rapporti interpositori costruito con la riforma del mercato del lavoro e quello in passato imperniato sulla legge 1369/60.
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DE, STEFANO VALERIO MICHELE. "Evoluzione del potere organizzativo e direttivo del datore di lavoro e conseguenze sulla nozione giuridica della subordinazione." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2011. https://hdl.handle.net/11565/4054146.

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CATTANEO, MARIA CHIARA. "LE AMMINISTRAZIONI INTERNAZIONALI DELLA BOSNIA ERZEGOVINA E DEL KOSOVO. LA NOZIONE DI SOVRANITA' NEL CASO DI ENTITA' TERRITORIALI CON PERSONALITA' GIURIDICA INTERNAZIONALE PARZIALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/803.

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Abstract:
Dopo aver delineato nel primo capitolo i necessari fondamenti teorici della disciplina relativa all’acquisto della sovranità e dunque della personalità giuridica internazionale anche nel caso di entità territoriali non statuali, è presentata una descrizione delle caratteristiche principali dell’amministrazione internazionale della Bosnia Erzegovina (capitolo 2) e del Kosovo (capitolo 3). Per fornire un quadro il più possibile chiaro, si rende anzitutto necessario indagare l’applicabilità della nozione di Stato a ciascuna delle due entità territoriali prese in esame le quali, sebbene sotto profili istituzionali differenti, sono state parte della Federazione delle Repubbliche socialiste iugoslave. Se per la Bosnia Erzegovina prassi e dottrina si sono dimostrate concordi nel riconoscere lo status di Stato indipendente, nel caso del Kosovo tale sintonia di posizioni non è ad oggi riscontrabile a causa del peculiare e incompiuto percorso di acquisizione della personalità giuridica internazionale.
Legal scholars have increasingly considered the phenomenon of international territorial administrations as a governance device which challenges some of the fundamental patterns of international law. Indeed, international territorial administrations have created normative problems by shaping both concepts of State and sovereignty. In several cases international administrators have exercised full legislative and executive authority in the administered territories, placing them in the role of governmental institutions of a State. This is the case of Bosnia and Herzegovina and Kosovo which have been ruled international administrations vested with the power to adopt acts with direct effect on the legal order of those territories. After briefly examining previous experiments in internationalized territories, this thesis applies this category to Bosnia and Herzegovina and Kosovo and describes how sovereignty was dealt with by international actors.
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CATTANEO, MARIA CHIARA. "LE AMMINISTRAZIONI INTERNAZIONALI DELLA BOSNIA ERZEGOVINA E DEL KOSOVO. LA NOZIONE DI SOVRANITA' NEL CASO DI ENTITA' TERRITORIALI CON PERSONALITA' GIURIDICA INTERNAZIONALE PARZIALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/803.

Full text
Abstract:
Dopo aver delineato nel primo capitolo i necessari fondamenti teorici della disciplina relativa all’acquisto della sovranità e dunque della personalità giuridica internazionale anche nel caso di entità territoriali non statuali, è presentata una descrizione delle caratteristiche principali dell’amministrazione internazionale della Bosnia Erzegovina (capitolo 2) e del Kosovo (capitolo 3). Per fornire un quadro il più possibile chiaro, si rende anzitutto necessario indagare l’applicabilità della nozione di Stato a ciascuna delle due entità territoriali prese in esame le quali, sebbene sotto profili istituzionali differenti, sono state parte della Federazione delle Repubbliche socialiste iugoslave. Se per la Bosnia Erzegovina prassi e dottrina si sono dimostrate concordi nel riconoscere lo status di Stato indipendente, nel caso del Kosovo tale sintonia di posizioni non è ad oggi riscontrabile a causa del peculiare e incompiuto percorso di acquisizione della personalità giuridica internazionale.
Legal scholars have increasingly considered the phenomenon of international territorial administrations as a governance device which challenges some of the fundamental patterns of international law. Indeed, international territorial administrations have created normative problems by shaping both concepts of State and sovereignty. In several cases international administrators have exercised full legislative and executive authority in the administered territories, placing them in the role of governmental institutions of a State. This is the case of Bosnia and Herzegovina and Kosovo which have been ruled international administrations vested with the power to adopt acts with direct effect on the legal order of those territories. After briefly examining previous experiments in internationalized territories, this thesis applies this category to Bosnia and Herzegovina and Kosovo and describes how sovereignty was dealt with by international actors.
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GUARDAMAGNA, CHIARA. "I principi generali nell'esperienza giuridica. Prospettive di diritto pubblico dell'economia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/42375.

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Abstract:
I principi generali compongono una categoria concettuale indefinita. Per indagarne la posizione e il ruolo nell’esperienza giuridica occorre fare i conti con la loro ambivalente natura di norme che incorporano valori. Infatti, proprio l’essere sospesi tra il puro diritto e la dimensione metagiuridica delle regole assiologiche appartenenti all’etica e alla morale rende i principi generali un unicum difficile da incasellare. A questo unicum, indeterminato fin che si vuole, l’ordinamento attribuisce effetti giuridici. Da qui, ossia dal fatto che il diritto si serva dei principi perché ai principi riconosce delle funzioni, occorre muovere per dare ai principi se non una definizione almeno un senso giuridico. Un senso che va oltre quel che la legge “dice” sui principi generali e si delinea più che altro nella considerazione complessiva del giuridico come sistema unitario, per quanto non sempre ordinato ed omogeneo. Un senso, allora, che si rivela e si riassume nell’utilità che i principi rivestono per e nel sistema giuridico. È l’inadeguatezza del diritto positivo, sempre più frammentato e incerto, ad avvalorare il senso giuridico dei principi generali, quella loro attitudine ad affiancarsi alla norma scritta per migliorarla. Talché, se sul piano dogmatico i principi generali sono concetto trasversale all’intero diritto, ciò nondimeno la loro importanza pratica è tanto maggiore in rapporto a quegli ambiti di disciplina più toccati dall’inflazione legislativa e dalle varie manifestazioni di quella che suole chiamarsi crisi del diritto. Da ciò si deduce la ragione di affiancare i principi generali, argomento classico di teoria generale, allo studio del diritto dell’economia che è tra i settori più colpiti dai fenomeni di ipertrofia della produzione normativa. L’idea di fondo è che nei principi generali sia possibile trovare quell’ancoraggio che la sola norma positiva non è in grado di imprimere all’ordine economico.
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Fidelangeli, Alessia <1993&gt. "Le nozioni autonome di diritto europeo nel sistema dell'imposta sul valore aggiunto." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/9956/1/Tesi%20Alessia%20Fidelangeli_Le%20nozioni%20autonome%20di%20dirittto%20europeo%20nell%27IVA_AMS.pdf.

Full text
Abstract:
Il presente lavoro intende indagare la formulazione di nozioni autonome di diritto europeo nell’ambito dell’imposta sul valore aggiunto elaborate dalla Corte di giustizia. Più specificamente si intende proporre una tassonomia convenzionale delle nozioni autonome, utile alla loro sistematizzazione e miglior comprensione, fondata sulla distinzione fondamentale tra nozioni autonome e nozioni proprie. A questo scopo il lavoro propone un’ampia analisi delle nozioni nella giurisprudenza europea che vengono distinte a seconda che l’obiettivo finale dell’autonomia sia quello di limitare la discrezionalità applicativa degli Stati relativamente a ipotesi derogatorie, nel caso delle nozioni autonome in senso stretto; oppure che l’obiettivo ultimo sia quello di meglio definire l’ambito di applicazione di nozioni fondamentali nella struttura dell’imposta, nel caso delle nozioni proprie. Lo scopo del lavoro è dimostrare che la definizione funzionalistica risponde a obiettivi diversi, accomunati dal fatto di far valere comunque il primato dell'ordinamento europeo. L’analisi e la sistematizzazione proposte possono essere uno strumento utile nell’attuazione, interpretazione e applicazione delle nozioni. In questo senso, il lavoro esamina anche esempi tratti dalle esperienze nazionali che dimostrino, da un lato, che gli interventi della Corte relativi alle nozioni influenzano gli ordinamenti nazionali; dall’altro, che permangono ancora disallineamenti. L’analisi della giurisprudenza europea e dei regimi nazionali, infine, vuole dimostrare che l’elaborazione di nozioni autonome si inserisce nel processo verso un’armonizzazione sempre più incisiva in ambito IVA, di cui è protagonista la Corte di giustizia. Questo processo, cui l’elaborazione di un “tessuto concettuale europeo” contribuisce, comporta una limitazione della discrezionalità degli Stati, e quindi del principio di attribuzione, in nome dell’efficacia e della primazia del diritto europeo.
The thesis aims at investigating the creation of independent concepts of European law in the field of Value Added Tax developed by the Court of Justice. The aim is to propose a conventional taxonomy of autonomous notions, useful for their systematisation and better understanding, based on the fundamental distinction between "autonomous" and "own" notions. Hence, the thesis has a broad analysis of the notions in European case law, which are distinguished according to whether the ultimate objective of autonomy is to limit the States' discretion in application with regard to derogatory hypotheses (exemptions), in the case of "autonomous notions"; or whether the ultimate objective is to better define the scope of fundamental notions in the tax structure, in the case of "own notions". The aim of the work is to show that the functionalist definition responds to different objectives, which all have in common the granting of the primacy of European law. The analysis and systematisation proposed can be a useful tool in the implementation, interpretation and application of the concepts. In this sense, the work also examines examples from national experiences that show, on the one hand, that the Court's interventions on the concepts influence national systems and, on the other hand, that misalignments still remain. Finally, the analysis of European case law and national systems is intended to show that the development of autonomous notions is part of the process towards deeper harmonisation in the VAT field, in which the Court of Justice has a leading role. This process, to which the elaboration of a European concepts contributes, entails a limitation of the discretion of States in the name of the effectiveness and primacy of European law.
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BATTIONI, GIULIO. "LA NOZIONE DI POTERE POLITICO E IL RAPPORTO FRA STATO E CHIESA NEL PENSIERO DI FRANCISCO DE VITORIA." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/11573/917457.

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Abstract:
Nella delicata transizione dall’Età di Mezzo al mondo moderno, la cultura europea conobbe una singolare sintesi di temi, sentimenti, metodi: da una parte un determinato filone teologico erede della Scolastica medievale e dall’altra i fautori del ritorno all’antichità classica; da un lato la teologia cristiana informata al pensiero di san Tommaso d’Aquino e dall’altro il mondo delle arti e delle discipline letterarie; il tentativo filosofico di mediare tra Aristotele, il diritto romano e la vecchia teologia di matrice agostiniana per un verso, e la scoperta della filologia e del metodo storico-critico per un altro; la polemica tra i sostenitori di un nuovo modo di fare teologia e il vecchio volontarismo teologico radicalizzato, in chiave sociale e politica, dal francescanesimo. In questo caleidoscopio di idee, per altro, presero forma la diverse istanze di riforma che investirono la Chiesa sino a infrangerne l’unità complessiva. La teologia è dunque protagonista di quel processo di secolarizzazione da intendersi non come discontinuità, rottura definitiva con l’autorità spirituale della Chiesa, ma come “declericalizzazione” della cultura, delle sue vecchie forme concettuali e istituzionali. In questo senso, Francisco de Vitoria fu interprete geniale di una visione autenticamente laica della politica, del diritto e della vita sociale. Capofila della Scuola di Salamanca e Praeceptor Hispaniae, Vitoria fu un teologo giurista, raffinato ed eclettico, poco interessato alle speculazioni astratte della teologia medievale della quale però custodì il patrimonio vivo, trasmettendo ai posteri i suoi enunciati fondamentali.
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STANCATO, GABRIELE. "Architettura della libertà e del controllo. Un concetto carcerario basato sulle nozioni di territorialità e privacy." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1241418.

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Abstract:
Dopo aver inquadrato la crisi carceraria italiana odierna, l’elaborato affronta una ricostruzione storica che, con una scrittura densa e interessanti illustrazioni, ripercorre i modelli carcerari dal carcere Mamertino a Roma fino a più recenti sviluppi. Lo scopo è creare una indispensabile cornice per un tema così rilevante. In particolare, colpisce l’esperienza di Giovanni Michelucci a Firenze e la ricerca di riformismo del sistema delle carceri proposto da Sergio Lenci a Roma che come si sa fu vittima di un attentato, solo per caso non mortale, compiuto da Prima Linea nel 1980. Nella seconda parte l’attenzione viene rivolta alle ricerche in campo neurologico e psicosociale grazie alle quali è possibile dare un’accezione concreta ai termini di “libertà” e di “controllo” in relazione ai concetti di piano percettivo e piano operativo che costituirono il paradigma di interpretazione ambientale portato in evidenza da Jakob von Uexküll. Si tratta di un approccio originale quando applicato al campo spaziale architettonico e carcerario in particolare. In questa chiave la libertà e il controllo vengono mostrate quali facce diverse della medesima medaglia, laddove il controllo è inteso in maniera costruttiva quale abilità di influenzare la probabilità di occorrenza di un potenziale risultato auspicato, cioè capacità di autodeterminazione in un ambiente. Queste osservazioni e i relativi costrutti teorici convergono a stabilire nella Terza parte otto categorie di territorialità che costituiscono diverse manifestazioni concrete di ambiti relazionali articolati lungo il gradiente di privacy, che può essere esperito all’interno di un sistema ambientale e architettonico. Questa interpretazione topologica tende al superamento delle istanze funzionalistiche che tradizionalmente definiscono la realtà carceraria, la problematica viene riportata all’interno della comprensione delle caratteristiche dei diversi spazi, che deve trovare espressione già nella conformazione architettonica del progetto delle carceri affinché si possa dimostrare effettiva. Questa parte, di estremo interesse sia scientifico che progettuale rappresenta il centro della dissertazione. Dieci casi studio di architettura carceraria contemporanea per più di un aspetto esemplari, vengono analizzati sia in funzione delle qualità compositive e materiali sia in merito alle categorie di privacy identificate in precedenza. Attraverso l’analisi di ciascuno esempio è verificata l’articolazione interna, i rapporti tra interno ed esterno, la strutturazione di spazi orientati all’attività lavorativa, alla socializzazione e agli affetti, mentre la cella viene a costituire il momento del pernottamento o del temporaneo raccoglimento personale. Dal punto di vista teorico e dei riferimenti il candidato fa tesoro di molteplici apporti come quelli computazionali-topologici della Space Syntax Analysis, sviluppati originariamente dalla Bartlett School of Architecture e qui per la prima volta utilizzati in maniera sistematica per verificare la struttura interna delle prigioni contemporanee, ma anche gli studi sul tema del controllo nel campo della progettazione residenziale svolti dal proprio tutor in “Progettare la residenza” oltre al lavoro del citato Uexküll. Il contributo di Gabriele Stancato al Corso di dottorato di ricerca come esplicitato in questa dissertazione.
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PETRINI, Maria Celeste. "IL MARKETING INTERNAZIONALE DI UN ACCESSORIO-MODA IN MATERIALE PLASTICO ECO-COMPATIBILE: ASPETTI ECONOMICI E PROFILI GIURIDICI. UN PROGETTO PER LUCIANI LAB." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251084.

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Abstract:
Con l’espressione “marketing internazionale” ci si riferisce a quell’insieme di attività adottate dall’impresa al fine di sviluppare o perfezionare la propria presenza sul mercato estero. Oggetto della presente ricerca è l’analisi degli aspetti problematici che tali attività sollevano sul piano giuridico: attraverso un approccio basato sull’integrazione della cultura economica del marketing d’impresa con quella più propriamente giuridica, l’indagine mira ad individuare le fattispecie di marketing rilevanti sotto il profilo giuridico e giuspubblicistico, ad analizzarne i profili che risultano più critici per l’impresa e proporre soluzioni concrete. La ricerca è stata condotta in collaborazione all’azienda Gruppo Meccaniche Luciani, che oltre ad essere un affermato fornitore di stampi per calzature, progetta design innovativi attraverso una sua articolazione organizzativa creativa, denominata Luciani LAB. L’impresa investe molto nell’innovazione, ed in questo senso, particolarmente significativo è stato l’acquisto di una potente stampante 3D, tecnologicamente all’avanguardia, che ha consentito all’azienda di progettare diversi prodotti, tra cui una borsa, realizzarli in prototipazione rapida, e successivamente renderli oggetto di specifiche campagne promozionali, illustrate nel presente lavoro. Viene evidenziato come queste rispecchino la peculiarità dell’approccio al marketing da parte della piccola/media impresa, descritto dalla dottrina maggioritaria come intuitivo ed empirico, distante da quello teorico e strategico del marketing management. La collaborazione con l’impresa partner del progetto ha costituito il riferimento principale per l’elaborazione del metodo con cui condurre la ricerca: l’azienda ha promosso i propri prodotti mediante diverse strumenti di marketing, come inserti pubblicitari su riviste, campagne di e-mail marketing e fiere di settore. Queste attività si distinguono tra esse non solo rispetto alle funzioni, alle differenti modalità con cui vengono impiegate e al pubblico cui si rivolgono, ma anche e soprattutto rispetto alla disciplina giuridica di riferimento: ognuna di esse infatti è regolata da un determinato complesso di regole e solleva questioni che si inseriscono in una specifica cornice giuridica. Al fine di giungere ad una sistematica trattazione dei profili giuridici connessi, si è scelto di classificare le diverse azioni di marketing in tre gruppi: quelle riferite alla comunicazione, quelle inerenti l’aspetto del prodotto e quelle che si riferiscono al cliente Per ognuna di queste aree si individua una precisa questione critica per l’impresa, e se ne trattano i profili problematici dal punto di vista giuridico. In relazione al primo gruppo, ovvero la comunicazione pubblicitaria d’impresa, si evidenziano le criticità connesse alla possibilità di tutelare giuridicamente l’idea creativa alla base del messaggio pubblicitario: si mette in discussione l’efficacia degli strumenti giuridici invocabili a sua tutela, in particolare della disciplina del diritto d’autore, della concorrenza sleale e dell’autodisciplina. Si prende come riferimento principale il contesto italiano, considerando la pluralità degli interessi pubblici, collettivi ed individuali coinvolti. Il secondo profilo d’indagine riguarda la disciplina giuridica riconducibile all’e-mail marketing, uno degli strumenti più diffusi di comunicazione digitale. L’invasività di questo sistema nella sfera personale dei destinatari impone l’adozione di adeguati rimedi da parte delle imprese per evitare di incorrere nella violazione delle disposizioni a tutela della privacy. Si trattano le diverse implicazioni derivanti dall’uso di tale strumento, in particolare quelle riferite al trattamento dei dati personali alla luce della normativa vigente in Italia e nell’Unione Europea, e connesse alle modalità di raccolta degli indirizzi e-mail dei destinatari potenzialmente interessati. Infine, la costante partecipazione alle fiere di settore da parte dell’azienda dimostra quanto l’esteriorità del prodotto costituisca uno strumento di marketing decisivo per la competitività aziendale, dunque grande è l’interesse dell’impresa a che il suo aspetto esteriore venga protetto dall’imitazione dei concorrenti. Il tema giuridico più significativo che lega il processo di marketing al prodotto dell’azienda è proprio la protezione legale del suo aspetto, ovvero la tutela del diritto esclusivo di utilizzarlo, e vietarne l’uso a terzi. L’aspetto di un prodotto può essere oggetto di protezione sulla base di diverse discipline che concorrono tra loro, sia a livello nazionale che sovranazionale, dei disegni e modelli, del marchio di forma, del diritto d’autore e della concorrenza sleale. Si è scelto di concentrare il lavoro, in particolare, sulla prima: si ricostruisce il quadro normativo e l’assetto degli interessi implicati dalla fattispecie, per arrivare ad evidenziare le principali criticità nell’interpretazione delle norme, sia a livello nazionale, che nell’Unione Europea. Si approfondiscono gli orientamenti di dottrina e giurisprudenza di alcune disposizioni chiave per l’applicazione della disciplina, quali gli artt. 6 e 7 del Regolamento CE, n. 6/2002, concernenti rispettivamente il «carattere individuale» e la «divulgazione», i due requisiti fondamentali per ottenere la registrazione e conseguente protezione giuridica del disegno. Tali nozioni sono soggette ad interpretazioni parzialmente difformi da parte dei giudici dei diversi Stati membri, e ciò contribuisce a minare l’applicazione omogenea della disciplina in tutto il territorio UE. In questo senso, viene messo in evidenza il ruolo chiave dell’orientamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea nell’interpretazione di tali concetti, avente l’effetto di uniformare l’approccio degli Stati. La Direttiva 98/71/CE ha introdotto la possibilità di cumulare la protezione conferita all’aspetto del prodotto dalla disciplina dei disegni e modelli con quella riconosciuta dalle altre normative. Tale previsione solleva questioni di rilievo sistematico e concorrenziale: ci si interroga su quali problemi di tipo sistematico e di concorrenza vengano sollevati dal riconoscimento su uno stesso prodotto della protezione sia come disegno che come marchio di forma, e sia come disegno che come opera dell’ingegno. In particolare nell’ambito del diritto dei marchi d’impresa e del diritto d’autore, le tutele hanno durata potenzialmente perpetua, diversamente dalla registrazione come disegno o modello, che garantisce la titolarità del diritto di utilizzare il proprio disegno in via esclusiva per un periodo limitato di massimo 25 anni. Questa differenza temporale rende il cumulo problematico sia a livello di coordinamento, che di concorrenza, poiché incentiva il sorgere di “monopoli creativi” sulle forme del prodotto. Il presente lavoro ha come obiettivo l’ampliamento della conoscenza sul tema del marketing con particolare riferimento ai profili giuridici che si pongono, con riguardo alla promozione del prodotto nell’ambito dell’Unione Europea. Si ritiene che il valore aggiunto e l’aspetto più originale della ricerca consista nella sua forte aderenza alla realtà della piccola/media impresa: tramite l’integrazione della ricerca giuridica e dello studio dei fenomeni di marketing si delineano i problemi pratici che questa si trova a dover affrontare nell’implementazione delle attività quotidiane di marketing. Tale indagine vuole essere utile a tutte le piccole/medie imprese che si trovano impreparate nell’affrontare le sfide poste dal marketing e nel conoscere le implicazioni giuridiche che da questo derivano.
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