Dissertations / Theses on the topic 'Diritto/libertà di scelta'

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TIEGHI, GIOVANNA. "I Taxpayers' Rights e il principio costiuzionale di responsabilità alle radici della forma di Stato costituzionale. Il contribuente customer." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423065.

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Abstract:
The analysis of the principles and institutes connected with the safeguard of the taxpayer in modern representative democracies has aimed at various objectives, logically linked and based on one single premise: the unquestionable importance and the absolute topical interest, from the constitutional point of view, of the question of the new role the taxpayer should take in the evolving present contemporary State, from Subject to Citizen, from Partner to Customer. The complexity of historical-economic events affecting present relationships between State and Citizens together with institutional implications of taxpayers’ rights enforces, more than ever before, new considerations on the role of the honest taxpayer and on his preferences, no longer to be disregarded. The constitutional perspective, through a comparative method, has led to an analysis of two different legislations on the matter, the U.S.A. and the Italian sets of laws. The study has been prompted on the basis of the importance Taxpayers’ Charters have acquired at an international level but has also had the collateral aim to evaluate the standards of best practice attained through the specific modernizing processes set up to update the relationship between Revenue Authorities and the Taxpayer. The comparative analysis has gone on to highlight the specific accomplishment modalities of the two different families of civil and of common law. (First Part: The Taxpayer’s Bills of Rights: mere enumeration of taxpayers’ rights or instruments of implementation of service standards?). From these considerations, the attempt to transpose the theme of the Taxpayer’s satisfaction and requirements to a context other than a specifically fiscal or commercial environment: the context of Constitutional Law. Or better, of Comparative Constitutional Law. The analysis of the two normative experiences has then focused on verifying their compatibility with the idea of a customer taxpayer and, in succession, with the possible implicit configuration of a particular subjective juridical situation of liberty. Some basic conditions have proved to be unavoidable. On one hand, a revisited interpretation of the principle of accountability in those who govern and operate in the field and the aim of creating a network of relationships (Part II, Towards new services and “quality politics” in view of the customer taxpayer’s satisfaction). On the other hand, an implementation of the involvement of the taxpayer and interaction with him through a protective approach of “liberty of choice” within a responsively organized set of rules (Part III, Towards an idea of liberty in the “Fiscal State”: Models of Taxpayers’ Choices in view of new horizons of a respectful approach and of the customer satisfaction). In this context, what emerges is the fundamental relationship between the Taxpayer’s Ombudsman and Tax Authorities in view of reaching both a valuable protection of taxpayers’ rights, and the achievement of models to be applied, with the taxpayer’s choice being taken into consideration (TCM Model 2012-2013).
L’analisi dei principi e degli istituti connessi alla tutela del contribuente nelle odierne democrazie rappresentative è stata orientata al raggiungimento di vari obiettivi, tra loro logicamente connessi e fondati su di un’unica premessa: l’indiscutibile importanza e l’assoluta attualità, sotto il profilo costituzionale, del tema riguardante il nuovo ruolo che il contribuente dovrebbe assumere come esito dell’evoluzione dello Stato costituzionale contemporaneo, da suddito a cittadino, da partner a customer. La complessità degli eventi storico-economici che oggi incidono direttamente nel rapporto tra Stato e cittadino e le implicazioni istituzionali degli ormai così noti taxpayers’ rights impongono, infatti, ora più che mai, nuove riflessioni sul ruolo stesso del contribuente onesto e sulle sue preferenze, divenute, oramai, non più sacrificabili. La prospettiva costituzionale, attraverso il metodo comparatistico, ha portato, innanzitutto, ad analizzare due diverse legislazioni in materia di diritti del contribuente, quella statunitense e quella italiana. Ciò, sia per l’importanza che le Taxpayers’ Charters hanno acquisito a livello internazionale, sia per lo scopo collaterale di valutarne gli standards di best practice raggiunti attraverso gli specifici processi di modernizzazione messi in atto per aggiornare relazione tra fisco e contribuente. L’analisi comparata ha messo, poi, in evidenza le specifiche modalità attuative delle due diverse famiglie, di civil e di common law. (Parte Prima, Le Carte dei Diritti del contribuente: mera enumerazione dei taxpayers’ rights o strumenti di implementazione di service standards?). Di qui il tentativo, consapevolmente arduo, di trasporre la tematica della soddisfazione del contribuente e delle sue esigenze, in contesto altro rispetto a quello strettamente tributario o, più precipuamente, commerciale: quello del diritto costituzionale. O meglio, del diritto costituzionale comparato. L’analisi delle due esperienze normative è stata dunque orientata alla verifica della compatibilità di esse con l’idea di contribuente-cliente e, quindi, con la configurabilità di una particolare situazione giuridica soggettiva di libertà in capo ad esso. Sono risultate imprescindibili determinate condizioni. Da un lato, la rivisitazione del principio di responsabilità in capo a chi governa e opera nel settore, e l’obiettivo di creare un network di relazioni (Parte Seconda, Verso nuovi servizi e ‘politiche di qualità’ nell’ottica della ‘soddisfazione’ del taxpayer customer). Dall’altro, la valorizzazione di forme di coinvolgimento e interazione del contribuente attraverso un approccio ampiamente garantistico della “libertà di scelta” all’interno di un ordinamento responsabilmente organizzato (Parte Terza, Per un’idea di libertà nello ‘Stato fiscale’ : modelli di taxpayers’ choice per i nuovi orizzonti del respectful approach e della customer satisfaction). In questo contesto, è emersa la centralità della relazione tra Garante del contribuente e fisco sia per l’individuazione di un punto di equilibrio nella tutela dei taxpayers’ rights, sia per la realizzazione di modelli applicativi fondati sulla scelta del contribuente (TCM Model 2012-2013).
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RUSSETTI, DANIELE. "Abuso del diritto: principio interpretativo o categoria generale del diritto dell'unione europea." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/41955.

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Abstract:
L’abuso trova origine nella tensione tra la libertà di agire e gli scopi personali sottesi a tale agire. Lo scontro tra i suddetti elementi costituisce il terreno fertile su cui questo si innesta e cresce. Difatti, il diritto soggettivo si articola nella (lecita) possibilità di assumere un comportamento previsto dalla norma e, quindi, di poter agire per soddisfare un interesse degno di tutela a livello legislativo. Dal momento che questo, inteso come agere licere, è una facoltà “positiva”, l’ordinamento giuridico non può tollerare il perseguimento di obiettivi non contemplati dalla ratio normativa il quale si presenta come la negazione stessa di un corpus iuris. Configurandosi in termini di facoltà non soggetta ad alcuna regola, esso si pone in aperto contrasto con il principio di sistematicità e di coerenza che caratterizzano un sistema di norme. Ecco che la fattispecie dell’abuso nasce dal continuo ed inesorabile impegno da parte dell’ordinamento di riconoscere ai singoli individui, siano essi persone fisiche o giuridiche, uno spazio di libertà per il perseguimento di interessi “personali” degni di tutela da parte dell’ordinamento, senza che ciò possa sconfinare in un’azione priva di fondamento giuridico. Secondo il diritto UE, l’abuso si è posto e si pone come la sintesi del binomio libertà di azione o scelta vs scopo ultimo dell’azione o scelta. Se da un lato i Trattati istitutivi dell’UE attribuiscono ai soggetti libertà fondamentali da poter utilizzare in uno spazio giuridico senza frontiere, dall’altro si pone il problema di arginare tutti quei fenomeni in cui il formale esercizio del diritto attribuito sia del tutto incoerente con l’obiettivo della norma, dando vita a possibili forme di contrasto tra quanto concesso e, dunque, quanto effettivamente realizzato. È proprio in un’ottica di concorrenza tra gli ordinamenti, e quindi di circolazione dei modelli normativi, che si concretizza la possibilità di utilizzare il diritto per fini non coerenti con il dettato normativo, i.e. in maniera abusiva. Consapevoli di ciò, i Giudici della Corte di Giustizia, al fine di evitare un impiego distorto del diritto UE, hanno enucleato l’assunto secondo cui non è possibile utilizzare abusivamente (o fraudolentemente) il diritto comunitario/europeo. A detta di chi scrive, tale inciso deve essere giustificato alla luce di quella peculiare esigenza di individuare una clausola generale idonea a colmare le possibili lacune di un sistema particolarmente complesso come quello europeo, con inevitabili riflessi a livello nazionale. Stante il limitato ambito di applicazione delle misure interne volte a tutelare i sistemi giuridici nazionali, la Corte di Giustizia ha voluto “creare” uno strumento in grado non solo di preservare la coerenza del sistema europeo da possibili usi impropri dello stesso, ma anche di evitare che attraverso questo, si dessero vita a fenomeni di elusione o frode della disciplina nazionale. L’abuso è stato individuato ogni qual volta i singoli abbiano utilizzato le libertà di matrice europea per finalità non ammesse dalle disposizioni normative che attribuivano tali posizioni giuridiche. Inoltre, si è considerata legittima l’azione degli Stati membri di non riconoscere la fattispecie integrata dal singolo in quanto realizzata in palese violazione della sovranità delle leggi nazionali, ossia dello Stato di origine. Così facendo, l’esercizio delle disposizioni europee, eventualmente dotate di efficacia diretta, viene paralizzato, con il conseguente riconoscimento di forza cogente della norma nazionale impropriamente elusa. Il vero problema dell’abuso si pone quando ci si trovi di fronte a comportamenti individuali che corrispondono a fattispecie di esercizio di situazioni giuridiche, determinate da una norma positiva in modo più o meno dettagliato, ma in ogni caso tale da attribuire, prima facie, una precisa protezione a colui che agisce. È proprio in tali situazioni che si viene a creare quell’apparenza di legittimità del comportamento individuale, conforme alla fattispecie astratta di esercizio di un diritto contemplata dalla norma, che generalmente non corrisponde alla ratio ultima della disposizione e, quindi, del sistema giuridico europeo. La richiamata formula, e i casi in cui è stata utilizzata, fanno emergere, ictu oculi, che la nozione di abuso (nonché quella di frode!) e il correlato divieto sono legati proprio all’esercizio delle facoltà connesse alle libertà fondamentali, in particolare quando si considerino situazioni in cui si profili una diversità di disciplina normativa di determinate fattispecie tra le legislazioni nazionali. L’abuso e la frode costituiscono l’uso improprio, id est oltre i limiti, della facoltà offerta dall’ordinamento europeo di scegliere tra più alternative nell’ambito dell’esercizio delle libertà fondamentali. Ecco, dunque, che sulla base di quanto supra esposto è possibile ravvisare l’importanza del divieto dell’abuso del diritto. Coniugando la duplice veste di canone ermeneutico nonché di categoria generale del diritto dell’Unione Europea, il divieto si mostra nella sua veste di correttivo alle lacune normative del sistema giuridico sovranazionale. Assolve la funzione di risolvere i conflitti normativi, di proteggere gli spazi comuni e di garantire il continuo adattamento del diritto europeo alla trasformazione della società. La sua stabilità funzionale si lega, quindi, ad un’intrinseca dinamicità operativa, tesa da un lato a precludere l’esercizio improprio delle libertà fondamentali e dall’altro a tutelare la coerenza sistematica dell’ordinamento UE. Il divieto in questione si presta ad essere un correttivo malleabile alle imprevedibili fenomenologie abusive e, dunque, stante la peculiare natura che lo contraddistingue, si appalesa quale rimedio evolutivo inquadrabile nel novero delle metodologie anti-formali che consente una tutela effettiva dal lato sostanziale. Ecco dunque che si pone come la giusta sintesi fra il principle of construction che caratterizza la corretta interpretazione del diritto in generale, sia da parte del singolo operatore economico che da parte delle Amministrazioni nazionali, e una categoria generale di sistema che informa l’ordinamento UE. Preme sottolineare come l’essenza della richiamata clausola deve fare i conti, però, con la relativa applicazione pratica che non può tradursi in una capziosa ed ingiustificata limitazione di quella autonomia privata che caratterizza gli operatori che agiscono nel mercato interno UE. La libertà dei singoli nello scegliere le modalità più adeguate per realizzare la propria attività è imprescindibilmente collegata a quel concetto di autonomia privata tutelata sia a livello nazionale che europeo. In particolare, la facoltà di agire, avvalendosi di quanto messo legittimamente a disposizione dall’ordinamento in cui si opera, costituisce una declinazione della più generale libertà di iniziativa economica, intesa quale comportamento volontario volto alla realizzazione degli interessi del soggetto che agisce. Allo stesso tempo tale autonomia di scelta è subordinata alle legittime possibilità contemplate dal sistema giuridico di riferimento, non potendo ammettere le azioni che non risultano coerenti con le finalità che permeano tale ordinamento. Anche in questa direzione, allora, può essere valutato l’abuso del diritto e il divieto ad esso correlato. Quando si sostiene l’impossibilità di utilizzare abusivamente il diritto UE, si vuole definire indirettamente la gamma di scelte che l’ordinamento europeo reputa compatibili con gli obiettivi a cui questo tende, nel rispetto dei principi di certezza del diritto e del legittimo affidamento dei singoli. In forza di ciò, il divieto sotteso all’esercizio abusivo del diritto europeo deve essere interpretato in modo da non pregiudicare i comportamenti o le operazioni legittime. La portata di tale proibizione risulta chiara: il diritto invocato da un soggetto è escluso quando l’attività posta in essere non ha altra spiegazione che quella di raggiungere impropriamente un beneficio che collide con gli scopi e con i risultati ammessi e tutelati dalle disposizioni di una determinata branca del diritto. Operazioni così siffatte non meritano di essere protette poiché si manifestano nella loro tensione di sovvertire la finalità dello stesso sistema legale in cui si collocano. Il divieto di abuso del diritto costituisce, dunque, anche una limitazione alla libertà di iniziativa dei singoli che opera quando l’esercizio di un diritto si concretizza in una fattispecie che, sebbene rispetti le condizioni normativamente poste per l’applicazione della disciplina positiva, si pone in contrasto con gli obiettivi da essa perseguiti e, al contempo, è priva di valide motivazioni idonee a giustificarla. L’autonomia privata, che ricomprende la libertà di scelta delle forme giuridiche attraverso cui realizzare i propri obiettivi, non costituisce, quindi, un dogma assoluto. Nel mercato interno questa non può essere considerata un valore intangibile in quanto trova fondamento e limite nei valori e nei principi che permeano l’ordinamento europeo. Alla luce di ciò, è possibile cogliere il precario equilibrio che caratterizza l’autonomia privata in seno all’Unione. La tutela di questa libertà non contempla quelle azioni il cui scopo è rappresentato dal raggiungimento di un vantaggio mediante comportamenti artificiosi e/o ingannevoli, privi di adeguate motivazioni che possano legittimare tali condotte; per contro, ove tale autonomia e, dunque, la sottesa libertà di iniziativa non fossero adeguatamente garantite, verrebbero compromessi gli stessi obiettivi a cui tende il sistema giuridico europeo, ossia la realizzazione e il consolidamento di uno spazio senza frontiere in cui la libertà di scelta e l’equivalenza tra gli ordinamenti giuridici ne costituiscono l’essenza. Ecco, quindi, la necessità di interpretare le azioni poste in essere alla luce dello scopo ultimo cui tendono in quanto solo così è possibile da un lato accertare la natura abusiva delle condotte e dall’altro lasciare impregiudicati i comportamenti legittimi frutto di quella libertà di scelta posta a fondamento dell’autonomia privata e dello stesso ordinamento europeo.
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LOBIATI, PAOLO GIUSEPPE MARIA. "Libertà interna e libertà esterna nel consenso matrimoniale canonico. L'incidenza delle condotte pre e para suicidarie." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/96574.

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Abstract:
Nello studio si approfondisce il rapporto tra due realtà: l’una giuridica, il consenso matrimoniale, e l’altra appartenente all’ambito del fatto, la condotta pre e para suicidaria. La necessità concreta è stata comprendere in modo univoco l’interazione tra la libertà del consenso – quale dimensione fondamentale affinché questo possa dispiegare effetti giuridici – ed alcune condotte poste in essere da uno dei due nubenti o da terzi, così da valutare come queste possano incidere sulla validità dell’atto. Si sono considerati due capi di nullità – il metus ed il gravis defectus discretionis iudicii – che dottrina e giurisprudenza considerano quelli che coinvolgono la facoltà volitiva, approfondendo nella prima parte il rapporto tra le condotte di fatto e la libertà esterna mentre nella seconda in merito alla libertà interna. Il metodo è stato quello di analisi della giurisprudenza quale fonte che permette sia di interpretare la norma sia di precisarne ed incarnarne le fattispecie. Conclusione è che le condotte pre e para suicidarie non possano inserirsi tra le circostanze che rendono manifesta la nullità del matrimonio in relazione alla libertà del consenso, infatti non è possibile sostenerne il valore presuntivo ma è necessario, volta per volta, confrontarle con gli altri fatti riportati nelle tavole processuali.
The study examines the relationship between two realities: one legal, marriage consent, and the other belonging to the context of the fact, pre and para suicidal conduct. The concrete need was to understand in a univocal way the interaction between the freedom of consent - as a fundamental dimension for this to have legal effects - and some behaviors put in place by one of the two engaged or by third parties, so as to evaluate how these can affect on the validity of the deed. Two heads of nullity have been considered - the Grave fear and the Lake of discretion of judgment - which doctrine and jurisprudence consider those that involve the willful faculty, deepening in the first part the relationship between conduct and external freedom while in the second on the internal freedom. The method was to analyze the jurisprudence as a source that allows both to interpret the law and to specify and embody the cases in point. The conclusion is that the pre- and para-suicidal behaviors cannot be inserted among the circumstances that make the nullity of the marriage manifest in relation to the freedom of consent, in fact it is not possible to support the presumptive value but it is necessary, every time, to compare them with the other facts. reported in the procedural tables.
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Ervas, Elena <1988&gt. "La tutela della libertà religiosa da parte della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo e della Corte Suprema Statunitense : tra scelte politiche e tecniche di scrutinio giudiziario." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/12900.

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Abstract:
In un mondo caratterizzato da un crescente pluralismo religioso, crescono anche le istanze dei singoli di vedersi riconoscere maggiori diritti in ambito religioso, talvolta creando dei contrasti con le previsioni del diritto. La ricerca ha come obiettivo l’analisi delle attuali problematiche connesse all’esercizio della libertà religiosa e soprattutto dei principi e metodi interpretativi che sono stati sviluppati dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e dalla Corte Suprema Statunitense per affrontare tali questioni.
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Todaro, Stefano <1984&gt. "Libertà sindacale, diritto di sciopero e libertà economiche." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4021.

Full text
Abstract:
La tesi ha lo scopo di mettere in evidenza come, a livello comunitario e nazionale, sono regolamentate e contemperate due discipline tradizionalmente contrastanti: le libertà economiche e i diritti dei lavoratori, in particolare la libertà sindacale e il diritto di sciopero
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Fiori, Laura <1978&gt. "Product placement e libertà di espressione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/742/1/Tesi_Fiori_Laura.pdf.

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Abstract:
Object of the search is the advertising phenomenon of the "product placement", with reference to that it has been investigated legality’s limits, as well as the relationship with the constitutionally protected liberty of expression. Particularly, it has been analyzed, in first place, the problem of the relationship between the freedom of expression and the liberty of economic initiative, with particular reference to the different circles of guardianship to these prepared: or, larger, the one provided for the first from the 21th article of Costitution, more circumscribed, instead, the one established in the 41th article of Costitution, with reference to the second. This analysis has been made with the purpose to investigate the coordination among such liberties in those forms of communications that, for the proper peculiarities that characterize them, can be qualified, according to the concrete circumstances in which they are spread, so much forms of liberty of expression, how much exercise of an activity of enterprise. Under this last profile, it has been taken attention on the advertising activity and, specially, on the non transparent publicities, or not immediately perceivable as such from their receivers, and, therefore, in contrast with the advertising trasparence’s principle: or, the so-called cases of hidden publicity, what the editorial publicity, both "in narrow sense" both "in general sense", as well as the phenomenon of the product placement (or positioning of product), by now diffused in the commercial routine. Therefore, it has been proceeded to a complete and exhaustive examination of innovations introduced by the recent legislative discipline in subject of “planned placement of marks and products” in the cinema works, appraising, in the specific one, the effects, juridical and no juridical, consequential from the introduction of a first form of regulation of the phenomenon of the product placement and, particularly, from the express provision about the legality of the use to such advertising, if it has realized according to specific requirements or condition. In relationship to such profile, it has been also investigate limits (sub kind of normative gaps) from which the recently introduced discipline in subject would seem characterized. Finally, a further circle of investigation has concerned the possible organization of the phenomenon under a negotiate aspect, as particular contract of advertising, in which the object consists in an promotional activity. Concerning this, the experience of foreign countries (above all the Anglo-Saxon one) has been very important, because of the absence, in our arrangement, of a general normative discipline about advertising contracts. Consequently, I’ve investigated principal characteristics of similar contracts, in first place the atypicalness, because of the lack, in Italy, of a legislative discipline of this contract. Such investigation has also been developed through a comparation between the positioning of product and the other advertising contracts, among which, particularly, the sponsorship, as well as the contracts for the advertising exploitation of the name and other people's image, and, specially, the contract of testimonial and the contract of endorsement.
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Fiori, Laura <1978&gt. "Product placement e libertà di espressione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/742/.

Full text
Abstract:
Object of the search is the advertising phenomenon of the "product placement", with reference to that it has been investigated legality’s limits, as well as the relationship with the constitutionally protected liberty of expression. Particularly, it has been analyzed, in first place, the problem of the relationship between the freedom of expression and the liberty of economic initiative, with particular reference to the different circles of guardianship to these prepared: or, larger, the one provided for the first from the 21th article of Costitution, more circumscribed, instead, the one established in the 41th article of Costitution, with reference to the second. This analysis has been made with the purpose to investigate the coordination among such liberties in those forms of communications that, for the proper peculiarities that characterize them, can be qualified, according to the concrete circumstances in which they are spread, so much forms of liberty of expression, how much exercise of an activity of enterprise. Under this last profile, it has been taken attention on the advertising activity and, specially, on the non transparent publicities, or not immediately perceivable as such from their receivers, and, therefore, in contrast with the advertising trasparence’s principle: or, the so-called cases of hidden publicity, what the editorial publicity, both "in narrow sense" both "in general sense", as well as the phenomenon of the product placement (or positioning of product), by now diffused in the commercial routine. Therefore, it has been proceeded to a complete and exhaustive examination of innovations introduced by the recent legislative discipline in subject of “planned placement of marks and products” in the cinema works, appraising, in the specific one, the effects, juridical and no juridical, consequential from the introduction of a first form of regulation of the phenomenon of the product placement and, particularly, from the express provision about the legality of the use to such advertising, if it has realized according to specific requirements or condition. In relationship to such profile, it has been also investigate limits (sub kind of normative gaps) from which the recently introduced discipline in subject would seem characterized. Finally, a further circle of investigation has concerned the possible organization of the phenomenon under a negotiate aspect, as particular contract of advertising, in which the object consists in an promotional activity. Concerning this, the experience of foreign countries (above all the Anglo-Saxon one) has been very important, because of the absence, in our arrangement, of a general normative discipline about advertising contracts. Consequently, I’ve investigated principal characteristics of similar contracts, in first place the atypicalness, because of the lack, in Italy, of a legislative discipline of this contract. Such investigation has also been developed through a comparation between the positioning of product and the other advertising contracts, among which, particularly, the sponsorship, as well as the contracts for the advertising exploitation of the name and other people's image, and, specially, the contract of testimonial and the contract of endorsement.
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Bettoni, Marco <1984&gt. "Libertà di espressione e sorveglianza globale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6689/1/bettoni_marco_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
La presente tesi ha come scopo quello di individuare alcune problematiche relative all’esercizio e alla limitazione del diritto alla libertà di espressione nel contesto delle attività globali di sorveglianza e controllo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Tali attività, poste in essere da parte degli Stati e da parte degli operatori privati, sono favorite dal nebuloso rapporto tra norme di fonte pubblica, privata e informatica, e sono invece osteggiate dal ricorso, collettivo e individuale, alle possibilità offerte dalle tecnologie stesse per la conduzione di attività in anonimato e segretezza. La sorveglianza globale nel contesto delle privatizzazioni si serve del codice e dell’autonomia privata, così come la resistenza digitale ricorre alle competenze informatiche e agli spazi di autonomia d’azione dell’individuo. In questo contesto, la garanzia dell’esistenza e dell’esercizio dei diritti fondamentali dell’individuo, tra tutti il diritto alla libertà di espressione e il diritto alla tutela della riservatezza, passa per l’adozione di tecniche e pratiche di autotutela attraverso l’utilizzo di sistemi di cifratura e comunicazioni anonime. L’individuo, in questo conflitto tecnico e sociale, si trova a dover difendere l’esercizio dei propri diritti e finanche l’adempimento ai propri doveri, quando attinenti a particolari figure professionali o sociali, quali avvocati, operatori di giustizia, giornalisti, o anche semplicemente genitori. In conclusione dell’elaborato si propongono alcune riflessioni sulla formazione della cittadinanza e del mondo professionale, da parte dei giuristi delle nuove tecnologie, all’uso cosciente, consapevole e responsabile delle nuove tecnologie dell’informazione, con lo stimolo ad orientare altresì le proprie attività alla tutela e alla promozione dei diritti umani fondamentali, democratici, costituzionali, civili e sociali.
This thesis aims to identify some issues related to the operation and restriction of the right to freedom of expression in the context of the global surveillance and control of the Information and Communication Technologies. These activities, undertaken by the States as well as by private operators, are fostered by the nebulous relationship between public, private and code norms, and are opposed by collective and individual recourse to the possibilities offered by the technologies themselves for the conduct of activities in anonymity and secrecy. The global surveillance in the context of privatization uses the code of private autonomy, as digital resistance uses computer skills and the degree of autonomy of action of the individuals. In this context, the guarantee of the existence and the exercise of fundamental human rights, including the right of everyone to freedom of expression and the right to protection of privacy, through the adoption of self-defence oriented techniques and practices, such as encryption and anonymous communications. The individuals, in this conflict, both technical and social, is having to defend the exercise of their rights and even the fulfilment of their duties, when related to specific professional or social, such as lawyers, justice operators, journalists, or simply parents. In conclusion, the elaborate propose some reflections on the formation, by the lawyers of new technologies, of the citizenship and the professionals to a conscious, aware and responsible use of new information technologies, so that they may even direct their activities to the protection and promotion of fundamental democratic, constitutional, civil and social human rights.
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Bettoni, Marco <1984&gt. "Libertà di espressione e sorveglianza globale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6689/.

Full text
Abstract:
La presente tesi ha come scopo quello di individuare alcune problematiche relative all’esercizio e alla limitazione del diritto alla libertà di espressione nel contesto delle attività globali di sorveglianza e controllo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Tali attività, poste in essere da parte degli Stati e da parte degli operatori privati, sono favorite dal nebuloso rapporto tra norme di fonte pubblica, privata e informatica, e sono invece osteggiate dal ricorso, collettivo e individuale, alle possibilità offerte dalle tecnologie stesse per la conduzione di attività in anonimato e segretezza. La sorveglianza globale nel contesto delle privatizzazioni si serve del codice e dell’autonomia privata, così come la resistenza digitale ricorre alle competenze informatiche e agli spazi di autonomia d’azione dell’individuo. In questo contesto, la garanzia dell’esistenza e dell’esercizio dei diritti fondamentali dell’individuo, tra tutti il diritto alla libertà di espressione e il diritto alla tutela della riservatezza, passa per l’adozione di tecniche e pratiche di autotutela attraverso l’utilizzo di sistemi di cifratura e comunicazioni anonime. L’individuo, in questo conflitto tecnico e sociale, si trova a dover difendere l’esercizio dei propri diritti e finanche l’adempimento ai propri doveri, quando attinenti a particolari figure professionali o sociali, quali avvocati, operatori di giustizia, giornalisti, o anche semplicemente genitori. In conclusione dell’elaborato si propongono alcune riflessioni sulla formazione della cittadinanza e del mondo professionale, da parte dei giuristi delle nuove tecnologie, all’uso cosciente, consapevole e responsabile delle nuove tecnologie dell’informazione, con lo stimolo ad orientare altresì le proprie attività alla tutela e alla promozione dei diritti umani fondamentali, democratici, costituzionali, civili e sociali.
This thesis aims to identify some issues related to the operation and restriction of the right to freedom of expression in the context of the global surveillance and control of the Information and Communication Technologies. These activities, undertaken by the States as well as by private operators, are fostered by the nebulous relationship between public, private and code norms, and are opposed by collective and individual recourse to the possibilities offered by the technologies themselves for the conduct of activities in anonymity and secrecy. The global surveillance in the context of privatization uses the code of private autonomy, as digital resistance uses computer skills and the degree of autonomy of action of the individuals. In this context, the guarantee of the existence and the exercise of fundamental human rights, including the right of everyone to freedom of expression and the right to protection of privacy, through the adoption of self-defence oriented techniques and practices, such as encryption and anonymous communications. The individuals, in this conflict, both technical and social, is having to defend the exercise of their rights and even the fulfilment of their duties, when related to specific professional or social, such as lawyers, justice operators, journalists, or simply parents. In conclusion, the elaborate propose some reflections on the formation, by the lawyers of new technologies, of the citizenship and the professionals to a conscious, aware and responsible use of new information technologies, so that they may even direct their activities to the protection and promotion of fundamental democratic, constitutional, civil and social human rights.
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Galluccio, A. "LIBERTÀ DI ESPRESSIONE E DIRITTO PENALE: L'ESPERIENZA AMERICANA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/491136.

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Abstract:
Today virtually all liberal democracies protect, in formal legal documents as well as in actual practice, both freedom of speech and freedom of the press. The peculiar history and culture of each nation is very important in order to understand different approaches to similar problems and to build a cross-cultural normative critique. This doctoral thesis is mainly concerned with the US approach to classical freedom of speech issues, such as advocacy to commit an offence: the first part of the work aims to describe the most influential pronounces of the US Supreme Court in this field; the second part is concerned with the definition of the constitutional core of democratic speech.
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Toscano, M. "LE LIBERTÀ DI RELIGIONE E DI CONVINZIONE NELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI STRASBURGO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/173797.

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Abstract:
La prima parte della ricerca si propone di porre una base solida e ad ampio spettro per lo studio della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo in materia di libertà religiosa e di convinzione. Il lavoro inizia pertanto dall’esame dei profili istituzionali, nella loro origine storica e nella loro evoluzione, per arrivare a fare il punto circa la situazione in cui versa oggi il sistema di garanzia dei diritti fondamentali che poggia sulla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Nel secondo capitolo la ricerca ha ad oggetto la più importante delle norme della Convenzione che tutelano le libertà religiose e di convinzione, vale a dire l’art. 9: di quest’ultimo è esaminata la struttura e, in secondo luogo, l’applicazione schematica che la Corte ne fa nello svolgimento dei giudizi avanti a sé. Nel terzo capitolo è affrontato, con un taglio prima cronologico e organizzato per filoni o materie, poi trasversale, l’esame della giurisprudenza della Corte che ha dato applicazione all’art. 9 e alle altre disposizioni che rivestono importanza centrale per la tutela delle libertà di convinzione (artt. 14 Conv. e 2 Prot. 1). La seconda parte della ricerca integra e completa la prima parte: si tratta della raccolta di tutte le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo che hanno considerato espressamente i profili di rilevanza dell’art. 9 della Convenzione di Roma. Le sentenze sono riprodotte per estratto, limitatamente alle parti di immediato interesse ecclesiasticistico.
The first part of the research aims to put a solid study of the European Court of Human Rights on freedom of religion and belief. The work therefore begins by examining the institutional profiles in their historical origin and evolution, to get to make the point about the ECtHR of protection of fundamental rights. In the second chapter the research relates to the most important provision of the Convention that protect religious freedom and belief, namely the art. 9: the latter is examined in his structure and, secondly, in the application in abstracto given to it by the Strasbourg Court. In the third chapter is examined the jurisprudence of the ECtHR which has given application not only to art. 9, but also to other provisions that are of central importance for the protection of freedom of belief (art. 14 Conv and 2 Prot 1). The second part of the research completes the first part: it is the collection of all judgments of the European Court of Human Rights which have specifically considered the impact of Article 9 of the Rome Convention. The reproduction of the judgments is limited to parts of immediate interest for law and religion researchers.
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Perego, Alessandro. "L'Amministrazione dei beni come spazio di libertà per l'ordinamento canonico." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423694.

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Abstract:
“The administration of the temporal goods as a space of liberty for the Canonical legal system.” is both the title and the subject matter of this doctoral thesis. The topic, which represents a clear example of res mixtae, is analyzed from the perspective of the Canonical legal system, seeking to give an original and complete review of the juridical terms by means of which the Catholic Church vindicates for itself the right to administrate its temporal goods. The analysis starts from the Canon 1254 of the current Codex Iuris Canonici, which recognizes the ius pubblicum ecclesiasticum principle according to which the Catholic Church by innate right is able to acquire, retain, administer and alienate temporal goods in order to pursue its proper purposes In particular, this provision is considered under the profile of the historical evolution that led to the current wording as well as in its dogmatic meaning and in the implications with the current Canonical legal system. After having defined – through the analysis of this provision – the space of patrimonial freedom that the Catholic Church asks for itself, the thesis deals with the provisions of the Book V, Title II of the Codex Iuris Canonici, which are dedicated to the administration of the temporal goods belonging to the Catholic Church. Firstly it considers the subjects involved at any title in the administration of ecclesiastical goods (such as the Roman Pontiff, the Ordinary, the Immediate Administrator, the finance officer, the finance council and the conference of bishops). Secondly it pays attention to the different acts of administration (transactions which can worsen the stable patrimony of the owner legal entity, acts of ordinary and extraordinary administration, maioris momenti acts). Finally, the thesis deals with the pathology of the acts of administration in the Canonical legal system, with regard both to the effects of the invalidity and the deriving responsibility, and with the relationships between the provisions of the Title II and the Italian legal system.
La tesi ha come titolo ed oggetto d’indagine “l’amministrazione dei beni temporali come spazio di libertà per l’ordinamento canonico”. Il tema, che rappresenta una delle più tipiche res mixtae, è affrontato ponendosi nella prospettiva dell’ordinamento canonico e cercando di offrire un’originale ed esaustiva trattazione dei termini giuridici con cui la Chiesa cattolica rivendica per sé la libertà di amministrare i beni temporali. L’analisi è condotta a partire dal canone 1254 del vigente Codex iuris canonici che riconosce il principio dello ius pubbblicum ecclesiasticum per il quale la Chiesa ha il diritto nativo di acquistare, possedere, amministrare ed alienare i beni temporali per conseguire i fini che le sono propri. In particolare, la norma è considerata tanti sotto il profilo dell’evoluzione storica che ha condotto alla formulazione testuale vigente quanto nel suo significato dogmatico e nelle sue implicazioni nell’ordinamento canonico vigente. Definito attraverso lo studio di questa norma lo spazio di libertà patrimoniale che la Chiesa rivendica per se stessa, lo sviluppo della tesi riguarda le norme contenute nel titolo II del libro V del Codex iuris canonici, dedicato all’amministrazione dei beni temporali della Chiesa. Di esso vengono presi in considerazione dapprima i soggetti coinvolti a vario titolo nell’amministrazione dei beni ecclesiastici (il Romano Pontefice, l’Ordinario, l’Amministratore immediato, l’economo, gli organi consultivi con competenze economico-patrimoniali e le Conferenze episcopali) e successivamente, le differenti tipologie di atti di amministrazione (atti che intaccano il patrimonio stabile del soggetto giuridico proprietario, atti di ordinaria e di straordinaria amministrazione, atti maioris momenti). Concludono l’elaborato una riflessione sulla patologia dell’atto di amministrazione nell’ordinamento canonico, sia per quanto riguarda gli effetti della sua invalidità sia per quanto attiene la responsabilità che ne discende, e un esame delle connessioni ed i rapporti della disciplina del titolo II con l’ordinamento statuale italiano.
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Camposilvan, Chiara Edvige Caterina <1983&gt. "La libertà di riunione in Italia ed in Turchia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4624/1/chiara__edvige_caterina_camposilvan_tesi.pdf.

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Abstract:
La tesi consiste in una comparazione della disciplina costituzionale della libertà di riunione nell'ordinamento italiano ed in quello turco
The thesis is aimed to compare the italian and turkish constitutional and ordinary dispositions concerning freedom of assembly
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Camposilvan, Chiara Edvige Caterina <1983&gt. "La libertà di riunione in Italia ed in Turchia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4624/.

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La tesi consiste in una comparazione della disciplina costituzionale della libertà di riunione nell'ordinamento italiano ed in quello turco
The thesis is aimed to compare the italian and turkish constitutional and ordinary dispositions concerning freedom of assembly
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Nicolosi, Costanza. "Libertà Fondamentali e Diritto di Proprietà nella Russia Post-Sovietica." Doctoral thesis, Università di Catania, 2019. http://hdl.handle.net/10761/4099.

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Abstract:
Il presente elaborato intende tracciare un affresco dei peculiari sviluppi del costituzionalismo russo attraverso la comparazione tra il modello delle Costituzioni sovietiche e quello, formalmente diverso, della Costituzione post-sovietica del 1993. L angolo prospettico per svolgere siffatta comparazione è quello della disciplina delle c.d. libertà economiche o, come suole dirsi, della costituzione economica russa nel suo evolversi storico. In particolare, si è ritenuto opportuno centrare il focus dell indagine sul diritto di proprietà e sul peculiare regime per esso previsto nell ordinamento della Russia sovietica e post-sovietica. Necessariamente, lo studio delle libertà economiche (e dei diritti ad esse correlati) si traduce, in chiave giuridico-costituzionale, in una riflessione sul rapporto tra modello economico e democrazia. Da qui, l esigenza di osservare lo stato (e lo stadio) della neo-democrazia russa dall analisi della costituzione economica , formalmente stabilita dalla Costituzione del 1993, che altrettanto formalmente sembra ispirarsi ai modelli delle liberal-democrazie occidentali, nonché di (tentare di) comprendere se l ispirazione a un preciso modello economico (e democratico) si sia tradotto, nella Russia post sovietica, nella concreta ed effettiva adesione a siffatto modello.
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Follador, Silvia <1996&gt. "Il trasferimento di residenza all'estero e la libertà di stabilimento nel contesto comunitario." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18062.

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Abstract:
In Italia, il presupposto per l’applicazione delle imposte sui redditi è la residenza di un soggetto nel territorio dello Stato. Però, nel momento in cui un contribuente trasferisce la propria residenza all’estero, lo Stato in cui risiedeva perde la potestà impositiva sui redditi da esso maturati fino a quel momento. Gli Stati hanno sempre cercato di contrastare questo fenomeno di trasferimento della residenza attraverso l’introduzione delle “exit-taxes”. In termini pratici, l’exit-tax si basa sul concetto secondo il quale lo Stato vorrebbe percepire un compenso per il fatto di aver contribuito a far crescere, nel proprio territorio e tramite la sua popolazione, quella società che ora vuole portare all’estero la sua residenza fiscale. All’interno dell’Unione Europea questa tassazione in uscita sembrerebbe costituire un ostacolo alla libertà di stabilimento che l’Unione stessa ha il dovere di garantire. L’elaborato mira alla trattazione dettagliata dell’istituto dell’exit-tax. Nel primo capitolo verranno analizzati i criteri di individuazione della residenza fiscale delle persone fisiche e delle persone giuridiche. Il secondo capitolo propone l’analisi della posizione della Corte di Giustizia Europea sul tema attraverso una disamina delle sentenze più importanti che hanno condotto alla normativa attualmente vigente in Italia. Quest’ultima, in particolare, sarà oggetto dell’ultimo capitolo il quale, dopo un breve riferimento storico, e un accenno alla stabile organizzazione, si concerterà sull’analisi delle modifiche intervenute recentemente in tema di tassazione in uscita.
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Boldi, Giulia <1988&gt. "Disturbi dell'informazione, nuovi media e libertà di manifestazione del pensiero." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10165/1/Tesi%20Giulia%20Boldi.pdf.

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Abstract:
L’elaborato affronta il tema della massiccia diffusione di disinformazione tramite internet sotto il profilo del diritto costituzionale, nell’ottica di indagare se le dimensioni del fenomeno richiedano l’elaborazione di principi e soluzioni nuove ovvero se i paradigmi costituzionali enucleati dalla tradizione costituzionalistica con riferimento alla libertà d’espressione forniscano gli strumenti sufficienti per un intervento efficace. In tale ottica, il lavoro premette una ricostruzione del fenomeno della disinformazione nel tentativo di individuare il perimetro socio-cognitivo e tecnologico entro cui la medesima prolifera, descrivendo gli elementi che distinguono l’informazione diffusa dai nuovi media rispetto a quella veicolata dai media mainstream. Ciò premesso, lo studio passa a delineare lo “statuto costituzionale” del falso, indagando la rilevanza che la menzogna assume sotto il profilo costituzionale nel suo rapporto con la libertà di manifestazione del pensiero negli ordinamenti interno, europeo e statunitense. L’analisi prosegue poi con l’esame delle politiche di contrasto alla disinformazione introdotte da singoli Stati (prevalentemente Germania, Francia e Italia), Unione europea, e piattaforme, con l’obiettivo di mettere in luce vantaggi e limiti dei modelli di eteroregolamentazione, coregolamentazione e autoregolamentazione. Da ultimo, l’elaborato scompone alcune delle azioni e misure passate in rassegna e le analizza con la lente d’ingrandimento della libertà di manifestazione del pensiero, ordinandone i contenuti secondo la specifica propensione a comprimere la libertà d’espressione. L’indagine si conclude con alcuni brevi spunti conclusivi che evidenziano l’esigenza, in base ai principi costituzionali analizzati, che eventuali interventi normativi siano se del caso volti alla regolazione delle piattaforme, ovvero dei “contenitori”, lasciano i contenuti al libero scambio delle idee.
The dissertation addresses the issue of the massive dissemination of disinformation through the Internet from the perspective of constitutional law, investigating whether the scale of the phenomenon requires the elaboration of new principles and solutions or whether the constitutional paradigms enunciated by the constitutionalist tradition with reference to freedom of expression provide sufficient tools for effective intervention. The paper premises a reconstruction of the disinformation phenomenon in an attempt to identify the socio-cognitive and technological perimeter within which it proliferates, describing the elements that distinguish the information disseminated by the new media from that conveyed by mainstream media. That said, the study goes on to outline the "constitutional status" of falsehood, investigating the constitutional relevance of falsehood in its relationship with freedom of manifestation of thought in domestic, European and U.S. legal systems. The analysis then continues examining policies to counter disinformation introduced by individual states (mainly Germany, France, and Italy), the European Union, and platforms, with the aim of highlighting advantages and limitations of models of regulation, co-regulation, and self-regulation. Lastly, the paper breaks down some of the actions and measures reviewed and analyzes them through the magnifying glass of freedom of speech, sorting their contents according to their specific propensity to compress freedom of expression. The dissertation ends with some brief remarks highlighting the need, based on the constitutional principles analyzed, for any regulatory interventions to be eventually aimed at regulating platforms, i.e., "containers," leaving content to the free exchange of ideas.
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Pellizzari, Jenny <1989&gt. "Trasferimento di residenza delle società all'estero e libertà di stabilimento nel contesto dell'Unione Europea." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3312.

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Abstract:
La tesi si propone di affrontare il tema del trasferimento della sede delle società all'estero e la conseguenza tassazione in uscita (c.d. exit tax) che le stesse devono sostenere, analizzando come questa possa costituire un ostacolo, in netto contrasto con la libertà di stabilimento sancita dal TFUE, alla mobilità delle società, il tutto analizzato limitatamente al contesto dell'Unione Europea.
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GAETANI, ALESSANDRA. "LIBERTA' DI ESPRESSIONE LIBERTA' DI RELIGIONE: UNA QUESTIONE ISLAMICA?" Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/225439.

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Abstract:
The European legal tradition is increasingly called to face the composite Islamic experience that has acquired a stable presence in the “Old Continent”. Such confrontation, in the wake of the Universal Declaration of Human Rights, should offer a chance not for a ‘clash of civilizations’ but for positive action towards the construction of a world where both freedom of speech and belief are safeguarded as foundations of human dignity. The thesis reflects on the controversial dialectics between freedom of expression and religious freedom, always striving for a counterbalance. The development of such dialectics has been undertaken analyzing the approaches of the United Nations, of European institutions, and of a number of legal sentences by National Courts as well as by the European Court of Justice.
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Caruso, Corrado <1983&gt. "Libertà di manifestazione del pensiero e tecniche argomentative delle Corti costituzionali." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3869/1/caruso_corrado_tesi.pdf.

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Abstract:
La ricerca consta di quattro capitoli: nella prima parte si analizzano, in prospettiva empirica, i canoni argomentativi utilizzati dalla Corte costituzionale italiana. Tali canoni possono essere generalmente distinti in due grandi famiglie: giuridico-interpretativi per un verso, e ed empirico fattuali per un altro. In un secondo capitolo si è visto come la Corte costituzionale italiana ha frutto uso di questi canoni nella sua giurisprudenza italiana in tema di diritto soggettivo di libertà di espressione e di mezzi di comunicazione del pensiero. Nel primo caso la Corte costituzionale ha fatto ricorso a canoni interpretativi testuali, mentre nel secondo ad argomentazioni empiriche spesso accompagnate da un giudizio di proporzionalità sull'intervento legislativo. Nella terza parte del lavoro si è invece descritta la giurisprudenza della Corte Suprema americana: è stata analizzata l'evoluzione delle tecniche argomentativi in tema di libertà di espressione: partendo dall'ad hoc balancing e dal definitional balancing si è giunti alla descrizione dei diversi livelli di scrutinio e alla progressiva concettualizzazione delle categorie espressive. Infine nel quarto capitolo si sono messe a confronto le due giurisprudenze: si è potuto così notare che la progressiva categorizzazione del diritto di libertà negli Stati Uniti ha dato esiti maggiormente garantisti, mentre più liberisti in relazione alle concrete dinamiche di formazione del discorso pubblico. Viceversa, in Italia i canoni testuali hanno originato una giurisprudenza più restrittiva quanto al diritto soggettivo e più egualitaria quanto al sistema della libertà di espressione. In ogni caso, entrambe le esperienze evidenziano il ruolo di policy-maker delle Corti costituzionali nei moderni ordinamenti liberal-democratici.
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Caruso, Corrado <1983&gt. "Libertà di manifestazione del pensiero e tecniche argomentative delle Corti costituzionali." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3869/.

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Abstract:
La ricerca consta di quattro capitoli: nella prima parte si analizzano, in prospettiva empirica, i canoni argomentativi utilizzati dalla Corte costituzionale italiana. Tali canoni possono essere generalmente distinti in due grandi famiglie: giuridico-interpretativi per un verso, e ed empirico fattuali per un altro. In un secondo capitolo si è visto come la Corte costituzionale italiana ha frutto uso di questi canoni nella sua giurisprudenza italiana in tema di diritto soggettivo di libertà di espressione e di mezzi di comunicazione del pensiero. Nel primo caso la Corte costituzionale ha fatto ricorso a canoni interpretativi testuali, mentre nel secondo ad argomentazioni empiriche spesso accompagnate da un giudizio di proporzionalità sull'intervento legislativo. Nella terza parte del lavoro si è invece descritta la giurisprudenza della Corte Suprema americana: è stata analizzata l'evoluzione delle tecniche argomentativi in tema di libertà di espressione: partendo dall'ad hoc balancing e dal definitional balancing si è giunti alla descrizione dei diversi livelli di scrutinio e alla progressiva concettualizzazione delle categorie espressive. Infine nel quarto capitolo si sono messe a confronto le due giurisprudenze: si è potuto così notare che la progressiva categorizzazione del diritto di libertà negli Stati Uniti ha dato esiti maggiormente garantisti, mentre più liberisti in relazione alle concrete dinamiche di formazione del discorso pubblico. Viceversa, in Italia i canoni testuali hanno originato una giurisprudenza più restrittiva quanto al diritto soggettivo e più egualitaria quanto al sistema della libertà di espressione. In ogni caso, entrambe le esperienze evidenziano il ruolo di policy-maker delle Corti costituzionali nei moderni ordinamenti liberal-democratici.
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Cesaro, Virginia <1993&gt. "La disciplina delle Controlled Foreign Companies e la libertà di stabilimento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10791.

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Abstract:
Il seguente lavoro presenta un'analisi aggiornata, sia dal punto di vista giuridico che economico, della disciplina sulle "controlled foreign companies", nell'ambito nazionale, anche alla luce delle modifiche introdotte dalla Legge di Stabilità 2016 (Legge 208/2015). Partendo dal presupposto che la disciplina CFC si applica per cercare di contrastare quelle che sono le elusioni, evasioni fiscali. Per cercare, inoltre, di contrastare la localizzazione di redditi in partecipate estere di soggetti residenti. Il seguente lavoro snocciola tutta la disciplina italiana applicabile alle CFC, analizzando le varie modifiche effettuate e gli eventuali problemi riscontrati, partendo dal soggetto a cui si applica, il concetto di controllo, le esimenti, il credito d’imposta, l’interpello. Analizzando anche i rapporti con l’OCSE aventi ad oggetto la cfc legislation, i rapporti che le cfc rules hanno con le convenzioni internazionali e con il diritto comunitario, con un’analisi della loro compatibilità con le libertà fondamentali di stabilimento e circolazione di capitali, concludendo con l'importantissima sentenza Cadbury Schweppes, che rappresenta un punto fermo in materia di libertà di stabilimento.
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CHIES, ALBERTO. "L'Effettività del Principio di Libertà Sindacale in una Prospettiva Internazionale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3459747.

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Abstract:
Il contributo esamina tutta una serie di strumenti con cui la comunità internazionale cerca di condizionare, de jure o de facto, il rispetto della libertà sindacale all’interno degli ordinamenti nazionali, con riferimento ai paesi in via di sviluppo, ma sempre tenendo presente come l’effettività della libertà sindacale rappresenti una sfida anche per le democrazie liberali. Più specificamente, il contributo si concentra sulla ricognizione degli ostacoli che indeboliscono la capacità dei lavoratori di convertire la propria libertà sindacale in un funzionamento.
The effectiveness of freedom of association from an international perspective
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Miola, Katriina <1986&gt. "La libertà artistica e i limiti giuridici: casi studio di arte provocatoria." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1642.

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GIMELLI, NADIA. "La libertà di religione nel disegno della Costituzione italiana." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2004. http://hdl.handle.net/2108/202223.

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Abstract:
L’art. 19 Cost. garantisce la libertà di religione negli aspetti che essa ha tradizionalmente assunto, cioè come libertà di professare la propria fede religiosa, di farne propaganda e di esercitarne il culto. Ma prima di esaminare le singole facoltà riconosciute dall’articolo 19 Cost., occorre chiedersi anzitutto che cosa si intenda per religione, e, in particolare, da domandarsi se l’ateismo possa o meno essere ricompreso nel nomen iuris della religione e se, anche in mancanza di qualunque norma espressa legislativa che lo sancisca, ricada automaticamente nella sua regolamentazione giuridica sotto la disciplina normativa dettata per assicurare e tutelare la libertà religiosa in un determinato ordinamento giuridico. Dopo essersi posto l’interrogativo se il «buon costume», unico limite esplicitamente previsto nella Costituzione italiana, si riferisca esclusivamente alla sola celebrazione di riti oppure operi anche nei confronti della professione della fede e della propaganda, se ne evidenzia la differente sfera di operatività, rispetto all’omologo limite contenuto nell’art. 21 Cost. per le manifestazioni di pensiero. Altro punto discusso è se le espressioni della libertà religiosa soggiacciano al limite dell’ordine pubblico. Viene, da ultimo, analizzata la figura dell’obiezione di coscienza con particolare riguardo a quella relativa al servizio militare, all’interruzione della gravidanza, alla formula del giuramento nel processo ed, infine, quella relativa alla sperimentazione animale.
Article 19 of Italian Constitution guarantees freedom of religion in its traditional aspects, i.e. freedom of confessing and disseminating one’s faith and of following the worship. However, before considering every single right recognized by article 19 of Italian Constitution, it’s necessary to ask oneself what is meant by “religion” and in particular whether atheism can be accounted in the religion nomen iuris or not and if, missing any other law that sanctions it, atheism happens to be automatically regulated by the law about the freedom of religion in a determined juridical system. Once asked if “morality”, only restriction expressly set by the Italian Constitution, refers exclusively to rites performing or applies both to faith profession and dissemination, it’s highlighted the different sphere of action compared to the analogous restriction belonging to article 21 of the Italian Constitution about the freedom of opinion. Another issue here debated is whether the freedom of religion has to be subjected to public order limitations. Eventually, it’s analysed the institution of conscientious objection with special regard to military service, abortion, wording of the oath in trials and animal testing.
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Gatto, Cosimo Emanuele <1990&gt. "La prevenzione e la risoluzione dei conflitti di giurisdizione nello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9776/1/Gatto_Cosimo%20Emanuele_Tesi.pdf.

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Abstract:
L’elaborato ha ad oggetto lo studio della tematica inerente alla prevenzione e alla risoluzione dei conflitti di giurisdizione tra autorità giudiziarie appartenenti a Paesi membri dell’Unione europea, in presenza di un reato caratterizzato da elementi di transnazionalità. In questi casi è necessario elaborare alcuni canoni idonei a individuare per tempo l’autorità giudiziaria competente a condurre l’attività di accertamento. Tale esigenza sorge a causa della lacunosità ed insufficienza dell’attuale normativa (Decisione quadro 2009/948/GAI) sotto molteplici profili: il riferimento è tanto alla carenza di tassatività e cogenza dei criteri necessari a radicare la giurisdizione in un determinato Stato, quanto all’irrilevanza, nelle dinamiche inerenti alla scelta del foro, dei diritti di difesa dell’indagato. In questa prospettiva, occorre dunque trovare un punto di equilibrio tra le istanze repressive e quelle di tutela dei diritti fondamentali: detto altrimenti, l’esigenza di evitare di prevenire “zone franche” nello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia – anche alla luce della libertà di movimento dei soggetti e dunque dei criminali – non può comportare la lesione della sfera giuridica del cittadino europeo. Il presente lavoro di ricerca, sulla scorta dell'analisi tanto dei principi quanto delle regole attualmente vigenti, si pone l'obiettivo di individuare delle guidelines in linea con il portato garantistico della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea ed efficaci per assolvere il mandato presente all’art. 82, § 1, lett. b) TFUE: ossia di prevenire e risolvere i conflitti di giurisdizione.
This research aims to study the issue of preventing and resolving conflicts of jurisdiction between judicial authorities of EU Member States when faced with transnational crimes. In such cases, it is necessary to spell out criteria that can identify in advance the competent judicial authority. The current legislation (Framework Decision 2009/948/JHA) is not sufficient in many regards: in particular, the current system lacks precision and cogency in the determination of a State’s jurisdiction and puts no value in the individual’s defence rights when establishing the forum. Therefore, in this perspective, it is necessary to find a balance between the repressive instances and the protection of the fundamental rights. In other words, the prevention of "free zones" in the Area of freedom, security and justice – also keeping in mind individuals and criminals freedom of movement – cannot encroach upon the legal sphere of the European citizen. After the analysis of current principles and rules, this thesis aims to identify appropriate guidelines, in line with the guarantee content of the Charter of Fundamental Rights of the European Union and with the effective fulfilling of the mandate of Article 82(1)(b) TFEU: to prevent and resolve conflicts of jurisdiction.
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Bazzocchi, Valentina <1976&gt. "I diritti fondamentali nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/502/1/TesiValentinaBazzocchi.pdf.

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Bazzocchi, Valentina <1976&gt. "I diritti fondamentali nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/502/.

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ANGELUCCI, ANTONIO. "L'associazionismo musulmano in Italia: una sfida per il diritto speciale di libertà religiosa." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/10281/135854.

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Abstract:
L’associazionismo religioso acattolico soffre di una crisi profonda dovuta, essenzialmente, all’assenza di una legge sulla libertà religiosa e, di contro, alla sopravvivenza della legge sui culti ammessi, che risale ad un contesto molto diverso da quello attuale, al biennio 1929-1930. Tale crisi si manifesta nel diffuso fenomeno del mimetismo. In altri termini, il polimorfico associazionismo religioso dell’età contemporanea si nasconde, fruendo degli istituti del diritto civile mascherandosi, pertanto, sotto forme che cultuali non sono, bensì culturali, di promozione sociale, di volontariato, ecc. Nello stesso tempo, tuttavia, le associazioni, che hanno effettivamente finalità di religione e di culto, stanno aumentando, di pari passo con l’accrescersi della complessità del panorama religioso italiano, anche per effetto dell’immigrazione e con la volontà di integrazione. Di fronte al fermento dell’associazionismo religioso, il legislatore è rimasto inerte tant’è che manca, come si scriveva poc’anzi, un testo unico o una legislazione sui culti non cattolici che non sia quella del secolo scorso. Alle omissioni di chi siede in Parlamento “suppliscono”, da un lato, la giurisprudenza, che resta, comunque, tuttora sostanzialmente vincolata alla logica sottesa alla vecchia legge e, dall’altro, con grande difficoltà e imbarazzo, gli enti locali . La tesi di dottorato approfondisce il tema in questione, sia per dar conto del diritto vigente, sia per comprenderne le prospettive anche alla luce di recenti “sperimentazioni” amministrative
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DE, NADAI MARCO. "Libertà di circolazione dei capitali e corporate governance delle società con poteri speciali." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2013. https://hdl.handle.net/11565/4054343.

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D'ANDREA, Patrizio. "La Libertà di ricerca scientifica in ambito biotecnologico. Profili Costituzionali." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2015. http://hdl.handle.net/11392/2388979.

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Abstract:
This Ph.D. thesis is an attempt to verify, throughout the examination of the constitutional freedom of scientific research, the performance of some of the key legal concepts of constitutionalism and to figure out how the modern constitutions react in front of the impact of new technologies. Using italian, european, foreign and international case law, the thesis will attempt to address three fundamental issues. The first is what constitutional protection we have for freedom of scientific research and who can claim that protection. The second is how government can promote the scientific research without abridge the freedom of the scientist. The third is what kind of regulation fit best to the new technologies
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Beltramelli, Giulia <1981&gt. "La fiscalità delle perdite dei gruppi transfrontalieri: tra regimi nazionali e libertà di stabilimento." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7230/1/beltramelli_giulia_tesi_.pdf.

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Abstract:
Caratteristica comune ai regimi di consolidamento previsti dai diversi ordinamenti, è quella di consentire la compensazione tra utili e perdite di società residenti, e, di negare, o rendere particolarmente difficoltosa, la stessa compensazione, quando le perdite sono maturate da società non residenti. La non considerazione delle perdite comporta una tassazione al lordo del gruppo multinazionale, per mezzo della quale, non si colpisce il reddito effettivo dei soggetti che vi appartengono. L’effetto immediato è quello di disincentivare i gruppi a travalicare i confini nazionali. Ciò impedisce il funzionamento del Mercato unico, a scapito della libertà di stabilimento prevista dagli artt. 49-54 del TFUE. Le previsioni ivi contenute sono infatti dirette, oltre ad assicurare a società straniere il beneficio della disciplina dello Stato membro ospitante, a proibire altresì allo Stato di origine di ostacolare lo stabilimento in un altro Stato membro dei propri cittadini o delle società costituite conformemente alla propria legislazione. Gli Stati membri giustificano la discriminazione tra società residenti e non residenti alla luce della riserva di competenza tributaria ad essi riconosciuta dall’ordinamento europeo in materia delle imposte dirette, dunque, in base all’equilibrata ripartizione del potere impositivo. In assenza di qualsiasi riferimento normativo, va ascritto alla Corte di Giustizia il ruolo di interprete del diritto europeo. La Suprema Corte, con una serie di importanti pronunce, ha infatti sindacato la compatibilità con il diritto comunitario dei vari regimi interni che negano la compensazione transfrontaliera delle perdite. Nel verificare la compatibilità con il diritto comunitario di tali discipline, la Corte ha tentato di raggiungere un (difficile) equilibrio tra due interessi completamenti contrapposti: quello comunitario, riconducibile al rispetto della libertà di stabilimento, quello degli Stati membri, che rivendicano il diritto di esercitare il proprio potere impositivo.
A common feature of all consolidation regimes provided by different jurisdictions is that they allow the offsetting of gains and losses of resident companies, while denying or making it particularly difficult to be granted the same right to compensation when losses are suffered by non-resident companies. Not being able to take into consideration such losses lead gross taxation of cross-border groups, through which it is not possible to tax the actual income of the companies belonging to that group. The immediate effect is to reduce incentives for groups to expand beyond national borders. This prevents the proper functioning of the single market, to the detriment of the freedom of establishment provided for in Articles 49-54 TFUE. Those provisions aim at giving foreign companies the benefit of the rules of the host Member State and at prohibiting the State of origin from hindering the establishment of its nationals or of the companies which have been set up under its laws in another Member State. Member States continue to justify the discrimination between residents and non-residents in light of their fiscal sovereignty in the field of direct taxation, basically by resorting to the balanced allocation of taxing rights. In the absence of any legal framework, it is up to the Court of Justice to interpret European law. With a series of important decisions, the Court has verified the compatibility of the different national regimes denying the cross-border carrying of losses with EU law. In its decisions, the Court has always looked for a (difficult) balance between freedom of establishment and a proper allocation of taxing rights.
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Beltramelli, Giulia <1981&gt. "La fiscalità delle perdite dei gruppi transfrontalieri: tra regimi nazionali e libertà di stabilimento." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7230/.

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Abstract:
Caratteristica comune ai regimi di consolidamento previsti dai diversi ordinamenti, è quella di consentire la compensazione tra utili e perdite di società residenti, e, di negare, o rendere particolarmente difficoltosa, la stessa compensazione, quando le perdite sono maturate da società non residenti. La non considerazione delle perdite comporta una tassazione al lordo del gruppo multinazionale, per mezzo della quale, non si colpisce il reddito effettivo dei soggetti che vi appartengono. L’effetto immediato è quello di disincentivare i gruppi a travalicare i confini nazionali. Ciò impedisce il funzionamento del Mercato unico, a scapito della libertà di stabilimento prevista dagli artt. 49-54 del TFUE. Le previsioni ivi contenute sono infatti dirette, oltre ad assicurare a società straniere il beneficio della disciplina dello Stato membro ospitante, a proibire altresì allo Stato di origine di ostacolare lo stabilimento in un altro Stato membro dei propri cittadini o delle società costituite conformemente alla propria legislazione. Gli Stati membri giustificano la discriminazione tra società residenti e non residenti alla luce della riserva di competenza tributaria ad essi riconosciuta dall’ordinamento europeo in materia delle imposte dirette, dunque, in base all’equilibrata ripartizione del potere impositivo. In assenza di qualsiasi riferimento normativo, va ascritto alla Corte di Giustizia il ruolo di interprete del diritto europeo. La Suprema Corte, con una serie di importanti pronunce, ha infatti sindacato la compatibilità con il diritto comunitario dei vari regimi interni che negano la compensazione transfrontaliera delle perdite. Nel verificare la compatibilità con il diritto comunitario di tali discipline, la Corte ha tentato di raggiungere un (difficile) equilibrio tra due interessi completamenti contrapposti: quello comunitario, riconducibile al rispetto della libertà di stabilimento, quello degli Stati membri, che rivendicano il diritto di esercitare il proprio potere impositivo.
A common feature of all consolidation regimes provided by different jurisdictions is that they allow the offsetting of gains and losses of resident companies, while denying or making it particularly difficult to be granted the same right to compensation when losses are suffered by non-resident companies. Not being able to take into consideration such losses lead gross taxation of cross-border groups, through which it is not possible to tax the actual income of the companies belonging to that group. The immediate effect is to reduce incentives for groups to expand beyond national borders. This prevents the proper functioning of the single market, to the detriment of the freedom of establishment provided for in Articles 49-54 TFUE. Those provisions aim at giving foreign companies the benefit of the rules of the host Member State and at prohibiting the State of origin from hindering the establishment of its nationals or of the companies which have been set up under its laws in another Member State. Member States continue to justify the discrimination between residents and non-residents in light of their fiscal sovereignty in the field of direct taxation, basically by resorting to the balanced allocation of taxing rights. In the absence of any legal framework, it is up to the Court of Justice to interpret European law. With a series of important decisions, the Court has verified the compatibility of the different national regimes denying the cross-border carrying of losses with EU law. In its decisions, the Court has always looked for a (difficult) balance between freedom of establishment and a proper allocation of taxing rights.
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RE, JACOPO. "La legge applicabile al contratto internazionale in mancanza di scelta delle parti: criteri di collegamento e approcci a confronto." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2012. https://hdl.handle.net/11565/4054296.

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Maestro, Adriana [Verfasser], Marco Giuseppe Antonio [Akademischer Betreuer] Di, and Axel [Akademischer Betreuer] Bühler. "“Valore” e “Scelta”: Possibilità Libertà e Storia in Max Weber / Adriana Maestro. Betreuer: Giuseppe Antonio Di Marco ; Axel Bühler." Düsseldorf : Universitäts- und Landesbibliothek der Heinrich-Heine-Universität Düsseldorf, 2012. http://d-nb.info/1021781398/34.

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36

RESTA, VALENTINA. "Società digitale e libertà religiosa." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/215.

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Abstract:
Gli sviluppi tecnologici vissuti nell'ultimo quarto di secolo hanno determinato forti mutamenti non solo nella materialità dell'esistere, ma anche nella dimensione spirituale della persona. L'avvento della cittadinanza digitale ha obbligato ad un ripensamento del catalogo dei diritti e delle forme di esercizio degli stessi. La libertà religiosa, tanto nella sua dimensione individuale quanto in quella associata non solo ha subito l'influenza di tali cambiamenti, ma si è dimostrata in molti casi settore privilegiato per verificare la validità delle nuove forme di governo derivanti dallo sviluppo sempre più massiccio delle tecnologie informatiche. A partire, dunque, da un ripensamento dei rapporti tra diritto e religione sono stati individuati alcuni settori specifici di analisi al cui interno saggiare le nuove forme di governo elettronico, per comprendere le nuove declinazioni del diritto di libertà religiosa nella società digitale. Tali settori sono: la presenza delle confessioni nel sistema della stampa nazionale; il nuovo mondo di Internet e le problematiche connesse alla tutela dei marchi e del sentimento religioso; la presenza delle confessioni religiose nel sistema radio televisivo; la tutela dei dati sensibili religiosi nel nuovo Codice sulla privacy.
Last 25 years, technological developments have determined very important changes both on the material side and on the spiritual one of the people. The introduction of digital citizenship has obliged to rethink the bunch of rights and the way to apply them. The religious freedom, both individually and in association, has suffered the effects of these changes, but moreover has been a preferred sector where testing new governance rules needed to manage the innovations due to constantly increasing presence of information technologies in day by day life. Therefore, starting from a deep rethinking of the relationships between law and religion, some sectors of analysis, where testing new electronic governance rules, has been identified, in order to understand new evolutions of religious freedom rights in the digital society. These sectors are: presence of religious denominations in the national press; Internet world and issues related both to the trademark management and to religious sentiments; presence of religious denominations in radio-TV system; protection of religious sensitive personal data in agreement with the new privacy Code.
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Rizzo, Maria Livia <1985&gt. "Modelli e strumenti di supporto alla scelta informata del paziente: un argine alla medicina difensiva." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6929/1/Rizzo_MariaLivia_tesi.pdf.

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Abstract:
L’aumento esponenziale del contenzioso medico-legale – originatosi negli USA negli anni Sessanta in proporzioni tali da far parlare di medical liability crisis, e sviluppatosi in Italia a partire dalla metà degli anni Ottanta – ha comportato e continua a comportare, unitamente ad altre conseguenze negative, il ricorso sempre più frequente dei sanitari alle pratiche di medicina difensiva, con elevatissimi costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale dovuti alla sovrabbondanza di trattamenti e ricoveri inutili e di procedure diagnostiche invasive non necessarie, peraltro produttive di stress emotivo nei pazienti. La causa dell’aumento della litigiosità deve essere ricercata in buona parte nella relazione medico-paziente, in particolar modo con riferimento al momento informativo che precede l’acquisizione del consenso informato al trattamento clinico. In Italia, i limiti che per lo più caratterizzano gli studi riguardanti il consenso informato derivano principalmente dal fatto che essi tendono a focalizzarsi unicamente sulla componente scritta del medesimo. Il fulcro del consenso informato, invece, deve ritenersi rappresentato da una comunicazione tra sanitario e paziente relativa ad un trattamento proposto ed alle possibili alternative, alla non sottoposizione ad alcun trattamento e ai rischi e benefici di ciascuna di queste opzioni. In un tale contesto il tema della comunicazione tra il professionista e la persona assistita sta suscitando interesse poiché ci si aspetta che esso conduca a miglioramenti degli outcome dei pazienti e alla diminuzione delle denunce da parte di questi ultimi per casi di responsabilità sanitaria. La maggiore attenzione al rapporto medico - paziente ha fatto emergere il bisogno di migliorare e potenziare le abilità comunicative dei medici, in un’ottica in cui il momento comunicativo possa essere percepito dal professionista come fulcro del rapporto medico-paziente, nella prospettiva di una elaborazione di strategie di prevenzione e contrasto ai fenomeni di medicina difensiva.
The exponential increase of medico-legal claims - originated in the USA in the sixties in such proportions as to talk of medical liability crisis, and developed in Italy since the mid-eighties - has led and continues to lead, together with other negative consequences, to the more frequent use of health care practices of defensive medicine, with very high costs to the NHS due to the overabundance of unnecessary treatments and hospitalizations, and worthless invasive diagnostic procedures, which generate emotional distress in patients. The cause of the increase in litigation is to be found largely in the doctor-patient relationship, especially with reference to the information that precedes the acquisition of the informed consent for clinical treatment. In Italy, the limits which mostly characterize the studies regarding informed consent derive mainly from the fact that they tend to focus solely on the written component of the same. The focus of informed consent, however, must be considered represented by a communication between healthcare and patient concerning a proposed treatment and its possible alternatives, to not subjecting the patient to any treatment, and the risks and benefits of each of these options. In such a context, the issue of communication between the physician and the patient is attracting interest because it is expected that it will lead to improvements in patient outcomes and to fewer malpractice claims. The increased attention to the doctor - patient relationship has highlighted the need to improve and enhance the communication skills of doctors, in a perspective in which the time dedicated to communication can be perceived by the professional as the core of the doctor-patient relationship, with a view to developing strategies to prevent the phenomena of defensive medicine.
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Rizzo, Maria Livia <1985&gt. "Modelli e strumenti di supporto alla scelta informata del paziente: un argine alla medicina difensiva." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6929/.

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Abstract:
L’aumento esponenziale del contenzioso medico-legale – originatosi negli USA negli anni Sessanta in proporzioni tali da far parlare di medical liability crisis, e sviluppatosi in Italia a partire dalla metà degli anni Ottanta – ha comportato e continua a comportare, unitamente ad altre conseguenze negative, il ricorso sempre più frequente dei sanitari alle pratiche di medicina difensiva, con elevatissimi costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale dovuti alla sovrabbondanza di trattamenti e ricoveri inutili e di procedure diagnostiche invasive non necessarie, peraltro produttive di stress emotivo nei pazienti. La causa dell’aumento della litigiosità deve essere ricercata in buona parte nella relazione medico-paziente, in particolar modo con riferimento al momento informativo che precede l’acquisizione del consenso informato al trattamento clinico. In Italia, i limiti che per lo più caratterizzano gli studi riguardanti il consenso informato derivano principalmente dal fatto che essi tendono a focalizzarsi unicamente sulla componente scritta del medesimo. Il fulcro del consenso informato, invece, deve ritenersi rappresentato da una comunicazione tra sanitario e paziente relativa ad un trattamento proposto ed alle possibili alternative, alla non sottoposizione ad alcun trattamento e ai rischi e benefici di ciascuna di queste opzioni. In un tale contesto il tema della comunicazione tra il professionista e la persona assistita sta suscitando interesse poiché ci si aspetta che esso conduca a miglioramenti degli outcome dei pazienti e alla diminuzione delle denunce da parte di questi ultimi per casi di responsabilità sanitaria. La maggiore attenzione al rapporto medico - paziente ha fatto emergere il bisogno di migliorare e potenziare le abilità comunicative dei medici, in un’ottica in cui il momento comunicativo possa essere percepito dal professionista come fulcro del rapporto medico-paziente, nella prospettiva di una elaborazione di strategie di prevenzione e contrasto ai fenomeni di medicina difensiva.
The exponential increase of medico-legal claims - originated in the USA in the sixties in such proportions as to talk of medical liability crisis, and developed in Italy since the mid-eighties - has led and continues to lead, together with other negative consequences, to the more frequent use of health care practices of defensive medicine, with very high costs to the NHS due to the overabundance of unnecessary treatments and hospitalizations, and worthless invasive diagnostic procedures, which generate emotional distress in patients. The cause of the increase in litigation is to be found largely in the doctor-patient relationship, especially with reference to the information that precedes the acquisition of the informed consent for clinical treatment. In Italy, the limits which mostly characterize the studies regarding informed consent derive mainly from the fact that they tend to focus solely on the written component of the same. The focus of informed consent, however, must be considered represented by a communication between healthcare and patient concerning a proposed treatment and its possible alternatives, to not subjecting the patient to any treatment, and the risks and benefits of each of these options. In such a context, the issue of communication between the physician and the patient is attracting interest because it is expected that it will lead to improvements in patient outcomes and to fewer malpractice claims. The increased attention to the doctor - patient relationship has highlighted the need to improve and enhance the communication skills of doctors, in a perspective in which the time dedicated to communication can be perceived by the professional as the core of the doctor-patient relationship, with a view to developing strategies to prevent the phenomena of defensive medicine.
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Mameli, Giovanni <1976&gt. "Aiuti di Stato e coerenza dei sistemi tributari tra non discriminazione, libertà economiche e territorialità." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/776/1/Tesi_Mameli_Giovanni.pdf.

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Mameli, Giovanni <1976&gt. "Aiuti di Stato e coerenza dei sistemi tributari tra non discriminazione, libertà economiche e territorialità." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/776/.

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Tomasi, L. "La tutela comunitaria della vita familiare tra mercato interno e spazio di libertà, sicurezza e giustizia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2007. http://hdl.handle.net/2434/52020.

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Abstract:
The thesis inquires into the features of EC regulation of family relationships. Respect for family life is a fundamental right recognised by the European Union. Protection of family life arises as a spill-over effect of EC free movement, immigration and sex equality law. It also constitutes an object of EC private international law. Legislation and case-law demonstrate the emergence of a principle of respect throughout the Member States of the European citizens personal and family status as a condition for effective free movement. Such a principle may prevent the application of national laws denying recognition of a family status acquired in another Member State. However, the recognition of status may be inhibited by the necessity to protect general interests of the Member States, whose legitimacy is to be assessed by the European Court of Justice. The principle of recognition of status also deserves a role within the enactment of EC private international law in family matters under art. 65 EC. In conclusion, EC action in family matters is aimed at promoting mutual recognition of family status between the Member States, rather than at harmonising family laws
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42

FERRERO, MATTIA FRANCESCO. "La Santa Sede ed il processo di Helsinki: la lotta per la libertà religiosa." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/214.

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Abstract:
La tesi esamina la partecipazione della Santa Sede alla Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (ora Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), concentrandosi sui documenti riguardanti la libertà religiosa. Premesse le circostanze geo-politiche che hanno portato alla convocazione della Conferenza e la posizione vaticana antecedente ad essa, vengono analizzati i lavori della Conferenza di Helsinki nonché delle Riunioni sui Seguiti di Belgrado, Madrid e Vienna. Inoltre, viene illustrata la trasformazione ed istituzionalizzazione della Conferenza e, quindi, l'attività dell'OSCE nell'ambito della dimensione umana dell'OSCE, esaminando le procedure e i meccanismi istituiti per la verifica degli impegni. Infine, viene preso in considerazione il programma promosso dall'OSCE sulla tolleranza e la non discriminazione verso gli appartenenti alle confessioni religiose.
The thesis investigates the Holy See's participation in the Conference for Security and Cooperation in Europe (now Organization for the Security and Cooperation in Europe), focusing on documents about religious freedom. After a brief description of the geo-politic scenery that brought to the Conference and the Holy See's position, the thesis analyzes the Helsinki Conference's works and thereafter the Follow-up Meetings of Belgrade, Madrid and Vienna. The thesis examines also the Conference's transformation and institutionalization and, then, the OSCE activity in the human dimension, focusing on procedures and mechanisms provided for the commitments' implementation. Finally, the thesis investigates the OSCE program for tolerance and non discrimination to religions' members.
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REMIDA, VALENTINA. "Libertà di associazione sindacale e diritto di sciopero : l'impatto degli international labour standards a livello nazionale ed europeo." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1251.

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Abstract:
La tesi studia l’impatto degli standard internazionali sulla libertà di associazione sindacale negli ordinamenti nazionali e a livello europeo, al fine di verificare se essi favoriscano un innalzamento del livello di tutela dei diritti sociali collettivi. La ricerca parte dallo studio delle fonti Oil sulla libertà di associazione, considerata diritto fondamentale da promuovere universalmente, e dalla qualificazione dello sciopero come suo “corollario intrinseco” operata dagli organi di controllo dell’organizzazione. Si sofferma poi sull’utilizzo degli international labour standards da parte dei giudici di diversi ordinamenti e sul fenomeno della cooperazione tra autorità giurisdizionali e organismi non giudiziari specializzati. In particolare, la ricerca prende in esame alcune pronunce della Corte europea per i diritti dell’uomo, come Demir e Enerji Yapi, in cui gli strumenti Oil, insieme alla Carta sociale europea e alle decisioni del Comitato per i diritti sociali, sono stati impiegati per ampliare il contenuto dell’art.11 Cedu, includendovi il diritto di contrattazione e azione collettiva. Alla luce delle modifiche introdotte dal Trattato di Lisbona, successive alle sentenze Viking e Laval, si considera se e in che modo gli standard Oil e la giurisprudenza di Strasburgo possano avere un impatto positivo sull’Ue, stimolando un bilanciamento più equilibrato tra diritti sociali e libertà economiche.
The thesis analyses the impact of international labour standards about freedom of association on national legal systems and on the European level, to verify if they can reinforce the protection of collective social rights. The research starts from a survey of ILO sources on freedom of association, considered as a fundamental right to be promoted universally, and from the definition, provided by the supervisory bodies, conceiving strike as an “intrinsic corollary” of the right to organize. The thesis focuses on the use of international labour standards by judges in the context of the cooperation among judiciary authorities and quasi-judicial specialized bodies. In particular, the research considers some judgments of the European Court of Human Rights, as Demir and Enerji Yapi, where ILO instruments, together with the European Social Charter and the decisions of the European Committee of Social Rights, were used to extend the scope of art. 11 ECHR so as to cover the right to collective bargaining and collective action. In the light of the Lisbon Treaty modifications, the thesis considers, after the ECJ rulings in the Viking and Laval cases, if and how ILO standards and the recent ECHR case-law may have a positive impact on EU, stimulating a fairer balancing between economic freedoms and social rights.
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CHIARENZA, ANTONELLA. "La libertà di stabilimento in ambito europeo e la tutela dei diritti dei lavoratori." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2011. http://hdl.handle.net/11566/241912.

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Abstract:
Le riflessioni che costituiscono la presente tesi di dottorato hanno come origine due casi concreti (noti come Viking e Laval) che pongono all’attenzione della Corte di Lussemburgo il problema del conflitto tra libertà economiche (la libera prestazione di servizi nel caso Laval, la libertà di stabilimento nel caso Viking) e diritti sociali (il diritto ad un’azione collettiva, articolatosi, nello specifico in quello di sciopero nel primo caso e nel boicottaggio nel secondo) e, dunque, tra diritti che sono espressione di due centri contrapposti di interessi (le imprese ed i lavoratori). Di fronte a casi come quelli oggetto delle suddette pronunce, il giudice comunitario realizza, in un quadro normativo non chiaro ed univoco in cui non esiste una norma precisa sulla base della quale risolvere e decidere tali conflitti, un’opera ermeneutica apparentemente equilibrata ma sostanzialmente conservatrice del primato economico che da sempre ha animato la nascita dell’Europa. Queste pronunce rappresentano il pretesto per iniziare a riflettere attorno al rapporto, ancora più vasto, tra libertà economiche e diritti sociali, secondo una prospettiva sovranazionale particolare, come quella europea, di cui occorre necessariamente tener conto e coglierne le peculiarità rispetto ad altre dimensioni d’indagine. Dopo aver brevemente introdotto, dunque, le specificità del contesto europeo rispetto a quelli nazionali, con particolare riferimento a quello italiano, l’attenzione si è poi rivolta alla libertà di stabilimento ed ai diritti dei lavoratori; in particolare, in entrambi i casi, è possibile rintracciare una dimensione patrimoniale e che non patrimoniale. Evidentemente, gli aspetti di criticità si presentano quando le anime economiche di entrambi i diritti si incontrano e si scontrano. La casistica da cui sono iniziate le mie riflessioni ha evidenziato, sin da subito, il lato diabolico della libertà di stabilimento nel momento in cui, spogliatasi delle proprie apparenze, viene esercitata per sfruttare le naturali diseguaglianze territoriali tra le tutele nazionali dei lavoratori europei (e non solo). Ecco che allora la concorrenza economica si attua attraverso quella giuridica, esprimendo la propria incapacità a competere con gli ordinari e classici strumenti di competitività ed appetibilità sul mercato; a sua volta, la concorrenza tra norme esprime un diverso livello di giuridicità degli stati. In relazione alla libertà di stabilimento, si pone poi il problema di verificare fino a quando è possibile realizzare un esercizio legittimo della stessa e dove, invece, si apre una prospettiva di un suo abuso; il confronto poi con l’art. 41 Cost. ha rappresentato un utile suggerimento verso un esercizio prudente e non selvaggio della libertà di cui trattasi. L’analisi dei diritti dei lavoratori si è svolta in un’ottica comparativa tra il quadro normativo italiano e quello europeo, cogliendo come il carattere meno forte delle fonti di diritto europeo lascia meno spazio alla dimensione giuridica che solo recentemente sta rivendicando il proprio “status” e la propria importanza. La consapevolezza dell’esistenza delle due inseparabili anime, patrimoniale e non, che coesistono all’interno di ciascun diritto, evidenzia l’importanza di un collegamento autentico e veritiero tra le norme sostanziali e quelle procedurali; la norma di carattere processuale, infatti, nel momento in cui individua la lex da applicare al caso di esercizio della libertà di stabilimento, effettua una scelta che si riflette anche sull’essenza più intima dei diritti della persona. Lungo queste riflessioni si apre, così, l’ultima questione, “quale economia per quale diritto del lavoro o quale diritto del lavoro per quale economia”, nell’idea che sia possibile articolare funzionalmente il discorso; ma la risposta che ad essa verrà data sarà del tutto diversa dalle opzioni prospettate, mostrando con un’espressione sintetica, alla quale si rinvia, l’opzione preferibile a cui sono pervenuta all’esito della presente ricerca.
The considerations of this doctoral dissertation originate from two legal cases (known as Viking and Laval) that submit to the Court of Luxembourg the conflict between economic freedoms and social rights and, therefore, between two opposite interests (companies and workers). For lack of specific rules, the European judge solves such cases in a way that seems balanced to all appearances, but that in effect recognizes the economic supremacy which is at the root of the foundation of the European community. These rulings represent the opportunity to begin to think about the relationship between social rights and economic freedoms in a particular dimension as the European one. After explaining the main differences between the European contest and the national ones, in particular the Italian situation, I analysed the settlement’s freedom and workers’rights: in both cases it is possible to specify a patrimonial and a non-patrimonial dimension. The critical moment occurs when the patrimonial spirits of these rights come into conflict. The survey on which my dissertation is based shows from the very beginning the diabolic face of settlement’s freedom on all cases when it is exerted in order to exploit the territorial differences between workers’ national tutelage. In this case the economic competition is fulfilled through the juridical competition and expresses its incapacity to act with ordinary instruments; the juridical competition in its turn expresses a different juridical level between the countries. Also, there is a question concerning the settlement’s freedom: when is it possible a legitimate exercise of it, and when is there an abuse? The awareness of the two inseparable components that coexist in every law – the patrimonial and the non-patrimonial one – points out the importance of a true connection between substantial and procedural rules: the rule that establishes the law to be applied in the case of settlement’s freedom ends up causing consequences on individual rights. After these considerations we come to the last question: which economy for which labour law or which labour law for which economy; but the answer is completely different from the options that have been proposed and represents the outcome of my research and the conclusion of my doctoral dissertation.
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Gonzato, Alessandro Maria <1981&gt. "La libertà di stabilimento delle società nel diritto dell'Unione Europea : "stato dell'arte" e prospettive per il futuro." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1131.

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Abstract:
La tesi ha per oggetto il principio della libertà di stabilimento delle società nel diritto dell'Unione Europea. Il principio, sancito dal Trattato di Roma più di cinquantanni or sono, ha sollevato nel corso del tempo importanti questioni applicative, alimentando costantemente il dibattito dottrinale e giurisprudenziale. L'analisi è stata condotta orientando la ricerca principalmente lungo due direttrici: la prima, volta a tracciare una riflessione sistematica sulle complesse problematiche connesse alla mobilità delle società nel mercato interno dell'Unione; la seconda diretta a fornire elementi di comprensione dello stato attuale del difficile processo di armonizzazione del diritto societario europeo, anche con riferimento agli effetti di sperimentata competizione tra ordinamenti. Con riguardo al primo filone, viene proposto un quadro espositivo che parte dall'analisi della normativa comunitaria, dalle direttive di armonizzazione societaria ai regolamenti che hanno introdotto i principali modelli societari europei, fino a giungere alla trattazione dei casi posti dalla disciplina in oggetto sul versante del diritto internazionale privato. Vengono così esposte le teorie dell'incorporazione e della sede reale, come operanti all'interno dei vari ordinamenti e i relativi criteri di collegamento nella disciplina internazionalprivatistica, sulla scorta delle più importanti pronunce giurisprudenziali della Corte di Giustizia dell'Unione Europea e dei Tribunali nazionali. Muovendo l'orizzonte di analisi ad ulteriori forme societarie operanti nel territorio dell'Unione, ossia le società bancarie, finanziarie ed assicurative, lo spettro di indagine sulla mobilità transfrontaliera si è allargato ulteriormente, contribuendo al confronto con un diverso sistema di regole. Infatti, in tali settori, la libertà di stabilimento, operando attraverso il solo stabilimento secondario e scontando un apparato autorizzativo all'attività intracomunitaria ampiamente regolamentato, risulta peculiare rispetto a quanto succede invece per le società aventi ad oggetto lo svolgimento di attività diverse. Tale impostazione permette, alla fine del lavoro, di compiere un tentativo di sintesi del percorso intrapreso, su opposti versanti, dalla disciplina delle società con riguardo alla loro attività trasfrontaliera in regime di stabilimento; la traccia così segnata offre altresì la possibilità di delineare prospettive orientate alla risoluzione delle questioni ancora aperte, sia in termini di risultati normativi, sia in materia di scelta di una tecnica regolatoria utile al raggiungimento di tali risultati.
The subject of the present thesis is the principle of freedom of establishment under EU company law. This principle has involved relevant questions concerning its application within the internal market since the entering into force of the EC Treaty. Freedom of establishment has also generated a long debate over the last fifty years, in doctrine papers as well as in EU Court of Justice' judgements.The discussion on the principle of freedom of establishment is mainly related to the companies’ mobility in Europe. Secondly, the process between harmonization and liberalisation in EU company law has to be further devoloped, considering also the risks of “forum shopping” between EU member states. Referring to the mobility of companies in Europe, analysis has been enlarged with the discussion about european directives (i.e. Merger Directive 2005/56/CE) concerning the right to exercize mobility from one member state to another, european company statutes (i.e. SE), the proposal of “fourteenth directive” and European Private Company (SPE). The mobility of companies in EU implies international law matter referred to the important choice between “incorporation theory” or “real seat theory” as criteria in transferring company seat, and in cross-boarder mergers among industrial and commercial companies. Comparison between the above-mentioned subject of mobility in Europe with the freedom of establishment's principle, as defined in banking, insurance and financial law, is common so as to stress an in-depth difference in the legislative approach: registered office and administrative office must be positioned in the same member state, european authorisation admitted by the country of origin, establishing branches in other member states. The aforesaid conceptual framework allows to formulate some conclusions based on the right of free establishment next upgrade and fixing perspectives on balance between harmonisation and liberalisation in European company law.
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MILELLA, ROSANNA. "Il diritto di difesa dei non abbienti." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/665.

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Abstract:
La tesi tratta della difesa dei non abbienti, tutelata a livello costituzionale come diritto a prestazioni. Nell'affrontare lo studio, viene operata, in via preliminare, una distinzione tra la particolare tipologia di garanzie costituzionali cui la fattispecie in esame appartiene e l’indeterminato genus dei c.d. "diritti sociali". Successivamente si procede all’analisi delle analogie e delle differenze tra diritti a prestazioni e diritti di libertà, anche sotto il profilo della loro diversa operatività, conseguente alla riconducibilità dei primi alla categoria c.d. “norme programmatiche”. In tale sede viene, altresì, esaminato il particolare rapporto di strumentalità che lega le prestazioni alle libertà e, infine, la diversa portata dei diritti a prestazioni e del principio stabilito nell’art. 3, comma II, della Costituzione. Allo scopo, poi, di identificare i “non abbienti” tutelati dall’art. 24, III comma, Cost., si effettua un confronto tra i termini adoperati dal Costituente per determinare l’ambito soggettivo di riferimento dei diversi diritti a prestazioni. In tale direzione, peraltro, si procede lasciando sullo sfondo le ipotesi in cui titolare dell’obbligo non sia la Repubblica, così come quelle in cui il presupposto dell’intervento pubblico non sia l'inadeguatezza dei mezzi economici dei destinatari. Il rapporto di strumentalità che, come precedentemente rilevato, intercorre tra prestazioni e libertà, determina poi la necessità di studiare questo secondo diritto quale oggetto del primo. E ciò essenzialmente sotto il profilo concettuale, atto ad individuare la difesa distinguendola dall’azione, a verificare i loro rapporti e il rispettivo regime costituzionale. Da ultimo, viene affrontato il tema dell'attuazione legislativa del terzo comma dell'art. 24, avendo riguardo sia all'evoluzione storica sia, nelle linee generali, all'attuale quadro normativo. Ciò peraltro ha dato modo di riscontrare, nella disciplina della materia, numerose problematiche di rilevanza costituzionale. Nell’illustrare brevemente le questioni principali, è sembrato opportuno soffermarsi, in particolare, su quella dell’assunzione dei redditi del nucleo familiare anziché quelli del solo interessato, quale presupposto per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato; ciò anche in considerazione delle limitazioni che una simile scelta legislativa comporta per il diritto individuale.
The thesis treats of the defence of not-wealthy people, guaranteed as a constitutional right to receive aids. Approaching the study, it’s operated, previously a distinction between the particular typology of constitutional guarantees represented from the rights to receive aids and the indeterminate category of the so-called "social rights". The work proceeds analysing similarities and differences between rights to receive aids and rights of freedom, even in terms of their different legal effects, resulting from the belonging of the first category to the one of the so-called "programmatic rules". Here is also considered the instrumental relationship that binds rights of freedom and rights to receive aids and, finally, the different effects of the last category and the principle set out in art. 3, paragraph II of the Constitution. In order to identify not-wealthy people protected by art. 24, paragraph III, Constitution, it’s performed a comparison among the terms used by the Constituent Assembly to determine the subjective reference of the various rights to receive aids. In this direction, however, it proceeds, living out the cases whom doesn’t provide the Republic, as well as those where the condition of public intervention is not the inadequacy of economic resources. The instrumental relationship between rights to receive aids and freedom determines the need to study this second right as the object of the first one, especially in the conceptual perspective, to identify the differences between action and defence, their relationship and their constitutional guarantees. Finally, the study focuses on the legislative implementation of the third paragraph of art. 24, considering the historical perspective as well as the current discipline. At the time it’s been necessary to examine the problems concerning the conformity of the discipline of the subject to the constitutional guarantees. In particular it seemed appropriate to focus on the decision to refer to the familiar resources instead of the individual ones in regulating the legal aid.
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Gimigliano, Silvia. "Il diritto all'oblio del condannato penale." Doctoral thesis, Università del Piemonte Orientale, 2022. http://hdl.handle.net/11579/144263.

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Abstract:
Lo scritto, articolato in quattro capitoli, si propone di analizzare il diritto all'oblio in rapporto alla figura del condannato penale. Quando ne è titolare quest'ultimo, tale diritto pone, infatti, temi e problemi peculiari, meritevoli di autonoma disamina. Il primo capitolo, di taglio introduttivo, è finalizzato all'individuazione delle direttrici di ricerca: la ricognizione di contenuti e caratteristiche generali della posizione soggettiva consente di cogliere, in controluce, le specificità che caratterizzano il diritto all'oblio (del reato e) della condanna, oggetto di approfondimento nei capitoli successivi. Segnatamente, il secondo capitolo è dedicato al conflitto con altre situazioni giuridiche, con particolare riguardo al tema del bilanciamento normativo e giurisprudenziale, mentre il terzo ha ad oggetto il rapporto con principi ed istituti penali, fra i quali spiccano il principio rieducativo sancito dall'art. 27, co.3, Cost. e le cause estintive della pena. Nel quarto capitolo si formulano, infine, conclusioni motivate, mettendo in evidenza, per un verso, la natura fragile - eppure non debole --- della declinazione in esame, e, per altro verso, l'insufficienza delle definizioni "classiche" di oblio con riferimento alla figura del condannato
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VOLPI, MATTIA. "Tocqueville tra repubblicanesimo aristocratico e dispotismo democratico. Libertà e uguaglianza nella filosofia politica di Alexis de Tocqueville." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/993351.

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Abstract:
Il lavoro si propone di approfondire il pensiero politico di Alexis de Tocqueville, evidenziando come, dietro le aporie della sua riflessione sulle società democratiche, sia in realtà presente una critica molto forte alla Modernità intesa come fenomeno non soltanto politico, ma più in generale antropologico. Allontanandomi dalle letture che vedono in Tocqueville un sostenitore del liberalismo, mi propongo pertanto di evidenziarne la sua critica della società borghese, le cui contraddizioni sarebbero destinate a restare irrisolte e a imprigionare il cittadino moderno in nuove e più temibili forme di schiavitù.
The work aims to deepen the political thought of Alexis de Tocqueville, highlighting how, behind the aporias of his reflection on democratic societies, there is actually a very strong criticism of Modernity understood as a phenomenon not only political, but more generally anthropological. Moving away from the readings that see Tocqueville as a supporter of liberalism, I propose to highlight his criticism of bourgeois society, whose contradictions would be destined to remain unsolved and to imprison the modern citizen in new and more formidable forms of slavery.
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ANGELUCCI, ANTONIO. "L'ASSOCIAZIONISMO MUSULMANO IN ITALIA: UNA SFIDA PER IL DIRITTO SPECIALE DI LIBERTA' RELIGIOSA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/225440.

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Abstract:
Le associazioni, che hanno finalità di religione e di culto, stanno crescendo, di pari passo con l’immigrazione e con la volontà di integrazione. Di fronte al fermento dell’associazionismo religioso, il legislatore è rimasto inerte tant’è che manca un testo unico o una legislazione sui culti non cattolici e si fa tuttora ricorso a quella del 1929-1930. Nella tesi si approfondisce il tema dell'associazionismo religioso in generale e di quello musulmano in particolare, sia per dar conto del diritto vigente sia per comprendere quali prospettive si possono delineare. Nel primo capitolo si fanno alcune considerazioni introduttive, illustrando le tracce interpretative seguite e il punto di partenza del lavoro. Nel secondo si dà conto del quadro costituzionale di riferimento. Nel terzo capitolo si illustrano le forme dell’associazionismo religioso nel diritto speciale e nel diritto comune; quindi, si tenta una definizione di confessione e di associazione oltre che di autonomia confessionale e negoziale. Nel quarto capitolo si prende atto degli strumenti civilistici utilizzati dalle associazioni musulmane per sfuggire alla “trappola” della legge sui culti ammessi, analizzando alcuni statuti di associazioni musulmane, indicando gli errori più comuni da evitare e tentando poi di proporne uno da cui si evinca con trasparenza il fine di religione e di culto. Si chiude poi con una riflessione sulla struttura giuridica di una possibile federazione di associazioni musulmane. Nel quinto capitolo, infine, si e' dato spazio a recenti aperture, ovvero all’esperienza del Comune di Milano che, nel luglio 2012, ha istituito l’Albo delle Associazioni e Organizzazioni religiose, a significare l’importanza del fenomeno associativo religioso nella realtà territoriale locale. In conclusione, si ipotizza una risposta alla domanda se l'associazionismo musulmano sia sfida per il diritto di libertà religiosa.
The associations, which have a religious and worship purpose, are growing, hand in hand with immigration and with the integration willingness. As regards the religious ferment of the associations, the legislature has remained inert so that there is no single text or legislation on non-Catholic cults and the legislation of the years 1929-1930 is still used. My thesis intends to explore the theme of religious associations, particularly of the Muslim ones, both to account for the existing law and to understand which prospects it is possible to outline. The first chapter contains some introductory remarks which illustrate the interpretive guidelines and the starting point of the work. In the second one the constitutional reference framework is given. In the third chapter I discuss the different forms of religious associations in the special law and in the civil law; then, I attempt a definition of confession and association as well as of confessional and contractual autonomy. The fourth one takes into account the instruments of civil law used by Muslim associations to escape the "trap" of the law on allowed cults, analyzing some statutes of Muslim associations and indicating the common mistakes to avoid, and then trying to propose one from which it is inferred with transparency the purpose of religion and worship. The final part of the chapter contains a reflection on the legal structure of a possible federation of Muslim associations. In the fifth chapter, finally, space is given to recent openings, that is to the experience of the Municipality of Milan, that established in July 2012 the Register of Associations and Religious Organizations, to signify the importance of the religious associative phenomenon in the local territorial area. In conclusion, I suggest an answer to the question of whether the Muslim association is challenge for the right of religious freedom.
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CAVALLERI, Matteo. "La logica e la morfologia della relazione tra libertà e necessità nella "Filosofia del diritto" di Hegel." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/90909.

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