Academic literature on the topic 'Diritto francese'

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Journal articles on the topic "Diritto francese"

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Rampazzo, Lino, and José Marcos Miné Vanzella. "RIFUGIATI: MINORANZE SENZA PROPRIETÀ?" Revista Direitos Fundamentais & Democracia 23, no. 3 (December 14, 2018): 258. http://dx.doi.org/10.25192/issn.1982-0496.rdfd.v23i31189.

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Abstract:
Questo studio si propone di esaminare il tema del “Diritto di Proprietà”, espresso particolarmente nei due primi articoli della questione 66 (II-II) della Somma Teologica di San Tommaso, che è ripreso, nel secolo XX, dal filosofo francese Emmanuel Mounier. La riflessione cerca, prima di tutto, di situare la questione 66, che tratta “Del Furto e della Rapina”, sia nella visione più ampia di tutta la Somma, come nel contesto specifico della parte morale della medesima opera. Subito dopo si analizzano i due articoli della Somma sul “Diritto di Proprietà”. Poi si studia un capitolo dell’opera “Dalla proprietà capitalista alla proprietà umana” di Mounier, che fa valere la dottrina tomista nel contesto della crisi mondiale della sua epoca. Si pretende così, a partire da un autore clássico, analizzare il tema del “Diritto di Proprietá”, con la possibilità di mostrare, come Mounier, un percorso che indichi la sua funzione sociale. Significativa è pure la ripresa della posizione tomista nella Dottrina sociale della Chiesa, che, in documenti ufficiali, dei quali si indicano due, a titolo do esempio, cita espressamente la stessa questione 66 (II-II) della Somma Teologica, su cui basa il suo insegnamento. La ripresa di questo problema è applicada alla situazione dei profughi, in particolare in Europa, al fine di mostrare il "diritto di proprietà" che essi possiedono, in una situazione di estrema necessità. E, molto significativo in questo senso, é il recente messaggio di Papa Francesco per la giornata del migrante e del Rifugiato.
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Palazzo, Anna Laura. "Politique de la ville e diritto alla città. Considerazioni sul caso francese." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 111 (March 2015): 147–54. http://dx.doi.org/10.3280/asur2014-111007.

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Mariani, Francesca. "Il lungo cammino verso il riconoscimento del diritto di mendicare nell'ordinamento francese." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 1 (September 2015): 58–90. http://dx.doi.org/10.3280/diri2015-001004.

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Bianchi, Francesca. "La formazione continua tra apprendimento organizzativo e nuovi diritti individuali: i risultati di un'indagine comparata in Francia e Italia." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 120 (February 2011): 153–69. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120008.

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Abstract:
L'obiettivo del saggio č il confronto dei sistemi di formazione continua francese e italiano attraverso due specifici studi di caso. Sono state realizzate interviste ai direttori delle risorse umane e/o dell'ufficio Formazione e a lavoratori di due grandi aziende bancarie per verificare l'introduzione nel 2004 di nuovi strumenti normativi tra cui il diritto individuale alla formazione (Dif), in Francia, e i Fondi paritetici interprofessionali in Italia. Se anche in ambito normativo si afferma una concezione della formazione continua che sembra evidenziare il ruolo piů attivo del lavoratore per cui la formazione viene considerata come un vero e proprio diritto individuale, una scelta che non dipende soltanto dalle decisioni imprenditoriali ma che vuole invece essere intrapresa con maggiore autonomia dal lavoratore, occorre capire fino a che punto i nuovi provvedimenti normativi sembrano rendere possibile una reale attivazione e responsabilizzazione dei soggetti.
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Bianchini, Sara. "Kant e la Rivoluzione Francese: liberali e/o reazionari fra passione e storia." Argumentos - Revista de Filosofia, no. 22 (November 18, 2019): 72–90. http://dx.doi.org/10.36517/argumentos.22.7.

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Abstract:
L’articolo nasce dal tentativo di trovare una connessione all’interno di parte della filosofia kantiana fra i tre termini di “passione”, “storia” e “Rivoluzione” (soprattutto francese). La sua intenzione fondamentale è quella di rispondere alle seguenti domande: che ruolo hanno le passioni nel sorgere della storia? E quale significato ha rappresentato la Rivoluzione Francese nel corso delle vicende umane? La ricerca si è occupata principalmente del commento di alcune delle nove tesi del testo kantiano Idea di una storia universale dal punto di vista cosmopolitico ma si è basata anche su altri testi del filosofo di Könisberg, quali Il conflitto delle Facoltà ed i Principi metafisici della dottrina del diritto. Essa si è articolata intorno ai seguenti punti: il ruolo della socievole insocievolezza nel far nascere la società e dunque la storia, il ruolo del popolo nel determinare la storia, la posizione kantiana a favore e poi contro la Rivoluzione Francese. Cercando di determinare se si possa mantenere una linea di sostanziale continuità, nonostante le differenze, nel pensiero kantiano sulla Rivoluzione Francese espresso nei testi sopracitati, l’articolo s’interroga anche sul rapporto fra procedere della ragione nella ricerca della conoscenza e della crescita morale, e filosofia della storia (ragionando particolarmente sul confronto fra l’idea di “fine” della storia e l’uso della ragione, un confronto mediato dal concetto di “organizzazione”).
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Lazzari, Chiara. "L'obbligo di sicurezza nel lavoro temporaneo, fra ordinamento interno e diritto comunitario." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 124 (March 2010): 633–72. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-124003.

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Abstract:
Il saggio propone, in chiave critica, ma attenta a valorizzare le potenzialitŕ della norma, una riflessione sulla disciplina dell'obbligo di sicurezza nel lavoro temporaneo, per tale intendendo, sulla falsariga della definizione accolta nell'art. 1 della direttiva n. 91/383/CEE, quello a termine ed interinale (oggi in somministrazione). La ricerca, condotta alla luce dell'effettiva conformitŕ dell'ordinamento interno ai principi posti dal diritto comunitario ed aperta altresě ad una dimensione comparata (segnatamente con la legislazione francese), mira ad indagare le forme di tutela apprestate per i lavoratori temporanei, com'č noto esposti a maggiori rischi proprio in ragione della natura del loro rapporto di lavoro, con particolare attenzione alle novitŕ recate dal d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, e successive modificazioni.
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Robertazzi, Mariella. "Giurisprudenza e responsabilità morale: Il "Buon Giudice" Magnaud = Jurisprudence and moral responsibility: "The Good Judge" Magnaud." UNIVERSITAS. Revista de Filosofía, Derecho y Política, no. 28 (July 11, 2018): 85. http://dx.doi.org/10.20318/universitas.2018.4312.

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Abstract:
RIASSUNTO: Paul Magnaud, magistrato e politico francese operante tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo e divenuto noto con l'appellativo di "bon juge", ci offre l'opportunità di riflettere su un nodo ineliminabile della teoria e della prassi giuridica: il rapporto tra legge ed equitá, tra certezza del diritto ed esigenze di giustizia. Nel saggio vengono ricostruiti i casi principali di cui egli si occupò quando era presidente del Tribunale di Chateâu-Thierry al fine di riportare alla luce un episodio della storia del diritto che può dire ancora molto al dibattito giuridico e politico contemporaneo.ABSTRACT: Paul Magnaud, who was a French politician and magistrate, mainly active between the end of 19thand the beginning of 20th century and known as the “bon juge” provides the opportunity to reflect on an unavoidable issue concerning both legal theory and practice. The specific object of that focuses on the correlation between law and fairness, as well as, legal certainty and need of justice. This essay will retrace the most important legal cases he dealt with, when he was the president of the court of Chateâu-Thierry, in order to shed light on a specific case, pertaining to the annals of the history of law, which can enhance the current judicial and political debate.PAROLE CHIAVE: legge, equità, certezza del diritto, giustizia.KEYWORDS: law, fairness, legal certainty, justice.
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Charrier, Guy. "Parallèle entre la loi italienne pour la protection de la concurrence et le système français." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 103–15. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345045.

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Abstract:
Abstract La nuova legge italiana per la protezione della concorrenza e del mercato presenta una notevole analogia, sia nei concetti che nei principali meccanismi applicativi, con le principali legislazioni dei Paesi membri della CEE e soprattutto con quelle che sono state introdotte negli anni più recenti.Il campo d’applicazione riguarda, almeno in principio, tutti i settori di attività, sia nel sistema italiano che in quello francese, poiché nessuna deroga è prevista, salvo per alcune particolari attività, come gli audio-visivi, la stampa, le banche e le assicurazioni.Questa estensione del campo di applicazione della legislazione si spiega con il fatto che essa riguarda tutte le pratiche anti-concorrenziali che vadano a detrimento del buon funzionamento del mercato e che tali pratiche siano suscettibili di provenire da tutti gli operatori economici.In Francia, peraltro, vige una distinzione tra comportamenti diretti a falsare il mercato, e che ricadono sotto le categorie di cartelli e di abuso di posizione dominante, di cui si occupa il Consiglio della concorrenza, e le pratiche restrittive, come il rifiuto di vendere, la subordinazione delle vendite, le discriminazioni e l’imposizione di prezzi, che sono di competenza dei tribunali perché in principio riguardano soltanto i rapporti tra imprese.Un secondo aspetto riguarda l’applicazione delle regole della concorrenza alle persone pubbliche. In principio, le disposizioni della legge italiana circa le imprese pubbliche (art. 8) e quelle della legge francese (art. 53) rispondono soltanto in parte alla questione. Nel diritto francese, quando una persona pubblica agisce da privato, è sottoposta alle leggi che riguardano il comportamento dei privati. Una difficoltà sorge, invece, quando questa persona pubblica, agendo nell’ambito dei suoi poteri, genera sul mercato effetti che danneggiano la concorrenza. Una recente sentenza del Tribunale dei conflitti ha concluso che le regole della concorrenza non si applicano alle persone pubbliche se non nella misura in cui esse diano luogo ad attività di produzione (di distribuzione o di servizi).La legge italiana non dà alcuna definizione del concetto di concorrenza nè dà alcun elemento che ne consenta la giustificazione economica. Altrettanto avviene con la legge vigente in Francia, ove sono i testi delle decisioni che forniscono indicazioni al riguardo.Il principio generate del divieto dei cartelli, come anche l’elenco dei casi suscettibili di costituire intese di carattere anti-concorrenziale, sono presentati in modo molto simile sia nella legge italiana che in quella francese. Ambedue riprendono, d’altronde, la formulazione dell’art. 85 del Trattato di Roma.Tutto fa pensare che l’Autorità italiana si troverà di fronte a casi analoghi a quelli di cui si è in varie occasioni occupato il Consiglio della concorrenza francese: cartelli orizzontali (accordi sui prezzi, sulla ripartizione dei mercati, sull’esclusione di un’impresa del mercato, ecc.); intese verticali (risultanti da accordi tra un produttore ed i suoi distributori nell’ambito di contratti di distribuzione selettiva o esclusiva); imprese comuni (la cui creazione può rientrare nel campo della proibizione di cartelli o costituire un’operazione di concentrazione); intese tra imprese appartenenti allo stesso gruppo (nel quadro dei mercati pubblici, il Consiglio ha ritenuto che non sia contrario alle norme concorrenziali, per imprese con legami giuridici o finanziari, rinunciare alla loro autonomia commerciale e concertarsi per rispondere a delle offerte pubbliche).Sull’abuso di posizione dominante, così come per i cartelli, i due sistemi italiano e francese presentano molte somiglianze. Tuttavia, contrariamente al diritto francese ed a quello tedesco, nella legislazione italiana non si fa alcun riferimento alle situazioni di «dipendenza economica». Peraltro, l’identificazione di questo caso è alquanto complessa e, sinora, il Consiglio non ha rilevato alcun caso che rientri nello sfruttamento abusivo di una situazione di dipendenza economica. Pertanto, si può forse concludere che il legislatore italiano sia stato, a questo riguardo, più saggio di quello francese. Più in generale, per quanto riguarda i casi di abuso di posizione dominante, il Consiglio deBa concorrenza ha seguito un’impostazione piuttosto tradizionalista.Anche sul controllo delle concentrazioni, il testo della legge italiana richiama quello francese e anche quello della normativa comunitaria, pur se è diversa la ripartizione delle competenze tra Autorità incaricata della concorrenza e Governo. Nella legge italiana, d’altra parte, vi sono delle norme relative alla partecipazione al capitale bancario che fanno pensare ad un dibattito molto vivo su questo tema.I livelli «soglia” per l’obbligo di notifica delle concentrazioni sono più elevati in Francia. Bisognerà poi vedere con quale frequenza il Governo italiano farà ricorso all’art. 25, che gli conferisce il potere di fissare criteri di carattere generale che consentono di autorizzare operazioni di concentrazione per ragioni d’interesse generale, nel quadro dell’integrazione europea.L’interesse delle autorità amministrative francesi nei riguardi delle concentrazioni, che un tempo era molto limitato, è divenuto più intenso negli anni più recenti, anche se i casi di divieto di concentrazioni sono stati sinora molto limitati.In conclusione, si può ricordare che un organismo competente in materia di protezione della concorrenza ha un triplice compito: pedagogico (attraverso la pubblicazione delle decisioni, delle motivazioni e delle ordinanze su questioni di carattere generale e sui rapporti attinenti al funzionamento del mercato), correttivo (per distogliere gli operatori economici da comportamenti anti-concorrenziali) e, infine, dissuasivo (poiché l’esperienza di applicazione delle leggi relative alla concorrenza dimostra che la loro efficacia dipende in modo decisivo dalla comminazione di sanzioni).
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Francescato, Giuseppe. "G. Ernst: “Gesprochenes Französisch zu Beginn des 17. Jahrhunderts" Direkte Rede in Jean Héroards "Histoire particulière de Louis XIII" (1605-1610), Beihefte ZRPh, Band 204, Niemeyer, Tübingen 1985, pp. 623." Linguistica 26, no. 1 (December 1, 1986): 181–84. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.26.1.181-184.

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Abstract:
Abituati come siamo alle meraviglie technologiche moderne, fatichiamo un poco a renderci conto che fino a non molti anni fa la diretta registrazione del linguaggio parlato era cosa impossibile e che di conseguenza la riproduzione della esatta pronuncia degli enunciati linguistici restava affidata, da lunghissimi tempi, esclusivamente a fonti grafiche o descrizioni. L'ampio studio di Ernst ci fornisce un esempio, ch1e si può dire unico e straordinario, di un documento del genere, e quindi porta a buon diritto il titolo, „il francese parlato del XVII secolo". Ma bisogna dire subito che se questo è diventato possibile lo si deve anche alla eccezionale prestazione delll'autore, prestazione che, come vedremo, oltre che rendere disponibile un vastissimo materiale linguistico, si manifesta pure in una impostazione metodologica di pdmissimo ordine.
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Bloquet, Sylvain. "Ferdinando Mazzarella, Un Diritto per l’Europa industriale. Cultura giuridica ed economica dalla rivoluzione francese al secondo dopoguerra." American Journal of Legal History 58, no. 2 (January 11, 2018): 287–89. http://dx.doi.org/10.1093/ajlh/njx040.

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Dissertations / Theses on the topic "Diritto francese"

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Liprino, Vincenzo <1979&gt. "L'abuso di diritto nell'esperienza tributaria francese ed italiana." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2262/1/Liprino_Vincenzo_Tesi.pdf.

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Liprino, Vincenzo <1979&gt. "L'abuso di diritto nell'esperienza tributaria francese ed italiana." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2262/.

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Carta, Cinzia <1989&gt. "Il contratto decentrato negli ordinamenti francese, tedesco e italiano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8232/1/carta_cinzia_tesi.pdf.

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Abstract:
La tesi esamina – rispetto agli ordinamenti francese, tedesco ed italiano – quegli accordi, conclusi fra il datore di lavoro e i sindacati o gli organismi di rappresentanza unitaria dei lavoratori, attraverso i quali è possibile regolamentare le condizioni di lavoro per i dipendenti di uno stesso datore di lavoro. L’analisi comparata muove dalla descrizione delle dalle trasformazioni storiche e teoriche che hanno progressivamente portato, in ciascuno dei tre paesi, verso l’affermazione della contrattazione collettiva a livello decentrato. Successivamente, vengono esaminate le trasformazioni più recenti, che vedono, in tutti e tre gli ordinamenti, un deciso rafforzamento del contratto decentrato nella regolamentazione dei rapporti di lavoro. La tesi mostra come, nonostante le differenze che caratterizzano i sistemi giuridici considerati, a fronte della stipulazione di un contratto decentrato peggiorativo per il lavoratore (sia esso un contratto collettivo aziendale o un accordo di stabilimento), sia riscontrabile la tendenza a sancire l’irrilevanza del dissenso individuale, in specie quando ciò può garantire la sopravvivenza o la competitività economica delle imprese. L’analisi si sofferma in particolare sulle ipotesi in cui si consente in via eccezionale – a seconda del paese considerato – o la disponibilità dei diritti derivanti dal contratto individuale, quando ciò non sarebbe possibile in via di principio nell’ordinamento, o la facoltà di superare l’ostacolo della non affiliazione al sindacato stipulante, in quegli ordinamenti in cui il contratto collettivo si applicherebbe solo agli iscritti.
This thesis examines different kinds of agreements, which regulate employees’ working conditions within the same workplace. This happens whether between trade unions and employers or between these latter and other workers’ representatives, leading to different legal consequences as far as the relationship between those agreements and each contract of employment is concerned. In the first place, the analysis describes the historical and theoretical transformation that finally brought legal systems to recognize plant level agreements in France, Germany and Italy. Afterwards, it focuses on rather recent transformations that finally lead to strengthen plant level agreements ability to regulate workers’ conditions, even in case of lack of their consent, especially to face enterprises’ economics needs and difficulties.
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Pancaldi, Annalisa <1982&gt. "La privatizzazione del processo civile: esperienza italiana e francese a confronto." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4143/1/pancaldi_annalisa_tesi.pdf.

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Abstract:
La tesi di dottorato affronta uno dei temi più delicati e attuali relativi al processo civile, vale a dire quello della sua privatizzazione, offrendo una comparazione tra la situazione italiana e quella francese, ed analizzando in particolare gli istituti del calendario del processo e dei protocolli d'udienza.
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Pancaldi, Annalisa <1982&gt. "La privatizzazione del processo civile: esperienza italiana e francese a confronto." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4143/.

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Abstract:
La tesi di dottorato affronta uno dei temi più delicati e attuali relativi al processo civile, vale a dire quello della sua privatizzazione, offrendo una comparazione tra la situazione italiana e quella francese, ed analizzando in particolare gli istituti del calendario del processo e dei protocolli d'udienza.
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RONCAROLO, FRANCESCA. "LO IUS SUPERVENIENS TRA ESIGENZE DI TUTELA DEL LEGITTIMO AFFIDAMENTO E LEGALITÀ DELL¿AZIONE AMMINISTRATIVA, NELLA DIMENSIONE ITALIANA, FRANCESE ED EUROPEA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/547132.

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Abstract:
The dissertation examines the impact of new legislation that negatively affects the asset of private interests, carried out by administrative action. The comparative analysis focuses on the Italian and French legal systems, as they share a similar legal tradition in the field of administrative law. The work is aimed at verifying, through the study of the most recent case law, the existence of a position of legitimate expectation recognised to the administrated subjects with respect to the modification of laws over time, under two different aspects: within a proceedings, as well as during on-going situation created by provisions of long-lasting bindingness. The work analyses the available means of protection and it verifies the current position on the matter in the aforementioned normative systems. In the last part, the work studies the inputs on the subject matter given by the decisions of the European Court of Justice and the European Court of Human Rights, taking the analysis to a supra-national level; it also highlights the influence exercised by the German law on the issue of legitimate expectation, as the German system represent the principal referring model.
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Giannangeli, E. "Decentramento territoriale e regionalismo francese : origini, evoluzione e recenti sviluppi: dottorato di ricerca in diritto costituzionale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2008. http://hdl.handle.net/2434/50880.

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Abstract:
The doctorate thesis is divided in three parts. Two chapters compose the first part. The first chapter deals with the study of the sources of French regionalism, especially with an historical and ideological approach. The second chapter develops the subject of the bills in regional field introduced during the third, the fourth and the fifth Republic. In this respect, a considerable role is played by the project of the regional reform project dated April 1969 and written by Charles De Gaulle. Also the second part is dived in two chapters and is dedicated to the administrative organization, to the regional powers and to the financial and accounting regional structure. More specifically, the purpose is to compare one to each other the Law 5th July 1972, n. 72-619 and by the Law 2nd March 1982, n. 82 – 213, providing for the organization, the regional powers and the tax resources of these institutions. The final result is an analysis of the new difference legal rules originated by the transformation from “local government” to “territorial community”. At last, the sixth chapter handles with a deductive method the recently rules, which introduced in France the devolution. The analysis develops from the fundamental principles grounding the French devolution grounding the devolution itself. Later, the thesis draw more specifically the reform of the constitutional Law n. 2003 – 276 dated 28th March 2003, under every respect. A particular examination regards the features of the reform about the relationships between the territorial communities (and also of the overseas communities), the devolution, the institutional evolution of Corsica, the testing of new legal rules in this field, the regional powers, the reform of the financial autonomy of the French regions and, at last, the role now played by this territorial community in Europe.
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Tahiraj, Rezarta <1977&gt. "L'imposizione diretta dei redditi del lavoro autonomo: analisi comparata della disciplina italiana, francese, convenzionale e comunitaria." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4220/1/tahiraj_rezarta_tesi.pdf.pdf.

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Abstract:
Les théories du post-industrialisation utilisent comme une preuve empirique du changement du processus historique l’entrée dans une nouvelle structure sociale que, par ailleurs, se distingue par le déplacement des biens et des services et par la formation de nouvelles structures professionnelles et de la gestion. Dans ce contexte, en premier lieu, c’est très intéressant à comprendre comme les nouvelles formes de l’organisation économique et sociale ont reussies à influer sur les systèmes de la fiscalité directe de l’État italien et de l’État français à la formation et au perfectionnement de la notion de revenu du travail indépendant et aussi à la formation et au perfectionnement des modèles de la taxation directe des revenus du travail indépendant. Par conséquent, la recherche, dans le principe, se concentre sur le processus de la construction et de l’évolution de la notion de revenu du travail indépendant et aussi de la construction et de l’évolution des formes nationales de la taxation directe des revenus du travail indépendant; un processus dévelopé au cours de l’Époque Moderne et de l’Époque Contemporaine que, du point de vue historique-fiscale, s’encadre comme l’époque des grands changements en ce qui concerne aussi à la fiscalité directe des revenus de la richesse mobilière. En second lieu, c’est très important à préciser si existe la possibilité de reconstruire les notions actuelles des revenus du travail indépendant en vue de l’aproximation des modalitès de la taxation directe de cette catégorie de revenus de la richesse mobilière avec les modalitès de la taxation directe des revenus de l’entreprise adoptées dans les systèmes italien et français de la fiscalitè directe; par conséquent, la recherche s’oriente vers la déscrition et l’analyse des questions en ce qui concerne à la définition fiscale objective et subjective des revenus du travail indépendant, à la direction vers laquelle on doit s’adresser actuellement les modèles nationaux de la taxation directe des revenus du travail indépendant et les raisons que la justifient. En autre, la recherche s’étendre vers une analyse comparative laquelle évidence les éléments de la convergence et de la divergence nécessaires pour tirer avec exactitude des conclusions sur l’approximation au niveau national et européen des notions des revenus du travail indépendant et des principes et modalités de la taxation directe des revenus du travail indépendant à fin de garantir les libertés de l’établissement et de la prestation des services et les principes de non-dicrimination et de la non-différenciation fiscale des travailleurs indépendants transfrontières dans le marché intérieur. En troisième lieu, c’est très intéressant à préciser avec cette recherche si dans le cadre conventionnel et européen existe une notion de revenu du travail indépendant ou non et si existe un modèle européen unifié ou, au contraire, il s’agit d’une approximation des modèles nationales de la taxation directe des revenus du travail indépendant. Par conséquent, un’autre argument de la recherce est l’analyse de la normative conventionnelle et de la législation européenne et aussi de la jurisprudence de la Cour de la Justice de l’Union Européenne relatives à la construction d’une notion conventionnelle et aussi européenne du travail indépendant au matiere de la fiscalité directe et l’incidence de principes conventionnels et aussi de libertés européenne de l’établissement et de la prestation des services à la taxation directe des revenus des travailleurs indépendants par rapport aux principes de non-discrimination et de la non-différenciation fiscale; une analyse laquelle évidence l’absence d’un modèle conventionnel et d’un modèle européen harmonisé relativement à la taxation directe des revenus du travail indépendant à raison de la prévalence du principe de la souveranité fiscale au domaine de la fiscalitè directe et pour cette raison en peut parler seulement d’une approximation des modèles nationales de la taxation directe des revenus du travail indépendant à fin de garantir les libertés européenne de l’établissement et de la prestation des services des travailleurs indépendants et les principes conventionnels de non-discrimination et de la non-différenciation fiscale. À la fin, c’est très intéressant à préciser si existe une corrélation entre les Traités fiscales et le Droit fiscal européen en ce qui concerne à la notion de revenus du travail indépendant et les principes fiscales. Par conséquent, la recherche se compléte avec l’analyse du régime fiscale des revenus du travail indépendant évidencé dans le Modèle de la Convention de l’OCDE et dans la Convention Italie-France concernant à l’élimination de la double imposition; une analyse laquelle, en analogie avec le droit fiscal européen, précise l’approximation des revenus du travail indépendant avec les revenus de l’entreprise en se référant le Modèle de la Convention de l’OCDE et l’absence d’un modèle conventionel de la taxation directe des revenus du travail indépendant, mais, à différence du droit fiscal européen, évidence la présence des certains critéres adoptés par la normative conventionnelle à fin de garantir l’arrêt de la double imposition et le principe de la non-discrimination que, en substance, sont points de convérgence avec le droit fiscal européen. En autre, l’analyse de la normative conventionnelle de l’OCDE, à différence de la normative conventionnelle relative à la Convention de l’élimination de la double imposition finalisée par l’Italie et la France, évidence une évolution de la fiscalitè directe en ce qui concerne aux travailleurs indépendants laquelle se vérifie à l’adoption des critéres de la fiscalitè directe des revenus des sociétés et de la quelle en se dérive l’approximation de la notion des revenus du travail indépendant avec la notion des revenus de l’entreprise, en substance, revenus provenant par les activités économiques. Compte tenu de ce qui précède, c’est clair la convérgence parmis les législations nationales de la taxation directe des revenus du travail indépendant et la normative conventionnelle du Modèle de la Convention de l’OCDE et la normative europénne; une convérgence que confirme la nouvelle diréction vers la quelle s’adressent les notions et les modèles de la taxation directe des revenus du travail indépendant dans les systèmes nationals de la taxation directe: l’approximation avec les modèles nationales de la taxation directe des revenus des sociétés en vue de l’approximation des notions des revenus dérives par les activités économiques.
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Tahiraj, Rezarta <1977&gt. "L'imposizione diretta dei redditi del lavoro autonomo: analisi comparata della disciplina italiana, francese, convenzionale e comunitaria." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4220/.

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Abstract:
Les théories du post-industrialisation utilisent comme une preuve empirique du changement du processus historique l’entrée dans une nouvelle structure sociale que, par ailleurs, se distingue par le déplacement des biens et des services et par la formation de nouvelles structures professionnelles et de la gestion. Dans ce contexte, en premier lieu, c’est très intéressant à comprendre comme les nouvelles formes de l’organisation économique et sociale ont reussies à influer sur les systèmes de la fiscalité directe de l’État italien et de l’État français à la formation et au perfectionnement de la notion de revenu du travail indépendant et aussi à la formation et au perfectionnement des modèles de la taxation directe des revenus du travail indépendant. Par conséquent, la recherche, dans le principe, se concentre sur le processus de la construction et de l’évolution de la notion de revenu du travail indépendant et aussi de la construction et de l’évolution des formes nationales de la taxation directe des revenus du travail indépendant; un processus dévelopé au cours de l’Époque Moderne et de l’Époque Contemporaine que, du point de vue historique-fiscale, s’encadre comme l’époque des grands changements en ce qui concerne aussi à la fiscalité directe des revenus de la richesse mobilière. En second lieu, c’est très important à préciser si existe la possibilité de reconstruire les notions actuelles des revenus du travail indépendant en vue de l’aproximation des modalitès de la taxation directe de cette catégorie de revenus de la richesse mobilière avec les modalitès de la taxation directe des revenus de l’entreprise adoptées dans les systèmes italien et français de la fiscalitè directe; par conséquent, la recherche s’oriente vers la déscrition et l’analyse des questions en ce qui concerne à la définition fiscale objective et subjective des revenus du travail indépendant, à la direction vers laquelle on doit s’adresser actuellement les modèles nationaux de la taxation directe des revenus du travail indépendant et les raisons que la justifient. En autre, la recherche s’étendre vers une analyse comparative laquelle évidence les éléments de la convergence et de la divergence nécessaires pour tirer avec exactitude des conclusions sur l’approximation au niveau national et européen des notions des revenus du travail indépendant et des principes et modalités de la taxation directe des revenus du travail indépendant à fin de garantir les libertés de l’établissement et de la prestation des services et les principes de non-dicrimination et de la non-différenciation fiscale des travailleurs indépendants transfrontières dans le marché intérieur. En troisième lieu, c’est très intéressant à préciser avec cette recherche si dans le cadre conventionnel et européen existe une notion de revenu du travail indépendant ou non et si existe un modèle européen unifié ou, au contraire, il s’agit d’une approximation des modèles nationales de la taxation directe des revenus du travail indépendant. Par conséquent, un’autre argument de la recherce est l’analyse de la normative conventionnelle et de la législation européenne et aussi de la jurisprudence de la Cour de la Justice de l’Union Européenne relatives à la construction d’une notion conventionnelle et aussi européenne du travail indépendant au matiere de la fiscalité directe et l’incidence de principes conventionnels et aussi de libertés européenne de l’établissement et de la prestation des services à la taxation directe des revenus des travailleurs indépendants par rapport aux principes de non-discrimination et de la non-différenciation fiscale; une analyse laquelle évidence l’absence d’un modèle conventionnel et d’un modèle européen harmonisé relativement à la taxation directe des revenus du travail indépendant à raison de la prévalence du principe de la souveranité fiscale au domaine de la fiscalitè directe et pour cette raison en peut parler seulement d’une approximation des modèles nationales de la taxation directe des revenus du travail indépendant à fin de garantir les libertés européenne de l’établissement et de la prestation des services des travailleurs indépendants et les principes conventionnels de non-discrimination et de la non-différenciation fiscale. À la fin, c’est très intéressant à préciser si existe une corrélation entre les Traités fiscales et le Droit fiscal européen en ce qui concerne à la notion de revenus du travail indépendant et les principes fiscales. Par conséquent, la recherche se compléte avec l’analyse du régime fiscale des revenus du travail indépendant évidencé dans le Modèle de la Convention de l’OCDE et dans la Convention Italie-France concernant à l’élimination de la double imposition; une analyse laquelle, en analogie avec le droit fiscal européen, précise l’approximation des revenus du travail indépendant avec les revenus de l’entreprise en se référant le Modèle de la Convention de l’OCDE et l’absence d’un modèle conventionel de la taxation directe des revenus du travail indépendant, mais, à différence du droit fiscal européen, évidence la présence des certains critéres adoptés par la normative conventionnelle à fin de garantir l’arrêt de la double imposition et le principe de la non-discrimination que, en substance, sont points de convérgence avec le droit fiscal européen. En autre, l’analyse de la normative conventionnelle de l’OCDE, à différence de la normative conventionnelle relative à la Convention de l’élimination de la double imposition finalisée par l’Italie et la France, évidence une évolution de la fiscalitè directe en ce qui concerne aux travailleurs indépendants laquelle se vérifie à l’adoption des critéres de la fiscalitè directe des revenus des sociétés et de la quelle en se dérive l’approximation de la notion des revenus du travail indépendant avec la notion des revenus de l’entreprise, en substance, revenus provenant par les activités économiques. Compte tenu de ce qui précède, c’est clair la convérgence parmis les législations nationales de la taxation directe des revenus du travail indépendant et la normative conventionnelle du Modèle de la Convention de l’OCDE et la normative europénne; une convérgence que confirme la nouvelle diréction vers la quelle s’adressent les notions et les modèles de la taxation directe des revenus du travail indépendant dans les systèmes nationals de la taxation directe: l’approximation avec les modèles nationales de la taxation directe des revenus des sociétés en vue de l’approximation des notions des revenus dérives par les activités économiques.
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Raffaele, Simona. "Profili di struttura e forme del dolo : un' analisi comparata di diritto penale italiano e francese." La Rochelle, 2009. http://www.theses.fr/2009LAROD019.

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Abstract:
La recherche commence par la question de la place du dol dans la structure de l'infraction. Elle s'attarde également sur le dol des personnes qui ne sont pas imputables, une question controversée vu la nécessité de soumettre celles-ci à une sanction au moment où ils commettent une infraction. Chaque chapitre du travail vise à établir une comparaison entre les systèmes italien et français. On examine donc la structure du dol, c. -à-d. La représentation et la volonté, en analysant les principales positions doctrinales et jurisprudentielles. Ensuite, l'attention converge vers les formes du dol et, en particulier, sur la tripartition d'origine italienne entre dol intentionnel, direct et éventuel. L'étude aborde aussi les autres types de dol traditionnellement reconnus et dont la pertinence autonome est mise en doute. Cette tripartition soulève la question de la démarcation entre dol éventuel et faute consciente; dans ce cadre, on passe de la recherche d'un critère distinctif à l'élaboration d'une nouvelle forme de responsabilité coupable. A cette fin, l'examen de la mise en danger délibérée, ancien article 121-3 N. C. P. , joue un rôle fondamental. Elle fut introduite en vue d'adapter le système pénal français aux exigences de protection issues de la collectivité. Ce sont les mêmes motivations qui poussent à rechercher des solutions autres que celles proposées par le code pénal italien, ainsi qu'à réfléchir sur l'opportunité d'insérer une clause subjective spéciale, à mi-chemin entre responsabilité intentionnelle et non-intentionnelle
My research starts with the issue of locating dolus within the structure of crime. The work also approaches the question of dolus in reference to the non imputable subjects, which represents a vexata quaestio in the frame of the need of administering a sanction to the non imputable subject who committed a crime. Each chapter of the present work is structured in order to make a parallel between the italian and french legal systems. The work then approaches the issue of the structure of dolus, namely the analysis of the representation and of the will, discussing the main doctrinal and jurisprudential positions. The main focus is on the various forms of dolus, in particular on the tripartition, between dolus directus, dolus indirectus, and dolus eventualis, which is peculiar to the italian legal system. The above said tripartition is linked with the issue of the fine between dolus eventualis and gross negligence (colpa cosciente), in reference to which, the attention shifts on to the search for distinctive criteria in the elaboration of a new form of mens rea. In order to clarify this issue, the close examination of the "mise en danger délibérée, ancient art. 121-3 N. C. P. ", introduced with the goal of adjusting the french penal system to the need for protection coming from the general public, plays an important role. The same reasons are encouraging the jurists to find solutions differing from those offered by the italian penal code, and in particular, to evaluate the opportunity of adding a subjective provision, to be collocated in an intermediate position between intentional responsibility and negligent responsibility
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Books on the topic "Diritto francese"

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Marinoni, Roberto. Il redressement judiciaire des entreprises nel diritto fallimentare francese. Milano: A. Giuffrè, 1989.

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Pisanò, Attilio. Il diritto dei popoli nella rivoluzione francese: L'abbé Grégoire. Milano: A. Giuffrè, 2002.

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Incorvati, Giovanni. Jean-Jacques Rousseau e il diritto civile della Rivoluzione francese. Roma: EUROMA, Editrice universitaria di Roma-La goliardica, 1990.

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Incorvati, Giovanni. Jean-Jacques Rousseau e il diritto civile della Rivoluzione francese. Roma: EUROMA, Editrice universitaria di Roma-La goliardica, 1990.

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A, Cattaneo Mario, Università di Milano. Istituto di filosofia e sociologia del diritto., and Colloquio internazionale su "Diritto e stato nella filosofia della Rivoluzione francese" (1990 : Istituto lombardo di scienze e lettere), eds. Diritto e stato nella filosofia della Rivoluzione francese: Atti del colloquio internazionale, Milano, 1-3 ottobre 1990. Milano: Giuffrè, 1992.

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6

Lupinetti, Mario Quinto. Francesco Petrarca e il diritto. 2nd ed. Alessandria: Edizioni dell'Orso, 1999.

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7

Lupinetti, Mario Quinto. Francesco Petrarca e il diritto. Alessandria: Edizioni dell'Orso, 1995.

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8

Modugno, Roberta A. Mary Wollstonecraft: Diritti umani e rivoluzione francese. Soveria Mannelli: Rubbettino, 2002.

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9

Francesco Guicciardini tra diritto e politica. Padova: CEDAM, 2008.

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10

Carta, Paolo. Francesco Guicciardini tra diritto e politica. Padova: CEDAM, 2008.

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Book chapters on the topic "Diritto francese"

1

Perathoner, Christoph. "Il trasporto multimodale nel diritto dell’Unione Europea: un fenomeno trasportistico emergente privo di un’adeguata regolamentazione." In Bibliothek des Wirtschaftsrechts, 59–83. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-662-63635-0_3.

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Abstract:
ZusammenfassungA settant’anni dalla lungimirante dichiarazione dell’allora Ministro degli Esteri francese Robert Schuman (1886–1963) il 9 maggio 1950 a Parigi, è possibile constatare come il lungo e sempre fragile processo di integrazione europea, finalizzato a realizzare “un’unione sempre più stretta tra i popoli dell’Europa”, abbia permesso il raggiungimento di obiettivi che hanno fondamentalmente migliorato la convivenza e la cooperazione sul nostro continente. In tal senso, un traguardo essenziale per gli Stati membri dell’UE è rappresentato dalla creazione di un mercato interno che assicura “la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali”. Invero, l’istaurazione del mercato interno – al pari dell’integrazione europea – è un processo in continua evoluzione. La ratio istitutiva di un mercato unico sul continente europeo è quella di creare i presupposti per una crescita economica equilibrata, per ottenere la stabilità dei prezzi, per poter costruire un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che miri alla piena occupazione e al progresso sociale, e tutto questo con l’impegno di raggiungere un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell’ambiente e della vita delle persone.
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Chiodi, G. "Un esperimento di diritto privato sociale. Il progetto italo-francese e la sua parabola dall’età liberale al fascismo." In Bürgerliches Recht im nachbürgerlichen Zeitalter - 100 Jahre Soziales Privatrecht in Deutschland, Frankreich und Italien, 3–44. Klostermann, 2022. http://dx.doi.org/10.5771/9783465144311-3.

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"Parte 2. Catalogo." In Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia Manoscritti, testi e carte. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-621-3/002.

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Abstract:
La prima sezione del Catalogo, intitolata «Storiografia e diritto a Cipro», raccoglie manoscritti vergati in varie lingue (dal vernacolo locale, al latino, al francese e all’italiano) di contenuto storico e giuridico. Il valore indiscutibile di tali documenti testimonia l’interesse concreto delle autorità della Serenissima per le vicende e l’organizzazione della sua colonia, tanto da favorire il trasferimento e la conservazione di buona parte di questi pezzi presso i suoi archivi e da lì in Marciana. La seconda sezione, «Cipro crocevia di culture», ritrae la vocazione multiculturale dell’isola, lì dove l’elemento nativo greco, a seguito della dominazione franca prima e veneziana poi, si è intrecciato con le altre tradizioni del Mediterraneo medievale e moderno, generando un laboratorio culturale capace di trasmettere il sapere antico e medievale all’Europa moderna. La terza sezione, «Autori e testi ciprioti in Marciana», valorizza specificatamente il patrimonio della Biblioteca. Essa include manoscritti che trasmettono opere di autori di origine cipriota; in taluni casi si tratta di testimoni unici dei quali la Marciana è custode. Notevole è l’importanza di tali manoscritti per definire nuovi orizzonti della ricerca filologica e storica sulle vicende dell’isola. Conclude il Catalogo la sezione dedicata alle «Carte». Il mare magnum dei materiali disponibili non poteva trovare spazio sufficiente. Qui dunque si è preferito, con dolorose soppressioni, privilegiare le rappresentazioni cartografiche che ritraessero l’isola negli anni della dominazione veneziana.
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"Parte 2. Catalogo." In Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia Manoscritti, testi e carte. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-621-3/002.

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Abstract:
La prima sezione del Catalogo, intitolata «Storiografia e diritto a Cipro», raccoglie manoscritti vergati in varie lingue (dal vernacolo locale, al latino, al francese e all’italiano) di contenuto storico e giuridico. Il valore indiscutibile di tali documenti testimonia l’interesse concreto delle autorità della Serenissima per le vicende e l’organizzazione della sua colonia, tanto da favorire il trasferimento e la conservazione di buona parte di questi pezzi presso i suoi archivi e da lì in Marciana. La seconda sezione, «Cipro crocevia di culture», ritrae la vocazione multiculturale dell’isola, lì dove l’elemento nativo greco, a seguito della dominazione franca prima e veneziana poi, si è intrecciato con le altre tradizioni del Mediterraneo medievale e moderno, generando un laboratorio culturale capace di trasmettere il sapere antico e medievale all’Europa moderna. La terza sezione, «Autori e testi ciprioti in Marciana», valorizza specificatamente il patrimonio della Biblioteca. Essa include manoscritti che trasmettono opere di autori di origine cipriota; in taluni casi si tratta di testimoni unici dei quali la Marciana è custode. Notevole è l’importanza di tali manoscritti per definire nuovi orizzonti della ricerca filologica e storica sulle vicende dell’isola. Conclude il Catalogo la sezione dedicata alle «Carte». Il mare magnum dei materiali disponibili non poteva trovare spazio sufficiente. Qui dunque si è preferito, con dolorose soppressioni, privilegiare le rappresentazioni cartografiche che ritraessero l’isola negli anni della dominazione veneziana.
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Mazzarella, F. "Per una preistoria del Progetto italo-francese delle obbligazioni e dei contratti. Dalla Scuola sociale alla socializzazione del diritto privato." In Bürgerliches Recht im nachbürgerlichen Zeitalter - 100 Jahre Soziales Privatrecht in Deutschland, Frankreich und Italien, 143–90. Klostermann, 2022. http://dx.doi.org/10.5771/9783465144311-143.

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