Academic literature on the topic 'Diritto di regresso'

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Journal articles on the topic "Diritto di regresso"

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Herranz, Julián. "Il rapporto tra Etica e Diritto nella Enciclica Evangelium vitae." Medicina e Morale 48, no. 3 (June 30, 1999): 445–67. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.798.

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Abstract:
In questo articolo l’Autore ha voluto sottolineare l’importanza dell’Enciclica Evangelium Vitae nel risvegliare le coscienze contro uno dei più gravi capovolgimenti etici e giuridici della storia umana. L’intento è quello di esaminare tre questioni: 1) risalire alle basi sulle quali si fondava e si fonda il postulato giuridico e morale dell’inalienabilità del diritto alla vita dell’uomo innocente e, soprattutto, del concepito; 2) stabilire le cause che hanno portato ad una legislazione permissiva dell’aborto ed ad altri attentati contro la dignità dell’uomo e della vita umana (eutanasia, manipolazioni di geni ed embrioni…); 3) valutare quali siano i motivi filosofici e biologici la cui presa di coscienza sembri più necessaria per la tutela del diritto alla vita. Intento dell’Autore è, per ciò che riguarda il diritto alla vita, sottolineare l’importanza che il principio di non discriminazione, basato su quello dell’uguaglianza, venga applicato all’“essere umano”, all’“individuo umano” e non soltanto alla “persona giuridicamente riconosciuta”. L’articolo si sofferma, inoltre, ad illustrare la grande tradizione del diritto alla vita, il preoccupante regresso della civiltà giuridica, la necessità di un più stretto rapporto tra Diritto e Morale e Biologia e Morale (come campi di ricerca e di impegno intellettuale a difesa della vita).
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Dissertations / Theses on the topic "Diritto di regresso"

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TORELLI, AURORA. "Surrogazione e regresso tra diritto generale delle obbligazioni e solidarietà fideiussoria." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/27143.

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Abstract:
Il lavoro analizza la complessa figura della solidarietà passiva sotto il profilo dei rapporti interni tra condebitori solidali, con particolare riguardo ai differenti tentativi di ricostruzione delle relazioni che intercorrono tra l’istituto del regresso e la diversa, seppur connessa, fattispecie della surrogazione per pagamento. La presenza nell’ordinamento di regole generali in materia di solidarietà, poste al centro della disciplina delle obbligazioni, e di norme settoriali dirette a qualificare la responsabilità del debitore come solidale nell’ambito di specifici rapporti, impone la necessità di confrontare il modello astratto della solidarietà debitoria con la regolamentazione specifica (dettata, in particolar modo, per la solidarietà fideiussoria) in cui la categoria generale delle obbligazioni è chiamata ad operare, provando a ricercare una soluzione al problema del coordinamento delle due azioni adeguata alle esigenze della prassi in materia di solidarietà senza trascurare il dato normativo – con il quale si è chiamati a fare i conti nella concreta utilizzazione dei singoli istituti – e la diversità insita nelle differenti espressioni della solidarietà passiva (ad interesse comune e ad interesse unisoggettivo) difficilmente riconducibili ad unità in ragione della varietà degli interessi specificamente tutelati e della funzione perseguita dal legislatore nel predisporre il meccanismo solidale nei diversi contesti. La trattazione, articolata su diversi livelli di indagine, è introdotta da una ricostruzione storica che rievoca l’origine degli istituti muovendo dallo sviluppo degli elementi tramandati dal diritto romano in diritto comune per poi pervenire alla successiva traduzione di quei principi, prevalentemente elaborati in sede dottrinale, in precise disposizioni normative ad opera delle legislazioni moderne e dei codici dell’età liberale. Detta indagine, dalla quale emerge l’indiscussa origine autonoma dei due strumenti, poi sostituita, gradualmente, da un progressivo avvicinamento degli stessi in ragione del venir meno dell’autonomo fondamento giuridico delle rispettive azioni, prosegue nell’esame della disciplina vigente attraverso l’analisi delle diverse disposizioni normative contenute nel codice civile, fino alla verifica delle molteplici elaborazioni teoriche favorite in dottrina e in giurisprudenza, nel tentativo di trarre dai dati raccolti una ricostruzione che ravvisi nella soluzione normativa della duplicità di azioni – concesse rispettivamente al fideiussore (artt. 1949 e 1950) e, più in generale, al coobbligato solidale (artt. 1203 n. 3 e 1299) – un’attenta scelta del legislatore ispirata, nella diversa interpretazione della tipologia del concorso (alternativo o comulativo), da un generico favor solventis ovvero dallo specifico favor fideiussoris emergente dalla complessiva disciplina della fideiussione in ragione della centralità ed essenzialità degli strumenti di garanzia personale sullo sfondo dei complessi meccanismi del ricorso al credito.
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PELLEGATTA, STEFANO. "La solidarietà passiva nel diritto degli affari: nuovi profili applicativi." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/20370.

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Abstract:
Il lavoro analizza la figura della solidarietà passiva nella sua evoluzione storica fino alle sue più recenti applicazioni. Dopo un approfondimento circa i suoi sviluppi dall'epoca romana all'unificazione Italiana, l'attenzione viene concentrata sulla portata della solidarietà nel diritto attuale. A questo riguardo si è posto in evidenza come sempre più la tutela del creditore non costituisca l'unico valore tutelato dall'ordinamento. Da ciò discendono nuove applicazioni e modulazioni della solidarietà passiva sempre più frequenti nel sistema, evidenti principalmente nel settore del diritto commerciale. Particolare attenzione è stata quindi dedicata, in primo luogo, alla ricostruzione dell'effettiva portata della regola di solidarietà passiva nella responsabilità degli amministratori, a seguito della Riforma del Diritto Societario, che ha dato origine a una maggiore possibilità di modulazione della responsabilità dei singoli consiglieri. In secondo luogo si è approfondito l'esame della solidarietà tra autori della violazione ed ente di appartenenza, con riferimento alle sanzioni comminate dall'Autorità di Vigilanza, prevista dal Testo Unico della Finanza e dal Testo Unico Bancario e caratterizzata dalla presenza di un obbligo di regresso in luogo di un semplice diritto. In particolare, la verifica ha avuto ad oggetto la possibilità di una riconduzione di tali fenomeni all'interno del genus della solidarietà di cui conservano pur sempre il proprium costituito dal diritto del creditore di esigere l'intero da ciascuno dei condebitori e dell'effetto liberatorio che il pagamento produce nei confronti di tutti i co-obbligati.
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POLI, DAVIDE. "STORIA DI UN'AMBIGUITÀ. PRESUPPOSTI, LIMITI E SVILUPPO DELL'AZIONE DI REGRESSO, ANCHE CON RIFERIMENTO ALL'EVOLUZIONE NORMATIVA E GIURISPRUDENZIALE DEL DANNO ALLA PERSONA, NONCHÉ AI NUOVI FENOMENI DI ORGANIZZAZIONE DELL'ATTIVITÀ DI IMPRESA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/576003.

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Abstract:
The issue concerning the relationship between civil liability and social insurance against accidents at work and occupational diseases has been debated for over a century as an outstanding jurisprudence focus. A heated debated, indeed, due to an underlying equivocation never solved, born in that constituent period of social and labour law represented by the liberal policies at the end of 19th century, looking for remedies against the dramatic burden of injuries at work during industrial revolutions without theoretical tools to understand the real meaning of the rising welfare provisions. An underlying equivocation able to repeat itself affecting a large part of theoretical debate even under the new constitutional order, withstanding tenaciously over the ride of living law. Moving from the analysis of that period, the A. investigates in depth the current conditions and limits of the INAIL regressive action, also considering the actual theorical structure of the traditional idea of the regressive actions as an original and autonomous right of INAIL. This thesis, starting from the various positions of the past and present debate, overcomes the many inconsistencies of the traditional thesis, recognizing to the INAIL regressive action a specific constitutional value, and according to these assumptions, investigates both the actuality of the distinction between the special action of art. 11 T.U. and the subrogation action of art. 1916 c.c., and the actual relationship between civil liability and social insurance, in the context of new conceptions of personal injury.
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Borghi, M. "IL CONCORSO COLPOSO NEL REATO COLPOSO E NEL REATO DOLOSO.TEORIA E PRASSI IN ITALIA E IN GERMANIA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/234162.

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Abstract:
Il presente lavoro verte sul concorso colposo nel reato colposo e nel reato doloso all’interno dell’ordinamento penale italiano e in quello tedesco. Nella prima parte del lavoro si ricostruiscono i contrasti dottrinali e giurisprudenziali sviluppatisi durante la vigenza del Codice Zanardelli circa la compatibilità tra l’istituto del concorso di persone e la colpa. Si mette quindi in evidenza che il legislatore italiano del 1930, sollecitato anche dalla preoccupazione di colmare eventuali lacune d’impunità, ha scelto di introdurre nel codice penale l’art. 113, che prevede la “cooperazione nel delitto colposo”. Si analizza poi in modo particolare quale sia l’elemento che caratterizza la cooperazione colposa rispetto al “concorso di cause colpose indipendenti” di cui all’art. 41 c.p.: secondo la soluzione a cui si è inteso aderire nel presente lavoro, tale elemento consiste nella “consapevolezza di cooperare con altri”. Si evidenzia che la norma, oltre che adempiere a una funzione di disciplina, svolge una funzione incriminatrice per i reati a forma vincolata, per i reati propri, per i reati di mera condotta e, in alcuni casi, per i reati omissivi, ma non con riferimento ai reati di evento a forma libera (come sostenuto, invece, da parte della dottrina). Si rileva poi che è possibile, sulla base dell’art. 110 c.p., ritenere configurabile anche un concorso colposo nelle contravvenzioni colpose. Quanto alla controversa configurabilità del concorso colposo nel reato doloso, si pone in rilievo che il c.d. dogma dell’unitarietà del titolo di responsabilità dei concorrenti è superabile e che tale forma di concorso, sulla base di diverse argomentazioni, appare ammissibile alla luce delle norme vigenti. Nella seconda parte del lavoro, nel capitolo 1, si pone in luce che recentemente in Germania alcune voci della dottrina si sono espresse a favore della configurabilità di una “coautoria colposa (fahrlässige Mittäterschaft)” ai sensi del § 25, Abs. 2, StGB. Non sembra che sussistano preclusioni per tale istituto nella lettera della legge; inoltre, l’esperienza italiana mostra che è superabile la teoria per cui il concorso di persone possa ammettersi solo in presenza del dolo. Tuttavia, non appare condivisibile l’orientamento che considera non necessaria nell’ipotesi di fahrlässige Mittäterschaft la prova del nesso di causalità tra il singolo contributo e l’evento. Nel secondo e ultimo capitolo si tratteggiano le principali tappe del dibattito sviluppatosi in Germania intorno al tema del concorso colposo nel reato doloso: si prendono le mosse dall’analisi della più antica dottrina del c.d. divieto di regresso (Regressverbot) fino a giungere all’attuale soluzione elaborata dalla dottrina dell’imputazione oggettiva dell’evento. È condivisibile l’opinione che ritiene configurabile la responsabilità (seppure, nell’ordinamento tedesco, a titolo monosoggettivo) in capo al primo agente in colpa, qualora costui favorisca la riconoscibile l’inclinazione al reato del secondo agente.
This work focuses on the negligent aiding and abetting someone else’s negligent or intentional crime in Italian and German criminal law. The first part provides an analysis of the scholarship and the case law developed under the Zanardelli Code, on the incompatibility between cooperation in a crime and negligence. Art. 113 of that Code, indeed, aiming at filling possible gaps of impunity, introduced the “cooperation in negligent crime”. In particular, this analysis attempts to identify the distinguishing feature of negligent cooperation, in contrast with the “simultaneous presence of independent causes due to negligence”, regulated by art. 41 of the penal code: such element consists in the “awareness of cooperating with other persons”. Not only does this rule display a regulatory function, but it also performs an incriminating function for various types of crimes:. It’s then pointed out that it’s also possible, on the basis of art. 110 p.c., to construct a crime of negligent aiding and abetting someone’s negligent misdemeanors. As to the controversial hypothesis of the negligent aiding and abetting someone’s intentional crime, the so called dogma of unity of abettors’ responsibility can be overcome by other arguments, suggesting that this form of cooperation, is admissible in the light of the law in force. The second part of the work is concerned with German law. recently some German scholars supported the configurability of a “negligent cooperation in committing a crime (fahrlässige Mittäterschaft)” according to § 25, Abs. 2, StGB. There are no rules that prevent this solution. moreover, the Italian debate shows that the theory that limits persons’ cooperation in committing a crime only to intentional crimes can be overcome. Nevertheless, in the case of fahrlässige Mittäterschaft, the proof that the single contribution caused the event should be considered necessary. The remaining chapter analyzes the main developments of the German debate about negligent cooperation in an intentional crime, from the oldest doctrine of the so called prohibition of recourse (Regressverbot) to the current doctrine of the objective ascription of the event. According to the more persuasive opinion, it is possible to construct a responsibility of the first negligent abetter (although in his own personal capacity), if he aids the second one’s recognizable inclination to crime.
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