Academic literature on the topic 'Diritto comune'

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Journal articles on the topic "Diritto comune"

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Pennington, Kenneth, and Manilo Bellomo. "L'Europa del Diritto Comune." American Historical Review 96, no. 4 (October 1991): 1189. http://dx.doi.org/10.2307/2165069.

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Ruggero, Alessandra. "Esperienze di cittadinanza comune: l'autorecupero. L'abitare come pratica di pratiche." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 101 (February 2012): 54–83. http://dx.doi.org/10.3280/asur2011-101004.

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Abstract:
L'autore in questo articolo vuole proporre alcuni ragionamenti sulla costruzione del senso di appartenenza a un territorio e del diritto di cittadinanza attraverso l'abitare e la produzione di "pubblico" come espressione del "diritto alla cittŕ". Il campo di esplorazione č quello delle politiche abitative, in particolare delle esperienze di autorecupero in Italia. Il frame d'indagine parte dall'idea che la pratica dell'abitare č costitutiva di una relazione forte tra componente fisica e sociale di un territorio.
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3

Brogi, Marco. "Codificazione del Diritto Comune delle Chiese Orientali Cattoliche." Revista Española de Derecho Canónico 45, no. 124 (January 1, 1988): 7–30. http://dx.doi.org/10.36576/summa.5531.

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Gouron, André. "Emanuele Conte, Servi medievali. Dinamiche del diritto comune." Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte: Kanonistische Abteilung 84, no. 1 (August 1, 1998): 639–41. http://dx.doi.org/10.7767/zrgka.1998.84.1.639.

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5

Fanizza, Fiammetta, and Fiorella Spallone. "Diritto allo studio e spazio pubblico: un nuovo framework per l'innovazione sociale." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (January 2022): 77–90. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-003006.

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Abstract:
Con l'obiettivo di approfondire il concetto di benessere sociale tramite un'analisi del rapporto tra sistema urbano e sistema universitario, l'articolo presenta l'approccio e i primi risultati di una ricerca coordinata da Urban@it (Centro Nazionale di Studi sulle Politiche Urbane) sul tema del diritto allo studio. Tramite lo sviluppo di un approccio focalizzato sulla volontà di intendere il diritto allo studio come un diritto sociale compiutamente inteso, si tratta di una ricerca commissionata dall'Adisu Puglia (Agenzia per il Diritto allo Studio Universitario) che coinvolge l'intera Regione Puglia allo scopo di individuare condizioni/processi che evitano di considerare le popolazioni studentesche come categorie "peculiari" di cittadini, ossia con bi-sogni e diritti descritti e circoscritti quasi esclusivamente da una condizione di vita transitoria e tutto sommato precaria. In particolare, il lavoro svolto dal Gruppo di Ricerca dell'Università di Foggia sul tema dell'innovazione dell'offerta di servizi per il diritto allo studio applica una metodologia quanti-qualitativa esito della combinazione tra survey (realizzata a livello regiona-le sull'intera popolazione di studenti universitari) e Grounded Theory (su un campione di studenti selezionati tra gli iscritti alle diverse associazioni studentesche). I risultati presentati in questo articolo si concentrano sull'individuazione di "nuovi concetti", utili sia per descrive-re/caratterizzare i contesti delle città universitarie che per definire un comune scenario deno-minato "Puglia città universitaria".
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6

Battaglia, Federico. "La sostituzione degli effetti negoziali nel diritto comune classico." Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte: Romanistische Abteilung 136, no. 1 (June 26, 2019): 530–32. http://dx.doi.org/10.1515/zrgr-2019-0037.

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7

Stokłosa, Marek. "Legalne przebywanie zakonnika poza wspólnotą zakonną." Prawo Kanoniczne 53, no. 1-2 (January 9, 2010): 105–28. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2010.53.1-2.06.

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Abstract:
Uno tra i doveri della vita religiosa si riferisce all’obbligo di residenza nella propria casa religiosa nella quale i membri della comunità osservano la vita comune dell’istituto. L’oggetto proprio della norma canonica del can. 665 § 1 è la permanenza abituale del religioso nella propria casa religiosa. Tuttavia, per esigenze dello stesso istituto, come pure per motivi personali, il religioso può assentarsi dalla propria casa religiosa, però con l’autorizzazione del competente superiore. Questo allontanamento potrebbe essere trattato come una semplice uscita quotidiana, o può diventare una vera assenza di breve termine, o un’assenza prolungata. Tutte queste uscite quotidiane per ragioni tanto ministeriali, quanto personali, devono essere regolate dai superiori locali, non dai superiori provinciali, per mezzo di permessi concessi secondo le usanze della rispettiva comunità, che possono essere ad actum o abituali, espressi o taciti, o anche impliciti e presunti. Il diritto comune, dopo aver stabilito l’obbligo di risiedere nella propria casa di assegnazione, determina che spetta al superiore maggiore, con il consenso del suo consiglio, concedere, per una giusta causa, a un religioso, di vivere fuori delle comunità dell’istituto (“extra domum instituti”) per un tempo che non superi la durata di un anno, a meno che non si tratti di malattia del religioso, tempo dei suoi studi, o di apostolato svolto in nome dell’istituto. È da osservare il fatto che la suddetta norma del diritto comune fa tacitamente una distinzione tra assenza prolungata dalla propria casa per dimorare in un’altra casa dell’istituto, dall’assenza prolungata dalla casa dell’istituto in genere. Considerando che il primo tipo di assenza non viene contemplato dal diritto comune, il diritto proprio potrà stabilire norme applicative più particolareggiate. Il superiore maggiore, con il consenso del proprio consiglio, può concedere, a norma del can. 665 § 1, la licenza di assenza dalla casa dell’istituto per un periodo superiore a un anno per motivo di malattia, di studio o di apostolato svolto a nome dell’istituto.
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8

Gambino, Silvio. "Giurisdizione e ‘Giustizia' fra Trattato di Lisbona, CEDU e ordinamenti nazionali." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (December 2010): 85–113. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2010-001005.

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Abstract:
A due secoli dall'avvio del costituzionalismo liberal-democratico, l'ordinamento giudiziario sembrerebbe aver compiutamente realizzato la sua parabola, vedendosi riconosciuto come potere dello Stato (autonomo e indipendente), mediante previsioni costituzionali espresse o anche sulla base di mere disposizioni legislative. In tale quadro, l'analisi affronta le tematiche della ‘giurisdizione' e della ‘giustizia' nell'ottica del diritto dell'Unione europea, sottolineando gli effetti giuridici prodotti dall'art. 6 del Trattato di Lisbona (con l'incorporazione sostanziale della Carta dei diritti fondamentali dell'UE all'interno dei nuovi trattati e con l'adesione alla CEDU da parte dell'Unione). Secondo quanto viene osservato, tuttavia, l'esperienza degli ordinamenti europei, nel fondo, non consente di poter cogliere una tradizione costituzionale comune agli Stati membri (per come affermato dalla Corte di Giustizia dell'UE) quanto piuttosto la garanzia in tutti gli ordinamenti nazionali, nella CEDU e ora nell'art. 47 della Carta di Nizza/Strasburgo, del diritto del soggetto ad un ricorso effettivo dinanzi ad una autoritŕ giurisdizionale, indipendente e imparziale, precostituita per legge, nel quadro di un processo equo, garantito nel contraddittorio, ragionevole nella durata.
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Ciaffi, Daniela, and Emanuela Saporito. "Il diritto alla cura dei beni comuni come palestra di democrazia." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 127 (March 2022): 39–51. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-127004.

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Abstract:
L'incrocio tra il diritto e la sociologia urbana apre a scenari di sperimentazione di modelli democratici nuovi, permettendoci di ridefinire servizi pubblici, spazi urbani, territori come beni comuni. Secondo la prospettiva proposta, le pratiche sempre più diffuse di cittadinanza attiva, che si prende cura dei beni comuni, trasformano i cittadini/abitanti da utilizzatori/consumatori di servizi e spazi a prosumers, suggerendoci che siamo in una fase di cambio di paradigma nella rappresentazione e definizione delle istituzioni pubbliche. La scuola è proposta come campo concreto di riflessione, nel suo passaggio da servizio pubblico a bene comune, quando cioè si territorializza, diventando oggetto di cura di tutta la "comunità educante", per disegnarsi sui caratteri socio-spaziali del bisogno educativo.
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Palazzani, Laura. "Per una giusta distribuzione delle risorse secondo la bioetica personalista." Medicina e Morale 48, no. 3 (June 30, 1999): 485–96. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.800.

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Abstract:
L’autore individua i criteri etici per la distribuzione delle risorse sanitarie nella prospettiva della bioetica personalista. Partendo dalle premesse teoretiche del finalismo e del cognitivismo, l’articolo mostra la necessità del dovere/ diritto alla tutela della vita di ogni essere umano e del dovere/diritto alla cooperazione nella difesa del bene comune. L’autore analizza le implicazioni pratiche in riferimento alla questione della distribuzione delle risorse sanitarie, a livello macro e micro, discutendo i criteri principali anche confrontandosi con posizioni diverse in un contesto pluralistico.
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Dissertations / Theses on the topic "Diritto comune"

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Visani, Jacopo <1982&gt. "L'ambiene in comune. Etica ambientale beni comuni." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7486/1/L%27ambiente_in_comune._Etica_ambientale_e_beni_comuni_Jacopo_Visani_PhDUnibo.pdf.

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Abstract:
Il lavoro si propone di affrontare un problema urgente e non rimandabile: la condizione di emergenza ambientale del pianeta terra. Il fenomeno viene ricostruito storicamente, focalizzando l’attenzione sugli aspetti filosoficamente rilevanti – come, per esempio, il rapporto tra scienza e tecnica – e dimostrando la necessità di un cambiamento di rotta, soprattutto in riferimento al fenomeno del surriscaldamento climatico. A questo riguardo viene passata in rassegna una tassonomia delle etiche ambientali, dividendole tra antropocentriche e anti-antropocentriche e considerando la rilevante eccezione a questo schema rappresentata da Hans Jonas. Vengono sottolineati i problemi che incontra l’etica nell’affrontare un compito complesso, globale, a responsabilità diffusa e per il quale è difficile individuare basi motivazionali come quello della difesa dell’ambiente. Per compensare queste mancanze viene preso in analisi il concetto di beni comuni, sulla scia della sua diffusione avvenuta negli ultimi anni. Questo è analizzato nel suo sviluppo a livello di storia delle idee. Sono presi in considerazione in modo critico i contributi di Garret Hardin, di Elinor Ostrom e dei diversi rappresentati dei fronti italiani, divisi in tre approcci: quello dei benecomunisti, quello giuridico e quello dell’etica della cura. Inoltre tale concetto viene posto in relazione dialogica con quelli di bene comune, democrazia e diritti e viene proposta una tassonomia dei suoi usi che si divide in quattro modalità: economica, giuridica, etica e sociale. Infine, viene valutato in modo critico l’effettivo contributo dei diversi fronti dei beni comuni e di un loro possibile approccio integrato possono fornire a livello etico e normativo per contribuire ala difesa dell’ambiente. L’attenzione viene posta anche sul rapporto tra crisi e opportunità e sull’etica animale. In conclusione, l’approccio dei beni comuni sembra essere insufficiente perché manca di una prospettiva globale per affrontare un problema che invece la richiede come quello ambientale. Vengono, quindi, proposte alcune possibili integrazioni.
This work wants to face an urgent and not postponable issue: the environmental emergency on Planet Earth. The topic is explored from an historical point of view, focusing on some philosophically considerable issues – as, for example, the connection between science and technology – and showing how a change of human behaviour is needed, especially regarding global warming. A taxonomy of the environmental ethics is described, dividing them in anthropocentric and anti-anthropocentric and considering the exception of Hans Jonas. Ethic has problems to face such a complex, global, and with widespread responsibility task which does not offer a sound ground for motivation as environmental protection. In order to exceed these limits, the attention is focused on the notion of common goods, which has encountered a large use over the last few years. This topic is firstly described under the perspective of the history of ideas. Then some proposals are critically examined as the one of Garret Hardin, Elinor Ostrom and some among the different line-ups of the Italian debate as the “benecomunisti”, the juridical and the ethic of care approach. Moreover the notion of commons is related in a dialogic way to other concepts such as common good, democracy and rights and a taxonomy of its uses is proposed diving them into: economical, juridical, ethical and social uses. Finally the different proposals of the commons and the one of their integrated approach are critically analysed regarding the help they can offer from an ethical and normative point of view to the task of environmental protection. Also the crisis/opportunity dialectic and topics from animal ethics are described. In conclusion, the common goods approach is considered not sufficient to face a global issue as environmental emergency because of its lack of a global perspective. Therefore some possible integrations are offered.
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Visani, Jacopo <1982&gt. "L'ambiene in comune. Etica ambientale beni comuni." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7486/.

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Abstract:
Il lavoro si propone di affrontare un problema urgente e non rimandabile: la condizione di emergenza ambientale del pianeta terra. Il fenomeno viene ricostruito storicamente, focalizzando l’attenzione sugli aspetti filosoficamente rilevanti – come, per esempio, il rapporto tra scienza e tecnica – e dimostrando la necessità di un cambiamento di rotta, soprattutto in riferimento al fenomeno del surriscaldamento climatico. A questo riguardo viene passata in rassegna una tassonomia delle etiche ambientali, dividendole tra antropocentriche e anti-antropocentriche e considerando la rilevante eccezione a questo schema rappresentata da Hans Jonas. Vengono sottolineati i problemi che incontra l’etica nell’affrontare un compito complesso, globale, a responsabilità diffusa e per il quale è difficile individuare basi motivazionali come quello della difesa dell’ambiente. Per compensare queste mancanze viene preso in analisi il concetto di beni comuni, sulla scia della sua diffusione avvenuta negli ultimi anni. Questo è analizzato nel suo sviluppo a livello di storia delle idee. Sono presi in considerazione in modo critico i contributi di Garret Hardin, di Elinor Ostrom e dei diversi rappresentati dei fronti italiani, divisi in tre approcci: quello dei benecomunisti, quello giuridico e quello dell’etica della cura. Inoltre tale concetto viene posto in relazione dialogica con quelli di bene comune, democrazia e diritti e viene proposta una tassonomia dei suoi usi che si divide in quattro modalità: economica, giuridica, etica e sociale. Infine, viene valutato in modo critico l’effettivo contributo dei diversi fronti dei beni comuni e di un loro possibile approccio integrato possono fornire a livello etico e normativo per contribuire ala difesa dell’ambiente. L’attenzione viene posta anche sul rapporto tra crisi e opportunità e sull’etica animale. In conclusione, l’approccio dei beni comuni sembra essere insufficiente perché manca di una prospettiva globale per affrontare un problema che invece la richiede come quello ambientale. Vengono, quindi, proposte alcune possibili integrazioni.
This work wants to face an urgent and not postponable issue: the environmental emergency on Planet Earth. The topic is explored from an historical point of view, focusing on some philosophically considerable issues – as, for example, the connection between science and technology – and showing how a change of human behaviour is needed, especially regarding global warming. A taxonomy of the environmental ethics is described, dividing them in anthropocentric and anti-anthropocentric and considering the exception of Hans Jonas. Ethic has problems to face such a complex, global, and with widespread responsibility task which does not offer a sound ground for motivation as environmental protection. In order to exceed these limits, the attention is focused on the notion of common goods, which has encountered a large use over the last few years. This topic is firstly described under the perspective of the history of ideas. Then some proposals are critically examined as the one of Garret Hardin, Elinor Ostrom and some among the different line-ups of the Italian debate as the “benecomunisti”, the juridical and the ethic of care approach. Moreover the notion of commons is related in a dialogic way to other concepts such as common good, democracy and rights and a taxonomy of its uses is proposed diving them into: economical, juridical, ethical and social uses. Finally the different proposals of the commons and the one of their integrated approach are critically analysed regarding the help they can offer from an ethical and normative point of view to the task of environmental protection. Also the crisis/opportunity dialectic and topics from animal ethics are described. In conclusion, the common goods approach is considered not sufficient to face a global issue as environmental emergency because of its lack of a global perspective. Therefore some possible integrations are offered.
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Giordano, Giulia <1988&gt. "La governance delle assicurazioni tra diritto comune e diritto speciale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8336/1/Giordano_Giulia_tesi.pdf.

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Abstract:
L’analisi affronta il tema delle regole di corporate governance relative al settore assicurativo avendo quale principale referente, anche per ragioni empirico-statistiche, il sistema di amministrazione e controllo tradizionale della società per azioni. Il lavoro illustra, in primo luogo, le peculiari funzioni svolte dalle istituzioni assicurative nell’ambito dell’economia reale e del sistema finanziario, per evidenziare come la specialità della disciplina normativa derivi proprio dall’importanza di tali funzioni e dalla struttura di cui l’ente deve dotarsi per espletarle. In seguito, è esaminata la disciplina applicabile in materia anche alla luce delle numerose intersezioni tra ordinamento nazionale, europeo e organismi internazionali. Scopo dello studio è, da un lato, quello di individuare le convergenze e le divergenze tra la disciplina comune dettata dal codice civile e la disciplina speciale; dall’altro, prospettare alcuni interrogativi circa la natura dello statuto normativo cui sono sottoposte le assicurazioni e l’ubi consistam del loro modello di governance
The analysis deals with the corporate governance rules related to the insurance system having as a main reference the traditional system of governance applicable to s.p.a. The work illustrates, first, the functions of insurance institutions in the real economy and in the financial system, in order to underline that the special regime stem from the importance of these functions and, therefore, from the structure that the company must adopt. Aim of the research is, on the one hand, identifying convergences and divergences between the traditional discipline of companies and the special one of the insurance sector; on the other hand, raising questions with regard to the nature of the discipline overall considered.
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SANTONI, ARMANDO. "IL FONDO COMUNE AZIONISTA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/705631.

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Abstract:
ABSTRACT The mutual fund as a shareholder The main concept behind my dissertation is that the equity participation hold in account of mutual funds raises special issues, that should require the development of equally special solutions, possibly different from the legal rules laid down by the ordinary law of limited corporations. In fact, the Italian civil code of 1942, that includes company law, is focused on a regard of limited corporations as basically industrial enterprises, while UCITS (Undertakings for Collective Investments in Transferable Securities) are shareholders inspired by a strictly financial approach, and specifically by the portfolio theory. That means that UCITS are interested in the valuation of their entire portfolio, not of the single equity participation. From the point of view of the individual portfolio company, this could imply that in a specific corporate resolution the manager of the UCITS could have an interest in conflict with the one of itself. The solution of the peculiar problems posed by the equity participation hold in account of a third party are furthermore complicated by the difficult conceptual classification of mutual funds, risen in common law systems, in a civil law system, such as the Italian. This circumstance has required the review of the several theories developed by the Italian legal doctrine, and the acceptance of one of them in order to justify the further solution of each legal issue. Moreover, the examination of the current Italian and European legislation around mutual funds suggests a basic twofold approach of their consideration as shareholders. In fact, beside UCITS, the recent Alternative Investment Fund Managers Directive (AIFMD) allows them even to hold a controlling stake in a portfolio company. On these premises, in the third chapter I analyze concrete issues, where the solution may diverge depending on whether the mutual fund operates following the portfolio theory or holding a controlling stake. One of the main issues regards the exercise of voting rights in account of mutual UCITS funds, where the manager is obliged on a legal and contractual basis to pursue the best interest of his clients. This should imply that in possible situations of conflict of interests with the portfolio company the manager may sacrifice the best interest of this last. In the conclusive chapter I consider the possible issues laid down by the consideration of the mutual fund as a controlling shareholder, and in particular the implications of the asset stripping prohibition, introduced by the AIFMD in 2011. This rule forbids AIFs to put in place disproportionate distributions of dividends in order to protect the integrity of the portfolio company, which implies that the duty to act in the best interests of the AIF in this context is overruled by considerations of Integrated CSR.
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BERRINO, GIACOMO. "L’impegno contrattuale telematico, fra diritto comune e disciplina speciale." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2018. http://hdl.handle.net/11567/929728.

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MASSIRONI, ANDREA GIOVANNI. "Nell'officina dell'interprete. La qualificazione del contratto nel diritto comune." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/7546.

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Abstract:
Scopo del procedimento di interpretazione del contratto, la qualificazione occupa fin dal medioevo i dibattiti delle scuole giuridiche e della prassi, che tentano di identificare i criteri da adottare per compiere tale operazione. Dalla lettura delle fonti emerge quanto sia stata viva l’attenzione dei giuristi del diritto comune continentale per l’individuazione della specie dei contratti, che una prassi assai dinamica non cessava mai di creare. Oltre alla questione della ricerca degli indici discretivi, all’interprete si poneva anche la necessità di risolvere l’eterno problema del rapporto tra parole e volontà ai fini ermeneutici. La qualificazione del contratto consentiva poi di ricollegare all’operazione importanti effetti giuridici, concernenti, per esempio, il tipo di azione posta a tutela del contratto, il regime del rischio, il rapporto con il diritto statutario. Anche la teoria della natura del contratto trovava applicazione nel procedimento di qualificazione, soprattutto nell’elaborazione e nello studio delle clausole contrattuali. Di primo piano per lo sviluppo del diritto comune europeo erano i contratti impropri, misti e innominati, la cui comprensione e sistemazione furono oggetto di approfonditi studi da parte dei giuristi medievale e dell’età moderna.
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BARONI, LEONARDO. "Modelli di amministrazione nella Politica agricola comune." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2010. http://hdl.handle.net/2434/140400.

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Abstract:
The purpose of this research is to examine the dynamics of administrative procedure which are peculiar to the field of Common Agricultural Policy (CAP). It has been observed that the longevity of CAP’s objectives, which have remained unchanged since 1957, is due to their flexibility and adaptability to different situations; abovementioned characteristics occur also when we consider the principles, as they are an integral part of the CAP (market unity, Community preference, financial solidarity). It has also been examined how the Commission’s authority has increased, in such a way as to transform it into an effective “controlling organ” for the Members States, assuring proper implementation of the EU decisions, which must always be implemented in a unified manner, avoiding discrimination and unequal treatment. The research focuses on administrative actions concerning the field of agricultural support and market control, as well as authorization procedures for marketing of GM and other specific procedures defining whether these products are dedicated to human or animal consumption. Moreover, issues were examined related to the safeguard clauses, to the adoption of national restrictive measures and to Community constraints to the adoption of such measures. The research emphasizes how the so called principle of sincere cooperation can be a new and interesting way of understanding the “models of administrative intervention” which have till now evolved inside the CAP. It exists, in fact, one cooperative dimension within the CAP, which embodies the relationships among the different subjects (national and European; institutional and non-institutional) involved in the same procedure. A “cooperation” that needs to be perceived positively, as it is aims at reaching Community objectives.
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Paladini, Luca <1970&gt. "Gli accordi di politica estera e di sicurezza comune dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/109/1/tesi_paladini_pdf.pdf.

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Paladini, Luca <1970&gt. "Gli accordi di politica estera e di sicurezza comune dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/109/.

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Rocchetti, Gianluca <1973&gt. "Il procedimento di attuazione del tributo, tra ordinamenti nazionali e diritto comune dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7736/1/rocchetti_gianluca_tesi.pdf.

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Abstract:
L’art. 41 della Carta di Nizza segna il passaggio dall’enunciazione di “principio” alla configurazione di un “diritto” ad una buona amministrazione del quale è titolare ogni singola persona “colpita” dall’azione amministrativa. Grazie alla combinazione dell’art. 51 della Carta di Nizza con l’art. 1 della L. 241/90 che ha normativamente sancito lo “spill over” dei principi del diritto UE nell’ordinamento interno, le garanzie enucleate nell’art. 41 cit si applicano anche alle fattispecie procedimentali non rilevanti ai fini del diritto UE. Pertanto, l’accertamento del tributo e la sua riscossione a beneficio della collettività non può scontare l’annientamento di tali diritti che, in ogni caso, mantengono un “nocciolo duro” inscalfibile. L’avvenuta integrazione dei diritti della Carta di Nizza nel Trattato sul funzionamento dell’UE ed il riconoscimento dei diritti fondamentali enucleati nella CEDU, quali principi generali dell’ordinamento, contribuisce ad innalzare lo standard europeo di tutela effettiva dei diritti, così come indicato dagli artt. 52 e 53 della Carta. Dopo il Trattato di Lisbona e la creazione di uno Spazio giuridico europeo integrato, i principi generali della buona amministrazione sono posti a supporto dei diritti individuali, nel senso di assicurare a quest’ultimi un riconoscimento effettivo. Come i principi ordinamentali hanno assicurato prima e guidato poi l’integrazione economica verso l’integrazione giuridica, così, oggi, vigente lo Spazio giuridico europeo, i principi generali sono chiamati a supportare i diritti, piuttosto che le libertà (economiche) fondamentali. Pertanto, la violazione del diritto al contraddittorio determina la nullità del provvedimento ed in ogni caso la disapplicazione dell’art. 21-octies, comma II, della L. 241/90.
Article 41 of the Charter of Nice marks the passage from the statement of "principle" to the configuration of a "right" to good administration, hold by each and every person that is "affected" by the administrative action. By combining art. 51 of the said Charter with art. 1 of Law 241/90 which normatively determined the "spill-over" of the principles of EU law into the national legal system, the guarantees provided for by art. 41 cited above also apply to the types of procedure that are not relevant for the purposes of EU law. Therefore, the tax assessment and its collection for the benefit of the community can not suffer the annihilation of those rights which, in any case, maintain an unbreakable "hard core". The intervened integration of the rights of the Charter into the Treaty on the Functioning of the EU and the recognition of the fundamental rights enucleated in the ECHR, as general principles of the legal system, contribute to raising the European standard of effective protection of rights, as indicated by Articles 52 and 53 of the Charter. After the Lisbon Treaty and the creation of an European, Integrated Juridical Area, the general principles of good administration are placed in support of individual rights, in the sense of ensuring an effective recognition to the latter. As the principles of the legal system ensured on the first place, and drove afterwards the economic integration into legal integration, in the same manner today, while the existing European legal space is integrated, the general principles are called to support the rights, rather than the (economic) fundamental freedoms. Therefore, violation of the right to a previous consultation determines the nullity of the tax measure and in any case the non-application of Article. 21-octies, paragraph II, of Law 241/90.
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Books on the topic "Diritto comune"

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Bellomo, Manlio. L'Europa del diritto comune. 6th ed. Roma: il Cigno Galileo Galilei, Edizioni di Arte e Scienza, 1993.

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2

Scudiero, Michele. Il diritto costituzionale Comune europeo: Principi e diritti fondamentali. Napoli: Jovene, 2002.

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3

Schipani, Sandro. La codificazione del diritto romano comune. Torino: G. Giappichelli, 1999.

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4

Schipani, Sandro. La codificazione del diritto romano comune. Torino: Giappichelli, 1996.

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5

Conte, Emanuele. Servi medievali: Dinamiche del diritto comune. Roma: Viella, 1996.

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6

Schipani, Sandro. La codificazione del diritto romano comune. Torino: G. Giappichelli, 1999.

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7

Rondinone, Nicola. I gruppi di imprese fra diritto comune e diritto speciale. Milano: A. Giuffrè, 1999.

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8

Massimo, Panebianco, Risi Cosimo, and Barbirotti S, eds. Il nuovo diritto dell'Unione europea: Diritti umani, politica estera, sicurezza comune. Napoli: Editoriale scientifica, 1999.

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9

Mancaleoni, Anna Maria. I contratti con i consumatori tra diritto comunitario e diritto comune europeo. Napoli: Jovene, 2005.

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Lupano, Alberto. Aimone Cravetta (1504-1569): Giurista del diritto comune. Torino: Deputazione subalpina di storia patria, 2008.

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Book chapters on the topic "Diritto comune"

1

Condorelli, Orazio. "I fondamenti morali e giuridici dell’imposizione tributaria. Sondaggi nel diritto comune tardomedievale." In Öffentliches Recht, 361–96. Köln: Böhlau Verlag, 2011. http://dx.doi.org/10.7788/boehlau.9783412214623.361.

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2

Tanzini, Lorenzo. "La morte del re, le ragioni del diritto e l’etica dei mercanti in una causa fiorentina del Quattrocento." In Reti Medievali E-Book, 301–16. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-423-6.18.

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Abstract:
The essay analyzes a judicial case of the Mercanzia court in the early Quattrocento Florence, which involved the execution of an insurance deed by the merchant and poet Cino Rinuccini concerning the date of the death of Ladislaus king of Naples in 1414. The case, considering the relevance of the actor and the subject of the insurance agreement, allows us to study the discussion on the legal and ethical value of such deeds. The Appendix provides the edition of a legal consilium devoted to the case, in which a distinguished commission of lawyers discusses the problem according to the interpretation of the ius commune.
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3

Spazzali, Giuliano. "L’Europa dai molti confini senza un diritto comune." In Amore e odio per l’Europa, 62–66. Rosenberg & Sellier, 2019. http://dx.doi.org/10.4000/books.res.2420.

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4

Rossi, Emanuele. "Diritto costituzionale e diritto della religione: un comune impegno per rispondere alle sfide del presente." In Costituzione, religione e cambiamenti nel diritto e nella società. Pisa University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.12871/978883339215828.

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5

Antonietta La Torre, Maria. "L’acqua come bene comune e le nuove disuguaglianze nel diritto ai commons." In Biosfera, acqua, bellezza, 89–105. Mimesis Edizioni, 2016. http://dx.doi.org/10.4000/books.mimesis.1193.

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6

Cananea, Giacinto della. "UNA RICERCA SUL “FONDO COMUNE” DEI DIRITTI AMMINISTRATIVI IN EUROPA: IL PROCEDIMENTO." In Sfide e innovazioni nel diritto pubblico | Herausforderungen und Innovationen im Öffentlichen Recht, 101–28. Nomos Verlagsgesellschaft mbH & Co. KG, 2019. http://dx.doi.org/10.5771/9783748906650-101.

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7

"Bibliografía." In Interpretación de los contratos civiles y estatales. Roma e America Diritto Romano Comune. Monografie N°. 8, 353–68. Universidad del Externado de Colombia, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1zjg333.9.

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8

"INTRODUCCIÓN." In Interpretación de los contratos civiles y estatales. Roma e America Diritto Romano Comune. Monografie N°. 8, 17–48. Universidad del Externado de Colombia, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1zjg333.4.

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9

"Table of Contents." In Interpretación de los contratos civiles y estatales. Roma e America Diritto Romano Comune. Monografie N°. 8, 9–14. Universidad del Externado de Colombia, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1zjg333.2.

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10

"Interpretación." In Interpretación de los contratos civiles y estatales. Roma e America Diritto Romano Comune. Monografie N°. 8, 49–130. Universidad del Externado de Colombia, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1zjg333.5.

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Conference papers on the topic "Diritto comune"

1

Buda, Chiara. "Cittadinanze sospese e diritto alla cittá: suspended citizenship and the right to the city." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7905.

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Abstract:
La città globale ha generato una forte ipermobilità delle merci e degli uomini. Cambiano cioè gli attori e i gruppi sociali della scena urbana. Rilevante è la presenza degli immigrati che forniscono manodopera in numerosi ambiti. Le società ospitanti riconoscono, infatti, il ruolo determinante degli stranieri in quanto lavoratori, ma pongono forti resistenze nel riconoscerli in quanto cittadini. In altre parole, restano cittadini sospesi tra il paese d’origine e quello d’arrivo, perché godono di una cittadinanza con revoca. Gli immigrati possono al massimo godere di una cittadinanza sostanziale, nel senso che esiste un insieme di pratiche di cittadinanza, che fanno percepire lo straniero come se fosse a casa propria pur non essendolo. Si tratta delle c.d. pratiche di home making, cioè di addomesticamento dello spazio circostante. Tale riappropriazione del contesto urbano, esprime in realtà la rivendicazione dello straniero al diritto alla centralità e il desiderio di non essere periferizzati. Si tratta del diritto alla città elaborato da Henri Lefebvre nel 1978, inteso come diritto alla vita urbana. Non tutti però godono allo stesso modo di tale diritto: i soggetti più deboli e vulnerabili non hanno voce nei processi decisionali. Ma la vera essenza della cittadinanza contemporanea consiste nel prender parte ad una vita pienamente urbana, per tale motivo i migranti, in quanto attori urbani e portatori di una particolare domanda di città, dovrebbero essere ascoltati dagli amministratori locali. The central topic of this paper is the complex relationship between migrants and the global city, which has created a strong hypermobility of goods and people. There are new actors in the urbane scene: immigrants provide labor in many areas, but they are particularly invisible at the main decision-making levels, especially in those concerning the city design. They are subjected to discrimination: first of all as city users and also as proponents of urban and architectural projects. Our cities are not able to answer the "supply of city" of those who live in, that means they do not fully answer to the people needs and desires. Consequently, the weakest and most vulnerable citizens don’t fully enjoy their right to the city. This right has been presented by Henri Lefebvre around the 70s. According to the French sociologist everyone should enjoy the "right to urban life", that is the possibility to satisfy their aspirations in terms of political, social and environmental impacts in the city.
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