Academic literature on the topic 'Diritto antidiscriminatorio'

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Journal articles on the topic "Diritto antidiscriminatorio"

1

Calafŕ, Laura. "Riflessioni su politica e diritto a partire da due recenti interventi giudiziari." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 1 (April 2011): 121–31. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-001010.

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2

Fattori, Gilberto. "La cessazione del rapporto di lavoro per ragioni di età nella recente giurisprudenza della Corte di Giustizia." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 2 (October 2020): 94–104. http://dx.doi.org/10.3280/pri2019-002007.

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Abstract:
In materia di cessazione del rapporto di lavoro per ragioni di età la Corte di Giustizia dell'Unione Europea sta svolgendo un ruolo propulsivo nell'implementazione del diritto antidiscriminatorio. Tuttavia, come emerge dalle recenti sentenze su questo tema, le problematiche che emergono dal bilanciamento tra diritti sociali fondamentali dei lavoratori e scelte di politica economica ed occupazionale dei governi degli Stati membri dell'UE sono questioni che rimangono centrali nella giurisprudenza della Corte. In questa trattazione si analizzano due recenti sentenze particolarmente significative su questo tema: nella sentenza Rasmussen si mette in luce come la Corte riaffermi una volta di più la propria giurisprudenza sull'esistenza di un principio generale di non discriminazione per età nell'ordinamento europeo, sottolineando la forza delle conseguenze giuridiche che ciò comporta per gli ordinamenti degli Stati membri. Nell'analisi della causa Aber-crombie si mettono invece in luce aspetti problematici relativi al bilanciamento tra diritto alla non discriminazione per età e scelte di politica occupazionale dei gover-ni nazionali, e di come ciò abbia creato un notevole dibattito in dottrina.
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3

Colapietro, Carlo. "Diritto al lavoro dei disabili e Costituzione." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 124 (March 2010): 607–32. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-124002.

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Abstract:
La posizione delle persone disabili, pur non essendo espressamente contemplata in Costituzione, trova comunque una protezione costituzionale adeguata nell'ambito del programma di giustizia sociale delineato dalla nostra Carta costituzionale in favore dei soggetti deboli e rivolto a perseguire l'effettiva inclusione sociale del disabile ed, in particolare, un suo proficuo inserimento nel mondo del lavoro. In tal senso, l'evoluzione normativa della disciplina sul diritto al lavoro dei disabili si inserisce nell'ambito di una logica di multilevel governance piů generale delle politiche pubbliche in materia di disabilitŕ, ed č contrassegnata: da un lato da politiche antidiscriminatorie volte a contrastare con apposite tutele qualsiasi forma di discriminazione diretta in ambito lavorativo fondata sulla disabilitŕ; e, dall'altro, da misure di politica attiva del lavoro dirette ad assicurare alle persone disabili, attraverso forme di collocamento mirato ed incentivato, non un semplice mantenimento caritativo, ma la conclusione di un regolare contratto di lavoro, in presenza non di persone inabili al lavoro, bensě di persone disabili, che hanno pieno diritto di inserirsi nel mondo del lavoro.
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4

Brunelli, Giuditta. "Minori immigrati, integrazione scolastica, divieto di discriminazione." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 1 (April 2010): 58–77. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-001004.

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Abstract:
Il saggio si sofferma sull'accesso all'istruzione obbligatoria e sulle condizioni di esercizio del diritto fondamentale all'istruzione dei minori stranieri. Su tali posizione soggettive incidono in modo significativo ipotesi di intervento quali le "classi-ponte" (o classi di inserimento) e recenti provvedimenti ministeriali (il limite massimo del 30% di alunni stranieri nelle classi previsto dalla circolare del Ministero dell'istruzione n. 2 del 2010). Dopo aver argomentato la dimensione antidiscriminatoria assunta dal principio di eguaglianza nella giurisprudenza costituzionale sulla condizione dello straniero, l'A. mette in luce i profili problematici di proposte che tendono a superare il modello di integrazione scolastica piena affermatosi in Italia negli ultimi vent'anni. L'opzione politica in favore delle classi-ponte, oltre ad apparire culturalmente arretrata e tecnicamente inadeguata, si rivela soprattutto costituzionalmente discriminatoria. A sua volta, il provvedimento sul "tetto" del 30% presenta margini non irrilevanti di ambiguitŕ (proprio in relazione alla possibile creazione "mascherata" di classi di inserimento) e dŕ luogo a numerose difficoltŕ applicative, alcune delle quali suscettibili di configurare vere e proprie discriminazioni. Si propongono pertanto, anche sulla base di indicazioni provenienti dall'Unione europea, altre modalitŕ di intervento, piů efficaci e rispettose dell'autonomia scolastica.
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5

Acierno, Maria. "Cosa cambia nei procedimenti riguardanti gli stranieri dopo l'entrata in vigore del d.lgs. N. 150 del 2011?" DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 4 (March 2012): 27–57. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-004003.

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Abstract:
1. Il nuovo procedimento sommario nel d.lgs. N. 150 del 20111.1. Le differenze rispetto al modello codicistico - a) l'art. 3 del d.lgs. N. 150 del 2011 - b) il mutamento del rito (art. 4)2. La sospensione dell'efficacia esecutiva del provvedimento impugnato (art. 5)2.1. L'ambito di applicazione della norma2.2. Il provvedimento di espulsione amministrativa2.3. I procedimenti assoggettati alla competenza del tribunale in composizione monocratica (artt. 16 e 20 d.lgs. N. 150 del 2011)2.4. La tutela antidiscriminatoria (art. 28 d.lgs. N. 150 del 2010)3. Il censimento dei procedimenti previsti nel d.lgs. N. 150 del 2011 riguardanti gli stranieri3.1. Art. 16 d.lgs. N. 150 del 2011. Il diritto di soggiorno dei cittadini europei e dei loro familiari3.2. Art. 17 d.lgs. N. 150 del 2011. Le controversie in materia di allontanamento dei cittadini degli altri Stati membri dell'Unione europea e dei loro familiari3.3. L'espulsione amministrativa di cittadini stranieri extraeuropei (art. 18)3.4. Le misure di protezione internazionale (art. 19)3.5. I provvedimenti in materia di unitŕ familiare (art. 20)3.6. L'azione antidiscriminazione. Cenni3.7. I procedimenti richiamati nell'art. 34 del d.lgs. N. 150 del 2011: la convalida dell'accompagnamento coattivo e del trattenimento del cittadino straniero extraeuropeo4. I procedimenti esclusi4.1. Il procedimento ex art. 31, co. 3, d.lgs. N. 286 del 19984.2. L'apolidia4.3. La convalida del provvedimento di esecuzione dell'allontanamento immediato del cittadino UE
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Barbera, Marzia. "Las nuevas dimensiones de la desigualdad y las respuestas del derecho antidiscriminatorio." TRABAJO, PERSONA, DERECHO, MERCADO. Revista de Estudios sobre Ciencias del Trabajo y Protección Social, 2020, 29–41. http://dx.doi.org/10.12795/tpdm.2022.i5.02.

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Abstract:
El artículo describe cómo el derecho antidiscriminatorio responde a las nuevas desigualdades mediante la adaptación de sus categorías tradicionales y el uso de nuevas categorías, principalmente por parte de la jurisprudencia. Palabras Claves: Nuevas desigualdades; discriminación típica y atípica; discriminación interseccional; nuevas desigualdades; discriminaciones típicas y atípicas; discriminaciones interseccionales
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Barbera, Marzia. "Las nuevas dimensiones de la desigualdad y las respuestas del derecho antidiscriminatorio." TRABAJO, PERSONA, DERECHO, MERCADO. Revista de Estudios sobre Ciencias del Trabajo y Protección Social, 2020, 29–41. http://dx.doi.org/10.12795/tpdm.2022.i5.02.

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Abstract:
El artículo describe cómo el derecho antidiscriminatorio responde a las nuevas desigualdades mediante la adaptación de sus categorías tradicionales y el uso de nuevas categorías, principalmente por parte de la jurisprudencia. Palabras Claves: Nuevas desigualdades; discriminación típica y atípica; discriminación interseccional; nuevas desigualdades; discriminaciones típicas y atípicas; discriminaciones interseccionales
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Licastro, Angelo. "“The icing on the cake”. Alla ricerca del giusto equilibrio tra libertà del pasticciere e divieto di discriminazione delle coppie omosessuali." Stato, Chiese e pluralismo confessionale, July 5, 2022. http://dx.doi.org/10.54103/1971-8543/18206.

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Abstract:
SOMMARIO: 1. Considerazioni introduttive - 2. I casi di rifiuto opposto da pasticcieri per motivi religiosi di vendere torte commissionate da clienti omosessuali - 3. Libertà di contrarre e interessi contrapposti - 4. L’attuale assetto del quadro normativo in materia di diritto contrattuale antidiscriminatorio - 5. I tentativi della dottrina civilistica di ricondurre la materia all’interno di una cornice di coerenza sistematica - 6. Una inedita rappresentazione in ambito europeo del difficile equilibrio tra libertà di espressione e divieto di discriminazione a causa dell’orientamento sessuale - 7. Dalla libertà di espressione alla libertà di creazione “artistica” il passo è breve? - 8. La decisione di inammissibilità del ricorso presentato davanti alla Corte di Strasburgo dall’attivista di QueerSpace. “The Icing on the Cake”. Looking for the Right Balance between the Baker’s Freedom and the Prohibition of Discrimination of the Same-Sex Couples ABSTRACT: When a baker refuses to sell a cake for the wedding of a homosexual couple on religious grounds, a conflict arises between two fundamental rights, equality, and freedom of religion. In some cases, freedom of expression may also be involved. This article examines the question of whether these rights can be balanced, considering the doctrinal approach to anti-discrimination contract law and the most recent case law.
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Covelli, Roberta. "Il velo islamico della lavoratrice tra diritto antidiscriminatorio e pluralismo religioso (Workers with the Islamic Veil between Anti-discrimination Law and Religious Pluralism)." SSRN Electronic Journal, 2018. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.3300702.

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Licastro, Angelo. "Il rapporto di lavoro degli insegnanti di religione nelle scuole pubbliche italiane davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea." Stato, Chiese e pluralismo confessionale, February 27, 2022. http://dx.doi.org/10.54103/1971-8543/17431.

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Abstract:
SOMMARIO: 1. La direttiva 1999/70/CE del Consiglio del 28 giugno 1999 relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato e i meccanismi di definizione della politica sociale europea - 2. Cenni sulla disciplina generale del rapporto di lavoro a tempo determinato risultante dal decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, attuativo della direttiva 1999/70/CE, e dal decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81 - 3. La posizione ricoperta dall’insegnante di religione nell’ambito dell’ordinamento del personale docente della scuola - 4. La vertenza riguardante gli insegnanti di religione cattolica e le questioni pregiudiziali sottoposte alla Corte di giustizia - 5. L’eventuale incidenza dell’impegno dell’Unione a salvaguardare lo status previsto per le confessioni religiose dal diritto nazionale (art. 17 TFUE) - 6. La tutela antidiscriminatoria degli insegnanti di religione: a) l’assenza di una discriminazione per motivi di religione rispetto alla posizione degli altri supplenti della scuola pubblica - 7. (segue) b) L’inapplicabilità della clausola 4 dell’Accordo quadro - 8. La prevenzione degli abusi della successione dei contratti a tempo determinato per gli insegnanti di religione: in particolare le “ragioni obiettive” che possono giustificare il rinnovo - 9. Conclusioni. The Employment Relationship of Religious Education Teachers in Italian State Schools before the Court of Justice of the European Union ABSTRACT: The Italian legislation excludes the transformation of successive fixed-term contracts into contracts of indefinite duration in the teaching sector. This also applies to Catholic religious education teachers. The present paper analyses the decision of the Court of Justice of the European Union in case C-282/19, which dealt with the issue of the compatibility of such a rule with the framework agreement on fixed-term work concluded by ETUC, UNICE and CEEP (annexed to Council Directive 1999/70/EC of 28 June 1999) and with the prohibition of discrimination on grounds of religion (Article 21 of the Charter of Fundamental Rights of the European Union; Council Directive 2000/78/EC of 27 November 2000). According to the Author, the Court’s final indication for the referring court, to verify whether an interpretation of the national provisions which is consistent with the framework agreement is possible, is not easily practicable, because the “obligation on a national court to refer to the content of a directive when interpreting and applying the relevant rules of domestic law […] cannot serve as the basis for an interpretation contra legem”, as noted by the Court.
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Dissertations / Theses on the topic "Diritto antidiscriminatorio"

1

GIACOMELLI, LUCA. "Diffidando dell'eguaglianza. Gli effetti collaterali del diritto antidiscriminatorio." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/79234.

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Abstract:
Tra i concetti giuridici più dibattuti, sin quasi all’abuso, c’è certamente il principio di eguaglianza. Le speculazioni sul significato e sul valore da attribuirgli hanno fatto persino dubitare della sua utilità giuridica: per alcuni si tratterebbe di un’idea vuota e fuorviante da abbandonare. Alla difficoltà di consegnare un contenuto proprio al principio in parola si è cercato di dare una risposta attraverso lo strumento del diritto antidiscriminatorio: le differenze sono state così rimarcate come devianza rispetto ad uno standard di “normalità” frutto della sedimentazione dei paradigmi culturali, storicamente caratterizzanti il diritto occidentale. La tutela antidiscriminatoria, però, per come è venuta sviluppandosi a partire dal diritto europeo, rischia di trasformarsi in un boomerang a svantaggio proprio di coloro che vorrebbe proteggere. Questa declinazione del principio di eguaglianza, infatti, risulta essere poco efficace (si pensi alle controverse azioni positive come le “quote rosa” per favorire la rappresentanza politica femminile), se non addirittura controproducente per coloro che sono tagliati fuori dalle rigide classificazioni su cui il diritto antidiscriminatorio si fonda e che rischiano di rimanere privi di alcuna tutela (si pensi alle persone intersessuali e transgender che scombinano le tradizionali categorie dicotomiche di sesso e genere). Pertanto, è necessario tornare a riflettere sul modo di intendere e agire l’eguaglianza, rendendosi conto che tutto sommato il paradigma antidiscriminatorio potrebbe essere abbandonato in favore di una lettura in chiave di antisubordinazione del principio di eguaglianza, non più legata alla categorizzazione delle differenze ma fondata sulla nozione più inclusiva di dignità umana da valutarsi in concreto, configurandosi come l’eguale diritto di tutti all’affermazione e tutela della propria identità, anche e proprio in forza delle differenze che fanno di ciascuna persona un individuo diverso da tutti gli altri. L’eguaglianza, in questo senso, non negherebbe più le differenze (richiedendone l’omologazione allo standard di normalità) ma consentirebbe la loro valorizzazione giuridica, coniugando in modo complementare la dimensione formale e sostanziale di tale principio. Questa rilettura appare irrinunciabile per tentare di rispondere alle sfide sempre più complesse di realtà sociali composite, nella commistione di tradizioni culturali e religiose differenti, e laddove gli individui sempre più raramente hanno identità univocamente determinate, distinte e separate, caratterizzandosi al contrario per la coesistenza di una pluralità di tratti culturali e personali vari ed eterogenei.
The principle of equality is certainly one of the most frequently debated legal concepts. Speculations on its meaning and the value to place on it have even led people to doubt its legal usefulness: for some it seems an empty and misleading idea that should be abandoned. People have tried to answer the difficulty of giving the principle in question its own content through the anti-discrimination law: differences were thus viewed as a deviance compared to a standard of “normality” resulting from the sedimentation of cultural paradigms, which have historically conditioned Western law. Anti-discrimination protection, however, as it has been developed from European law, threatens to turn into a boomerang to the detriment of those it seeks to protect. This approach to the principle of equality, in fact, turns out not to be very effective (as, for example, with controversial affirmative action such as “quote rosa” to promote women’s political representation), if not downright counterproductive for those who are cut off by the rigid classifications on which anti-discrimination law is based and are likely to remain without any protection (such as intersexual and transgender people, who overturn the traditional dichotomous categories of sex and gender). We therefore need to reflect once more on how to understand and implement equality, realizing that, after all, the anti-discrimination paradigm could be abandoned in favour of an interpretation in terms of non-subordination of the principle of equality, no longer tied to the categorization of differences but based on the more inclusive notion of valuing human dignity in practice, seen as the equal right of all to the affirmation and protection of their own identity, also and precisely by virtue of the differences that make each person an individual different from all others. Equality, in this sense, would not deny the differences (requiring them to adapt to the standard of normality) but would allow their legal assessment, combining the formal and substantive dimension of this principle in a complementary way. This understanding appears essential in order to attempt to meet the increasingly complex challenges of composite social realities, with the mixture of different cultural and religious traditions, and where individuals more and more rarely have clearly determined distinct and separate identities, but are characterized, on the contrary, by the coexistence of a plurality of different and heterogeneous cultural and personal traits.
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VIGORITI, FRANCESCO. "La rilevanza penale dell’omofobia nell’ordinamento penale tedesco ed italiano." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2016. http://hdl.handle.net/10281/129631.

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Abstract:
The present work analyses the phaenomenon of homophobia in the framework of criminal law, starting from an inquiry concerning the psychosocial and criminological origin of the prejudice toward LGBT people. In particular, the phaenomenon is explored within the context of complex interactions among groups where a pivotal role is covered by gender prejudices and by sex hierarchies in which sexism, heterosexism and hetero-normativism in male-dominated cultures are rooted. The analysis goes on by contextualizing homophobia within the Anglo-American criminological categories “hate crime” and “hate speech”, according to an interpretation that considers them as conducts which may potentially represent the seeds of genocide-related events and are therefore to be contrasted by criminal law per se as well as in a preventative fashion. On these basis, the study moves on to consider a set of juridical criticalities related to the endorsement of prejudice into criminal law provisions as a relevant element for aggravated sanctions. Furthermore the research analyses the most relevant provisions criminalizing hate crimes and hate speeches existing under the German legal system to sanction behaviours characterized by homophobia (§ 130 StGB, Volksverhetzung and the recently modified § 46 StGB, that sets out the criteria for setting the punishment); with reference to the Italian legal system, the so called “Legge Reale-Mancino” is analysed as the law on which basis hate crimes and hate speeches are mainly punished. Finally, in this context, the study will provide an analysis of the so called “DDL Scalfarotto” – the draft bill approved by only one of the two Italian legislative chambers and therefore not entered into force yet – which is going to modify the Legge Reale-Mancino by introducing homophobic and transphobic motives as further basis for applying the said law.
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COGLIEVINA, STELLA. "Diritto antidiscriminatorio e interessi religiosi nell' Unione Europea con particolare riguardo agli ordinamenti italiano, francese e britannico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/442.

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Abstract:
La tesi affronta, dal punto di vista giuridico, il tema della discriminazione religiosa. Il primo capitolo ricostruisce l'interpretazione internazionale e comunitaria dei principi di uguaglianza e di non discriminazione, declinati in modo diverso a seconda del momento storico e dell’ordinamento giuridico di riferimento. La ricerca si concentra, successivamente, sull'analisi delle direttive dell'Unione europea contro la discriminazione, adottate nell’anno 2000 (dir. 2000/43 sulla discriminazione razziale e dir. 2000/78 sulla discriminazione nell’ambito del lavoro), che costituiscono strumenti innovativi per gestire l'integrazione e la pacifica convivenza dei diversi gruppi etnici e religiosi che compongono la società europea odierna. Il terzo ed il quarto capitolo esaminano il recepimento delle direttive comunitarie in Italia, in Francia e nel Regno Unito. La comparazione dei diversi approcci al problema della discriminazione razziale/religiosa in sede di attuazione delle direttive evidenzia i differenti orientamenti circa la modalità di risposta da parte degli ordinamenti interni ai problemi della società pluri-religiosa e alle politiche di integrazione e tutela delle minoranze. Ciò nonostante, affiora con chiarezza la comune esigenza di conciliare il rispetto del principio di uguaglianza con le rivendicazioni identitarie e la promozione delle diversità confessionali.
The object of the research is religious discrimination, from a juridical point of view. The first chapter gives an overview of the different interpretations of the concept of equality and non-discrimination in international and European law. In the second chapter the research focuses on the EC directives n. 2000/43 and 2000/78 on racial discrimination and discrimination in the field of employment, which are relevant instruments for promoting integration and equality among the different ethnic and religious groups living in Europe. The other two chapters examine the implementation of the directives in Italy, France and United Kingdom. In these countries there are different approaches to combating discrimination and to dealing with religious diversity and religious needs. For all of them, however, the implementation of antidiscrimination law implies to tackle the problem of finding a balance between the principle of equality and the protection of religious diversity.
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COGLIEVINA, STELLA. "Diritto antidiscriminatorio e interessi religiosi nell' Unione Europea con particolare riguardo agli ordinamenti italiano, francese e britannico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/442.

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Abstract:
La tesi affronta, dal punto di vista giuridico, il tema della discriminazione religiosa. Il primo capitolo ricostruisce l'interpretazione internazionale e comunitaria dei principi di uguaglianza e di non discriminazione, declinati in modo diverso a seconda del momento storico e dell’ordinamento giuridico di riferimento. La ricerca si concentra, successivamente, sull'analisi delle direttive dell'Unione europea contro la discriminazione, adottate nell’anno 2000 (dir. 2000/43 sulla discriminazione razziale e dir. 2000/78 sulla discriminazione nell’ambito del lavoro), che costituiscono strumenti innovativi per gestire l'integrazione e la pacifica convivenza dei diversi gruppi etnici e religiosi che compongono la società europea odierna. Il terzo ed il quarto capitolo esaminano il recepimento delle direttive comunitarie in Italia, in Francia e nel Regno Unito. La comparazione dei diversi approcci al problema della discriminazione razziale/religiosa in sede di attuazione delle direttive evidenzia i differenti orientamenti circa la modalità di risposta da parte degli ordinamenti interni ai problemi della società pluri-religiosa e alle politiche di integrazione e tutela delle minoranze. Ciò nonostante, affiora con chiarezza la comune esigenza di conciliare il rispetto del principio di uguaglianza con le rivendicazioni identitarie e la promozione delle diversità confessionali.
The object of the research is religious discrimination, from a juridical point of view. The first chapter gives an overview of the different interpretations of the concept of equality and non-discrimination in international and European law. In the second chapter the research focuses on the EC directives n. 2000/43 and 2000/78 on racial discrimination and discrimination in the field of employment, which are relevant instruments for promoting integration and equality among the different ethnic and religious groups living in Europe. The other two chapters examine the implementation of the directives in Italy, France and United Kingdom. In these countries there are different approaches to combating discrimination and to dealing with religious diversity and religious needs. For all of them, however, the implementation of antidiscrimination law implies to tackle the problem of finding a balance between the principle of equality and the protection of religious diversity.
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LORENZETTI, Anna. "Parità di genere nell'accesso a beni e servizi: la direttiva 2004/113 e le misure di implementazione. Quali direzioni del diritto antidiscriminatorio?" Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2010. http://hdl.handle.net/10446/591.

Full text
Abstract:
The thesis focuses on the Directive 2004/113, on the equal treatment in the access and supply of goods and services. The first chapter analyses the evolution of the European antidiscrimination law, from the beginning of the European Economic Community to the Lisbon Treaty, crossing trough the second generation antidiscrimination Directives. The second chapter examines the so called “Goods and Services Directive”, its contents, its limits. The third part focuses on the Italian implementation process, with the modifications to the “Equal Opportunity Code” (D. Lgs. 198/2006). The fourth chapter deals with the “lights and shadows” of the German transposition of the “Goods and Services Directive” and the fifth gives an overview on the implementation in the Member States, analysing, in particular, the position of the national jurisprudence and of the Equality bodies to estimate how and when a distinction in the access and supply of goods and services is a justifiable difference or became a discrimination. The last part considers the issues analysed in the precedent chapters, focusing on the relationship between the principle of equality and the private autonomy, on the use and the boundary of the gender and on the possibility to observe a hierarchy in the protection of the different grounds. Then it points out notions and concepts “classic” in the antidiscrimination provisions. Finally, starting from the possibility to admit a distinction in the access and supply of goods and services on the ground of sex, the thesis analyses the possibility to interpret the “Goods and Services Directive” in the light of the Antisubordination principle, given that the differential pricing of services, sex segregation of services utilized by both men and women, single-sex provision of services, are justified on the ground of reasons of decency, safety, counteracting stereotypes and to break down gender roles.
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CRO, PAOLO. "Gestione del rapporto di lavoro e intervento pubblico nel sistema giuslavoristico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/95.

Full text
Abstract:
L'opera esamina l'intervento pubblico nella gestione del rapporto di lavoro sotto il profilo storico e giuridico nelle tre fasi d'instaurazione, gestione e cessazione del rapporto. Si valorizza anche il ruolo specifico dei tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, con particolare riguardo all'analisi sistematica del diritto amministrativo del lavoro. L'opera intende porre in luce gli elementi logici, giuridici ed assiologici di questo ramo del diritto del lavoro, per ricondurne le fattispecie esaminate ad un sistema coerente e razionale e per suggerirne sia un metodo d'analisi de iure condito sia una prospettiva per una lettura ed una proposta de iure condendo.
This work analyses how public powers affects labour relationships both from the historical and the juridical points of view. The three main phases of labour relationships beginning, management and end are examined separately. The specific contributions by the three public powers legislative, administrative and judiciary especially by the public administration, are also dealt with. The goal is to illustrate the logical, juridical and ethical elements of this branch of the labour law, in order to build a rational system for both the analysis de iure condito and the debate de iure condendo.
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CRO, PAOLO. "Gestione del rapporto di lavoro e intervento pubblico nel sistema giuslavoristico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/95.

Full text
Abstract:
L'opera esamina l'intervento pubblico nella gestione del rapporto di lavoro sotto il profilo storico e giuridico nelle tre fasi d'instaurazione, gestione e cessazione del rapporto. Si valorizza anche il ruolo specifico dei tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, con particolare riguardo all'analisi sistematica del diritto amministrativo del lavoro. L'opera intende porre in luce gli elementi logici, giuridici ed assiologici di questo ramo del diritto del lavoro, per ricondurne le fattispecie esaminate ad un sistema coerente e razionale e per suggerirne sia un metodo d'analisi de iure condito sia una prospettiva per una lettura ed una proposta de iure condendo.
This work analyses how public powers affects labour relationships both from the historical and the juridical points of view. The three main phases of labour relationships beginning, management and end are examined separately. The specific contributions by the three public powers legislative, administrative and judiciary especially by the public administration, are also dealt with. The goal is to illustrate the logical, juridical and ethical elements of this branch of the labour law, in order to build a rational system for both the analysis de iure condito and the debate de iure condendo.
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Books on the topic "Diritto antidiscriminatorio"

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Favilli, Chiara, and Maria Paola Monaco, eds. Materiali per lo studio del diritto antidiscriminatorio. Florence: Firenze University Press, 2008. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-8453-668-6.

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Abstract:
Materiali per lo studio del diritto antidiscriminatorio is intended to provide a picture of most relevant legislation and jurisprudence in this sphere, at both European Union and national level. Divided into seven thematic sections – Sources, Gender, Age, Disability, Nationality, Race and ethnic origin, Religion and personal convictions – this collection sets up a direct comparison between European legislation and jurisprudence and the Italian enactment decrees. In this manner the editors, Chiara Favilli and Maria Paola Monaco, propose both to academics and to those working in the sector an innovative and useful instrument for combating discrimination on the grounds of gender, race, ethnic group, religion, age or sexual orientation.
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2

Diritto antidiscriminatorio e religione: Uguaglianza, diversità e libertà religiosa in Italia, Francia e Regno Unito. Tricase (Lecce): Libellula, 2013.

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3

Izzi, Daniela. Eguaglianza e differenze nei rapporti di lavoro: Il diritto antidiscriminatorio tra genere e fattori di rischio emergenti. Napoli: Jovene, 2005.

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