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Journal articles on the topic 'Diritti culturali'

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Catanzariti, Mariavittoria. "I diritti su misura: la Corte Europea di Strasburgo e i minori." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2012): 97–121. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-001005.

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Abstract:
Questo saggio esamina l'approccio della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo alla tutela dei diritti dei minori. Piů specificamente, esso pone la questione dello statuto di tali diritti come diritti fondamentali alla luce della compatibilitŕ normativa tra diritto internazionale e diritto interno. La giurisprudenza della Corte Europea č dunque analizzata al fine di mettere in rilievo alcuni principi dalla stessa elaborati, con particolare riguardo al rispetto della vita familiare. Il saggio si concentra infine sui principi della child-friendly justice adottati dal Consiglio d'Europa nel novembre 2010 al fine di evidenziare il rapporto tra modelli culturali e prassi giurisprudenziale.
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Felice, Flavio. "La nozione di diritti umani nella prospettiva della dottrina sociale della Chiesa." Revista Pistis Praxis 6, no. 3 (September 13, 2014): 817. http://dx.doi.org/10.7213/revistapistispraxis.06.003.ds04.

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Abstract:
L’obiettivo di questo articolo è quello di dimostrare la diversità de prospettive della dottrina sociale della Chiesa su i diritti umani. Sottolinea la prospettiva personalista come la più appropriata per comprendere e giustificare l’interesse generale della dottrina sociale per il tema e l’affermazione dei diritti umani. La Chiesa vede nei diritti umani l’opportunità di promuovere e difendere l’universalità della dignità umana, intesa come carattere stampato da Dio creatore per le sue creature. La prospettiva antropologico-cristiana ha per fondamento la persona umana creata a immagine e somiglianza di Dio. La dottrina sociale della Chiesa, mostra una pluralità di dimensioni, essenziali per definire chi è l’essere umano, e, a sua volta, per la promozione e la difesa della dignità umana di fronte alle istituzioni giuridiche, politiche ed economiche. I diritti umani e la dottrina sociale hanno in Giovanni Paolo II uno dei principali teorici. I diritti umani sono un punto di riferimento per tutte le fasi della vita umana e dei contesti politici, sociali, economici e di culturali. Fonte e sintesi dei diritti umani è il diritto alla vita e il diritto alla libertà religiosa.
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3

Simone, Anna. "Corpi a-normali. Eccedenze del diritto e norma eterossessuale." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2010): 65–79. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-001003.

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Abstract:
Norma eterosessuale - diritti differenzianti - status - normalizzazione. Tutte le costruzioni identitarie dei ruoli di genere legate al sesso biologico e all'orientamento sessuale partono da un assunto aprioristico voluto dal processo di "naturalizzazione" dei corpi e dalla relativa nascita della norma eterosessuale. Tale processo ha anche contribuito a costruire una cultura giuridica fondamentalmente sancita a partire dalla stessa norma eterosessuale. Il processo di naturalizzazione prima e di "normalizzazione" poi dei corpi, dei rispettivi ruoli di genere e delle relative condotte sessuali, assieme al diritto, ha cosě favorito la nascita di nuove forme di status (il gay, la lesbica, il trans etc.) che, anziché intaccare il diritto di famiglia e la norma eterosessuale che lo predetermina, ha favorito la nascita di "diritti differenzianti" a seconda dell'orientamento sessuale. D'altronde anche il dibattito consumatosi in Italia attorno ai diritti civili delle persone gay e lesbiche non ha mai preso in considerazione la fondazione antropologico-giuridica della norma eterosessuale nella cultura occidentale e nella cultura giuridica. Attraverso una breve ricostruzione genealogica della costituzione di codici culturali, sociali e giuridici predefiniti in occidente, nonché del tutto funzionali alla determinazione di una cultura giuridica fondata sulla norma eterosessuale, in questo articolo si rimettono in discussione le categorie di differenza ed eguaglianza.
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Andrea Sacco, Giovanni. "La tutela collettiva delle minoranze linguistiche." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 2 (June 2021): 13–32. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-002002.

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Abstract:
La ricerca affronta l'argomento delle minoranze linguistiche. Partendo dalla definizione del concetto di minoranza, procede ad esplorare il quadro costituzionale italiano e bre-vemente quello comparato con particolare attenzione alla dimensione collettiva della tute-la dei diritti linguistici, intesi in senso ampio come diritti culturali identitari. L'attenzione è concentrata sui diritti del gruppo linguistico posseduti dagli individui in quanto "insieme" piuttosto che dai suoi membri separatamente e sulla tutela delle lingue minoritarie come bene partecipativo identificato da una condivisione solidale.
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Bilancia, Francesco. "I diritti fondamentali e la loro effettività." Revista do Direito, no. 28 (July 25, 2007): 31–53. http://dx.doi.org/10.17058/rdunisc.v0i28.181.

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Abstract:
In questo saggio io intendo APPROCHARE il dibatitto sul tema dei diritti fondamentali, coinvolgendo la prospettiva di sua effettività principalmente nel sistema costituzionale europeo. Per tanto, si parte della approfundatta diferenzza che ci sono fra i membri statali e le multipli aspetti culturali e sociale della cittadinanzza europea.
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Alpa, Guido. "L'ingresso della donna nelle professioni legali." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2011): 7–25. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-001001.

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Abstract:
La generositŕ maschile sull'ingresso delle donne nel mondo del diritto č sempre stata assai rara: la donna divienesoltanto con l'abolizione della tutela maritale, in Italia nel 1919, e con una applicazione molto limitata delle nuove regole. Č questo iltra lo status giuridico della donna come persona, come membro della famiglia, come componente della societŕ, e della donna come esercente la professione forense. Per le altre professioni, il notariato e la magistratura, cosě come per la rappresentanza politica, occorrerŕ attendere altri decenni, non solo perché l'ingresso nel mondo del diritto era ancora circondato da ostilitŕ, opposizioni, ritardi culturali e meschine limitazioni, ma anche perché esercitare le funzioni notarili o le funzioni magistratuali significava svolgere un ruolo di natura pubblicistica; e le cariche che implicavano una funzione pubblica o l'esercizio di un pubblico servizio si addicevano solo agli uomini. E alle soglie del nuovo codice civile Anna Maria Mozzoni, una delle grandi icone della battaglia per la paritŕ dei diritti, con il suo saggio del 1864,, tenta, con una accurata analisi della posizione della donna nell'opinione pubblica, nella religione, nella famiglia, nella societŕ e nella scienza, di costruire le basi per una riforma delle regole di diritto privato che ne migliori la posizione e ne garantisca l'emancipazione.
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Natale, Andrea, and Carlo Renoldi. "La tutela dei diritti e i paradossi del diritto. La direttiva rimpatri, l'Italia e la libertŕ dei migranti." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (December 2011): 7–21. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-005002.

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Abstract:
Della tardiva attuazione della direttiva rimpatri nell'ordinamento italiano, della cd. sentenza El Dridi della Corte di giustizia, delle ricadute che l'inadempimento all'obbligo comunitario determina sull'ordinamento interno si č giŕ scritto tutto (o quasi). Nessun commento tecnico, dunque. Č perň possibile tentare di tracciare un quadro d'insieme della vicenda, considerando quali tic culturali si siano disvelati nelle reazioni di tribunali, corti europee, accademia e palazzi del potere. Una vicenda - quella della legislazione sull'immigrazione - che permette di appurare come la legge costituita non tema piů il paradosso e di come si giochi, sulla pelle dei migranti, una partita ideologica e dimentica dell'. Che costringe il giurista a rispolverare i ferri del mestiere, strumenti (nuovi e antichi) forse capaci di offrire una piů completa tutela alle libertŕ individuali
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Pennacchini, M., D. Sacchini, and A. G. Spagnolo. "Evoluzione storica delle “Carte dei diritti dei morenti”." Medicina e Morale 50, no. 4 (August 31, 2001): 651–75. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.729.

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Abstract:
L’intento perseguito dagli autori con questo lavoro è stato quello di ripercorrere l’evoluzione negli ultimi decenni delle “carte” in cui vengono indicati i diritti delle persone morenti. Una storia che si va a contrapporre, con una sorprendente coincidenza nella cronologia, ai successivi momenti della depenalizzazione, prima, e della legalizzazione, poi, dell’eutanasia. Tali “carte”, infatti, hanno sostanzialmente inteso contrapporre il right to death with dignity al right to death senza altre specificazioni, rivendicato dai movimenti e dalle società a favore dell’eutanasia volontaria e del suicidio assistito. Questo lavoro, quindi, trova il suo momento iniziale con l’identificazione e l’analisi delle motivazioni socio-culturali oltre che di quelle più propriamente scientifiche che hanno portato all’elaborazione della prima carta dei diritti del morente, capostipite in un certo senso di tutte quelle seguenti. Dopo di che mostra l’evoluzione peculiare che tali carte, c.d. di prima generazione hanno avuto in Europa, e da ultimo illustra come esse si sono evolute, sia in Europa sia negli Usa in anni più recenti. Da ultimo, a conclusione della “review” storica, gli autori hanno voluto presentare la Carta dei diritti del malato cronico in evoluzione di malattia elaborata nel 1999 all’interno del Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” dell’Università Cattolica, esaminandone il contenuto e le ragioni che hanno portato alla sua elaborazione.
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Savona, Pier Francesco. "Diritti culturali e societŕ "glocale": una questione di riconoscimento o di giustizia sociale." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 3 (March 2010): 21–38. http://dx.doi.org/10.3280/sd2009-003002.

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Bartoli, Clelia. "Libertŕ e diritti tra India ed Europa. Un approccio genealogico ai valori culturali." DIRITTI UMANI E DIRITTO INTERNAZIONALE, no. 3 (December 2009): 541–63. http://dx.doi.org/10.3280/dudi2009-003006.

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Abstract:
- This paper will deal with the issue of human rights and multiculturalism away from cultural relativism and universalism while taking inspiration from Nietzsche's Moral Genealogy. In particular, the concepts of karma, dharma and trivarga (an indian traditional form of particularism in the law) will be explained as they are expressed in the Bhagavad Gita, one of the most important texts of Indian philosophical literature. From this analysis it will emerge the impossibility of deducing the idea of human rights from the Sanskrit text. Not because the Bhagavad Gita adopts a communitarian conception of the self but because it entails a very complex and interesting idea of freedom which is little compatible with contemporary human rights discourse. Then, it will be quoted a criticism against the Bhagavad Gita based on the historical genealogy of cultural values, as it was formulated by B.R. Ambedkar - Chairman of the Drafting Committee of Indian Constitution. Finally, this writing will highlight some of the misunderstandings revolving around human rights and multiculturalism. This will be done while suggesting a genealogical approach where different intellectual and law traditions challenge and implement each other, rather than being locked in a sterile mutual respect.
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Ruggiu, Ilenia. "Multiculturalismo e minori: il fondamento costituzionale dei diritti culturali del minore straniero e il test culturale per bilanciarli." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (June 2019): 99–108. http://dx.doi.org/10.3280/mg2019-001010.

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Anello, Giancarlo. "‘Fratture culturali' e ‘terapie giuridiche'. Giurisdizioni religiose e diritti umani in una prospettiva interculturale." DIRITTI UMANI E DIRITTO INTERNAZIONALE, no. 3 (December 2011): 482–506. http://dx.doi.org/10.3280/dudi2011-003002.

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Bellezza, Simone Attilio. "In cerca della madrepatria: la diaspora ucraina e il dilemma dei rapporti culturali con l'Ucraina sovieti." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 257–74. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002013.

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Abstract:
L'articolo traccia una prima ricostruzione dei rapporti fra la comunità ucraina della diaspora e la Repubblica sovietica dell'Ucraina, cercando di comprendere come questi siano cambiati nel contesto della Guerra Fredda. Per prima cosa si affronta la questione della formazione della diaspora ucraina come un soggetto transnazionale e con identità nazionali multiple, ma allo stesso tempo dotato di una certa compattezza, espresso attraverso la creazione di organizzazioni politiche e associazioni culturali sovranazionali. Si passa quindi ad analizzare queste relazioni dando rilievo a differenti elementi: i rapporti preferenziali con l'Urss degli ucraini canadesi comunisti, i viaggi di istruzione nell'Ucraina sovietica, il periodo di rinnovamento culturale rappresentato dagli sistdesjatnyky, la nascita del rapporto con i dissidenti all'interno del movimento transnazionale per la difesa dei diritti umani, la battaglia giocata sul piano della propaganda e il contributo dell'Associazione degli scrittori ucraini all'estero "Slovo" e infine il ruolo giocato dallo Harvard Ukrainian Research Institute nella liberazione e nel sostegno ai dissidenti scappati dalle repressioni brezneviane.
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Turco, Federica. "Le femmine restano e i maschi partono. Dinamiche spaziali e diritti nelle moderne storie per l'infanzia." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (January 2021): 13–22. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003002.

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Abstract:
In che modo le narrazioni e la realtà sociale interagiscono tra loro nella costruzione di significati condivisi? Questa sembra essere la domanda di partenza per cercare di inquadrare il problema della rappresentazione in generale, e della rappresentazione femminile in particolare, in tutti quei testi che forniscono, a livello simbolico e quindi semiotico, dei modelli d'identificazione per i loro fruitori (dai film ai cartoni animati, passando attraverso romanzi, fiabe, spot pubblicitari e così via). Si tenterà, nel breve saggio che segue, d'inquadrare la relazione tra rappresentazioni e modelli culturali, considerando principalmente alcune storie per bambine e bambini e il modo in cui queste forniscono dei percorsi d'interpretazione e stratificazione dei diritti dell'infanzia (e della loro violazione).
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Boga, Diletta. "Il contratto per conto di chi spetta nel settore del turismo." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 20 (October 2018): 242–74. http://dx.doi.org/10.3280/dt2017-020004.

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Abstract:
A differenza del contratto a favore di terzi, il contratto di assicurazione per conto di chi spetta, disciplinato dall'art. 1891 cod. civ., prevede un regime in base al quale i diritti derivanti dal contratto spettano all'assicurato, mentre gli obblighi derivanti dal contratto stesso devono essere adempiuti dal contraente, ad eccezione di quelli che per loro natura possono essere adempiuti solo dall'assicurato. Pertanto, nessuna delle parti può essere considerata terza (parte) in relazione al contratto di assicurazione perché, nel caso del contratto per conto di chi spetta, i diritti della controparte dell'assicuratore riguardano sia il contraente che il soggetto assicurato. Si tratta di uno strumento di autonomia privata meritevole di tutela giuridica anche per i contratti non legati all'assicurazione (e diversi dall'assicurazione stessa), in particolare per quei contratti conclusi dal tour operator con i fornitori di servizi primari al fine di assemblare le varie componenti di un pacchetto turistico (trasporto, alloggio, partecipazione ad eventi culturali o altro). In tali casi, esiste una separazione tra il contraente (tour operator) e l'utente del servizio (turista) relativamente alle prerogative che sono di competenza della controparte del fornitore: la giustificazione di tale separazione è nel contratto tra i tour operators e i turisti (viaggio organizzato), relativo ad un contratto di servizio, per cui il turista riconosce il vantaggio di avere un unico interlocutore, responsabile dell'organizzazione del viaggio organizzato, inteso come risultato unitario.
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Comini, Debora. "Essere adolescenti in Indonesia." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (January 2021): 75–82. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003008.

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Abstract:
A partire dall'adolescenza, norme culturali e sociali basate sul genere cominciano a generare differenze sostanziali nella vita delle ragazze e dei ragazzi indonesiani. Le adolescenti appaiono in generale avvantaggiate dal punto di vista nutrizionale ed educativo. Appaiono però svantaggiate nella sfera più intima, inlcuso nel livello di conoscenza di temi di salute sessuale e riproduttiva e violenza sessuale. L'Indonesia è il paese del sud-est asiatico con il più alto numero di matrimoni infantili nonostante la legge stabilisca un'età minima di 19 anni per il matrimonio, aggirata con la pratica della dispensa o di cerimonie tradizionali. Ogni nove donne indonesiane fra i 20 ed i 24 anni, una si è sposata prima dei 18. Il governo indonesiano, in collaborazione con l'Unicef, si è impegnato a eradicare il matrimonio infantile. Durante l'adolescenza il sistema scolastico, le famiglie, i mezzi di comunicazione, i servizi sociali, devono impegnarsi in particolar modo perché l'uguaglianza di diritti ed opportunità abbia basi solide.
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Souza, Lidyane Maria Ferreira de, and Luca Baccelli. "L'UTILITÀ DELL’ANALISI CULTURALE DEI DIRITTI SOGGETTIVI RELIGIOSI." Revista Eletrônica do Curso de Direito da UFSM 17, no. 1 (December 31, 2022): e79979. http://dx.doi.org/10.5902/1981369470979.

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Abstract:
Nei paesi democratici, l’ordine giuridico in genere riconosce diritti soggettivi religiosi, prima di tutti la libertà religiosa. Dalla Guerra dei Trent’anni, un’ esperienza storicamente e geograficamente abbastanza specIfica, la libertà religiosa è presentata come soluzione universale alla sfida della coesistenza di differenti credenze religiose nello stesso spazio politico. Di conseguenza, si osserva come questi diritti promuovano determinati tipi di soggettività e di organizzazione religiosa. Dato che tale critica è già stata rivolta alla categoria dei diritti soggettivi, così come a quella dei diritti umani, questo articolo investiga se le risposte fornite a queste critiche – nell’ambito dei studi sociogiuridici, dell’analisi culturale del diritto e della filosofia e sociologia dei diritti umani – possono contribuire a riflettere sull’utilità dei diritti soggettivi religiosi per le persone di fede non egemonica. Si conclude che l’analisi culturale permette identificare possibili reinvenzioni della strategia politica dei diritti soggettivI religiosi.
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Fumagalli, Pier Francesco. "Shalom-Salam-Pace in te, Gerusalemme!" FUTURIBILI, no. 3 (September 2012): 121–33. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-003008.

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Abstract:
L'Autore sottolinea con forza il ruolo delle tre religioni che vivono a Gerusalemme, che in comune hanno il monoteismo, e che hanno dato un volto originale, unico e santo alla cittŕ, pur tra momenti di fondamentalismi e di contrapposizioni acute. Per il futuro č doveroso che si trovi con buona volontŕ e lungimiranza un modo concreto e giusto in cui i diversi interessi e aspirazioni siano composti in forma armonica e stabile. Ciň puň avvenire sottolineando i seguenti punti salienti: 1) attenzione ai pronunciamenti internazionali, 2) rilievo degli aspetti spirituali, storici e culturali di Gerusalemme, 3) inclusione non solo dei monumenti ma anche dell'insieme della Gerusalemme storica, 4) presenza delle diverse comunitŕ religiose che vi vivono, 5) esigenza di trovare un modo concreto e giusto per tutelare i diversi diritti di tutti con uno speciale "statuto internazionalmente garantito", 6) distinte fedi religiose ma insieme l'identitŕ religiosa della cittŕ sotto il profilo della comune "fede monoteistica", 7) necessitŕ di pace e riconciliazione tra Stato di Israele e popolo palestinese. L'Autore mette altresě in evidenza il ruolo della Santa Sede nel perseguire queste direzioni, e in particolare quelle di cittŕ internazionale e di cittŕ "madre di giustizia per tutte le genti, realtŕ unica e insieme universale".
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Chiara Locchi, Maria. "LA QUESTIONE DEL RICONOSCIMENTO GIURIDICO DELLE DIFFERENZE CULTURALI NELLE SOCIETÀ PLURALISTE: ALCUNE CONSIDERAZIONI A PARTIRE DALLA GIURISPRUDENZA SUI ROM DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO." Novos Estudos Jurí­dicos 20, no. 1 (March 27, 2015): 6. http://dx.doi.org/10.14210/nej.v20n1.p6-33.

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Salone, Carlo, and Francesco Arfò. "Città e grandi eventi: il programma Matera Capitale Europea della Cultura 2019 nella percezione dei residenti." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 3 (September 2020): 5–29. http://dx.doi.org/10.3280/rgi2020-003001.

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Abstract:
L'adozione di politiche di sviluppo urbano focalizzate sulla cultura, sia dal lato dell'offerta (realizzazione di infrastrutture e sostegno alle industrie culturali e creative) sia da quello della domanda (campagne di promozione turistica, programmazione di eventi) e prassi corrente nel capitalismo cognitivo. Intorno al nesso tra cultura e sviluppo economico si e coagulato un vasto dibattito scientifico che fa da sfondo e giustificazione per l'adozione di politiche pubbliche conseguenti, in particolare, ma non solo, alla scala urbana. In realta, la produzione e il consumo di cultura sono pero spesso associati a fenomeni tra loro molto diversi e non di rado conflittuali. Secondo alcuni autori (Bridge, 2006; Kaasa e Vadi, 2010; Scott, 2000), lo sviluppo del settore culturale contribuisce soprattutto alla crescita economica e al vantaggio competitivo urbano, attraverso la generazione di nuova conoscenza per l'innovazione e la creativita ma, anche, effetti positivi su altre attivita economiche correlate. Altri ne enfatizzano le potenzialita inclusive, adatte alla costruzione dei diritti di cittadinanza e alla promozione di una societa piu giusta e coesa (Stern e Seifert, 2007), altri ancora assumono una posizione intermedia, attribuendo alla cultura sia un vantaggio competitivo che un beneficio per l'inclusione sociale, senza pero riuscire a chiarire appieno il rapporto tra queste due dimensioni dello sviluppo (Sacco e Segre, 2009). In questo articolo si inquadra e analizza il caso di Matera 2019 all'interno del progetto di Capitale Europea della Cultura ed alla luce delle teorie legate allo sviluppo urbano trainato dalla cultura. L'analisi del caso di Matera 2019 si pone l'obiettivo di misurare gli impatti attualmente osservabili nella citta sotto il profilo socio-spaziale e di indagare le modalita con cui i cittadini materani hanno interagito con l'evento, attraverso un'analisi della loro opinione circa il percorso svolto e le possibilita future della citta.
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Braga, Paolo. "Il racconto inclusive della disabilità e dell’autismo: i casi delle serie TV Speechless e Atypical." Medicina e Morale 69, no. 1 (April 20, 2020): 23–47. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2020.606.

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Abstract:
L’articolo muove da una panoramica sulle criticità che storicamente hanno segnato il racconto audiovisivo della disabilità. Come mostrano report sull’industria cinetelevisiva e come sottolineano i Disability Studies, accanto ad una rappresentazione insufficiente della disabilità, c’è, quando l’argomento è affrontato, il diffuso scadimento nello stereotipo. A partire da questo dato generale, l’articolo considera la recente categoria critica dell’«inspiration porn». Coniata dagli attivisti dei diritti alla pari dignità, denuncia quei prodotti culturali in cui la persona con disabilità è riduttivamente ritratta al solo fine di suscitare i buoni sentimenti, l’auto-stima, la gratificazione del pubblico che non ha disabilità. Tuttavia, nell’offerta televisiva internazionale segnali di un’inversione di tendenza sono riscontrabili. L’articolo analizza due serie, Speechless e Atypical, che hanno provato a migliorare lo storytelling improntandolo al valore dell’inclusione. L’analisi, che incrocia un approccio etico di fondo con la prospettiva più tecnica della sceneggiatura, si concentra su due aspetti: come la storia rende conto del punto di vista della persona con disabilità, così da rivelare la complessità della sua esperienza personale; come la storia presenta l’inclusione come un obiettivo socialmente conseguibile e motivante. In sede di conclusioni, sulla scorta della differente qualità riscontrata nelle due serie, l’articolo suggerisce tre criteri generali per l’eticità del racconto sulla disabilità: il realismo referenziale, per una rappresentazione fedele al dato medico-terapeutico-sociale; il realismo ottativo, cioè una declinazione proattiva del dramma; il realismo antropologico, cioè l’attribuzione ad azioni e relazioni del loro significato oggettivo entro un disegno esaustivo di completamento personale.
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Indellicato, Michelle. "L’etica nei procedimenti giudiziari." Zeszyty Naukowe KUL 60, no. 3 (October 27, 2020): 201–8. http://dx.doi.org/10.31743/zn.2017.60.3.201-208.

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Abstract:
L’etica nei procedimenti giudiziari è una tematica di rilevante interesse che da sempre ha acceso il dibattito a livello culturale in generale e a livello etico – giuridico in particolare. Etica e diritto non sono su due piani differenti, bensì sono interconnessi. I procedimenti giudiziari, e gli operatori di diritto in esso coinvolti, non possono prescindere da questa interconnessione e devono essere imparziali, altrimenti ledono la dignità della persona e i suoi diritti fondamentali, come ad esempio il diritto alla verità, alla lealtà, alla giustizia, ad una convivenza democratica e civile per un’ordinata vita sociale e di relazione.
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Catelani, Alessandro. "Sovranismo: Il Mito dell’Europa unita, da Carlo Magno ad Altiero Spinelli." Società e diritti 6, no. 12 (February 14, 2022): 236–45. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/17351.

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Abstract:
Il mito dell’Europa unita è durato dalla caduta di Roma fino ai giorni nostri; ma di una vera unità europea si può parlare solo per il periodo carolingio, perché successivamente si sono formati gli Stati nazionali. La moderna ideologia mira a costruire uno Stato unitario per tutti i popoli d’Europa; ma ciascun popolo ha diritto ad una propria autodeterminazione e identità culturale, ed una fusione coattiva verrebbe a ledere i diritti fondamentali delle collettività nazionali.
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Del Missier, Giovanni. "Le mutilazioni genitali femminili." Medicina e Morale 49, no. 6 (December 31, 2000): 1097–143. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.774.

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Abstract:
L’articolo intende approfondire la tematica delle mutilazioni genitali femminili (MGF) per esprimere un fondato giudizio morale su queste pratiche e offrire delle linee di riferimento per la promozione di comportamenti sociali giusti e responsabili, nel pieno rispetto della dignità personale delle donne coinvolte. L’autore offre un quadro generale del fenomeno, emergente anche in Italia, individuando le testimonianze storiografiche delle MGF, le diverse tipologie di intervento, le conseguenze psico-fisiche che esse comportano per le donne che vi si sottopongono, la distribuzione geografica e quantitativa dei soggetti coinvolti. Vengono esaminate le motivazioni tradizionalmente addotte a giustificazione di queste pratiche e le teorie esplicative moderne fornite dalle scienze umane che hanno tentato di interpretare in vario modo le mutilazioni sessuali, con particolare attenzione alla riflessione ispirata ai diritti umani. Successivamente, vengono considerati criticamente i paradigmi etici più utilizzati in letteratura per schierarsi a favore o contro la legittimità delle MGF. I limiti rilevati inducono l’autore ad inquadrare il discorso in una più ampia cornice di tipo antropologico personalista e a percorrere una via di soluzione equidistante dal culturicentrismo e dal relativismo culturale. Sulla base del significato della corporeità si sostiene la grave illiceità delle pratiche mutilatorie, analizzando nel dettaglio le responsabilità dei diversi attori sociali che vi si possono trovare coinvolti. Sulla scorta di alcune argomentazioni derivate per analogia dai Teologi Dottori della tradizione cattolica viene individuato, inoltre, un criterio minimale di riferimento per avviare un dialogo interculturale non direttivo né paternalistico, ma rispettoso e fermo che conduca le etnie, presenti nella società italiana, a superare queste pratiche trasformandole in una nuova ritualità non cruenta, senza compromettere il patrimonio di valori che esse vorrebbero salvaguardare e trasmettere. L’esposizione si conclude con una serie di indicazioni volte a guidare la progettazione di interventi sociali finalizzati a modificare le tradizioni dannose per la salute, secondo una strategia ispirata non solo all’efficacia, ma soprattutto al rispetto della dignità umana e delle diversità culturali, con particolare riguardo ai problemi delle donne, delle famiglie, delle comunità di riferimento, degli operatori socio-sanitari e alla questione dell’introduzione di norme penali specifiche anti-MGF.
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Bhabha, Homi K. "I nostri vicini, noi stessi. Riflessioni contemporanee sulla sopravvivenza." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 44 (September 2012): 99–118. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-044008.

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Abstract:
Il saggio evoca lo spirito di Hegel, nel tentativo di comprendere le problematiche contemporanee legate alla testimonianza etica, alla memoria storica, ai diritti e alle rappresentazioni delle minoranze all'interno della sfera culturale. Chi č oggi il nostro vicino? Cosa significa ospitalitÀ di questi tempi? Perché il riconoscimento degli altri diviene spesso un incontro straziante con l'alteritÀ del sé? L'articolo esemplifica come il ‘Terzo Spazio' - uno dei concetti chiave del postcolonialismo - puň aiutarci a costruire una nuova concezione di ospitalitÀ all'interno di un mondo globalizzato e cosmopolita, una concezione che poggia sul diritto alla differenza nell'uguaglianza.
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Balsamo, Antonio. "La formazione dei magistrati: linee-guida e obiettivi formativi. Profili di diritto comparato." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 2 (November 2010): 776–102. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-002004.

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Abstract:
Adesso che il Comitato Direttivo č stato nominato, la creazione della Scuola della magistratura, prevista al momento della riforma dell'ordinamento giudiziario, sembra ormai piuttosto vicina. Dal momento che č probabile che diventi sede privilegiata per il dialogo culturale e per la crescita professionale della magistratura italiana nel suo complesso, il nuovo organismo ha un significativo potenziale rispetto alla necessitŕ di modernizzare il sistema giudiziario del Paese. Le istituzioni dischiudono nuove prospettive quanto alla diffusione di conoscenze extragiuridiche e della "cultura organizzativa", nonché quanto al dialogo fra le corti nazionali e internazionali in un contesto caratterizzato dalla circolazione di modelli giuridici e dal nuovo ruolo giocato dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo nel contesto del sistema delle fonti del diritto.
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Losavio, Tommaso. "Postfazione." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (March 2002): 69–72. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000563.

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Abstract:
Indagini condotte in diverse città italiane rilevano che i cittadini stranieri utilizzano i servizi del SSN in modo proporzionalmente più basso al confronto con quello della popolazione autoctona (AA.VV. La salute straniera: Epidemiologia, culture, diritti, ESI, Napoli, 1994).Una ricerca concernente la città di Torino ha documentato in effetti come solo il 50% dei cittadini stranieri residenti ed aventi pertanto diritto risultava regolarmente iscritto al Servizio Sanitario Nazionale (Città di Torino, Osservatorio statistico provinciale sugli stranieri, Ufficio di Statistica, Torino: 1998)I flussi migratori, che in modo particolare in questi ultimi anni hanno interessato il nostro Paese, contribuiscono a modificare l'assetto sociale, economico e culturale della società italiana ed anche i modelli di organizzazione e funzionamento dei servizi socio-sanitari.Come scrive Roberto Beneduce “…sollecitare il riconoscimento dei diritti, incoraggiare l'integrazione e la conoscenza reciproca di gruppi e cittadini, disegnare strategie di intervento e di prevenzione più adeguate in relazione agli specifici modelli di malattia e bisogni di cura, diventano obiettivi che qualsiasi azione di promozione della salute nella popolazione immigrata dovrebbe riuscire a perseguire unitariamente” (Beneduce R., Frigessi D., Vacchiano F., L'attività del Centro Frantz Fanon nell'assistenza psichiatrica agli immigrati, PNSM, Istituto Superiore di Sanità, Roma 2000).
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Nuvoli, Giuliana. "Il diritto alla felicità: scrittrici “socialiste” fra Ottocento e Novecento." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (March 25, 2020): 226–55. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910100.

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Abstract:
Il diritto alla felicità compare sia nella Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America (1776) che nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (1789): fra Ottocento e primi del Novecento; le scrittrici di area o ideologia socialista lo assumono come filo conduttore delle loro opere e – più latamente – della loro attività. A differenza dei protagonisti delle lotte sociali di quel periodo, le scrittrici tendono al raggiungimento di un’armonia complessiva fra tutte le componenti della società, consapevoli che la felicità può essere raggiunta solo in assenza di conflitto. Nel presente saggio è stata operata una scelta esemplare che fa riferimento a categorie diverse di scrittrici; sono presenti Cristina Trivulzio Belgiojoso, Anna Maria Mozzoni, Anna Maria Torriani (Marchesa Colombi), Beatrice Speraz (Bruno Sperani), Alessandrina Ravizza, Ada Negri, Rina Faccio (Sibilla Aleramo).
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Iannone, Roberta. "La dimensione culturale del diritto." Quaderni di Sociologia, no. 29 (August 1, 2002): 187–90. http://dx.doi.org/10.4000/qds.1297.

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Galli, Pier Francesco, Alberto Merini, and Paul Parin. "Menzogne in tempo di pace. Tentativo di una critica psicoanalitica ed etnologica dei "diritti dell'uomo"." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 2 (May 2022): 273–92. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-002005.

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Abstract:
Dopo una serie di considerazioni generali sul tema dei diritti dell'uomo, viene fatta una analisi dei problemi messi in luce da due discipline, la psicoanalisi e l'etnologia. Mentre il punto di vista psicoanalitico aiuta a comprendere quali sono i fenomeni psicologici che inducono il rispetto o la violazione dei diritti umani, il punto di vista etnologico, mettendo a confronto diverse culture, permette di rispondere a quesiti riguardanti la diversità dei diritti umani nelle varie strutture sociali, la loro validità comune a più popoli, e l'eventuale imposizione o condizionamen-to, tramite anche l'uso della forza, di diritti differenti a quelli di una determinata situazione culturale. Discutendo con Muhidin Saric (autore del libro del 1993 Keraterm. Erinnerungen aus einem serbischen Lager ["Keraterm. Ricordi da un lager serbo"]. Prefazione di Paul Parin. Klagenfurt: Drava Verlag, 1994), l'Autore cerca di dare una spiegazione a fatti ancora non del tutto chiari.
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Degrassi, Lidianna. "«Le industrie culturali e creative»: una formula fortunata, ma ancora in cerca di identità (giuridica)." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 22 (November 2018): 7–31. http://dx.doi.org/10.3280/dt2018-022001.

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Abstract:
Inquadrare concettualmente la formula «CCI - Industrie culturali e creative» è un'operazione di cui si è occupata principalmente la dottrina economica della cultura. Il presente contributo offre alla comunità scientifica alcuni spunti di riflessione da un punto di vista giuridico, in particolare in relazione al diritto dell'UE e al diritto interno. Ciò che rende la definizione un unicum nel panorama del diritto pubblico multilivello è la specificità del CCI, che, allo stesso tempo, indaga i profili di «cultura», «creatività» e di «industria/economia». Ciò acquista rilevanza anche nell'ordinamento giuridico italiano, perché la Costituzione repubblicana non conosce questa nozione, il che fa sì che gli studiosi ne diano un'interpretazione sistematica. Oltre a questo, avendo a che fare con una forma di stato regionale, occorre rendersi conto di come sono distribuite le competenze tra Stato e Regioni, a causa dell'eterogeneità del settore del CCI. L'incertezza della nozione di diritto costituzionale ha permesso al legislatore statale di introdurne una simile, ma non identica: quella di «imprese culturali e creative», su cui, nel paragrafo finale, questo lavoro cerca di riflettere in prima battuta
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Kołodko, Piotr. "International Scientific Conference «Il Diritto romano privato e la cultura del diritto in Europa», Sankt Petersburg, 27–29 May 2010." Miscellanea Historico-Iuridica 10 (2011): 358–61. http://dx.doi.org/10.15290/mhi.2011.10.23.

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Zanfrini, Laura. "I "confini" della cittadinanza: perché l'immigrazione disturba." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 117 (May 2010): 40–56. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117004.

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Abstract:
Il modello europeo di regolazione dei flussi migratori, tradizionalmente fondato sulla figura del lavoratore ospite, ha consentito di posporre nel tempo la questione dell'inclusione degli stranieri nel sistema dei diritti di cittadinanza, cioč a dire la questione dei "confini" del welfare. L'evoluzione del fenomeno migratorio, la sua trasformazione in una presenza stabile ed eterogenea, a maggiore ragione la com- parsa di una seconda generazione hanno costretto i paesi europei ad arricchire il paniere dei diritti offerti agli immigrati e alle loro famiglie, senza perň risolvere in modo definitivo il paradosso storico della vicenda europea: il tentativo di tenere insieme la logica economicista alla base del modello europeo di regolazione degli ingressi con quella solidaristica che afferma il primato dei diritti della persona sulla stessa prerogativa degli Stati di "scegliersi" i propri cittadini e decidere il trattamento da riservare agli stranieri. Un tentativo che, oggi come ieri, esita in soluzioni compromissorie che rivelano, a un tempo, il carattere di artefatto politico e culturale del concetto di cittadinanza nazionale e gli esiti paradossali cui puň condurre l'applicazione di una logica di condizionalitŕ nell'accesso ai diritti.
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Herranz, Gonzalo. "Dimensioni culturali e tematiche dei movimenti pro-eutanasia: la situazione fuori dai Paesi Bassi." Medicina e Morale 50, no. 4 (August 31, 2001): 707–27. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.731.

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Abstract:
Sorge all’interno del dibattito teologico, da parte di chi maggiormente ha sentito l’influsso del cosiddetto (ma solo cosiddetto…) “cattolicesimo liberale” e soprattutto nell’ambito medico, in cui la linea di pensiero liberista e utilitarista ha un ampio spazio, la riflessione sulla “libertà del morire”. A nostro parere siamo di fronte ad un’inopportuna e falsificata accezione del termine libertà, che viene ad essere invocata per costruire e fondare un altrettanto falso “diritto a morire”. Si tratta di una concezione di libertà non autenticamente tale: il “diritto a morire” secondo noi non può esistere, perché si tratterebbe di una contraddizione in terminis, che va a minacciare il diritto ben più accertato e riconosciuto che è quello “a vivere”: esiste se mai un diritto a vivere qualitativamente bene, e non solo dal punto di vista biologico, ma soprattutto antropologico, anche l’atto supremo della vita umana naturale che è appunto il morire, inteso a tutti gli effetti come atto della vita. Anche la volontà del paziente (living-will) non è il termine ultimo della sua libertà, la quale ha da confrontarsi con altre volontà, come del resto accade in tutte le azioni umane. Saranno poi necessarie delle specificazioni, caso per caso, o per gruppo di casi, atte ad evitare le possibili forme di accanimento terapeutico, laddove si sostituisca un “vitalismo biologico”, il più delle volte artificiale e attuato con mezzi sproporzionati, alla vita propriamente intesa.
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Grasso, Marco Ettore. "La dimensione ambientale della salute: tra sfera sociale e giuridica." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2011): 57–82. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-001003.

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Abstract:
Questo studio presenta la descrizione della "dimensione ambientale della salute". Tale dimensione si colloca su un piano concettuale che si pone tra sfera sociale e giuridica. La "dimensione ambientale della salute" delineata nella sfera giuridica si compone di tre matrici che descrivono un quadro teorico innovativo nel quale il diritto alla salute si confronta con il campo ambientale e della sostenibilitŕ. La prima matrice concerne in modo particolare il diritto all'ambiente salubre, che talvolta č stato interpretato come mero prolungamento del diritto alla riservatezza della vita privata e familiare, altre volte come diritto che si coniuga all'integritŕ culturale e all'identitŕ di un popolo; la seconda matrice riguarda un diritto alla salute che si relaziona con aspetti ambientali ma che non rientra esattamente nel diritto all'ambiente salubre e che contempla tanto casi diquanto una nuova prospettiva sociologico- giuridica nello studio del diritto alla salute, che inerisce alla rivendicazione di tale diritto in quanto leso dai cambiamenti climatici (esemplificativi i casi riguardanti la petizione degli Inuit e Kivalina); la terza matrice invece č volta a costruire un "diritto sostenibile alla salute", che comprende tanto il diritto alla salute quanto quello in materia di sviluppo sostenibile.
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Parisoli, Luca. "Un approcio giusnaturalista ai diritti umani in una societá plurale." Arbor 186, no. 745 (October 29, 2010): 833–44. http://dx.doi.org/10.3989/arbor.2010.745n1234.

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Petrolo, Marina. "La crisi separativa e il sistema legale: procedure in alternative dispute resolution e interdisciplinarietà." TERAPIA FAMILIARE, no. 124 (February 2021): 238–57. http://dx.doi.org/10.3280/tf2020-124012.

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Abstract:
L'articolo focalizza il diritto o la pratica collaborativa come uno dei più significativi strumenti di risoluzione alternativa del contenzioso familiare che giunge a valle di un profondo mutamento culturale. I professionisti collaborativi non sono soltanto avvocati, ma anche commercialisti, mediatori familiari, psicologi che si impegnano per offrire ai cittadini un approccio non contenzioso, riservato e rispettoso della dignità dei soggetti coinvolti per la gestione delle questioni attinenti la loro separazione e/o divorzio, l'affidamento dei bambini, la revisione degli accordi e le altre questioni di diritto di famiglia, utilizzando il "diritto (definibile anche metodo) collaborativo". Oltre l'esito deflattivo del contenzioso, il metodo collaborativo presenta altresì aspetti di indubbia utilità sociale. L'articolo, dopo una descrizione della storia del diritto collaborativo, presenta i principi e le procedure che guidano i professionisti che aderiscono alla sua pratica.
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Beni, Paolo. "Crisi e politicitŕ della cittadinanza." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (September 2011): 7–18. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003002.

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Abstract:
I profondi processi di trasformazione economica, sociale e culturale che negli ultimi decenni hanno investito il nostro Paese stanno producendo negli individui una crescente difficoltŕ a riconoscersi nelle relazioni sociali e nella dimensione pubblica del vivere civile. Cambia la percezione di sé dei cittadini e delle cittadine, fino a provocare disaffezione e alienazione. Č in atto una sfida: fra la cittadinanza come pura iscrizione anagrafica che sopravvive come strumento di discriminazione dei non cittadini, e la cittadinanza come insieme dei diritti delle persone, con la loro dignitŕ e autonomia, con il loro sentimento di solidarietŕ e appartenenza a una comunitŕ politica. L'urgenza della storia marcia nella seconda direzione, verso un'evoluzione che corregga le discriminazioni prodotte dall'economia di mercato e ripristini la piena eguaglianza dei diritti civili, politici e sociali.
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Zambrano, Virginia. "Un’indagine nella retorica: dalla vulnerabilità sociale di Zola alla deumanizzazione di Kafka." ANAMORPHOSIS - Revista Internacional de Direito e Literatura 1, no. 2 (February 28, 2016): 247. http://dx.doi.org/10.21119/anamps.12.247-265.

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Abstract:
Per i giuristi, mettere in relazione diritto e letteratura è importante. La congiunzione dei due elementi permette di corrodere la dogmatica giuridica, desacralizzare e restituire il diritto alla propria misura e alla misura dell’etica. Ciò che, infatti, la letteratura insegna, rispetto all’assetto astrattamente codificato del diritto, è l’inesistenza di leggi generali nell’esperienza vissuta. Ne consegue che le condanne, come le assoluzioni, sono inevitabilmente imperfette: siamo tutti in qualche modo colpevoli, ma anche, secondo diverso angolo di lettura, tutti innocenti. E se i decreti di colpevolezza assoluta appaiono inadeguati nelle opere di Proust, Musil e Hofmannsthal, non diversa è la situazione che si respira nell’universo di Kafka e di Zola. A questa prima decostruzione del diritto se ne aggiunge una seconda, ancor più radicale, relativa non più ai suoi limiti, ma alla stessa essenza del diritto. Non solo il sistema normativo non riesce ad incasellare nelle proprie griglie una realtà umana sfuggente ad un ordine prefissato, ma, tutt’altro che situarsi al polo opposto della violenza criminale, confina ambiguamente con essa. In questo senso, l’intersezione fra diritto e letteratura insegna che le situazioni individuali vanno sempre calate in quel caleidoscopio sociale, culturale, storico, economico, che condiziona i nostri atti non meno della nostra volontà.
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Zambrano, Virginia. "Un’indagine nella retorica: dalla vulnerabilità sociale di Zola alla deumanizzazione di Kafka." ANAMORPHOSIS - Revista Internacional de Direito e Literatura 1, no. 2 (February 28, 2016): 247. http://dx.doi.org/10.21119/anamps.12.247-265/original_language.

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Abstract:
Per i giuristi, mettere in relazione diritto e letteratura è importante. La congiunzione dei due elementi permette di corrodere la dogmatica giuridica, desacralizzare e restituire il diritto alla propria misura e alla misura dell’etica. Ciò che, infatti, la letteratura insegna, rispetto all’assetto astrattamente codificato del diritto, è l’inesistenza di leggi generali nell’esperienza vissuta. Ne consegue che le condanne, come le assoluzioni, sono inevitabilmente imperfette: siamo tutti in qualche modo colpevoli, ma anche, secondo diverso angolo di lettura, tutti innocenti. E se i decreti di colpevolezza assoluta appaiono inadeguati nelle opere di Proust, Musil e Hofmannsthal, non diversa è la situazione che si respira nell’universo di Kafka e di Zola. A questa prima decostruzione del diritto se ne aggiunge una seconda, ancor più radicale, relativa non più ai suoi limiti, ma alla stessa essenza del diritto. Non solo il sistema normativo non riesce ad incasellare nelle proprie griglie una realtà umana sfuggente ad un ordine prefissato, ma, tutt’altro che situarsi al polo opposto della violenza criminale, confina ambiguamente con essa. In questo senso, l’intersezione fra diritto e letteratura insegna che le situazioni individuali vanno sempre calate in quel caleidoscopio sociale, culturale, storico, economico, che condiziona i nostri atti non meno della nostra volontà.
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Ferrarese, Maria Rosaria. "Francesco Galgano e il suo inesauribile viaggio tra diritto ed economia." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 3 (December 2012): 137–50. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-003008.

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Abstract:
Una parte rilevante del programma scientifico realizzato da Francesco Galgano puň essere descritta come un lungo viaggio nel rapporto tra diritto e mondo economico. Nonostante il profilo di professore di diritto privato e commerciale, egli ha sempre coltivato uno sguardo storico e sociologico sul diritto, che gli ha permesso di cogliere non solo il cambiamento delle tecniche e degli istituti giuridici, ma anche le ricadute in ambito sociale ed economico. Attraverso i suoi molti lavori sul tema, dagli anni settanta del secolo scorso, fino ai recenti anni di globalizzazione, si possono cogliere i profondi cambiamenti non solo nel mondo dell'impresa e delle relazioni giuridiche, ma anche nel clima culturale e negli attori e protagonisti dello scenario giuridico.
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Moccia, Luigi. "La comparaison « au-delà » des systèmes de droit: la protection de l'environnement." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (August 2021): 5–31. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-001001.

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Abstract:
Due tesi di fondo, distinte ma strettamente correlate tra loro, sono al centro di questo saggio. La prima è che la globalizzazione, non solo economica e tecnologica, ma anche sociale e culturale, incidendo sul piano giuridico chiama in causa il diritto comparato per ripensarne e riaffermarne la propria vocazione di studio critico di problematiche ed esperienze giuridiche e normative, che si pone, al livello teorico, come modo autoriflessivo di conoscenza del diritto. La seconda tesi è che vi sono temi, come è il caso emblematico della tutela ambientale, che assumono carattere di ‘fondamenti' di comparazione giuridica, nel senso di rappresentare un paradigma di un nuovo statuto metodologico ed epistemologico di questo campo di studi, che invece di conoscere il mondo attraverso il diritto, alla maniera di classificazioni (tassonomie) dei sistemi giuridici, cerca di conoscere il diritto attraverso il mondo, nella sua dimensione ‘globale', al tempo stesso territoriale e spaziale, particolare e comune, relativa e universale, come polarità tra loro non oppositive, ma complementari.
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Maifreda, Germano. "I beni dello straniero. Albinaggio, cittadinanza e diritti di proprietÀ nel Ducato di Milano (1535-1796)." SOCIETÀ E STORIA, no. 129 (December 2010): 489–530. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-129003.

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Abstract:
L'albinaggio e le altre forme di limitazione dei diritti di proprietÀ a danno di stranieri furono una realtÀ politicamente e giuridicamente rilevante nella costruzione dello Stato moderno. La loro regolamentazione ebbe importanti ricadute sulla costruzione legislativa e culturale della categoria di cittadinanza. Anche nel caso del Ducato di Milano, per tutta l'etÀ moderna, permasero proibizioni, limitazioni e disincentivi fiscali d'ispirazione mercantilista; esse privilegiarono i sudditi milanesi, a discapito dei forestieri, nell'accesso ai circuiti di trasmissione e scambio dei beni mobili e soprattutto immobili. Le riforme teresiane e giuseppine, nel quadro di una ridefinizione dei rapporti tra la corona e i poteri locali, tentarono di attenuare le stretegie istituzionali protezioniste secolarmente attuate dalle élites di governo milanesi. Il riformismo asburgico in quest'ambito, anche in virtů della sostanziale condivisione da parte di Vienna di taluni principi ispiratori delle limitazioni dei diritti di accesso alla proprietÀ da parte degli stranieri, risultň tuttavia parzialmente inefficace.
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Junior, Hermes Zaneti. "TRA RULE OF LAW E STATO COSTITUZIONALE NEL DIRITTO PROCESSUALE BRASILIANO." Revista da Faculdade Mineira de Direito 18, no. 36 (December 31, 2015): 132. http://dx.doi.org/10.5752/p.2318-7999.2015v18n36p132.

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Abstract:
<pre>Questo articolo si propone di analizzare le trasformazioni del diritto interno brasiliano , soprattutto per quanto riguarda le modifiche legislative e proces - durale derivanti da interferenze culturale e sociale che oggi immerso Brasile in una nuova era a causa del nuovo codice di procedura civile . Con l'obiettivo finale di non può risiedere solo nel negare la forza di una normativa precedente , ma piuttosto di ri- sidir nel fornire gli elementi per comprendere la giurisprudenza sulla scia della democrazia costituzionale plurale che costituisce un sostanziale equilibrio tra le parti e il tribunale , con lo scopo di demistificare la teoria delle fonti del diritto che nella tradizione del diritto civile , pone un divieto rispetto alla giurisdizione , la prudenza come fonte di formale e vincolante .<br /><br /></pre>
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Linz, Juan J. "PLURINAZIONALISMO E DEMOCRAZIA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, no. 1 (April 1995): 21–50. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023327.

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Abstract:
IntroduzionePochi Stati sono Stati nazionali, e gran parte delle nazioni non sono destinate a raggiungere la condizione di Stato sovrano. Una trasformazione delle società plurinazionali in Stati nazionali «monocromatici» come quelli esistenti in passato è impossibile nel contesto di istituzioni liberaldemocratiche. La maggioranza delle cosiddette «nuove nazioni» sono in realtà Stati multinazionali o quantomeno multiculturali. Non solo i cittadini risiedono geograficamente in ambiti frammisti; le loro famiglie hanno un background eterogeneo e, dato non meno e forse più importante, hanno identità duali. Le istituzioni e i processi democratici devono riconoscere queste situazioni di fatto, questo tipo di pluralismo. In che misura, in uno Stato democratico, il pluralismo deve essere basato sulla rappresentanza e sui diritti di gruppo oppure sui diritti individuali? In che misura particolari soluzioni istituzionali rischiano di condurre ad un conflitto tra questi due principii ed approcci nel contesto della politica democratica? In che modo sarà protetta la libertà degli individui di scegliere la propria identità senza vedersi imporre identità inclusive? Questi sono problemi teorici e pratici sia per le democrazie contemporanee, sia per i paesi avviati verso la democrazia. Come potranno, gli Stati democratici multinazionali, guadagnarsi una legittimità sufficiente a rendere i processi decisionali democratici possibili e compatibili con il pluralismo nazionale e culturale? In particolare, come si potrà, in società di questo genere, rendere compatibile il federalismo con i diritti delle minoranze all'interno di unità territoriali, se in queste unità esistono maggioranze «nazionali»? Se non diamo soluzione a questi interrogativi, rischiamo di riprodurre in scala ridotta i problemi creati dai fondatori degli Stati nazionali in società multinazionali. Quali forme può assumere il pluralismo nazionale e culturale nelle società democratiche, e qual è il ruolo che le istituzioni e i processi democratici possono svolgere per rendere compatibili il pluralismo e la libertà individuale? Questi sono alcuni dei quesiti che dobbiamo sollevare e a cui dobbiamo dare risposta.
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Mittica, M. Paola. "O que acontece além do oceano? Direito e literatura na Europa." ANAMORPHOSIS - Revista Internacional de Direito e Literatura 1, no. 1 (May 20, 2015): 3. http://dx.doi.org/10.21119/anamps.11.3-36/translation.

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Abstract:
O objetivo deste artigo é delinear o quadro atual dos estudos de “Direito e Literatura”, entendidos como uma metodologia que reflete sobre a interdisciplinaridade como via necessária para elaborar uma observação complexa dos fatos relativos ao homem e às suas relações. Mas pode se tornar também um movimento no horizonte do esforço cívico e político, se à cultura da interdisciplinaridade se conjugar àquela da alteridade e da responsabilidade. Ao resumir suas linhas essenciais, a experiência europeia será colocada em confronto com a estadunidense para evidenciar a necessidade de um resgate crítico da identidade cultural europeia, avançando de modo mais construtivo e original para a evolução da prospectiva. Com referência especial ao “renascimento” italiano dos estudos de Direito e Literatura do último vintênio, serão delineadas algumas distinções de campo, úteis para individualizar entre os diversos flancos de Law and Humanities aqueles que marcam o âmbito específico do Direito e Literatura, a fim de traçar algumas diretrizes de pesquisa interdisciplinariamente compartilhadas.
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Mittica, M. Paola. "Cosa accade di là dall’oceano? Diritto e letteratura in Europa." ANAMORPHOSIS - Revista Internacional de Direito e Literatura 1, no. 1 (May 20, 2015): 3. http://dx.doi.org/10.21119/anamps.11.3-36.

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Abstract:
Obiettivo di questo contributo è delineare il quadro attuale degli studi di “Diritto e letteratura” da intendersi come una metodologia che riflette sull’interdisciplinarietà come via necessaria per elaborare un’osservazione complessa dei fatti dell’uomo e delle sue relazioni. Ma può divenire anche un movimento nell’orizzonte dell’impegno civico e politico, qualora alla cultura dell’interdisciplinarietà si coniughi quella dell’alterità e della responsabilità. Nel riassumerne le linee essenziali, l’esperienza europea sarà messa a confronto con quella statunitense per evidenziare la necessità di un recupero critico dell’identità culturale europea, da cui muovere in modo più costruttivo e originale all’evoluzione della prospettiva. Con particolare riferimento alla “rinascita” italiana degli studi di Diritto e letteratura dell’ultimo ventennio, saranno poi delineate alcune distinzioni di campo, utili a individuare tra i diversi versanti di Law and Humanities quelli che segnano l’ambito specifico di Diritto e letteratura, per tracciare, infine, all’interno di quest’ultimo, alcune direttrici di ricerca condivisibili interdisciplinariamente.
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Mittica, M. Paola. "Cosa accade di là dall’oceano? Diritto e letteratura in Europa." ANAMORPHOSIS - Revista Internacional de Direito e Literatura 1, no. 1 (May 20, 2015): 3. http://dx.doi.org/10.21119/anamps.11.3-36/original_language.

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Abstract:
Obiettivo di questo contributo è delineare il quadro attuale degli studi di “Diritto e letteratura” da intendersi come una metodologia che riflette sull’interdisciplinarietà come via necessaria per elaborare un’osservazione complessa dei fatti dell’uomo e delle sue relazioni. Ma può divenire anche un movimento nell’orizzonte dell’impegno civico e politico, qualora alla cultura dell’interdisciplinarietà si coniughi quella dell’alterità e della responsabilità. Nel riassumerne le linee essenziali, l’esperienza europea sarà messa a confronto con quella statunitense per evidenziare la necessità di un recupero critico dell’identità culturale europea, da cui muovere in modo più costruttivo e originale all’evoluzione della prospettiva. Con particolare riferimento alla “rinascita” italiana degli studi di Diritto e letteratura dell’ultimo ventennio, saranno poi delineate alcune distinzioni di campo, utili a individuare tra i diversi versanti di Law and Humanities quelli che segnano l’ambito specifico di Diritto e letteratura, per tracciare, infine, all’interno di quest’ultimo, alcune direttrici di ricerca condivisibili interdisciplinariamente.
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Stycze´n, Tadeusz. "La libertà e la legge: sì o no alla vita?" Medicina e Morale 46, no. 5 (October 31, 1997): 885–902. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.866.

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Abstract:
Uno dei compiti essenziali etico-culturali, davanti ai quali lo studioso di etica viene posto dall’EV, è il rendere cosciente possibilmente tutti gli uomini, come cittadini dei loro Stati, in che cosa trasformano il loro Stato come legislatore e chi diventano essi stessi e, quando tale Stato, con un atto di diritto positivo toglie – come nel caso della legalizzazione dell’aborto – da ogni tutela della legge, coloro che vengono uccisi per proteggere, con lo stesso atto, e perfino sostenere coloro che li uccidono. L’Autore in tal proposito analizza le leggi di questo tipo alla luce dell’enciclica Evangelium Vitae (EV). L’attenzione dello studioso di etica si concentra prima sugli uomini, e in seguito sulle istituzioni da loro stessi create: legge e Stato, esaminando la loro dimensione “umana” cioè culturale. La drammaticità della diagnosi posta dall’EV è testimoniata dalla progressiva espansione della “cultura della morte”. Ne è una prova il fatto che l’ONU, fondata al fine di superare, il primo caso nella storia dell’umanità di “legge contro la vita” (i cosiddetti decreti di Norimberga), in corrispondenza del 50° anniversario della sua esistenza, si fa promotrice del secondo caso di “legge contro la vita” – il “diritto all’aborto sicuro”. La riflessione dello studioso di etica si concentra proprio sul disfacimento della cultura come cultura di morte e ha come scopo di farne una diagnosi più differenziata, al fine di intraprendere, in base ad essa, delle “terapie” opportune, unico modo per contrastare e prevenire il fenomeno dell’estinguersi della cultura umana.
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Long, Joëlle. "La tutela volontaria di minori stranieri non accompagnati: punti di forza e criticità di un nuovo modello." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (January 2022): 181–95. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002016.

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Abstract:
Nel 2017 l'Italia ha introdotto la tutela volontaria come uno dei principali strumenti per la protezione e promozione dei diritti dei minorenni stranieri non accompagnati. Questo progetto legale e culturale si sta rivelando centrale per l'inclusione sociale di molti minori, ma incontra alcune difficoltà attuative. Muovendo dall'esperienza di oltre tre anni di formazione e sostegno ai tutori volontari, il presente contributo riflette sui punti di forza e sulle criticità del modello e identifica possibili strategie di miglioramento.
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