Journal articles on the topic 'Diritti animali'

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1

Lombardi Vallauri, Luigi. "Diritti animali e rovesci umani." IRENE - Interdisciplinary Researches on Ethics and Natural Environment, no. 9788879166638 (December 2013): 49–56. http://dx.doi.org/10.7359/663-2013-lomb.

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2

Castignone, Silvana. "I diritti degli animali. Un problema aperto." IRENE - Interdisciplinary Researches on Ethics and Natural Environment, no. 9788879166638 (December 2013): 21–27. http://dx.doi.org/10.7359/663-2013-cast.

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3

Biuso, Alberto Giovanni. "Against Animal Rights? A Comment on “Contro i diritti degli animali? Proposta per un antispecismo postumanista (Against Animal Right? A Proposal to a Post-human Antispeciesism)”, by Roberto Marchesini." Relations, no. 4.2 (November 2016): 217–23. http://dx.doi.org/10.7358/rela-2016-002-bius.

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4

Bompiani, Adriano. "L’elaborazione di “regole” per le innovazioni biotecnologiche." Medicina e Morale 49, no. 4 (August 31, 2000): 713–50. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.765.

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Abstract:
Come è noto, l'unione Europea ha fra i suoi scopi quello di favorire lo sviluppo sociale ed economico dei Paesi aderenti, facilitando la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica, la produzione di beni e la circolazione degli stessi nell’ambito dell’Unione, eliminando per quanto è possibile differenze, normative e conflitti commerciali. Con questo spirito, dopo anni di difficile lavoro, è stata emanata la Direttiva 98/44/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio (6luglio 1998) che riguarda la protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche, ne presupposto che si tratti di genoma – sia esso di origine vegetale, animale o umano – in quanto risultati da “invenzioni” suscettibili di applicazioni industriali e non dal mero isolamento (“scoperta”). L’Autore, che già ha esaminato in un precedente contributo gli aspetti etici dell’impiego delle biotecnologie nel campo vegetale e animale (v. Medicina e Morale 2000, 3: 449-504), si sofferma a descrivere quanto prevede la Direttiva 98/44/CE stessa, assieme ad altre norme internazionali precedentemente emanat, per la tutela dell’ambiente, degli animali e degli organismi umani. L’Autore riconosce che la direttiva vieta, nel dispositivo, lo sfruttamento commerciale che sia contrario all’ordine pubblico e al buon costume, fornendo gli esempi concreti dei divieti applicabili ai processi di clonazione umana a scopo riproduttivo, di modificazione dell’identità genetica germinale dell’essere umano; di modificazione degli embrioni umani a fini commerciali e industriali; di modificazione dell’identità genetica animale di natura tale da provocare sofferenza negli stessi, senza utilità sostanziale per l’uomo o per l’animale. Tuttavia la Direttiva – sotto l’aspetto giuridico – consente l’utilizzazione di embrioni umani (sia pure non direttamente ed espressamente prodotti a scopo di ricerca in base all’art. 18 della Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina) a scopo sperimentale e per applicazioni biotecnologiche riguardanti la produzione di cellule staminali od i medicamenti. L’Autore esamina anche il dibattito che è seguito alla emanazione della Direttiva soprattutto a livello di Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Strasburgo) in merito alle preoccupazioni dell’opinione pubblica sui cosiddetti “cibi transgenici” (raccomandazione n. 1398 (1998) dal titolo “sicurezza del consumatore e qualità degli alimenti”), nella quale è stata espressa contrarietà alla brevettabilità degli organismi viventi, pur riconoscendo la necessità di assicurare un’adeguata protezione ai diritti dell’”invenzione” (proprietà intellettuale) [Raccomandazione 1417/1999]. Questi problemi sono stati affrontati ma non risolti nella conferenza internazionale di Oviedo (16-19 maggio 19999) organizzata dal Consiglio d’Europa. Il Comitato Direttivo di Bioetica del medesimo Consiglio d’Europa è stato indicato di esprimere “parere” sulla complessa materia; nel frattempo sono intervenute la conferenza di Seattle e Montreal, ove è stato firmato, nel gennaio 2000, un Protocollo sulla biosicurezza che regolamenta il commercio internazionale di sementi e sostanze geneticamente modificate ritenuti pericolosi per l’ambiente e la salute, escludendo però i prodotti finiti, e perciò il cibo transgenico. Nel momenti in cui – scadendo la moratoria –la Direttiva 98/44/CE entrerà in vigore (31 luglio 2000) essendo improbabile l’accettazione delle argomentazioni di invalidazione sollevate da Olanda e Italia, l’Autore insiste per l’adozione del “principio di precauzione”, esplicitamente incorporato nel diritto comunicato relativo alla protezione della salute, oltreché alla tutela dell’ambiente, che dovrà essere tuttavia meglio specificato nella sua estensione e nelle conseguenze attese. Un secondo principio, quello della “trasparenza”, richiede un’ulteriore affinamento delle informazioni rivolte al consumatore, tramite una più chiara etichettatura che consenta una scelta realmente libera e consapevole dei prodotti derivanti da organismi geneticamente modificati posti in commercio. Dovrà essere perseguita la ricerca, escludendo peraltro l’uso dell’embrione umano.
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5

Toniolo, Paola. "Essere animale. Soggetto emotivo e oggetto di diritto." IRENE - Interdisciplinary Researches on Ethics and Natural Environment, no. 9788879166638 (December 2013): 29–36. http://dx.doi.org/10.7359/663-2013-toni.

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Tallacchini, Mariachiara. "Animal welfare: un percorso tra scienza, mercato, etica, diritto e democrazia." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (July 2020): 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/aim2018-001002.

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7

Corrêa, Murilo Duarte Costa. "Os umbrais do humano: o homem como dispositivo biopolítico e o animal contemporâneo." Prisma Juridico 9, no. 2 (March 16, 2011): 307–26. http://dx.doi.org/10.5585/prismaj.v9i2.2372.

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Abstract:
De acordo com a detecção de Giorgio Agamben, o dispositivo antropológico atualmente em obra na cultura ocidental opera, desde Aristóteles, recortando uma forma de vida humanamente predicada (bios) sobre a vida nua (zoé). Essa operação, qualificada pelo paradoxo e pela exceção que engendra, anima, em larga medida, a crítica que Agamben endereça às Cartas de Direitos Humanos em Al di là dei diritti del’uomo. Nas trilhas de uma tradição que remonta a Nietzsche e é legada a Foucault, Deleuze, Derrida e Agamben, traduzir-se-ia um pensamento que, ao operar no seio do dispositivo antropológico, busca desvencilhar-se do homem – seja pelo além-do-homem, seja por uma micropolítica de intensidades sem sujeito. O aporte dessas filosofias apela às indeterminações dos devires, mas também demonstra a negatividade que o conceito de homem opera em relação à vida dos homens quando se compreende a política como a potência de variação das formas de vida.
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Corrêa, Murilo Duarte Costa. "Os umbrais do humano: o homem como dispositivo biopolítico e o animal contemporâneo." Prisma Juridico 9, no. 2 (March 16, 2011): 307–26. http://dx.doi.org/10.5585/prismaj.v9n2.2372.

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Abstract:
De acordo com a detecção de Giorgio Agamben, o dispositivo antropológico atualmente em obra na cultura ocidental opera, desde Aristóteles, recortando uma forma de vida humanamente predicada (bios) sobre a vida nua (zoé). Essa operação, qualificada pelo paradoxo e pela exceção que engendra, anima, em larga medida, a crítica que Agamben endereça às Cartas de Direitos Humanos em Al di là dei diritti del’uomo. Nas trilhas de uma tradição que remonta a Nietzsche e é legada a Foucault, Deleuze, Derrida e Agamben, traduzir-se-ia um pensamento que, ao operar no seio do dispositivo antropológico, busca desvencilhar-se do homem – seja pelo além-do-homem, seja por uma micropolítica de intensidades sem sujeito. O aporte dessas filosofias apela às indeterminações dos devires, mas também demonstra a negatividade que o conceito de homem opera em relação à vida dos homens quando se compreende a política como a potência de variação das formas de vida.
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Turco, Federica. "Le femmine restano e i maschi partono. Dinamiche spaziali e diritti nelle moderne storie per l'infanzia." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (January 2021): 13–22. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003002.

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Abstract:
In che modo le narrazioni e la realtà sociale interagiscono tra loro nella costruzione di significati condivisi? Questa sembra essere la domanda di partenza per cercare di inquadrare il problema della rappresentazione in generale, e della rappresentazione femminile in particolare, in tutti quei testi che forniscono, a livello simbolico e quindi semiotico, dei modelli d'identificazione per i loro fruitori (dai film ai cartoni animati, passando attraverso romanzi, fiabe, spot pubblicitari e così via). Si tenterà, nel breve saggio che segue, d'inquadrare la relazione tra rappresentazioni e modelli culturali, considerando principalmente alcune storie per bambine e bambini e il modo in cui queste forniscono dei percorsi d'interpretazione e stratificazione dei diritti dell'infanzia (e della loro violazione).
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Albisinni, Ferdinando. "Impresa agricola e scienze della vita nel diritto europeo dell’agricoltura." Przegląd Prawa Rolnego, no. 2(29) (December 30, 2021): 61–100. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2021.29.2.2.

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Abstract:
Il lavoro indaga sulle linee evolutive del diritto agrario nella prospettiva europea, ponendo in evidenza le sfide e le criticità che nel XXI secolo hanno connotato le scelte operate nell’ambito della politica agricola comune. All’interno di questa prospettiva, specifica attenzione è assegnata ai temi dell’impresa agricola e della stessa perimetrazione dell’attività agricola; temi risalenti nell’ordinamento italiano, ma rilevanti anche nell’ordinamento polacco, come sottolineato più volte negli studi di Roman Budzinowski. L’analisi investe in particolare le riforme di questo secolo, dalla MTR del 2003 alle riforme del 2013 e del 2021 con la riscoperta dell’agricoltura come attività produttiva, sottolineando l’emergere di nuovi modelli sistemici, che finiscono per costruire Codici europei dell’agricoltura. Vengono poi richiamate le ultime novità introdotte dal Trattato di Lisbona, da alcuni recenti regolamenti in tema di controlli ufficiali e dai documenti della Commissione sul Green Deal europeo, con la connessa attenzione ai temi del benessere animale e della tutela di ogni forma di vita e dell’ambiente nella sua complessità e unità, per concludere che le complesse vicende di questi due primi decenni del XXI secolo si caratterizzano per la crescente attenzione verso le scienze della vita come elemento essenziale e connotante dell’attività dell’impresa agricola in tutte le sue diverse declinazioni.
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Stallone, G., B. Infante, and L. Gesualdo. "Malattia renale policistica autosomica dominante. Nuovi approcci terapeutici “Ottimisti per diritto”." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 22, no. 3 (January 24, 2018): 48–54. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2010.1233.

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Abstract:
La malattia renale policistica autosomica dominante (Autosomal Dominant Polycystic Kidney Disease, ADPKD), è la più comune forma di malattia renale cistica e rappresenta, nel mondo, la causa di terapia sostitutiva emodialitica nel 7–10% dei pazienti. Sono noti due tipi di malattia policistica: il tipo I è causato da mutazioni del gene PKD1, che codifica per la policistina-1, è la forma più diffusa e aggressiva e colpisce soggetti di età giovane; il tipo II è causato da mutazioni del gene PKD2 che codifica per la policistina-2 e rappresenta il 10–15% dei casi, a evoluzione più lenta. Clinicamente, le cisti si svilup-pano a livello renale, epatico, pancreatico e intestinale. Il dolore cronico, la chirurgia palliativa, l'insufficienza renale, la dialisi, il trapianto, come anche la morte, sono tutte conseguenze di questa malattia genetica che non ha ancora una terapia medica per rallentare o arrestare la sua progressione. Di grande interesse per il suo potenziale terapeutico, è la dimostrazione che la Policistina-1, formando un complesso con la tuberina (la proteina la cui mutazione causa la sclerosi tuberosa), agisce come un inibitore endogeno dell'attività del mammalian Target of Rapamycin (mTOR). Se mutato, come nell'ADPKD, tale meccanismo inibitorio viene compromesso e ciò favorirebbe lo sviluppo delle cisti. I recenti discordanti risultati di alcuni studi nell'uomo sull'uso di un inibitore di mTOR in pazienti affetti da ADPKD, possono generare interrogativi e confusione, ma diverse e molteplici possono essere le ragioni per cui tali studi hanno portato a conclusioni diverse fra di loro. A questo punto, è d'obbligo porsi l'interrogativo se questi risultati siano la fine o possano essere l'inizio di nuovi studi. Agli Autori piace considerare la seconda ipotesi, in quanto tutti gli studi di biologia molecolare, quelli preclinici, e su animali, hanno confermato la “bontà” del percorso intrapreso. Questa rassegna viene proposta per fare chiarezza sui risultati di tali studi e per dare una speranza concreta, secondo l'opinione degli Autori, sulla possibilità di riuscire a scoprire una cura per tale patologia.
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Montani, Guido. "IDEOLOGY, UTOPIA AND THE CRISIS OF POLITICS." Il Politico 252, no. 1 (June 22, 2020): 5–23. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.294.

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Abstract:
I partiti politici che si ispirano ai valori del liberalismo, della democrazia e del socialismo non riescono più a concepire un progetto di lungo periodo per i propri concittadini e per l’umanità. Dopo il crollo del Muro di Berlino, grandi e piccole potenze hanno avviato una sordida lotta per la supremazia mondiale, alimentando conflitti locali e globali, e il ritorno del nazionalismo come ideologia dominante. In questo saggio si intende mostrare che la tesi sulla “fine delle ideologie” è infondata: le ideologie tradizionali sono incapaci di progettare un futuro di progresso perché subiscono passivamente l’ideologia della sovranità assoluta degli stati e della guerra giusta per difendere gli interessi nazionali. Il futuro dell’umanità è minacciato da una nuova corsa agli armamenti nucleari e convenzionali, ai quali i governi dedicano immense risorse, che dovrebbero invece servire per salvare il Pianeta dal surriscaldamento climatico, dallo sterminio della vita animale e vegetale e dalle pandemie. La via intrapresa dai popoli europei, con la costruzione della prima Unione sovranazionale della storia, dovrebbe ispirare anche le politiche necessarie per la costruzione di un ordine mondiale fondato sulla cooperazione pacifica tra stati e l’avvio di politiche che si propongano di consentire ai cittadini del mondo di godere dei medesimi diritti di libertà e solidarietà che, seppure imperfettamente, si sono realizzati in Europa. Il progresso dell’umanità è un’utopia positiva che può diventare realtà.
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Di Rosa, Rossella. "“La Questione Animale” di Anna Maria Ortese: Alonso e i visionari e l’etica del soccorso // “The Animal Question” and Anna Maria Ortese. Alonso and The Visionaries and the Ethics of Piety and Care // La cuestión animal y Anna Maria Ortese. Alonso y los visionarios y la ética de la piedad y del “socorro”." Ecozon@: European Journal of Literature, Culture and Environment 7, no. 2 (October 25, 2016): 134–48. http://dx.doi.org/10.37536/ecozona.2016.7.2.907.

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Abstract:
L’elaborato si propone di analizzare il pensiero ecologico di Anna Maria Ortese, concentrandosi su Alonso e i visionari, testo che, seppur trascurato dal pubblico e dalla critica, può essere considerato il manifesto dell’intera poetica ortesiana. Il credo dell’autrice è infatti rivolto ad annullare la differenza tra umano e non umano, a combattere per l’inclusione dell’animale nel circolo etico, a difendere i diritti di tutti gli esseri viventi e non viventi, alla ricerca di una forma di pensiero più inclusiva e che si fondi su nuovi valori come l’amore, la pietà, la partecipazione al dolore e il “soccorso” a tutte le creature e alla Terra stessa. Propongo di rileggere Alonso e i visionari da una prospettiva ecologica al fine di dimostrare non solo come l’autrice partecipi al dibattito su “La questione animale” al centro degli studi sull’animalità, ma come anticipi spesso riflessioni e considerazioni di filosofi e pensatori del Novecento, tra cui Agamben, Cavalieri, Derrida, Deleuze e Guattari. Abstract This essay aims to analyze Anna Maria Ortese’s ecological thought, which significantly distinguishes her last novel, Alonso e i visionari. I believe that the novel, which has been overlooked both by critics and by readers, can be considered as the manifesto of the author’s poetics. Indeed, it summarizes the writer’s tenets, devoted to annulling the difference between human and nonhuman world, to struggling for the animal’s inclusion in the moral community, to proposing an understanding of intelligence that combines reason, compassion, and care for both human and nonhuman beings as well as for the entire planet Earth itself. I suggest reading the novel from an ecocritical perspective to illustrate how Ortese anticipates Braidotti’s posthuman thought, and provides original theoretical frameworks and criteria for exploring fundamental issues of “The Animal Question” even before such themes commanded the attention of prominent twentieth-century philosophers such as Agamben, Cavalieri, Derrida, Deleuze, and Guattari. Resumen Este ensayo analiza el pensamiento ecológico de Anna Maria Ortese y examina la novela Alonso e i visionari, que puede ser considerada como el manifiesto de la obra ortesiana, aunque la obra no tuvo gran éxito de público ni de crítica en el momento de su publicación. El credo de la autora pretende invalidar la diferencia entre humano y no humano, luchar por la inclusión de los animales en el círculo ético, defender los derechos de todos los seres, buscar una tipología de pensamiento más inclusiva y que se base no solo en la razón sino en nuevos valores como el amor, la piedad, la participación en el dolor y la ayuda a todas las criaturas que lo necesiten, lo que la autora llama emblemáticamente “soccorso”. Mi trabajo sugiere una lectura de la novela desde una perspectiva ecocrítica para mostrar que Ortese participa en el debate conocido como “La cuestión de los animales,” y de la misma manera, anticipa el pensamiento de Braidotti sobre el posthumano y algunas consideraciones de destacados filósofos del siglo XX, como Agamben, Cavalieri, Derrida, Deleuze y Guattari.
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Ortu, Rosanna. "Alle origini della tutela giuridica del consumatore: fondamenti romanistici della disciplina europea." Zeszyty Naukowe KUL 60, no. 3 (October 27, 2020): 281–97. http://dx.doi.org/10.31743/zn.2017.60.3.281-297.

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Abstract:
Nel presente contributo si sono voluti comparare taluni aspetti della disciplina della tutela del contraente debole nel contratto di compravendita, figura che attualmente coincide con quella del consumatore, concentrando l’attenzione su alcuni istituti presenti nel diritto romano, in cui emergono alcune situazioni di disparità contrattuale. Nella disciplina dell’Editto degli edili curuli, i magistrati repubblicani stabilirono una normativa speciale per la dichiarazione dei vizi occulti nelle vendite di schiavi ed animali, presupponendo una responsabilità oggettiva del venditore che non si fosse attenuto alle disposizioni edilizie. Un intervento importante che andò a definire una settorializzazione della materia, inquadrata all’interno della vendita in generale. Da ciò derivava una sovrapposizione in livelli della disciplina giuridica negoziale: sul piano orizzontale si collocava la regolamentazione della vendita prevista dal ius civile, mentre sul piano verticale si innestava quella speciale, di ius honorarium, prevista dall’Editto degli edili curuli. Tale modalità si riscontra anche in ambito europeo con la Direttiva 1999/44/CE, a proposito della vendita di beni di consumo, che rappresenta la manifestazione più eclatante del ruolo che il legislatore europeo ha nell’ambito della protezione del consumatore in materia contrattuale. Come nel mondo antico, nella Direttiva 1999/44/CE l’intervento normativo è giustificato dall’esigenza di creare uno spazio di tutele maggiori destinate a determinati soggetti, nonché delimitate per contenuto e ambito.
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Moroni, Stefano. "Diritti edificatori trasferibili e regole d'uso del suolo. Appunti in margine ad un libro di Ezio Micelli." SCIENZE REGIONALI, no. 3 (October 2012): 123–34. http://dx.doi.org/10.3280/scre2012-003007.

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Fadhillah, Arief Rizki, Syahroni Wahyu Iriananda, Wiwin Purnomowati, Kuncahyo Setyo Nugroho, Ismail Akbar, and Renada Julia Sakinah. "Implementasi Sinici Kudo Apps pada Peternakan Kelinci Peci P’Rama di Kabupaten Tulungagung." JAST : Jurnal Aplikasi Sains dan Teknologi 6, no. 1 (July 19, 2022): 11–22. http://dx.doi.org/10.33366/jast.v6i1.3144.

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Abstract:
Broiler rabbits have a very high potential to improve the community's economy. In addition, rabbits can also be a potential source of animal protein as an alternative food for the community. Peci P'Rama (Home Broiler Rabbit Breeder) is a broiler rabbit farming business initiated in October 2017. The problems of Peci P'Rama in running a broiler rabbit farm, among others: have not carried out the codification/identification of broiler rabbits owned according to standards, and the financial management carried out is not well organized and structured. In solving the problems faced by Peci P'Rama partners, the implementing team designs activity methods for problem-solving: Planning, Analysis, Problem Identification, Design, Implementation, Testing and Integration, Training and Mentoring, Maintenance, Evaluation of the Use of Indonesia's Leading Rabbit Farm Information System (SiNiCi Kudo) Mobile Based. Based on the results of the Sinici Kudo application on the Peci P'Rama rabbit farm, it can be concluded that with the implementation of the Sinici Kudo application on the P'Rama rabbit farm, an increase in rabbit productivity and financial management went well and was recorded neatly.ABSTRAKTernak kelinci pedaging memiliki potensi yang sangat tinggi dalam meningkatkan perekonomian masyarakat. Selain itu, ternak kelinci juga dapat sebagai potensi sumber protein hewani alternatif pengan bagi masyarakat. Peci P’Rama (Peternak Kelinci Pedaging Rumahan) merupakan usaha ternak kelinci pedaging yang dirintis sejak Bulan Oktober Tahun 2017. Permasalahan Peci P’Rama dalam menjalankan peternakan kelinci pedaging, antara lain : belum melakukan kodifikasi/pemberian identitas pada kelinci pedaging yang dimiliki sesuai standar, pengelolaan keuangan yang dilakukan belum tertata dan terstruktur baik. Dalam menyelesaikan permasalahan yang dihadapi mitra Peci P’Rama, maka tim pelaksana merancang metode kegiatan untuk penyelesaian permasalahan : Planning, Analisis dan Identifikasi Masalah, Desain, Implementasi, Ujicoba dan Integrasi, Pelatihan dan Pendampingan, Maintanance, Evaluasi Penggunaan Sistem Informasi Peternakan Kelinci Unggulan Indonesia (SiNiCi Kudo) Berbasis Mobile. Berdasarkan hasil implementasi aplikasi sinici kudo pada peternakan kelinci Peci P’Rama, maka dapat disimpulkan bahwa dengan implementasi Aplikasi Sinici Kudo pada peternakan kelinci P’Rama didapatkan peningkatan produktifitas ternak kelinci dan pengelolaan keuangan berjalan dengan baik dan tercatat dengan rapi.Kata Kunci : ternak kelinci, Sinici kudo, kodefikasi, Keuangan
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Espeland, Marianne, Tin Sjöberg, and Kjell Arne Johanson. "Description of 47 new species of the New Caledonian endemic caddisfly genus Agmina Ward & Schefter (Trichoptera, Ecnomidae)." ZooKeys 956 (August 6, 2020): 49–162. http://dx.doi.org/10.3897/zookeys.956.51592.

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Abstract:
New Caledonia has a rich Trichoptera fauna with over 200 known species, most of them endemic. The total diversity has been estimated as high as 300 to 600 species. The endemic genus Agmina Ward & Schefter (Ecnomidae, Trichoptera) includes 28 described species. Based on male genitalia morphology and previously published molecular data another 47 new species in the genus are described, namely Agmina tuberosasp. nov., A. semiovalesp. nov., A. rochetasp. nov., A. tenuisasp. nov., A. multidentatasp. nov., A. cornutasp. nov., A. sagittatasp. nov., A. circulatasp. nov., A. digitatasp. nov., A. longispinasp. nov., A. magnahamatasp. nov., A. longicordatasp. nov., A. campanulasp. nov., A. semicampanulasp. nov., A. cuniculasp. nov., A. cerritulasp. nov., A. monstrosasp. nov., A. rectangulatasp. nov., A. chelasp. nov., A. piscariasp. nov., A. amplexasp. nov., A. caraffa, sp. nov., A. rostratasp. nov., A. dathioensissp. nov., A. rougensissp. nov., A. viklundisp. nov., A. latasp. nov., A. falxsp. nov., A. guttulasp. nov., A. amieuensissp. nov., A. spinasp. nov., A. complexasp. nov., A. dognyensissp. nov., A. manasp. nov., A. anterohamatasp. nov., A. curvatacuasp. nov., A. recurvatasp. nov., A. taoensissp. nov., A. triangulatasp. nov., A. bleuensissp. nov., A. touhoensissp. nov., A. wardisp. nov., A. parallelasp. nov., A. christinaesp. nov., A. brevissp. nov., A. ninguanasp. nov., and A. scopulasp. nov. Additionally, new records are provide for the species A. acula Ward, 2003, A. artarima Ward & Schefter, 2000, A. berada Ward & Schefter, 2000, A. bimaculata Ward & Schefter, 2000, A. cheirella Ward, 2003, A. comata Ward, 2003, A. diriwi Ward & Schefter, 2000, A. hamata Ward & Schefter, 2000, A. hastata Ward & Schefter, 2000, A. hirta Ward & Schefter, 2000, A. jepiva Ward & Schefter, 2000, A. joycei Ward & Schefter, 2000, A. kapiwa Ward & Schefter, 2000, A. kara Ward & Schefter, 2000, A. mariae Ward & Schefter, 2000, A. nodosa Ward, 2003, A. panda Ward & Schefter, 2000, A. padi Ward & Schefter, 2000, A. parie Ward & Schefter, 2000, A. rhara Ward & Schefter, 2000, A. urugi Ward & Schefter, 2000, and A. vuegi Ward & Schefter, 2000. With a total of 75 described species Agmina is one of the largest animal radiations in New Caledonia. Nothing is known about the early stages of any of the species in this genus.
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Zanella, Antonio. "Simmetrie Spezzate. Natura, nascita ed evoluzione della proprietà privata." REVISTA PROCESOS DE MERCADO, March 19, 2021. http://dx.doi.org/10.52195/pm.v5i1.318.

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Abstract:
Il liberalismo, fin dalle sue origini, si basa sul riconoscimento e sul rispetto di tre diritti fondamentali: vita, proprietà e libertà —uno dei fondatori di questa dottrina politica fu il filosofo inglese John Locke (1632-1704)—. Per il liberalismo classico la libertà e la proprietà sono strettamente correlate; i liberali e, in seguito, i libertari, si sono spinti oltre affermando che la libertà e la proprietà sono la stessa cosa. Anche il diritto alla vita è stato riformulato nei termini di proprietà di sé, cioè ognuno è proprietario del proprio corpo e del proprio intelletto, insomma della propria vita. I tre diritti fondamentali —inalienabili— che stanno alla base di ogni altro diritto sono quindi riconducibili al diritto di proprietà. Nel giustificare questo diritto alcuni autori liberali e libertari —come per esempio Murray N. Rothbard (1926-1995)— si sono appoggiati al giusnaturalismo, cioè a una dottrina filosofico-giuridica che si basa sul riconoscimento dell’esistenza di un diritto naturale e razionale universalmente valido, considerato il fondamento di ogni diritto civile. In questo lavoro cercheremo di giustificare il concetto di proprietà abbandonando la sua fondazione giusnaturalistica, che molti contestano per le sue pretese universalistiche —non tutti, infatti, sono disposti a riconoscere l’universalismo dei diritti naturali e l’aura di «sacralità» e «misticismo» che sembrano emanare— sforzandoci di dare un fondamento razionale al rispetto che gli individui tendono ad avere nei confronti dei diritti di proprietà. Per fare ciò utilizzeremo la branca della teoria della scelta razionale che si occupa delle decisioni interattive o strategiche: la teoria dei giochi. In questo passo mostreremo, quindi, servendoci dei principi della teoria evoluzionistica dei giochi (TEG),1 come il concetto di proprietà privata non sia arbitrario, ma sia nato e si sia evoluto per la sua efficienza nel dirimere contese, sia nel mondo animale che tra gli esseri umani. Non sono solo gli esseri umani, infatti, a riconoscere e rispettare la proprietà altrui; anche la maggior parte degli animali distinguono tra lo stato di proprietario e quello di intruso e si comportano in modo diverso qualora si trovino nel primo o nel secondo. Nel primo paragrafo forniremo una breve introduzione ai concetti fondamentali della teoria evoluzionistica dei giochi; nel secondo definiremo il concetto di proprietà privata. Nel terzo considereremo, sulle tracce di David Friedman e degli autori della scuola «austriaca»,2 la funzione sociale della proprietà privata, per passare poi, nel quarto paragrafo, all’analisi della nascita e dell’evoluzione della proprietà, analisi che verrà condotta sulla base della TEG.
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Baricalla, Vilma. "Verso i diritti degli animali. Riflessioni e dibattiti nella storia del pensiero." Relations. Beyond Anthropocentrism 7, no. 1-2 (November 11, 2020). http://dx.doi.org/10.7358/rela-2019-0102-bari.

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Abstract:
In our cultural tradition, a conception has prevailed that has supported the inferiority of animals, justifying their exploitation and their exclusion from the moral sphere. This vision, however, at various moments in history has been the subject of criticism and disputes. There are alternative voices and strands that departed from the traditional anthropocentric paradigm, rehabilitating animals and elaborating different models of interpretation of the world. This paper presents an overview of authors who – from the ancient world to the modern age up to almost the present day – made their voice heard in defence of animals, to whom they recognized value and dignity. The picture that emerges is varied and articulated and represents the rich background of contemporary theories of respect for animals and animal rights.
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CHIASSONI, Pierluigi. "L'INESCUSABILE SPECISMO DEL MANGIATORE DI TARTARE DIVAGAZIONI SUI DIRITTI DEGLI ANIMALI." Revista Brasileira de Direito Animal 5, no. 7 (June 11, 2014). http://dx.doi.org/10.9771/rbda.v5i7.11039.

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Abstract:
<p>O Professor Pierluigi Chiassoni escreveu sobre os direitos dos</p><p>animais a um livro dedicado ao prof Silvana Castignone que estava <br />entre os primeiros a introduzir a questão dos direitos dos animais na <br />cultura jurídica italiana</p>
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Belletti, Gabriele. "«-Scrivéma / scróiv ancàura». Il lavoro poetico di Giuliana Rocchi." altrelettere, September 30, 2019. http://dx.doi.org/10.5903/al_uzh-44.

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Abstract:
Il contributo prende in esame la poetica dell’autrice Giuliana Rocchi (Santarcangelo di Romagna, 1922 - Rimini, 1996), figura più appartata e meno nota rispetto agli altri poeti santarcangiolesi facenti parte del cosiddetto Circal de’ giudéizi(“Circolo del giudizio”), come Raffaello Baldini e Tonino Guerra. In esso si ripercorrono sinteticamente le principali istituzioni delle sue raccolte dialettali, La vóita d’una dòna (“La vita di una donna”, 1980), La Madòna di garzéun (“La Madonna dei garzoni”, 1986) e il postumo Le parole nel cartoccio (1998). Si sottolinea in particolare come, grazie ad un’iniziale vocazione poetica ereditata dal padre analfabeta, l’autrice sia capace di tramandare in queste opere le voci e le storie di coloro che hanno abitato le contrade del suo paese natale, nel corso di una vita caratterizzata da difficoltà materiali, proteste per i diritti dei lavoratori e scontri con diverse forme di autorità e di potere. Da un lato, la poetessa critica i padroni e i politici, incapaci di comprendere le ragioni degli operai e delle persone comuni, denuncia il mancato rispetto per l’ambiente e per i luoghi naturali dell’infanzia dovuto al cambiamento dei tempi; dall’altro, con una vera e propria volontà di soccorso, canta le vicissitudini dei più fragili, siano essi esseri umani, cose o animali. Dall’analisi dell’opera dell’autrice, si sono potute mettere in evidenza anche le sue riflessioni meta-poetiche, che restituiscono la lucida consapevolezza delle sue scelte stilistiche e del valore civile della poesia.
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"Capitolo 1: Introduzione." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (March 2002): 20–22. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000484.

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Abstract:
Poche ricerche hanno preso direttamente in esame lo stato della salute mentale ed i bisogni di cura delle popolazioni indigene nel mondo. Nello stesso tempo ciò non sorprende ed è singolare. Non sorprende innanzitutto poiché i bisogni e i diritti delle popolazioni indigene sono stati storicamente di scarso interesse per le grandi e assai influenti nazioni che si sono spinte da una parte all'altra del pianeta in cerca di ricchezze.Singolare, nonostante che durante lo stesso periodo del colonialismo non c'era scarsità di conoscenze intorno alle brutalità a cui le popolazioni indigene del mondo sono state, e continuano ad essere, soggette.Nel 1552 Bartalomé de las Casas, una frate spagnolo, pubblicò La devastazione delle Indie, una descrizione delle atrocità commesse dagli spagnoli nella loro conquista del Nuovo Mondo. Di Hispaniola così scrive:Su questa terra di miti reietti giunsero alcuni spagnoli che immediatamente si comportarono come fameliche bestie selvatiche, lupi, tigri o leoni che sono rimasti senza cibo per molti giorni. E gli spagnoli hanno agito sempre nello stesso modo durante gli ultimi quarant'anni fino ad oggi, comportandosi come animali affamati, uccidendo, terrorizzando, affliggendo, torturando e distruggendo i popoli nativi, facendo tutto ciò con le più inconsuete e svariate nuove forme di crudeltà, mai viste o udite prima, e con un simile grado che l'Isola di Hispaniola, un tempo assai popolata (con una popolazione che io ho stimato intorno ai tre milioni di persone) conta ora una popolazione di appena duecento abitanti (las Casas, 1992:29).
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"Il benessere degli animali e il diritto dell’Unione Europea." Cultura e diritti, no. 1 (2018). http://dx.doi.org/10.12871/978883339084012.

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"La relazione fra persona e animale, tra valore economico e interessi non patrimo niali, nel prisma del diritto civile: verso un nuovo paradigma." Cultura e diritti, no. 1 (2018). http://dx.doi.org/10.12871/978883339084013.

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