Academic literature on the topic 'Dinamica Imprese'

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Journal articles on the topic "Dinamica Imprese"

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Corň, Giancarlo. "L'economia italiana nei sentieri del capitalismo imprenditoriale." ARGOMENTI, no. 30 (March 2011): 69–95. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-030004.

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Abstract:
Questo articolo analizza i problemi della bassa crescita che l'economia italiana ha vissuto nell'ultimo decennio, aggravati da una recessione globale che ha colto la parte piů dinamica del tessuto produttivo in una fase di cambiamenti strutturali. Nella prima parte l'articolo si sofferma su alcune delle possibili cause della modesta dinamica della produttivitŕ, quali la persistenza di dualismi strutturali e geografici nell'economia nazionale, gli effetti della flessibilitŕ del lavoro e degli intensi fenomeni migratori, le specificitŕ del modello di innovazione senza ricerca. Nella seconda parte l'articolo propone una analisi dei diversi percorsi di trasformazione che da anni le imprese hanno avviato per rispondere ai cambiamenti del contesto competitivo. In particolare, l'incremento di qualitŕ e la ricerca di eccellenza nei prodotti e nel turismo, lo sviluppo e l'integrazione tecnologica nell'industria, l'organizzazione internazionale della produzione, la crescita dei servizi innovativi per le imprese e l'affermazione di una economia dei servizi di prossimitŕ collegati alla salute, alla cultura e all'ambiente.
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Migliardi, Andrea, and Davide Revelli. "Demografia delle imprese nelle aree ad elevata intensitŕ di agglomerazione produttiva." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (July 2012): 499–525. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-003005.

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Abstract:
Questo lavoro si propone di analizzare l'evoluzione della demografia delle imprese italiane nelle aree ad elevata agglomerazione produttiva nel periodo 2000-08, di confrontarla con quella delle aziende insediate in aree non distrettuali, di esaminarne l'eterogeneitŕ intersettoriale e infrasettoriale, tenendo anche conto dell'impatto di fattori quali la forma giuridica, le dimensioni e la localizzazione geografica. Il lavoro si basa sull'utilizzo dei dati Infocamere-Movimprese e delle metodologie di individuazione dei distretti proposte da Sforzi e Iuzzolino. I nostri risultati mostrano che la nata-mortalitŕ netta delle imprese č peggiorata nel periodo considerato, per l'effetto congiunto di un piů alto tasso di uscita e di un piů basso tasso di entrata. La dinamica del saldo demografico netto č risultata peggiore nelle aree distrettuali rispetto a quelle non distrettuali, principalmente a causa del comportamento delle ditte individuali. In base all'analisi econometrica, la demografia netta risulta correlata statisticamente con la specializzazione produttiva delle imprese, mentre non emergono correlazioni significative con gli altri fattori considerati.
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Nifo, Annamaria, and Domenico Scalera. "Le trasformazioni dell'industria italiana e l'impatto della crisi. Un commento al libro di Laura Rondi e Francesco Silva." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 2 (June 2011): 111–29. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-002005.

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Abstract:
Il recente volumecurato da Laura Rondi e Francesco Silva offre un interessante panorama su molteplici aspetti del cambiamento intrapreso dall'industria italiana nell'ultimo decennio. Questo commento si propone di presentare sinteticamente i diversi saggi, di evidenziarne i punti salienti e soprattutto di fornire una possibile lettura unitaria di essi, in riferimento alle caratteristiche complessive e alla dinamica recente dell'industria italiana. Inoltre, laddove reso possibile dalle prime frammentarie evidenze disponibili, si esamina l'impatto che la crisi ha prodotto e verosimilmente produrrŕ nel prossimo futuro sulle imprese manifatturiere italiane e sui processi di trasformazione da esse intrapresi.
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Pulignano, Valeria. "Ristrutturazioni di impresa e mercato del lavoro. Un'analisi comparata degli effetti sull'occupazione dei processi di cambiamento aziendale in Europa." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 131 (August 2011): 489–512. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-131008.

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Abstract:
Questo saggio si propone di sottolineare l'importanza delle differenze istituzionali del mercato del lavoro nell'analisi della diversitŕ dei processi di cambiamento aziendale in diversi contesti nazionali in Europa. Utilizzando i dati comparati di dodici, rappresentati da imprese multinazionali europee caratterizzate dall'avvio di un processo di ristrutturazione in Olanda, Italia, Francia, Austria, Danimarca, Irlanda e Svezia, si sostiene che i diversi contesti nazionali del mercato del lavoro influenzano le risposte dele del sindacato d'impresa alle ristrutturazioni. Tuttavia, l'indagine empirica mette in risalto l'esistenza di una variazionee-Paese. Ne risulta, pertanto, una visione piů dinamica del concetto di «variazioni istituzionali».
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5

Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Abstract:
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Dalli, Daniele, Riccardo Resciniti, and Annalisa Tunisini. "Sviluppo e competitivitÀ delle medie imprese italiane dell'era globale." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 3 (September 2010): 19–46. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-003004.

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Abstract:
Il saggio sintetizza i risultati della ricerca pubblicata nel volume "Un tesoro emergente. Le medie imprese italiane dell'era globale", curato da Riccardo Varaldo, Daniele Dalli, Riccardo Resciniti e Annalisa Tunisini e pubblicato da FrancoAngeli. La ricerca si č focalizzata sull'analisi qualitativa di medie imprese italiane dinamiche con lo scopo di identificare le basi su cui esse hanno fondato il loro successo di mercato. Tre sono le dimensioni che vengono analizzate: la dimensione imprenditoriale, la dimensione competitiva e la dimensione organizzativo/relazionale. Il lavoro analizza i principali connotati dei modelli di business originali che tali imprese hanno saputo sviluppare e discute le opportunitÀ e le difficoltÀ legate alla sostenibilitÀ della competitivitÀ di tali imprese nel prossimo futuro.
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Grandi, Alberto, and Stafano Magagnoli. "Ai margini dell'intervento straordinario. Le Marche tra la Cassa per il Mezzogiorno e la piccola impresa." STORIA URBANA, no. 130 (October 2011): 169–91. http://dx.doi.org/10.3280/su20011-130007.

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Abstract:
Le politiche di sviluppo economico attuate nella regione marchigiana a partire dal secondo dopoguerra si confrontano con due variabili significative che definiscono il contesto di intervento. Da un lato, la caratteristica dimensionale e qualitativa del tessuto produttivo locale: esso č composto per lo piů da piccole imprese, sviluppatesi seguendo un percorso di industrializzazione di natura sostanzialmente endogena, ed č segnato dalla presenza di una imprenditoria diffusa, la cui origine si lega a strutture economiche e sociali formatesi nel lungo periodo. Dall'altro lato, la peculiaritŕ amministrativa e geografica, per cui la parte piů meridionale del territorio regionale č interessata dai provvedimenti della Cassa per il Mezzogiorno. Le politiche pubbliche a sostegno dell'industrializzazione intervengono in questo contesto secondo due differenti strategie. Nel primo trentennio dopo la Seconda guerra mondiale, esse sembrano soprattutto orientate a sostenere la competizione territoriale, nel quadro delle scelte nazionali di localizzazione industriale e di allocazione delle risorse; le Aree industriali attrezzate rappresentano, per tutto questo periodo, uno strumento attraverso il quale attrarre l'insediamento di imprese "esterne". L'istituzione del Consorzio per il Nucleo d'industrializzazione di Ascoli Piceno, nell'ambito degli interventi della Cassa per il Mezzogiorno, si inquadra in questa prima fase. Una seconda fase, dalla metŕ degli anni Settanta, vede invece prevalere l'obiettivo di riequilibrare le asimmetrie createsi negli anni precedenti e rappresentate dal maggiore sviluppo economico, sociale e demografico della fascia costiera e delle zone d'imbocco delle valli. Le Aia di iniziativa regionale attivate in questa seconda fase mostrano una diversa declinazione dell'uso di questo strumento, mirata a interagire con le dinamiche della piccola impresa.
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De Nardis, Paolo. "Prefazione." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 2 (June 2010): 5–21. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-002001.

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Abstract:
Il presente rapporto di ricerca fornisce una lettura dei cambiamenti del mercato del lavoro che sono intervenuti in questi anni nella Capitale. Si affrontano le dinamiche dell'occupazione, i fabbisogni delle imprese, l'evoluzione delle modalitŕ contrattuali e gli strumenti di ricerca dell'impiego. Ne deriva un quadro complesso, in parte contraddittorio, che č necessario affrontare con un nuovo modello di governo del mercato del lavoro. Per questo la ricerca esamina le istituzioni e i servizi per il lavoro proponendo un modello di integrazione e di collaborazione tra le decine di attori e di strumenti che operano sul territorio e che possono dare riferimenti ai cittadini e alle imprese, cosě da superare l'attuale situazione di crisi.
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Duczkowska-Malysz, Katarzyna, and Malgorzata Piasecka. "Il commercio dei prodotti agroalimentari tra la Polonia e l'Unione europea, con particolare riferimento al commercio con l'Italia." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2010): 127–49. http://dx.doi.org/10.3280/aim2008-003006.

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Abstract:
Il lavoro costituisce uno studio approfondito della situazione economica del settore agroalimentare polacco prima e dopo l'ingresso della Polonia nell'Unione europea. La prima parte si concentra sulla situazione delle imprese - tra cui quelle agroalimentari - dopo la loro adesione al Mercato unico e di fronte ai processi di globalizzazione. Sono indicate sia le conseguenze positive dell'apertura dei mercati per le imprese sia le loro debolezze. L'autrice formula, inoltre, delle sfide che devono essere affrontate dall'intero sistema agroalimentare polacco, nonchè delle chances che dovrebbero essere ancora sfruttate. La seconda e la terza parte del lavoro sono dedicate all'analisi dell'andamento del commercio agroalimentare polacco rispettivamente, nei primi anni dopo l'entrata della Polonia nell'Unione europea (parte seconda) e nel periodo più recente, ossia negli anni 2007-2008 (parte terza). Si riportano dettagliati dati statistici e si presentano delle dinamiche dello scambio commerciale dei prodotti di diversi comparti dei mercati agroalimentari. Sono individuati i mercati sui quali le imprese polacche sono più competitive. La quarta ed ultima parte del lavoro ha per oggetto i rapporti commerciali nel settore agroalimentare tra Italia e Polonia. Sono presentate la struttura e l'andamento di questi rapporti. In conclusione si constata che una probabile perdita dell'attuale vantaggio competitivo delle imprese agroalimentari polacche sui mercati dei prodotti "convenzionali" (c.d. commodities), le spingerà a orientarsi verso le produzioni di nicchia, ossia verso prodotti di qualità .
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Fortunato, Vincenzo. "Classe dirigente, cultura manageriale e sviluppo nel Mezzogiorno." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 162 (March 2022): 184–207. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-162009.

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Abstract:
L'articolo analizza alcuni dei principali risultati che emergono da una recente ricerca sulla presenza di manager e dirigenti nelle imprese meridionali e, più in generale sulla scarsa diffusione della cultura manageriale al Sud. Il ruolo svolto dai dirigenti d'impresa nello sviluppo del Mezzogiorno è un tema tanto rilevante quanto poco o affatto esplorato dalla letteratura socioeconomica che focalizza, invece, l'attenzione soprattutto sul ruolo degli imprenditori, dei sindacati e delle istituzioni. I manager e i dirigenti aziendali costituiscono, invece, un banco di analisi privilegiato e utile a comprendere le dinamiche all'interno delle imprese, le tensioni con l'imprenditore, gli elementi di arretratezza e innovazione, le potenzialità e i vincoli allo sviluppo di imprese moderne, competitive e in grado di affrontare con successo le sfide dei mercati globali. Utilizzando i dati, l'obiettivo è quello di approfondire la nostra conoscenza sul ruolo del management; di comprendere se e in quale misura la diffusione della cultura manageriale rappresenta un fattore in grado di influire sullo sviluppo; attraverso quali politiche e interventi è possibile rimuovere gli ostacoli e promuovere lo sviluppo della cultura manageriale nelle realtà del Mezzogiorno; qual è il ruolo dei contesti locali e degli altri attori dello sviluppo.
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Dissertations / Theses on the topic "Dinamica Imprese"

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PIERSANTI, FABIO MASSIMO. "Essays on Investment-Specific Technology Progress and Endogenous Market Structure in DSGE Models." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/241297.

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Abstract:
L’attività di ricerca oggetto della mia tesi di dottorato è volta ad investigare, in un contesto macroeconomico ed in riferimento ad una modellistica Dinamico-Stocastica di Equilibrio Generale (DSGE) multisettoriale, il ruolo del progresso tecnico nella produzione dei beni di investimento (IST Shock) come fattore principale dietro le variazioni cicliche del Prodotto Interno Lordo (PIL) degli USA. Nel modello economico da me sviluppato la diffusione di tale progresso tecnico è potenziata dalla struttura di mercato che governa l’industria dei beni di investimento per mezzo di meccanismi endogeni di entrata/uscita dei produttori di tali beni e di emulazione tecnologica da parte delle imprese già attive nel mercato (incumbents) nei confronti delle imprese innovative che hanno appena avuto accesso al mercato (new entrants). La particolare struttura di mercato dell’industria produttrice di beni d’investimento permette di replicare, condizionatamente alla realizzazione di un avanzamento tecnologico nella produzione dei beni d’investimento, in maniera originale importanti regolarità empiriche relative agli Stati Uniti come la correlazione negativa tra le variazioni cicliche del PIL e del prezzo relativo dei beni di investimento. Nel corso della ricerca da me condotta si investiga anche l’impatto dell’introduzione nel modello economico precedentemente esposto di un settore bancario con vincoli endogeni di leva finanziaria alla concessione di prestiti ai produttori di beni finali da parte degli intermediari creditizi. Ciò che emerge è che l’interazione tra la struttura di mercato vigente nell’industria produttrice di beni di investimento e il settore finanziario di cui sopra rallenta la diffusione del progresso tecnologico all’interno del sistema economico in quanto riduce il valore delle attività finanziarie in possesso delle banche commerciali. Infine la formulazione di tale modello, con l’aggiunta del settore finanziario di cui sopra, è in grado di contribuire dal punto
We develop a stylized two-sector DSGE model with creative destruction and knowledge spillovers from endogenous firms entry/exit. A permanent IST shock affects volatility both at low and high frequencies. We interpret the IST shock as a sudden unexpected improvement of the new K-sector producers technology frontier, which then gradually spreads through incumbents. In addition, the endogeneity of the relative price of investment goods generates a feedback from the installation of investment into the stock of capital to the transformation of consumption- into investment goods. This mechanism potentialy invalidates the relevant contribution of the MEI shock as major business cycle driver in favor of the permanent IST shock. Further, we consider the role of financial intermediaries in a multi-sector DSGE model. We dig into the interactions between a financial friction and a stylized I-sector characterized by endogenous firm dynamics and technology spillovers. We find that the non-trivial banking frictions dampen the effect of an expansionary IST shock. In addition, the recovery from a banking crisis episode is substantialy weaker because the crisis dramatically reduces the inflow of new, more productive firms. These effects occur in consequence of the interactions between endogneous firms dynamics and banks profitability which, in turn, determines credit conditions.
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Trovato, Giovanni. "Il ruolo svolto dalle fonti di finanziamento pubbliche nella dinamica di impresa : un'indagine valutativa empirica sulle piccole e medie imprese italiane secondo i Modelli Autoregressivi Generalizzati /." [S.l.] : [s.n.], 2001. http://aleph.unisg.ch/hsgscan/hm00026821.pdf.

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Mongiu, Clelia <1988&gt. "Impresa e cultura: un dialogo dinamico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6295.

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Abstract:
Il calo di produttività delle aziende italiane si presenta come una difficoltà e allo stesso tempo come uno stimolo alla ricerca di nuove soluzioni. L’investimento in cultura si pone perciò come un’opportunità per la crescita dell’innovazione e della creatività all’interno dell’ambito imprenditoriale. Ma in che modo le imprese italiane si possono avvicinare alla cultura? Le forme di interazione più utilizzate sono sicuramente forme di finanziamento che richiedono un impegno poco gravoso da parte delle aziende, ma che presentano un ritorno di immagine immediato. Parliamo quindi di sponsorizzazioni, erogazioni liberali, partnership e membership. In realtà è evidente che questi tipi di relazioni, pur portando profitti ad ambo le parti, non sono costanti e non modificano la struttura strategica dell’impresa. Sono infatti i progetti ideati e gestiti dalle imprese stesse che creano, nel medio-lungo periodo, benefici costanti e duraturi. L’approccio in questo caso è ben diverso e si riscontrano iniziative promosse dall’interno e inserite nelle politiche d’impresa. In questo caso gli esempi sono innumerevoli: musei e archivi d’impresa, collezioni aziendali, art-based training, artists in residence, coinvolgimento degli artisti nella creazione di nuovi prodotti.
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MECHELLI, RAJSSA. "Effetti Distributivi del Potere di Mercato." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/60174.

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Abstract:
La tesi studia l'interazione tra potere di mercato, disuguaglianza e benessere in un modello dinamico di equilibrio generale. A tal fine è necessario abbandonare due capisaldi della teoria Neoclassica: l'agente rappresentativo e la competizione perfetta. L'obiettivo del primo capitolo è capire come il potere di mercato influenza la distribuzine di ricchezza e reddito tra le famiglie. I risultati suggeriscono che una semplice estenzione del modello di Aiyagari, in particolare competizione oligopolistica con dinamica delle imprese endogena, riesce a replicare le distribuzioni osservate nei dati USA. Inoltre, un incremento del grado di concentrazione nel mercato dovuto a un aumento dei costi di entrata, implica una più bassa Labor Share e una più alta Profit Share. A loro volta queste dinamiche causano un incremento della disuguaglianza. Anche questi trend sono in linea con ciò che si può osservare dai dati USA. Il secondo capitolo estende il modello sviluppato nel primo per studiare il ruolo della tassazione dei dividendi nel redistribuire risorse. L'analisi considera due regimi alternativi. Una riduzione dell'aliquota sui dividendi, dallo Status Quo statunitense, comporta una perdita di benessere per la società. Una più bassa tassazione riduce i trasferimenti monetari alle famiglie, implicando alti costi per quelle più povere. Inoltre, una riduzione dei trasferimenti causa un incremento dei risparmi. Per poter risparmiare di più gli agenti meno abbienti devono sacrificare consumo. Dato che la ricchezza è molto concentrata, la maggior parte della popolazione soffre una perdita di benessere.
This work studies the interactions between market power, inequality, and welfare in a dynamic, general equilibrium framework. Doing so requires departing from two building blocks of the neoclassical general equilibrium model: the representative agent paradigm and perfect competition. The aim of the first chapter is to understand whether market power affects the distributions of wealth and income among households. Results suggest that a relatively simple extension of the Aiyagari model, namely oligopolistic competition with endogenous firms’ dynamics, is successful at reproducing the wealth and income distributions observed in the U.S. Additionally, an increase in concentration in the markets for final goods, due to an increase in entry costs, leads to a lower labor share and a higher profit share of income. These dynamics, in turn, imply higher income inequality. Importantly, these trends are broadly in line with those observed in the U.S. in the last thirty years. The second chapter extends the framework developed in chapter one to study the role of the dividend income tax as a redistributive tool. The analysis considers alternative redistribution regimes. The main finding is that a reduction of the dividend income tax rate, from the US Status Quo, is associated with a social welfare loss. A lower dividend income tax rate implies lower transfers to households. From a welfare point of view, this is particularly costly for poor households. Furthermore, a reduction in transfers forces households to save more for precautionary reasons. To do so, wealth poor households must sacrifice consumption. Given the high concentration of wealth, this implies that the majority of the population suffers a welfare loss.
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Mastrogiorgio, Antonio <1976&gt. "Dinamiche Comportamentali dell'Esplorazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2625/1/Mastrogiorgio_Antonio_Tesi.pdf.

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Mastrogiorgio, Antonio <1976&gt. "Dinamiche Comportamentali dell'Esplorazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2625/.

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Minuzzo, Eleonora <1995&gt. "Cloud Gaming e dinamiche competitive nelle network industries." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18428.

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Abstract:
Questa proposta di tesi trova giustificazione nella previsione dell’evoluzione dell’industria dei videogames, in particolare, attraverso lo studio combinato di avvenimenti passati e tecnologie presenti si vuole provare a cogliere i trend che potrebbero affermarsi nei prossimi anni. L’intento è quello di applicare le conoscenze teoriche apprese nel corso New Product Development e calarle in un contesto reale e pratico quale l’industria videoludica e le sue innovazioni tecnologiche, presenti e passate, provando così ad analizzare quali saranno quelle emergenti. Lo scopo della ricerca sarà quella di costruire la Technology S-Curve (o più di una, in base ai diversi fattori quali miglioramento tecnologico e diffusione della tecnologia) riferita alle tecnologie già conosciute dei principali competitors (Sony, Microsoft e Nintendo) e quella del cosiddetto “cloud gaming”, di possibili nuovi entranti (colossi come Amazon, Apple e Google). Se possibile, si vorrebbe approfondire la questione della Blue Ocean Strategy implementata da Nintendo con la console Wii, analizzandone le diverse sfaccettature in modo dettagliato. La research question della tesi vuole rispondere in maniera approfondita alle seguenti domande: - Quali sono i fattori che hanno influenzato il successo (o il fallimento) delle strategie adottate dai competitor (Sony, Microsoft e Nintendo)? - Quanto sono importanti le variabili quali la compatibilità e la presenza di beni complementari per il successo di un’innovazione nel settore dei videogames? - Da cosa è determinato il valore di un’innovazione tecnologica nella game industry? - Il cloud gaming rappresenta una tecnologia discontinua? Quali sono i punti di forza e debolezza? Così facendo, si vogliono collegare tutte le diverse innovazioni fino all’ultima generazione (si parla di ottava generazione dei videogames) e capire in quale stadio della curva del ciclo di vita della game industry ci si trova al momento attuale.
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8

ARRIGO, ELISA. "Responsabilità aziendale e dinamiche competitive." Doctoral thesis, Università degli Studi Milano-Bicocca, 2006. http://hdl.handle.net/10281/91315.

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Abstract:
L’attività di ricerca contenuta nella tesi di dottorato si è sviluppata, dapprima, attraverso l’analisi a livello internazionale e nazionale dei principali contributi sulla corporate social responsibility (CSR), poi analizzando la responsabilità aziendale in un’ottica strategico-competitiva volta a comprendere perché le imprese tendano ad impegnarsi in attività che apparentemente esulano dalla loro funzione economica. Si è evidenziata la tesi secondo la quale una gestione strategica delle responsabilità aziendali consente alle imprese di intraprendere una crescita sostenibile generando consenso e acquisendo un vantaggio competitivo sui concorrenti.
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9

TZANNIS, Alessandra. "Processi di internazionalizzazione delle pmi e dinamiche culturali." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2008. http://hdl.handle.net/10446/45.

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10

Albiero, Chiara <1988&gt. "Politiche di prodotto e dinamiche di innovazione nel settore automobilistico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3220.

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Abstract:
Grazie a una serie di dati raccolti analizzare le politiche di prodotto utilizzate dalle principali aziende del settore auto. Passare poi ad analizzare quello che è il ciclo di vita dei modelli che hanno un maggior peso nel portafoglio prodotto delle aziende.
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Books on the topic "Dinamica Imprese"

1

Legnante, Vincenzo. Dinamici equilibri: Design e imprese. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2012.

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2

Giuseppe, Santaniello, and Felice Le Monnier (Firm), eds. L' Impresa di informazione nella dinamica comunitaria. Firenze: Ufficio del Garante per l'editoria Le Monnier, 1990.

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3

Favaretto, Ilario. Territorio e impresa: Dinamiche e competitività. Roma: Carocci, 2003.

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4

Marco, Fortis, ed. Banche territoriali, distretti e piccole e medie imprese: Un sistema italiano dinamico. Bologna: Società editrice il mulino, 2008.

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5

Marco, Fortis, ed. Banche territoriali, distretti e piccole e medie imprese: Un sistema italiano dinamico. Bologna: Società editrice il mulino, 2008.

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6

Giancarlo, Capitani, and Tosi Andrea, eds. Terziario, impresa, territorio: Dinamiche e politiche urbane e regionali. Milano, Italy: F. Angeli, 1985.

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7

Cristiano, Elena. Evoluzione e dinamiche di sviluppo delle imprese familiari: Un approccio economico-aziendale. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2012.

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8

Giuseppe, Garofalo, and Viviano Caterina, eds. La media e grande impresa in Italia dal 1991 al 1994: Struttura e dinamica demografica. Roma: ISTAT, 1996.

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9

Le imprese della famiglia italiana: Rischi, bisogni, dinamiche di coppia, strategie e reti di sostegno. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2002.

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10

Politiche di potenza e impresa privata: Dinamiche di espansione del Regno Unito in Asia, Africa e Mediterraneo. Canterano (RM): Aracne editrice, 2020.

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Book chapters on the topic "Dinamica Imprese"

1

Hohnloser, S. H., S. Connolly, K. H. Kuck, P. Dorian, and M. Gent. "DINAMIT: Does ICD Implantation Improve Life Expectancy in Survivors of Acute Myocardial Infarction?" In Cardiac Arrhythmias 1999 - Vol.1, 403–6. Milano: Springer Milan, 2000. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2139-6_53.

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2

Calabrese, Giuseppe Giulio. "5 • La dinamica delle esportazioni e delle importazioni dell’ecosistema automotive italiano." In Osservatorio sulle trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano 2022. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2023. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-703-6/005.

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Abstract:
Il presente capitolo analizza l’interscambio commerciale delle singole imprese selezionate dall’Osservatorio sulle trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano, distinguendo, come è stato evidenziato nell’introduzione, da un lato le imprese che operano a vario titolo nella componentistica automotive italiana e dall’altro lato le imprese operanti nell’infrastruttura di rifornimento della ricarica elettrica. Ciascun macro-raggruppamento è stato a sua volta stratificato in termini di localizzazione macroregionale, dimensionamento secondo la classificazione adottata dall’Unione europea e specializzazione settoriale sulla base dei codici ATECO.
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