Journal articles on the topic 'Differenze di sesso'

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1

Trębski, Krzysztof. "LA QUESTIONE “GENDER”: UNA SFIDA PER L’ANTROPOLOGIA CRISTIANA." Forum Teologiczne 20 (December 13, 2019): 97–108. http://dx.doi.org/10.31648/ft.4806.

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Abstract:
La teoria del “gender” si riferisce all’opinione che l’identità sessuale non è determinata dal sesso biologico di una persona, ma indica il genere in cui un individuo si identifica in base ai propri desideri soggettivi. Tale teoria tratta le differenze tra i sessi come elettive e socialmente costruite. Sostiene che una persona può nascere con un corpo che non corrisponde all’identità maschile o femminile “percepita”. Questo ha profonde implicazioni sociali: nega la differenza e la reciprocità nella natura di un uomo e una donna e immagina una società senza differenze sessuali, eliminando così la base antropologica della famiglia.La Chiesa cattolica respinge questa ideologia, insegnando che Dio crea le persone come maschio o femmina e che il corpo e l’anima sono così uniti da formare un essere completo; quindi la differenza sessuale non è un incidente o un difetto, ma è un dono di Dio che aiuta le persone ad avvicinarsi l’uno all’altra e a Dio stesso. La Chiesa afferma altresì che il proprio sesso biologico fa parte del piano divino e che ogni persona dovrebbe riconoscere e accettare la propria identità sessuale basata sulla complementarietà dei sessi. Ogni persona è chiamata a sviluppare la propria identità sessuale in un modo che integri la propria mascolinità o femminilità nell’ambito delle relazioni con gli altri.L’articolo presenta l’insegnamento del Magistero della Chiesa cattolica e spiega che la complementarità tra i sessi non è intesa come fonte di oppressione o disuguaglianza, ma testimonia la bellezza del piano di Dio per l’umanità.
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2

D’Onofrio, F., and U. De Fanis. "Ma esiste il terzo sesso?" Medicina e Morale 48, no. 4 (August 31, 1999): 709–19. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.796.

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Abstract:
La diffusione dell’omosessualità, specie in questi ultimi decenni, ha richiamato l’attenzione di molti ricercatori che hanno formulato varie ipotesi per spiegare la sua genesi. La teoria psicoanalitica sostiene che l’omosessualità sarebbe un disturbo acquisito della pulsione sessuale. Invece, secondo la teoria biologica, vi sarebbero meccanismi organici e genetici alla base dell’omosessualità. Infatti alcuni studi avrebbero evidenziato differenze anatomiche tra il cervello degli eterosessuali e quello degli omosessuali ed inoltre sarebbe stata evidenziata una ricorrenza familiare dell’omosessualità. Tuttavia, l’ipotesi biologica è stata contestata da diversi studi che non solo non hanno riscontrato differenze sostanziali tra il cervello di omosessuali e quello degli eterosessuali, ma hanno anche sottolineato il fatto che i pochi soggetti esaminati erano affetti da AIDS e sottoposti a lunghi periodi di terapie ormonali. Inoltre, il mancato riscontro di sequenze geniche alterate nonché i metodi utilizzati per la ricerca di coppie di fratelli omosessuali, sono le principali contestazioni mosse all’origine genetica dell’omosessualità. Il problema dell’omosessualità, in attesa di altre ricerche, deve ancora essere considerato come una scelta individuale di orientamento sessuale condizionato da esperienze maturate per lo più nell’ambito familiare e relazionale favorita da una cultura permissivistica e non come una scelta obbligata condizionata da variazioni anatomiche e genetiche.
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3

Lodi, Elisa, Federica Donati, Letizia Reggianini, and Maria Grazia Modena. "La questione genere in medicina e in cardiologia." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 1 (May 31, 2022): 6–10. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-2.

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Abstract:
Nella storia la figura della donna medico ha attraversato fasi alterne, arrivando per questo a trovarsi, nel XXI secolo, ancora penalizzata e questo ha avuto un indubbio impatto sull’approccio della medicina alle differenze di genere. Mentre il sesso definisce l’identità cromosomica e ormonale, il genere, che ci condiziona dalla nascita a fine vita, deriva dal rapporto del sesso con l’ambiente, la società, il costume, la religione. Per troppo tempo la salute della donna è stata guardata con un approccio “a bikini” (focalizzata cioè sull’apparato riproduttivo e sui caratteri sessuali secondari), ignorando le differenze dei sintomi, dell’incidenza e prevalenza delle malattie cardiovascolari, di molti tumori non legati al sesso, di malattie broncopolmonari non esclusivamente legate al fumo. Come molte campagne di screening sono state tarate sulla donna, altrettante sono state tarate esclusivamente sull’uomo, non considerando l’esistenza di patologie non solo sesso-correlate, ma anche genere-correlate. Bisognerebbe che l’approccio a una medicina di genere fosse condiviso anche da medici e operatori sanitari uomini, come sarebbe auspicabile che la Medicina fosse insegnata con un approccio di genere.
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4

Martini, Luisa, and Danilo Solfaroli Camillocci. "Di che genere?" RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 30 (June 2010): 5–16. http://dx.doi.org/10.3280/pr2009-030001.

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Abstract:
Il termine "gener"' indica una vasta gamma di cose o persone con caratteristiche comuni, ma differenziali rispetto ad altri gruppi. Per quanto riguarda il genere maschile e quello femminile, la letteratura mette in luce varie differenze oltre a quelle anatomiche e fisiologiche: nella percezione, nelle abilitŕ spaziali, nelle capacitŕ verbali, nell'aggressivitŕ e nel ciclo vitale. In parte, gli ormoni sono responsabili di queste differenze, ma la loro azione non č sufficiente a spiegarne la vastitŕ e la variabilitŕ. Le varie forme di gioco sociale negli animali (play fighting, chase play, play mothering) ci aiutano a renderci conto della complessa interazione di fattori ormonali e sociali nello sviluppo e nel consolidamento di queste differenze. Si rende cosě necessario pensare alle differenze di genere in termini di un sistema concettuale sesso-genere-sessualitŕ che ci consenta di sfuggire alle rigide dicotomie maschile/femminile e omosessuale (proibito)/eterosessuale (permesso) per focalizzarci invece sull'interazione tra biologia e cultura, e non sul primato dell'una sull'altra. Č possibile cosě riflettere e ridimensionare la forza degli stereotipi di genere, che tendono a mortificare l'individualitŕ.
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Carè, Alessandra. "Medicina di genere: normativa e rilevanza nella ricerca biomedica." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 1 (May 31, 2022): 3–5. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-1.

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Abstract:
L’approccio di genere rappresenta un cambiamento culturale che pone ogni persona al centro della cura. È un vero cambio di prospettiva che indica come aspetti fondamentali l’inclusione e la valorizzazione delle variabili biologiche, ambientali e sociali, dalle quali possono dipendere le differenze di salute tra i generi. La legge 3/2018 all’articolo 3 “Applicazione e diffusione della medicina di genere nel Servizio Sanitario Nazionale”, attraverso un Piano attuativo e con l’istituzione presso l'Istituto Superiore di Sanità dell’Osservatorio Nazionale per la Medicina di Genere, riporta gli step da considerare per assicurare l’avvio, il mantenimento nel tempo e il monitoraggio delle azioni richieste. Scopo primario sarà il raggiungimento di una reale equità nelle cure che tenga conto delle differenze di sesso e genere nella programmazione e nell’organizzazione dell’offerta sanitaria.
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Muiesan, Maria Lorenza, Anna Paini, Claudia Agabiti Rosei, and Carolina De Ciuceis. "Aspetti del RCV nella donna Aspetti di genere nel trattamento della Ipertensione arteriosa." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 1 (May 31, 2022): 43–46. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-10.

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Abstract:
L’ipertensione arteriosa rappresenta il principale, ma spesso trascurato, fattore di rischio globale per la morbidità e mortalità cardiovascolare nelle donne ed esercita il peso maggiore sul loro stato di salute. Sono state messe in evidenza differenze tra uomini e donne per quanto riguarda la prevalenza, la consapevolezza ed il controllo della ipertensione arteriosa. La prescrizione di alcune classi di farmaci tende ad essere maggiore nelle donne rispetto agli uomini, anche se le motivazioni alla base di tale evidenza non sono completamente chiare. La efficacia della terapia antiipertensiva sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari (CV) sembra essere simile negli uomini e nelle donne, sebbene la minore percentuale di donne partecipanti agli studi clinici randomizzati svolti in passato potrebbe aver influenzato i risultati. Sarebbe pertanto utile che la ricerca clinica future potesse esplorare eventuali differenze di sesso nell’ambito della ipertensione arteriosa, delle sue complicanze e dell’effetto del trattamento.
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Sarchielli, P., R. Tarducci, O. Presciutti, F. Vicinanza, G. Guercini, G. P. Pelliccioli, G. Gobbi, and V. Gallai. "Spettroscopia protonica in vivo nello studio della sclerosi laterale amiotrofica." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 1 (February 2000): 61–64. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300111.

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Abstract:
Il presente studio è stato volto a verificare le modificazioni di alcuni metaboliti cerebrali in corso di SLA mediante RM spettroscopica cerebrale e quantificazione assoluta dei metaboliti. Sono stati studiati 12 pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica, di sesso maschile ed età media: 53,0 ± 5,32 anni, 7 nella forma definita e 5 nella forma probabile. Lo studio ha evidenziato, a livello della sostanza grigia dell'area motoria primaria, una riduzione significativa dei livelli di N-Acetil-Aspartato rispetto ai soggetti di controllo (8,5 ± 0,6 mM vs 10,4 ± 0,7 mM, p< 0,001), più marcata nei pazienti ad esordio bulbare ed in quelli con evidenze neuroradiologiche di ipointensità di segnale a carico della corteccia motoria. Non erano evidenti differenze significative relativamente ai valori di N-Acetil-Aspartato tra pazienti con diagnosi definita e quelli con forma probabile.
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Cigala, Ada, and Elena Venturelli. ""Cosa sono le emozioni?". Conoscenza emotiva in bambini maltrattati e non maltrattati." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (May 2012): 39–56. http://dx.doi.org/10.3280/mal2012-001004.

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Abstract:
Questo studio confronta alcune caratteristiche psicologiche (la presenza di distress personale e di stress genitoriale, la qualità dell'alleanza genitoriale e la percezione dell'adattamento del bambino) in padri e madri di bambini di età prescolare a basso/alto rischio di maltrattamento fisico (misurato attraverso il punteggio ottenuto alla scala Maltrattamento del Child Abuse Potential Inventory Form VI - CAPI). I partecipanti alla ricerca sono 59 genitori ad alto rischio di maltrattamento fisico (punteggio &ge; 166; gruppo sperimentale) versus 59 genitori a basso rischio (punteggio &lt; 166; gruppo di controllo) pareggiati per età, status civile, livello di istruzione, età e sesso del bambino. I risultati mostrano come sussistano differenze significative tra i due gruppi in tutte le variabili indagate: nello specifico, i genitori ad alto rischio di maltrattamento fisico presentano livelli maggiori di distress personale e di stress genitoriale, una minor percezione di alleanza genitoriale e valutano il comportamento del bambino come più problematico del gruppo dei genitori a basso rischio di maltrattamento fisico.
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Albert, Umberto, Chiara Picco, Giuseppe Maina, Federica Forner, Eugenio Aguglia, and Filippo Bogetto. "Phenomenology of patients with early- and adult-onset obsessive-compulsive disorder." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 11, no. 2 (June 2002): 116–26. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005571.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Valutare eventuali differenze nelle caratteristiche sociodemografiche e cliniche (sintomatologia ossessivo–compulsiva, la comorbidità di Asse I e la comorbidità di Asse II) in soggetti adulti con disturbo ossessivo–compulsivo ad esordio precoce (>18 anni) e in eta adulta (≤18 anni). Disegno – Studio clinico controllato. Setting – Servizio per i disturbi depressivi e d'ansia, Dipartimento di Neuroscienze, Università di Torino. Metodo – Sono stati inclusi nello studio 149 pazienti adulti con diagnosi di DOC (DSM–IV) e un punteggio Y–BOCS totale <16.1 soggetti sono stati valutati attraverso un'intervista semi–strutturata diretta ad indagare le caratteristiche socio–demografiche é cliniche. La comorbidita longitudinale di Asse I, secondo i criteri del DSM–IV, è stata valutata attraverso un'intervista clinica strutturata diretta secondo le indicazioni di Othmer & Othmer (1994; 1999): particolare attenzione è stata rivolta alia rilevazione dei disturbi dello spettro ossessivo–compulsivo (Hollander et al, 1996; 1997). Per l'analisi della comorbidita con i disturbi di personalitá è stata utilizzata la Structured Clinical Interview for DSM–IV Axis II Disorders (SCID–II). Risultati – 39 pazienti (26.2%) hanno presentato l'esordio del DOC prima dei 18 anni (early–onset) e 110 pazienti (73.8%) hanno presentato l'esordio del DOC dopo i 18 anni (later–onset). Sono state rilevate differenze significative tra i due gruppi di confronto: i soggetti con esordio precoce presentano una predominanza del sesso maschile, un decorso cronico del disturbo e l'associazione con il disturbo schizotipico di personalità. Conclusioni – Suddividendo il campione secondo l'eta di esordio del disturbo abbiamo rilevato alcune differenze significative nell'espressivita del DOC che indicano una possibile eterogeneita del disturbo, meritevole di ulteriori approfondimenti. In particolare, il rilievo nel gruppo ad esordio precoce di un decorso prevalentemente cronico e soprattutto di una specifica associazione con il disturbo schizotipico di personalita appare significativo ai fini dell'impostazione di specifiche strategic terapeutiche.
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Passali, D., G. Corallo, A. Petti, M. Longini, F. M. Passali, G. Buonocore, and L. M. Bellussi. "A comparative study on oxidative stress role in nasal breathing impairment and obstructive sleep apnoea syndrome." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 6 (December 2016): 490–95. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1361.

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Abstract:
La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) è una malattia che può portare ad alterazioni metaboliche e a un’aumentata incidenza di patologie cardiovascolari. Questo studio ha lo scopo di definire l’espressione e il significato clinico di biomarkers coinvolti nello stress ossidativo nei pazienti con diagnosi di OSAS. I risultati degli esami di laboratorio dello stress ossidativo sono stati confrontai prospetticamente in tre gruppi di soggetti: 10 con sindrome delle apnee ostruttiva del sonno con Apnea Hypopnea Index (AHI) > 30; 10 con roncopatia notturna e AHI < 15 e 10 con insufficienza respiratoria nasale e AHI < 5. I pazienti sono stati sottoposti a test cutanei per aero-allergeni comuni, rinoscopia anteriore, rinomanometria anteriore attiva, fibrolaringoscopia e polisonnografia. Per la ricerca dei biomarkers dello stress ossidativo sono stati effettuati test diagnostici in campioni di sangue e urine. I gruppi sono risultati omogenei per età, sesso e distribuzione del Body Mass Index (BMI) (p > 0.05). Ci sono state differenze significative nell’AHI tra i tre gruppi di pazienti (p < 0.05). Nessuna significatività statistica è stata identificata (p > 0.05) tra i livelli di biomarkers di stress ossidativo nelle tre popolazioni studiate. I risultati del nostro studio hanno mostrato che il naso può svolgere un ruolo nella patogenesi dell’ OSAS, attraverso la produzione di biomarkers di stress ossidativo.
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Micciolo, Rocco, and Michele Tansella. "Stagionalità, condizioni lavorative e suicidio in Italia. Una rassegna delle ricerche epidemiologiche più recenti." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 1, no. 3 (December 1992): 191–97. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00006758.

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Abstract:
RiassuntoIn questo lavoro vengono riassunti i risultati delle ricerche sul suicidio condotte negli ultimi quattro anni dal gruppo del Servizio della Psicologia Medica dell'Universita di Verona. È stata analizzata; mediante l'analisi armonica, la stagionalità del suicidio in rapporto al sesso ed all'area geografica. Sono emerse differenze qualitative fra i due sessi (una sola, importante, armonica nei maschi e due nelle feminine), una maggiore stagionalità nelle zone rurali rispetto a quelle urbane ed un generale aumento della stagionalità passando dal Nord al Centro e al Sud. Per quanto riguarda i rapporti fra suicidio e disoccupazione, sono emersi due risultati principali: un maggior rischio di commettere suicidio fra i soggetti disoccupati (molto più evidente fra la popolazione maschile), una contrapposizione Nord-Sud con tassi di suicidio più elevati al Nord (particolarmente nella popolazione disoccupata) e con tassi di disoccu- pazione più elevati al Sud.Parole chiaveanalisi armonica, cluster analysis, disoccupazione, stagionalité, suicidio.SummaryThis paper summarizes the results of the studies on suicide performed over the last four years in Verona the Psychological Medicine Service. Seasonal variation in suicide in Italy has been assessed by means of harmonic analysis. While in males the only important seasonal harmonic was the first (one cycle per year), in females there was an important first harmonic and a second harmonic (two cycles per year). When thesetting (urban or rural) and geographical location (Northern, Central or Southern regions) were taken into account, a greater seasonality was found in the rural than in the urban settings and in the Northern than in the Southern regions. When the relationship between suicide and unemployment was evaluated, two main resultswere found: higher suicide rates among the unemployed (mainly in males); higher suicide rates in Northern regions (particularly among unemployed) and higher unemployment rates in Southern regions.
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Farneti, D., B. Fattori, and L. Bastiani. "The endoscopic evaluation of the oral phase of swallowing (Oral-FEES, O-FEES): a pilot study of the clinical use of a new procedure." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 3 (June 2017): 201–6. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1126.

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Abstract:
O-FEES (O-FEES) è una procedura endoscopica, concepita per visualizzare direttamente la fase orale della deglutizione. Nella prospettiva di un utilizzo clinico, la fattibilità, la sicurezza e l’accettabilità dell’O-FEES è stata inizialmente valutata. Successivamente, la procedura è stata confrontata con il gold standard radiologico. L’accettabilità dell’O-FEES è stata confrontata con quello della FEES per mezzo di un questionario a dieci punti, sottoposto ad un campione di 52 pazienti ambulatoriali che lamentavano di disturbi della deglutizione. Il modello Repeated measure analysis of variance (rm-ANOVA) è stato utilizzato per testare la differenza media di accettabilità delle due procedure nello stesso soggetto. Successivamente un altro campione di 8 pazienti ambulatoriali di sesso maschile, è stato sottoposto alla registrazione simultanea di O-FEES e videfluoroscopia (VFSS). L’affidabilità inter-individuale, utilizzando 10 parametri radiologici di riferimento, fra O-FEES e VFSS, è stata determinata alla cieca tra due giudici. La concordanza inter-individuale tra i due giudici, per i punteggi di O-FEES e della VFSS è stata determinata con il Single score intra-class correlation coefficient (ICC). Le differenze FEES e O-FEES tra le risposte per ogni domanda e tra tutte le domande considerate, sono risultate statisticamente significative (rm-ANOVA; F-statistica p < 0,001). La concordanza inter-individuale fra la valutazione endoscopica e radiologiche tra i due valutatori, ha mostrato una forte correlazione intra-classe (ICC) (intervallo di confidenza al 95%): 0,875 (0,373-0,979) e 0,921 (0,542-0,986) rispettivamente. Il test di Bland-Altman suggerisce che le due metodiche producono risultati analoghi. Nella pratica clinica e confrontata con la FEES, l’O-FEES è una procedura tollerata e sicura. Rispetto al gold standard radiologico, l’O-FEES offre informazioni affidabili sulla preparazione e propulsione orale del bolo.
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Liang, J., W. Zeng, F. Fang, T. Yu, Y. Zhao, X. Fan, N. Guo, and X. Gao. "Clinical analysis of Hashimoto thyroiditis coexistent with papillary thyroid cancer in 1392 patients." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 5 (October 2017): 393–400. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1709.

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Abstract:
Il carcinoma papillare (PTC) è il più comune tumore maligno della ghiandola tiroide. L’effetto della concomitante presenza della tiroidite di Hashimoto (HT) e del PTC è ancora oggetto di studio. Scopo di questo studio è analizzare la coesistenza di una concomitante HT circa l’outcome prognostico e eventuali associazioni clinico-patologiche. Abbiamo raccolto ed analizzato i dati demografici e clinicopatologici di 1392 pazienti che sono stati sottoposti a chirurgia nel nostro ospedale dal 2007 al 2016. Fra i 1392 pazienti con PTC, la percentuale di coesistente HT era del 25,6%. Vi erano differenze significative tra i due gruppi nei livelli medi di ormone tireostimolante (3.27 vs. 2.41μIU/L, p < 0.01), anticorpi anti tireoperossidasi (110.31 vs. 131.2U/ml, p < 0.01) e anticorpi anti tireoglobulina (131.90 vs. 113.53 ng/ ml, p < 0.01) I pazienti con PTC e HT avevano le seguenti caratteristiche se comparate con quelle dei pazienti senza HT: tumori di dimensioni più piccole (p < 0.01), predominanza del sesso femminile (p < 0.01) ed un piu’ alto tasso di multifocalita’(p = 0.024). Inoltre, i pazienti con HT avevano un tasso significativamente basso di metastasi linfonodali (LNM) ed uno stadio di TNM più elevato rispetto ai pazienti senza HT (tutti p < 0.01). L’analisi multivariata ha evidenziato come età e multifocalità erano significativamente associate con metastasi nel compartimento centrale nei pazienti con HT (p < 0.01, p = 0.019, rispettivamente). L’invasione extratiroidea ed i livelli di TSH erano fattori significativamente indipendenti per le metastasi linfonodali laterocervicali nei pazienti con HT (p < 0.008, p = 0.04, rispettivamente). HT era associata ad un maggior rischio di sviluppare PTC. La coesistenza di HT in pazienti con PTC favoriva un miglior outcome clinico rispetto a quei pazienti con PTC ma senza HT. La tiroidectomia totale associata allo svuotamento del compartimento centrale deve essere la prima scelta chirurgica nei pazienti con PTC e HT.
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Maioni, Melissa. "Il livello di speranza nei pazienti oncologici in cura chemioterapica. Un’indagine sperimentale / The level of hope in the cancer patients receiving chemotherapy. An experimental investigation." Medicina e Morale 67, no. 5 (December 11, 2018): 525–43. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.555.

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Abstract:
La speranza è una caratteristica multidimensionale che coinvolge diverse dimensioni umane, il cui costrutto è stato più volte studiato in molteplici ambiti disciplinari. Il presente studio si propone di: valutare l’impatto della patologia in relazione al livello di speranza; comparare il livello di speranza con altre variabili cliniche e socio-demografiche, attraverso lo studio di 83 pazienti oncologici del Policlinico Campus Bio-Medico di Roma in cura chemioterapica, e di 83 soggetti sani, con caratteristiche socio-demografiche comparabili al campione clinico, a cui sono state sottoposte due scale: l’HHI (Herth Hope Scale) e la SF-12 (Questionario sullo stato di salute). L’analisi statistica utilizzata è finalizzata a valutare l’interdipendenza lineare tra le due variabili considerate (la speranza e lo stato di salute) sulla popolazione in generale e nelle sottopopolazioni considerate, tramite il calcolo dell’indice R2. I risultati mostrano che: a) il campione sperimentale composto per l’84,3% da pazienti affetti da cancro al IV stadio, ha mediamente un medio livello di speranza (media ± es = 35.47 ± 0.78); b) non emerge una correlazione significativa tra lo stato di salute e il livello di speranza; c) non emergono differenze significative riguardo il livello di speranza, mentre emergono delle differenze significative relativamente alla PCS (stato di salute fisica). I dati raccolti indicherebbero come la speranza sia una dimensione indipendente dalla diagnosi, dalla stadiazione della patologia, dal sesso, dal tipo di ospedalizzazione, dallo stato civile e non si modifichi nelle varie fasce d’età. Sembrerebbe un costrutto che si mantiene stabile nel tempo e che viene scarsamente influenzato da altre variabili. ---------- Hope is a multidimensional characteristic that involves different human dimensions, the construction of which has been studied several times in multiple disciplinary fields. The present study aims to: assess the impact of the pathology in relation to the level of hope; compare the level of hope with other clinical and socio-demographic variables, through the study of 83 cancer patients receiving chemotherapy at the Policlinico Campus Bio-Medico in Rome, and 83 healthy subjects, with socio-demographic characteristics comparable to the clinical sample, who were given two scales: the HHI (Herth Hope Index) and the SF-12 (SF-12 Health Survey). The statistical analysis used is aimed at assessing the linear interdependence between the two variables under consideration (hope and health) for the general population and the subpopulations under consideration, by calculating the R2 index. The results show that: a) the experimental sample, 84.3% of which was composed of stage IV cancer patients, had an average hope level (mean ± es = 35.47 ± 0.78); b) there was no significant correlation between health and hope; c) there were no significant differences in hope levels, while there were significant differences in physical health (PCS). The data collected would indicate that hope is a dimension independent of diagnosis, disease stage, sex, type of hospitalization, marital status and does not change in the various age groups. It would seem to be a construct that remains stable over time and is poorly influenced by other variables.
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Piazza, Antonella. "Community mental health service's monitoring by the local informative system. The results of first year implementation." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 1 (April 1996): 46–58. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003936.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - Sono presentati i dati di monitoraggio di un servizio psichiatrico territoriale, con l'intenzione di documentare le dimensioni e il profilo demografico e clinico dell'utenza, descrivere per le prime visite le modalita di accesso e di contatto, delineare la distribuzione degli interventi in relazione alle diagnosi, i patterns di utilizzazione del servizio e infine le variabili associate al ricorso continuativo e intenso alle cure, verificando l'ipotesi che i pazienti piu seguiti siano socialmente e clinicamente i più svantaggiati. Disegno - Studio osservazionale con i dati forniti dal primo anno di attivita del sistema informativo locale. Setting - Servizio di Salute Mentale dell'ex USL 25 Emilia Romagna, attualmente Distretto San Giorgio di Piano dell'Azienda-USL Bologna Nord. Principali misure utilizzate - È stato calcolato il rischio relativo di diventare un utente lungoassistito e alto utilizzatore per alcune variabili anagrafiche e clini-co-anamnestiche, rispetto alia categoria di riferimento; la possibility di fattori di confondimento o di interazioni tra variabili e stata controllata con l'analisi stratificata. Risultati - Sono presentati i tassi grezzi di prevalenza-un giorno (635.4/100.000 resident! adulti) e di prevalenza nell'anno (1314.1/100.000) per il 1993. Tra i pazienti in contatto al census-day prevalgono le psicosi schizofreniche e simili, tra le prime visite dell'anno invece le psicosi organiche e i disturbi nevrotici. Al termine della prima visita non viene preso in carico il 50% dei pazienti; la decisione sembra basata sulla diagnosi, a prescindere dai precedenti psichiatrici o da caratteristiche socio-demografiche. Il 20% di utenza con psicosi schizofreniche e simili assorbe il 49% degli interventi e usufruisce di un ventaglio di prestazioni più ampio e articolato delle altre categorie diagnostiche. Il ricorso ai ricoveri è scarso anche per le diagnosi più gravi, con un rapporto complessivo tra pazienti non ospedalizzati e ospedalizzati di 12.5 a 1. I fattori di rischio associati con l'esito di lungoassistiti e alti utilizzatori sono l'età inferiore a 55 anni, la condizione di celibe, il vivere soli o non in famiglia, la diagnosi di psicosi funzionale, la lungoassistenza nel 1992 e la lunga durata di presa in carico. Conclusioni - Coerentemente con i propri obiettivi programmatici il servizio destina le risorse soprattutto ai pazienti clinicamente piu gravi e mostra una forte proiezione territoriale; inoltre sembra accumulare una quota di lungoassistiti proporzionalmente maggiore di altri servizi italiani. L'ipotesi che i pazienti lungoassistiti e alti utilizzatori differiscano per maggiore gravita clinica e anamnestica e confermata, mentre tra le variabili demografiche non emergono differenze statisticamente significative a seconda del sesso, della scolarita e della condizione lavorativa.
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Lomi, Jacopo, Alessio Montereggi, Alessio Mattesini, Giorgio Baldereschi, Marco Ciardetti, Marco De Carlo, Massimo Fineschi, et al. "Denervazione renale nell’ipertensione arteriosa resistente. Esperienza 2012-2019 in Toscana." Cardiologia Ambulatoriale 29, no. 1 (May 30, 2021): 16–22. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-1-3.

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Abstract:
Introduzione. L’ipertensione arteriosa resistente è correlata ad un alto rischio di eventi cardiovascolari maggiori (MACE), e non tutti i pazienti sono in grado di tollerare le terapie, o di ottenere una risposta adeguata a causa di una risposta incompleta ai farmaci o di una ridotta aderenza alla terapia. La denervazione renale transcatetere è un trattamento non farmacologico che potrebbe migliorare il controllo dell’ipertensione resistente. Ad oggi la sua applicazione clinica è limitata dai risultati contrastanti degli studi eseguiti per verificarne l’efficacia. Scopo. Questo studio si pone l’obiettivo di analizzare l’efficacia a lungo termine della denervazione renale transcatetere nel trattamento dell’ipertensione arteriosa (IA) resistente. Si sono ricercati inoltre criteri preoperatori predittivi di efficacia della procedura, confrontando vari sottogruppi di pazienti, e considerando le diverse tecniche esecutive (cateteri unipolari, cateteri multipolari o a palloncino). Metodi e risultati. In questo studio multicentrico sono stati coinvolti 38 pazienti con un’età media di 61,2 anni trattati con denervazione renale transcatetere tra luglio 2012 e dicembre 2018 in cinque centri toscani: Azienda Ospedaliero- Universitaria Careggi (Firenze), Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese, Fondazione Toscana Gabriele Monasterio per la Ricerca Medica e di Sanità Pubblica – CNR Regione Toscana (Pisa) ed Ospedale di Lucca. Sono stati registrati i dettagli tecnici delle procedure di denervazione e le immagini acquisite tramite procedure diagnostiche in preparazione agli interventi e durante il loro svolgimento. L’efficacia della procedura è stata valutata con un follow-up clinico medio di 5,1 anni e con un follow-up strumentale con 24h ABPM di un anno. Inoltre, durante il follow-up, prolungato fino a settembre 2019, sono state eseguite misurazioni della funzionalità renale e sono state registrate le modifiche della terapia farmacologica fino a 7 anni dall’intervento mediante consultazione delle cartelle cliniche ed interviste ai pazienti. In seguito alla denervazione renale, sono state rilevate diminuzioni statisticamente significative dei valori di PA sistolica (– 10,7 ± 6,0 mmHg) e diastolica (5,3 ± 3,9 mmHg) al 24h ABPM. Inoltre, è stata osservata una diminuzione significativa della terapia farmacologica antiipertensiva (-1,2 farmaci). Non si sono verificate complicanze correlate alla procedura, ad eccezione di due lievi ematomi nel sito di accesso femorale. Non sono state rilevate differenze significative di efficacia analizzando i pazienti in base alla tipologia di catetere utilizzato per l’intervento, all’età, al sesso ed alla presenza di diabete mellito. Conclusioni. I risultati di questo studio confermano l’efficacia e la sicurezza a lungo termine della denervazione renale transcatetere nel trattamento dell’IA resistente. Non sono state individuati parametri clinici o procedurali per identificare pazienti più o meno responsivi alla terapia.
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Marongiu Buonaiuti, Fabrizio. "Recognition in Italy of filiation established abroad by surrogate motherhood, between transnational continuity of personal status and public policy = Il riconoscimento in Italia del rapporto di filiazione costituito all’estero tramite maternita’ surrogata, tra continuita’ dello status e ordine pubblico." CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 11, no. 2 (October 1, 2019): 294. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2019.4959.

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Abstract: A recent judgment by the Sezioni Unite of the Italian Corte di cassazione has ruled on a highly sensible and controversial issue, concerning the compatibility with the Italian public policy of a foreign court order, establishing a bond of filiation between a child born by surrogacy and the intended father, materially the same sex spouse of the biological father, despite the absence of any genetical link. The Sezioni Unite declared that such a court order could not be recognized, as incompatible with the Italian public policy. In so deciding, they appeared to have taken a step back as compared to an earlier judgment delivered by the first civil chamber of the same Corte di cassazione in 2016, where a more favourable attitude had prevailed. As compared to the said earlier judgment, the Sezioni Unite, besides distinguishing the circumstances occurring in the two cases, provided a more flexible reading of the public policy exception in private international law, partly overruling the narrower reading provided in the earlier judgment, which had limited its scope to those principles concerning the protection of fundamental rights enshrined in international and European instruments, as well as in the Italian Constitution. In the conclusions it reaches, the judgment by the Sezioni Unite reveals a substantial alignment with the solution envisaged by the European Court of Human Rights in its Advisory Opinion of 10 April 2019, contemplating adoption by the intended, non-biological parent, as the avenue by which the right of the child to his private life with that parent might be enforced.Keywords: Status filiationis, surrogate motherhood, public policy, recognition of personal and family status, Art. 8 ECHR.Riassunto: Una recente sentenza delle Sezioni Unite della Corte di cassazione ha affrontato una questione molto delicata e controversa, costituita dalla riconoscibilità in Italia di un provvedimento giurisdizionale straniero costitutivo di un rapporto di filiazione tra un minore e il padre di intenzione – materialmente il coniuge dello stesso sesso del padre biologico – in assenza di alcun legame genetico. Nell’affermare che un tale provvedimento non può essere riconosciuto in quanto in contrasto con l’ordine pubblico, le Sezioni Unite sono parse compiere un passo indietro rispetto a una precedente pronuncia della I sezione civile della stessa Cassazione del 2016, nella quale aveva prevalso un approccio di maggiore apertura. Rispetto a tale precedente pronuncia, le Sezioni Unite, oltre a sottolineare le differenze tra le fattispecie che si presentavano nei due casi, hanno adottato una definizione maggiormente flessibile del limite dell’ordine pubblico nel diritto internazionale privato, del quale la precedente decisione della sezione semplice aveva dato una lettura eccessivamente restrittiva, limitandone la portata a quei soli principi internazionalmente condivisi in materia di tutela dei diritti fondamentali e a quegli ulteriori principi che trovano affermazione nella Costituzione italiana. Nelle conclusioni raggiunte, la pronuncia delle Sezioni Unite rivela un sostanziale allineamento con la posizione assunta dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nel suo parere consultivo del 10 aprile 2019, facendo riferimento all’adozione del minore da parte del genitore d’intenzione privo di legami biologici, come la via attraverso la quale il diritto del minore alla sua vita privata con tale genitore può ricevere tutela.Parole chiave: rapporto di filiazione, maternità surrogata, ordine pubblico, riconoscimento degli status personali e familiari, Art. 8 CEDU.
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Weber, Carla. "Ambiguitŕ della differenza." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 18 (September 2012): 28–44. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018005.

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Abstract:
Il contributo, avvalendosi di un approccio clinico, considera l'identitŕ di genere in relazione ai processi di individuazione psichica e sessuale. Mette in evidenza come tali processi siano simultaneamente interni ed esterni, cioč non riconducibili solo alla base endogena del dato biologico, ma co-generati nelle relazioni primarie fin dal concepimento, e co-evolutivamente appresi nell'esperienza. Accanto al costrutto culturale di genere e alla differenza genitale del sesso, viene proposta la rilevanza dei codici affettivi inconsci, nella loro funzione di significanti dell'esperienza di sé e dell'altro che si esprime nella risonanza della relazione. Viene posta l'attenzione, inoltre, alla dimensione creativa della differenza in un margine d'individuazione possibile che rinvia ad un femminile e maschile, che si perturbano e si ibridano conflittualmente.
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Visani, Enrico. "I rapporti fra gender e sex." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 30 (June 2010): 35–43. http://dx.doi.org/10.3280/pr2009-030003.

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Abstract:
Nella storia la differenza di gender e di sex si č sempre accompagnata da una marcata asimmetria di potere a favore dell'uomo. Solamente negli ultimi decenni sono cresciuti movimenti emancipativi diffusi delle donne rivolti allo sviluppo di una cultura della paritŕ dei sessi. Anche il campo della terapia famiglia č stato attraversato da questi movimenti e la critica femminista ha preso corpo nello sviluppo di una terapia familiare orientata al gender (gender sensitive). La famiglia rappresenta uno dei luoghi dove maggiormente la differenza di gender e sex pesa e queste differenze rappresentano una delle chiavi di volta per lo sviluppo dell'identitŕ. Uno sguardo complessivo alle differenze di gender e di sex presenti nella societŕ contemporanea lascia pensare che possa svilupparsi una cultura relazionale dell'interdipendenza fra gender e sex.
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Radhakrishnan, Nandhu, Savithri S.R., and Rammohan Gangisetty. "Expression of Emotions in Carnatic Vocal Music." Music and Medicine 8, no. 3 (July 31, 2016): 108. http://dx.doi.org/10.47513/mmd.v8i3.438.

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Abstract:
Voice is the element that makes speech audible. Apart from conveying the meaning of what is spoken, it can carry a variety of information about the speaker like gender, age, general health, mood, and emotions. Expressing emotions is a crucial aspect in speech communication and vocal music. Bhava, or emotions in vocal music convey the essence of the piece rendered by the singer. This preliminary study is to understand the role of the larynx in expressing emotions like joy and sorrow in Carnatic vocal music. Twelve Carnatic singers rendered vocal emotions at three levels, joy, sorrow, and neutral. The output was recorded, analyzed, and compared between each level. Results showed significant differences between the laryngeal dynamics of joy and sorrow. The results of this and future studies will help in designing voice therapy techniques for disorders like Parkinson’s disease that affect both facial and vocal expression of emotions. Keywords: emotions, carnatic, vocal, laryngealSpanishExpresión de Emociones en la música vocal carnáticaLa voz es el elemento que hace al habla audible. Aparte de trasmitir el significado de lo que se dice, puede llevar variedad de información sobre quien habla como el género, edad, estado de salud, humor, emoción. Expresar emociones es un aspecto crucial de la comunicación hablada y esto también ocurre en el canto. Las emociones en la música vocal transmiten la esencia de una pieza (Bhava) , dictada por el cantante. Este estudio preliminar es un intento de comprender el rol de la laringe en la expresión de emociones como alegría y tristeza en la música vocal carnática. Doce cantantes carnáticos interpretan emociones vocales en tres niveles: alegría, tristeza y neutro. La producción entre cada nivel fue grabada, analizada y comparada. Los resultados muestran diferencias significativas entre las dinámicas de la laringe en alegría y tristeza. El resulto de este y de estudios futuros ayudara a diseñar técnicas de terapia vocal para desordenes como la enfermedad de Parkinson que afecta la expresión vocal y facial de emociones.Palabras claves: Emociones, carnático , vocal , laringe GermanDer Ausdruck dvon Emotionen durch Carnatic vokale Musik Abstract: Die Stimme ist ein Element, das Sprache hörbar werden lässt. Abgesehen vom Inhalt dessen, was gesagt wird, überträgt sie verschiedenste Informationen über den Sprechenden, wie Geschlecht, Alter, allgemeine Gesundheit, Stimmung und Emotionen. Das Ausdrücken von Emotionen ist ein entscheidender Aspekt verbaler Kommunikation; dies ereignet sich auch beim Singen. Bhava oder Emotionen in vokaler Musik, überträgt die Essenz eines Stückes, das von dem Sänger wiedergegeben wird. Diese einleitende Studie ist ein Versuch, die Rolle der Larynx beim Ausdruck von Emotionen, wie Freude und Leid, durch Carnatic vokale Musik zu verstehen. 12 Carnatic Sänger interpretierten vokale Emotionen in drei Stufen: Freude, Leid und neutral. Der Output der drei Stufen wurde aufgenommen, analysiert und verglichen. Die Ergebnisse zeigten signifikante Unterschiede zwischen der Larynx- Dynamik bei Freude und Leid. Die Ergebnisse dieser und zukünftiger Studien werden helfen, vokale Therapietechniken für Krankheiten wie Parkinson zu erstellen, die beides, den mimischen und vokalen Ausdruck von Emotionen beeinflussen. ItalianEspressioi ed Emozioni nella Musica Vocale CarnaticaLa voce è l’elemento che rende le nostre parole udibili. Oltre a trasmettere il significato di ciò che viene detto, può trasportare una varietà di informazioni riguardanti chi in quel momento sta parlando come, il sesso, l’età , lo stato generale di salute, l’umore e l’emozione.. Esprimere un emozione è un aspetto cruciale nella comunicazione verbale e questo avviene anche nel canto. Bhava, o le emozioni in musica comunicano l’essenza di brano, trasmessa dal cantante.. Questo studio preliminare e`un tetativo di comprendere il ruolo della laringe nell’esprimere emozoni come la gioia e il dolore nella musica vocale Carnatica. 12 cantanti Carnatici hanno fornito 3 livelli di emozioni vocali: gioia, dolore e neutralità. Il prodotto tra I vari livelli è stato registrato, analizzato, e comparato. I risultati hanno mostrato differenze significative tra le dinamiche della laringe di gioia e di dolore. Questi risultati e gli studi futuri aiuteranno alla progettazione di tecniche di logopedia per disturbi come il morbo di Parkinson, che colpisce sia l’espressione facciale che vocale dell’espressione.Parole chiave: musica vocale carnatica, laringeJapaneseカルナータカ音楽の声における感情表現について 声とは、ことばを聴覚化するための要素である。語られている事柄の意味を伝達するだけでなく、声は、語り手の様々な情報、例えば性別、年齢、健康状態、気分、感情などを伝える媒体となる。感情表現とは、言語的コミュニケーションにおける重要な要素であり、これは歌唱でも同様である。声楽音楽におけるバーヴァ(Bhava)また感情は、その曲の根本的要素であり、歌手によって表現されるものである。この予備研究は、カルナータカ音楽の歌唱で喜びや哀しみ等の感情を表現する際、歌手の喉頭部がいかに作用しているかについて理解するための検証である。方法は、12名のカルナータカ音楽の歌手が、3つのレベルの感情(喜び、悲しみ、ニュートラル)を歌唱表現する。各レベルの違いは、すべて録音され、分析され、比較された。結果として、喜びと悲しみの表現における喉頭部の動きに、大きな差が生じていることが分かった。この結果と将来的研究は、パーキンソン病などの表情や発語における感情表現に困難を持つ対象者に対して、声を使ったセラピーの 技法を設計する際に有効になると考える。キーワード:感情、カルナータカ音楽、声楽、喉頭部
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Escobar, Roberto. "L'aristocrazia degli Uguali." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 37 (April 2010): 15–21. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-037003.

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Abstract:
Il saggio propone di coniugare due termini all'apparenza difficilmente conciliabili, ‘eguaglianza' e ‘aristocrazia', a partire da due possibili e distinti significati dell'eguaglianza: come sovrapponibilitÀ (di atteggiamenti, comportamenti, opinioni) che ha generato e genera totalitarismi, e come comunanza generale all'origine di molteplici differenze, ovvero di identitÀ commisurantisi che convivono sotto il segno della relazione reciproca. Gli eguali in questo secondo senso divengono aristocratici, cioč ottimi, nel momento in cui decidono di rendersi, ciascuno, ‘signore consapevole' della propria biografia, e con ciň solidale con ogni altra storia personale, rispettoso e partecipe della sua differenza.
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Capone, Vincenza, and Giovanna Petrillo. "Senso di appartenenza degli infermieri all'azienda ospedaliera: relazioni con le percezioni di efficacia personale e collettiva e con il burnout." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (March 2012): 15–38. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001003.

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Abstract:
Questo lavoro ha indagato il senso di appartenenza degli infermieri all'azienda ospedaliera, tenendo conto del genere, del reparto di afferenza e degli anni di permanenza nella struttura. Ulteriore obiettivo č stato quello di indagare la relazione tra il senso di appartenenza di questi operatori sanitari e altre variabili psicosociali, quali le percezioni di efficacia collettiva nella comunicazione in ambito ospedaliero, l'autoefficacia percepita nella comunicazione con il paziente, l'autoefficacia sociale e il burnout. Č stato somministrato un questionario self-report a 840 infermieri (47% maschi e 53% femmine) che lavorano in aziende ospedaliere del Centro e del Sud Italia. I risultati hanno evidenziato livelli piuttosto elevati di senso di appartenenza alla struttura da parte degli infermieri (con differenze per anzianitŕ di servizio e reparto di afferenza) e bassi livelli di burnout. Č stato testato un modello di equazioni strutturali che ha evidenziato come il senso di appartenenza, insieme alle percezioni di autoefficacia comunicativa, risulti un predittore negativo di tutte le dimensioni del burnout. Sono risultati predittori del senso di appartenenza all'azienda ospedaliera le percezioni di efficacia collettiva e l'anzianitŕ di servizio nello stesso ospedale.
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Rabaglietti, Emanuela, Maria Fernanda Vacirca, and Silvia Ciairano. "Il tempo virtuale nello sviluppo degli adolescenti: opportunitŕ o rifugio?" PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (May 2011): 67–82. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001006.

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Abstract:
I giovani trascorrono parte del loro tempo quotidiano esplorando lo spazio virtuale offerto dalle nuove tecnologie, soprattutto il computer, utilizzato per studio o per svago. Attraverso questo studio condotto su 189 adolescenti di ambo i sessi, con un'etŕ media di 16 anni e frequentanti la scuola media di secondo grado, ci proponiamo di: 1) descrivere il tempo giornaliero da essi dedicato all'uso del computer per studio e per svago, le relazioni tra questi due comportamenti e le differenze di genere, fascia d'etŕ e tipo di scuola; 2) indagare nei due generi le relazioni fra tempo dedicato all'uso del computer per studio e per svago e: a) senso di alienazione e percezione positiva di sé; b) soddisfazione per l'esperienza scolastica e autoefficacia scolastica; c) autoefficacia sociale e regolatoria; d) popolaritŕ nel contesto scolastico. I risultati (frequenze, correlazioni, medie, analisi della varianza fattoriale, analisi di regressione gerarchica) evidenziano che per gli adolescenti, soprattutto maschi e studenti di istituti tecnici e professionali, il computer per studio e per svago č un compagno con cui trascorrere parte del tempo quotidiano. Inoltre, le due attivitŕ al computer, formativa e di svago, sono molto legate. Infine, nei maschi emergono relazioni tra bassa popolaritŕ e maggiore uso di computer per studio e tra bassa percezione di sé e maggiore uso di computer per svago; nelle ragazze la bassa soddisfazione per i risultati scolastici si associa ad un maggiore uso del computer per studio.
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Malagoli, Togliatti Marisa, Rosa Di Benedetto, and Edoardo Dima. "Famiglie tradizionali e famiglie omogenitoriali: quali differenze e quali somiglianze?" RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (December 2013): 35–52. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2012-002003.

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Abstract:
Negli ultimi anni, la famiglia č andata incontro a numerosi cambiamenti nella sua composizione e strutturazione, tanto che non si parla piů di famiglia, nel senso tradizionale del termine, ma di "famiglie". Attualmente infatti, tipologie familiari come le famiglie separate, quelle ricostituite e quelle omogenitoriali sono molto diffuse in diversi paesi del mondo. Seguendo le fasi del ciclo vitale, si parlerŕ della scelta del partner e della formazione della coppia, arrivando alla costituzione del nucleo familiare in cui i partner oltre ad essere coniugi esercitano anche il ruolo di genitori. A tal proposito, si parlerŕ di omogenitorialitŕ e dell'idoneitŕ dei genitori omossessuali di accompagnare i figli durante la crescita in maniera adeguata, evidenziando laddove ve ne fossero, differenze e somiglianze tra le coppie eterosessuali e quelle omosessuali.
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Zanardi, Claudia. "Colpa, tormento dell'anima - Vergogna ferita del corpo. La lettera scarlatta." SETTING, no. 30 (June 2012): 61–77. http://dx.doi.org/10.3280/set2010-030003.

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Abstract:
L'articolo prende in considerazione il senso di colpa e quello di vergogna in una cornice relazionale, individuando la loro differenza e talvolta il loro intreccio. L'origine del senso di colpa viene rintracciata nell'angoscia primaria percepita nel trauma della nascita, la separazione/morte dalla madre. L'angoscia dell'infante puň trovare successivamente, in una mancanza o fragilitŕ di contenimento materno, una rappresentazione nel senso di colpa. Questa sensazione puň permettere la strutturazione di un Sé soggetto capace di mantenere la relazione oggettuale, anche se l'oggetto č assente/distrutto, evitando la disintegrazione del Sé. Il senso di vergogna viene analizzato, nella cornice di diverse teorie, come legato ad un trauma precoce, un atto, uno sguardo umiliante, che ha interrotto lo sviluppo di un Sé ancora indifferenziato, lasciando una parte dissociata del Sé che rimane sconosciuta. Questa dissociazione del Sé rende la persona isolata emotivamente impedendole ogni relazione con l'altro. Vengono riportati alcuni esempi clinici insieme ad una rilettura del romanzo di Hawthorne "La lettera scarlatta", in cui la vergogna e la colpa trovano una rappresentazione letteraria.
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Prastiya, Andika. "EFEKTIVITAS IMPLEMENTASI PROGRAM 5S (SEIRI, SEITON, SEISO, SEIKETSU, SHITSUKE) DI PT PJB UP GRESIK." MANAJERIAL 1, no. 1 (August 15, 2018): 72. http://dx.doi.org/10.30587/jurnalmanajerial.v1i1.421.

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Abstract:
The purpose of this research was to investigated how differences in the effectiveness and implementation of 5S in PT Pembangkitan Jawa Bali Unit Pembangkitan (PJB UP) Gresik, used descriptive analysis and test tool cocrhan test. The company had implemented 5S program since 2010, and so far has gone well, so darting through the appropriate used for an object of this study.The results showed that the implementation of 5S in PT PJB UP Gresik was very satisfying, almost all had done in each area in PT PJB UP Gresik and this was evidenced from the responsible answer to the claim area of each part in the company area. Of the five items that Seiri, Seiton, Seiso, Seiketsu, and Shitsuke also obtained the result that there was no difference in the effectiveness of the implementation of 5S significant in PT PJB UP Gresik. This can be seen from test results that showed the test Cochran Cochran calculated value was smaller than the value of Chi Square Table 0444 <9:49, which means the same or different in the running application.
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Prastiya, Andika. "EFEKTIVITAS IMPLEMENTASI PROGRAM 5S (SEIRI, SEITON, SEISO, SEIKETSU, SHITSUKE) DI PT PJB UP GRESIK." MANAJERIAL 1, no. 1 (August 15, 2018): 72. http://dx.doi.org/10.30587/manajerial.v1i1.421.

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Abstract:
The purpose of this research was to investigated how differences in the effectiveness and implementation of 5S in PT Pembangkitan Jawa Bali Unit Pembangkitan (PJB UP) Gresik, used descriptive analysis and test tool cocrhan test. The company had implemented 5S program since 2010, and so far has gone well, so darting through the appropriate used for an object of this study.The results showed that the implementation of 5S in PT PJB UP Gresik was very satisfying, almost all had done in each area in PT PJB UP Gresik and this was evidenced from the responsible answer to the claim area of each part in the company area. Of the five items that Seiri, Seiton, Seiso, Seiketsu, and Shitsuke also obtained the result that there was no difference in the effectiveness of the implementation of 5S significant in PT PJB UP Gresik. This can be seen from test results that showed the test Cochran Cochran calculated value was smaller than the value of Chi Square Table 0444 <9:49, which means the same or different in the running application.
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Rolando, Piero. "Note sul lavoro con pazienti omosessuali." GROUNDING, no. 2 (December 2011): 31–40. http://dx.doi.org/10.3280/gro2011-002004.

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Abstract:
Viene sostenuta la tesi che il lavoro con i pazienti omosessuali non comporta differenze di rilievo rispetto a quello con i pazienti eterosessuali. Vengono presentate tre vignette cliniche, in cui si evidenzia il ruolo cruciale del contatto e del senso di connessione.
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Eiguer, Alberto, and traduzione di Luciana Bianchera. "Differenza culturale ed estraneità nella famiglia dei migranti." GRUPPI, no. 1 (October 2020): 31–40. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa1-2020oa10480.

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Abstract:
I sentimenti di estraneit&agrave; e di non familiarit&agrave; sono connotati da disagio e sofferenza, persino da follia. Verranno analizzate tre forme di estraneit&agrave; comprovata: 1) la sensazione di avere una parte estranea dentro di s&eacute;; 2) quello di essere uno straniero nella propria famiglia e 3) quello di essere una famiglia straniera in un Paese ospitante. Possiamo considerare che la cultura di riferimento abbia un'origine sociale: ognuno si riconosce come appartenente ad essa. Ma &egrave; la famiglia che pone le basi nell'individuo permettendo l'introiezione.Egli assume la sua unicit&agrave; e la differenza tra le altre culture e la sua. Tuttavia, perch&eacute; tra i migranti, alcuni sono pi&ugrave; a loro agio rispetto ad altri nel Paese ospitante? Si tratta di quelli che sono in rottura con il loro senso di appartenenza alla famiglia? Nella migrazione, i membri della famiglia si vivono come estranei. La loro integrazione nel nuovo ambiente dipender&agrave; molto dalla questione di cosa significhi essere estraneo nella loro famiglia, se c'&egrave; la possibilit&agrave; di ammettere la propria differenza: esistere, pensare e sognare diversamente. Mettere al lavoro, o addirittura addomesticare lo straniero in s&eacute;, lo straniero nella propria famiglia e lo straniero in un Paese ospitante, forse contribuisce all'adeguamento della famiglia. Un caso clinico supporta queste idee.
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Seveso, Gabriella. "Differenze di genere e libri per l’infanzia: riflessioni sugli stereotipi di genere nei libri scolastici italiani [Diferenças de gênero e livros para a infância: reflexões sobre os estereótipos de gênero nos livros escolares italianos] (Gender differences and books for children: reflections on gender stereotypes in italian Schoolbooks)." Crítica Educativa 2, no. 2 (February 13, 2017): 107. http://dx.doi.org/10.22476/revcted.v2i2.100.

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Abstract:
A partire dagli anni Settanta, in Italia si è avviata una riflessione sull’importanza dei modelli di genere presenti nella letteratura per l’infanzia.Contemporaneamente, si è verificato un interessante cambiamento nella produzione editoriale di testi di narrativa rivolta a bambini/e e ragazzi/e, perché molte case editrici hanno proposto storie e personaggi che introducevano stereotipi non tradizionali riguardo al genere. Un settore particolare di questa produzione è quello dei libri scolastici. In questo ambito, c’è stata, negli ultimidecenni, qualche riflessione che ha sottolineato l’importanza dei modelli di identità e dei codici di comportamento veicolati nei testi scolastici. Inoltre,a livello europeo, è stato redatto un regolamento che invita le case editrici a diventare sensibili al problema delle differenze di genere (Progetto POLITE). Nonostante questo, la produzione sembra essere rimasta legata a immagini e modelli molto stereotipati in senso tradizionale. Il contributo ricostruisce la storia del dibattito italiano negli ultimi decenni e propone i risultati di una micro ricerca svolta in Lombardia su testi scolastici rivolti alla scuola primaria.
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Chiaramonte, Xenia. "Un caso di disgregazione creativa. La corte di cassazione sul matrimonio omosessuale." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 2 (July 2012): 151–58. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-002008.

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Abstract:
La Corte di Cassazione stabilisce che il matrimonio fra gay contratto all'estero non č trascrivibile in Italia per inidoneitŕ a produrre effetti, non piů per inesistenza. La CEDU ha radicalmente superato la concezione secondo cui la diversitŕ di sesso dei nubendi č presupposto indispensabile per il matrimonio. La decisione č in linea di continuitŕ con le precedenti pronunce della Corte Costituzionale e puň essere vista come un esempio di ciň che Lawrence Friedman ha definito "disgregazione realizzata attraverso i tribunali". Xenia Chiaramonte, A case of creative disruption: the Italian Court of Cassation rules on same-sex marriage [Gay rights - Same-sex couples - Same-sex marriage - Registration] The Italian Court of Cassation has decided that same-sex marriages entered into abroad cannot be registered in Italy because of their unfitness to produce effects - no longer because of their purported "non-existence". The European Court of Human Rights has radically overcome the approach that a difference of gender between the parties to the marriage is a prerequisite. The decision of the Court of Cassation maintains continuity with the previous decisions of the Italian Constitutional Court and may be seen as an example of what Lawrence Friedman defined as "disruption through court".
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Toffanin, Angela Maria. "Violenza simbolica e asimmetrie di genere in Italia." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 299 (August 2022): 75–99. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-299004.

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Abstract:
Nel terzo millennio globalizzato permangono, anche in Italia, diseguaglianze e discriminazioni costruite su differenze individualizzate e appartenenze collettive. Il costrutto di violenza simbolica (Bourdieu 1977, 1998) risulta utile a spiegare come le stratificazioni sociali si riproducano inosservate, anche senza un esercizio esplicito di violenza (Elias e Scotson 1994). I privilegi in termini di opportunità e risorse che derivano dall'essere in una posizione di vantaggio in una determinata struttura sociale, infatti, sarebbero situati in una cornice di senso condivisa sia da chi ne beneficia, sia da chi li subisce. Tale condivisione li rende ovvi, inevitabili, "naturali", apparentemente insuperabili. L'analisi proposta in questo articolo prende il via da uno studio del tema della violenza di genere contro le donne condotto dal 2010; in particolare, approfondiamo le narrazioni di donne latinoamericane residenti in Veneto e impegnate in relazioni familiari e/o professionali con uomini e donne italiani, mettendo in luce i modelli e i ruoli di genere cui si riferiscono nelle costruzioni di senso in cui situano le loro esperienze e le loro decisioni. Inoltre, analizzeremo il processo di ipersessualizzazione che pare naturalizzare discriminazioni razziste e sessiste.
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Fiscella, Patrizia. "Il respiro del passo: il cammino come metafora biografica." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 18 (September 2012): 99–113. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018011.

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Abstract:
La "metafora del cammino" qui utilizzata, fa riferimento ad un cammino adulto consapevole e dotato di senso che, in quanto tale, affronti nel suo procedere quelle tematiche che non possono essere disgiunte da un discorso formativo adulto: riflessivitŕ, esperienza, autoapprendimento, consapevolezza, responsabilitŕ, libertŕ di scelta. Ma il cammino esprime la sua forza metaforica anche attraverso la presenza dell'elemento fisico, il coinvolgimento dell'elemento corporeo che č immagine di un apprendere attraverso l'esperienza. Le metodologie formative esperienziali consentono agli adulti un apprendimento che, a partire dalla propria specificitŕ e soggettualitŕ, passando attraverso l'azione, le emozioni e la dimensione relazionale, generi un reale sviluppo delle capacitŕ cognitive. Dare voce a cammini di donne č per l'autore sia opportunitŕ per rammentare una lacuna storica in tutte le scienze sociali, cui č mancata una delle due voci, sia occasione per evidenziare che la formazione degli adulti deve prendere le distanze dalla generalizzazione. L'attenzione al genere č un punto di partenza, occasione per arrivare a sviluppare una prospettiva piů ampia che focalizzi la centralitŕ del soggetto, pur con la sua peculiaritŕ di genere, che in ambito formativo equivale a scegliere metodologie che mettano effettivamente il soggetto al centro, come, appunto, i metodi narrativi e autobiografici: dare voce alla biografia, e tramite essa al soggetto che la narra, ri-costruire la propria identitŕ ed empowerment, fino alla ricerca di senso e alla ricostruzione di senso. Legittimare il duale, dunque, per arrivare al singolare; legittimare la differenza per evidenziare l'individualitŕ.
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Margherita, Giorgia, Anna Gargiulo, and Alessia Caffieri. "Sclerosi multipla online: un'analisi delle narrazioni dell'esperienza di sclerosi multipla (sm) tra illness e health blog." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (August 2020): 5–24. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-002001.

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Abstract:
All'interno del panorama dell'e-health, la letteratura si è rivolta di recente ai blog quali spazi narrativi autobiografici che, in un continuum tra illness e health, rappresentano dei dispositivi narrativi preziosi nell'elaborazione dell'esperienza di malattia. In particolare, la sclerosi multipla (sm), quale malattia degenerativa cronica, spinge ad una continua risignificazione della propria esperienza. Ancora pochi sono oggi gli studi che hanno indagato l'esperienza di sm così come viene narrata all'interno dei blog. L'obiettivo dello studio è stato esplorare i temi presenti nei blog scritti da persone con sclerosi multipla individuando quali differenze esistono nella narrazione dell'esperienza di ma-lattia in base al tempo della comunicazione della diagnosi. Sono stati analizzati 7 blog scritti da donne con sm, che avevano ricevuto la diagnosi in età giovanile e in età adulta. Dall'analisi sono emersi quattro cluster tematici che sono stati proiettati sul piano fattoriale e letti attraverso tre vettori di senso: Il processo di integrazione dell'esperienza di sm nella propria identità; La narrazione online di malattia come strategia di agency; Riorganizzazione della relazione tra sé e altro. Dalla nostra ricerca, il blog si attesta come organizzatore di senso e risorsa in termini di miglioramento del benessere e promozione della salute nell'esperienza di convivenza con la malattia. .
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Poma, Andrea. "Commento a Colpa e sensi di colpa di Martin Buber." QUADERNI DI GESTALT, no. 1 (October 2010): 79–87. http://dx.doi.org/10.3280/gest2010-001005.

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Abstract:
L'autore prende le mosse dall'edizione italiana del testo Colpa e sensi di colpa di Martin Buber per sottolineare il rapporto fra il pensiero del filosofo e la svolta umanistica in psicoterapia, mettendone in risalto non solo la nota vicinanza, ma anche alcuni punti di distanza e differenza che le caratterizza. In particolare si sofferma su due problemi aperti che ancora interrogano la psicoterapia: la dimensione etica della colpa e il rapporto fra terapeuta e paziente. In primo luogo, la colpa, considerata in senso etico e non solo come sentimento di colpa, č interamente riconducibile all'ambito psicologico o trascende questa sfera radicandosi in un orizzonte esistenziale e quindi irraggiungibile dalla psicoterapia? In secondo luogo, come č possibile incontrare il paziente su un piano esistenziale (il che significa rinunciare a una posizione io-esso per sostare nell'autentico io-tu) senza perdere il proprio metodo, ruolo e infine se stessi? Questi interrogativi sono proposti come stimoli di riflessione per la psicoterapia e per lo sviluppo dei suoi fondamenti.
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Giovannini, Dino, and Loris Vezzali. "Coesione sociale, senso di sicurezza e immigrazione: uno studio sui residenti italiani e stranieri della zona stazione di Reggio Emilia." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (September 2010): 53–62. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001005.

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Abstract:
In questo studio sono state esaminate le percezioni dei residenti italiani e stranieri dell'area stazione di Reggio Emilia rispetto al proprio contesto abitativo e alla loro qualitŕ della vita. I risultati hanno mostrato sia somiglianze sia differenze tra i due gruppi. Per tutti gli abitanti intervistati č emerso che la qualitŕ della vita č determinata dal livello di soddisfazione per la propria area di residenza e dall'intenzione di trasferirsi altrove. La coesione sociale e il senso di sicurezza risultano entrambi moderati, con conseguenze in parte diverse per italiani e stranieri, dal momento che si caratterizzano come elementi importanti associati alla qualitŕ della vita soltanto per gli stranieri. Nel contributo vengono inoltre discusse le implicazioni teoriche e pratiche dei risultati.
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Di Franco, Andrea. "I confini della cittŕ." TERRITORIO, no. 59 (November 2011): 70–74. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059012.

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Abstract:
Parlare di confine della cittŕ, di limite urbano, oltre la formalizzazione storica data dal manufatto perduto delle mura di cinta, conduce il concetto stesso di limite verso una nuova possibilitŕ di forma per le molteplici culture, pratiche urbane, modi abitativi. Un tema chiave per istruire quest'ottica progettuale nella cittŕ contemporanea č quello della differenziazione tra gli ambiti periferici. Il rapporto tra cittŕ e territorio č attualmente connotato dalla condizione evanescente del discrimine tra assetti distinti. Differenze, specificitŕ, soglie: su questi nodi il progetto č forse ancora in grado di comprendere e formalizzare la distinzione dei molteplici paesaggi urbani e dunque svolgere una base di condivisione del senso dello spazio comune.
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Toscano, Giulio. "Il Mediterraneo, la cittadinanza, i diritti umani." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 2 (June 2010): 173–80. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-002014.

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Abstract:
Il Mediterraneo ha tutte le caratteristiche - purché lo si voglia - per essere un luogo privilegiato nella costruzione di politiche di inclusione. E ciň perché il suo territorio - un territorio, a ben guardare, assai vasto - presenta e ha storicamente sempre presentato, da un lato, caratteristiche coerenti e connotate da una certa omogeneitŕ (tanto da esser stato definito "il sesto continente") e, per altro verso, differenze e contrasti significativi che, se non vanno enfatizzati, non devono neppure essere sottovalutati (a meno di non voler pervenire a raffigurazioni oleografiche o peggio ancora folkloristiche e comunque di nessuna utilitŕ scientifica né operativa).
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Cigoli, Vittorio, Marialuisa Gennari, Caterina Gozzoli, and Davide Margola. "Curare la relazione di coppia. L'incontro tra pratica clinica e ricerca empirica." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 55 (July 2022): 7–38. http://dx.doi.org/10.3280/pr2022-055002.

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Abstract:
È sempre più diffusa la richiesta di cura avanzata da coppie, siano esse coniugali, di fatto o ricostituite. Ciò è dovuto anche alla trasformazione dello scenario culturale relativamente al rapporto tra relazione di coppia e relazione familiare. La clinica di coppia è così diventata un vero e proprio genere terapeutico con sue specificità, in cui il cliente è la relazione tra i partner e il destino di tale relazione. Il contributo focalizza poi l'attenzione sulle differenti concezioni epistemologiche ed etiche che guidano il lavoro clinico con la coppia. La prima concezione, quella supportata empiricamente (Empirically Supported Treatments), propone un'etica basata sull'efficacia-utilità della cura; la seconda, quella supportata qualitativamente, si fonda su un'etica relazionalmente orientata e tende verso la ricerca di senso sia in merito alla relazione di coppia sia alla relazione coppia-terapeuta. Affronta poi, entro tale cornice, la questione della differenza, cruciale nel fare ricerca sulla psicoterapia, tra teoria e modello per un verso e tra metodo e tecniche per l'altro. Evidenzia infine come sia possibile un reale ed efficace incontro tra pratica clinica e ricerca empirica a proposito della relazione di coppia aldilà delle differenze tra modelli terapeutici. A tale proposito vengono offerte indicazioni metodologiche in grado di tener conto sia della variabile personale (i partner, ma anche il terapeuta), sia del legame in quanto tale (la relazione di coppia, ma anche la relazione terapeutica).
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Torre, Eugenio, Patrizia Zeppegno, Carmen Usai, Marco Rudoni, Gianluca Ammirata, Olivia De Donatis, Elena Manzetti, Debora Marangon, and Giuseppe Migliaretti. "Suicide in Verbano-Cusio-Ossola province: decade 1990-2000." Epidemiology and Psychiatric Sciences 11, no. 4 (December 2002): 277–83. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005856.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Scopo del presente lavoro è quello di effettuare uno studio epidemiologico sul suicidio nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, tra il gennaio 1990 e il dicembre 2000. Disegno – Il lavoro si basa sull'acquisizione di dati attraverso l'analisi dei modelli 45, che registrano tutti i casi di morte violenta e di suicidio, archiviati presso la Procura della Repubblica di Verbania. Setting – La provincia del Verbano-Cusio-Ossola si estende per 2255 Km2 e conta 161248 abitanti. La Procura di Verbania copre l'intero territorio della provincia considerata. Principali misure utilizzate – Le informazioni rilevate sul campione sono state presentate in termini di analisi descrittive, stima dei tassi standardizzati della provincia del Verbano-CusioOssola. Allo scopo di valutare differenze rispetto alia media del Nord Italia, vengono utilizzati i Rapporti Standardizzati di Mortalita (RSM) ed i relativi intervalli di confidenza (IC 95%). Risultati – Negli undid anni considerati sono stati notificati aH'autorita giudiziaria 297 casi di suicidio con un tasso medio annuo di 16.74/100000 abitanti. La frequenza del suicidio nel corso degli anni presi in esame mostra un andamento disomogeneo, con significative differenze tra i due sessi. L'analisi dei RSM evidenzia la maggiore incidenza del suicidio nella provincia analizzata rispetto alia popolazione generale del nord Italia nello stesso periodo, differenza dovuta, in misura maggiore, all'elevato tasso femminile. L'analisi dei diversi parametri sociodemografici della popolazione in esame conferma i dati della letteratura intemazionale: il suicidio à più diffuso in età avanzata, tra le persone vedove e pensionate. Conclusioni – Il presente lavoro intende fornire una descrizione del fenomeno suicidio, inserendolo in un contesto geografico e culturale specifico, nell'intento di metterne in luce gli aspetti problematici in un'ottica diagnostico-clinica, che possa servire da stimolo ad un lavoro preventivo su più larga scala.
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Stramaglia, Massimiliano. "Su alcuni nodi problematici di ambito familiare." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 107–28. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9641.

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Abstract:
A muovere da alcuni assunti-chiave della pedagogia sociale e della famiglia, l'articolo si concentra sui problemi di natura relazionale che possono rinvenirsi all'interno delle compagini domestiche, aprendo a ulteriori piste di ricerca di valore e importanza emergenziali. Dapprima, è analizzato il sottosistema fraterno e/o sororale nelle ricadute evidenti che il modello di coppia coniugale incarna agli occhi dei figli, sino a fondare una o più "sottofamiglie" interne al sistema familiare nella sua complessità globale. Successivamente, si prende in considerazione il peculiare rapporto che la madre è solita intrattenere con i figli di sesso maschile, nel tentativo di argomentare le ragioni del maggiore investimento emotivo della madre medesima qualora la prole, in quanto sessualmente differente da lei, testimoni, a maggior ragione, la sua onnipotenza generativa. Infine, l'attenzione dell'autore si sposta su una modalità relazionale di marca paterna poco indagata in seno al sapere pedagogico contemporaneo, forse in ragione della tenerezza dei nuovi padri: il residuo patriarcale della competizione fra padre e figlio, che si tramuta, qualora il padre sia di giovane età, in una sorta di ideologia amicale, altrettanto tirannica rispetto alla relazione austera e autoritaria che lasciava il figlio, di fatto, orfano di padre.
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Gatti, Patrizia. "Work Discussion, interdisciplinarità e formazione professionale." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (July 2021): 151–62. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001016.

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Abstract:
partendo dai presupposti teorici e passando per la narrazione di un caso emblematico, vengono mostrate alcune funzioni del gruppo interdisciplinare. Il gruppo si ispira alla Work Discussion mantenendo inalterato il senso profondo dell'esperienza, ma al tempo stesso integrando nel suo assetto alcune differenze importanti. Nel confronto con i partecipanti non si trova la risposta immediata, né tanto meno l'esperto che offre la "ricetta" magica e risolutiva. Tollerare di non sapere e sostare nell'incertezza è alla base dell'"apprendere dall'esperienza", che consente a chi discute una situazione di lavoro di riattivare un pensiero creativo ed evolutivo, nutrito dal lavoro mentale del gruppo nel suo insieme. Il gruppo diventa così momento di formazione professionale continua nei termini di crescita di sensibilità, incremento di abilità e allargamento della conoscenza.
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PASSALI, D., G. CORALLO, S. YAREMCHUK, M. LONGINI, F. PROIETTI, G. C. PASSALI, and L. BELLUSSI. "Stress ossidativo nei pazienti con diagnosi di sindrome delle apnee ostruttive notturne." Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no. 6 (December 2015): 420–25. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-895.

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Abstract:
La Sindrome delle Apnee Ostruttive Notturne (OSAS) è una patologia caratterizzata da alterazioni metaboliche e da un elevato rischio di sviluppo di patologie cardiovascolari. Lo scopo dello studio è stato quello di identificare dei markers precoci predittivi di rischio cardiovascolare con la valutazione dello stress ossidativo misurato attraverso esami di laboratorio in soggetti normali e pazienti con diagnosi di sindrome delle apnee ostruttive notturne. È stato effettuato uno studio prospettico per confrontare i risultati di laboratorio ottenuti dalla valutazione dei biomarkers dello stress ossidativo in 20 pazienti adulti con OSAS e 20 soggetti sani. Le tecniche di analisi utilizzate avevano l’obiettivo di identificare e quantificare i danni dei radicali liberi attraverso la misurazione di anti-ossidanti e pro-ossidanti in modo da valutare l’equilibrio ossidativo presente nei due gruppi di studio. I due gruppi di pazienti sono risultati omogeni per sesso, età ed indice di massa corporea (p < 0,05). Una differenza statisticamente significativa è stata individuata tra i livelli di indice di apnea-ipopnea valutata alla polisonnografia e di isoprostani, produzione di proteine di ossidazione e proteine non legate al ferro nei due gruppi in esame. Nessuna differenza significativa è stata trovata nel livello dei tioli tra i soggetti sani e i pazienti con sindrome delle apnee ostruttive. I tioli, a differenza degli altri markers, sono molecole anti-ossidanti, i restanti sono invece espressione di danno ossidativo. I risultati dello studio indicano che i biomarkers potrebbero essere utilizzati come indici di ostruzione delle vie aeree superiori (VAS) e come marcatori precoci di ipossiemia causando processi flogistici ricorrenti e danno locale da radicali liberi a carico delle VAS.
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Diena, Simonetta. "Razza e inconscio: un approccio psicoanalitico al razzismo interno." INTERAZIONI, no. 1 (April 2021): 69–86. http://dx.doi.org/10.3280/int2021-001006.

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Abstract:
Viviamo in un mondo dove politicamente e culturalmente ci si oppone, in larga maggio-ranza, al razzismo e alle differenze. Eppure, contemporaneamente, il razzismo continua ad esi-stere e i suoi effetti si riverberano in modo più o meno esplicito su molti aspetti della vita so-ciale e politica. Questo articolo si propone di andare al di là di una prospettiva limitata alla realtà esterna, storica e materiale, e di considerare invece la questione da un punto di vista psicoanalitico. La questione del razzismo scorre al di fuori ed in parallelo al discorso cosciente e una ricerca in tal senso, del perché continui ad esistere una così potente discriminazione tra il Sé e l'altro-da-Sé in termini negativi, deve svolgersi a livello psicoanalitico, ovvero nel cercare di capire quali meccanismi e strutture si attivano nella stereotipizzazione razziale a livello inconscio. Seconda-riament, bisogna essere consapevoli che ci muoviamo ad un livello preverbale e quasi mai ver-bale: nel discorso cosciente non ci si sofferma a discutere ciò che sembra apparentemente ov-vio, e cioè l'uguaglianza, ma piuttosto si passa all'agito, discriminando in modo sottile l'altro da te. Questo articolo intende affrontare la questione razziale in un senso ampio, come una ri-cerca psicoanalitica di per sé. Esiste un'organizzazione razzista interna della mente? E può coe-sistere con un sistema cosciente che respinge le discriminazioni?
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Rodi, M. N., and C. Mura. "Qualità della vita misurata attraverso il Kidney Disease Quality of life-Short Form (KDQOL-SF): differenze in relazione al trattamento dialitico." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no. 4 (January 24, 2018): 34–37. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1497.

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Abstract:
Nel 1985 il New England Journal of Medicine pubblicò un rapporto relativo alla Qualità della vita (QdV) nei pazienti dializzati: forse per la prima volta si poneva l'attenzione alla sfera più intima di chi doveva convivere con una patologia cronica. Recentemente gli studi deputati a cogliere i principali aspetti emotivi e psicologici di chi vive una reale “esperienza di malattia”, hanno assunto nuova consistenza, scoprendo importanti fattori che influenzano il paziente fin dalla prima fase di pre-dialisi. Nonostante i progressi fatti, manca ancora una routine di valutazione della QdV che, se strutturata, potrebbe diventare un valore aggiunto per il paziente; spesso a una eccellente gestione clinica non si accompagna, infatti, un'attenta analisi del grado di soddisfazione del malato. L'obiettivo della ricerca è capire se esistano differenze in ambito di QdV tra i pazienti che sono sottoposti a emodialisi rispetto a quelli in dialisi peritoneale. Alla luce dei risultati si evincono aspetti importanti: fattori come la sessualità, l'attività sociale, percezione della vicinanza dello staff, hanno punteggi migliori negli emodializzati. La conclusione è che la normale frustrazione legata all'essere “dipendenti” dal reparto e dal suo staff medico venga ben compensata dal senso di protezione e dai legami umani che lì si creano.
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Marciano, Gabriele. "La pornografia tra il mercato e la politica." PSICOBIETTIVO, no. 2 (June 2021): 169–80. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-002013.

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Abstract:
Le immagini erotiche costituiscono uno stimolo particolarmente efficace nel suscitare interesse. Fanno parte di una categoria più vasta di espedienti per attirare l'attenzione su qualcuno o qualcosa, e si prestano ad un uso strumentale nella pubblicità e nella promozione. Nella specie umana il sesso diventa, per motivi evoluzionistici che sono brevemente indagati, un modulo funzionale di processi più complessi. Ciò spiega come diventi componente inestricabile di altri piani esistenziali e rende ragione, al netto di variabili culturali, di una differenza di genere nella fruizione del materiale pornografico. Tale complessità è osservabile nei film, dove il contenuto erotico può assumere un rilievo e una posizione diversa in relazione allo sfondo complessivo: per chiarire queste dinamiche sono prese in esame alcune pellicole accomunate da una fantasia cosiddetta slap and kiss, che afferisce alla categoria sado-maso. Il carattere della pornografia attuale è condizionato dai mezzi di produzione e di diffusione, da una parte, e dai tentativi di annullamento relativistico dei canoni, ad opera di movimenti ideologici, dall'altra. Ciò limita e appiattisce l'offerta pornografica che, nei decenni passati, sia nel cinema che nel fumetto, nonostante una limitata ambizione, aveva dato vita a prodotti più interessanti ed espressivamente liberi.
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Balzano, Vito. "La relazione educativa in epoca di Covid-19. Una riflessione pedagogica sul ruolo della famiglia e sul senso di cittadinanza." Rivista Italiana di Educazione Familiare 18, no. 1 (June 19, 2021): 225–42. http://dx.doi.org/10.36253/rief-10246.

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Abstract:
The educational relationship, being humanly determined, becomes a privileged instrument of education because it accepts the difference and recognizes the limit of the individual in the wealth of the other by himself during a time, not too short but not too long, in which he identifies as useful and fundamental, not only to promote the intentional and global growth of the educating, but also to favor mutual involvement within the community. This contribution aims to investigate the role of the family today in the society affected by the coronavirus emergency. The sense of citizenship, in such a context, tends to change transforming and adapting to the sociocultural changes that characterize the evolution of the community. Hence, we are talking of not only a health issue, but a problem of immediate educational interest, which embraces the most authentic diversity and human relationships. The family, the most relevant educational environment for the development of relationships and parenthood, today is put to the test, by a socio-educational condition in deep crisis, caused by the pandemic situation of Covid-19.
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Belgradi, Davide. "Il voyeurismo e il desiderio dell’io: un’indagine del fenomeno voyeuristico in due testi di Italo Calvino." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 55, no. 1 (January 18, 2021): 21–42. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820948449.

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Abstract:
L’articolo analizza il fenomeno voyeuristico in due testi di Italo Calvino tratti da Se una notte d’inverno un viaggiatore. L’analisi, preceduta da una necessaria introduzione al tema della visualità calviniana, propone una lettura dei testi in questione incentrata sulla relazione tra sguardo ed erotismo, di cui il voyeurismo si sostanzia. Tale indagine ha fatto emergere le correlazioni tra il voyeurismo e la formazione, in senso lacaniano, dell’io. Dei protagonisti-voyeur si sono riscontrati, in maniera differente, gli sviluppi delle dinamiche di pulsione e desiderio dell’io, e si è tentato di mostrare come in questi testi tali aspetti possano rappresentare la manifestazione di un preciso metodo conoscitivo: di un singolare modo di stare al mondo e di definire i confini dell’io nella relazione con gli altri.
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Simone, Anna. "Corpi a-normali. Eccedenze del diritto e norma eterossessuale." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2010): 65–79. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-001003.

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Abstract:
Norma eterosessuale - diritti differenzianti - status - normalizzazione. Tutte le costruzioni identitarie dei ruoli di genere legate al sesso biologico e all'orientamento sessuale partono da un assunto aprioristico voluto dal processo di "naturalizzazione" dei corpi e dalla relativa nascita della norma eterosessuale. Tale processo ha anche contribuito a costruire una cultura giuridica fondamentalmente sancita a partire dalla stessa norma eterosessuale. Il processo di naturalizzazione prima e di "normalizzazione" poi dei corpi, dei rispettivi ruoli di genere e delle relative condotte sessuali, assieme al diritto, ha cosě favorito la nascita di nuove forme di status (il gay, la lesbica, il trans etc.) che, anziché intaccare il diritto di famiglia e la norma eterosessuale che lo predetermina, ha favorito la nascita di "diritti differenzianti" a seconda dell'orientamento sessuale. D'altronde anche il dibattito consumatosi in Italia attorno ai diritti civili delle persone gay e lesbiche non ha mai preso in considerazione la fondazione antropologico-giuridica della norma eterosessuale nella cultura occidentale e nella cultura giuridica. Attraverso una breve ricostruzione genealogica della costituzione di codici culturali, sociali e giuridici predefiniti in occidente, nonché del tutto funzionali alla determinazione di una cultura giuridica fondata sulla norma eterosessuale, in questo articolo si rimettono in discussione le categorie di differenza ed eguaglianza.
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Smorti, Martina, and Ilaria Detti. "Le caratteristiche personali come mediatori dell'atteggiamento verso il futuro negli adolescenti." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (March 2010): 77–91. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-001005.

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Abstract:
L'obiettivo di questo lavoro č approfondire se e in che misura alcune caratteristiche individuali, come le strategie di coping, l'ego- resiliency e l'autoefficacia sociale, sono associate ad un diverso orientamento verso il futuro degli adolescenti. Intendiamo anche valutare il ruolo che le differenze di genere possono svolgere nel mediare tali ordini di variabili. Metodologia. La ricerca si č svolta su 243 adolescenti (115 maschi e 128 femmine; etŕ media = 18,6 anni; d.s. 2) divisi in due gruppi: soggetti con atteggiamento positivo verso il futuro (145 soggetti di cui 67 maschi e 78 femmine) e soggetti con atteggiamento negativo verso il futuro (98 soggetti di cui 48 maschi e 50 femmine). Strumenti. Per la rilevazione dei dati abbiamo utilizzato una batteria composta da quattro scale: Scala di atteggiamento verso il futuro (Jessor, 1992); Coping Strartegy Indicator (Amirkhan, 1990), Scala di Ego- Resiliency (Block e Kremen, 1996), Scala di Autoefficacia Sociale (Bandura, 1993). Risultati. L'analisi dei dati (MANOVA) ha evidenziato che i soggetti con atteggiamento positivo verso il futuro, rispetto a quelli con atteggiamento negativo, dispongono di un maggiore senso di autoefficacia (p &lt; .001), e ego- resiliency (p &lt; .001) e usano strategie di coping piů costruttive (p = .01). Non sono emerse invece differenze di genere.
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