Journal articles on the topic 'Difensore'

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Nowicka, Urszula. ""Animadversiones" obrońcy węzła małżeńskiego w trybunale apelacyjnym." Prawo Kanoniczne 53, no. 3-4 (October 15, 2010): 223–43. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2010.53.3-4.11.

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Abstract:
La presenza del difensore del vincolo al processo di nullità del matrimonio è sempre necessaria; in caso contrario gli atti sono nulli. Anche se si notano a volte posizioni che tendono a ridimensionare il suo ruolo o ridurlo a qualche insignificante adempimento formale. Il Santo Padre Giovanni Paolo II nei suoi discorsi al Tribunale della Rota Romana ha detto molte volte che sarebbe grave errore considerarla di minore importanza perché il suo intervento sarebbe di grave danno per la retta amministrazione della giustizia. Il difensore del vincolo non è in opposizione alle parti, ma collaboratore alla scoperta della verità oggettiva del matrimonio. Poiché la sua funzione non si limita al formale riassunto degli atti o ad alcune superficiali osservazioni. La funzione del difensore del vincolo assume importanza particolare nel tribunale di appello. Egli deve analizzare tutti gli atti e la sentenza della Ia istanza, contemporaneamente proponendo ed esponendo tutti gli argomenti che possono essere ragionevolmente addotti contro la nullità. I giudici, devono tener conto delle osservazioni del difensore del vincolo, decidono – secondo il can. 1682 § 2 CIC – della conferma della sentenza della Ia istanza con proprio decreto oppure ammettano la causa all’ordinario esame del nuovo grado. Questi obblighi del difensore del vincolo al tribunale di appello e anche gli elementi che egli deve tenere conto nel suo lavoro, sono lo scopo del seguente articolo.
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Leszczyński, Grzegorz. "Rola obrońcy węzła małżeńskiego w procesie o stwierdzenie nieważności małżeństwa." Prawo Kanoniczne 49, no. 3-4 (December 20, 2006): 51–61. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2006.49.3-4.04.

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Abstract:
Siccome il matrimonio gaudet favore iuris, il ruolo di difensore del vincolo è insostituibile e di massima importanza. Lo ripeteva parecchie volte il Santo Padre Giovanni Paolo II nei suoi discorsi alla Rota Romana. Si notano invece a volte le tendenze che purtroppo tendono a ridimensionare il suo ruolo fino a confonderlo con quello di altri partecipanti al processo, o a ridurlo a qualche insignificante adempimento formale, rendendo praticamente assente nella dialettica processuale. Questo articolo cerca di presentare l’importanza dell’ufficio del difensore del vincolo nel processo matrimoniale ed i suoi più importanti interventi processuali. Ho voluto soprattutto di sottolineare che l’intervento del difensore del vincolo deve essere davvero qualificato e perspicace, cosi da attribuire nelle cause concrete, una difesa della visione cristiana del matrimonio nel suo ruolo della ricerca della verità.
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Borgonovo Re, Donata. "Il difensore civico regionale in Italia." Estudios constitucionales 20, especial (2022): 244–63. http://dx.doi.org/10.4067/s0718-52002022000300244.

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Civinini, Maria Giuliana. "Cronache disciplinari di un difensore frustrato." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (February 2014): 88–92. http://dx.doi.org/10.3280/qg2013-005009.

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5

Mugnai, Massimo. "Leibniz o la morte di un difensore del "cristianesimo universale"." RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, no. 1 (February 2012): 141–52. http://dx.doi.org/10.3280/sf2012-001011.

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Abstract:
At death's door, Leibniz firmly refused to see a priest. This seems to be in strong contrast with the central role that he attributes to God in his philosophy and with his explicit acceptance of the Christian religion. Thus, the circumstances surrounding Leibniz's death, as related by some direct and indirect witnesses, provide an opportunity to examine the sincerity of Leibniz's position on religion. The final conclusion is that Leibniz believed in a religion broadly inspired by Christian principles but that he was not a particularly pious believer, which is fully in line with his own kind of ante litteram deism.
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Giannelli, Vito. "La redazione delle Animadversiones nell’esperienza di un Difensore del Vincolo." Scientia Canonica 4, no. 8 (September 10, 2022): 79–104. http://dx.doi.org/10.31240/2595-1165.vol4n8a2021pp79-104.

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Abstract:
Dopo alcuni cenni sulle modalità di stesura delle animadversiones, con riferimento anche a fattispecie concrete in riferimento ai singoli capi di nullità, si passano in rassegna i diversi mezzi di prova previsti dalla giurisprudenza rotale. Si affronta anche la stesura delle animadversiones sia nella procedura amministrativa del super rato che in quella in favor fidei.
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Ferrua, Paolo. "Il modello costituzionale del pubblico ministero e la curiosa proposta del processo breve." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 1 (March 2010): 22–35. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-001003.

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Abstract:
1. Il pubblico ministero: avvocato dell'accusa e difensore della legalitŕ2. Accusa e difesa davanti alla funzione cognitiva del processo: l'irriducibile asimmetria3. Funzioni e status del pubblico ministero: le critiche al vigente sistema4. I rimedi proposti5. Il "processo breve": dalla giustizia ritardata alla giustizia denegata6. Le scelte del disegno di legge Alfano: la ricerca della notizia di reato e i rapporti tra pubblico ministero e polizia giudiziaria7. La separazione delle carriere: una scelta ingiustificata.
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Pozzoli, Tiziana, and Gianluca Gini. "Bullismo a scuola: fattori psico-sociali associati ai ruoli di difensore della vittima e osservatore passivo." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (September 2010): 133–38. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001013.

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Abstract:
Adottando l'approccio Ruoli dei Partecipanti allo studio del bullismo, il presente studio ha analizzato: (a) le caratteristiche individuali (atteggiamenti, responsabilitŕ personale e strategie di coping) di difensori e osservatori passivi; (b) la relazione esistente tra i due ruoli e l'accettazione da parte dei pari in bambini di scuola primaria e media. I risultati mostrano un atteggiamento piů positivo nei confronti delle vittime, una maggiore responsabilitŕ personale per l'intervento e un maggior utilizzo di strategie di problem solving e di internalizzazione da parte dei difensori ri- spetto agli osservatori passivi. Infine, i difensori risultano essere piů accettati dai compagni rispetto agli osservatori passivi. Questi risultati hanno importanti implicazioni per i programmi anti-bullismo.
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Bacciagaluppi, Marco. "L'influenza di Ferenczi su Bowlby e Fromm." RICERCA PSICOANALITICA, no. 2 (August 2010): 93–114. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-002009.

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Abstract:
Ferenczi viene presentato come l'iniziatore del modello relazionale in psicoanalisi. In Inghilterra ha esercitato un'influenza per lo piů indiretta su Bowlby, mentre negli Stati Uniti la sua influenza si č esercitata in modo esplicito attraverso Clara Thompson sulla scuola interpersonale. Giŕ da prima Fromm era stato un ammiratore e difensore di Ferenczi. Nel confronto tra Fromm e Bowlby viene sottolineata soprattutto la loro convergenza sul paradigma evoluzionistico. Questi due autori convergono anche su due importanti temi ferencziani: il rapporto primario del bambino con la madre e l'importanza degli avvenimenti traumatici della vita reale. La qualitŕ dell'attaccamento puň contribuire al carattere sociale.
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Cesaro, Grazia. "Le nuove figure nei procedimenti civili: il difensore e il curatore del minore." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (May 2009): 66–74. http://dx.doi.org/10.3280/mg2009-001008.

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Ostrowski, Grzegorz. "Obrona dziewicy Indycji okazją do pouczenia o cnocie dziewictwa - list św. Ambrożego do Syagriusza (Ep. 56)." Vox Patrum 52, no. 2 (March 8, 2008): 785–95. http://dx.doi.org/10.31743/vp.6312.

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Abstract:
Ambrogio, vescovo di Milano, e noto nella storia della Chiesa come pastore e difensore della verginita. Le sue lettere contengono tanti preziosi insegnamenti di natura pratica e morale. In questo articolo ci siamo concentrati sulla lettera a Siagrio (Epistula 56), nella quale difende la vergine Indicia, ingiustamente accusata di non aver rispettato il voto di castita. Nello stesso tempo ci offre un insegnamento sulla verginita. Ambrogio pone l’attenzione sulla dimensione fisica della verginita. Da peró la priorita all'importanza della verginita spirituale rispetto a quella fisica, perche in essa si esprime un legame amoroso con Cristo. La verginita fisica e solo l’espressione di quello che la vergine vive dentro di se . E tutto 1’insegnamento di Ambrogio e visto in questa ottica.
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Grasso, Grazia. "Pietro Tamburini difensore della Chiesa di Utrecht. Ruolo dell’edizione belga del « de tolerantia », Gand, 1784." Revue d'Histoire Ecclésiastique 114, no. 1-2 (January 2019): 265–88. http://dx.doi.org/10.1484/j.rhe.5.117526.

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Robbe, Sabrina Antonella. "Rufino difensore dell’ortodossia niceno-costantinopolitana. La versione latina di h. e. 1, 1-3 a confronto con l’originale." Augustinianum 59, no. 2 (2019): 357–84. http://dx.doi.org/10.5840/agstm201959224.

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Abstract:
The paper focuses on Rufinus’ translation of Eusebius’ Historia Ecclesiastica 1, 1-3, which discusses trinitarian and christological matters. Firstly, I will analyze how Rufinus amends or removes statements which are close to Origenism and Arianism, sometimes replacing them with orthodox ones; I will then examine Rufinus’ way of citing and interpreting the Bible, by correcting Eusebius’ reading, when it is suspected of heresy, or by explaining passages himself. This work of emendation reveals, on the one hand, Rufinus’ desire to give the readers a text which fits perfectly with the nicen-constantinopolitan creed, and, on the other hand, his aim of protecting himself from accusations.
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Confente, Assunta. "Le linee guida di Torino sui doveri del curatore speciale/difensore del minore nei procedimenti di adottabilitŕ e de potestate." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (February 2011): 197–200. http://dx.doi.org/10.3280/mg2010-004020.

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Żelazny, Jan W. "Język symbolu jako charakterystyczny wymiar teologii św. Efrema. Zarys problematyki." Vox Patrum 55 (July 15, 2010): 799–808. http://dx.doi.org/10.31743/vp.4369.

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Abstract:
Sant’Efrem il Siro, vissuto nel IV secolo, é il rappresentante di una delle tradizioni della cristianità, tradizione molto sconosciuta. É famoso come poeta, considerato il massimo dell’era patristica, perchè autore di tanti inni liturgici che sono in uso nelle comunitá della tradizione siriaca ancora oggi. Il suo valore teologico è spesso disprezzato. Nella sua bellezza poetica é trattato come poeta con una teologia non tanto originale. Ma le ricerche lo presentano invece come un teologo molto raffinato, con una metodologia completamente diversa e per questo difficile da comprendere. Sant’Efrem é difensore della realtá umana; la nostra incapacitá di comprendere Dio deriva non soltanto dalla nostra debolezza, ma anzitutto da questo: che Dio nella sua natura é invisibile e noi non possiamo con le nostre conoscenze e con la nostra lingua capire chi é veramente e descriverlo. Egli si é fatto uomo e nella creazione ha ideato lo strumento della comunicazione. Il mondo con tutte le creature é pieno di simboli e soltanto con i simboli possiamo avvicinarci a Lui. La nostra conoscenza avviene sempre attraverso i simboli che preparano lo spazio dell’incontro ma mai descrivendoLo! La metafora diventa una realtá non soltanto tecnica, ma una realtà voluta dal Signore. Così, afferma, Lui rimane Dio, assolutamente libero, Dio che si é vestito da uomo anche per farci capire. L’intervento vorrebbe presentare questa dimensione della teologia di Sant’Efrem il Siro basandosi sul suo inno di fede (31), uno di questi brani nei quali santo Diacono Siro spiega la sua motodologia.
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Marzaduri, Enrico. "La difesa dell'imputato dinanzi alla corte di cassazione e la pretesa inapplicabilità dell'art. 108 c.c.p.: una lettura davvero riduttiva del ruolo del difensore nei giudizi di legittimità." Archivio penale, no. 2 (2016): 592–94. http://dx.doi.org/10.12871/978886741711719.

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Pascual, Fernando. "Platone, maestro di bioetica?" Medicina e Morale 49, no. 4 (August 31, 2000): 677–711. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.763.

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Abstract:
Platone, un filosofo che ah considerato molti dei problemi antropologici fondamentali, può servire come punto di riferimento per giudicare argomenti in ambito bioetico? Il presente lavoro tenta di rispondere a tale quesito. Si presenta, inizialmente, la cosmovisione globale e l’antropologia di Platone (prima parte). Queste risultano necessarie sia per inquadrare la concezione platonica della medicina, della salute e dell’agire medico (seconda parte), sia per conoscere le sue proposte circa argomenti attuali, come l’aborto, l’eutanasia e l’eugenismo (tersa parte). Si cerca quindi di offrire un giudizio il più possibile preciso delle affermazioni platoniche per illuminare alcuni discussioni attuali in ambito bioetico. Secondo i risultati ottenuti, si possono segnalare due limiti di fondo delle proposte del fondatore dell’Accademia: l’individualismo e l’utilitarismo. Questi limiti conducono sia all’accettazione dell’eutanasia passiva neonatale (prassi purtroppo normale nel mondo antico), sia dell’aborto per motivi di controllo demografico, e dia dell’abbandono alla loro sorte dei malati inguaribili. Viceversa, alla luce dei testi considerati, Platone non sembrerebbe essere un difensore dell’eutanasia “attiva” degli anziani e degli infermi terminali né avrebbe proposto l’eliminazione dei malati mentali. Ugualmente, Platone non sembra essere riuscito ad individuare un’ottimale tipologia di rapporto medico-paziente, anche se lascia uno spazio importante all’opera di persuasione da parte del medico (sapiente) verso l’individuo malato (bisognoso della terapia e, in questo, dipendente dall’agire sanitario). Solo con l’arrivo della fede cristiana l’umanità è riuscita a scoprire il senso del dolore e il suo valore sia per la crescita della persona, sia per il bene dell’intero corpo sociale. In questo modo ha potuto superare le spinte eugenetiche, abortistiche ed eutanasiche del mondo antico che. Tuttavia, rinascono proprio oggi per la perdita di quei valori che erano stati assunti dal mondo occidentale grazie al Cristianesimo.
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Sokołowski, Jarosław. "Struktura organizacyjna Sądu Biskupiego Diecezji Ełckiej w latach 1992-2004." Prawo Kanoniczne 48, no. 1-2 (June 5, 2005): 135–55. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2005.48.1-2.09.

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Abstract:
L’autore in questo lavoro presenta: 1. L’introduzione 2. La base storico-giuridica dell’organizzazione della nuova struttura l’organizzativa della diocesi di Elk come pure l’iniziativa di erezione Trybunale Vescovile del primo grado in diocesi 3. Trybunale Vescovile e Curia Diocesana in diocesi di Elk 4. L’organizzazione del Trybunale Vescovile in diocesi di Elk 4.1 Il compito del vescovo diocesano per quanto riguarda l’organizzazione del trybunale in diocesi 4.2. Il primo vescovo della diocesi di Ełk Wojciech Ziemba 4.3. Il secondo vescovo della diocesi di Elk Edward Samsel 4.4. II terzo vescovo della diocesi di Ełk Jerzy Mazur SVD 4.5. II bilancio cronologico per nome ed cognome di tutti che lavorano in trybunale vescovile della diocesi di Ełk negli anni 1992-2004 4.5.1. L’ufficio del vicario giudiziale 4.5.2. L’ufficio del vicevicario giudiziale 4.5.3. L’ufficio del giudice diocesano 4.5.4. L’ufficio del difensore del vincolo matrimoniale 4.5.5. L’ufficio del notaio 5. Le competenze del trybunale vescovile della diocesi di Ełk 6. L’organizzazione del lavoro del tribunale vescovile 7. Il posto ed il tempo del lavoro del tribunale vescovile 8. Il modo del lavoro del tribunale vescovile per quanto riguarda cause matrimoniali 8.1. La preparazione e dichiarazione delle sentenze in tribunale 9. Il sommario. L’esempio del trybunale vescovile della diocesi di Ełk insieme con la sua sede a Ełk è dal’inizio più forte i più bello perche nonostante di tutto acesso il servizio giudiziale. Dal’inizio della sua esistenza il trybunale aveva abbastanza grandi difficoltà delle persone che sono preparate per lavoro in questo trybunale come pure diversi problemi l’organizzativi. Questo tema è un seuguente esempio come argomento che questa problematica è molto attuale ed importante in tutta attività pastorale della Chiesa. Questo livello dell’attività giudiziaria è molto importante quando lo guardiamo della perspettiva degli anni già passati (12 anni) dal momento della erezione della diocesi di Ełk dalla volontà del Sommo Pontefice di Giovanni Paolo II nel giorno 25 marzo 1992.
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Bignamini, Angelo A. "La persona centro e misura di ogni sistema sanitario." Medicina e Morale 51, no. 1 (February 28, 2002): 81–99. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.713.

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Abstract:
L’organizzazione sanitaria è l’insieme delle strutture, funzioni e responsabilità che dovrebbe garantire l’adeguata gestione della sanità in un ambito definito. I soggetti coinvolti nel sistema sanitario sono le persone afferenti (sane e malate); gli operatori (medici e operatori sanitari non medici); l’ambito in cui esso viene attuato (società). Essa è quindi il punto di incontro di tre realtà eminentemente umane: la medicina, l’etica, la società. I requisiti per un’adeguata organizzazione sanitaria implicano perciò la coesistenza dei principi fondamentali della medicina, dell’etica, della convivenza sociale. La medicina pone al suo centro il bisogno dell’essere umano che incontra il limite ai propri diritti nativi alla vita (cioè la morte) e alla salvaguardia di salute e integrità (cioè la malattia). La convivenza sociale impone la ricerca di un equilibrio tra i bisogni di ciascuno e la capacità di risposta della collettività nel suo complesso, incluse anche le capacità spontanee di aggregazione e di servizio, secondo priorità dettate dalla natura del soggetto del bisogno (la persona umana malata) e non pregiudizialmente definiti dall’osservatore. L’etica tutela i diritti nativi del soggetto (quoad justum), quindi determina procedure coerenti con la natura di quanti implicati nella progettazione e gestione dell’organizzazione sanitaria. In un approccio bioetico ontologicamente fondato, i criteri primi sono quelli che si riferiscono ai soggetti autonomamente esistenti, quindi alle persone. Subordinati e dialoganti con questi sono i criteri secondi, cioè quelli relativi alle entità per sé non esistenti se non in dipendenza dell’essere dei soggetti autonomi: la società e, in ulteriore subordine, il “governo”, sia esso regionale, sia nazionale. Esistono visioni alternative, nelle quali i criteri principali sono invece quelli, di stampo illuminista, relativi alla “collettività”, allo “stato”, cui si debbono subordinare i singoli “individui”. Già l’utilizzo di “individuo” contrapposto a “persona” mette in luce come questo approccio sia ideologico (basato su ipotesi astratte definite a priori) anziché scientifico (basato sull’osservazione della realtà). I due approcci originano sistemi organizzativi della sanità contrapposti tra loro, con ruoli diversi anche per gli operatori e soprattutto per il medico. Nel modello illuminista di stato etico gli strumenti matematico-statistici e matematico- economicisti (DRG, EBM, linee guida) diventano gabbie interpretative (ideologiche) della realtà. Nel modello sociale tutti gli strumenti disponibili vengono impiegati come uno dei mezzi possibili, insieme a scienza, coscienza e compassione, per descrivere la complessa realtà della singola persona che si pone in relazione con il medico portando i propri bisogni di salute, espressi ed inespressi. Secondo la bioetica personalista il criterio giustificante di qualunque “sistema” e qualunque “organizzazione”, inclusa l’organizzazione della sanità, è il “bene” di tutti i soggetti (malati e operatori con pari dignità), che si manifesta nel rispetto dei loro diritti, primo fra tutti il diritto alla difesa di vita e integrità, alla salvaguardia della salute, al rispetto dei criteri morali e religiosi di ciascuno. In questo contesto la persona rimane l’elemento centrale di riferimento della “organizzazione”, il rispetto della natura della persona rimane la misura della sua validità, la possibilità del “bene” della persona resta il criterio di valore. Esperienze in atto con questa visione non sembra siano, peraltro, meno efficienti di quelle basate sulla visione opposta. In questo contesto il medico, essendo l’operatore più prossimo al soggetto, ha però anche la responsabilità di agire come difensore dei diritti del malato (funzione etica) nei confronti del sistema organizzativo, anziché essere semplicemente un “fornitore di servizi”, dato che la salute non può essere ricondotta a “prodotto” o “servizio”, né può comprimersi nella definizione di “cliente” o “utente” la persona malata.
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Yamane, Hideo, Yoshiaki Nakai, Kazuo Konishi, Hiramori Sakamoto, Hiroyoshi Iguchi, Takayuki Nakagawa, Masahiro Takayama, Fumihiro Yamato, and Kenichi Takahashi. "Non-specific Difense of the Inner Ear." Equilibrium Research 51, no. 2 (1992): 281–86. http://dx.doi.org/10.3757/jser.51.281.

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Favarel-Garrigues, Gilles. "Gli ambienti d'affari, i difensori dei diritti umani e la "dittatura della legge" in Russia." MEMORIA E RICERCA, no. 32 (December 2009): 9–25. http://dx.doi.org/10.3280/mer2009-032002.

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Abstract:
- Human right activists and entrepreneurs have been involved in the late 1980's in advocating common causes about the necessity to change Soviet law-enforcement policy. This paper deals with the formation of the very first coalition in this field, gathering some former dissents, some pioneers of Soviet capitalism and some jurists willing to reform the legal system. It emphasizes the tensions within these coalitions by focusing on a particular association, "The Society of Defence of Convicted Managers and Economic Freedom". The evolution of this association in the early 1990's gives some historical ground to a broader discussion about the management of capitalism in post-Soviet Russia.
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Marchetti, Filippo. "Il diritto di difesa della vittima nel procedimento di revoca o sostituzione delle misure cautelari personali durante la fase delle indagini preliminari." Revista Brasileira de Direito Processual Penal 7, no. 3 (October 31, 2021): 1825. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v7i3.630.

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Abstract:
L’autore esamina il procedimento di sostituzione o revoca di una misura cautelare de libertate nell’ottica della verifica del grado di effettività delle garanzie difensive ivi assicurate alla persona offesa. A tal fine, l’analisi abbraccia i profili rappresentati dalla consistenza del compendio informativo a disposizione della vittima in vista dell’instaurazione del contraddittorio, dalla possibilità di presentare elementi utilizzabili per la decisione del giudice e, da ultimo, dalla disponibilità di strumenti per impugnare il provvedimento conclusivo del procedimento.
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Calciano, Francesco Paolo and Cardinale, Antonio Giovanni. "Strategie difensive per le emergenze nei piccoli centri con scarsa dotazione assistenziale." Cardiologia Ambulatoriale, no. 4 (February 19, 2019): 300–303. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2018-4-6.

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Giancaterini, Antonella, Claudia Di Gregorio Zitella, and Alessandro Celli. "Il gioco del silenzio: il segreto familiare come ostacolo alle funzioni coniugali e genitoriali." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 33 (June 2011): 95–103. http://dx.doi.org/10.3280/pr2011-033007.

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Abstract:
Questo lavoro analizza gli effetti del segreto sul funzionamento familiare e le conseguenze che questo comporta, sia sul piano coniugale che genitoriale. Si analizzerŕ la connessione tra segreto e mito familiare e gli aspetti legati alle loro funzioni protettive e difensive dell'identitŕ dei membri della famiglia. Sul piano coniugale e genitoriale saranno presentate delle ipotesi sull'influenza del segreto nella definizione della relazione tra gli individui e sulla natura patogena di tale stile relazionale familiare. Sarŕ trattata, infine, la figura del terapeuta, sia come fattore di cambiamento rispetto allo svelamento del segreto in terapia che come aiuto alla famiglia nel connettere il suo "tempo".
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Missonnier, Sylvain. "John, World of Warcraft e Second Life." SETTING, no. 30 (June 2012): 79–91. http://dx.doi.org/10.3280/set2010-030004.

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Abstract:
Nella comunitŕ dei professionisti delle cure psicologiche prevale la paura nei confronti delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Cosa ancor piů dannosa, molti psicoterapeuti evitano l'"ambiente non umano" (H. Searles) dei loro pazienti e vi proiettano le loro percezioni negative e difensive. In un simile contesto, i videogames diventano una caricatura. Infatti, i videogames sono dei veri e propri test proiettivi per i professionisti, che riportano i dati dell'inevitabile pericolositŕ di questa attivitŕ: disturbi neurologici, dipendenza e violenza.. La storia clinica di John si propone di contestare sul piano clinico questa posizione oscurantista e di difendere un'autentica psico(pato)logia psicoanalitica del virtuale quotidiano.
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Bianchi, Alfio Ernesto, Antonio Maggi, and Riccardo Raddino. "Il microbiota intestinale, tra salute e malattia: un vero attore a due facce." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 2 (October 14, 2021): 85–91. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-2-1.

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Abstract:
Il microbiota intestinale è un ecosistema batterico cha ha proprietà difensive per l’ospite ma che in particolari condizioni può produrre metaboliti tossici e dannosi per l’organismo. Metaboliti benefici sono gli acidi grassi a catena corta (SCAF), i metaboliti biliari ed i probiotici. Metaboliti dannosi sono la trimetilamina-N-ossidata (TMAO), i lipopolisaccaridi (LPS) e le tossine uremiche. La permeabilità della mucosa intestinale è la causa principale del passaggio in circolo di metaboliti dannosi. Il microbiota può intervenire in modo difensivo o dannoso in molte patologie cardiovascolari come la cardiopatia ischemica e lo scompenso ed in situazioni cliniche come il diabete, l’obesità, la malattia renale, la colite ulcerosa, il morbo di Chron e le malattie neurodegenerative. La dieta corretta è il cardine per mantenere una una favorevole funzionalità del microbiota.
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Tedeschi, Antonella. "Clodia, Celio e la retorica dell’abbandono (A proposito di Cic. Cael. 61)." Cuadernos de Filología Clásica. Estudios Latinos 42, no. 2 (January 20, 2023): 187–95. http://dx.doi.org/10.5209/cfcl.85040.

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Abstract:
La ‘retorica dell’abbandono’ si basa su elementi ricorrenti e meccanismi comportamentali divenuti topici, come attestato dalla poesia e dal teatro. Anche l’oratoria vi ricorre. Cicerone, ad esempio, fa rientrare nella topica di un crudelissimum discidium le accuse che Clodia aveva rivolto al suo assistito, Celio (Cic. Cael. 30-31). Il termine discidium diventa, pertanto, funzionale a rendere persuasive le argomentazioni difensive, in quanto vettore dell’idea della violenza della separazione: una violenza in grado di produrre risentimento e devastanti conseguenze emotive che si traducono in parole e azioni mirate a colpire un ex innamorato. La trasformazione dell’affettuosa consuetudo in astiosa simultas, descritta in Cic. Cael. 61, dunque, viene indicata come causa delle azioni intraprese da Clodia contro Celio: un efficace modo per attenuare i crimina attribuiti al giovane e per minare l’attendibilità della teste.
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Amigoni, Ferdinando. ""Un mucchio di reliquie". Perec e Pontalis: dall'assenza di memoria alla memoria dell'assenza." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 3 (September 2011): 333–54. http://dx.doi.org/10.3280/pu2011-003002.

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Abstract:
Georges Perec (1936-1982), grande scrittore francese di origine ebraica, da maggio 1971 a giugno 1975 č in analisi col famoso psicoanalista Jean-Bertrand Pontalis. Orfano della Shoah, Perec si trova in una difficilissima situazione di stallo: se vuole continuare a scrivere (ovvero, se vuole continuare a vivere), deve fare i conti con la sua infanzia, ma la memoria č assente; i genitori sembrano non aver lasciato nulla dietro di loro. Perec si trova, all'apparenza, privo di memoria: il suo inconscio sembra risolversi nel nulla di una dilagante macchia bianca. E tuttavia qualcosa sembra affiorare nel corso di un'analisi connotata da affetti molto forti: l'analizzando arriverŕ a capire che puň avvicinarsi al fantasma materno, alla sua assenza, senza restarne annichilito; l'analista comprenderŕ come sia necessario rispettare, in una certa misura, le fortificazioni difensive di un soggetto colpito nel corso dell'infanzia da una serie di lutti immedicabili e reali.
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KITANO, HIDEO. "Biological difensive mechanisms of insects and the disturbance. Mainly on relationships between parasitic wasps and host insects." Kagaku To Seibutsu 23, no. 11 (1985): 734–41. http://dx.doi.org/10.1271/kagakutoseibutsu1962.23.734.

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Buganza, Gianni. "Zorzi Marenzi e lo Studium. Un avvocato penale nella Padova scientifico-forense (1751-1757)." SOCIETÀ E STORIA, no. 130 (February 2011): 689–720. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-130002.

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Abstract:
L'autore intende presentare all'attenzione degli studiosi un primissimo spaccato del mondo giudiziario penale padovano in relazione alla questioni scientifico forensi. La base di ricerca č quella dell'archivio del Maleficio del rettorato di Padova e il corpus enucleato fa riferimento al lavoro dell'avvocato Zorzi Marenzi tra il 1751 e il 1757. In particolare si mettono in evidenza le opzioni difensive di questo avvocato quando la sua attivitÀ incontra il problema del reato di aborto, e la strada che sembrano aprire in relazione all'utilizzo della consulenza scientifica di estrazione accademica nel processo. La cittÀ in oggetto č la sede tradizionale di una delle piů prestigiose universitÀ occidentali, ma l'incontro con l'amministrazione del diritto delle istituzioni della Repubblica di Venezia č controverso e non lineare. Anche la elaborazione delle difese risentirÀ, in positivo e in negativo, delle difficoltÀ di questo incontro, e Marenzi, figura magistrale del foro di Padova per trentotto anni, conoscerÀ la sconfitta.
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Tissot, Antonella. "L'équipe di lavoro come metafora della gara." GRUPPI, no. 3 (May 2010): 91–95. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-003005.

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Abstract:
Nell'articolo ci si interroga su quali siano i processi che fan sě che un gruppo di lavoro diventi un "buon" gruppo di lavoro. Si vuole prendere la distanza da idealizzazioni difensive circa la bontŕ dell'équipe, sottolineando i molteplici aspetti di ambivalenza presenti in ogni gruppo che si rispetti, la cui forza non č data quasi mai dalle uguaglianze ma, il piů delle volte, dalle differenze. Si sa che l'arte dello stare in gruppo fonda le sue radici su antiche credenze secondo le quali č meglio avanzare che indietreggiare, come succede in battaglia o in gara. Questo approccio marziale spesso soddisfa unicamente le nostre aspettative narcisistiche ma non sempre fa vincere la squadra. La non ricerca forzata del medesimo linguaggio, della coesione, dell'uniformitŕ, invitano alla metafora della gara nella quale č richiesta, come č noto, oltre ad una severa disciplina, anche una certa dose di competizione, consapevolezza dei propri limiti, rispetto e conoscenza degli avversari.
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de Polo, Renato. "La Bomba. Fornari e la speranza futura." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 14 (September 2010): 69–80. http://dx.doi.org/10.3280/eds2010-014006.

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Abstract:
La ricerca di Fornari ha utilizzato i concetti di negazione e proiezione sul nemico per "spiegare" la guerra. Lo schema kleiniano delle due posizioni difensive legittima sia l'attacco all'altro come nemico (posizione schizoparanoide) sia la sua impossibilitŕ (posizione depressiva) a causa dei conseguenti, inevitabili, sensi di colpa. Nel setting individuale tramite l'elaborazione transferale e contro-transferale tale schema interpretativo sembra funzionare. Il suo trasferimento nell'analisi dei rapporti internazionali rivela tutta la sua impotente problematicitŕ. La soluzione fornariana di superare le difficoltŕ indicate con la relazione tra il livello di significazione infantile e quello adulto (doppia referenza) non č del tutto adeguata se si riflette sui limiti di sense making universale. Si puň avanzare una nuova prospettiva: il desiderio č minacciato dal timore di perdere "la primordiale armonia" depositata nella memoria nostalgica della relazione intrauterina. Un'ipotesi salvifica č connessa al linguaggio: attraverso esso scovare il conflitto e dare spazio alla costruzione di un discorso sul trauma e generare spazi nei quali il desiderio possa trovare soddisfazione piů facile nel mondo quotidiano.
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Curami, Andrea. "Miti e realtŕ dell'industria bellica della Rsi." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 261 (February 2011): 680–719. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261007.

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Abstract:
L'autore parte dalla constatazione che le ricerche sul ruolo dell'industria bellica italiana durante la Repubblica sociale italiana hanno a lungo riproposto i miti nati negli anni di guerra piuttosto che offrire dati sulla produzione sui quali riflettere. Molte affermazioni hanno ricalcato le memorie difensive degli industriali, interessati dopo il 1945 a svalutare il proprio contributo allo sforzo bellico del Terzo Reich e favoriti nella loro ricostruzione dall'indisponibilitŕ di fonti specifiche. Il tema viene cosě affrontato sulla base di una vasta ed eterogenea documentazione, utilizzata per disegnare il complesso mosaico del contributo che piccole, medie e grandi aziende italiane diedero alle forze armate tedesche, il cui obiettivo fu anzitutto rendere il Gruppo di armate B il piů possibile autonomo rispetto all'industria tedesca. L'autore ricostruisce i complessi rapporti tra gli occupanti, la Rsi e le industrie italiane, mettendo in rilievo l'importanza della mobilitazione dell'industria nazionale che, accanto a produzioni obsolete e volte a impiegare le maestranze per frenarne il malcontento, sviluppň, in sedi decentrate e coperte dal segreto, la produzione di componenti per i mezzi bellici piů avanzati di cui furono dotate le forze armate tedesche.
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Callegari, Roberto, Maria Grazia Fusacchia, and Paola Re. "Fallimento adottivo e crisi adolescenziale: un destino prevedibile?" INTERAZIONI, no. 2 (February 2013): 40–54. http://dx.doi.org/10.3280/int2012-002005.

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Abstract:
Questo scritto ha lo scopo di riflettere sulla dinamica relazionale e affettiva che qualifica alcune adozioni difficili, quando all'ingresso dell'adolescenza, si verifica una grave crisi del rapporto genitore-figlio, crisi che puň anche comportare l'allontanamento del figlio adottivo. Nel corso della valutazione clinica e/o del trattamento di questi casi, ricompaiono fantasie di esperienze dolorose e di carenza primaria sperimentati dal figlio adottivo che la sessualitŕ pubertaria riattualizza, spingendo la coppia genitoriale a sperimentare livelli insostenibili di ansia e parallele difensive manovre di espulsione Questi movimenti risultano essere strettamente collegati con le esperienze personali dei genitori, che non sono state preventivamente considerate come potenti fattori di rischio, che possono condurre alla rinuncia del progetto adottivo. Gli autori sollevano alcune ipotesi circa la qualitŕ narcisistica e anti-libidica della coppia, strettamente legata alla scelta adottiva, spesso, considerata essenziale. Eppure, questo collegamento č anche il bastione che contiene in sé i germi del potenziale fallimento. Attraverso esempi clinici, gli autori mettono in evidenza come i nodi problematici si riferiscano alla coppia adottiva che non sembra aver debitamente elaborato la propria infertilitŕ, rimanendo catturata in fantasie infantili e/o edipiche, riacutizzate dallo sviluppo puberale dei loro figli adolescenti.
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Gillett, Andrew. "Rome, Ravenna and the last western emperors." Papers of the British School at Rome 69 (November 2001): 131–67. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200001781.

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Abstract:
ROMA, RAVENNA E GLI ULTIMI IMPERATORI D'OCCIDENTENonostante Ravenna sia stata a lungo considerata come la capitale degli imperatori tardo-romani e dei loro successori in Occidente, Odoacre e i sovrani ostrogoti, l'evidenza disponibile indica che la principale residenza imperiale del quinto secolo era invece a Roma. L'adozione di Ravenna come residenza imperiale è stata generalmente attribuita al fatto che la città, grazie alle sue paludi, era facilmente difendibile dagli attacchi, ed e stata anche imputata alia debolezza militare degli ultimi imperatori. In questo articolo viene raccolta l'evidenza relativa alle residenze degli imperatori d'Occidente tra il 401 e il 476; essa dimostra che la corte imperiale occidentale occupò Roma in periodi molto significativi, quali quelli compresi tra il 401 e il 408 e il 440 e il 449, e che Roma fu la residenza principale della corte nell'ultimo periodo di dominazione imperiale dell'Occidente, tra il 450 e il 476. Gli ultimi anni d'impero di Valentiniano III e quello di Antemio in particolare indicano il ruolo di Roma come residenza imperiale. Sia le fonti contemporanee che quelle del sesto secolo confermano l'importanza di Roma, mentre indicano scarsi riferimenti alle presunte qualità difensive di Ravenna. La presenza degli imperatori a Roma mette in evidenza la centralità dell'aristocrazia senatoriale di Roma nelle politiche occidentali del quinto secolo.
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Alesi, Marianna, Gaetano Rappo, and Annamaria Pepi. "Strategie di autosabotaggio e autostima in bambini con differenti profili di apprendimento." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (March 2012): 505–19. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-004002.

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Abstract:
Recenti ricerche si sono focalizzate sul ruolo dell'autostima e delle strategie di autosabotaggio nel contesto scolastico. In particolare l'autosabotaggio indica strategie disadattive impiegate da un individuo di fronte ad un compito minaccioso per proteggersi e mantenere un'autostima positiva. Abbiamo condotto due studi per confrontare il livello di autostima e le strategie di autosabotaggio in bambini di eta media 8 anni, frequentanti la terza classe della scuola primaria, con differenti profili di apprendimento. Nello specifico nel primo abbiamo confrontato due gruppi: uno con difficolta generalizzate sia di lettura che di matematica ed uno con normale livello di apprendimento. Nel secondo studio, invece, abbiamo confrontato tre gruppi: uno con dislessia, uno con difficolta generalizzate sia di lettura che di matematica ed uno con normale livello di apprendimento. In generale, i risultati dimostrano che i bambini con dislessia e quelli con difficolta generalizzata di apprendimento hanno livelli di autostima piu bassi dei coetanei con normale livello di appredimento. Relativamente all'impiego di strategie di autosabotaggio solo nel secondo studio abbiamo trovato differenze significative tra i gruppi. In particolare, i bambini con dislessia manifestano un maggiore bisogno di autoprotezione rispetto ai bambini con difficolta generalizzata di apprendimento e rispetto ai bambini con normale livello di apprendimento. Questo risultato enfatizza il ruolo della specificita della difficolta allo scopo di stimolare l'impiego di strategie difensive anche durante la frequenza della scuola primaria.
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Missonnier, Sylvain. "Gli aspetti psicologici della diagnosi prenatale: uno spazio comune di prevenzione tra il somatico e lo psichico." SETTING, no. 29 (March 2011): 61–77. http://dx.doi.org/10.3280/set2010-029002.

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Abstract:
Sylvain Missonnier sottolinea il carattere "estremo" della diagnosi prenatale, fatto ormai di routine nei Reparti di Maternitŕ. Se un neonato colpisce i fondamenti enigmatici del nostro essere, l'embrione e il feto inducono ad assumere posizioni difensive ancora piů forti, attingendo all'area del "perturbante". In particolare, l'incontro ecografico del feto produce nei genitori e negli operatori una vasta gamma di forti reazioni psichiche paradossali, che comportano incertezze inevitabili e i processi dell'anticipazione. L'autore illustra i suoi interventi di consultazioni terapeutiche individuali, coniugali e familiari, le attivitŕ di gruppo di preparazione alla nascita, i gruppi Balint con il personale medico, infermieristico e gli ecografisti del Reparto maternitŕ, che consentono la costruzione di ciň che René Kaës ha chiamato "l'apparato psichico del gruppo" che "svolge un lavoro psichico particolare: produrre e trattare la realtŕ psichica del e nel gruppo". L'attenzione č qui foca- lizzata sulla clinica del dare ai genitori la notizia di una disabilitŕ nel feto/neonato, sulla programmazione del parto (parto su appuntamento) e sul contesto ecografico. Lo psicoanalista parte dall'analisi dello scambio triangolare tra le immagini del feto, i genitori e l'ecografista, per individuare le dinamiche del processo di genitorialitŕ: il ruolo potenziale dell'incontro ecografico č quello di organizzatore psichico della genitorialitŕ e di punto di riferimento di una collaborazione multidisciplinare a favore dell'accettazione della diagnosi e delle sue ripercussioni sul processo di elaborazione individuale e sociale dell'incertezza tremenda del concepimento, che si apre la strada al limite tra la morte, l'informe e il mostruoso.
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"Diritto italiano: Espulsioni." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 2 (July 2010): 169–78. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-002012.

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Abstract:
1. Corte di cassazione 24.2.2010 n. 4544 - trattenimento in CIE o CPTA - proroga - adozione di provvedimento senza contraddittorio - illegittimità - diritto di difesa - procedura costituzionalmente orientata - udienza con tempestivo avviso all'interessato e al difensore - termine per la decisione anteriore alla scadenza precedente » 1692. Giudice di pace di Ravenna 10.8.2009 - espulsione per irregolarità soggiorno - tutela diritto salute - annullamento
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del-Pozzo, Massimo. "Il ruolo del Difensore del vincolo nel ‘processus matrimonialis brevior’." Ius Canonicum 60, no. 119 (March 2020). http://dx.doi.org/10.15581/016.119.001.

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Furfaro, Sandro. "Testimonianza contra del difensore e giusto processo (ovvero "quando l'avvocato si pente")." Archivio penale, no. 2 (2015). http://dx.doi.org/10.12871/978886741577914.

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Arriaga Florez, Mercedes. "Femminile e maschile nell'Orazione in lode alle donne di Alessandro Piccolomini." Estudios Románicos 31 (May 1, 2022). http://dx.doi.org/10.6018/er.506761.

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Abstract:
This article analyses the figures of women and men in the text of the Orazione in lode alle donne (1545), written by Alessandro Piccolomini, in which he accuses his colleagues, literary friends, of not knowing how to treat women well while he, alternatively, puts himself as their defender. The rhetorical game has its origins in these recipients and interlocutors of this work who have a familial bond, a friendship or literary tastes and political tendencies in common with the author. The author's ironic and ambiguous attitude towards the concepts of feminine and masculine is closely linked to the atmosphere of playfulness in the Accademia degli Intronati and the complicity between its members, which allows double engenders and a mock dialectical clash, in which the author represents his companions as characters of a farce, characterized by their misogynistic ideas that are “dicted” in the text to be “contradicted” by Piccolomini. The text thus develops under the sign of the splitting masculinity and femininity: courtly men versus vulgar men, virtuous women versus vicious women within the context of idealised love against carnal love. Questo articolo prende in analisi le figure di donne e di uomini presenti nel testo dell’Orazione in lode alle donne (1545), composta da Alessandro Piccolomini, nella quale ammonisce i colleghi, amici letterati, colpevoli di non saper trattare bene le donne mentre, in alternativa, lui si propone come il loro difensore. Il gioco retorico ha origine in questi destinatari e interlocutrici dell’opera che condividono con l’autore legami familiari, amicizia, gusti letterari e tendenze politiche. L’atteggiamento ironico e ambiguo dell’autore verso i concetti di femminile e maschile è strettamente legato al clima di gioco presente nell’Accademia degli Intronati e alla complicità fra i loro membri che permette i doppi sensi e il finto scontro dialettico, nel quale l’autore rappresenta i suoi compagni come personaggi di una farsa, connotati attraverso le loro idee misogine che vengono “dette” nel testo per essere “contraddette” da Piccolomini. Il testo si sviluppa così sotto il segno dello sdoppiamento del maschile e femminile: uomini cortesi versus uomini volgari, donne virtuose versus male donne in un contesto dell’amore idealizzato versus quello carnale. Questo articolo prende in analisi le figure di donne e di uomini presenti nel testo dell’Orazione in lode alle donne (1545), composta da Alessandro Piccolomini, nella quale ammonisce i colleghi, amici letterati, colpevoli di non saper trattare bene le donne mentre, in alternativa, lui si propone come il loro difensore. Il gioco retorico ha origine in questi destinatari e interlocutrici dell’opera che condividono con l’autore legami familiari, amicizia, gusti letterari e tendenze politiche. L’atteggiamento ironico e ambiguo dell’autore verso i concetti di femminile e maschile è strettamente legato al clima di gioco presente nell’Accademia degli Intronati e alla complicità fra i loro membri che permette i doppi sensi e il finto scontro dialettico, nel quale l’autore rappresenta i suoi compagni come personaggi di una farsa, connotati attraverso le loro idee misogine che vengono “dette” nel testo per essere “contraddette” da Piccolomini. Il testo si sviluppa così sotto il segno dello sdoppiamento del maschile e femminile: uomini cortesi versus uomini volgari, donne virtuose versus male donne in un contesto dell’amore idealizzato versus quello carnale.
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Rosti, Marzia. "Difensori dell’ ambiente, popoli indigeni e violenza organizzata nell’America Latina contemporanea. l’opportunità dell’Acuerdo de Escazú." Rivista di Studi e Ricerche sulla criminalità organizzata 7, no. 4 (June 25, 2022). http://dx.doi.org/10.54103/cross-18073.

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Abstract:
Il saggio ripercorre i contenuti dell’Acuerdo de Escazú, il primo trattato sull’ambiente in vigore da circa un anno fra dodici Stati dell’America Latina, che aspira a realizzare la democrazia ambientale e che impone di proteggere gli ambientalisti. In particolare, si illustra il contesto regionale in cui l’Accordo si inserisce, caratterizzato dall’estrattivismo, dal simmetrico incremento dei conflitti socio-ambientali, della violenza contro gli ambientalisti e contro alcune comunità indigene, che si oppongono all’avanzare della frontiera estrattiva nei loro territori, e dalla presenza in alcune aree della criminalità organizzata.
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Falkenhausen, Vera von. "Die Capitanata in byzantinischer Zeit." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 96, no. 1 (January 1, 2017). http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2016-0004.

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Abstract:
Riassunto Nel periodo dalla fine del IX secolo fino alla conquista normanna nella seconda metà dell’XI la Puglia faceva parte dell’Impero bizantino. L’articolo analizza la presenza bizantina in Capitanata durante questo periodo, una presenza molto meno radicata ed evidente che nella Puglia centro-meridionale. Vengono esaminati i modi di datare i documenti nelle varie città (secondo gli anni di regno degli imperatori bizantini o dei principi lombardi), le strutture amministrative e difensive con i funzionari e i militari effettivamente in servizio sul territorio, nonché l’influenza bizantina sulle istituzioni ecclesiastiche.
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"Diritto italiano: Lavoro." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 1 (April 2010): 219–36. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-001015.

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Abstract:
1. Corte costituzionale ordinanza 6.11.2009 n. 285diniego indennitŕ accompagnamento e di frequenzaviolazione del principio di paritŕ di trattamentoinammissibilitŕ questione giŕ decisa con sentenza 306/08 e applicabilitŕ alla indennitŕ di frequenza della sopravvenuta Conv. ONU sui diritti delle persone con disabilitŕ2. Corte appello di Milano 2.7.2009 n. 746lavoratore irregolarmente soggiornantepretesa di pagamento differenze salarialiirrilevanza del possesso di permesso di soggiorno ai fini della tutela ex art. 2126 c.c.3. Tribunale di Voghera 20.11.2009lavoratore irregolarmente soggiornantepretesa di pagamento differenze salarialimancata comparizione del ricorrente per timore di denuncia ex art. 10 bis TUpregiudizio delle facoltŕ difensive del lavoratore in mancanza di deroghe all'obbligo di denunciaquestione di legittimitŕ costituzionaleSCHEDA di Marco Paggi
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Cerrato, Daniele. "Trastullo delle donne di Faustino Perisauli da Tredozio: un unicum nella Querelle des femmes." Estudios Románicos 31 (May 2, 2022). http://dx.doi.org/10.6018/er.506711.

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Abstract:
The aim of our study is to analyse Faustino Perisauli’s Il Trastullo delle donne within the Querelle des Femmes. Perisauli's poem in octaves, which is a response to the misogynist text Sonaglio delle donne composed by Bernardo Giambullari, is one of the few examples of compositions in verse within the debate on female dignity that had already been developed in the fourteenth century with texts such as Ahi lasso che li boni e li malvagi de Guittone d'Arezzo. Following his example, Perisauli proclaimed himself an advocate of the female sex and refuted some of the prejudices and accusations addressed to women. He introduces a whole series of arguments that would also be used by the 16th-century “defenders of women” in their dialogues and by the women writers of the 16th and 17th centuries. Addressing his antagonist to all men in general, the author of the Trastullo thus seems to propose in his text, albeit in a playful manner, a different model of masculinity. L’obiettivo del nostro studio è analizzare Il Trastullo delle donne di Faustino Perisauli all’interno della Querelle des Femmes. Il poemetto in ottave di Perisauli che costituisce la risposta al testo misogino Sonaglio delle donne composto da Bernardo Giambullari rappresenta uno dei pochi esempi di composizioni in versi nell’ambito del dibattito sulla dignità femminile già sviluppatosi nel Trecento con testi come “Ahi lasso che li boni e li malvagi” de Guittone d’Arezzo. Seguendo il suo esempio, Perisauli si autoproclama paladino del sesso femminile e confuta alcuni dei pregiudizi e delle accuse rivolte alle donne. Introduce tutta una serie di argomenti di cui si serviranno anche i “difensori delle donne” cinquecenteschi nei loro dialoghi e le trattatiste del Cinquecento e del Seicento. Rivolgendosi al suo antagonista ma a tutti gli uomini in generale l’autore del Trastullo sembra dunque proporre nel suo testo seppur in maniera giocosa, un modello differente di mascolinità. L’obiettivo del nostro studio è analizzare Il Trastullo delle donne di Faustino Perisauli all’interno della Querelle des Femmes. Il poemetto in ottave di Perisauli che costituisce la risposta al testo misogino Sonaglio delle donne composto da Bernardo Giambullari rappresenta uno dei pochi esempi di composizioni in versi nell’ambito del dibattito sulla dignità femminile già sviluppatosi nel Trecento con testi come “Ahi lasso che li boni e li malvagi” de Guittone d’Arezzo. Seguendo il suo esempio, Perisauli si autoproclama paladino del sesso femminile e confuta alcuni dei pregiudizi e delle accuse rivolte alle donne. Introduce tutta una serie di argomenti di cui si serviranno anche i “difensori delle donne” cinquecenteschi nei loro dialoghi e le trattatiste del Cinquecento e del Seicento. Rivolgendosi al suo antagonista ma a tutti gli uomini in generale l’autore del Trastullo sembra dunque proporre nel suo testo seppur in maniera giocosa, un modello differente di mascolinità.
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Rebelo, Michele Alves Correa, and Francieli Alves Correa Bizatto. "Partecipazione popolare: Riflessioni sul potenziale dell’innovazione nel servizio pubblico." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, October 21, 2020, 05–17. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/legge/potenziale-dellinnovazione.

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Abstract:
Il processo di democratizzazione ha ridotto il ruolo dello Stato. L’istituzionalizzazione di alcuni canali di consultazione e valutazione ha provocato riflessioni sull’efficacia della partecipazione popolare alla formulazione dei miglioramenti, all’attuazione di nuove politiche pubbliche e all’innovazione dei servizi pubblici. Il contributo democratico può avvenire attraverso consigli di gestione, uffici di difensori civici, audizioni pubbliche, tra gli altri. Pertanto, l’articolo cerca di individuare le possibilità di innovazione nel settore pubblico attraverso la partecipazione popolare. Per lo sviluppo di questo lavoro è stato utilizzato il metodo esplorativo di ricerca di natura qualitativa. L’importanza del tema si basa sulla necessità di comprendere le ambivale dei processi e degli atteggiamenti sociali degli attori coinvolti, sia nelle esperienze che innovano nella gestione della cosa pubblica, sia in quelle che mantengono invariate le pratiche tradizionalmente sviluppate. L’analisi si concentra sul potenziale di innovazione del servizio pubblico attraverso un’efficace partecipazione popolare, attraverso feedback e canali istituzionalizzati, con l’obiettivo di segnare la rottura dell’attuale modo di gestire. La partecipazione sociale può influenzare l’espansione degli spazi di partecipazione, l’inclusione di nuove richieste, il processo decisionale e, di conseguenza, l’innovazione nel settore pubblico. Nonostante la necessità di studi empirici e di ricerca per corroborare le dinamiche dell’innovazione del servizio pubblico attraverso l’effettiva partecipazione dell’utente.
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"Indagini difensive e accesso alla documentazione della P.A. : tra limiti codicistici, resistenze giurisprudenziali e nuovo Freedom of Information Act." Archivio penale, no. 2 (2018). http://dx.doi.org/10.12871/978883318030418.

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Stefanuto, Clelia, and Manuel Giardina. "Figure femminili nelle Facezie di Lodovico Domenichi." Cartaphilus. Revista de investigación y crítica estética, no. 19 (April 19, 2022). http://dx.doi.org/10.6018/cartaphilus.485451.

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Abstract:
This article analyses the various female figures in the Facezie collected and written by Ludovico Domenichi, in their facets, in their parody and ironic-popular representation, which changes according to the social context in which the anecdotes are set. The roles of men and women are often reversed, especially the peasant women, who appear as enterprising women, both in their use of words and in their gestures and attitudes, provoking comedy with their jokes at the end of a squabble with a man. The female figures always have the last word, winning the verbal debate with their opponents, and, together with the malmaritate or adulteresses for pleasure, find ample space in these tales. Given the variety of topics addressed in the Facezie, misogynistic accents coexist in them, but the defenders or champions of women, to whom Ludovico Dominichi feels he belongs, are also represented. Il presente articolo si occupa di analizzare, nelle Facezie raccolte e scritte da Ludovico Domenichi, le diverse figure femminili nelle loro sfaccettature, nella parodizzazione e nella loro rappresentazione ironico-popolare, che cambia in base al contesto sociale in cui sono ambientati gli aneddoti. I ruoli femminili e maschili vengono spesso ribaltati soprattutto tra le contadine, che si presentano come donne intraprendenti, tanto nell’uso del linguaggio quanto nei gesti ed atteggiamenti, provocando l’effetto comico che generalmente si incontra nella chiusura del battibecco con l’uomo. Le figure femminili hanno sempre l’ultima parola, vincendo il dibattito verbale con i loro avversari, e, assieme alle malmaritate o adultere per diletto, occupano una posizione di rilievo all’interno della trama. Data la varietà degli argomenti che affrontano le Facezie, in esse convivono accenti misogini ma anche filogini, rappresentati dai difensori e paladini delle donne, di cui Ludovico Dominichi si sente farne parte.
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Page, James. "RIVERBED, BANKS AND BEYOND: AN EXAMINATION OF ROMAN INFRASTRUCTURE AND INTERVENTIONS IN RESPONSE TO HYDROLOGICAL RISK IN THE PO–VENETIAN PLAIN." Papers of the British School at Rome, November 18, 2021, 1–30. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246221000258.

Full text
Abstract:
Water poses a particular challenge to the cities and settlements of the Po–Venetian plain. The region has some of the highest levels of precipitation in Italy and is criss-crossed by dozens of rivers, including the Po, Adige and Tagliamento. Throughout history, there was considerable hydrological risk to the well-being of riparian communities from hazards such as flooding and lateral channel movement, yet local residents did not sit idly by. This article synthesizes the available evidence for Roman responses to hydrological risk in the Po–Venetian plain from the first century BC to the sixth century AD, examining their workings and the hazards they sought to counteract, integrating them into wider discussions on risk in the Roman world. The responses are divided into the categories of defensive works (embankments and dykes) and channel interventions (channel rectification, channel diversion and dredging). While the effectiveness of these methods is questioned, in particular their potential to cause unintended changes to the watercourse, the decision by riparian communities to undertake them suggests a degree of local success. Nevertheless, an examination of the archaeological and palaeoclimatic evidence suggests a discrepancy between peak intervention and peak risk, implying increasing vulnerability and risk acceptance amongst riparian communities during late antiquity. L'acqua pone una particolare sfida alle città e agli insediamenti della pianura padano-veneta. La regione è caratterizzata da alcuni tra i più alti livelli di precipitazioni in Italia ed è attraversata da molti fiumi, tra cui il Po, l'Adige e il Tagliamento. Nel corso della storia, le comunità rivierasche hanno dovuto affrontare un notevole rischio idrologico legato a inondazioni e instabilità dei canali laterali. Gli abitanti dell'area non sono certamente rimasti a guardare. Questo articolo propone una sintesi delle evidenze disponibili relativamente alle risposte romane al rischio idrologico nella pianura padano-veneta dal I secolo a.C. al VI secolo d.C., esaminando il loro funzionamento e i pericoli che hanno cercato di contrastare, integrandole in più ampie discussioni sul rischio nel mondo romano. Le soluzioni individuate per arginare il rischio idrogeologico sono suddivise nelle categorie di opere difensive (argini e fossati) e interventi di canalizzazione (modifiche e deviazioni dei canali e dragaggio). Sebbene l'efficacia di questi metodi sia stata messa in dubbio, in particolare la loro possibilità di causare cambiamenti non intenzionali al corso d'acqua, la decisione delle comunità rivierasche di adottarli suggerisce un certo grado di successo locale. Tuttavia, un esame delle testimonianze archeologiche e paleoclimatiche suggerisce una discrepanza tra il picco di intervento e il picco di rischio, implicando una crescente vulnerabilità e un'accettazione del rischio tra le comunità rivierasche durante la tarda antichità.
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