Dissertations / Theses on the topic 'Difensore'

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VIANELLO, Alessandro. "IL DIFENSORE CIVICO." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2388790.

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Abstract:
The research aims to investigate the Australian Ombudsman of Commonwealth in order to understand if its experience is useful to relaunch the Italian Ombudsman. The opportunity to arrange a comparative study between Australia and Italy comes from a simple acknowledgement based on statistics: in Australia, a single Ombudsman is able to cover all the Commonwealth with very good results. In Italy, instead, an Italian national Ombudsman does not even exist and, despite of the commitment of many Regional Ombudsman, the results are really poor.
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CUNEO, Valentina. "La presa di contatto tra difensore e imputato in vinculis alla luce della direttiva 2013/48/UE." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2018. http://hdl.handle.net/11392/2488268.

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Abstract:
La materia dei colloqui dell’imputato in vinculis col difensore è disciplinata dall’art. 104 c.p.p. La disposizione regolamenta in termini formalmente rigorosi il rapporto di regola/eccezione che sussiste, rispettivamente, tra il diritto ai colloqui ed il suo differimento. Più nel dettaglio, solo specifiche ed eccezionali ragioni di cautela legittimano la dilazione del diritto di conferire col difensore. A seguito della riforma Orlando, peraltro, la deroga riguarda solo talune gravi forme di criminalità. L’interesse per le questioni sottese alla disciplina dei colloqui dell’indagato in vinculis si rinnova alla luce della direttiva n. 48 del 2013, che disciplina, per quanto ai presenti fini principalmente rileva, il diritto di accesso al difensore. La normativa europea attribuisce all’indagato in vinculis il diritto di incontrare in privato e di comunicare riservatamente col proprio legale, senza indebito ritardo dopo la privazione della libertà personale. Alcuni motivi imperativi possono giustificare una deroga temporanea a tale diritto, tra cui la «necessità indispensabile di un intervento immediato delle autorità inquirenti per evitare di compromettere in modo sostanziale un procedimento penale». Nel recepire la direttiva il legislatore non è intervenuto sull’art. 104. A livello astratto, in effetti, l’ordinamento nazionale risulta conforme agli obblighi europei. Tuttavia, alla luce dell’importanza riservata dalla direttiva all’effettività dei diritti in essa contemplati, l’atteggiamento del legislatore avrebbe dovuto essere diverso. Le letture giurisprudenziali della clausola derogatoria prevista dall’art. 104 sovvertono infatti, in maniera del tutto evidente, il rapporto di regola/eccezione tra esercizio immediato del diritto ai colloqui e sua dilazione. La direttiva n. 48 del 2013 (nonostante per alcuni aspetti sia deludente e forse addirittura al di sotto del livello di tutela apprestato dall’ordinamento CEDU) sotto determinati profili offre al diritto di difesa un livello di tutela più elevato rispetto all’ordinamento interno. Il lavoro di tesi si incentra sulla disamina dei vari aspetti di difformità tra livelli di garanzia nell’ordinamento interno e sovranazionale, per poi focalizzare l’attenzione sui rimedi posti dal diritto UE per risolvere i contrasti tra la norma nazionale ed europea. Oltre alla strada della procedura d’infrazione, extrema ratio dell’ordinamento europeo, si valuta in particolare la percorribilità dell’interpretazione conforme. Tale strumento esegetico consente di risolvere solo talune delle antinomie individuate. Rispetto ad altri profili, invece, i deficit di tutela sussistenti a livello nazionale non possono essere risolti ricorrendo all’esegesi conforme alla direttiva. Vi osta il tenore letterale delle disposizioni interne. Il primo limite dell’interpretazione conforme va infatti individuato nel divieto di giungere ad esegesi contra legem, poiché altrimenti l’attività ermeneutica si tradurrebbe in una vera e propria normazione mascherata. Nonostante determinati esiti interpretativi permettano di garantire l’effettività del diritto di difesa, non possono raggiungersi sacrificando il valore della legalità. Data l’impraticabilità dell’interpretazione conforme, la sola alternativa per risolvere i contrasti tra norma interna ed europea rimane la sottoposizione di una questione di costituzionalità alla Consulta. La disposizione italiana non in linea con quella della direttiva, infatti, si pone in contrasto con gli artt. 11 e 117 della Costituzione.
Article 104 of Italian Code of Criminal Procedure regulates the right to comunicate with a lawyer when the accused person is deprived of his liberty. The relationship between the right and its derogations is formally strict in terms of rule and exception. Only when excpetional circumstances occur it is possible to delay the contact between the suspect and his lawyer. Moreover, after a recent reform, derogations are limited only to certain serious criminal offences. For what is most important to the present purposes, the Directive 2013/48/UE ensures the right of access to a lawyer and provides that any accused person has the right to meet and communicate with a lawyer without undue delay after deprivation of liberty. Only some compelling reasons may allow temporary derogation to this right, such as the need of immediate action by the investigating authorities in order to prevent substantial jeopardy to criminal proceedings. When transposing the Directive, Italian legislator did not amend Art. 104. From a formal point of view, indeed, the internal level of protection of defense rights is compliant with European provisions. However, the Directive focuses on the effective aspects of the right of access to a lawyer and thus Italian legislator should have act differently. Italian Courts, indeed, interpreting Art. 104.3, literally overturn the relation of rule/exception formally existing between right to communicate with the lawyer and its derogations. Even if Directive 2013/48/UE is anything but ambitious to certain extent, to other extent it offers a greater protection if compared with Italian legal order. The thesis critically addresses the single aspects in which Italian provisions seem to breach European legislation. The attention is then drawn to the remedies offered by EU legal order to address inconsistencies between a Directive and a national provision. Besides infringement procedure, extrema ratio of EU legal order, it is specifically considered the possibility to interpret Italian provisions in a way consistent with EU Directive. Through consistent interpretation a number of analyzed issues can be solved. With regard to other issues, instead, the possibility to offer a consistent interpretation is not allowed because of the need to respect the rule of law principle, according to which no interpretation can overcome the literal meaning of a legislative provision. The only chance to solve the contrasts between EU norms and national law is thus to bring the issue before Italian Constitutional Court, which might declare the unconstitutionality of the internal provision because of the breach of Art. 11 and 117 of the Constitution.
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MEDDIS, DOMENICO FRANCESCO. "Il procedimento di esecuzione." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/36460.

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Abstract:
Oggetto d’indagine del presente lavoro è il procedimento di esecuzione disciplinato dall’art. 666 c.p.p., attraverso il quale il giudice dell’esecuzione statuisce sulle questioni attinenti al titolo esecutivo. L’analisi della procedura de qua – condotta mediante la costante verifica della tenuta costituzionale della disciplina codicistica, sotto il profilo della sua compatibilità con i canoni del “giusto processo” – è preceduta da un inquadramento storico-sistematico dell’esecuzione penale, volto a mettere in luce le tappe evolutive essenziali che hanno portato alla sua progressiva giurisdizionalizzazione. Segue, quindi, il vaglio delle cadenze procedurali del rito camerale: individuati i soggetti legittimati alla sua attivazione e i contenuti minimi della richiesta introduttiva, l’attenzione si sposta sulla fase preliminare all’udienza camerale, con specifico riguardo alla declaratoria d’inammissibilità della richiesta e alla forma e ai contenuti dell’avviso d’udienza. Particolare attenzione è poi riservata alla disciplina dell’udienza in camera di consiglio – che, specie sotto i profili della partecipazione dell’interessato e dell’assenza di pubblicità dell’udienza, è vagliata anche alla luce della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo – e all’esame del procedimento probatorio, la cui frammentaria normativa – già ad una prima lettura – svela problematiche del tutto particolari, soprattutto con riferimento al ruolo che sembrerebbe essere riservato dalle disposizioni in materia al giudice, in punto di iniziativa probatoria, e alle prove precostituite, ai fini della decisione. Segue l’analisi della fase decisoria del procedimento – con particolare riferimento ai profili contenutistici dell’ordinanza conclusiva e a quelli, peculiari, che connotano il giudicato esecutivo – e del ricorso per cassazione, unico rimedio esperibile avverso il provvedimento emesso dal giudice all’esito del procedimento. Chiude la trattazione l’esame del rito de plano di cui all’art. 667 c.p.p., quale procedura a contraddittorio eventuale e differito – attivabile nei casi espressamente previsti dalla legge – che si affianca al procedimento tipico per soddisfare esigenze di economia e di celerità processuale.
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ZANNONI, ILARIA. "La tutela penale delle indagini nell'Amministrazione della giustizia." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1058038.

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Abstract:
The Rocco code for the first time gave protection to the "good of justice" by dedicating to it a special title entitled "crimes against the Administration of justice". In particular, within this group of crimes, the cases that incriminate false statements not only to the judicial authority, but also to subjects who, although not part of it, operate in close collaboration with the organs of the jurisdiction or, more generally, of the judicial power, assume a certain importance. The purpose of this work is to analyze the lights and the shadows of this discipline by looking at the legislative interventions of the last thirty years, driven by our Constitutional Charter which has given greater value to the "good justice" as well as the pronouncements of the supreme courts.
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GARAVANI, CHIARA. "Lo "sciopero" dei difensori nel processo penale." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2018. http://hdl.handle.net/11571/1227790.

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Abstract:
Oggetto della presente tesi dottorale sono le implicazioni sul processo penale del fenomeno dell’astensione collettiva forense. La trattazione si apre dando conto dell’emersione delle proteste degli avvocati nella realtà giudiziaria quale strumento di pressione politica e mezzo di autotutela collettiva; sin da subito si evidenzia l’impatto che le suddette manifestazioni dispiegano su beni costituzionalmente protetti, come il diritto di difesa (art. 24 Cost.) e il principio di buon andamento della pubblica amministrazione (art. 97 Cost.). Alla luce di tale considerazione, ci si interroga circa la possibilità di ravvedere nell’astensione del difensore l’esercizio di un diritto garantito nella Costituzione: difatti, una simile qualificazione è presupposto indefettibile per il suo bilanciamento con i summenzionati interessi confliggenti. In questa prospettiva, si esaminano i risultati raggiunti dalla giurisprudenza costituzionale e le principali opinioni dottrinali; punto di approdo è la sentenza n. 171 del 1996, la quale riconosce dignità costituzionale del diritto di astensione collettiva in capo al difensore. Successivamente si illustrano le conseguenze che l’esercizio del diritto ad astenersi del difensore dispiega nell’ambito del processo penale. In particolare, si analizzano le molteplici problematiche – emerse soprattutto dopo l’entrata in vigore del codice del 1989 – che sono provocate dalle ripetute e prolungate astensioni collettive dei difensori (prescrizione, termini della misura cautelare, dilatazione della durata media dei processi), per poi esaminare le soluzioni - invero insoddisfacenti - che gli interpreti hanno elaborato in mancanza di una disciplina specifica. Quindi, si passano in rassegna i successivi orientamenti giurisprudenziali e gli interventi legislativi che hanno accordato all’istituto dell’adesione all’astensione collettiva una sistemazione definitiva. Nella prosecuzione della trattazione si illustrano i principali provvedimenti normativi intervenuti sul tema e gli approdi raggiunti dalla più recente giurisprudenza di legittimità, concentrando l’attenzione sui rapporti tra l’esercizio del diritto di azione collettiva dei difensori e le esigenze della giurisdizione penale. Si prende quindi atto del consolidamento, nel nostro ordinamento, del principio secondo il quale in tema di astensione collettiva dalle udienze si deve ritenere che il legislatore abbia provveduto “a monte”, ossia a livello di legge ordinaria e secondaria, a effettuare il necessario contemperamento tra il diritto di azione collettiva del difensore e gli altri diritti e valori costituzionali con quello confliggenti, sicché al giudice spetta un ruolo marginale, essendogli preclusa la possibilità di dirigere lo svolgimento del procedimento secondo un suo autonomo apprezzamento. In definitiva, il difensore ha oggi un vero e proprio diritto di astensione costituzionalmente tutelato; ne consegue, sul piano processuale, che l’atto di adesione del difensore a un’iniziativa collettiva di categoria integra una causa di rinvio non codificata, essendo la sua disciplina è contenuta nella legge n. 146 del 1990 e nelle ulteriori fonti secondarie a cui la stessa legge rinvia. Nella parte conclusiva del lavoro ci si interroga sulla tenuta costituzionale dell’attuale sistema alla luce soprattutto della legge n. 83 del 2000, che ha attribuito alla categoria forense il potere di dettare delle regole di contemperamento del diritto di astensione degli avvocati e dei diritti degli utenti. Tale sistema sembra lasciare del tutto impregiudicata la tutela degli altri diritti, non annoverabili tra quelli soggettivi inerenti alla persona. L’attenzione del legislatore appare, infatti, completamente assorbita dalla volontà di risolvere la contrapposizione tra i diritti dall’avvocatura e quelli dell’utenza, così trascurando le peculiari caratteristiche ed esigenze immanenti al processo penale.
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Calore, Mattia <1996&gt. "Alleanze difensive nel territorio euroasiatico: il caso della CSTO." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21454.

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Abstract:
La Guerra Fredda, oltre a vedere contrapposti Stati Uniti ed Unione Sovietica, ha avuto come protagonisti due organizzazioni militari difensive: l’occidentale NATO e l’orientale Patto di Varsavia. Si è soliti pensare che dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia ed il successivo crollo dell’Unione Sovietica, la NATO sia rimasta l’unica Organizzazione Internazionale specializzata nella difesa reciproca nel territorio europeo. Tuttavia, nel 2002, nello spazio post-sovietico, conosciuto anche con il nome di Eurasia, si è sviluppata un’alleanza militare difensiva che ha coinvolto alcuni Stati nati dalle ceneri dell’URSS. Questa organizzazione è conosciuta con il nome di Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva o CSTO. Negli ultimi anni, le tensioni tra Stati Uniti e Russia hanno scatenato l’ipotesi di una nuova Guerra Fredda, dove NATO e CSTO possono essere coinvolte, ma è davvero così? In questo elaborato, non solo si cercherà di rispondere a questa domanda, ma si analizzeranno i motivi che hanno spinto la Russia a creare questa organizzazione e come quest’ultima abbia agito nei principali eventi bellici che hanno coinvolto il territorio euroasiatico. Infine, si cercherà di capire la veridicità di due definizioni che descrivono la CSTO come la NATO russa o l’erede del Patto di Varsavia attraverso l’analisi di similitudini e differenze tra di loro.
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Mettica, V. F. "LA COOPERAZIONE INVESTIGATIVA NELL'UE E LE GARANZIE DIFENSIVE DELL'ACCUSATO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/371602.

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Abstract:
Ricostruite le forme della cooperazione investigativa in materia penale nel panorama europeo, anche alla luce dei più recenti sviluppi, sembra potersi concludere che, sebbene gli indicatori normativi testimonino una volontà di integrazione di strutture e apparati al fine di imporre regole giuridiche tendenzialmente uniformi, la dimensione applicativa registra ancora un limitato intervento del diritto dell'Unione Europea sul piano processuale, confinandolo negli ambiti della cooperazione su base volontaria e del principio del mutuo riconoscimento, così di fatto esasperando le difficoltà operative del coordinamento investigativo e dello scambio di dati a contenuto probatorio.
Completed the picture of the attitudes of European investigative cooperation in criminal matters, especially in light of recent developments, it seems possible to conclude that, although the regulatory indicators testify the volition to come to an integration of structures and systems in order to acquire uniform legal rules, the application still faces a limited intervention of the European law on the criminal procedural level, which is confined in the areas of voluntary cooperation and mutual recognition, exacerbating the operational difficulties of investigative coordination and exchange of evidential records.
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Di, Lieto Giuseppe <1966&gt. "Politiche attive del lavoro e ammortizzatori sociali in deroga: misure difensive o di promozione delle capacità?" Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5859/1/Di_Lieto_Giuseppe_Tesi.pdf.

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Abstract:
Il tema generale del dottorato di ricerca è l'analisi delle politiche di attivazione in Italia durante la crisi economica. La combinazione di politiche attive e passive del lavoro viene interpretata ricorrendo al quadro teorico proposto da Amartya Sen e basato sul concetto di capability. Abbiamo considerato le misure nazionali e regionali nel quadro delle linee guida europee e analizzato le tendenze verso l'empowerment dei beneficiari di politiche del lavoro attraverso il concetto di capability proposto da Sen. La ricerca empirica ha utilizzato diversi strumenti per la raccolta dei dati: focus group, un questionario inviato ad un campione di 1.200 lavoratori, e interviste.
The general theme of the Ph.D. thesis is the analysis of activation policies in Italy during the current economic crises. The combination of active and passive labour policies is interpreted recurring to the theoretical framework proposed by Amartya Sen and based on the concept of capability. We have considered the design of the national and regional measures in the framework of European guidelines and we have analyzed trends towards the empowerment of the beneficiaries of labour policies in the sense proposed by Sen with the concept of capability. The empirical research has used different tools for data collection: focus group, a questionnaire sent to a sample of 1,200 workers, and interviews.
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Di, Lieto Giuseppe <1966&gt. "Politiche attive del lavoro e ammortizzatori sociali in deroga: misure difensive o di promozione delle capacità?" Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5859/.

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Abstract:
Il tema generale del dottorato di ricerca è l'analisi delle politiche di attivazione in Italia durante la crisi economica. La combinazione di politiche attive e passive del lavoro viene interpretata ricorrendo al quadro teorico proposto da Amartya Sen e basato sul concetto di capability. Abbiamo considerato le misure nazionali e regionali nel quadro delle linee guida europee e analizzato le tendenze verso l'empowerment dei beneficiari di politiche del lavoro attraverso il concetto di capability proposto da Sen. La ricerca empirica ha utilizzato diversi strumenti per la raccolta dei dati: focus group, un questionario inviato ad un campione di 1.200 lavoratori, e interviste.
The general theme of the Ph.D. thesis is the analysis of activation policies in Italy during the current economic crises. The combination of active and passive labour policies is interpreted recurring to the theoretical framework proposed by Amartya Sen and based on the concept of capability. We have considered the design of the national and regional measures in the framework of European guidelines and we have analyzed trends towards the empowerment of the beneficiaries of labour policies in the sense proposed by Sen with the concept of capability. The empirical research has used different tools for data collection: focus group, a questionnaire sent to a sample of 1,200 workers, and interviews.
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Galanti, Federico. "Analisi dei vettori di attacco alle architetture a Microservizi e definizione di strategie di contrasto per i Blue Team." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22317/.

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Abstract:
Con la diffusione delle nuove architetture di sviluppo software, come Service-Oriented Architecture e Microservice, l’applicazione web cessa di essere un semplice programma su un server, ma diventa sempre più simile ad una rete di applicazioni che cooperano tra loro. Attualmente le minacce informatiche si fanno sempre più aggressive e feroci. Per evitare di diventare vittime in questo cambiamento architetturale, è necessario fornire conoscenza, metodi e strumenti per rendere sempre più efficaci i team di sicurezza informatica e scongiurare possibili minacce. Questa tesi rappresenta un documento di partenza per fornire metodi e strumenti adeguati per un Blue Team, i difensori. A questo proposito, verrà prima presentato lo stato dell’arte dell’architettura Microservice, con le tecnologie e la conoscenza alla base. Successivamente, si analizzeranno le vulnerabilità, le criticità e i vettori d’attacco a architetture a microservizi, e le differenze, in termini di sicurezza, con un’architettura monolitica, al fine di individuare una strategia generale con cui affrontare l’argomento di difesa di un’architettura a microservizi.
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RIGHI, SARA. "Ecologia e capacità difensive-offensive del verme di fuoco Mediterraneo Hermodice carunculata (Annelida), una specie in espansione." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2021. http://hdl.handle.net/11380/1241724.

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Abstract:
Il verme di fuoco Hermodice carunculata è un polichete anfinomide urticante diffuso nell’Oceano Atlantico orientale e nel Mediterraneo centrale e meridionale. Sebbene H. carunculata sia una specie termofila in aumento lungo le coste italiane, le informazioni disponibili su abitudini alimentari, ruolo ecologico e potenziali impatti sulle comunità bentoniche rocciose sono molto limitate. I principali obiettivi delle mie ricerche di Dottorato hanno riguardato lo studio della sinecologia, biogeografia ed ecologia chimica dei vermi di fuoco. Sono stati svolti esperimenti di predazione in laboratorio per investigare le interazioni tra esemplari mediterranei di H. carunculata ed altri invertebrati marini sessili o sedentari. I vermi di fuoco si sono rivelati predatori generalisti efficienti. Le loro capacità potrebbero essere dovute ad una combinazione di “armi” (dimensioni cospicue, chete urticanti e faringe estroflettibile succhiante), che sembrano uniche tra gli anellidi marini, e permetterebbero ad H. carunculata di far fronte a cambiamenti nella composizione delle comunità di prede e pressioni selettive dovute ai cambiamenti climatici in atto. Per valutare i migliori parametri morfometrici atti a stimare la taglia individuale dei vermi di fuoco, sono state analizzate variabili allometriche di popolazioni del sud Italia. Le analisi della regressione hanno suggerito l’esistenza di relazioni significative tra tratti allometrici, un dato chiave per studi futuri sulle dinamiche di popolazione. Inoltre, analisi di demografia storica su marcatori molecolari hanno confermato un recente evento di espansione in Puglia, incentivando ulteriori studi sulle popolazioni attuali di H. carunculata. Le informazioni esistenti sulla presenza dei vermi di fuoco sono state raccolte per capire i cambiamenti spazio-temporali avvenuti finora lungo le coste italiane. L’integrazione di diverse fonti ha permesso di ricostruire gli shifts verificatisi negli ultimi 50 anni, coerenti con il trend di aumento delle temperature superficiali del Mediterraneo. Questi risultati forniscono importanti conoscenze sull’espansione di H. carunculata, supportando una futura diffusione verso il Mediterraneo settentrionale ed occidentale. Gli anfinomidi sono famosi per le loro chete dorsali urticanti (notochete), ma non è ancora chiaro se la causa dell’irritazione sia meccanica o chimica. Inoltre, la composizione delle chete non è stata studiata finora e forti dibattiti sono in corso sulla loro struttura interna. La composizione chimica e mineralogica, l’ultrastruttura e la struttura esterna delle chete di H. carunculata sono state esaminate. Al SEM, le notochete risultano cave e potrebbero veicolare tossine. Per determinare la presenza e localizzazione di sostanze deterrenti, sono state testate diverse parti del corpo di H. carunculata coinvolte in interazioni inter-specifiche. Mediante feeding bioassays, sono state valutate palatabilità verso un consumatore generalista ed azione deterrente al contatto con prede dei vermi di fuoco. I risultati hanno evidenziato che solo le notochete sono deterrenti. Ad oggi, l’unica sostanza infiammatoria isolata da un anfinomide è la “complanina”, un composto trimetil-ammonio. Analisi LC-MS/MS ad alta risoluzione ed NMR hanno suggerito la presenza di composti correlati alla complanina in tutti i distretti corporei dei vermi di fuoco ed in misura molto minore in altri policheti, mentre sembrano assenti in cnidari, molluschi, echinodermi e tunicati. Alla base dell’irritazione provocata dai vermi di fuoco vi è una sinergia tra danno meccanico e rilascio di un veleno. Questa peculiarità supporterebbe il successo dei vermi di fuoco negli ambienti bentonici marini, migliorando notevolmente le conoscenze sull’ecologia chimica degli anfinomidi.
The bearded fireworm Hermodice carunculata is an amphinomid stinging polychaete widespread in the Eastern Atlantic Ocean, and in the Central and Southern Mediterranean Sea. Whereas H. carunculata is a thermophilic species increasing in abundance along the Italian peninsula, very little information is available on its feeding habits, ecological functions and potential impacts on rocky benthic communities. The main goals of my PhD research activity were the investigation of fireworm sinecology, biogeography and chemical ecology. Laboratory feeding experiments were performed to investigate interactions between Mediterranean H. carunculata and species of sessile or sedentary marine invertebrates. Fireworms proved to be voracious generalist predators. Their predatory ability may be due to a combination of several 'weapons' (large size, motility, stinging chaetae and eversible, sucking pharynx), which seems unique among marine worms and could enable H. carunculata to persist also after radical changes in prey community composition and withstand selective pressures associated to ongoing environmental changes. Populations from South Italy were analyzed using allometric variables to assess the best morphometric parameters to estimate individual size. Regression analyses suggested the existence of significant relationships among allometric traits, a key information for future studies on fireworm population dynamics. Besides, demographic history analysis on molecular markers confirmed a recent expansion event in Apulia, as a crucial step forward in the study of present-day H. carunculata populations. An exhaustive collection of existing information on fireworm presence was examined to investigate the spatiotemporal changes that have occurred in H. carunculata abundances and distribution along the Italian coasts so far. The integration of different data sources allowed the reconstruction of the shifts that have happened over the last 50 years, which are coherent with the consistent warming trend of Mediterranean Sea surface temperatures. These findings provide unique insights into the expansion of H. carunculata, supporting future spreading throughout the Northern and Western Mediterranean. Amphinomid fireworms are notorious for their stinging dorsal bristles (notochaetae), but if the cause of the irritation is merely mechanical or chemical is still unclear. Besides, chaetae composition has not been investigated to date and strong debates are ongoing on their internal structure. The chemical and mineralogical composition, the ultrastructure and the external structure of H. carunculata chaetae were examined for the first time. SEM micrographs showed that the notochaetae are hollow and may be able to vehicle toxins. To determine whether and where chemical or structural deterrents were present, different H. carunculata body parts involved in inter-specific interactions were tested. Feeding bioassays were performed to assess palatability against generalist consumers and deterrent action on contact with fireworm prey. The results highlighted that only the notochaetae display deterrent activity. To date, the only acute inflammation inducer isolated from an amphinomid is “complanine”, a trimethylammonium compound. High-resolution LC-MS/MS and NMR analyses suggested the presence of complanine-related compounds in all fireworm body parts and in other polychaetes, but in a far lesser extent, while they seem absent in cnidarians, mollusks, echinoderms and tunicates. The urticating system of fireworms is triggered by a synergy between mechanical injury and venom release. This unique feature could support the success of fireworms in marine benthic environments and significantly improves knowledge on the chemical ecology of amphinomids.
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Piermartini, Gabriele <1966&gt. "La prova penale nelle indagini difensive. Analisi comparata degli strumenti processuali concessi alla difesa nei sistemi italiano e statunitense." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7220/1/PIERMARTINI_GABRIELE_TESI.pdf.

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Abstract:
L’elaborato si occupa di fare il punto in materia di indagini difensive a tre lustri dall’entrata in vigore della legge n. 397/2000, epilogo di un lungo processo evolutivo che ha visto da un lato, una gestazione faticosa e travagliata, dall’altro, un prodotto normativo accolto dagli operatori in un contesto di scetticismo generale. In un panorama normativo e giurisprudenziale in continua evoluzione, i paradigmi dettati dagli artt. 24 e 111 della Costituzione, in tema di diritto alla difesa e di formazione della prova penale secondo il principio del contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, richiedono che il sistema giustizia offra sia all’indagato che all’imputato sufficienti strumenti difensivi. Tenuto conto delle diversità che caratterizzano naturalmente i ruoli dell’accusa e della difesa che impongono asimmetrie genetiche inevitabili, l’obiettivo della ricerca consiste nella disamina degli strumenti idonei a garantire il diritto alla prova della difesa in ogni stato e grado del procedimento, nel tentativo di realizzare compiutamente il principio di parità accusa - difesa nel processo penale. La ricerca si dipana attraverso tre direttrici: l’analisi dello statuto sulle investigazioni difensive nella sua evoluzione storica sino ai giorni nostri, lo studio della prova penale nel sistema americano e, infine, in alcune considerazioni finali espresse in chiave comparatistica. Le suggestioni proposte sono caratterizzate da un denominatore comune, ovvero dal presupposto che per contraddire è necessario conoscere e che solo per tale via sia possibile, finalmente, riconoscere il diritto di difendersi indagando.
The paper is concerned with making the point in defensive investigations fifteen years after the entry into force of Law no. 397/2000, the epilogue of a long evolutionary process that has seen the one hand, a laborious and troubled gestation, on the other hand, a regulatory product welcomed by operators in the context of a general skepticism. In an evolving regulatory landscape, the paradigms dictated by Articles. 24 and 111 of the Constitution, concerning the right to defense and training of criminal evidence according to the adversarial principle between the parties on an equal footing, requiring that the justice system has support for both the suspect that the accused sufficient defensive tools. Given the diversity across the course of the prosecution and defense roles that present genetic and inevitable asymmetries, the aim of the research is the examination of the instruments that guarantee the right to evidence of the defense in any stage of the proceedings, in an attempt to fully realize the equal's principle between accused and defense in criminal trials. The research unfolds through three areas: the analysis of the Statute on the defensive investigations in its historical evolution to the present day, the study of criminal evidence in the American system and, finally, in some final thoughts expressed in a comparative key. The suggestions offered are characterized by a common denominator, that for contradicting you need to know and that only in this way it is possible, finally, to recognize the right to defend themselves investigating.
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Piermartini, Gabriele <1966&gt. "La prova penale nelle indagini difensive. Analisi comparata degli strumenti processuali concessi alla difesa nei sistemi italiano e statunitense." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7220/.

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Abstract:
L’elaborato si occupa di fare il punto in materia di indagini difensive a tre lustri dall’entrata in vigore della legge n. 397/2000, epilogo di un lungo processo evolutivo che ha visto da un lato, una gestazione faticosa e travagliata, dall’altro, un prodotto normativo accolto dagli operatori in un contesto di scetticismo generale. In un panorama normativo e giurisprudenziale in continua evoluzione, i paradigmi dettati dagli artt. 24 e 111 della Costituzione, in tema di diritto alla difesa e di formazione della prova penale secondo il principio del contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, richiedono che il sistema giustizia offra sia all’indagato che all’imputato sufficienti strumenti difensivi. Tenuto conto delle diversità che caratterizzano naturalmente i ruoli dell’accusa e della difesa che impongono asimmetrie genetiche inevitabili, l’obiettivo della ricerca consiste nella disamina degli strumenti idonei a garantire il diritto alla prova della difesa in ogni stato e grado del procedimento, nel tentativo di realizzare compiutamente il principio di parità accusa - difesa nel processo penale. La ricerca si dipana attraverso tre direttrici: l’analisi dello statuto sulle investigazioni difensive nella sua evoluzione storica sino ai giorni nostri, lo studio della prova penale nel sistema americano e, infine, in alcune considerazioni finali espresse in chiave comparatistica. Le suggestioni proposte sono caratterizzate da un denominatore comune, ovvero dal presupposto che per contraddire è necessario conoscere e che solo per tale via sia possibile, finalmente, riconoscere il diritto di difendersi indagando.
The paper is concerned with making the point in defensive investigations fifteen years after the entry into force of Law no. 397/2000, the epilogue of a long evolutionary process that has seen the one hand, a laborious and troubled gestation, on the other hand, a regulatory product welcomed by operators in the context of a general skepticism. In an evolving regulatory landscape, the paradigms dictated by Articles. 24 and 111 of the Constitution, concerning the right to defense and training of criminal evidence according to the adversarial principle between the parties on an equal footing, requiring that the justice system has support for both the suspect that the accused sufficient defensive tools. Given the diversity across the course of the prosecution and defense roles that present genetic and inevitable asymmetries, the aim of the research is the examination of the instruments that guarantee the right to evidence of the defense in any stage of the proceedings, in an attempt to fully realize the equal's principle between accused and defense in criminal trials. The research unfolds through three areas: the analysis of the Statute on the defensive investigations in its historical evolution to the present day, the study of criminal evidence in the American system and, finally, in some final thoughts expressed in a comparative key. The suggestions offered are characterized by a common denominator, that for contradicting you need to know and that only in this way it is possible, finally, to recognize the right to defend themselves investigating.
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Cennamo, Alice <1977&gt. "Le investigazioni difensive e le attività di Polizia Scientifica: correlazioni e divergenze normative e metodologiche ed analisi degli ambiti di applicazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2810/1/CennamoAliceTesi.pdf.

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Cennamo, Alice <1977&gt. "Le investigazioni difensive e le attività di Polizia Scientifica: correlazioni e divergenze normative e metodologiche ed analisi degli ambiti di applicazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2810/.

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DE, LUCA CARLOTTA. "L'ORDINE EUROPEO D'INDAGINE PENALE: DISCIPLINA NORMATIVA E PRIME ESPERIENZE APPLICATIVE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2022. http://hdl.handle.net/2434/919437.

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Abstract:
L’ordine europeo di indagine penale, introdotto dalla direttiva 2014/41/UE, è uno strumento di cooperazione giudiziaria nel settore delle prove divenuto imprescindibile a fronte della crescente dimensione transnazionale assunta dalla criminalità, quale conseguenza dell’evaporazione dei confini geografici nello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell’Unione europea. La direttiva sovranazionale, recepita nell’ordinamento italiano attraverso il d.lgs. n. 108 del 2017, ha dato vita a un istituto avente natura ibrida, animato dal principio del reciproco riconoscimento, che conserva, al contempo, alcuni tratti tipici della mutua assistenza giudiziaria tradizionale, nel tentativo di coniugare l’efficienza investigativa e la tutela delle garanzie fondamentali. Sullo sfondo di un contesto caratterizzato dall’assenza di armonizzazione tra le regole processuali e probatorie nazionali, il meccanismo di acquisizione della prova all’estero ruota attorno al principio di proporzionalità, che prende forma nel giudizio di bilanciamento, da condursi in concreto tenendo conto delle peculiarità del caso, tra le esigenze connesse all’accertamento del reato e il sacrificio imposto ai diritti delle persone a vario titolo coinvolte nelle procedure di emissione ed esecuzione dell’ordine. La presente tesi di dottorato intende fornire un’analisi a trecentosessanta gradi dell’ordine europeo d’indagine, prendendo le mosse dalla disciplina normativa, con l’obiettivo di mettere in luce le principali problematiche emerse nelle sue prime esperienze applicative e individuare soluzioni in grado di accorciare le distanze che separano teoria e prassi. A tal fine, ampio spazio è dedicato alla ricostruzione delle prime pronunce giurisprudenziali rese sul tema dalla Corte di giustizia e dalla Corte di cassazione, che rivelano complessivamente la tendenza a prediligere le istanze di efficienza investigativa a scapito dei diritti della difesa, per poi esporre, in chiave critica, alcuni casi pratici selezionati presso le Procura della Repubblica di Milano e di Monza
The European criminal investigation order, introduced by Directive 2014/41/EU, is an instrument of judicial cooperation in the field of evidence, which has become necessary, given the growing transnational dimension of crime as a result of the sublimation of geographical boundaries in the European Union's Area of Freedom, Security and Justice. The supranational directive, implemented by Italian Legislative Decree no. 108 of 2017, has given rise to a construct of hybrid nature, inspired by the principle of mutual recognition, which maintains, at the same time, certain features typical of traditional mutual legal assistance, in an attempt to combine investigative efficiency and protection of fundamental guarantees. In an underlying backdrop still characterized by the absence of harmonization of national procedural and evidentiary rules, the mechanism for adducing evidence in a foreign country revolves around the principle of proportionality, which in turn takes shape in the context of a balancing judgement - to be conducted in the actual case and taking into consideration the specificities of such case - between the needs related to the detection of crime and the sacrifices imposed on the rights of the persons involved, for various reasons, in the procedures aimed at issuing and executing the relevant order. This doctoral thesis intends to provide a comprehensive analysis of the European Investigation Order, beginning with its legal framework, for the purposes of highlighting the main problems that have emerged in its early-stage enforcement and of identifying solutions capable of shorten the gap between theory and practice. To this end, a large space is firstly dedicated to the analysis of the early case-law rendered by the Court of Justice and by the Italian Court of Cassation on this theme, which reveals the overall tendency to prefer purposes of investigatory efficiency to the detriment of defense rights; secondly, this thesis critically evaluates some practical cases selected at the Public Prosecutor's Office of Milan and Monza.
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