Dissertations / Theses on the topic 'DIDATTICA E PEDAGOGIA SPERIMENTALE'

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1

Tovazzi, Alice <1992&gt. "Didattica della matematica alla scuola primaria : il possibile contributo della scienza 'mente, cervello e didattica'." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/19515.

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Abstract:
Didattica della Matematica e prassi didattica hanno subito nel corso degli ultimi due secoli uno scollamento a detrimento della seconda. Questa tesi è un tentativo nella direzione di fare luce su una delle possibili spiegazioni di questa frattura. Con uno sguardo pedagogico, e non matematico, è stato quindi osservato il processo di insegnamento-apprendimento all’interno di sei diverse classi afferenti a due scuole primarie, allo scopo di verificare come differenti tecniche didattiche possano o meno coniugarsi con l’orientamento pedagogico e didattico dei docenti e con i bisogni educativi espressi dagli alunni. In particolare è stato adottato l'approccio della scienza Mente, cervello e didattica, che offre strumenti e metodologie capaci di estendere le conoscenze finora raggiunte. I risultati ottenuti costituiscono un primo riferimento riguardo alla relazione tra l'applicazione di tecniche didattiche elaborate in contesti accademici e il loro grado di accoglimento nella prassi scolastica.
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2

Tedesco, Ines. "Comunicazione didattica e mediazione educativa. La generazione creativa della conoscenza." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/256.

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Abstract:
2009 - 2010
Il mio programma di ricerca intraprende un'analisi approfondita dell'educazione cognitiva e del Metodo Feuerstein, attraverso una fitta rete di contributi interdisciplinari, per comprenderne le logiche sottese e verificarne la praticabilità. Durante il primo anno di ricerca, ho svolto un'approfondita analisi bibliografica, allo scopo di delineare la matrice teorico-scientifica del progetto. Per tale ragione, ho seguito un corso di formazione al Metodo Feuerstein per l'applicazione del Programma di Arricchimento Sirutturaie di I livello, presso il Centro per l'Apprendimento Mediato di Rimini, patrocinato dall'Inlernalional Center for the Enhancement of Learning Potential di Israele. Durante il corso, ho avuto modo di approfondire le metodologie e gli strumenti del PAS, al fine di impostare correttamente il mio programma di ricerca. Reuven Feuerstein è una delle figure più importanti nello scenario contemporaneo delle scienze dell'educazione e della psicologia cognitiva. La sua prospettiva teorica, definita Interazionismo Sociale, si inquadra all'interno del cognitivismo, del costruttivismo e della psicologia umanistica. Il Metodo si caratterizza come uno dei primi approcci metacognitivi apparsi in ambito educativo e riabilitativo ed è attualmente sperimentato in tutte quelle situazioni in cui è necessario potenziare le risorse umane, come il campo educativo, aziendale e riabilitativo. Le teorie di Feuerstein sono contraddistinte da una grande fiducia nella modificabilità umana e da una visione ottimistica delle situazioni di difficoltà cognitiva. Nessun individuo raggiunge mai la piena estensione delle sue potenzialità intellettive, ma può continuare ad evolversi lungo tutto l'arco della vita, a prescindere dall'età, dallo status socio-culturale e dalla natura dei suoi deficit. L'ipotesi di una mediazione educativa ideale, che accolga il soggetto all'interno di un sistema reticolare di conoscenze e competenze trasversali, si rende necessaria per deternlinare i principi regolatori di un "ambiente modificante", che coinvolga le agenzie formative e fornisca al discente un orientamento di senso. L'apprendimento nella società complessa è una modalità strutturale della vita, un investimento a lunga scadenza che implica un'attività consapevole, intenzionale e collettiva. Le esperienze scolastiche e lavorative non riguardano l'esecuzione routinaria di script comportamentali, piuttosto la gestione di una realtà mutevole e sfuggente, che richiede con impellenza nuove abilità e saperi emergenti. Tale logica impone all'individuo l'esigenza di riprogettarsi continuamente m una costante e faticosa attività di co-costruzione dialogica ed esperienziale delle conoscenze. Se la concezione de]]' apprendimento legata alla modernità è definita dalla logica lineare del rapporto causa-effetto, facilmente declinabile in termini di progettazione, programmazione, somministrazione e monitoraggio, il neoapprendimento postmodemo decreta un' appropriazione generativa di saperi in cui tutti i punti di riferimento, che attribuivano solidità al mondo e favorivano la selezione delle strategie di vita, esplodono in una moltiplicazione indiscriminata di prospettive. I recenti studi dello statista americano James J. Heckmann, premio Nobel per l'economia nel 2000 e direttore del Centre far Social Program Evaluation, hanno evidenziato come negli ultimi decenni il rapporto tra apprendimento ed esiti formativi sia profondamente mutato. Nello specifico, le sue ricerche dimostrano come i successi individuali siano maggiormente influenzati dalle esperienze sociali, piuttosto che dai risultati apprenditivi ottenuti a scuola. Il fatto che la maggior parte dell'apprendimento individuale si realizzi in contesti extra-scolastici conferma llilcora una volta l'attualità delle teorie di Lev Semenovic Vygotskij sul ruolo dell'interazione sociale nello sviluppo del pensiero del bambino... [a cura dell'autore]
IX n.s.
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3

Generosa, Manzo. "Sviluppo delle tecnologie informatiche e applicazione nella didattica e nella formazione." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2013. http://hdl.handle.net/10556/1016.

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Abstract:
2011 - 2012
Il lavoro analizza la relazione tra sviluppi conoscitivi e neotecnologie nella società odierna, prestando particolare attenzione alle emergenze educative sollevate dal web learning e dal consumo mediale soprattutto da parte dei nativi digitali. Le dinamiche educative degli ultimi decenni sono state condizionate dall’avvento dei media digitali, di conseguenza i confini tra ambiti formali, informali e non formali sono notevolmente mutati. Il web si rivela l’ambiente di apprendimento preferito dai giovani, poiché prefigura uno scenario in cui ciascun internauta si confronta con una molteplicità di vedute, compartecipa operosamente alla costruzione dei saperi e, soprattutto, esplora dinamiche affettive e socio-relazionali finora sconosciute. La convergenza, la compartecipazione e l’interattività offerte dai media digitali interrogano un consumatore sempre più competente nella creazione e nel consumo di contenuti trans-mediali, dinamico e smaliziato nell’accedere, preferire e rimaneggiare le informazioni1. Alla scuola, quindi, è consegnato l’incarico di offrire ai nativi digitali gli strumenti per orientarsi nei nebulosi spazi della rete. L’individuo sperimenta una dimensione a-topica e a-temporale, in cui domina l’ipersocialità2. Le relazioni sono contrassegnate dalla dialettica consumo-loisir e la comunicazione diventa “transmediale”, le informazioni sono traghettate da un medium all’altro, valorizzando ad ogni passaggio il contributo del prosumer. A tale proposito, è utile ricordare un articolo del 2007 di Peter Gritton il quale sostiene che la “pregiudiziale dell’apprendimento significativo” è una mente allenata alla scoperta, ovvero disponibile e aperta alle nuove conoscenze3. Come scrive il sociologo contemporaneo Mario Morcellini, «lo sviluppo del sapere è da sempre contraddistinto da strettoie e criticità che, tuttavia, gli individui non sempre sono in grado di leggere e sottoporre a processi di consapevolezza»4. È necessario, dunque, che l’educazione istituzionale individui e ottimizzi le pratiche attraverso le quali i discenti si appropriano dei media, costruendo la propria identità attraverso percorsi conoscitivi soggettivi e personalizzabili, ma anche dialogici e comunitari. L'invadenza neotecnologica sembra indicare l’indeterminatezza, la pluralità, la variabilità come tratti irriducibili della contemporaneità; la rete radicalizza tali sviluppi, alimentando il conflitto tra intelligenze collettive e singolari, tra comunità di pratica ed internauta, tra social e personal learning environment. È indispensabile, dunque, analizzare lo scenario mediale, come luogo di creazione, scambio e condivisione di significati, emozioni e comportamenti. Per raggiungere questo obiettivo è necessario sviluppare un meta-linguaggio critico, con il quale rappresentare ed esprimere i cambiamenti sociali, riflettendo anche sull’estetica del loisir e della dimensione ludica che sono sempre più coinvolti nei processi di insegnamento-apprendimento. La digital literacy rappresenta un tema educativo cruciale per lo sviluppo della società della conoscenza, nella doppia accezione di multi-alfabetizzazione, necessaria ad esercitare una cittadinanza digitale consapevole, e di forma mentis che opera come agente di innovazione cognitiva5. La digital literacy ridisegna lo scenario educativo, indicando il web 2.0 come un ambiente privilegiato per l’integrazione tra formale/informale e sociale/personale6. Se in rete l’apprendimento nasce dalle reali esigenze dell’utente e dai suoi concreti bisogni conoscitivi, affiora il problema dell’autoregolazione e della metacognizione come strategie cognitive. 1 Jenkins H. (2010), Culture partecipative e competenze digitali: media education per il XXI secolo, trad. it., Guerini, Milano 2011. 2 Cfr. Fabbrini A., Melucci A., L’età dell’oro. Adolescenti tra sogno ed esperienza, Feltrinelli, Milano 2008. 3 Gritton J. (2007), Of Serendipity, Free Association and Aimless Browsing: Do They Lead to Serendipitous Learning? in http://www.education.ed.ac.uk, consultato il 21 settembre 2012. 4 Morcellini M. (a cura di), La scuola della modernità. Per un manifesto della media education, Franco Angeli, Milano 2004, p. 16. 5 Banzato M., Ditital literacy. Cultura ed educazione per la società della conoscenza, Bruno Mondadori, Milano 2011. 6 Bonaiuti G. (a cura di), E-learning 2.0. Il futuro dell’apprendimento in rete tra formale e informale, Erikson, Trento 2006. [a cura dell'autore]
XI n.s.
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4

Desiderio, Anna Chiara. "La ricerca didattica sull’e-learning: temi, modelli e prospettive." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/246.

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Abstract:
2009 - 2010
All’interno del processo generale che vede la crescita esponenziale del fenomeno dell’online in diversi ambiti della vita, della partecipazione sociale e politica, dell’economia e della conoscenza, il campo di esplorazione di questa ricerca è stata la didattica universitaria, per osservare l’impatto che l’e-learning, elevata a nuova area di ricerca teorica e di applicazione, sta avendo nella ristrutturazione del contesto universitario, non sotto il profilo istituzionale e burocratico, ma in termini di strategie appropriate per la gestione del fenomeno, attraverso configurazioni tecnologiche innovative e svolte didattiche e metodologiche, da porsi come risposta alle sfide presentate dall’attuale quadro storico sociale e culturale. Lo studio, l’osservazione e l’analisi condotta nei tre anni di ricerca, in linea con il progetto presentato relativo all’individuazione dei metodi e dei modelli più adeguati alla didattica delle discipline in corsi universitari in modalità e-learning, hanno avvalorato l’ipotesi che l’elearning sia una soluzione ormai diffusamente adottata nei percorsi di istruzione superiore. In funzione del perseguimento dell’obiettivo della ricerca, la fattiva collaborazione col Laboratorio didattico eLearning_Lab (www.eformazione.unisa.it) della Facoltà di Scienze della Formazione si è rivelata preziosa perché l’integrazione opportuna tra risorse umane e tecniche mi ha consentito di sperimentare su campo gli studi teorici, di applicare teorie e metodologie dell’apprendimento online, di analizzare metodi e 5 strumenti e di distinguere il significato dei termini e-learning, blended learning, web-enhanced learning illustrando per ciascuna modalità formativa le caratteristiche specifiche, i contesti applicativi, le strategie didattiche, le scelte tecnologiche. Il contatto diretto con i docenti mi ha permesso di comprendere come le diverse teorie dell’apprendimento influenzano i modi di progettare l’e-learning e quali assunzioni sull’apprendimento si fanno scegliendo date strategie didattiche e dati mezzi. Inoltre ho avuto la possibilità di cogliere quali competenze psico-pedagogiche, didattiche, metodologiche e tecnologiche sono necessarie e indispensabili per progettare e gestire un efficace corso in rete che divenga il luogo, il mezzo e il contesto sociale dell’apprendimento (Harasim, 1990; Draves, 2000) e si presenti come possibilità di personalizzazione dei percorsi di apprendimento, opportunità di coinvolgimento dei soggetti in attività cooperative e collaborative, incremento del senso di presenza (Palloff & Pratt, 2007) e di appartenenza. [a cura dell'Autore]
IX n.s.
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5

Cioffi, Maria. "Dialogo interculturale e didattica: il luogo d’incontro per la formazione degli alunni stranieri. L’importanza pedagogica della narrazione." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/1523.

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Abstract:
2009 - 2010
lavoro posto in essere in questo scritto è rivolto all‟analisi dei motivi che in questi decenni hanno fortemente influenzato e mutato il volto dell‟educazione. Tali motivi sono da ricercarsi nel fatto che alcuni obiettivi educativi sono divenuti prioritari, il sistema “classe” è diventato sempre più articolato ed eterogeneo e, soprattutto che la ricerca psicopedagogica ha mutato il panorama dei temi della cognizione, dell‟insegnamento e dell‟apprendimento. Una delle ragioni che hanno fortemente influenzato il modo di approcciarsi alla vita “didattica” della classe è da ricercare, nel rapporto esistente fra le diverse culture all‟interno di una società che è divenuta e continua a plasmarsi e configurarsi sempre più come multietnica. Oggi è noto che la diversità e le differenze culturali in classe siano fonte di risorsa e non di ostacolo. L‟educazione interculturale, che rappresenta la “traduzione” didattica della pedagogia interculturale, è una prospettiva di ricerca e una prassi pedagogica che nasce dalla necessità di un inserimento attivo degli allievi stranieri nella scuola e da un ripensamento critico dei saperi fondamentali attualmente insegnati. Essa non è una nuova materia né una pedagogia speciale per stranieri; si configura, al contrario, come un nuovo asse educativo rivolto in primo luogo ai paesi di “accoglienza” e volto a modificare abiti cognitivi e comportamenti degli indigeni e degli stranieri... [a cura dell'Autore]
IX n.s.
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6

Feola, Elvia Ilaria. "Mobile learning ed ecologia convergente. Sperimentazione didattica, ambienti di apprendimento e mobile devices." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/302.

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Abstract:
2010 - 2011
OBIETTIVI DELLA RICERCA La ricerca intende comprendere le differenti pratiche di consumo delle nuove tecnologie da parte di studenti della facoltà di scienze della formazione. Lo scopo e quello di realizzare una nuova forma di apprendimento multimediale erogabile attraverso telefoni cellulari, che sia interattiva, altamente coinvolgente, efficace ed efficiente e che l’utente né possa usufruire ogni volta che lo desideri o che abbia la possibilità di impegnarsi in attività di apprendimento, ovunque esso si trovi. DESCRIZIONE DELLA RICERCA Nello specifico si desidera sperimentare l’utilizzo di mobile device per la fruizione di un ambiente formativo di tipo adattivo, implementando una didattica strutturata per la condivisione anywhere and anytime di contenuti, strumenti e processi. Attraverso un learning environment declinabile su mobile device, gli studenti mettono in atto un processo apprenditivo on demand, strutturando i propri ambienti in base alle personali esigenze e preferenze di fruizione, dando vita ad un percorso conoscitivo riqualificante e rinforzante, strutturato su processi di apprendimento interattivo, riflessivo e metacognitivo. Un percorso che non sia lineare e segmentato, ma bensì, ricorsivo e reticolare, in cui l’allievo possa autodeterminare, attraverso la molteplicità delle piste percorribili, il proprio percorso e parte degli obiettivi stessi. Gli utenti sono coinvolti sul piano cognitivo ed affettivo-relazionale, attraverso l’utilizzo di bacheche virtuali, blog, personal space e giochi didattici collaborativi/competitivi, che si slegano dal semplice travaso disciplinare per procedere a spirale. Si rimanda così ad una maturazione costante. L’utilizzo dei mobile device nei contesti informali attribuisce ai media una connotazione ludica, semplificandone l’impiego in ambienti formali. Ricostruendo la linea evolutiva della formazione supportata dalle TIC si potrebbe affermare che attraverso l’e-learning è stato possibile distribuire la formazione direttamente sulla scrivania dei dipendenti; grazie al mobile learning è possibile mettere a disposizione il training, le informazioni, l’archivio dati, il know-how del gruppo; invece con il wireless mobile learning è possibile aggiornare il training, le informazioni ed i dati “in mano” agli studenti ovunque essi si trovino. Il m-learning consente, infatti, un apprendimento notevolmente flessibile e dinamico, offrendo allo studente la possibilità di apprendere ovunque ed in qualsiasi momento attraverso molteplici risorse e strumenti personalizzabili. Grazie al mobile learning è possibile mettere a disposizione il training, le informazioni, l’archivio dati, il know-how del gruppo; e con il wireless mobile learning è possibile aggiornare il training, le informazioni ed i dati “in mano” agli studenti ovunque essi si trovino. Con il mobile learning, infatti, si ha una vera e propria rivoluzione per la formazione a distanza, in quanto diventa possibile fare formazione anche fuori sede, lontani dall’università, in treno, o semplicemente distesi su di un prato. In questo modo la fase di apprendimento non è più vincolata ad un luogo con caratteristiche specifiche, infatti, questo tipo di tecnologia, si adatta molto bene alle esigenze degli studenti che sono spesso in movimento, spostandosi tra le classi, le biblioteche e la loro casa. Si da vita così, ad un apprendimento potenzialmente onnipresente che prescinde dal tempo e dallo spazio. Gli studenti, in qualsiasi situazione si trovino, potranno disporre delle informazioni pertinenti al momento opportuno, non dovranno più raggiungere il luogo deputato all’apprendimento, ma saranno invece raggiunti nel posto in cui si trovano, alla fermata dell’autobus, a casa o durante il tragitto in treno per recarsi al lavoro. Diventano così potenziali momenti di apprendimento, ad esempio, le attese negli spostamenti dei pendolari e i tragitti in metropolitana. In generale qualsiasi momento che altrimenti sarebbe “perso” o che prima non era possibile arricchire con contenuti didattici grazie al mobile learning si tramuta un potenziale momento di apprendimento. Con i dispositivi mobili è infatti possibile avere, sempre ed ovunque a portata di mano sia nuove e maggiori informazioni, come ad esempio esercizi da svolgere, testi, dizionari, sia un mezzo con cui fare utili annotazioni sulle proprie attività, per poi analizzarle in seguito. Con il proprio telefono cellulare si possono digitare le riposte alle domande dei docenti avendo un feedback immediato e ci si può esercitare privatamente. I vantaggi del wireless mobile learning derivano dalla possibilità di connettere il mobile device continuamente alla rete dell’università, e quindi di scaricare dati in tempo reale, ricevere aggiornamenti inoltrare interrogazioni al database e scambiare e-mail. Dall’altro lato il trasferimento di training wireless consente la distribuzione e l’aggiornamento di corsi di formazione, dati, schede tecniche, manuali d’uso, aumentandone le performance ed ottimizzando i tempi di apprendimento. Inoltre, sfruttando in modo innovativo queste tecnologie è possibile presentare contenuti non più basati solo sul testo, ma anche con immagini, audio e video in movimento. Grazie a tale sistema sono sempre consultabili gli orari delle lezioni, gli appunti presi durante le lezioni, il calendario degli esami e gli ultimi avvisi pubblicati dalla segreteria. Una maggiore interazione, invece è possibile quando, ad esempio, uno studente stia scrivendo un testo e ha bisogno di suggerimenti o commenti al fine di migliorare o correggere il proprio lavoro. Attraverso il mobile learning è possibile far leggere il testo ad altri utenti e ricevere suggerimenti in tempo reale (attraverso la videochiamata, la chiamata nei meeting,….), oppure è possibile realizzare un ambiente collaborativo per risolvere problemi complessi. Infatti, si ha vero apprendimento, se viene data al soggetto la possibilità di comunicare con più persone (Jerome Bruner, Lev Semënovič Vygotskij, Seymour Papert, David Jonassen, …), e che tale possibilità sia associata ad una maggiore libertà. È, dunque, possibile promuovere un programma di convergenza progettando un artefatto didattico che coniughi in modo produttivo gli aspetti dell’apprendimento formale con gli aspetti che caratterizzano i contesti dell’educazione informale intersecando produttivamente il piano conoscitivo con quello esperienziale, coniugando cultura, esplorazione e creatività del singolo, che filtra le informazioni attraverso il confronto con il gruppo. Il target utilizzato per la ricerca è rappresentato da studenti frequentanti il primo anno del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Salerno. Essi potranno disporre di un utile strumento per il ripasso che permetta di rispondere a questionari ed esercizi, inviare risposte ad un tutor, memorizzare le informazioni fondamentali apprese durante un corso. Avranno la possibilità di convocare in tempo reale il gruppo di lavoro in qualsiasi parte del mondo (si pensi agli studenti che aderiscono al progetto erasmus e che possono continuare a collaborare anche se distanti geograficamente), migliorando così non solo la comunicazione tra i vari gruppi di studenti e la facoltà, ma serve anche come uno strumento che facilita l’apprendimento delle varie discipline. Sarà inoltre possibile effettuare la registrazione audio-video di un meeting e trasmetterla ai colleghi assenti alla videoconferenza e, in generale, integrare con il supporto del video qualsiasi scenario di collaborazione o addestramento remoto. Per questi motivi il m-learning si rivela più efficace nel presentare testi sintetici e semplici diagrammi. Un ambiente in cui lo studente può autodeterminare percorsi, interessi e strategie personali, arricchendole sia con momenti di riflessione individuale e collettiva, sia con domande euristiche pre-stabilite. È fondamentale riqualificare e rinforzare il percorso conoscitivo, strutturandolo su processi di apprendimento interattivo e da attenzioni riflessive e metacognitive. Si ha così una nuova prospettiva: non è più l’utente a dirigersi verso la formazione, ma è la formazione a plasmarsi in base alle esigenze e alle conoscenze dell’utente. Obiettivo della ricerca è anche quello di realizzare il motto pirandelliano “uno, nessuno e centomila” applicabile all’uomo digitale. Infatti, il soggetto all’interno della rete pur conservando e difendendo la propria identità personale, accetta di comprimerla sempre in più occasioni per espandere le sue possibilità di interazione sociale. In questo modo il soggetto è “uno”, ma diventa “nessuno” se decide di voler intraprendere il percorso della conoscenza da solo; si trasforma invece in “centomila” se interagisce con gli altri e insieme agli altri, costruisce la propria conoscenza. Inoltre, il soggetto come un vero e proprio pc è ora server ora client, cioè, è ora emittente, ora ricevente delle nuove informazioni. FINALITA’ DELLA RICERCA Il fine della ricerca è quello di progettare un artefatto didattico che coniughi in modo produttivo gli aspetti dell’apprendimento formale con gli aspetti che caratterizzano i contesti dell’educazione informale intersecando produttivamente la conoscenza, l’esperienza, la cultura, l’esplorazione e la creatività del singolo, filtrando le informazioni attraverso il confronto con il gruppo... [a cura dell'autore]
X n.s.
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7

Aquario, Debora. "Didattica universitaria e processi valutativi in prospettiva internazionale. Una ricerca sulle opinioni degli studenti." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3426263.

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Abstract:
In the international panorama the issue concerning teaching evaluation in higher education has been widely discussed. It clearly emerges the importance of undertaking a multidimensional view over the teaching process as well as involving the main actors of the university life according to a participative evaluation model, differentiating the various disciplinary contexts in order to determine which aspects are specific and which ones are transversal to faculties. On the basis of these assumptions, it was carried out a research (under the coordination of Prof. Raffaella Semeraro) across four faculties of Padua University (Humanities, Psychology, Educational Sciences, Maths), to be considered as a preliminary study for the development of an instrument of teaching evaluation. The aim of the pre-research was to ask the students of the four faculties chosen, through a semi-structured interview, to express the criteria they consider important in the evaluation of the university teaching. Forty students (ten for each faculty mentioned above) were the subjects involved in the preliminary study. Qualitative analysis of the data collected were conducted using the software Atlas.ti, showing a multidimensional conception of teaching process and differences among faculties. On the basis of the results of this preliminary study, it was developed a questionnaire composed by 92 items. Respondents are asked to answer on a 5-points Likert scale. It was administered to 440 students representatives of three faculties: Psychology, Educational Sciences and Engineering. Quantitative data obtained were analysed using SPSS. A factor analysis with Varimax rotation was conducted (factor loading criteria: 0.40), allowing the extraction of five factors (Focus on discipline, Critical thinking, Relationship, Practical implications of the course, Focus on student); internal reliability of each factor was computed and Alpha coefficients for each of the 5 scales resulted very high (> .80). Moreover, there were conducted cross-analyses with respect to the faculties, revealing significant differences between Psychology, Educational Sciences on one side and Engineering on the other. The unique transversal element resulted to be Factor 1 (Focus on discipline). The emerging factors refer to a complex and multidimensional idea of university teaching. This complexity should be the precondition for the design of effective evaluation activities.
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8

Boninelli, Marialuisa <1975&gt. "Il Deep Learning : un'indagine sperimentale sull'integrazione del Programma di Arricchimento Strumentale di Reuven Feuerstein e del Cooperative Learning nella scuola primaria." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/10261.

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Abstract:
Scopo della ricerca è verificare quali tra le due metodologie scelte tra il Programma di arricchimento strumentale del Prof.re Reuven Feuerstein e l'apprendimento cooperativo dei fratelli Johnson potessero creare una vicarianza cognitiva nei processi di apprendimento. La ricerca si inserisce nella tipologia semi-sperimentale. Ha coinvolto 126 studenti della scuola primaria di classi terze per due anni scolastici 2013-2014 2014-2015 e n°6 docenti che sono state formate al feuerstein e all'apprendimento cooperativo. I dati emersi dalla ricerca evidenziano alcune significatività di miglioramento in entrambe le metodologie in aree diverse.
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9

SININI, GLORIA. "La didattica 2.0 e le competenze dell'insegnante. Verso un modello." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1375.

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Abstract:
La società digitale e l’incremento degli spazi informali di apprendimento richiedono agli insegnanti di divenire digitalmente competenti. I più recenti sviluppi digitali, identificati con l’avvento del web 2.0, creano nuove sfide educative per la scuola. Questo studio, sviluppato in collaborazione con il CREMIT (Università Cattolica di Milano), intende sviluppare un modello per la competenza digitale che possa orientare la formazione degli insegnanti. Il modello intende essere costruito a partire da una ricognizione bibliografica sul concetto di competenza sviluppata da Guy Le Boterf. Questo frame teorico ha orientato la ricerca etnografica sul campo condotta attraverso interviste in profondità e osservazioni partecipanti di insegnanti che utilizzano le tecnologie in classe. Le “best practices” emerse saranno sistematizzate in un modello di competenze digitali volto a fornire le linee guida per l’utilizzo delle ICT nell’educazione e nella didattica.
The digital society and the increasing of informal learning spaces require teachers to become digitally competent. The latest digital trends identified with 2.0 web, create new educational challenges in school. This study, developed in collaboration with CREMIT (Catholic University in Milan), aims to develop a digital model competence that could pave the way for teachers training. The model is going to be built from a bibliographic recognition about the competence concept developed by Guy Le Boterf. This theoretical frame has oriented an ethnographic research on field consisted in deep interviews and participant observations of teachers using technology in class. The best teaching practices will be used to build a competence model giving the guidelines for using ICT in education and didactic.
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SININI, GLORIA. "La didattica 2.0 e le competenze dell'insegnante. Verso un modello." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1375.

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Abstract:
La società digitale e l’incremento degli spazi informali di apprendimento richiedono agli insegnanti di divenire digitalmente competenti. I più recenti sviluppi digitali, identificati con l’avvento del web 2.0, creano nuove sfide educative per la scuola. Questo studio, sviluppato in collaborazione con il CREMIT (Università Cattolica di Milano), intende sviluppare un modello per la competenza digitale che possa orientare la formazione degli insegnanti. Il modello intende essere costruito a partire da una ricognizione bibliografica sul concetto di competenza sviluppata da Guy Le Boterf. Questo frame teorico ha orientato la ricerca etnografica sul campo condotta attraverso interviste in profondità e osservazioni partecipanti di insegnanti che utilizzano le tecnologie in classe. Le “best practices” emerse saranno sistematizzate in un modello di competenze digitali volto a fornire le linee guida per l’utilizzo delle ICT nell’educazione e nella didattica.
The digital society and the increasing of informal learning spaces require teachers to become digitally competent. The latest digital trends identified with 2.0 web, create new educational challenges in school. This study, developed in collaboration with CREMIT (Catholic University in Milan), aims to develop a digital model competence that could pave the way for teachers training. The model is going to be built from a bibliographic recognition about the competence concept developed by Guy Le Boterf. This theoretical frame has oriented an ethnographic research on field consisted in deep interviews and participant observations of teachers using technology in class. The best teaching practices will be used to build a competence model giving the guidelines for using ICT in education and didactic.
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Tartufoli, Laura <1984&gt. "PraDiVaP. Costruzione e validazione di uno strumento per osservare le prassi didattiche dell'insegnante di scuola primaria nella prospettiva della Formative Educational Evaluation." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7398/1/tartufoli_laura_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
La ricerca ha come oggetto la valutazione formativa delle prassi didattiche dell’insegnante di scuola primaria all’interno del contesto in cui esse assumono significato. Ci si è occupati di analizzare, sviluppare e verificare le procedure d’uso di strumenti di osservazione in grado di innescare processi di valutazione formativa, mirati a promuovere un’innovazione e un miglioramento dell’azione didattica, del contesto e della professionalità docente. Obiettivi • Costruire, mettere a punto e validare uno strumento strutturato (corredato da due strumenti complementari), da utilizzare per l’osservazione delle prassi didattiche messe in atto dall’insegnante (e del contesto in cui esse avvengono) durante lo svolgimento dell’attività didattica. • Definire procedure osservative e modalità di restituzione dei dati utili alla ricerca valutativa, nell’ottica della valutazione formativa della professionalità docente. Metodologia: Disegno di ricerca empirica, secondo un approccio di ricerca-formazione, capace di controllare: la validità e l’affidabilità dello strumento proposto; l’efficacia delle procedure d’uso di tale strumento in un’ottica di valutazione formativa. Le principali fasi della ricerca sono state: fase esplorativa (prima indagine esplorativa) e fase di try out (utilizzo di un questionario per la validazione di contenuto e di costrutto del PraDiVaP), per la messa a punto delle procedure osservative; studio pilota: osservazione sistematica su campione (di giudizio) di insegnanti, con successiva restituzione dei dati ai soggetti coinvolti. È stata utilizzata una metodologia di ricerca basata sull’osservazione sistematica, diretta e non partecipata, come strumento funzionale alla raccolta dei dati necessari per il processo di valutazione formativa delle prassi didattiche. Risultati conseguiti 1. Messa a punto di uno strumento d’osservazione con buone caratteristiche di validità, affidabilità; 2. Definizione di procedure d’uso di tipo formativo, atte a promuovere processi di riflessione individuale/collegiale e riprogettazione didattica; 3. Raccolta di evidenze sugli incontri di restituzione individuale e collegiale che consentono di riflettere sulla valenza formativa delle procedure messe in atto.
This PhD research aims at developing a tool for the observation and evaluation of teacher's practices in primary school, and the context where they occur. The main hypothesis is that observation, collection of data and the consequent feed back to the subjects involved (stakeholders) can lead teachers to put into place some effective processes of formative evaluation. Aims: • Create, develop and validate a structured tool to be used for observation of teacher’s practice (and the context in which they occur). • Define observational procedures and how to return useful data for evaluation research, in perspective of the formative evaluation of the teacher’s professionalism. Methodology: Empirical research, according to action research, able to control: the validity and reliability of the proposed tool; the effectiveness of the procedures in the use of this tool in perspective of formative assessment. The main phases of the research are: − Exploratory phase (first exploratory survey) and the try-out phase (use of a questionnaire for the validation of content and construct of PraDiVaP), for the development of observational procedures; − Pilot study: systematic observation of the sample (of judgment) of teachers, with subsequent return of data to the subjects involved. It use a methodology of systematic observational research, direct and non-participatory, as a functional tool for the collection of data necessary for the formative evaluation process of teacher’s practice. Results: 1. Development of an observation tool with good validity and reliability; 2. Definition of use formative procedures, to promote individual/collegial reflection and redesign teacher’s practice; 3. Collection of evidence on the meetings of individual and collegial return that let you reflect on the educational value of the procedures put in place.
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Tartufoli, Laura <1984&gt. "PraDiVaP. Costruzione e validazione di uno strumento per osservare le prassi didattiche dell'insegnante di scuola primaria nella prospettiva della Formative Educational Evaluation." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7398/.

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Abstract:
La ricerca ha come oggetto la valutazione formativa delle prassi didattiche dell’insegnante di scuola primaria all’interno del contesto in cui esse assumono significato. Ci si è occupati di analizzare, sviluppare e verificare le procedure d’uso di strumenti di osservazione in grado di innescare processi di valutazione formativa, mirati a promuovere un’innovazione e un miglioramento dell’azione didattica, del contesto e della professionalità docente. Obiettivi • Costruire, mettere a punto e validare uno strumento strutturato (corredato da due strumenti complementari), da utilizzare per l’osservazione delle prassi didattiche messe in atto dall’insegnante (e del contesto in cui esse avvengono) durante lo svolgimento dell’attività didattica. • Definire procedure osservative e modalità di restituzione dei dati utili alla ricerca valutativa, nell’ottica della valutazione formativa della professionalità docente. Metodologia: Disegno di ricerca empirica, secondo un approccio di ricerca-formazione, capace di controllare: la validità e l’affidabilità dello strumento proposto; l’efficacia delle procedure d’uso di tale strumento in un’ottica di valutazione formativa. Le principali fasi della ricerca sono state: fase esplorativa (prima indagine esplorativa) e fase di try out (utilizzo di un questionario per la validazione di contenuto e di costrutto del PraDiVaP), per la messa a punto delle procedure osservative; studio pilota: osservazione sistematica su campione (di giudizio) di insegnanti, con successiva restituzione dei dati ai soggetti coinvolti. È stata utilizzata una metodologia di ricerca basata sull’osservazione sistematica, diretta e non partecipata, come strumento funzionale alla raccolta dei dati necessari per il processo di valutazione formativa delle prassi didattiche. Risultati conseguiti 1. Messa a punto di uno strumento d’osservazione con buone caratteristiche di validità, affidabilità; 2. Definizione di procedure d’uso di tipo formativo, atte a promuovere processi di riflessione individuale/collegiale e riprogettazione didattica; 3. Raccolta di evidenze sugli incontri di restituzione individuale e collegiale che consentono di riflettere sulla valenza formativa delle procedure messe in atto.
This PhD research aims at developing a tool for the observation and evaluation of teacher's practices in primary school, and the context where they occur. The main hypothesis is that observation, collection of data and the consequent feed back to the subjects involved (stakeholders) can lead teachers to put into place some effective processes of formative evaluation. Aims: • Create, develop and validate a structured tool to be used for observation of teacher’s practice (and the context in which they occur). • Define observational procedures and how to return useful data for evaluation research, in perspective of the formative evaluation of the teacher’s professionalism. Methodology: Empirical research, according to action research, able to control: the validity and reliability of the proposed tool; the effectiveness of the procedures in the use of this tool in perspective of formative assessment. The main phases of the research are: − Exploratory phase (first exploratory survey) and the try-out phase (use of a questionnaire for the validation of content and construct of PraDiVaP), for the development of observational procedures; − Pilot study: systematic observation of the sample (of judgment) of teachers, with subsequent return of data to the subjects involved. It use a methodology of systematic observational research, direct and non-participatory, as a functional tool for the collection of data necessary for the formative evaluation process of teacher’s practice. Results: 1. Development of an observation tool with good validity and reliability; 2. Definition of use formative procedures, to promote individual/collegial reflection and redesign teacher’s practice; 3. Collection of evidence on the meetings of individual and collegial return that let you reflect on the educational value of the procedures put in place.
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Formisano, Maria Anna. "Il dirigente scolastico tra gestione amministrativo-contabile e organizzazione dei processi didattici." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2018. http://hdl.handle.net/10556/3093.

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Abstract:
2016 - 2017
The research aims to analyze the phenomenon of work related stress of school manager within educational institutions of all levels. The theoretical framework has as its object the profile of the School manager acting on two levels: the administrative-accounting management and the organization of the teaching processes. The work stems from the need to describe the degree of perception that school manager have of stress related work, through the narrative Inquiry, in order to outline the working self (as a component of the professional self. The intent is also to detect, through the questionnaire tool, whether any forms of work malaise are to be attributed to the administrative management - accounting or organization of the processes. [edited by author]
XVI n.s.
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14

Caprara, Barbara. "Sperimentare le idee di Maria Montessori: percorso di ricerca nella scuola primaria trentina." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2019. https://hdl.handle.net/11572/368637.

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Abstract:
In questo lavoro di tesi sono stati delineati i tratti salienti dell’approccio educativo montessoriano, evidenziandone da una parte la profonda complessità nonché attualità che lo caratterizzata e dall’altra le numerose conferme sia dalla didattica considerata innovativa, sia dalle scienze psicologiche. È stato inoltre presentato un percorso di ricerca volto a monitorare la recente sperimentazione dell'approccio pedagogico montessoriano in alcune scuole primarie della provincia di Trento. La ricerca é stata condotta utilizzando sia strumenti di natura qualitativa (come una check list osservativa prodotta ad hoc per la ricerca), sia questionari standardizzati, con l'intento di confrontare i dati raccolti con un campione rappresentativo di una più vasta realtà scolastica.
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15

Vegliante, Rosa. "La sperimentazione di percorsi didattici nella scuola dell’infanzia per lo sviluppo delle abilità inferenziali di lettura." Thesis, Universita degli studi di Salerno, 2016. http://hdl.handle.net/10556/2298.

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Abstract:
2014-2015
The research is part of a set of international and national studies, that intended to analyze, in a segmented or integral way, the components of the text’s comprehension from the age of preschool. The work is structured in two parts: theoretical-epistemological and empirical. The first tends to delineate the theoretical framework that has for object the reading comprehension, outlining the complexity of a process, which makes use of a multiplicity of components, to canalize the theme in the age group of interest. The second part analyses the project that originates from the need to describe the interactive and communicative processes in groups of children attending the preschool, involved in a reading comprehension task through the functional use of a IWB. The goal is to experiment, by using specific methodologies and teaching strategies, whether and how it is possible to stimulate and facilitate the development of inferential skills through the active involvement of the student. In this comprehension process the teacher’s role is of primary importance; in fact he rules the interaction among peers in the reading task, the participation methods and the involved children’s actions. The results strengthen our project to foster verbal text comprehension by using pictures and audiovisual texts through the functional use of a IWB. [edited by Author]
XIV n.s.
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16

Bocconi, Stefania <1973&gt. "Argumentative knowledge construction in higher education." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/1020.

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Abstract:
This thesis investigates the potential of Social Technologies to enhance argumentative knowledge construction processes. In particular, it focuses on the use of wikis, a major technology in the current Web 2.0 landscape. The importance of argumentative knowledge construction for both Higher Education and Life Long Learning lies in its very nature: in order to engage in academic discussions, learners need to be able to argue rationally, assessing the strengths and weaknesses of other people’s standpoints, and supporting their own positions with adequate grounds. The aim of this study is twofold: on one hand, to evaluate the effectiveness of the use of wikis in collaborative processes of argumentative knowledge construction; on the other hand, to define a conceptual architecture for wiki based learning processes in the area of argumentation. The experimental outcomes confirm the potential of wikis to effectively favor the creation of a rich argumentative network and the quality of the individual argumentative acts. The experimental data also contributed to tune-up the proposed conceptual architecture (WikiDiA).
La tesi mira ad indagare le potenzialità d’uso delle tecnologie di rete (Social Technologies) a supporto della costruzione argomentativa di conoscenza. In particolare, si concentra sull’uso del wiki , uno strumento collaborativo del Web 2.0. La costruzione di conoscenza tramite l’argomentazione è un elemento fondamentale nella didattica universitaria, anche in una prospettiva di apprendimento continuo: al fine di partecipare adeguatamente al dibattito scientifico, gli studenti devono essere in grado di argomentare adeguatamente, valutando i punti di forza e di debolezza delle posizioni altrui, e sostenendo le proprie posizioni con dati appropriati. L’obiettivo di questo studio è duplice: da un lato, di natura valutativa, mira a verificare l’efficacia d’uso del wiki a supporto della costruzione argomentativa di conoscenza; dall’altro, ha un valore propositivo, in quanto definisce un’architettura concettuale per sostenere tale compito. I dati sperimentali confermano la potenzialità del wiki di supportare efficacemente la creazione di una rete argomentativa complessa e la qualità degli atti argomentativi individuali; i dati hanno inoltre contribuito alla messa a punto dell’ architettura concettuale proposta in questo studio (WikiDiA).
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17

Concina, Eleonora. "Didattica della musica ed insegnante efficace: un'indagine quantitativa Music teaching and the effective teacher: a quantitative study." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424186.

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Abstract:
Teaching and learning are two dimensions of the same educative process; it is a complex condition where the individual can meet and experience his or her own cultural and social system, sharing meanings, symbols, and languages (Frabboni, 1999). A condition of effective teaching may develop when the teacher puts into his or her professional activity some specific characteristics with the aim to promote students' learning and autonomy in the educational process. There are some aspects in teacher's activity which may foster the development of a more adaptive learning context, where many different educational opportunities are offered. In that condition, teacher has no more a function of merely transmission of academics contents and skills, but he or she has to support students' personal growth, considering and respecting their ambitions, needs and opinions (Rogers, 1969; Gordon, 1974). In music education, effective teaching has the aim to contribute to students' achievement and to support the development of a positive and adaptive learning context for each pupil (Cheng and Durrant, 2007). The analysis of the main elements of effective music teaching must take into account the specific features that defined instrumental and vocal music training. First, these lessons are characterized by a one-to-one teacher-student relationship, a condition very different from collective classes. Second, learning goals include the acquisition of both theoretical concepts (music theory, ear training, rhythm discrimination and reproduction) and practical skills connected with instrumental and vocal technique. Third, teachers' beliefs seem to influence the didactic method used during music lessons. If they believe that respecting and transmitting traditional performance practice is the core of teaching process, they will propose the contents to students without stimulating and supporting critical reviews and personal interpretations. On the other hand, if teacher gives more importance to the development of students' musical identity, it is more likely that he or she adopts a learner-centred teaching method. In the end, there are some psychological, emotional, and motivational aspects which emerge in students' experience and may foster or interfere with the music learning process (e.g. music performance anxiety and achievement motivation). Considering effective music teaching, two research trends may be identified: the first considers single components of the teaching process, while the second tries to define a more general structure which includes all the elements that are involved in music teaching. In the first approach studies focused on specific features are considered with the aim to understand the impact of each dimension on music teaching. From this perspective, some aspects have emerged as components of effective music teaching. The first refers to the particular one-to-one relationship between teacher and pupil (Presland, 2005; Gaunt, 2008; Creech and Hallam, 2010; Zhukov, 2013). The second aspect is related to teachers' reflections about effective teaching and the beliefs they develop about this concept (Teachout, 1997; Butler, 2001; Mills and Smith, 2003; Madsen and Cassidy, 2005; Gaunt, 2008; Bautista, Echeverría and Pozo, 2010). Another characteristic widely explored in that context is the quality of verbal and non-verbal communication during music lesson (Durrant, 1994; Cavitt, 2003; Karlsson and Juslin, 2008; Bautista et col., 2010). This dimension includes all the instructions and feedbacks used during teaching and learning process and, at the same time, the exchange of feelings, reflections, issues and requests which is at the basis of a positive teacher-student relationship. In addition to these aspects, research studies have also considered the following components connected to the didactic activity: teaching strategies (Young, Burnell and Pickup, 2003), lesson structure (Madsen, 2003) and the instructional cycle (Price, 1992; Bowers, 1997). All the discussed elements have a great impact on the educational process, influencing both teacher’s and student's activity. A condition of effective music teaching seems to be characterized by a positive interpersonal teacher-student relationship regulated by proper communicative exchanges. In it, teachers and students are involved in building a common view and they share an educational project where strategies and objectives are chosen on the basis of mutual respect and attention to pupil's needs and potentialities. In the second research approach different general models of effective music teaching have been proposed. Among them, one has been defined by Towsend (2011), who identified two main dimensions in music effective teaching: the artistic and educative dimension (“artistry”) and the relational one (“attitude”). Both these elements have to be taken into account when promoting efficacy in music teaching. The second model has been presented by Lehmann, Sloboda e Woody (2007) and it is composed by five dimensions of music teaching: teacher-student relationship, teacher's promotion of student's learning autonomy and self-regulatory strategies, the quality of communicative system during music lessons, the three-phase instructional cycle, and teachers' professional training, which has to improve professional skills before and during teaching career. The research in the field of effective music teaching has offered important findings on a so complex theme, both on a theoretical and practical side. However, there are some critical issues that need to be discussed more in detail. First of all, many studies use a case study methodology: although this offers a detailed analysis, the results cannot easily be generalized in a broader educative context. Moreover, a experimental validation of the proposed theoretical models is missing (Capperella-Sheldon, 2010); they can take credit for having linked the theoretical findings with practical activities developed in classroom, but they do not validate the proposed structures, merely using them with practical aims. On the other hand, many studies examine single components of music teaching without trying to integrate them in a wider theoretical structure. Finally, there is a lack of reflections about the practical implications of research findings: the link between theory and practice in music education needs to be improved. The current research project tries to face the critical points emerged from this literature review, with the aim to identify specific personal and professional characteristics of instrumental and vocal music teacher which may impact effective music teaching. Considering the results, a possible theoretical model of effective music teaching, focused on the field of instrumental and vocal music training. The main educational objective is to foster a deeper understanding of the elements which impact an effective music teaching condition and to highlight possible relationships between these aspects; all these reflections may be useful in planning and improving pre-service and in-service music teachers’ training. To test the hypothesis, a quantitative methodology has been used: for collecting the data, a set of questionnaires has been proposed to 160 Italian music teachers who works in Conservatories, private music schools and secondary schools. The instruments have gathered information about the teaching method, professional self-efficacy, social skills, beliefs about musical ability. Results have highlighted that there are some personal characteristics of music teacher that have an influence on particular dimensions of effective teaching in music field. More specifically, beliefs on the nature of musical ability seems to have a positive impact on elements connected to professional self-efficacy, teaching method and teacher-student relationship. Moreover, a low level of discomfort in expressing some social attitudes may be linked to the development of elements that support a condition of effective teaching in music education. From these consideration, several educational implications emerge: they are related to the necessity of promoting the development of correct beliefs about musical ability and of fostering the improvement of social competence in early music teacher training.
L'insegnamento e l'apprendimento sono due dimensioni dello stesso processo educativo, una condizione complessa e multidimensionale; al suo interno l'individuo può entrare in contatto con il sistema culturale e sociale proprio del contesto di appartenenza, acquisendo e condividendo significati, simboli e linguaggi (Frabboni, 1999). Una condizione di insegnamento efficace si può verificare quando l'insegnante mette in gioco una serie di caratteristiche professionali e personali che siano in grado di promuovere l'apprendimento nello studente e la sua autonomia nell'attività educativa. Vi sono alcuni aspetti correlati all'attività professionale del docente che possono contribuire allo sviluppo di un ambiente di apprendimento maggiormente adattivo, offrendo una vasta gamma di opportunità formative. In tale condizione, il docente non deve più limitarsi a trasmettere contenuti e abilità a livello accademico, ma supportare il percorso complessivo di crescita personale dello studente, rispettandone desideri, opinioni e abilità (Rogers, 1969; Gordon, 1974). Nell’ambito dell’educazione musicale l’insegnamento efficace si pone come obiettivo quello di contribuire all’apprendimento degli studenti e di supportare lo sviluppo di un contesto di apprendimento positivo ed adattivo per ogni allievo (Cheng and Durrant, 2007). L’analisi dei principali elementi dell’insegnamento efficace deve considerare gli aspetti specifici della didattica della musica vocale e strumentale. Per prima cosa, questo tipo di lezioni è caratterizzato da una relazione insegnante-studente di tipo uno-a-uno, una condizione molto differente da quella delle lezioni collettive. Secondo, gli obiettivi di apprendimento includono sia l’acquisizione di concetti teorici (teoria musicale, ear training, capacità di discriminazione e riproduzione del ritmo), sia di abilità pratiche (inerenti la tecnica strumentale e vocale). Terzo, le credenze degli insegnanti di musica sembrano influenzare il metodo didattico utilizzato durante le lezioni: se essi considerano fondamentale nell’apprendimento della musica il rispetto della tradizione esecutiva, si dedicheranno alla trasmissione dei contenuti musicali, che dovranno essere assimilati così come sono, senza apportarvi modifiche o rielaborazioni; mentre, nel caso il docente attribuisca maggiore importanza allo sviluppo dell’identità musicale dello studente è maggiormente probabile che venga adottato un metodo didattico centrato sull’allievo. Infine, nel processo di apprendimento, vi sono degli aspetti psicologici, emozionali e motivazionali dello studente che possono sostenere o ostacolare il percorso formativo musicale (ad esempio, l’ansia da performance e la motivazione accademica). Con riferimento all’insegnamento efficace nella didattica musicale, sono state identificate due principali linee di ricerca: la prima prende in considerazione singole componenti del processo di insegnamento, mentre la seconda cerca di definire una struttura generale sovrastante che includa tutti gli elementi dell’insegnamento musicale efficace. Il primo approccio include studi focalizzati su aspetti specifici allo scopo di comprendere il loro impatto sull’insegnamento musicale. A partire da questa prospettiva, i risultati hanno fatto emergere diverse componenti dell’insegnamento efficace in musica. La prima componente si riferisce alla particolare relazione uno-a-uno che si instaura tra insegnante e studente (Presland, 2005; Gaunt, 2008; Creech and Hallam, 2010; Zhukov, 2013). Il secondo aspetto è correlato alle riflessioni prodotte dagli insegnanti riguardo al significato dell’insegnamento efficace e alle credenze che sviluppano su questo concetto (Teachout, 1997; Butler, 2001; Mills and Smith, 2003; Madsen and Cassidy, 2005; Gaunt, 2008; Bautista, Echeverría and Pozo, 2010). Un’altra tematica che è stata esplorata in tale contesto riguarda la qualità della comunicazione verbale e non-verbale durante la lezione di musica (Durrant, 1994; Cavitt, 2003; Karlsson and Juslin, 2008; Bautista et col., 2010). Questa dimensione include tutte le istruzioni e i feedback necessari nel processo di apprendimento e, allo stesso tempo, lo scambio di sensazioni, riflessioni, criticità e richieste che rappresentano le basi per una relazione positiva tra docente e allievi. Oltre agli aspetti precedentemente discussi, sono stati considerati anche le seguenti componenti connesse all’organizzazione didattica: strategie educative dell’insegnante (Young, Burnell and Pickup, 2003), la struttura della lezione (Madsen, 2003) e lo schema ciclico di istruzione (Price, 1992; Bowers, 1997). Tutte le componenti presentate hanno un forte impatto sul processo educativo, influenzando sia l’attività professionale del docente sia l’apprendimento dello studente. Una condizione di insegnamento efficace in ambito musicale sembra essere caratterizzata da una relazione interpersonale insegnante-studente positiva e regolata da scambi comunicativi adeguati. Al suo interno, insegnanti e studenti sono impegnati a costruirei una visione comune e condividono un progetto educativo, in cui le strategie e i contenuti educativi sono selezionate sulla base del rispetto reciproco e dell’attenzione alle necessità e alle potenzialità del discente. Nel secondo approccio di ricerca sono stati proposti diversi modelli teorici dell’insegnamento efficace nel campo della musica. Tra questi, uno è stato delineato da Towsend (2011), il quale ha identificato due principali dimensioni nell’insegnamento efficace della musica: la dimensione artistica ed educativa (“artistry”) e la dimensione relazionale (“attitude”). Entrambi questi aspetti devono essere tenuti in considerazione quando si cerca di promuovere una condizione di insegnamento efficace in ambito musicale. Il secondo modello è stato presentato da Lehmann, Sloboda e Woody (2007) ed è composto da cinque dimensioni dell’insegnamento musicale: la relazione insegnante-studente, la promozione, da parte del docente, dell’indipendenza dello studente nell’attività di apprendimento e il supporto allo sviluppo di strategie autoregolatorie; la qualità del sistema comunicativo adottato durante le lezioni di musica; il ciclo istruzionale in tre fasi e la formazione dell’insegnante, che deve potenziare le abilità professionali sia prima che durante la carriera del docente. La ricerca nell’ambito dell’insegnamento musicale efficace ha offerto importanti contributi ad una tematica particolarmente complessa, sia sul piano teorico che su quello applicativo. Tuttavia, vi sono alcuni punti di criticità che necessitano di particolare attenzione. Per prima cosa, molti studi di ricerca si avvalgono di una metodologia basata sullo studio di caso: sebbene questo offra un’analisi particolarmente dettagliata, i risultati non sono facilmente generalizzabili ad un contesto educativo più ampio. Inoltre, manca una validazione sperimentale ai modelli teorici dell’insegnamento efficace (Capperella-Sheldon, 2010), che, se hanno il merito di coniugare la ricerca teorica con le esperienze di insegnamento “sul campo”, non si preoccupano di verificare le strutture proposte ma le propongono direttamente con finalità applicative. D’altra parte, numerosi studi esaminano singole componenti senza compiere alcuno sforzo per tentare di integrarle in una struttura teorica sovrastante. Infine, vi sono scarse indicazioni sulle implicazioni educative dei risultati ottenuti: devono essere esaminate le conseguenze pratiche degli studi ricerca, allo scopo di creare una connessione tra teoria e pratica nell’ambito dell’educazione musicale. La presente ricerca cerca di affrontare gli aspetti critici emersi dalla letteratura per identificare specifiche caratteristiche psicologiche e professionali dell’insegnante di musica vocale e strumentale in grado di influenzare alcune componenti dell’insegnamento efficace della musica. In base ai risultati, si è delineato un possibile modello dell'efficacia dell'insegnamento diretto in modo specifico all'ambito della didattica della musica strumentale e vocale, che integra anche i contributi emersi dalle precedenti ricerche analizzate. L'obiettivo educativo è di favorire una maggior consapevolezza riguardo gli elementi che influenzano una condizione di insegnamento musicale efficace e sulle possibili relazioni tra di essi, contribuendo in tal modo alla formazione iniziale e in itinere degli insegnanti di musica. Per testare tali ipotesi è stata utilizzata una metodologia di tipo quantitativo: la raccolta dati si è avvalsa di una batteria di questionari proposta a 160 docenti italiani di musica di Conservatori, scuole musicali private e di scuole secondarie di primo e secondo grado ad indirizzo musicale. I questionari proposti hanno rilevato informazioni sulle seguenti aree personali e professionali: relazione studente-insegnante, metodo di insegnamento, senso di efficacia professionale, abilità sociali, credenze sulla natura dell’abilità musicale. I risultati hanno evidenziato che vi sono caratteristiche personali del docente di musica in grado di influire su alcune componenti dell'insegnamento efficace in ambito musicale. In particolare è emerso l'impatto di credenze relative alla natura dell'abilità musicale e di alcune abilità sociali. Credenze che considerano le capacità musicali come potenziabili sembrano avere un'influenza positiva su dimensioni associate al senso di efficacia professionale, al metodo didattico e alla relazione interpersonale con lo studente. Inoltre un basso livello di disagio in alcuni atteggiamenti legati all'assertività sociale appare legato allo sviluppo di elementi favorevoli all'instaurarsi di una condizione di insegnamento efficace. Si evidenziano implicazioni educative relative alla necessità di promuovere lo sviluppo di credenze relative all'abilità musicale e all'apprendimento e favorire il potenziamento della competenza sociale nella formazione iniziale dell'insegnante di musica.
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Giampaolo, Mario. "La personalizzazione delll'apprendimento in contesto universitario. Teorie, strumenti ed esperienze sul campo." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424639.

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Abstract:
In the book "Personalizing Education", published by the Organization for Economic Cooperation and Development (OECD), is stated that the term "personalized education" refers to "practices that promote the knowledge and the behaviors of learners in respect of their growth rates, their learning styles, their environments, and their expectations both personal and of their families" (OECD, 2004 p.17). The Department of Education of the United States of America defines the term "personalization" as “an instruction that is paced to learning needs, tailored to learning preferences, and tailored to the specific interests of different learners. In an environment that is fully personalized, the learning objectives and content as well as the method and pace may all vary.” Charles Leadbeater (2004), one of the theorists of personalization in public policies, whose thought influenced Tony Blair’s government in Great Britain, says that giving the students the possibility to make a choice between different learning paths to reach the same learning goals means to “individualize” students’ learning and to implement a “weak” personalization. To be a real alternative, personalization must be "strong", and it should enable the learner to become co-designers, co-producer and facilitate the self-organization in learners. Although there are attempts to develop models of personalization in adult education, (the European project Leading Elderly and Adult Development Laboratory as part of the European program on Life Long Learning of Marco Guspini in 2009), only few attempts to scientifically study the practices of personalization at university have been done (Waldeck, 2006; Mancuso, 2001). These lacks, evidenced by the literature, justify the need to initiate a path to provide conceptual clarification, to identify personalization processes, to understand how to operationalize the concept in the Italian academic context, and to specify which practices should be implemented inside and outside the classroom. This research has been developed through the collection and analysis of bibliographic sources available in the literature on the topic of personalized learning. This allowed reaching a first theoretical clarification of the elements of the construct of personalization in learning. Going forward with the collection and the analysis of national and international literature, the studied resources helped to define two additional and more specific fields of application in the university context: the practice of personalized learning and the organization of learning support services. The practice of personalized learning, first area identified in the literature, includes conceptual categories such as personalized relationship between teacher and student, the practices implemented in the classroom, the social nature of personalized learning, and the role of technology. In the second area, the organization of learning support services, there are concepts such as education for changement, the principle of equity, the relationship between the institution and the community, the role of technology and the learning evaluation. The literature allowed to identify a questionnaire (Waldeck 2006, 2007) constructed from the perceptions of a group of American students on what can be called a "personalizing learning experience." The questionnaire was translated and adapted to be used in the specific Italian academic context. It consists of a first part (20 items) that investigates the level of learning personalization perceived by students in their academic courses and a second part (27 items) that investigates the level of personalization perceived by students in the university services and structures that support students’ learning. The administration was carried out on a total of 1242 (M = 480 F = 748) students in 28 courses of 18 different undergraduate and graduate degree programs. A concrete experience with personalized learning plan has been developed in parallel. The creation of a personalized learning path has been proposed to students attending six courses of two graduate degree programs at the University of Padua. The personalized learning plan concluded between teacher and students allowed to define objectives, strategies, resources and evidence that have been assessed. The practice of the personalized plan saw the teacher become a resource for students, a facilitator of learning. The realization of these plans allowed developing an experiential reflection on practice to better understand how academics could respond to the needs of personalization for students and, specifically, how the learning contracts could help faculty members to draw guidelines to personalize learning students and, specifically, how the learning contracts could help faculty members to draw guidelines to personalize learning
Nel libro “Personalizzare l’insegnamento”, che raccoglie le relazioni presentate in un seminario svoltosi a Londra per iniziativa del Ministero dell’Educazione del Regno Unito di Gran Bretagna, l’Istituto Demos e l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), si afferma che l’espressione “personalizzazione educativa” fa riferimento a “pratiche che promuovono la conoscenza e i comportamenti delle persone che apprendono nel rispetto dei loro ritmi di crescita e stili d’apprendimento, degli ambienti di provenienza, delle aspettative personali e delle famiglie” (OCSE, 2004 p.17). Il Dipartimento dell’Educazione degli Stati Uniti d‘America definisce il termine “personalizzazione” come un’istruzione che viene stimolata dalle esigenze e dalle preferenze di apprendimento e progettata sulla base degli interessi degli studenti (2013). Charles Leadbeater (2004) uno dei maggiori teorici della personalizzazione nei servizi pubblici, la cui posizione ha influenzato le politiche del governo Britannico presieduto da Tony Blair, afferma che dare allo studente più scelta individuando per lui percorsi diversi per raggiungere gli stessi obiettivi prestabiliti significa rimanere a livello delle prassi individualizzanti e realizzare una personalizzazione “su misura di massa” o personalizzazione “debole”. Per essere una reale alternativa la personalizzazione deve essere “forte”, cioè deve permettere alla persona che apprende di diventare co-designer, co-produttore e favorire l’auto organizzazione degli individui nell’apprendimento. Sebbene esistano tentativi di applicazione in ambito universitario di modelli di personalizzazione ideati inizialmente per l’educazione degli adulti, ricordiamo in proposito il progetto europeo Leading Elderly and Adult Development Laboratory nell’ambito del programma europeo sul Life Long Learning (Guspini, 2009), pochi e solo in territorio nord Americano sono stati i tentativi di studiare empiricamente le pratiche di personalizzazione in ambito universitario (Mancuso, 2001;Waldeck, 2006). Queste mancanze, testimoniate dalla letteratura, giustificano la necessità di iniziare un percorso di ricerca che operi in vista della chiarificazione concettuale, della conseguente identificazione e costruzione di processi e ambienti personalizzati, cercando, altresì, di comprendere sia come operazionalizzare il concetto nello specifico contesto universitario italiano, sia quali pratiche debbano essere messe in atto in aula e al di fuori di essa. Questo lavoro di ricerca è stato sviluppato mediante la raccolta e l’analisi delle fonti bibliografiche disponibili in letteratura sul tema della personalizzazione. Ciò ha permesso di giungere ad una prima chiarificazione teorica degli elementi costitutivi del costrutto di personalizzazione dell’apprendimento. Procedendo nelle attività di raccolta e analisi della letteratura nazionale e internazionale, le fonti che appartengono al secondo ambito hanno permesso di definire due ulteriori e più specifici ambiti d’applicazione in contesto universitario: la pratica dell’apprendimento personalizzato e l’organizzazione dei servizi di supporto all'apprendimento. La pratica dell’apprendimento personalizzato, primo ambito individuato in letteratura, si sviluppa in categorie concettuali quali la relazione personalizzata docente-studente, le pratiche messe in atto in classe, la natura sociale dell'apprendimento personalizzato, ed il ruolo della tecnologia. Nel secondo ambito, l’organizzazione dei servizi di supporto all'apprendimento, rientrano concetti quali: la formazione al cambiamento, il principio di equità, la relazioni con la comunità in cui l'istituzione è inserita, il ruolo della tecnologia e le pratiche di valutazione. La ricerca bibliografica ha inoltre permesso di individuare un questionario (Waldeck 2006, 2007) costruito partendo dalle percezioni di un gruppo di studenti americani su cosa possa essere definito “esperienza d’apprendimento personalizzante”. Il questionario è stato tradotto e adattato per essere somministrato nella specifica situazione accademica italiana. E’ composto da una prima parte (20 item) che indaga il livello di personalizzazione dell’apprendimento percepito dagli studenti negli insegnamenti frequentati e da una seconda parte (27 item) che indaga il livello di personalizzazione dell’apprendimento percepito dagli studenti nei servizi e nelle strutture di supporto all’apprendimento. La somministrazione è stata effettuata su un totale di 1242 (M = 480 F = 748) studenti in 28 insegnamenti di 18 differenti Corsi di Studio (9 Triennali, 8 Magistrali e 1 Magistrale a Ciclo Unico). Un’attività d’indagine sul campo è stata sviluppata in parallelo mediante un’esperienza concreta di personalizzazione circoscritta ad alcuni insegnamenti. La realizzazione di un percorso d’apprendimento personalizzato è stato proposto agli studenti frequentanti durante sei insegnamenti di due Corsi di Studio Magistrali presso l’Università di Padova. Il contratto d’apprendimento stipulato fra docente e studenti ha permesso di definire obiettivi, strategie, risorse ed evidenze che sono state sottoposte a valutazione. La pratica del contratto d’apprendimento ha visto il docente trasformarsi in una risorsa per gli studenti, poiché facilitatore di apprendimento e non decisore unico del percorso formativo. La realizzazione di questo intervento esperienziale ha permesso di sviluppare una riflessione sulla pratica per comprendere maggiormente come i docenti universitari potrebbero rispondere ai bisogni di personalizzazione degli studenti e, nello specifico, su come il contratto d’apprendimento potrebbe aiutare i docenti ad elaborare una linea d’intervento personalizzante
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SERENELLI, FABIO. "Multimedia learning design per il one - to - one computing. Evidenze sperimentali sull'efficacia dei learning object in contesti di apprendimento critico." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/36076.

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Abstract:
La teoria cognitiva dell’apprendimento multimediale fornisce utili principi guida per i progettisti di contenuti didattici interattivi rivolti a giovani e adulti. Tuttavia manca una piena evidenza scientifica dell’efficacia di tali principi di design rispetto ad un target composto da bambini e adolescenti in contesti scolastici critici. Al fine di valutare come l’utilizzo di tecniche infografiche, animazioni e l’applicazione di diversi gradi di interattività possano modificare le performance di apprendimento, è stato effettuato uno studio comparativo coinvolgendo 360 preadolescenti di 16 classi uruguayane (Montevideo) che fanno parte di un vasto progetto di one-to-one computing implementato nella scuola primaria. Sono stati realizzati 4 learning object per l’apprendimento del medesimo contenuto scientifico (LO1 - Dispensa Infografica, LO2 - Multimedia Passo-Passo, LO3 - Learning-Game, LO4 - Slideshow) e sono stati testati sperimentalmente in 3 setting: A - Autoapprendimento, B - Apprendimento Cooperativo (in coppia) e C - Apprendimento Eterodiretto (lezione frontale). L'elaborato fornisce linee guida basate sull'evidenza della sperimentazione pedagogica per introdurre i contenuti multimediali in classi reali e migliorare le performance di apprendimento nei contesti educativi dove si applica il modello one-to-one.
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Arcolin, Claudia <1977&gt. "Il capitale sociale come leva della formatività: dalla conoscenza condivisa alla creazione di reti di valore nei forum didattici." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/1021.

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Abstract:
La ricerca parte dal presupposto che la relazione può accrescere la qualità dell’apprendimento e che esiste un nesso fondamentale tra capitale sociale e formatività. L’ipotesi che ci si propone di dimostrare in questo lavoro è che la formatività delle interazioni è direttamente proporzionale al capitale sociale, e che la connessione tra questi due elementi aumenta la qualità del processo di apprendimento dei percorsi di formazione on-line. In modo particolare, il capitale sociale rappresenta una risorsa per aumentare la formatività dei forum didattici, e può apportare un notevole valore aggiunto all’e-learning, configurandosi come knowledge bridge tra l’apprendimento formale e il nuovo scenario di apprendimento informale del Web 2.0. La ricerca è stata condotta analizzando 124 forum di due corsi post- universitari afferenti al percorso di specializzazione per l’insegnamento secondario (SSIS). Ma la valorizzazione del capitale sociale e del suo potenziale formativo è importante non solo per il mondo accademico e della formazione “istituzionalizzata”, ma anche per quello delle imprese; prova ne è la crescente importanza del concetto di enterprise 2.0 e dei forum per l’abilitazione di nuovi modelli organizzativi basati sul coinvolgimento diffuso, la collaborazione emergente, la condivisione della conoscenza e lo sviluppo e valorizzazione di reti sociali interne ed esterne all’organizzazione. La ricerca è partita da un’analisi della letteratura esistente, che ha incrociato l’approccio socio-costruttivista e gli studi sul capitale sociale. In modo particolare, si è analizzata la valenza formativa delle teorie del capitale sociale focalizzate sulla dimensione strutturale della rete (teoria dei buchi strutturali di Burt) e la valenza autopoietica delle rete stessa, che apporta valore che si autogenera anche nella dimensione individuale del discente. Dalla ricerca sono scaturite varie riflessioni, frutto dell’analisi dell’intreccio tra capitale sociale e formatività nelle due dimensioni: bonding (tipica delle strutture reticolari ad alta densità quali la classe virtuale di un corso on-line), e bridging (caratteristica delle reti estese, quali i social network). Su tale intreccio trovano unità anche pensiero e azione, teoria e prassi, che si sviluppano e si autoalimentano in un crescendo che va dalla generazione di nuova conoscenza all’orientamento all’azione significante, attraverso tre distinti step: – cultura di appartenenza – costruzione delle multi-identità – glocal/knowledge culture; – sviluppo prossimale – sussidiarietà – riflessione sistemica; – mobilitazione cognitiva – progettualità – reciprocità. Dai forum, la riflessione sulla valenza formativa del capitale sociale nei corsi on-line coinvolge anche gli attori della formazione (in primis i tutor on-line, veri “creatori” di buchi strutturali per la costruzione di ponti di conoscenza tra reti diverse), e i contenuti didattici (con la proposta della creazione di Bridging Learning Object). Il lavoro si conclude con una riflessione sui futuri scenari dell’e-learning, in cui non è tanto l’ampiezza della rete e la diffusione dei social network a innestare nuove opportunità di crescita, quanto piuttosto la capacità di comprendere strutturalmente le potenzialità della rete in cui il discente è inserito, e di saperle “sfruttare” per progettare delle azioni significative in diversi contesti di vita.
The research assumes that the relationship can improve the quality of learning and that there is an important link between social capital and formativity. The hypothesis that we will demonstrate in this work is that the formativity of the interactions is directly proportional to the social capital, and that the connection between these two elements increases the quality of the learning process of online training courses. In particular, the social capital acts as a resource to increase the formativity of the didactic forums, and can bring a significant added value to e-learning, taking shape as a knowledge bridge between the formal and new informal learning scenario of the Web 2.0. The research was conducted by analyzing 124 forums of two postgraduate courses related to the path of specialization for the training of secondary school (SSIS). However, the enhancement of social capital and its educational potential is important not only for the academic and “institutionalized” training, but also for the enterprises, the proof being the growing importance of the concept of “Enterprise 2.0” and of the forums for the implementation of new organizational models based on diffuse involvement, emergent collaboration, knowledge sharing and on the development and valorization of social networks inside and outside the organizations. The research started analysing the existing literature, which crossed the social-constructivist approach and the studies on social capital. In particular, it has been examined the formative value of the theories on social capital focused on the structural dimension of the network (Burt’s theory of structural holes) and the autopoietic value of the network itself, which brings in auto-generating value, also in the learner’s individual dimension. The research led to several considerations, based upon the analysis of the connection between social capital and formativity in two dimensions: the bonding one (typical of high-density reticular structures, such as the virtual classroom of an online course), and the bridging one (typical of large networks, such as social networks). This connection brings unity also to thought and action, theory and practice, growing and becoming self-reinforcing, in a crescendo that goes from the generation of new knowledge directed to meaningful action, through three distinct steps: - culture of belonging - construction of multi-identity - glocal / knowledge cultures; - proximal development - subsidiarity - systemic thinking; - cognitive mobilization - planning - reciprocity. From the forums, the reflection on the educational value of social capital in online training courses also involves the actors of training (in first instance the online tutors, true “creators” of structural holes to build knowledge bridges among different networks), and the educational content (with the proposal of the creation of Bridging Learning Objects). The work ends with a reflection on future e-learning scenarios, in which is not so much the size of the network and the spread of social networks to engage new opportunities for growth, but rather the ability to structurally understand the potential of the network in which the learner is inserted, and knowing how to “exploit” these factors to plan significant actions in different contexts of life.
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SELMO, LAURA. "Educare a una solidarietà responsabile : Ricerca e analisi di modelli pedagogico-didattici in Italia e in USA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1333.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca ha avuto come obiettivo principale quello di studiare e verificare se sia possibile educare alla solidarietà responsabile. In particolare dopo una ricostruzione teorica attorno al tema, si è approfondita la questione sul campo attraverso un’analisi di tipo quantitativo e qualitativo di due modelli pedagogico-didattici realizzati in Italia e in USA. I risultati a cui siamo giunti consentono sia di affermare che l’educazione può essere considerata un fattore chiave per favorire comportamenti solidali, sia di poter progettare nuovi itinerari di ricerca e d’intervento pedagogico in questo ambito.
This research had as main objective to study and verify if it is possible to educate for responsible solidarity. In particular, after a theoretical reconstruction around the theme, the issue has been deepened through quantitative and qualitative analysis on two teaching-learning models in Italy and in the US. The results we have reached allow us both to say that education can be considered a key factor in promoting prosocial behaviors, both to design new routes for research and educational intervention in this area.
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SELMO, LAURA. "Educare a una solidarietà responsabile : Ricerca e analisi di modelli pedagogico-didattici in Italia e in USA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1333.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca ha avuto come obiettivo principale quello di studiare e verificare se sia possibile educare alla solidarietà responsabile. In particolare dopo una ricostruzione teorica attorno al tema, si è approfondita la questione sul campo attraverso un’analisi di tipo quantitativo e qualitativo di due modelli pedagogico-didattici realizzati in Italia e in USA. I risultati a cui siamo giunti consentono sia di affermare che l’educazione può essere considerata un fattore chiave per favorire comportamenti solidali, sia di poter progettare nuovi itinerari di ricerca e d’intervento pedagogico in questo ambito.
This research had as main objective to study and verify if it is possible to educate for responsible solidarity. In particular, after a theoretical reconstruction around the theme, the issue has been deepened through quantitative and qualitative analysis on two teaching-learning models in Italy and in the US. The results we have reached allow us both to say that education can be considered a key factor in promoting prosocial behaviors, both to design new routes for research and educational intervention in this area.
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Nalon, Barbara. "Orientamento e riflessioni didattiche nella scuola secondaria superiore. Una ricerca riguardante il punto di vista degli studenti." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427360.

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Abstract:
Aim of this PhD research is to understand how and whether the school helps students of secondary school to define their own personal identity and make choices for their own professional future. This PhD research is divided in five parts: four chapters analyze different issues as guidance at school, the use of biographical methods, and the law of guidance in Europe and in Italy, the last chapter describes the research. The research consists of two parts: the pre-research and the research. The specific objectives of the empirical pre- research are due mainly to the intention to explore the students prospects in last years of secondary school ( second degree), through the gathering of autobiographies with the following task "I ask you to tell me about your relationship with the school and how this has influenced you and your choices for the future", in order to define a map of dimensions which are helpful to analyse the school contribution to the development of the students personal identity and to their decisions for the future. The autobiography outline stems from Di Vita and Salerno research (2007). 55 Students (school year 2007/2008) have been involved, in particular: 27 students of two classes (fourth year) of professional Institute, section of Mechanical Engineering technics, 14 students (last year) of Sciences secondary school, PNI dpt (Computer National Plan ), 14 students of Sciences secondary school (fourth year), Languages dpt. We have chosen to collect the data in secondary schools that are so different with the purpose to have a broader spectrum of information. In fact, the students of Sciences secondary school, for the intrinsic nature of the choice made after the first degree Secondary School , are more likely to enter the university life while the population of professional institutes is mostly composed by students oriented to the immediate access to the occupational world. The qualitative analysis on texts provided by the students of secondary school (second degree) has been led using the software Atlas.ti. Starting from the already described investigative stage, and based on the matrix resulting from the analysis carried out with Atlas.ti on students autobiographies, a questionnaire that collected all the dimensions that emerged in the pre-Search converting them into item was created. The questionnaire is subdivided into a first section common to all the students in secondary schools and includes 49 item, The students who have responded to the questionnaire are a total of 674 students of upper secondary school equally divided between those who attend the Science secondary school and those who attend professional institute, and equally divided as well for gender identity. The schools involved in quantitative research are located in the province of Venice and Padua (Veneto Region). The data gathered after submitting the questionnaire were subjected to factorial analysis (main components and Varimax rotation) using the statistical package SPSS. Afterwards we proceeded to name and interprete the factors emerging from factorial analysis (based on an index of saturation >. 300), and to the review of internal consistency (through Alpha of Cronbach (α). The analysis of the answers provided by the teenagers involved in the search outlines a model that shows how the school actually helps students to develop their own personal identity and the choices for the future.
L'obiettivo della ricerca è capire come e se la scuola aiuti gli studenti della scuola secondaria superiore a definire la propria identità personale e a compiere scelte professionali per il proprio futuro. La tesi di dottorato si divide in 5 parti: i primi quattro capitoli analizzano la parte teorica in particolare si affrontano i temi dell’orientamento a scuola, l’uso dei metodi autobiografici, e la normativa europea ed italiana in materia di orientamento, l’ultimo capitolo, invece, descrive la ricerca. La ricerca si compone di due parti. Gli obiettivi specifici della pre-ricerca empirica sono infatti riconducibili principalmente all’intenzione, di esplorare la prospettiva degli studenti degli ultimi anni della scuola secondaria di secondo grado, attraverso la raccolta di autobiografie con la seguente consegna “ Ti chiedo di raccontarmi il tuo rapporto con la Scuola e di quanto questo abbia influito su di te e sulle tue scelte per il futuro”, allo scopo di far emergere una mappa di dimensioni per valutare l’apporto della scuola alla formazione dell’identità personale degli studenti e sulle decisioni per il futuro. Tale traccia dell’autobiografia è stata costruita a partire dalla ricerca svolta presso il Dipartimento di Psicologia Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Palermo da Di Vita A. e Salerno A nel 2007 e pubblicata nella rivista nazionale Infanzia ed Adolescenza. Gli studenti nell’anno scolastico 2007/2008 coinvolti sono stati 55, così distribuiti: 27 studenti di due classi IV dell’Istituto Professionale ad indirizzo Tecnico delle Industrie Meccaniche, 14 studenti di classe V del Liceo Scientifico ad indirizzo PNI (Piano Naziona-le di Informatica), 14 studenti di classe IV del Liceo Scientifico ad indirizzo Linguistico. Per condurre l’analisi qualitativa sui testi prodotti dagli studenti della scuola secondaria di secondo grado si è utilizzato il software Atlas.ti. A partire dalla fase esplorativa appena descritta, e sulla base della matrice risultante dalle analisi effettuate con Atlas.ti sulle interviste agli studenti, è stato dunque costruito un questionario che raccoglie tutte le dimensioni emerse nella pre-ricerca traducendole in item. Il questionario è suddiviso in una prima sezione comune a tutti gli studenti della scuola secondaria costituita da 49 item, di conseguenza gli ultimi 5 item del questionario sono differenziati a seconda che il questionario sia stato somministrato in un liceo scientifico o in un istituto professionale. Gli studenti che hanno risposto al questionario sono in totale di 674 studenti di Scuola Secondaria Superiore divisi equamente tra frequentanti il Liceo Scientifico e gli Istituti Professionali e ripartiti in modo uguale inoltre per identità di genere. Le scuole coinvolte nella ricerca quantitativa sono ubicate in Provincia di Padova e Venezia (Regione del Veneto). I dati ottenuti dalla somministrazione del questionario sono stati sottoposti ad analisi fattoriale (componenti principali e rotazione Varimax) utilizzando il pacchetto statistico SPSS. Si è poi proceduto alla nomina e all’interpretazione dei fattori emersi dall’analisi fattoriale (considerando una varianza > .350), e all’analisi della coerenza interna (o attendibilità) tramite l’Alpha di Cronbach (α) Le analisi delle risposte fornite dagli studenti evidenziano un modello che dimostra come la scuola effettivamente aiuti gli studenti a costruire la propria identità.
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SCANCARELLO, FRANCESCA PAOLA. "MEDIALITA' E TECNOLOGIE DIDATTICHE NELLA SCUOLA PROGETTAZIONE E COSTRUZIONE DI PRODOTTI EDUCATIONAL." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/514.

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Abstract:
Il webcasting come strumento per la distribuzione di prodotti educational e la circolazione dei saperi.
The webcasting as a tool for the distribution of educational products and circulation of knowledge.
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SCANCARELLO, FRANCESCA PAOLA. "MEDIALITA' E TECNOLOGIE DIDATTICHE NELLA SCUOLA PROGETTAZIONE E COSTRUZIONE DI PRODOTTI EDUCATIONAL." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/514.

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Abstract:
Il webcasting come strumento per la distribuzione di prodotti educational e la circolazione dei saperi.
The webcasting as a tool for the distribution of educational products and circulation of knowledge.
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De, Piano Angela. "Prassi didattiche e processi di apprendimento supportati da artefatti cognitivi nell'era del Web 2.0." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422088.

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Abstract:
The aim of this research is to analyze the theoretical beliefs of teachers in Italian secondary schools concerning the use of educational technologies and paying particular attention to Web 2.0 and multimedia interactive whiteboard. For this purpose, I interviewed Secondary School teachers to know their teaching practices and their theoretical beliefs. The aim of this study is to analyze in particular the correspondence between their theoretical beliefs and the theoretical assumptions of cognitivist and constructivist learning.
L’obiettivo della presente ricerca è quello di analizzare i principali paradigmi epistemologici che guidano gli insegnanti nell’uso di artefatti cognitivi in ambito didattico, con particolare attenzione alle risorse del Web 2.0 e alle Lavagne Interattive Multimediali. A tal fine sono state indagate le prassi didattiche di un gruppo rappresentativo di docenti appartenenti a Scuole Secondarie di I e di II grado e si è verificato se esse sono in linea con i principi teorici sui quali si fonda la didattica interattiva e di rete.
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Comunello, Massimo. "La formazione dei formatori in Yoga Educativo. Una Ricerca-Azione per la definizione di un impianto metodologico-didattico efficace (Teacher's training in Educational Yoga. An Action Research for the definition of an effective methodological-didactic model)." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3423295.

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Abstract:
Lo yoga per bambini è una disciplina interessante ed in rapida diffusione. Non sono rinvenibili nella letteratura percorsi per la formazione di educatori in Yoga per bambini che ne sviluppino giustificatamente gli aspetti metodologico-didattici e i principi yogici. Tale formazione, per risultare efficace, deve essere supportata da modelli dalla solida base teorica, impianto metodologico-didattico e pratica yogica. La ricerca fornisce un modello, prendendo in esame e perfezionando il “Corso di Formazione Internazionale in Yoga Educativo” (COFYE). Con il termine “Yoga Educativo” (Y.E.) s’intende un metodo basato sulle pratiche yogiche, con bambini/ragazzi attraverso il movimento giocoso, l’ascolto interno, il rafforzamento e la collaborazione che permettono, di trovare tempi e spazi per lo sviluppo di autoconoscenza, consapevolezza, stabilità ed empatia coinvolgendo il corpo, la mente ed il cuore, attraverso la sensibilità e le emozioni. In riferimento al COFYE la ricerca si pone le seguenti domande: a. Quali devono essere i riferimenti teorici più appropriati all’interno del vasto panorama dello yoga, per la definizione di un percorso formativo dello Y.E. ? b. Quale dev’essere l’impianto didattico-metodologico? c. Può esso essere in grado di trasmettere principi, contenuti, metodologia e tecnica in modo efficace? 1. L’indagine teoretica (bibliografica) ha indicato, due testi dello yoga classico, la Bagavad Gita e lo Yogasutra di Patanjali, quali riferimenti storici fondamentali per lo Y.E, poiché colgono basilari principi e contenuti, a cui lo Yoga Moderno dovrebbe attenersi. Rispetto al panorama contemporaneo l’Okido Yoga rappresenta un riferimento per lo Y.E., coniugando l’atteggiamento introspettivo al carattere sociale, incontrando così i bisogni relazionali di bambini/ragazzi. Si contraddistingue inoltre per l'equilibrio tra l’attenzione verso la condizione fisica, quella mentale e dello stato d’animo, ben corrispondendo ai principi e al percorso indicato da Patanjali nello “Yogasutra”. 2. L’attività di Ricerca-Azione, si sostanzia nell’analisi (con il software “Release”) di 495 report, compilati dai corsisti al termine di ogni incontro di formazione e nelle successive riflessioni del team di ricerca. Ciò ha permesso di andare oltre le risposte alle iniziali domande di ricerca, mostrandosi come strumento efficace per migliorare il COFYE nella didattica e nei contenuti, definendo un possibile modello per la formazione dei formatori in Y.E. Dall’analisi testuale è risultato che la valorizzazione del background dei corsisti, assieme alle attività laboratoriali-partecipative: simulazioni, flipped classroom, cooperative learning, stage e lavoro tra gruppi di pari, hanno coinvolto i partecipanti fisicamente, mentalmente ed emotivamente, sia come singoli che in gruppo. Ciò ha favorito la comprensione dei principi, delle tecniche dello Y.E. e l’acquisizione di un atteggiamento di apertura per un rispettoso approccio a bambini/ragazzi. In conclusione nell’ambito della ricerca educativa (Baldacci e Frabboni, 2013), l’indagine qualitativa (Cardano, 2011) ed il metodo R-A, (Losito-Pozzo, 2008), hanno permesso allo Y.E. di affinare l’impianto metodologico-didattico (Castagna, 2002) e di scoprirne e migliorarne progressivamente le possibilità applicative, riuscendo a unire la dimensione storica dello yoga, (Patanjali, 2015) con le esperienze e gli studi contemporanei, nell’ambito delle scienze della formazione (Dionisi e Garuti, 2011). Tale ricerca apre nuovi possibili spazi di indagine e attesta la rilevanza di uno stretto legame tra ricerca universitaria e pratica formativa, anche in un campo emergente come quello dello yoga educativo. Traccia nuove piste di indagine sull’integrazione tra i principi, le pratiche yogiche e la professionalità dell’insegnante.
Yoga for children is an interesting and rapidly spreading discipline. No academic literature or specific educational path for scholars and trainers that develops the methodological and didactic aspects of the yogic principles for children has been formulated yet. Such pioneer approach, in order to be effective, it must be supported by models with a solid theoretical base, a methodological-didactic system and a yogic practice. The present research aims to provide a model, grounding its conclusions on the assessment and evaluation of the "International Training in Educational Yoga" (ITEY). The term "Educational Yoga" (EY) represents a didactic method based on yogic practices, applied to children through playful activities, meditation, physical strengthening and cooperation group-activities that allow them to find time and space for the development of self-knowledge and awareness, mental stability and empathy by involving the body, mind and heart, through sensitivity and emotions. Intrinsically rooted to the ITEY approach, the present investigation provides the answer to the following questions: to. What should be the most appropriate theoretical references within the extensive realm of yoga, for the definition of a training path of EY for teachers and trainers? b. What should be the didactic-methodological system beneath it? c. Is such educational method able to transmit principles, contents, methodology and techniques to future teachers and trainers effectively? 1. The present inquiry has highlighted two fundamental manuscripts of traditional Yoga, namely the Bagavad Gita and the Yogasutra of Patanjali, considered to be the fundamental historical references for EY, since they capture the very basic principles and contents, to which contemporary Yoga grounds its roots in. With respect to the present yogic context, the Okido Yoga is considered to be the most suitable source for EY to rely on, since it combines the introspective attitude to the more social one, satisfying this way both the relational needs of children / teenagers as well as the more meditational inclination of the yogic tradition. It also stands out for its attention to the critical balance between the physical, the mental and the emotional condition of kids, which may be found also in the Yogasutra doctrine introduced by Patanjali. 2. The Action Research methodology consists in the analysis (through the “Release” software) of the 495 surveys on students, which at the end of each EY training have been asked to fill out specific questioners with regard to the benefits and impact that the EY practice have had on them, directly and indirectly. These first hand resources allowed us to demonstrate the ever-growing potential of the ITEY as an effective educational tool able to improve and develop the quality of trainers by providing a structural model for the application of the EY methodology. The literature analysis has shown that the enhancement of the students' background, together with the workshop-participatory activities, proposed by the ITEY through simulation laboratories, flipped classroom approach, cooperative learning, internships and teamwork between groups of peers, have successfully attracted the interest and the active participation of all students physically as well as mentally and emotionally, both as individuals and in groups. Such acknowledgment of the positive benefits and impact of the EY approach has significantly favored a deeper and more sound understanding of guiding principles, holistic techniques and above all the acquisition of an attitude of openness for a respectful approach towards children and teenagers. In conclusion in the field of educational research (Baldacci and Frabboni, 2013), the qualitative survey (Cardano, 2011) and the Action-Research method, (Losito-Pozzo, 2008), allowed EY to refine its methodological-didactic structure (Castagna, 2002) and to discover and progressively improve its applicability, keeping a strong connection with the traditional dimension of yoga (Patanjali, 2015) as well as with the contemporary experiences and studies in the field of educational sciences (Dionisi and Garuti, 2011). This research opens up new possibilities for investigation. First of all, it attests to the relevance of a significant correlation between academic research and training practice, even in an emerging field such as educational yoga. Secondly, it traces new avenues of investigation regarding the possible integration between holistic principles, yogic practices and professional development of teachers and trainers.
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Fonte, Valentina <1976&gt. "Una metodologia d'intervento olistico per il recupero delle dislessie in età evolutiva: esperienza sonoro-musicale e linguistica creativa quale approccio educativo-didattico integrato." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4607.

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Abstract:
Il progetto si snoda tra gli ambiti di ricerca della pedagogia speciale, delle neuroscienze e dell’educazione linguistica, muovendo da una positiva esperienza concreta e proponendo un approccio “olistico” al recupero delle abilità di base nelle dislessie in età evolutiva mediante esercizi di linguistica creativa ed esperienze sonoro-musicali, laddove l’azione delle frequenze sonore può stimolare il sistema percettivo-cognitivo e al contempo attivare per risonanza meccanismi di autoregolazione nel soggetto. Design. L’efficacia dell’azione della musica è indagata inizialmente su 4 individui “normodotati”, quindi su un panel di 5 soggetti con dislessia di tipo disfonetico e misto, misurando l’evoluzione dei principali parametri di benessere psico-fisico e i valori della coerenza emisferica cerebrale. I dati ottenuti e lo studio di caso su un soggetto adolescente con dislessia, lungo un follow-up di 2 anni, consentono di definire un modello di attività didattiche e proposte operative, valutandone gli effetti su altri 4 casi scelti in ambito scolastico (“embedded case study”), relativamente al potenziamento delle abilità di lettoscrittura e al rafforzamento del concetto di sé attraverso pre-, durante- e post-test (lettura di parole e non-parole con e senza crowding, prova MT di comprensione testuale, Test di valutazione multidimensionale dell’autostima e analisi della produzione testuale con il software “Èulogos”). Results. L’analisi delle evidenze empiriche attesta la valenza delle strategie utilizzate, rivelando effettivi miglioramenti nelle abilità di lettoscrittura, nella capacità espressiva, nelle componenti socio-emotiva e motivazionale, nella prassia e nell’integrazione spazio-temporale dei soggetti in esame. Ciò va in direzione della trasferibilità dell’approccio e del modello multimodale adottato.
This project refers to various research areas, from special education to neuroscience and language education. It starts from a real and positive experience and develops into an “holistic” approach to the recovery of basic skills in developmental dyslexia. This goal is achieved by creative linguistic exercises and musical experiences, where the action of sound frequencies can stimulate the perceptual-cognitive system, activating at the same time self-regulation mechanisms by resonance. Design. The effectiveness of music is initially investigated on 4 “normal” subjects, then on a panel of 5 subjects with disphonetic and mixed dyslexia. The investigation is carried on by measuring the evolution of the main parameters of physical and mental wellbeing and the hemispheric coherence brain values. The collected data and the case study of a teenager with dyslexia, through a 2 years’ follow-up, are used to define a model of learning activities and operational guidelines. The effects of these guidelines are investigated on other 4 cases chosen in a secondary school (“embedded case study”), with reference to the implementation of reading and writing skills and the development of self-concept across pre-, during -and post –test: words and non-words lists with and without crowding effect, MT evidence of textual understanding, multidimensional self-esteem assessment test and analysis of textual production by the software “Èulogos”. Results. Analysis of empirical evidence shows the effectiveness of the used strategies to reveal the actual improvements of literacy skills, expressive capability, socio- emotional and motivational dimensions, praxia and space-temporal integration of the studied cases. This suggests the possibility of the transferability of the adopted multimodal approach.
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Vanacore, Antonio. "Progettazione e sperimentazione di un percorso didattico sperimentale in superconduttività." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1786.

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Abstract:
2012 - 2013
Vengono presentate e discusse le fasi di progettazione, realizzazione e valutazione di efficacia di un percorso didattico di insegnamento/apprendimento incentrato sui materiali superconduttori partendo dalle loro proprietà magnetiche. Sono state effettuate sperimentazioni di metodologie e realizzati materiali didattici innovativi volti a favorire l’apprendimento degli studenti con l’ausilio di attività laboratori ali svolte presso la Scuola Estiva di Eccellenza di Fisica Moderna SEEFM. [a cura dell'autore]
XII n.s.
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Del, Longo Silvia. "Strategie e strumenti di scrittura per argomentare. Ipotesi di intervento." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3424064.

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Abstract:
The three years of Doctoral Program were devoted to the exploration of the role of note-taking, drafting, mapping, and outlining in learning strategies for argumentative writing and speaking in secondary school students. The successful performance in argumentative discourse tasks is expected at the end of the secondary school all over the world. In spite of these expectations, though, what researchers have been observing for decades are the difficulties encountered by students in performing academic writing and speaking tasks. Moreover, further investigation is needed in order to explore the role of writing in supporting strategic learning in argumentative discourse. Therefore, under the supervision of professor Lerida Cisotto, the doctoral student designed a series of exploratory studies and developed an intervention about writing strategies for argumentation, with the aim to improve the argumentative discourse processes and products of the students involved. The aim of the two studies reported here was to investigate the positive influence on the quality of written and oral argumentation of an intervention about strategic writing tools for argumentation. In particular, students who attended four workshops on writing tools were expected to show greater improvement in their argumentative performances than students who were involved in curricular activities about written and oral argumentation. The participants were 124 secondary students attending either 11th or 12th grade, and were assigned either to the Writing for argumentative discourse group or to the Practising for argumentative discourse group. Participants were administered pre- and post-intervention tests to analyze their performances in argumentative speaking and writing, using several indices of quality. Multivariate analyses of variance revealed a significant effect of the intervention about writing tools for argumentation on the quality of persuasive essay writing, and a moderate effect on the quality of debate speaking. The actual use of strategic writing tools during argumentative writing and speaking has also been explored. Findings indicate that instruction in writing tools for argumentation has the potential to influence the learning of strategies for argumentative writing and speaking, especially when strategic writing tools support the use of metacognitive and self-regulation strategies.
I tre anni di ricerca dottorale sono stati dedicati ad esplorare il ruolo di appunti, bozze, mappe e scalette nell’apprendimento di strategie per l’argomentazione orale e scritta da parte di ragazzi della scuola secondaria di II grado. In tale ordine scolastico, infatti, ci si attende che i ragazzi sappiano esprimere e supportare le proprie opinioni in modo convincente e appropriato al contesto. Nonostante le aspettative, tuttavia, le ricerche degli ultimi decenni hanno rilevato le difficoltà incontrate dagli studenti nelle prestazioni argomentative orali e scritte. Inoltre, si ravvisa la necessità scientifica di esplorare il ruolo dello scrivere come strumento di supporto nell’apprendimento strategico del discorso argomentativo. Pertanto, con la supervisione della prof.ssa Lerida Cisotto, la dottoranda ha progettato e condotto una serie di studi esplorativi ed ha sviluppato un percorso didattico laboratoriale sugli strumenti strategici di scrittura per l’argomentazione, con l’intento di migliorare i processi e i prodotti argomentativi degli studenti coinvolti nella ricerca. La finalità dei due studi condotti è stata di indagare l’influenza positiva del laboratorio sulla qualità della scrittura e dell’oralità argomentativa. In particolare, ci si attendeva che gli studenti coinvolti in quattro laboratori sugli strumenti di scrittura mostrassero un miglioramento più consistente nelle loro prestazioni argomentative rispetto ad altri ragazzi coinvolti in attività didattiche curricolari sull’argomentazione scritta e orale. Hanno preso parte alla ricerca 124 studenti della scuola secondaria di II grado, frequentanti la classe seconda o terza, e assegnati casualmente al gruppo Scrivere per argomentare oppure al gruppo Esercitarsi per argomentare. I partecipanti sono stati coinvolti in sessioni di rilevazione iniziali e finali allo scopo di analizzare le loro prestazioni in compiti di oralità e scrittura argomentativa attraverso la presenza di elementi qualificanti. Le analisi multivariate della varianza hanno rivelato un effetto significativo del laboratorio Scrivere per argomentare sulla qualità dei testi argomentativi e un effetto moderato sulla qualità degli interventi di dibattito. Nel corso della ricerca dottorale è stato anche esplorato l’uso effettivo degli strumenti strategici di scrittura a supporto dell’argomentazione orale e scritta. I risultati degli studi indicano che l’insegnamento di strumenti strategici di scrittura per l’argomentazione ha il potenziale di influenzare l’apprendimento di strategie per l’argomentazione orale e scritta, soprattutto quando lo scrivere supporta e guida l’uso di strategie metacognitive e per l’autoregolazione.
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Ferroni, Mara <1974&gt. "Le metodologie nell'interazione tra didattica generale e didattica disciplinare. L'utilizzo del role playing per l'analisi del testo letterario." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1006/1/Tesi_Ferroni_Mara.pdf.

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Ferroni, Mara <1974&gt. "Le metodologie nell'interazione tra didattica generale e didattica disciplinare. L'utilizzo del role playing per l'analisi del testo letterario." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1006/.

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Galbusera, Barbara. "Pedagogia e autismo: per una formazione degli operatori alla didattica scolastica." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2018. http://hdl.handle.net/10446/102057.

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Abstract:
L’obiettivo di questa tesi è discutere del tema “didattica ed autismo”, allo scopo di fornire un contributo teoretico e pratico per gli operatori che lavorano nella scuola primaria italiana con studenti diagnosticati all’interno del disturbo dello spettro autistico. Per questo motivo la trattazione è stata divisa in quattro parti. Nella prima vi è lo studio di come alcune scienze dell’educazione hanno analizzato l’autismo. Quindi, dopo aver effettuato un backgroud storico a partire dall’individuazione della diagnosi, si sono analizzati i contributi della psicologia (psicoanalitica, comportamentale e cognitiva), quelli della genetica e, infine, quelli nati dalla nosografia e dai Critical Autism Studies. La trattazione si è conclusa sostenendo che, ad oggi, le teorizzazioni sorte dalle scienze dell’educazione non sono riuscite a prendere in considerazione la persona con autismo come «intero» e che il loro utilizzo, non sussunto attraverso una prospettiva pedagogica, spesso non ha permesso la costruzione di esperienze di educazione per la persona, né ha favorito la didattica. Sono stati, inoltre, analizzati i contributi di autori che si stanno occupando di teorizzare l’educazione della persona con autismo attraverso la pedagogia speciale. Si è, infine, dimostrato come lo sguardo della pedagogia del personalismo permetterebbe di rimettere al centro la persona più che il suo autismo e consentirebbe maggiormente la costruzione di una didattica ad hoc. Nella seconda parte si è studiato come strutturare un colloquio pedagogico per raccogliere le esperienze degli insegnanti della scuola primaria che hanno lavorato con questi bambini. Lo scopo è stato quello di raccogliere le loro narrazioni al fine di scoprire il loro punto di vista sulla didattica. Analizzando le esperienze, è emerso che l’autismo del bambino creava all’insegnante difficoltà nel proprio lavoro. Quindi, per verificare se effettivamente fosse l’autismo del bambino ad impedire la didattica, si è ampliata la ricerca coinvolgendo anche gli insegnanti della scuola primaria che lavoravano nelle medesime scuole dei colleghi (precedentemente intervistati), ma non con studenti con autismo. Confrontando le esperienze, si è individuato che l’autismo del bambino permetteva agli insegnanti di interrogarsi maggiormente su di sé, come persone e come professionisti. Tuttavia c’era sempre la difficoltà di riuscire a trasformare le proprie “esperienze umane” in esperienze educative, limite che arrivava a minare il loro senso di autoefficacia. Per questo motivo si è teorizzato che occorreva investire sulla formazione degli insegnanti per permettere loro l’acquisizione di questa competenza. Durante le interviste, inoltre, è emerso che gli insegnanti ritenevano molto importante, per il loro lavoro e la loro formazione, sia il sostegno dei tecnici (compresi quelli del servizio sanitario che si occupavano del bambino), sia il contributo delle scienze dell’educazione, sia la prospettiva pedagogica. È nato quindi un ulteriore problema: poiché il contributo che potevano fornire le scienze dell’educazione era percepito dagli insegnanti come fondamentale, vi era ancora spazio per la pedagogia e per la didattica? Questo ha favorito la nascita della terza parte della tesi. Si è, perciò, costruito un questionario inviato online agli insegnanti della scuola primaria pubblica italiana per verificare i loro bisogni e desideri formativi, nonché per individuare il loro punto di vista sulle metodologie didattiche. L’analisi dei dati ha permesso di rilevare che vi è una cultura difforme sul territorio italiano e che, in generale, i docenti mostrano la necessità di avvalersi dei contributi delle scienze dell’educazione e della pedagogia per costruire una didattica sempre più personalizzata. Alla luce del lavoro effettuato nelle prime tre parti della trattazione, si è ideato un corso di formazione. Successivamente, grazie alla collaborazione di un servizio di neuropsichiatria infantile, si è fatta esperienza di tale formazione indirizzandola a operatori che già stavano lavorando con studenti con autismo, al fine di verificare se tale formazione potesse aiutare i professionisti nel loro lavoro con il bambino. I risultati positivi dell’esperienza hanno dimostrato che questa proposta aiuta gli operatori nel proprio lavoro e ne migliora anche il proprio senso di autoefficacia. Alla luce di ciò, si ritiene che favorire il punto di vista della pedagogia del personalismo possa migliorare l’azione didattica del professionista con tutti gli studenti (non solo quelli con diagnosi di autismo) contribuendo a ridefinire il senso della didattica stesso.
The objective of this thesis is to address the theme of “didactics and autism”, with the aim to making a theoretical and practical contribution for those working within the Italian schooling system with students diagnosed within the autism spectrum. The argument is divided into four sections.  In the first section it discusses how the education sciences have analyzed autism. After a historical construction that begins from diagnosis, contributions from psychology (psychoanalytic, behavioral and cognitive), genetics and Critical Autism Studies are analyzed. The section concludes arguing that until today science of education theories have not been able to consider the autistic person as a whole. Therefore these theoretical constructions and practices do not include the pedagogical perspective, which has not allowed the creation of a tested education for the individual of favored learning.  Contributions from those authors who have theorized education for autistic subjects through special pedagogy has also been analyzed, demonstrating how pedagogy of personalism approaches would allow the the person rather than their autism to be placed at the centre, making an ad hoc construction more feasible.  A pedagogical study is analyzed in section two, whose aim was to collect teaching experiences with autistic children in Italian primary education. The aim was to collect their individual narratives in order to discover their points of view on didactics. The analysis reveals that the child’s autism creates significant problems for the teacher. In order to determine if the autism was the major cause, further teachers within similar structures but without autistic children were interviewed.  Comparing results finds that the child’s autism allows the teacher to ask more questions of themselves, both as a person and as an individual. However there is the remaining problem of the difficulty found in transforming human experience into educational experience, a factor that undermines their sense of effectiveness. The argument is therefor made for the need to invest in training teachers to help them acquire these skills.  It emerged from the interviews that the teachers felt that the technical support (including those of the health services) as well as science of education and the pedagogic perspective contributions were extremely important.  This leads to another problem: if the contribution of the educational sciences is perceived as fundamental, how much space is left for pedagogy and didactics?  This question led to the formation of the third part of the thesis.  A questionnaire was prepared and sent online to the teachers working in the Italian primary school system to discover their educational needs and wishes, as well as their points of view on the didactic methodologies.  The analysis reveals that teachers across Italy use various methodologies, but in general feel the need for more contributions from the education sciences and pedagogy in order to construct a more personalized education approach. In light of the findings from these first three sections a course of training was proposed. Thanks to a child neuropsychiatric collaboration this training was trialled with a view of testing if such training would benefit the professionals in relation to their work with autistic children. This question has been presented in the fourth part. The positive experiences demonstrate that the proposal helps operators within their work and improved their sense of efficiency. Therefor I argue that a pedagogy of personalism could improve the didactic performance of professionals for all students and not only those autistic, contributing to redefining the sense of education itself.
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CASASCHI, Cristina Maria Teresa (ORCID:0000-0003-3226-912X). "Di fronte all'anziano: per una pedagogia dell'invecchiamento." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2016. http://hdl.handle.net/10446/61878.

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Fontani, Enrica <1972&gt. "Sistemi di valutazione e autovalutazione del docente. Dalle teorie della valutazione agli orientamenti di politica scolastica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7318/1/fontani_enrica_tesi.pdf.

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Abstract:
La ricerca indaga, nell’ambito dell’educational evaluation, sulla funzione dell’autovalutazione nel processo di valutazione dei docenti e sul suo ruolo nello sviluppo professionale degli insegnanti e nel miglioramento della scuola. All’interno degli approcci della program evaluation la valutazione dei docenti è connessa alla valutazione del curricolo; dall’analisi delle teorie e dei modelli di valutazione del programma si individua una linea di tendenza verso una progressiva partecipazione del docente e verso una specifica attenzione al suo portato nella valutazione, dinamismo che avvicina alla pratica auto valutativa. L’utilizzo di pratiche auto valutative emerge dalla comparazione delle prassi valutative dei paesi europei; la competenza auto valutativa e valutativa dell’insegnante diviene indispensabile, se ne verifica la presenza nei profili professionali dei docenti di Inghilterra, Francia, Finlandia e Portogallo, confrontati tramite un metaframework (Danielson, 2011). L’autovalutazione delle proprie competenze diviene esercizio della competenza del valutare, operazione mentale da apprendere al pari delle altre; si parla, date queste premesse, di apprendimento della valutazione (Guasti, 2013), nel quale il soggetto ha un ruolo attivo e consapevole. Nel percorso italiano di valutazione della scuola e dei docenti, dai progetti sperimentali di valutazione alla Legge 107/2015, si ricercano passaggi auto valutativi e si prendono in esame documenti e strumenti per analizzarne gli aspetti auto valutativi. Il profilo professionale del docente italiano è ricostruito a partire dalle leggi, dai contratti e dai progetti sperimentali. È la “scuola vissuta” ad essere interpellata con la survey approach rivolta ad alcuni dirigenti scolastici; l’indagine conferma il valore dell’ipotesi iniziale, evidenziando attenzione e ricettività verso le pratiche auto valutative della scuola e dei docenti. Un ruolo sempre più attivo del soggetto nella valutazione, sino al suo compimento nell’autovalutazione, insieme alla considerazione della parte processuale dell’insegnamento- apprendimento, possono rappresentare la chiave di volta per lo sviluppo professionale dei docenti e il miglioramento della scuola.
The research, in the field of educational evaluation, the role of self-evaluation in teacher’s evaluation and in professional development of teachers and the improvements of schools. Within the approaches of the program evaluation the evaluation of teachers is linked to the evaluation of the curriculum; from the analysis of the theories and the models of the evaluation of the program a tendency can be identified toward the participation of teachers and an attention toward what teachers can bring to the evaluation, dynamism that approaches to self-evaluation. The use of self-evaluation practices arises from the comparison of different evaluation techniques in european countries; and the competency in self-evaluation and of the teacher’s evaluation becomes necessary, it’s checked the presence in the professional profiles of teachers in England, France, Finland and Portugal, compared with a metaframework (Danielson, 2011). The self-evaluation of competencies becomes and exercise to evaluate, a mental operation that must be learnt like others; it’s discussed the “learning to evaluate” (Guasti 2013), in which the subject has an active role. In the Italian path of evaluation of school and teachers, from the experimental project of evaluation to the law 107/2015 the self-evaluation step are searched and documents and tools to analyse the self-evaluation aspects. The professional profile of the Italian teacher is built from the laws, the contracts and the experimental projects. The “everyday school” is called upon with survey approach to a few head teachers; the enquiry confirms the value of the initial hypothesis, highlighting the attention towards auto-evaluation practices of the school and the teachers. An incresingly active role of the subject of the evaluation, until it’s success in the self-evaluation, together with the consideration of the process part of teaching-learning, can represent the key for professional development of teachers and the improvement the schools.
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Bertagnolli, Marta <1986&gt. "Aver cura di chi cura: i progetti di sostegno alla genitorialità a distanza e alle famiglie transnazionali provenienti dai Paesi postsocialisti." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8331/1/Bertagnolli%20Marta_tesi.pdf.

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Abstract:
In Italia, da un paio decenni, si è andato affermando un nuovo welfare privato per la cura e l’assistenza a domicilio degli anziani dove ad occuparsene sono quasi esclusivamente donne di origine straniera. Quasi un milione di loro ha intrapreso la migrazione verso l’Italia come strategia di tipo familiare, lasciando nel Paese d’origine figli, mariti e genitori anziani. Da un punto di vista pedagogico, non si può fare a meno di considerare l’esperienza di queste lavoratrici e madri a distanza, né si possono trascurare le loro condizioni di potenziale vulnerabilità dell’essere donne, straniere, inserite in un settore lavorativo poco tutelato e svalorizzato, esposto inoltre ai rischi propri delle professioni di cura. Una nuova frontiera per gli studi pedagogici sembra allora delinearsi nel promuovere un sostegno alla genitorialità finalizzato al mantenimento delle relazioni familiari a distanza o ad accompagnare i ricongiungimenti familiari. La tesi, riconoscendo un possibile legame tra il sostegno alla genitorialità e il benessere dei nuclei familiari, ha realizzato uno studio di caso multiplo su tre progetti realizzati in Italia. Basandosi sui dati empirici emersi vengono delineate alcune linee guida per la futura progettazione di interventi di sostegno alle famiglie transnazionali.
Over the last two decades a new model of private and domestic welfare addressed to elders, in which migrant women are usually engaged as carers, has been spreading in many European Countries, especially in Italy. About one million of women has migrated towards Italy alone as a way to provide to their families (children, husbands and old parents), who usually have not moved away from their home countries. The experience of these workers as “long distance mothers” appears important to be studied from a pedagogical perspective, considering the intersecting vulnerabilities of being women, migrant, and also workers in a poorly protected and underestimated working sector (exposed, as it is, to the risks of the care professions) at the same time. A new frontier for pedagogical studies seems to be emerging in promoting long distance parenting support aimed at maintaining family relationships at a distance or accompanying family reunification. The thesis, recognizing a possible link between support for long distance parenting and the wellbeing of transnational families, has carried out a multiple case study on three projects that took place in Italy. Based on the emerging empirical data, some guidelines are outlined for the future planning of interventions aimed at the support of transnational families.
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Baldazzi, Alice <1986&gt. "L'uso dell'ePortfolio a sostegno delle transizioni professionali in direzione dell'apprendimento permanente e dell'occupabilità." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8459/1/Baldazzi_Alice_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
In un contesto socio-economico come quello odierno, caratterizzato da forte instabilità dei mercati e dalla flessibilizzazione dei percorsi biografici e di carriera, temi quali apprendimento permanente, occupabilità e riconoscimento degli apprendimenti risultano cruciali. Tra gli strumenti individuati dalla ricerca educativa per favorire le transizioni lavorative e il riconoscimento delle competenze è riservata una crescente attenzione all’ePortfolio, strumento di raccolta sistematica di evidenze o artefatti (artifacts) che vengono caricati in uno spazio virtuale per il quale non si può prescindere dal processo di riflessione che viene messo in atto dal soggetto che ne fa uso. In relazione alle finalità suddette, anche in Italia si è sviluppato recentemente interesse per l’ePortfolio e non solo in riferimento all’ambito degli insegnanti, nel quale l’uso di tale strumento è obbligatorio per i neoassunti; non mancano infatti esperienze e la messa a punto di modelli di ePortfolio per il mondo del lavoro in generale. L'obiettivo principale della ricerca di dottorato qui presentata è stato quello di esplorare se, in quale misura e a quali condizioni l'ePortfolio possa favorire lo sviluppo personale e professionale, da un lato favorendo una maggiore consapevolezza delle proprie risorse nei soggetti in transizione e dall’altro garantendo una maggiore visibilità delle stesse nei confronti di potenziali selezionatori e/o datori di lavoro, con la finalità di elaborare delle linee guida di ePortfolio per le transizioni professionali. Il disegno di ricerca si è articolato in più fasi: una revisione della letteratura sul tema oggetto della trattazione seguendo la metodologia della rassegna sistematica per assicurare una maggiore attendibilità ai risultati di sintesi di più studi empirici già pubblicati e una maggiore validità interna, l’analisi di modelli ed esperienze internazionali di ePortfolio di presentazione al mondo del lavoro e la realizzazione di uno studio di caso multiplo nel contesto italiano su tre dei modelli analizzati.
The last 50 years have been marked by profound changes in economics, geopolitics, technology, society and the environment. In education, many authors underline the need for individuals to learn lifelong; otherwise they risk being excluded from the so-called "knowledge society." Besides, in order to participate actively in the world of work, people are supposed to be well aware of their own limits and resources. To do this, they may need new pedagogical opportunities to learn key competencies, such as learning to learn and to develop self-reflexivity in a perspective of lifelong learning. Internationally the interest in ePortfolio is growing for the role that it seems to play in fostering the skills needed in a knowledge-based society, addressing not just students but also workers-citizens with a lifelong learning, inclusive perspective. Furthermore ePortfolios have been used in several contexts in order to develop employability and self-awareness and to showcase the effective skills to prospective employers. Many authors assume that the constituent elements of the ePortfolio, such as reflexivity, capitalization and transferability of skills, can effectively promote employability by increasing the job seekers’ awareness about their own skills acquired in different contexts (formal, non-formal, informal) and by giving the employer more information for selection purposes. The aim of the research was to explore whether, to what extent and under which conditions ePortfolio can be a tool in support of job transitions, on the one hand promoting awareness in job seekers’ own resources, on the other hand allowing the transparency of these towards employers. The research design contemplated a systematic review of literature, the analysis of presentation ePortfolio projects, and a multiple-case study on Italian ePortfolios. The research results allowed us to identify possible important aspects to be considered for an ePortfolio for job transitions in the Italian context.
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Castellani, Daniele <1962&gt. "La progettazione nella scuola tra conservazione e innovazione: elementi di continuita e discontinuita. Una ricerca empirica sugli atteggiamenti e le dichiarazioni degli insegnanti negli Istituti Comprensivi della Provincia di Udine e nelle scuole statali italiane in Spagna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9681/1/Castellani_Daniele_Tesi.pdf.

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Abstract:
La presente ricerca è rivolta allo studio della progettazione scolastica ed è stata finalizzata all’osservazione dell’impatto prodotto su di essa dalla progressiva introduzione dei nuovi documenti di progettazione oggi in uso nelle scuole italiane. Al fine di delineare i costrutti fondamentali da indagare è stato realizzato uno studio preliminare della letteratura scientifica di riferimento a partire dal dibattito statunitense sul curricolo avviato a inizio Novecento. Dopo una ricognizione sui successivi studi realizzati in ambito nordamericano ed europeo, una parte della ricerca è stata specificamente dedicata al dibattito nel contesto italiano. L’ultima parte di questo percorso è stata rivolta alla recente ripresa di interesse verso le ricerche sul curricolo e le nuove prospettive portate dall’internazionalizzazione di questi studi dovute all’opera dei cosiddetti riconcettualizzatori. La seconda parte della ricerca è stata dedicata allo studio della normativa scolastica italiana in tema di progettazione a partire dal secondo dopoguerra. Particolare attenzione è stata data alle riforme degli ultimi due decenni. Su queste basi teoriche e concettuali è stato quindi predisposto il percorso di ricerca empirica realizzato nelle scuole campione e la successiva analisi dei dati raccolti. Lo scopo della ricerca è stato quello di evidenziare e quantificare l’entità e la natura dei potenziali elementi di continuità e di discontinuità presenti nel sistema di progettazione scolastica attraverso la voce dei docenti che operano sul campo. Il campione è stato individuato tra gli istituti comprensivi della provincia di Udine. Una ricerca analoga è stata condotta presso le scuole statali italiane in Spagna, nelle città di Madrid e Barcellona, dove ancora non sono state introdotte le nuove pratiche di progettazione. Questo ha consentito di poter comparare i dati in un contesto paragonabile a quello previgente in Italia e di fare ulteriori valutazioni sull’impatto prodotto sul lavoro dei docenti dall’introduzione dei nuovi documenti di progettazione.
This research is addressed to the study of school planning and aimed to the observation of the impact produced on it by the progressive introduction of new planning documents nowadays used in the Italian public school system. In order to trace the main constructs to be investigated a preliminary study on the related scientific literature has been held starting from the north American debate about the curriculum initiated at the beginning of the XX Century. The last part of this exploration has been dedicated to the recent resumption of interest toward curriculum studies due to the new perspectives brought by their internationalization and the works of the so called reconceptualists. The second part of the research regards the evolution of the Italian school planning norms starting from the second post-war period. Particular attention has been given to the Italian reform laws of the last two decades. According to this theoretical and conceptual basis, the empirical research put in place has been realized among the comprehensive schoolteachers operating in the province of Udine and followed by the analysis of the data collected. The aim of the research has been to highlight and quantify entity and nature of the potential continuity and discontinuity elements present in the school planning system through the voice of the teachers working on the ground. A similar research has been held at the Italian state schools in Spain, in the towns of Madrid and Barcelona, where the new planning practices have not been introduced yet. This allowed a comparison with data collected in a context partly similar to the one pre-existing in Italy, so to make further assessments on the impact produced on the teachers’ work by the introduction of the new planning documents.
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Lo, Turco Vanessa <1988&gt. "Formare competenze per gestire processi di Open Innovation. Uno studio di caso." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10472/1/Tesi%20dottorato%20Lo%20Turco.pdf.

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Abstract:
Per comprende più a fondo il problema che le aziende affrontare per formare le persone in grado di gestire processi di innovazione, in particolare di Open Innovation (OI), è stato realizzato nel 2021 uno studio di caso multiplo di un percorso di educazione non formale all’OI realizzato dalla società consortile ART-ER e rivolto ai dottorandi degli atenei emiliano-romagnoli. Nella seconda fase di tale percorso formativo, per rispondere alle sfide di OI lanciate dalle aziende, sono stati costituiti 4 tavoli di lavoro. A ciascun tavolo di lavoro hanno preso parte 3/4 dottorandi, due referenti aziendali, un consulente e un operatore di ART-ER. Il campione complessivo era costituito da 14 dottorandi; 8 referenti aziendali di quattro aziende; 4 membri di una società di consulenza e 4 operatori della società consortile ART-ER. Il seguente interrogativo di ricerca ha guidato l’indagine: l’interazione tra i soggetti coinvolti in ciascun tavolo di lavoro – considerato un singolo caso - si configura come una Comunità di Pratica in grado di favorire lo sviluppo di apprendimenti individuali funzionali a gestire i processi di OI attivati nelle imprese? I dati sono stati raccolti attraverso una ricerca documentale a tavolino, focus group, interviste semistrutturate e un questionario semistrutturato online. L’analisi dei dati è stata effettuata mediante un’analisi qualitativa del contenuto in più fasi con l’ausilio del software MAXQDA. I risultati dimostrano che in tre casi su quattro, i tavoli di lavoro si sono configurati come una Comunità di Pratica. In questi tre tavoli inoltre è emerso lo sviluppo di alcune aree di competenza funzionali alla gestione dei processi di OI. Nella conclusione sono state presentate alcune proposte per la riprogettazione delle future edizioni del percorso formativo.
To better understand the problem companies face in training people capable of managing innovation processes, in particular Open Innovation (OI), in 2021, a multiple case study of a non-formal training course – organized by the ART-ER consortium and aimed at doctoral students of Emilia-Romagna universities – was carried out. In the second phase of this training course, four working groups were set up to respond to OI challenges launched by companies. Three/four PhD students, two company representatives, a consultant and an ART-ER operator took part in each work table. The overall sample consisted of 14 PhD students, eight company representatives from four companies, four consultancy company members, and four ART-ER consortium company operators. The following research question guided the investigation: has the interaction between the subjects involved in each work table - considered a single case - configured as a Community of Practice capable of favouring the development of individual learning functional to managing the processes of OI activated in companies? The data was collected through desk research, focus groups, semi-structured interviews and a semi-structured online questionnaire. The data analysis was carried out through a qualitative analysis of the content in several stages with the help of the MAXQDA software. The results show that the working groups were configured as a Community of Practice in three out of four cases. In these three tables, the development of some areas of competence functional to the management of OI processes also emerged. In conclusion, some proposals for redesigning future editions of the training course were presented.
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Repetto, Manuela <1973&gt. "Dinamiche e configurazioni del gruppo che costruisce conoscenze in rete." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2009. http://hdl.handle.net/10579/340.

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Lazzarini, Elisa <1986&gt. ""Comunità Alibandus, raccontami come sei diventata maggiorenne." Percorso di conoscenza di una comunità educativa per minorenni attraverso la raccolta di storie di vita dei suoi protagonisti." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2688.

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Abstract:
La ricerca è di tipo sperimentale e “work in progress” ed ha come oggetto due comunità per minorenni situate nel territorio vicentino (Vicenza e Bassano del Grappa) raccontate attraverso interviste e testimonianze dei protagonisti di oggi e di ieri. Nel mio lavoro andrò ad approfondire la realtà bassanese mentre la comunità vicentina verrà descritta da Elisa Carraro nella sua tesi di laurea. L’obiettivo della ricerca è la ricostruzione storica della comunità attraverso il racconto e le testimonianze delle persone che hanno vissuto questa realtà nei diciotto anni di presenza. Inoltre si è cercato di evidenziare quali siano stati i cambiamenti culturali che hanno portato l’evoluzione delle comunità educative per minorenni nel tempo e quali prospettive future possono avere queste strutture. La metodologia utilizzata è l’intervista libera qualitativo-narrativa finalizzata a raccogliere storie e dettagli di vita della comunità. La ricostruzione storica delle due comunità è stata effettuata da due ricercatrici che sono anche educatrici nelle realtà, utilizzando una metodologia di scambio e confronto continuo che ha permesso di uscire dalla filiera di comando arricchendo le conoscenze reciproche. Dalla ricerca sono emersi temi raggruppabili in due macro aree. La prima riguarda la realtà interna della comunità: tutti gli aspetti legati all’equipe educativa e ai ragazzi accolti. La seconda area riguarda l’ambiente esterno cioè l’interazione della comunità con il territorio in cui è insediata analizzando i rapporti con il Servizio Pubblico e la rete di supporto. Sono state anche approfondite le relazioni con l’ambiente d’origine dei ragazzi accolti e il percorso di vita una volta conclusa la loro permanenza in comunità. La ricerca non fornisce soluzioni nell’affrontare il tema delle comunità per minorenni ma raccoglie le questioni emerse che restano comunque temi aperti e di possibile approfondimento in futuro.
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Marrucci, Luca <1976&gt. "Musica capacitante : riflessione epistemologica e sperimentazione." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/12875.

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Abstract:
Questa ricerca si pone sulla linea rossa rintracciabile dall’Unesco’s First Worldwide Arts Education Conference di Lisbona(2006), passando per il report Eurydice, Arts and Cultural Education at School in Europe(2009) fino all’Unesco’s Second World Conference on Arts Education di Seul(2010) dove si evince, sulla scia di ricerche riguardanti le 21st century skills e le 4C(creativity, collaboration, communication, critical thinking), come, nonostante il “media”, il processo d’insegnamento fosse ancora l’elemento determinante, meritevole di maggiori indagini. Una sperimentazione disciplinare che, come sottolineato dall’OCSE nel recente testo Art for Art’s Sake(2013), deve essere al contrario indagata più nel profondo. In tutti questi report, sorgevano generalmente tre diverse classi di problematiche: 1) Coniugare l’attitudine a preservare e tramandare la propria tradizione insieme al dialogo democratico, necessario in una società multiculturale;
 2) La difficoltà nella sperimentazione di metodologie attive nel contesto di apprendimento in quanto gli stakeholder, nel campo dell’Arts Education, prediligono pratiche di insegnamento trasmissive basate su imitazione e ripetizione; 
 3) Il problema della replicabilità e comparazione delle sperimentazioni all’interno di contesti differenti. Scopo di questa ricerca, dopo aver delineato i tre assi della genealogia dell’educazione musicale (ethos, sophia e téchne), lo spazio epistemologico disciplinare ed il quadro teorico e metodologico di riferimento, è quello di indagare il processo creativo, critico-riflessivo, comunicativo e collaborativo, intesi non come outcomes o transfer skills, bensì come indicatori di capacitazione. Il tentativo è di arrivare a formulare una prassi didattica che, basandosi sul framework del Capability Approach, superi le criticità insite nell’educazione musicale: standardizzazione delle finalità, rischio esclusione, incapacitazione e credenza ontologica di transfer skills. A tal proposito verranno analizzati, tramite strumenti sia quantitativi che qualitativi, tre contesti di apprendimento formale (Italia, Irlanda), valutando le differenze di processo incorrenti tra una prassi d’insegnamento/apprendimento sperimentale, poggiata su un approccio enattivo che vede l’insegnante nella veste di “facilitatore critico-riflessivo”, ed una metodologia trasmissiva (Master-Apprentice), considerata “tradizionale”.
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Consalvi, Elena <1988&gt. "La narrazione e la narrazione digitale nella formazione scolastica : gli effetti, in termini di autoefficacia, motivazione e coinvolgimento, di un intervento formativo con alunni preadolescenti." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13452.

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Abstract:
In uno scenario che lega la formazione, la narrazione e le nuove tecnologie la corrente indagine si è focalizzata su un particolare settore interno all'ambito narrativo, nel quale è stato riscontrato un gap di ricerche in materia. Dall'analisi della letteratura, non sono cioè state rilevate indagini che miravano a verificare se esiste una correlazione tra gli effetti di uno stesso intervento (formativo-narrativo) e le diverse abitudini accademiche di due classi di studenti. L'obiettivo fondante il percorso analitico-formativo (oltre che comparativo-sperimentale) è pertanto investigare se sono presenti diversità in termini di effetti di uno medesimo intervento formativo (centrato su attività narrative e di narrazione digitale) in virtù del differente background accademico (approccio digitale VS approccio tradizionale) di due classi di soggetti preadolescenti. Il secondo scopo della ricerca è verificare se (aldilà delle differenze tra i due gruppi) l'intervento è in grado di influire positivamente sull'autoefficacia, la motivazione e il coinvolgimento degli studenti in merito alla loro abilità narrativa nonché sull'abilità narrativa in sé. Il campione comprende due classi seconde di una scuola secondaria di primo grado situata nel comune di Bologna. A 48 alunni preadolescenti sono stati proposti diversi strumenti per valutare l’impatto delle attività svolte. Le due classi (classe digitale e classe tradizionale) si differenziavano in termini di metodologie didattiche utilizzate nella propria routine scolastica. Dai dati dei questionari l'intervento svolto sembra aver favorito maggiori credenze di autoefficacia, di motivazione e di coinvolgimento relative all'ambito narrativo tra gli studenti digitali. Gli indici presi in considerazione per l'analisi testuale hanno rivelato anche una maggiore qualità delle narrazioni prodotte dagli studenti della classe digitale, i quali durante l'intervista hanno dichiarato inoltre un più alto numero di miglioramenti in merito alla propria abilità narrativa (rispetto ai soggetti tradizionali).
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Vezzoli, Yvonne <1990&gt. "Exploring the opportunities of multimodal literacies for the participation and learning of young people with dyslexia in multimodal digital environments: informing learning design." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/15004.

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Abstract:
The multimodal literacies co-constructed online represent pervasive learning opportunities that are distant from the principles founding traditional pedagogies. Very little research has considered the potential of multimodal literacies for the participation and learning of special education populations. Considering dyslexia as a learning difference according to the paradigm of neurodiversity, the research addresses this gap through two connected empirical studies which focused on 1) how multimodal affordances of participation in social network sites mediate participation and identity work for dyslexic teens aged 14-16; 2) how the identified visual literacy strengths and opportunities for learning fostered learning goals’ setting and accomplishment. The final aim of the work is to bridge the identified forms of learning developed in informal digital context and formal education, informing design through Design-Based Research. To accomplish this goal, the third study developed a set of learning design principles based on theories and empirical evidence, and it involved secondary school teachers to design learning activities on the basis of the principles.
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De, Waal Almeida Santos Paula <1964&gt. "Approcci di learning analytics orientati al miglioramento continuo di processi di insegnamento e apprendimento attraverso sistemi dinamici di supporto alla decisione: concetti e dispositivi emergenti." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/15010.

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Cecconi, Giulia <1993&gt. "METODOLOGIE DEL DESIGN PER LA CREAZIONE DEL PORTFOLIO." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15537.

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Abstract:
Il termine creatività è molto complesso, non ha una definizione univoca e statica, e di recente il suo significato si è legato a quello di innovazione e e design. La creatività è quindi entrata nel settore economico e manageriale, ed è proprio da qui che sono nate metodologie e processi come il Design Thinking. Partendo da questo scenario, in tempi più recenti, è nato il Life Design, una metodologia che aiuta ad avere una maggiore consapevolezza di sé e a rispondere a domande relative al quotidiano, in particolare riguardanti la propria situazione lavorativa. Gli autori Burnett e Evans scrivono “A well-designed life is a marvelous portfolio of experiences, of adventure, of failures that taught you important lessons, and helped you know yourself better”. È possibile quindi creare un collegamento tra le metodologie del design e l’elaborazione del portfolio personale, inteso come una sorta di autobiografia, una narrazione che racconta un processo e una riflessione. La sua finalità è di individuare i passaggi successivi che possano valorizzare la propria traiettoria di vita, riflettendo anche su temi come il riconoscimento, la memoria, e le prospettive di uno sviluppo futuro come promessa, trattate da Ricoeur.
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Pagani, Valentina <1986&gt. "Attività e metodologie applicate nei processi auto-valutativi degli studenti : uno studio nel contesto universitario italiano e spagnolo." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/17803.

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Abstract:
L’obiettivo del lavoro è stato quello di riflettere sulle opinioni che gli studenti hanno sull’auto-valutazione e proporre l’utilizzo del modello KWL come supporto. La tesi sostiene che gli studenti abbiano bisogno di sperimentare nuove metodologie in grado di dare loro maggiore responsabilità e maggiore autonomia nel processo d’apprendimento. Al progetto hanno partecipato studenti e docenti dell’Universidad Autónoma de Madrid, dell’Università di Padova, Verona e Venezia. Mediante un questionario e un’intervista semi-strutturata con gli studenti, si sono raccolte opinioni in merito alle pratiche auto-valutative. In aggiunta, utilizzando il modello KWL, sono emerse ulteriori riflessioni a riguardo. Dai dati raccolti emerge il riconoscimento delle difficoltà nell’utilizzare pratiche auto-valutative, poiché poco suggerite dai docenti, e il tentativo spontaneo di adottare strumenti più inclusivi e più naturali, come il peer feedback, permettendo uno sviluppo più profondo delle conoscenze.
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D'Elia, Gianlorenzo. "Processo comunicativo e bambini: le nuove frontiere." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/399.

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49

Carrozza, Stefania. "La funzione della performance analysis nella didattica del movimento." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/307.

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Abstract:
2010 - 2011
Questo lavoro di ricerca ha voluto studiare alcuni aspetti rilevanti del processo di analisi del movimento attraverso l'utilizzo di metodi scientifici che prendono in considerazione lo studio dei movimenti liberi, concentrandosi sui fattori che determinano la precisione del movimento, la scelta del movimento o schemi di azione. Sulla stessa linea, si e’ voluto studiare il movimento in un contesto ancora più globale in un ambiente predefinito, definendone l’analisi comportamentale, centrato sull'aspetto didattico e sul concetto del processo di miglioramento prestazionale. L’obiettivo principale e’ stato quello di capire le variabili che determinano l’efficacia delle prestazioni motorie e di evidenziare quelle più significative che agiscono sull’apprendimento dei comportamenti del movimento stesso, di capire anche in che modo tali informazioni possono essere utilizzate e in che misura possono aiutare a potenziare e migliorare l’aspetto motorio e dell’apprendimento. L'approccio adottato in questo studio di ricerca è stato quello di concentrarsi sulle mutevoli interazioni tra l’ambiente e il movimento, infatti esistono vari tipi di movimenti che includono diverse abilità e dove il risultato della prestazione è dovuto da fattori diversificati come ad esempio nel gioco degli scacchi dove l’abilità è di tipo intellettuale o in una maratona o nel sollevamento dei pesi dove i fattori sono più in relazione all’allenamento cardiovascolare e alla forza. Tutto questo ci mette difronte ad una scelta sul tipo di elementi da analizzare e al tipo di fattori da prendere in considerazione. L’analisi del movimento e quindi della performance, può essere applicata in diversi ambiti scientifici, educativi, clinici, di intrattenimento, consentendo la misurazione e la descrizione di differenti aspetti di un atto locomotorio, finalizzando i suoi obiettivi al miglioramento della prestazione motoria, all’approfondimento delle conoscenze fisiologiche, alla valutazione del recupero post-infortunio, all’apprendimento, al miglioramento tecnologico delle attrezzature presenti in ambiente sportivo e formativo. [a cura dell'autore]
X n.s.
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TRIACCA, SERENA. "DIDATTICA DELL'IMMAGINE. DALLA FOTOGRAFIA AI DIGITAL DEVICE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10969.

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Abstract:
La presente ricerca intende portare l'attenzione sulla necessità di integrare in maniera consape-vole le immagini nelle pratiche didattiche e di fondarne l'uso sul piano neuroscientifico. Da sempre l'insegnante se ne serve per supportare l'esposizione orale, per rendere visibili e si-tuati i concetti, per facilitare la messa a fuoco di elementi rilevanti. Gli studi sul cervello visivo (ci riferiamo in particolare alla teoria della visione del neurobiolo-go Semir Zeki) rendono ragione a ciò che l'insegnante ha sempre saputo: fornire ai discenti una rappresentazione grafica o iconica di un determinato concetto, tema, argomento sostiene il lavoro del cervello, normalmente impegnato in una ricerca dell'essenziale, entro il fluire incessante del mondo. La rappresentazione proposta dall'insegnante consentirebbe dunque di lavorare su uno scenario semplificato, favorendo la comprensione dell'oggetto dell'insegnamento da parte dell'alunno. Alcune tipologie di immagini, tuttavia, non riducono la complessità, a causa della propria "ambiguità semantica": molte interpretazioni sarebbero possibili, tutte egualmente valide. Tale caratteristica potrebbe essere sfruttata dall'insegnante al fine di accendere la curiosità, stimolare la discussione, la presa di posizione, la riflessione, la costruzione di ipotesi interpretative. Tramite quattro studi di caso, si è inteso fare luce sulle concrete modalità di impiego della fotografia (fruita e prodotta) nella scuola primaria. A partire dalle riflessioni pedagogiche stimolate dai casi, la ricerca si propone di aggiornare il quadro di consapevolezze della ricerca didattica relativamente all'uso delle immagini fotografi-che in classe, fornendo alcuni suggerimenti per integrarle nella didattica e operando in ultima battuta una mappatura di applicativi digitali che consentano di lavorare con e sulle immagini.
This research project aims to focus on the need of conscious pictures' integration into the teaching and learning activities (TLA) and to base the use at a neuroscientific level. The teacher usually adopts visuals to support oral presentations, to make the concepts clear and situated, to facilitate focusing of relevant elements. Studies on the visual brain (mainly referring to the recent theory of vision by neurobiologist Semir Zeki) validate what the teacher has always known: providing learners with visuals of a particular concept, theme, topic supports the brain's work, normally engaged in looking for the essential, within the non-stop flow of the world. The teacher's representations would enable the pupils' brain to work on a simplified scenario, facilitating the understanding of the object of teaching. However, certain kinds of images do not reduce the complexity, because of their "semantic ambiguity": many interpretations would be possible, all equally strong. The teacher could take advantage of this feature in order to turn on the curiosity, to encourage the discussion, the reflective thinking or interpretative hypothesis. Through four case studies, we aimed to explore the actual use of photography in primary school. Starting from the pedagogical reflections about the cases, the research intends to increase the educational research's awareness about the use of photographic images in the classroom, sug-gesting some tips for designing TLA and developing a review of appropriate digital apps.
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