Academic literature on the topic 'Didattica del movimento'

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Journal articles on the topic "Didattica del movimento"

1

Patrizia Lotti, Ottavia Bielli, Chiara Giunti, Caterina Mazza, and Lorenza Orlandini. "Costruire comunità educanti: il ruolo della leadership nel processo di istituzionalizzazione del Service Learning." IUL Research 3, no. 5 (June 17, 2022): 122–39. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.293.

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Abstract:
Con la pandemia da COVID-19, le scuole hanno dovuto ri-progettare le attività con Didattica a Distanza e Didattica Digitale Integrata. In questo contesto, è stata realizzata l’indagine con la Griglia per l’autovalutazione del livello di istituzionalizzazione del Service Learning di Andrew Furco, adattata al contesto italiano integrandola con le dimensioni dell’innovazione del Movimento delle Avanguardie Educative. Il contributo presenta gli elementi di leadership della Griglia nella prospettiva della comunità educante, basata su partecipazione e condivisione come leve del cambiamento organizzativo e didattico, oltre a un approfondimento sull’Istituto “C. Caniana” di Bergamo per inquadrare l’istituzionalizzazione nello scenario dell’emergenza sanitaria.
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2

Galli, Pier Francesco, Alberto Merini, and Johannes Cremerius. "Tracce. Analisi didattica e potere. La trasformazione di un metodo di insegnamento-apprendimento in strumento di potere della psicoanalisi istituzionalizzata." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 3 (August 2021): 487–508. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-003005.

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Abstract:
L'analisi didattica ha il compito di favorire la crescita di esseri umani autonomi e indipendenti. Questo compito non viene realizzato all'interno del sistema di training psicoanalitico "chiuso" (in cui l'analista fa parte dell'istituto del candidato ed è insieme formatore e terapeuta), che invece trasforma i candidati in analisti allineati e acritici nei confronti dell'istituzione e ciechi per quanto riguarda le contraddizioni intrinseche al sistema. Il fallimento dell'analisi didattica viene ricondotto alla istituzionalizzazione della psicoanalisi da parte di Freud e dei suoi collaboratori, e viene mo-strato come l'analisi didattica diventi uno strumento della politica di potere del movimento psicoa-nalitico, un rituale di sottomissione e uno strumento di indottrinamento. Vengono infine fatte al-cune considerazioni sul modo con cui è possibile risolvere questo problema.
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3

Cuccaroni, Valerio. "Didattica pandemica. La digitalizzazione forzata della scuola italiana durante l'epidemia da Covid-19." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 1 (August 2021): 59–76. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001005.

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Abstract:
La pandemia da Covid-19 ha indotto le istituzioni scolastiche italiane a sostituire la didattica in presenza con una varietà di forme di apprendimento online. Per indicare queste forme di e-learning, il governo italiano ha fatto ricorso al termine Didattica a Distanza (DaD) creando un neologismo semantico che denuncia la mancanza di inquadramento storico-pedagogico e di un piano già predisposto, con la conseguente necessità di improvvisare. Come nel resto d'Europa, la maggior parte dei docenti ha insegnato online per la prima volta e ha trasposto a distanza le pratiche tipiche della presenza. Criticata dal movimento nazionale Priorità alla Scuola, con occupazioni di scuole e decine di manifestazioni in oltre 60 città ita-liane, alla fine del primo lockdown la DaD è stata subordinata dal Ministero dell'Istruzione alla necessità di garantire l'insegnamento in presenza, tranne che in situazioni di rinnovata emergenza sanitaria per le quali ogni scuola è stata chiama-ta a elaborare un Piano scolastico per la didattica digitale integrata. In assenza degli spazi necessari, del personale idoneo e dei trasporti sufficienti a garantire la didattica in presenza e in sicurezza, a causa dell'aumento autunnale dei contagi la DaD è tornata al 100% nelle scuole superiori da novembre 2020. In seguito alle denunce degli psichiatri sull'aumento dei ricoveri e del disagio psichico tra gli ado-lescenti, iniziate a gennaio 2021, a cui si sono aggiunti gli allarmi sull'aumento dell'abbandono scolastico, ad aprile 2021 la DaD è stata limitata al 50% in zona rossa e al 70% in zona gialla e arancione, dal nuovo Governo Draghi, dimostrando il fallimento dell'integrazione forzata della didattica digitale ma non rinunciando-vi. Stando ai dati forniti dall'osservatorio Eduscopio della Fondazione Agnelli, chi dovrebbe guidare il delicato percorso di integrazione della didattica digitale nelle pratiche educative abituali, ovvero le ventidue scuole fondatrici del movimento istituzionale delle Avanguardie Educative, promosso dall'Indire, raggiunge me-diamente ottimi risultati soltanto in ambito professionale e tecnico, mentre su 27 indirizzi che preparano all'università solo 13 figurano tra i primi posti della classifi-ca che misura i risultati dei diplomati all'esame di maturità e al primo anno di uni-versità. A fronte di questi scarsi risultati, occorre interrogarsi sullo stretto legame tra INDIRE e imprese private come le multinazionali dell'informatica e C2Group, azienda di riferimento in Italia nel settore, che fornisce ambienti digitali integrati alle scuole ed è sponsor della fiera Didacta, inserita dal MIUR tra gli eventi previsti dal piano pluriennale di formazione dei docenti.
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4

Paschetto, Walter. "IL RIASSUNTO AL BIENNIO." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 28, 2022): 720–42. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18324.

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Abstract:
Questo lavoro illustra un’esperienza di didattica del riassunto svolta in una classe seconda di Liceo Linguistico nell’anno scolastico 2020/2021. Il modello teorico di riferimento per l’analisi del testo è quello proposto da Angela Ferrari nel libro Linguistica del testo, 2017. Il percorso è stato realizzato su tre testi di tipo informativo con lezioni settimanali di due ore, per un totale di 26 ore complessive. Il percorso è stato dedicato alla comprensione del testo di partenza, alla sua divisione secondo i concetti di “Enunciato”, “Unità Informativa”, “Movimento Testuale”, all'individuazione della frase topica/tematica, alle relazioni logiche tra Enunciati. Durante tutto il percorso gli studenti hanno scritto dei riassunti. L’obiettivo del percorso didattico era di dare agli studenti una guida per le operazioni di riassunto: scegliere le informazioni principali, capire con quale logica le varie parti e le varie informazioni del testo fossero legate tra loro, cercare di restituire il testo di partenza ristrutturandolo, evitando la procedura del “copia-incolla”. L’analisi dei riassunti finali conferma l’efficacia della proposta didattica. Summary writing during the high school biennio This paper illustrates an experience of teaching summary writing carried out in a second-year Liceo Linguistico class during the 2020/2021 school year. The theoretical reference model for text analysis is the one proposed by Angela Ferrari in the book Linguistica del testo, 2017. The course was carried out on three informational texts with weekly two-hour lessons for 26 hours in total. The course was devoted to understanding the source text, dividing it according to the concepts of “Utterance,” “Information Unit,” “Textual Movement”, identifying the topical/thematic sentence, and logical relations between Utterances. Throughout the course, students wrote summaries. The goal of the course was to give students a guide for summary operations: to choose the main information, to understand the logic connecting the various parts and the information in the text, to restate the source text by restructuring it, avoiding the “copy-paste” procedure. Analysis of the final summaries confirms the effectiveness of this teaching proposal.
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5

Francini, Giancarlo, Katia Giacometti, Conny Leporatti, Silvia Mugnaini, Nora Nelli, Luca Pappalardo, and Francesca Vanon. "Il pensiero sistemico-relazionale tra rappresentazione e interazione: una proposta di corso teorico." TERAPIA FAMILIARE, no. 98 (May 2012): 37–66. http://dx.doi.org/10.3280/tf2012-098003.

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Abstract:
In questo articolo viene avviata una riflessione sulla didattica in psicoterapia, partendo dalla proposta di nuova impostazione dei corsi introduttivi all'ottica sistemico- relazionale. L'idea di fondo č quella di partire dalle trasformazioni sociali in atto e, nello stesso tempo, di tornare alle radici del movimento di terapia familiare per recuperare la cultura sistemico-relazionale al di lŕ delle divisioni e dei riduzionismi. In particolare gli autori si soffermano a rileggere i contributi del cosiddetto approccio psicodinamico alla luce di nuovi stimoli culturali e scientifici. Su queste basi propongono un programma diverso per il CIOR, che sostituisce la centralitŕ delle fasi del ciclo vitale della famiglia con quella delle dimensioni chiave del familiare: coniugalitŕ, genitorialitŕ e legame intergenerazionale.
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6

Bolko, Marianna. "Eppur si muove? Forse, chissŕ." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (December 2011): 481–87. http://dx.doi.org/10.3280/pu2011-004005.

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Abstract:
Viene ripercorsa la storia del movimento psicoanalitico dissidente, formato prevalentemente da colleghi del "Seminario Psicoanalitico di Zurigo" e del gruppo italiano di Psicoterapia e Scienze Umane, che culminň con la contestazione del congresso dell'International Psychoanalytic Association (IPA) di Roma del 1969 e la organizzazione di un contro-congresso allo scopo di criticare il sistema dell'analisi didattica e del training psicoanalitico tradizionale. I problemi sollevati allora rimangono oggi irrisolti, dopo piů di quarant'anni, come mostra anche la relazione di Otto F. Kernberg (vedi pp. 460-470 di questo n. 4/2011 di Psicoterapia e Scienze Umane). I membri del Seminario Psicoanalitico di Zurigo decisero di non entrare nella Societŕ svizzera di psicoanalisi ma di rimanere, come scelta teorica e politica, "analisti in formazione" a vita (Analytiker in Ausbildung). Infine, vengono discussi i motivi della cultura di sottomissione che č molto diffusa negli allievi in formazione presso le istituzioni psicoanalitiche.
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7

Dianetti, Michela, and Francesca Nicora. "DIDATTICA PERFORMATIVA NELLA PROMOZIONE DELLA LINGUA E CULTURA ITALIANA IN IRLANDA. IL CORPO E LA DANZA COME STRUMENTI DI APPRENDIMENTO LINGUISTICO E PONTI TRA CULTURE." Italiano LinguaDue 13, no. 2 (January 26, 2022): 665–80. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17162.

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Abstract:
Negli ultimi anni si è assistito a un progressivo interesse riguardo all’impiego delle arti performative in campo glottodidattico. Tale tendenza è dovuta ad approcci didattici sempre più orientati alla dimensione sociale e non verbale della comunicazione. Tuttavia, per il momento ci sono ancora pochi studi nell’ambito glottodidattico sull’utilizzo del corpo, immobile o in movimento, e della danza nella lezione di lingua straniera. Il contributo intende presentare il progetto Tra-balliamo, un percorso formativo incentrato sulla didattica ludico-performativa e finalizzato alla promozione della lingua e cultura italiana nelle scuole secondarie di Galway, in Irlanda. Dopo una breve introduzione sulla DPLS, viene delineato l’approccio fenomenologico che sottende a una glottodidattica di tipo esperienziale che promuove la danza come strumento di apprendimento linguistico e ponte metaforico tra culture. Una seconda sezione viene poi dedicata alla struttura della proposta didattica, alla progettazione delle fasi che la costituiscono e alla descrizione dettagliata delle attività svolte in classe, con l’intento di offrire un esempio di esperienza formativa che sia facilmente trasponibile in altri contesti o a lingue diverse. Perforative didactics in the promotion of Italian language and culture in Ireland: body and dance as language learning tools and bridges between cultures In recent years there has been progressive interest in the use of the performing arts in the field of educational glottodidactics. This tendency is due to educational approaches increasingly oriented to the social and non-verbal dimension of communication. At present, however, there are relatively few studies in the field of glottodidactics on the use of the body, motionless or in motion, and of the dance in learning a foreign language. The contribution aims to present the project Tra-balliamo, an educational course focused on ludic-performative learning and aimed at the promotion of Italian language and culture in secondary schools in Galway, Ireland. After a brief introduction on the DPLS, the phenomenological approach that underlies an experiential type of glottodidactics which promotes dance as a tool for linguistic learning and a metaphorical bridge between cultures is outlined. The second section presents the structure of the teaching proposal, the design of the phases that constitute it and a detailed description of the activities carried out in the classroom. Thus, the intention is to offer an example of an educational experience that is easily transposable in other contexts or to different languages.
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8

Sassone, Anna Maria. "Relazioni di supervisione, fantasmi interagenti e tempo sincronico." STUDI JUNGHIANI, no. 35 (February 2013): 125–36. http://dx.doi.org/10.3280/jun2012-035008.

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Abstract:
In linea con i suoi ultimi scritti, l'Autrice considera la relazione di supervisione come un macrocampo, un sistema complesso che racchiude al proprio interno i sottosistemi dialettici di tutte le parti, sia realmente presenti (allievo e analista con funzione didattica) che virtualmente presenti, (pazienti dell'allievo, pazienti del didatta, istituzione), denominati dall'Autrice "fantasmi interagenti", capaci di dar luogo a "coincidenze significative". Ricorrendo alla fisica come ponte immaginifico di corrispondenze tra psiche e materia, in rapporto anche a una prospettiva etica, nell'articolo sono riportati alcuni esempi di movimenti spaziotemporali sincronici tratti dalle esperienze di supervisione.
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9

Bertollo, Sabrina. "Parlare di spazio in un mondo ubiquo. Un tour 3D nella sala Bruegel del Kunsthistorisches Museum di Vienna per la didattica della spazialità nel tedesco come lingua straniera." Babylonia Journal of Language Education 3 (December 23, 2022): 98–103. http://dx.doi.org/10.55393/babylonia.v3i.211.

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Abstract:
Nel presente contributo verranno esplorate le potenzialità della didattica delle espressioni spaziali nel tedesco come lingua straniera a partire da un tour virtuale 3D nella sala Bruegel del Kunsthistorisches Museum di Vienna. Nello specifico, la simultanea attivazione del canale visuale e del canale linguistico consentirà di mettere a fuoco per studenti di livello A2 stati e movimenti direzionati, che verranno descritti impiegando in un contesto realistico la lingua tedesca. Lo spostamento virtuale nella sala, ma anche la descrizione delle opere, consentiranno di proporre riflessioni sulla codifica linguistica della spazialità, con particolare riferimento all’impiego delle Wechselpräpositionen e alla corretta selezione dei casi dativo e accusativo, argomento tradizionalmente ostico per gli apprendenti.
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10

Ugolini, Francesco Claudio. "Concezioni di Open Education e istanze di equità. Questioni didattiche e approcci val." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (December 2021): 111–25. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12486.

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Abstract:
L'articolo analizza l'evoluzione del concetto di openness nell'istruzione superiore negli ultimi cinquanta anni, in base alla chiave di lettura dell'equità. A partire da cinque istanze normative di tale concetto, il contributo offre un'analisi di due differenti concezioni di openness, dedicando particolare attenzione al tema della valutazione: la prima concezione si sviluppa a partire dalla fondazione della UK Open University nel 1969 e trova piena maturazione negli anni Novanta e primi anni 2000 con il concetto di Open Distance Learning; la seconda prende le mosse dal movimento del Software Open Source e si fonda principalmente sul libero accesso a risorse e corsi, trovando compimento nelle Open Educational Resources e nei Massive Open Online Courses. Il contributo mostra come tutte le forme di openness analizzate perseguano un ideale di equità, ma con approcci di quest'ultima molto diversi e talvolta divergenti. 
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Dissertations / Theses on the topic "Didattica del movimento"

1

Carrozza, Stefania. "La funzione della performance analysis nella didattica del movimento." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/307.

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Abstract:
2010 - 2011
Questo lavoro di ricerca ha voluto studiare alcuni aspetti rilevanti del processo di analisi del movimento attraverso l'utilizzo di metodi scientifici che prendono in considerazione lo studio dei movimenti liberi, concentrandosi sui fattori che determinano la precisione del movimento, la scelta del movimento o schemi di azione. Sulla stessa linea, si e’ voluto studiare il movimento in un contesto ancora più globale in un ambiente predefinito, definendone l’analisi comportamentale, centrato sull'aspetto didattico e sul concetto del processo di miglioramento prestazionale. L’obiettivo principale e’ stato quello di capire le variabili che determinano l’efficacia delle prestazioni motorie e di evidenziare quelle più significative che agiscono sull’apprendimento dei comportamenti del movimento stesso, di capire anche in che modo tali informazioni possono essere utilizzate e in che misura possono aiutare a potenziare e migliorare l’aspetto motorio e dell’apprendimento. L'approccio adottato in questo studio di ricerca è stato quello di concentrarsi sulle mutevoli interazioni tra l’ambiente e il movimento, infatti esistono vari tipi di movimenti che includono diverse abilità e dove il risultato della prestazione è dovuto da fattori diversificati come ad esempio nel gioco degli scacchi dove l’abilità è di tipo intellettuale o in una maratona o nel sollevamento dei pesi dove i fattori sono più in relazione all’allenamento cardiovascolare e alla forza. Tutto questo ci mette difronte ad una scelta sul tipo di elementi da analizzare e al tipo di fattori da prendere in considerazione. L’analisi del movimento e quindi della performance, può essere applicata in diversi ambiti scientifici, educativi, clinici, di intrattenimento, consentendo la misurazione e la descrizione di differenti aspetti di un atto locomotorio, finalizzando i suoi obiettivi al miglioramento della prestazione motoria, all’approfondimento delle conoscenze fisiologiche, alla valutazione del recupero post-infortunio, all’apprendimento, al miglioramento tecnologico delle attrezzature presenti in ambiente sportivo e formativo. [a cura dell'autore]
X n.s.
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2

Baldassarre, Giuseppe. "Analisi del movimento e nuove tecnologie." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/601.

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Abstract:
2010 - 2011
Metodologia della Ricerca – Analisi del movimento e nuove tecnologie di Giuseppe Baldassarre Lo studio dell’analisi del movimento attraverso l’uso delle nuove tecnologie, ha negli ultimi decenni, avuto un notevole sviluppo anche se è ancora agli stadi primordiali. Il lavoro approfondirà la conoscenza delle tecniche e dei nuovi strumenti utilizzati nell’analisi del movimento degli esseri umani e come loro possono determinare una gamma vastissima di rilevazioni finalizzate alla comprensione della statica e della dinamica del corpo umano, sia per quanto riguarda gli aspetti biomeccanici (descrizione cinematica e dinamica, modelli muscolo-scheletrici, simulazione del movimento), sia per quelli neurali connessi al controllo motorio e alla coordinazione del movimento. L’uso delle moderne tecnologie per l’analisi del movimento, inoltre, riveste un ruolo importante in diverse aree della medicina e delle scienze umane. In neurofisiologia, in ortopedia e nella riabilitazione motoria, queste tecniche, consentono una più dettagliata diagnosi funzionale e un più adeguato trattamento terapeutico. Le ricerche e gli studi nel campo dell’analisi del movimento, possono sicuramente contribuire a fornire indicazioni e rappresentare nuovi filoni di studio per le loro applicazioni in ambito educativo. Le attività di movimento per la loro natura rientrano in tutti i campi d’interesse del genere umano, salutistico, sportivo, ricreativo, sociale, rappresentando un contesto formativo ad alto significato educativo e un valore aggiunto alla formazione della persona. Il lavoro basato sulla ricerca sperimentale cercherà di fornire utili informazioni in grado di unire il versante educativo e psicopedagogico dello sport, cogliendone gli aspetti salienti e le spinte emozionali, con quello cognitivo, per una loro piena utilizzazione in un ambiente educativo - formativo. Le nuove tecniche permettono di ricavare in modo non invasivo informazioni dettagliate e quantificate sulla funzionalità del nostro apparato locomotore. I nuovi sistemi come le telecamere video o a raggi infrarossi, le piattaforme stabilometriche/dinamometriche e i sistemi elettromiografici permettono di effettuare analisi multifattoriali statiche, dinamiche del cammino, mediante le quali si possono evidenziare e quantificare le alterazioni del gesto motorio rispetto ai pattern fisiologici di movimento, le asimmetrie e le anomale correlazioni tra grandezze biomeccaniche e attività muscolare. Uno dei punti forti di queste tecniche è la possibilità di poter confrontare quantitativamente le condizioni funzionali di un paziente nelle varie fasi di studio di patologie o trattamenti riabilitativi. L’adozione di tecniche e metodologie oggettive, ripetibili, misurabili, confrontabili e riproducibili, può aiutare a superare le difficoltà d’interpretazione e valutazione diagnostica nei diversi campi di applicazione Neurofisiologica, Ortopedica, Riabilitativa e Performativa. Gli studi negli anni novanta di tipo psicopedagogico e di tipo educativo erano finalizzati esclusivamente alla soluzione di problemi all’interno di contesti educativi, così come affermavano molti autori dell’epoca (J.B. Carroll, 1963, D. Ausubel, 1968, R.M.W. Travers, 1973) evidenziando che i contesti privilegiati dalla psicologia dell’educazione sono quelli scolastici, ma è grazie alle teorie di autori come G. Rizzolatti, C. Sinigaglia (2006), H. Gardner (1985), D. Goleman (2001), J. LeDoux (2003), M. Sibilio (2002), che hanno, attraverso i loro studi, ampliato questo tipo di ricerche fornendo risposte significative sui meccanismi cognitivi ed emotivi, sulla corporeità e sul movimento e sulle sorprendenti capacità del nostro cervello, aprendo nuovi orizzonti alla didattica e ai processi educativi sia in ambiente scolastico che in ambiente sportivo. L’approccio neurofisiologico elaborato da Donald Hebb ha evidenziato lo stretto rapporto tra emozione e apprendimento, orientando una ricerca dello stimolo forte nei processi formativi. Infatti, la sua teoria scarica-connetti ha aperto nuovi orizzonti per la didattica che trae spunto, per l’applicazione di nuove metodologie, dalle esperienze motorie e corporee. In quest’ottica le attività motorie e sportive diventano volano per l’accesso ai saperi e trasversali alle attività educative e formative della persona. Il lavoro è suddiviso in tre parti. Nella prima parte abbiamo tracciato la storia e l’evoluzione dell’analisi del movimento fino a oggi soffermandoci sugli aspetti legati ai segnali biomedicali necessari per la rilevazione di informazioni proveniente dal nostro corpo. La seconda parte del lavoro è stata dedicata all’analisi del movimento e alle varie branche della medicina che a vario titolo si occupano dello studio dei segnali emessi dal corpo e del movimento, descrivendo analiticamente le strumentazioni tecnologiche presenti nel Laboratorio di Analisi del Movimento dell’Università degli Studi di Salerno, e il loro utilizzo. Nell’ultima parte del lavoro sono state presentate le esperienze e le ricerche effettuate, con la strumentazione a disposizione, durante il dottorato e le relative riflessioni e conclusioni. [a cura dell'autore]
X n.s.
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3

Vastola, Rodolfo. "Le potenzialità delle tecnologie dell'analisi del movimento nell'ambito della valutazione didattica." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2013. http://hdl.handle.net/10556/1163.

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Abstract:
2011 - 2012
L’analisi del movimento si avvale tradizionalmente di approcci quantitativi che hanno contribuito ad una conversione in unità numeriche di variabili della cinetica e della cinematica del movimento. L’attuale tendenza a fruire dei risultati emergenti in questi studi nell’ambito didattico impone una necessaria ibridazione di approcci e modelli di ricerca afferibili, al dominio delle hard sciences e delle soft sciences (Frith, 2007) nella piena consapevolezza dei rischi di un’applicazione tout court della spiegazione semplice all’interpretazione dei fenomeni didattici (Rivoltella, 2012). Il riconoscimento dell’interdipendenza tra quella parte della ricerca che si occupa del processo formativo e quella che è attenta alle caratteristiche funzionali che consentono le esecuzioni delle azioni, garantisce di disporre di una metodologia della ricerca che integra funzionalmente il tutto in un quadro concettuale comune (Sibilio, 2011). A partire da questa premessa la specifica attività di ricerca si inserisce nell’ambito delle azioni di screening della didattica speciale volte a evidenziare importanti informazioni che soggiacciono alla pianificazione e alla produzione del disegno. La pianificazione del disegno, soprattutto nei bambini, è stato oggetto di differenti studi. Il disegno nel bambino tende progressivamente ad essere più accurato nel corso dello sviluppo (Goodnow, 1977), in quanto il controllo motorio e la capacità di pianificazione diventano sempre più sofisticate, parallelamente a un miglioramento delle capacità percettive e attentive. Goodnow e Levine (1973) perseguono questa possibilità, evidenziando che il disegno, in quanto espressione antecedente alla scrittura, può fornire importanti indizi sulle abilità cognitive del bambino. Individuando alcune regole di pianificazione del disegno, relative alla copia di figure elementare, che permettono al disegnatore di semplificare il processo di pianificazione e realizzazione e di ridurre il numero di distinti programmi motori che devono essere mantenuti in memoria (Schmidt, 1975). È possibile riscontrare, nella produzione di figure elementari, alcune regolarità che mettono in relazione la forma da ricopiare con determinate ripetibili caratteristiche spazio temporali (Laquaniti et. al., 1983). Queste informazioni ci consentono di applicare specifici modelli matematici riguardanti la modalità in cui il disegno è stato prodotto. L’ obiettivo è coerente con la teoria di Flash e Hogan (1985) sul minimum Jerk, secondo cui le traiettorie sono pianificate così da minimizzare il valore quadratico medio della derivata terza dello spostamento. Gli strumenti utilizzati nella valutazione del disegno sono ancora prevalentemente qualitativi e basati sulla valutazione visiva effettuata dall'operatore. I test sono ‘’carta e matita ‘’ in cui il soggetto è tenuto a copiare una sequenza evolutiva di forme geometriche e viene assegnato un punteggio in relazione alla presenza o assenza di alcune caratteristiche. In questo esercizio, i valutatori possono incontrare delle difficoltà e ambiguità con l'aumentare della complessità della forma. Questa situazione diminuisce l'affidabilità dello scoring e l’osservazione non riesce a rivelare tutte le informazioni relative alla strategia di fondo di esecuzione del disegno (Rosenblum, 2003). L’utilizzo di sistemi tecnologici permette di ovviare a questa difficoltà e di accedere a quelle informazioni che non potrebbero essere ottenute tramite metodi di raccolta dati qualitativi come l’osservazione richiedendo l’intervento di approcci quantitativi che non riducono la complessità della traccia grafica. In un lavoro sperimentale realizzato tra il di gruppo di ricerca del “Laboratorio di analisi del movimento e di valutazione delle attitudini motorie” del Prof. Maurizio Sibilio e l’Istituto di riabilitazione Gambardella, nel quadro di un programma di implementazione dei test di valutazione tradizionali riguardante la disgrafia si è proceduto all’acquisizione e l’analisi del gesto grafico con un sistema optoelettronico con sei telecamere (BTS SMART-D, Italia), con una frequenza di acquisizione di 140 Hz, e con un sistema video integrato (Vixta, BTS, Italia) per videoregistrazione. Il sistema optoelettronico è un apparecchio che misura le coordinate 3D (X, Y, e Z) nel tempo di marcatori riflettenti. L’indagine compiuta, su un campione tre bambini diagnosticati disgrafici dell’età di 10 anni, ha evidenziato la potenzialità del sistema per una valutazione quantitativa del disegno. Le caratteristiche della tecnologia utilizzata potrà permettere in futuro di integrare altri segnali come quello elettromiografico (EMG) ed elettroencefalografico (EEG). [a cura dell'autore]
XI n.s.
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4

Aiello, Paola. "Corpo e movimento del corpo nella ricerca educativa: itinerari didattici per l'apprendimento linguistico." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/664.

Full text
Abstract:
2010 - 2011
Il lavoro ha affrontato il tema della relazione tra corpo, movimento del corpo e facoltà del linguaggio in una prospettiva interdisciplinare che ha consentito di cogliere la qualità educativa e formativa di tale interazione, al fine di prospettare possibili percorsi didattici che utilizzino il movimento nei processi di apprendimento linguistico. La ricerca di base ha permesso di argomentare sul piano teorico la valenza della didattica del movimento per l’apprendimento di saperi propri di altre aree disciplinari che caratterizzano il curricolo della scuola primaria italiana. La ricerca sperimentale si è proposta di verificare gli effetti della strategia didattica adottata, attraverso metodologie di indagine integrate che hanno consentito di “decifrare la complessità” che caratterizza l’oggetto di indagine. In particolare, obiettivo del lavoro è stato sperimentare la valenza di prassi didattiche incentrate su un uso consapevole e intenzionale del corpo e delle sue potenzialità motorie nel promuovere la memorizzazione e l’apprendimento di parole riferite a concetti chiave dell’area matematico-scientifico-tecnologica delle Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola primaria del 2007. La metodologia ha previsto una singolare integrazione di ricerca-azione e ricerca sperimentale che ha consentito di cogliere la natura dinamica e processuale dell’evento didattico e di raccogliere una quantità di dati empirici da sottoporre al vaglio di una riflessività critica in grado di conferire ad essi un significato. Lo strumento utilizzato per condurre la ricerca è stato il Test of Memory and Learning per verificare la ritenzione, attraverso la capacità di rievocazione, delle parole target. I dati sono stati raccolti attraverso la somministrazione del test e successivo re-test a distanza di tre mesi dall’applicazione della metodologia didattica al campione sperimentale composto da 59 alunni frequentanti le classi seconda, terza e quarta della scuola primaria. I risultati della ricerca, sebbene abbiano mostrato una effettiva valenza delle attività di movimento nei processi di memorizzazione e apprendimento linguistico, non consentono la generalizzabilità alla popolazione di riferimento per la particolare variabilità inerente alle dinamiche di insegnamento-apprendimento, per le variabili intervenute durante la sperimentazione e per l’esiguo numero del campione sperimentale. Pertanto si ritiene necessario il ricorso a studi con campioni più ampi applicabili a diverse discipline e classi di età differenti. Questa esperienza di ricerca può aprire nuove prospettive alle sperimentazioni didattiche volte a riconoscere al corpo e la movimento del corpo una potenzialità nei processi di apprendimento linguistico implicati in azioni didattiche che realizzano modalità alternative di costruzione della conoscenza in favore di una maggiore ed effettiva individualizzazione dei percorsi formativi. [a cura dell'autore]
X n.s.
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5

D'Elia, Francesca. "Il corpo e il movimento nella ricerca didattica. Il potenziale formativo dell’esperienza motoria e ludico-sportiva." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/237.

Full text
Abstract:
2009 - 2010
Il presente lavoro di tesi si configura come un resoconto dell’attività scientifica svolta nel triennio dedicato alla formazione in "Metodologia della ricerca educativa"; un'attività che si è caratterizzata per un costante interesse e uno specifico impegno euristico sulla “dimensione educativo-formativa” delle attività motorie e ludico-sportive nel periodo dell’infanzia e della preadolescenza. È stato predisposto uno studio sul tema della trasferibilità dei saperi in rapporto alle esperienze motorie e ludico-sportive, offrendo uno spazio di indagine complesso che mette in relazione i campi dei meccanismi di accesso ai saperi e costruzione della conoscenza e quelli delle esperienze corporee all’interno della pratica motoria e ludico-sportiva nella scuola primaria. L'attività di ricerca svolta si fonda sull’ipotesi che il corpo ed il movimento nelle sue diverse forme motorie e ludico-sportive nella scuola primaria possano svolgere una originale funzione nell’individuazione di accessi alternativi alla conoscenza. L’obiettivo del progetto di ricerca è stato quello di verificare, preliminarmente attraverso una fase teorico-argomentativa e successivamente utilizzando un protocollo di ricerca-azione, la funzione “facilitatrice” di metodologie didattiche centrate sull’esperienza motoria per l’accesso alla conoscenza nel segmento della scuola primaria. L’attività di ricerca si è sviluppata sia sul piano teorico-argomentativo che sperimentale, fondandosi sullo studio dell’insegnamento delle attività di movimento ed evidenziando le complessità e le specificità richieste dai contesti educativi, compreso lo studio della dimensione formativa, integrativa ed inclusiva della didattica del movimento. La ricerca si è sviluppata in tre fasi: Nel corso della prima fase è stata sviluppata una ricerca di base finalizzata alla definizione di una cornice teorica che potesse circoscrivere il versante educativo delle attività motorie, tracciando un itinerario di ricerca che, partendo da una riflessione interdisciplinare sul piano epistemologico, potesse offrire una prospettiva dell’insegnamento delle attività motorie e ludico-sportive, riconoscendone la originale funzionalità metodologica ed il possibile impiego come “motore alternativo” della prassi didattica nel periodo dell’età evolutiva. Questa prospettiva ha reso indispensabile esaminare, anche attraverso forme di analisi storico-descrittiva e teorico-comparativa, la funzione educativo-formativa delle attività motorio-sportive e le potenzialità didattiche del corpo e del movimento per favorire l’accesso alla conoscenza. La seconda fase di lavoro invece è stata impegnata nell’identificazione delle caratteristiche e degli strumenti per la realizzazione di percorsi di ricerca in ambito scolastico centrati sul versante motorio e ludico-sportivo e nella definizione di protocolli specifici per l’attuazione di percorsi di ricerca da realizzarsi presso le Istituzioni scolastiche centrati sul versante motorio e ludico-sportivo. L’attività di studio svolta ha analizzato le caratteristiche ed i vincoli richiesti per investigare scientificamente sulla didattica delle attività educativo-motorie attraverso i modelli e le tradizioni euristiche tipici della ricerca educativa. In linea con questa esigenza scientifica sono state esaminate le metodologie di ricerca quantitativa e qualitativa sul movimento applicabili ai contesti educativo-formativi. La terza fase di lavoro è stato impegnata nell’analisi dei risultati relativi alle esperienze di ricerca svolte secondo il modello della ricerca azione presso istituzioni scolastiche convenzionate con il Dipartimento. I risultati hanno evidenziato che alcuni obiettivi educativi, tradizionalmente oggetto del dibattito pedagogico sulle pratiche di insegnamento più efficaci, sono conseguibili anche attraverso metodologie didattiche alternative da integrare alla comunicazione diretta da parte dell’insegnante e all’uso dei libri di testo. La produttività sul piano dell’apprendimento delle metodologie didattiche proposte è stata misurata sulla base della capacità del laboratorio basato sulla significatività dell’esperienza corporea di facilitare l’organizzazione di un sistema di relazioni che ha messo in comunicazione lo stile cognitivo di ogni singolo alunno, la struttura delle conoscenze da acquisire e l’insieme delle operazioni intellettuali e motorie necessarie all’incorporazione del contenuto dell’apprendimento nella struttura conoscitiva di ogni singolo alunno. Si è trattato, nello specifico, di impiegare le potenzialità corporee e motorie dei soggetti destinatari dell’azione formativa come strategie cognitive e relazionali attraverso una valutazione degli effetti prodotti sulla memoria e sul benessere psico-fisico individuale attraverso un’esperienza di apprendimento che ha coinvolto ciascun alunno naturalmente già dotato di un proprio bagaglio di conoscenze, di un proprio stile cognitivo e soprattutto di modalità singolari di risoluzione di situazioni problematiche. La consapevolezza della non generalizzabilità dei risultati emersi ha indotto però a trarre la conclusione che non esiste un metodo didattico ottimale e definitivo che possa dare risultati positivi e costanti in differenti contesti di apprendimento, con qualsiasi alunno o insegnante, ma che è consigliabile considerare alternative metodologiche nella progettazione degli interventi formativi che tengano conto delle potenzialità del corpo e del movimento nell’accesso alla conoscenza. La necessità di considerare i diversi stili cognitivi e di apprendimento nella popolazione scolastica impone di variare non solo i materiali ma anche i metodi didattici in modo da allargare lo spettro delle possibilità di accesso alle conoscenze soprattutto in presenza di alunni diversamente abili. La ricerca infatti rinunciando a qualsiasi posizione deterministica e non proponendosi come indagine finalizzata all’identificazione di rapporti causali tra metodi didattici e obiettivi educativi è stata condotta nella consapevolezza che “così come una serie di obiettivi potrebbero essere raggiunti attraverso diversi contenuti, parimenti diversi metodi potrebbero essere utili al raggiungimento dei medesimi obiettivi.”1 Ciò permette di allargare il ventaglio delle possibilità di scelta da parte dei docenti e di adottare con variabilità e flessibilità alternative metodologiche che si può ritenere, con un buon grado di certezza, che possono costituire strumenti didattici efficaci nella progettazione degli itinerari formativi per ciascun allievo. La sperimentazione condotta, dunque, ha fornito il proprio piccolissimo contributo alla ricerca didattica orientata all’individuazione di possibili strategie per rendere più efficace l’insegnamento in risposta ai problemi e alle domande emergenti da chi è costantemente impegnato nell’azione educativa senza la pretesa di indicare metodologie universali e pertanto uniche, ma suggerendo attraverso le evidenze empiriche e la significatività dei risultati, supportati da una specifica teoria di riferimento, itinerari formativi collegati agli obiettivi da raggiungere e ai contenuti da proporre. [a cura dell'autore]
IX n.s.
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6

NASONE, ANGELA. "Il contributo dei componenti C.I.O in Italia nello sviluppo internazionale del movimento olimpico." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/214323.

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7

Viscione, Ilaria. "Le categorie spazio-temporali del movimento: prospettive semplesse e vicarianti." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/2589.

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Abstract:
2015 - 2016
Space-time orientation is closely dependent on input, and therefore on perception. As learning progresses, the consolidation of acquisitions and the transformation of abilities into competencies takes place. Motor skills can be identified as abilities that adapt to changing environmental contexts. An example of this is the execution of an action for which one has the acquired ability but of which it is obviously impossible to experiment the infinite number of variables that may intervene. A competence can be performed during the execution of a motor task, which envisages knowing ‘how to do’ and knowing ‘how to act’ effectively especially in heterogeneous environmental conditions. In this respect, the degree of competence achieved is carried out based on the success of the task and implies a high level of quality of the action which is put into practice with mastery, effectiveness, safety, automaticity and systematically. Therefore, these represent the natural evolution of the acquisition and consolidation of motor skills and abilities. These represent the functional prerequisite for developing competent motor action. Motor skills are a complex field of research which is further enriched by theoretical knowledge, personal inclinations and masteries, which allow the achievement of results that promote versatility in action and adaptation to the environment. From nursery through to primary school, motility is a crucial time when the child’s corporeity is enhanced by communicative and expressive meanings that contribute to the achievement of autonomy. Through the child’s experience of motor and postural schema that are adapted to an array of playsituations, the child progressively gains recognition of his own body and its parts, both in static as well as in dynamic form. Motor, intellectual, affective, relational, social and moral development in childhood proceeds in parallel with the rapid acquisition of competencies that cannot be separated from the motor area if they are to be considered significant. As claimed in the National Curriculum Guidelines for nursery and primary school, acquiring a competence means play, move, manipulate, be curious, ask questions, learn to reflect on experience through exploration, observation and contrasting different properties, quantities, characteristics, facts; it entails listening and understanding, narrations and discussions, accounting and revoking actions and experiences and translating them into personal and shared records; being able to describe, represent and imagine, repeat situations and events through simulation and role play using different forms of language”. From this what emerges is the potential of didactics concentrated on movement in preschool years with the aim of offering children an array of motor opportunities to refine their competencies. The objective is that of reaching full autonomy of their own corporeity in pre-school through a wide spectrum of motor opportunities. Moreover, the importance of the theme of motor evaluation is highlighted, more particularly, the monitoring of psycho-motor characteristics in childhood and the organisation of space and time. Methodology The sample consisted of 379 children, aged between 3 and 6 years (mean age 4.75 years), attending nursery and primary schools in the province of Salerno. The sample was subjected to psychomotor observations to investigate difficulty in coordination, levels of autonomy, motor skills and gender differences in the development of coordination. The tool used is the Movement ABC Checklist (Assessment Battery for Children), administered by class teachers, previously subjected to targeted training. The evaluation methods are an integral part of accurate observations of the child’s daily activities in the school environment. The first four sessions of the Checklist (48 items) were taken into consideration. These are related to psychomotor behavior of the child's interaction with the surrounding environment in order to highlight motor performance in progressively more complex situations. Results The study conducted demonstrates that the females tend to be more coordinated, both with respect to the males as well as when age progresses. Another aspect that emerged was the discontinuity of the results with respect to the linear progression, in terms of difficulty, of the motor tasks as presented in the standardised checklist. In fact, the results go against the continuity element of the sessions, thus showing incompatible results with a linear progression model. The findings reveal a lack of motor skills that are performed through the autonomy of each child. This condition sheds lights on which daily and school life characteristics should guide the teaching for the recovery, development and strengthening of psychomotor skills. References Berthoz, A. (2015). La vicarianza. Il nostro cervello creatore di mondi. Torino: Codice Edizioni. Calabrese, L. (2001). L’apprendimento motorio tra i cinque e i dieci anni. Roma: Armando. Camerucci, M. (2008). Psicomotricità: equilibrio tra mente e corpo. Identità e modelli educativi. Perugia: Morlacchi. Casolo, F. (2011). Didattica delle attività motorie per l'età evolutiva. Milano: Vita e pensiero. Casolo, F. (2007). Lineamenti di teoria e metodologia del movimento umano. Milano: Vita e Pensiero. Cornoldi, C. et al. (1998). Abilità Visuospaziali. Trento: Erickson. Coste, J. C., & Soubiran, G. B. (2010). Psicomotricità e rilassamento psicosomatico. Roma: Armando Editore. D'Elia, F.(2014). La valutazione motoria nella scuola primaria. Scuola Italiana Moderna. Vol. 4. Pag.81-84 ISSN:0036-9888. ID:63912 Articolo in rivista (262) D'Elia, F. (2009). Corporeità e didattica nella scuola primaria. Chiavi teorico-interpretative per l'insegnamento delle attività motorie. Lecce: Pensa Editore Henderson, S.E., Sugden, D.A. & Barnett, A.L. (2007). Movement ABC: Movement Assessment Battery for Children. London: Harcourt Assessment. Le Boulch, J. (1991). Verso una scienza del movimento umano. Introduzione alla psicocinetica. Roma: Armando Editore. Sibilio, M., Aiello, P., Carlomagno, N., D'Elia, F. & Tore, S. (2014). "Moving Body": The Impact of "Simplexity" and "Educational Corporeality" in Italy. In Physical Education and Health-Global Perspectives and Best Practice Pag.231-242 , Sagamore Publishing. Nicolodi, G. (2011). Il disagio educativo alla scuola primaria. Milano: Franco Angeli. Perry, J. (2005). Analisi del movimento. Milano: Elsevier. Piaget, J., Petter, G., Garau, B., & Inhelder, B. (1981). La rappresentazione dello spazio nel bambino. Firenze: Giunti Barbèra. Piaget, J., & Gorla, G. (1989). La costruzione del reale nel bambino. Firenze: La Nuova Italia Editrice. Pisaturo, C. (1996). Appunti di psicomotricità. Lo schema corporeo in psicomotricità. Padova: Piccin. Rosenbaum, D.A. (2010). Human motor control. (Second edition). San Diego: Elsevier - Academic Press. Sdringola, F.(2008). Auxologia e attività motoria nell’età evolutiva. Milano: Calzetti Mariucci. Sibilio, M. (2009). Reflexiones didàctico-pedagògicas sobre la ensenanza de las actividades motoras y lùdico deportivas Pag.129-140 CÒRDOBA, Universidad de Còrdoba. ISBN:9788461346332 Sibilio, M.(2012). Elementi di complessità della valutazione motoria in ambiente educativo. Giornale Italiano Della Ricerca Educativa. Vol. 8. Pag.163-174 Sibilio, M. (2013). La didattica semplessa. Napoli: Liguori. Sorzio, P. (2005). La ricerca qualitativa in educazione. Roma: Carocci. Vayer, P. (1992). Educazione psicomotoria nell'età scolastica. Roma: Armando. [edited by author
L’orientamento spazio-temporale è strettamente dipendente dalle afferenze, e quindi dalla percezione. Man mano che si procede con gli apprendimenti, avviene il consolidamento delle acquisizioni e la trasformazione delle abilità in competenze. Le competenze motorie possono essere identificate come abilità che si adattano ai contesti ambientali mutevoli, così come avviene durante un’esecuzione motoria di cui si è acquisita l’abilità, ma di cui è ovviamente impossibile sperimentarne le infinite variabili che possono intervenire. La competenza può esplicarsi durante l’esecuzione di un compito motorio che presupponga il saper fare e il saper agire in maniera efficace, specialmente nelle situazioni ambientali eterogenee. In tal senso, il grado di competenza raggiunto si esplica in base alla riuscita del compito, e sottende un alto livello della qualità dell’azione, che viene messa in pratica con maestria, efficacia, sicurezza, automaticità e sistematicità. Esse, dunque, rappresentano la naturale evoluzione dell’acquisizione e del consolidamento delle abilità e delle capacità motorie; queste ultime rappresentano il prerequisito funzionale per sviluppare un’azione motoria competente. Le competenze motorie rappresentano un ambito complesso, arricchito, inoltre, di nozioni teoriche, inclinazioni personali, padronanze, che permettono il conseguimento di risultati in grado di favorire versatilità nelle azioni e adattamento all’ambiente. Nella scuola dell’infanzia e del primo ciclo, la motricità rappresenta un momento essenziale in cui la corporeità si arricchisce di significati comunicativi ed espressivi che contribuiscono al raggiungimento dell’autonomia dell’allievo. Il processo evolutivo del bambino, tramite l’esperire di schemi posturali e motori che vengono adattati a molteplici situazioni-gioco, progressivamente gli consente il riconoscimento del proprio corpo e delle sue parti, sia in forma statica che dinamica. Nel bambino, lo sviluppo motorio, intellettivo-cognitivo, affettivo, relazionale, sociale e morale procede parallelamente alla rapida conquista di competenze che, per risultare significative, non possono prescindere dall’area motoria. “Acquisire competenze significa giocare, muoversi, manipolare, curiosare , domandare, imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione e il confronto tra proprietà, quantità, caratteristiche, fatti; significa ascoltare, e comprendere, narrazioni e discorsi, raccontare e rievocare azioni ed esperienze e tradurle in tracce personali e condivise; essere in grado di descrivere, rappresentare e immaginare, ripetere, con simulazioni e giochi di ruolo, situazioni ed eventi con linguaggi diversi1” 1 Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, settembre 2012. Emerge il potenziale della didattica incentrata sul movimento in età prescolare, al fine di offrire ai bambini una vasta gamma di opportunità motorie per l’affinamento delle competenze, con l’obiettivo del raggiungimento della piena autonomia corporea nell’età prescolare attraverso un’ampia gamma di opportunità motorie. Si evince l’importanza del tema della valutazione motoria e, in particolare, del monitoraggio delle caratteristiche psicomotorie in età evolutiva e dell’organizzazione spazio-temporale. Metodologia Il campione è composto da 379 bambini, di età compresa tra i 3 e i 6 anni (con età media di 4,75 anni), frequentanti le scuole dell’infanzia e primarie della provincia di Salerno. Il campione è stato sottoposto ad osservazioni psicomotorie per indagare difficoltà coordinative, livelli di autonomia, le competenze motorie e le differenze di genere nello sviluppo della coordinazione. Lo strumento utilizzato è la Checklist del Movement ABC (Assessment Battery for Children), somministrata dai docenti di classe, precedentemente sottoposti ad una formazione mirata. Le modalità di valutazione sono parte integrante di accurate osservazioni delle attività quotidiane del bambino in ambiente scolastico. Sono state prese in esame le prime 4 sessioni della Checklist (48 items) relative al comportamento psicomotorio del bambino nell’interazione con l’ambiente circostante, al fine di evidenziare le prestazioni motorie in situazioni progressivamente più complesse. Risultati attesi Lo studio condotto dimostra che le femmine risultano più coordinate, sia rispetto ai maschi, sia con il progredire dell’età. Emerge, inoltre, una discontinuità dei risultati in rapporto alla progressione lineare, in termini di difficoltà, dei compiti motori così come presentati nella Checklist. Infatti i risultati vanno contro l’elemento di continuità delle sessioni, mostrando risultati inconciliabili con la progressione lineare proposta. Le evidenze rivelano una carenza delle competenze motorie che si esplicano attraverso l’autonomia di ciascun bambino. Tale condizione suggerisce quali siano le caratteristiche della vita quotidiana e di classe che dovrebbero orientare la programmazione didattica per il recupero, lo sviluppo e il potenziamento delle abilità psicomotorie. Riferimenti bibliografici Berthoz, A. (2015). La vicarianza. Il nostro cervello creatore di mondi. Torino: Codice Edizioni. Calabrese, L. (2001). L’apprendimento motorio tra i cinque e i dieci anni. Roma: Armando. Camerucci, M. (2008). Psicomotricità: equilibrio tra mente e corpo. Identità e modelli educativi. Perugia: Morlacchi. Casolo, F. (2011). Didattica delle attività motorie per l'età evolutiva. Milano: Vita e pensiero. Casolo, F. (2007). Lineamenti di teoria e metodologia del movimento umano. Milano: Vita e Pensiero. Cornoldi, C. et al. (1998). Abilità Visuospaziali. Trento: Erickson. Coste, J. C., & Soubiran, G. B. (2010). Psicomotricità e rilassamento psicosomatico. Roma: Armando Editore. D'Elia, F.(2014). La valutazione motoria nella scuola primaria. Scuola Italiana Moderna. Vol. 4. Pag.81-84 ISSN:0036-9888. ID:63912 Articolo in rivista (262) D'Elia, F. (2009). Corporeità e didattica nella scuola primaria. Chiavi teorico-interpretative per l'insegnamento delle attività motorie. Lecce: Pensa Editore Henderson, S.E., Sugden, D.A. & Barnett, A.L. (2007). Movement ABC: Movement Assessment Battery for Children. London: Harcourt Assessment. Le Boulch, J. (1991). Verso una scienza del movimento umano. Introduzione alla psicocinetica. Roma: Armando Editore. Sibilio, M., Aiello, P., Carlomagno, N., D'Elia, F. & Tore, S. (2014). "Moving Body": The Impact of "Simplexity" and "Educational Corporeality" in Italy. In Physical Education and Health-Global Perspectives and Best Practice Pag.231-242 , Sagamore Publishing. Nicolodi, G. (2011). Il disagio educativo alla scuola primaria. Milano: Franco Angeli. Perry, J. (2005). Analisi del movimento. Milano: Elsevier. Piaget, J., Petter, G., Garau, B., & Inhelder, B. (1981). La rappresentazione dello spazio nel bambino. Firenze: Giunti Barbèra. Piaget, J., & Gorla, G. (1989). La costruzione del reale nel bambino. Firenze: La Nuova Italia Editrice. Pisaturo, C. (1996). Appunti di psicomotricità. Lo schema corporeo in psicomotricità. Padova: Piccin. Rosenbaum, D.A. (2010). Human motor control. (Second edition). San Diego: Elsevier - Academic Press. Sdringola, F.(2008). Auxologia e attività motoria nell’età evolutiva. Milano: Calzetti Mariucci. Sibilio, M. (2009). Reflexiones didàctico-pedagògicas sobre la ensenanza de las actividades motoras y lùdico deportivas Pag.129-140 CÒRDOBA, Universidad de Còrdoba. ISBN:9788461346332 Sibilio, M.(2012). Elementi di complessità della valutazione motoria in ambiente educativo. Giornale Italiano Della Ricerca Educativa. Vol. 8. Pag.163-174 Sibilio, M. (2013). La didattica semplessa. Napoli: Liguori. Sorzio, P. (2005). La ricerca qualitativa in educazione. Roma: Carocci. Vayer, P. (1992). Educazione psicomotoria nell'età scolastica. Roma: Armando. [a cura dell'autore]
XV n.s.
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Books on the topic "Didattica del movimento"

1

Freschi, Anna Maria. Movimento e misura: Esperienza e didattica del ritmo. Torino: EDT, 2006.

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2

Pedagogia e didattica del movimento corporeo nell'educazione musicale di base: XX convegno europeo promosso e organizzato dall'Associazione Corale Goriziana "C.A Seghizzi.". Gorizia: Sala congressi, 1989.

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