Journal articles on the topic 'Dibattito culturale'

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Di Prospero, Alfonso. "Conoscenza e pluralità dei punti di vista: un percorso tra epistemologia e filosofia della società." Daimon, no. 85 (January 1, 2022): 7–22. http://dx.doi.org/10.6018/daimon.336121.

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Abstract:
Il problema dell'induzione è tra i più dibattuti in filosofia della scienza. Il mio tentativo in questo scritto sarà di mostrare come un'indagine sull'induzione possa contribuire a chiarire i termini del dibattito intorno a relativismo, pluralismo culturale e democrazia.
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Čok, Lucija. "Lingue e culture nel dibattito sulle identità europee." Linguistica 50, no. 1 (December 29, 2010): 137–42. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.50.1.137-142.

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Abstract:
Nelle politiche linguistiche e culturali delle strategie comunitarie, il discorso sulle identità del singolo (identità nazionale, culturale, linguistica, regionale...) presenta un potenziale punto d'intesa. Nel complesso delle attività che le politiche comunitarie propongono, risulta che una speciale attenzione è riservata alla tutela di alcune di esse (per esempio quella nazionale e linguistica). Si attivano quindi, simultaneamente, mezzi e conoscenze per instaurare la condivisione di un'unica cittadinanza e di una comune economia per creare una crescita culturale in un'entità organica. L'Europa è caratterizzata da culture e tradizioni simili e da una storia che accomuna tutte le nazioni che ne fanno parte. Il passato delle nazioni è contrassegnato dalla ricchezza dei valori paneuropei: valori politici, sociali, culturali, umani. La memoria, soprattutto la memoria storica, è fatta di un materiale essenziale atto a costruire e composto di elementi specifici insostituibili. Vi si trovano valori da salvaguardare e da distribuire. Uno dei vantaggi del continente Europa è il fatto di avere un passato, anche se, a tratti, conflittuale a causa delle specificità delle singole nazioni. La componente regionale e quella locale costituiscono un prezioso scrigno culturale paneuropeo le cui ricchezze emergono nel dialogo interculturale. Ci sono luoghi e tempi per cercare la creatività artistica, la curiosità scientifica, la forza intellettuale del singolo e dei gruppi che potranno far emergere nuove idee, proposte, progetti e strategie per arrivare al bene comune. La scuola è uno dei luoghi intesi come laboratori culturali. Il processo d'innovazione in atto all'interno del sistema scolastico supporta senz'altro la scuola nell'adempimento della sua funzione di operatore educativo comunitario e, allo stesso tempo, di tutore dei beni culturali e delle identità regionali.
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Lenoci, Michele. "CRISI E RINASCITA DELL'EUROPA: ECHI DEL DIBATTITO FENOMENOLOGICO." Trans/Form/Ação 37, spe (2014): 219–44. http://dx.doi.org/10.1590/s0101-3173201400ne00012.

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Abstract:
Il saggio, attraverso un'analisi delle riflessioni di Husserl e Scheler, si propone di esaminare la loro concezione sull'Europa e la tradizione culturale europea, mettendo in rilievo l'evoluzione e lo sviluppo delle loro posizioni avanti e dopo la prima Guerra mondiale.
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Brunetti, Dimitri. "La storia della Bassa Valle Scrivia sul web." DigItalia 16, no. 1 (June 2021): 117–27. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00030.

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Abstract:
Nel contesto dei portali culturali nazionali e regionali, il contributo propone il sito web condiviso fra tre comuni della Bassa Valle Scrivia che offre alla consultazione libera e gratuita un ricco patrimonio composto da fotografie, registrazioni sonore, audiovisivi, libri, inventari d'archivio, mappe, calendari e giornali locali per raccontare le vicende del territorio, delle famiglie e delle persone. Considerando gli elementi qualitativi e quantitativi che differenziano i grandi progetti dal variegato mosaico delle proposte sul web culturale offerte dalle realtà più piccole, l'illustrazione del sito piemontese vuole sollecitare il dibattito sulla convergenza delle esperienze per comporre un quadro unitario del patrimonio culturale nazionale.
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5

Scudieri, Laura. "Dalla Cultural Defense al "test culturale": luci e (soprattutto) ombre del dibattito italiano." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (April 2018): 125–54. http://dx.doi.org/10.3280/sd2018-001006.

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Villari, Susanna. "La tavolozza del poeta: l’arte della comunicazione iconica in un dialogo di Ludovico Dolce." Quaderns d’Italià 26 (December 3, 2021): 97–130. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.528.

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Abstract:
L’articolo propone un’analisi del Dialogo dei colori di Ludovico Dolce, evidenziando non solo gli agganci con l’emblematica e con l’arte della comunicazione iconica, ma anche i fili di un dibattito culturale che prelude alla poetica del Barocco.
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7

CORSI, PIETRO. "THE HERITAGE OF DUGALD STEWART: OXFORD PHILOSOPHY AND THE METHOD OF POLITICAL ECONOMY." Nuncius 2, no. 2 (1987): 89–144. http://dx.doi.org/10.1163/182539187x00042.

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Abstract:
Abstracttitle RIASSUNTO /title L'articolo esamina il dibattito sulla metodologia dell'economia politica che anim i circoli intellettuali anglicani degli inizi del diciannovesimo secolo. Ad Oxford, l'approccio all'economia politica era fortemente condizionato dalla riflessione critica sulle proposte epistemologiche avanzate da Dugald Stewart nel suo Elements of the Philosophy of the Human Mind. I pensatori dell'Oriel College che presero parte al dibattito erano preoccupati dal processo di rapida trasformazione della societ inglese, e dall'emergere di fonti di autorit culturale indipendenti dalla, se non apertamente contrarie alla Chiesa Anglicana ed alle Universit. La discussione della metodologia dell'economia politica investiva dunque diversi aspetti della vita sociale ed intellettuale del tempo. Il dibattito oxoniense ruotava intorno al parallelismo che molti credevano di notare tra il metodo della meccanica razionale e quello dell'economia politica. Pur avallando le pretese di scientificit avanzate dagli economisti classici, i docenti di Oxford negavano che i risultati ottenuti in economia politica fossero immediatamente applicabili alla realt sociale: al pari dei cultori della meccanica razionale, l'economista doveva tenere presenti le frizioni generate dalle esistenti strutture politiche e sociali. A Cambridge, William Whewell e Richard Jones valutavano con preoccupazione la difesa dell'economia politica elaborata dai colleghi di Oxford. A loro avviso, gli studiosi dell'Oriel College concedevano troppo all'economia politica ricardiana. Alla fine degli anni venti del diciannovesimo secolo, gli intellettuali cantabrigensi sottoposero a critica severa il preteso parallelismo tra meccanica razionale ed economia politica che i seguaci di Ricardo e i ?CTRLerr type="1" mess="Doute Cars isoles avec recollage" ?docenti di Oxford ponevano al centro delle loro riflessioni. L'economia politica, si diceva a Cambridge, era una disciplina troppo giovane per poter assumere procedure assiomatico-deduttive. Laboriose ricerche erano ancora da intraprendere, prima che si potesse procedere alla costruzione di un sistema di economia teorica. Il presente saggio sottolinea la centralit di Dugald Stewart nel dibattito sulla metodologia dell'economia politica dei primi decenni del diciannovesimo secolo. Si sostiene inoltre che la lettura critica delle tesi epistemologiche avanzate dallo Stewart rappresent un momento cruciale nella elaborazione della metodologia dell'economia politica proposta da John Stuart Mill. I risultati di questo studio impongono una revisione delle interpretazioni classiche dei dibattiti filosofici e culturali in genere del primo Ottocento inglese.
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8

Padoa Schioppa, Antonio, and Alberto Sciumè. "Presentazione. Prospettive sulla sovranità." Italian Review of Legal History, no. 8 (December 21, 2022): 1–5. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19246.

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Abstract:
Il Comitato di Direzione della Italian Review of Legal History si è proposto con questo numero di contribuire al dibattito sulla tematica della sovranità in prospettiva storica e/o nell’attualità con riferimento sia al contesto europeo sia a quello extraeuropeo e globale.Il concetto di sovranità è da secoli al centro del dibattito giuridico, politico, filosofico e economico e pochi termini relativi alle istituzioni hanno assunto nella storia una gamma così ampia di significati. In ogni ambito culturale e da una pluralità di piani prospettici non si arresta la riflessione sul contenuto polisemico e sulle tante declinazioni del concetto nelle differenti aree del mondo non solo tra passato e presente, ma anche sulle possibili configurazioni che esso potrebbe assumere in un futuro più o meno prossimo. Allo scopo di sollecitare il dibattito tra studiosi il Comitato di direzione presenta, in contrappunto, due schemi di riflessione.
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Belloni, Eleonora. "Questione ambientale e paesaggio: i "tabù" della politica infrastrutturale. Voci critiche negli anni del miracolo economico." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 295 (May 2021): 165–85. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-295008.

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Abstract:
Ogni modello di mobilità porta con sé delle criticità ambientali: i progressi nella mobilità rappresentano un superamento di alcuni ostacoli, ma al contempo ne creano altri. La questione, se si pone con evidenza già con la prima infrastrutturazione legata alla costruzione delle vie ferrate nell'Italia postunitaria, e si delinea poi con l'ampliamento della rete stradale negli anni tra le due guerre, assume tuttavia contorni più precisi nel secondo dopoguerra. Alla luce di questa nuova consapevolezza anche il dibattito sulle infrastrutture ha conosciuto un ampliamento di prospettiva, dove all'approccio dominato dall'idea del progresso tecnologico e del diritto alla mobilità a ogni costo se ne è affiancato un altro che ha aggiunto al dibattito temi quali la sostenibilità, la tutela del paesaggio e, in ultima analisi, l'idea di progresso come benessere sociale. Il saggio affronta queste tematiche ricostruendo il dibattito - animato da specialisti del settore ma anche da nuovi soggetti della scena culturale italiana, quali "Italia Nostra" - che ha portato alla formazione di una nuova consapevolezza delle ricadute ambientali delle strutture materiali della mobilità. Parole chiave: Mobilità, Sostenibilità, Strade, Infrastrutture, Paesaggio, Italia Nostra
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Fidolini, Vulca. "Pensare l'individuo nel Sud Da attore empirico a soggetto morale." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 45 (February 2013): 91–108. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-045009.

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Abstract:
Il campo di studio della modernitÀ si caratterizza come luogo di evidenza e affermazione storica della questione dell'individuo. Le scienze sociali ne hanno interpretato gli sviluppi in relazione esclusiva alle grandi categorie analitiche del pensiero euro-occidentale, consolidandone la discussione in un contesto culturale ‘bloccato'. Un'analisi sociologica sulla costruzione della giovinezza nella riva sud mediterranea, e in particolare sui giovani adulti dei centri urbani del Marocco, offre l'occasione per ripensare il paradigma interpretativo della modernitÀ e il significato di individuo individualizzato alla luce di nuove traiettorie di mutamento sociale. Una prospettiva di studio che si colloca nell'attualitÀ del dibattito sociologico volto a riconoscere l'esistenza di differenti forme di costruzione moderna del soggetto nel panorama culturale del Sud globale.
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Pezzagno, Michèle, and Anna Richiedei. "Quale futuro per la rendita? Riflessioni e tendenze di ricerca." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 129 (March 2021): 209–31. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-129-s1010.

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Abstract:
Il dibattito scientifico, culturale e politico sul consumo di suolo e sul recupero del patrimo-nio esistente è pervasivo. Si ravvisa la necessità di provare a spostare lo sguardo rispetto alla tradizionale definizione della rendita cercando di costruire, tramite un confronto tra i saperi scientifici, un diverso sistema di valori utili alla valutazione dei suoli e dei servizi ecosistemici, affrontando con nuova consapevolezza alcuni nodi storici del governo del territorio tra cui la rendita.
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Tatasciore, Carlo. "Le "due culture": echi di un dibattito mai interrotto." PARADIGMI, no. 3 (December 2010): 173–89. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-003013.

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Abstract:
Cinquant'anni dopo la pubblicazione del noto saggio di C.P. Snow (1959), l'autore delinea un breve schizzo dello spazio che esso ebbe nel dibattito culturale italiano degli anni Sessanta, prima analizzando alcune pagine di E. Vittorini e I. Calvino e poi soffermandosi sul piů ampio esame fattone dal filosofo G. Preti. Il giudizio di quest'ultimo sul libro di Snow era molto critico, ma egli pensava che il suo successo confermasse la serietŕ di un problema antico: quello della polemica tra cultura scientifica e cultura umanistica, la cui dialettica riteneva per molti versi vitale. La conclusione č dedicata all'ultima opera di G. Steiner, il quale č tornato a parlare di crisi della civiltŕ occidentale, collegandola in particolare al "cataclisma" che si č abbattuto sulle strutture educative, e si č nuovamente riferito alla problematica snowiana, avanzando l'ipotesi che con la rivoluzione elettronica si sia di fronte ormai a una vera e propria "terza cultura".
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Carbone, Anna. "La multifunzionalitĂ dell'agricoltura europea: riflessioni sul contributo del settore primario alla costruzione dell'identitĂ culturale." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (December 2010): 133–44. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001010.

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Abstract:
La nota propone alcune riflessioni sul contributo che il settore primario può dare al mantenimento dell'identità culturale di un territorio ed al suo rafforzamento esplicando, così, una tra le diverse funzioni aggiuntive a quella primaria che vengono da più parti attribuite all'agricoltura nell'ampio dibattito sulla multifunzionalità del settore. Le idee riportate ruotano attorno al doppio nesso esistente tra le attività agricole - intese nel loro insieme e nella loro notevole multiformità - e l'identità culturale del territorio nel quale queste si svolgono. Le relazioni tra le due sfere sono profonde e si sviluppano, appunto, nei due sensi; vale a dire che se il modo di condurre/gestire le attività agricole è parte del patrimonio culturale specifico di un territorio, è anche vero che il patrimonio di conoscenze ed esperienze di un territorio influenza e determina, anche se ovviamente non in via esclusiva, il modo di fare agricoltura proprio di un'area. In particolare si mostra come siano espressamente alcune delle funzioni "accessorie" o "aggiuntive" a quella primaria, a ricoprire un ruolo particolarmente significativo in termini di contributo all'identità culturale di un territorio.
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Pollard, R. M. "Il metodo carolingio: Identita culturale e dibattito teologico nel secolo nono. By ARMANDO BISOGNO." Journal of Theological Studies 61, no. 2 (July 20, 2010): 815–18. http://dx.doi.org/10.1093/jts/flq102.

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Cerrato, Daniele. "«Ed io che lasciai già l’ago e la gonna». Questioni di genere in Laura Battiferri." Lingüística y Literatura 43, no. 82 (September 16, 2022): 232–48. http://dx.doi.org/10.17533/udea.lyl.n82a10.

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Abstract:
L’articolo studia Laura Battiferri e analizza alcuni aspetti del percorso vitale e letterario della poeta, come i suoi spostamenti da Urbino a Roma e poi a Firenze, la sua presenza nell’Accademia degli Intronati, il ruolo e l’influenza nell’opera del marito lo scultore Bartolomeo Ammannati, e lo scambio epistolare con Benedetto Varchi. Oltre alle sue capacità di inserirsi ed affermarsi nel contesto sociale e culturale del suo tempo, emergono chiaramente all’interno della sua produzione alcuni dei temi che caratterizzano il dibattito letterario-accademico della Querelle des Femmes.
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Neri, Demetrio. "Sulla bioetica." PARADIGMI, no. 1 (April 2010): 115–24. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-001009.

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Abstract:
L'ormai radicata presenza della bioetica nel panorama culturale internazionale č un indizio del fatto che, nell'ultimo scorcio del secolo scorso, essa ha rappresentato un modo nuovo di affrontare i problemi morali scaturenti dal mondo della medicina e della ricerca biologica. Nei primi tre paragrafi l'articolo tratteggia alcuni aspetti della "novitŕ" della bioetica, con particolare riguardo al suo porsi come nuovo spazio pubblico per un dibattito etico improntato all'argomentazione razionale e al rispetto del pluralismo. L'ultimo paragrafo č dedicato a una sintetica presentazione della situazione italiana e termina con alcuni interrogativi di "biopolitica".
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Gloudemans, Rachelle. "Gramsci and the Graphic Novel: Gramsci’s literary criticism as a form of commemoration in 'Cena con Gramsci' by Elettra Stamboulis and Gianluca Costantini." Incontri. Rivista europea di studi italiani 34, no. 2 (January 31, 2019): 99–113. http://dx.doi.org/10.18352/incontri.10318.

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Abstract:
Gramsci nel graphic novelLa critica letteraria gramsciana come forma di memoria in Cena con Gramsci di Elettra Stamboulis e Gianluca CostantiniIn seguito alla crisi del comunismo e al diffondersi del revisionismo storico dagli anni Novanta in poi, Gramsci è diventato in Italia una figura chiave nel dibattito sulla ‘memoria divisa’. L’avvio di tale dibattito in Italia, a sua volta, si è trovato a coincidere con quello sul New Italian Epic e con l’introduzione del graphic novel come forma letteraria che mette in discussione i limiti della letteratura tradizionalmente intesa. Nella presente ricerca si esplora la correlazione fra i tre fenomeni attraverso l’analisi della rappresentazione della critica letteraria gramsciana in Cena con Gramsci (2012). Nella prima parte si ipotizza che questo graphic novel scritto da Elettra Stamboulis e disegnato da Gianluca Costantini presenti un’allegoria metastorica in cui Gramsci stesso − prima oppresso dal fascismo e dopo dal revisionismo storico − è rappresentato come oggetto dell’egemonia culturale. Nella seconda parte si analizzano invece le strategie narrative attraverso cui Cena con Gramsci entra in dialogo con la critica letteraria gramsciana sull’interdipendenza fra contenuto e forma, proponendo il genere del graphic novel come forma in grado di rispondere alle dinamiche socio-politiche che interessano l’Italia contemporanea. Si conclude che, grazie alla riscrittura di questi concetti della teoria gramsciana, il graphic novel di Stamboulis e Costantini può essere considerato un atto di memoria metariflessiva che critica il revisionismo storico e, nello stesso tempo, crea uno spazio culturale per la commemorazione di una figura a lungo rimasta in ombra.
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Gastaldi, Francesco, and Federico Camerin. "Progetti e proposte di Renzo Piano per il waterfront di Genova, 1981-2017." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 147–55. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093022.

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Abstract:
Nel corso degli ultimi quattro decenni, le proposte di Renzo Piano hanno dato un contributo determinante al dibattito sulle prospettive di sviluppo della città di Genova che ha dovuto affrontare profonde trasformazioni urbane legate alla deindustrializzazione. Il contributo si occupa di un aspetto particolare delle proposte/realizzazioni progettuali di Piano, quelle alla scala urbana e per la linea di costa. L'unico progetto interamente realizzato è però frutto di una lunga riflessione culturale, istituzionale e politica. Le altre proposte, senza adeguato coinvolgimento degli attori locali sono naufragate perché troppo ambiziose o disgiunte dal contesto sociale ed economico, generando però attese, aspettative e idee.
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Poli, Irene, and Chiara Ravagnan. "La rigenerazione urbana nel Piano Regolatore Generale di Roma. Tra attuazione e innovazione." Ciudades, no. 20 (September 28, 2017): 135–53. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.20.2017.19.

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Abstract:
Nell’ambito delle riflessioni sulla rigenerazione urbana, i fronti avanzati del dibattito disciplinare internazionale si fanno portatori di nuovi riferimenti significativi inerenti sia questioni endogene agli approcci disciplinari, sia tematiche collegate al cambiamento globale del contesto ambientale, socio-economico e culturale. Il PRG di Roma (2008) ha avviato la sperimentazione di una strategia complessiva di rigenerazione. Nel quadro di questa strategia, i «Programmi integrati» si distinguono per il carattere partenariale e l’approccio complesso alla costruzione della città pubblica. La limitata sperimentazione di questi strumenti apre tuttavia la strada anche ad altre pratiche per la rigenerazione resiliente dei “beni comuni” attraverso modalità innovative.
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Benvenuto, Marco, Francesco Sambati, and Carmine Viola. "Una survey nazionale per valutare l'efficacia della comunicazione istituzionale nella gestione del Covid-19." MECOSAN, no. 121 (September 2022): 31–56. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-121oa13858.

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Abstract:
La comunicazione istituzionale, nelle sue varie forme, è una leva centrale dell'azione di governo, della relazione tra istituzioni e cittadino. In questo contesto assumono valore strategico gli strumenti della comunicazione istituzionale.Il livello di attenzione sulle dinamiche della comunicazione istituzionale, nel periodo Covid-19, evidenzia il cambiamento della realtà pubblica e l'apertura della medesima verso una nuova managerialità, intesa come processo di modernizzazione organizzativa, gestionale, culturale, informativa e informatica. Il contributo scientificointende valutare, nell'ambito di questo nuovo dibattito manageriale, le relazioni tra istituzioni e cittadino nel rapporto comunicazione istituzionale e Covid-19.
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Indellicato, Michelle. "L’etica nei procedimenti giudiziari." Zeszyty Naukowe KUL 60, no. 3 (October 27, 2020): 201–8. http://dx.doi.org/10.31743/zn.2017.60.3.201-208.

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Abstract:
L’etica nei procedimenti giudiziari è una tematica di rilevante interesse che da sempre ha acceso il dibattito a livello culturale in generale e a livello etico – giuridico in particolare. Etica e diritto non sono su due piani differenti, bensì sono interconnessi. I procedimenti giudiziari, e gli operatori di diritto in esso coinvolti, non possono prescindere da questa interconnessione e devono essere imparziali, altrimenti ledono la dignità della persona e i suoi diritti fondamentali, come ad esempio il diritto alla verità, alla lealtà, alla giustizia, ad una convivenza democratica e civile per un’ordinata vita sociale e di relazione.
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Mariottini, Laura, and Veronica Sica. "Miembros y miembras de la Comisión de Igualdad. Lingua e genere nella comunicazione pubblica spagnola." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (March 2012): 79–97. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-001004.

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Abstract:
L'impegno istituzionale volto a garantire Pari Opportunitŕ tra donne e uomini implica un lavoro attivo di (ri)costruzione della categoria di genere attraverso e nella lingua usata nella comunicazione pubblica e politica. A partire dal riconoscimento di categorie linguistiche, č possibile consolidare il cambiamento socio-culturale che le sottende e, solo allora, la riflessione sul genere acquisirŕ un carattere sostanziale. Le autrici esaminano l'istanza riformista della lingua pubblica spagnola presentando il "caso miembra" che ha generato un acceso dibattito linguistico, socioculturale e mediatico dal 2008 ad oggi. La cornice teorica del lavoro č rappresentata dagli gender studies.
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Greppi, Carlo. "Ora tocca a noi. Il 25 aprile, il reale e il virtuale, le generazioni." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 296 (August 2021): 145–73. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-296007.

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Abstract:
A partire dalle polemiche su fascismo e antifascismo che hanno preceduto il 25 aprile 2019, per arrivare all'unicum delle celebrazioni "virtuali" poi sviluppatesi in occasione del settantacinquesimo anniversario della Liberazione (anch'esso vissuto all'insegna di notevoli schermaglie ideologiche incentrate su una banalizzazione della violenza partigiana e su una rimozione di quella fascista), l'articolo propone sei temi storiograficamente consolidati sul regime, sulla parabola dell'antifascismo storico e sulla Resistenza che, secondo l'autore, sono da riesumare con forza nel dibattito per sottrarre la Festa della Liberazione a un discorso culturale anti-antifascista che si propone come egemone nella guerra della memoria che infiamma il discorso pubblico.
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Di Figlia, Matteo. "Gli ebrei in Italia, il dibattito su Israele e la questione ebraica. Quattro riflessioni recenti." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 298 (June 2022): 171–83. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298013.

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Abstract:
La storia degli ebrei nell'Italia contemporanea è stata molto discussa dalla recente storiografia. In questa nota si prendono in esame quattro libri pubblicati tra il 2018 e il 2020 che affrontano il tema da prospettive differenti come il ruolo politico degli ebrei nell'Italia liberale e negli anni della grande guerra, la storia delle persecuzioni in età fascista, il problematico avvento della Repubblica, la raffigurazione degli ebrei e di Israele nelle sinistre italiane e la più generale percezione di Israele nel mondo politico e culturale italiano.
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Silvestri, Angelo, Antonino Aprea, Luciana Bianchera, Leonardo Montecchi, Giorgio Cavicchioli, and Stefano Mennella. "Gli operatori della gruppalità al tempo delle grandi migrazioni: prime riflessioni epistemologiche sulla formazione." GRUPPI, no. 2 (October 2021): 42–53. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa2-2020oa12580.

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Abstract:
In questo scritto dialogano alcuni esperti di formazione con matrici culturali e impostazioni teoriche e tecniche diverse. Il loro obiettivo è aprire un dibattito su che tipo di competenze dovrebbero avere gli operatori della salute mentale che si occupano di migranti e migrazione. Le attuali grandi trasformazioni sociali stanno determinando dei cambiamenti nella pratica clinica, nell'organizzazione dei servizi di cura e sulle opportunità di lavoro: tutto ciò comporta un inevitabile ripensamento della formazione. Tutti sono d'accordo nel riconoscere il dispositivo gruppale come una delle principali risorse per far fronte a queste difficoltà. L'accoglienza dei migranti porta a importanti vissuti di smarrimento verso il nuovo e incertezza verso i propri paradigmi culturali. È fondamentale imparare nozioni di antropologia ed etnopsicologia per poter ascoltare l'altro e capire i suoi reali bisogni all'interno della sua personale e specifica cornice culturale e di senso, fatta di registri simbolici peculiari.
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Torlone, Gaetano. "Le sperimentazioni internazionali Il dibattito sugli studi placebo-controllati." Medicina e Morale 53, no. 3 (June 30, 2004): 555–88. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.638.

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Abstract:
Il lavoro proposto prende spunto da un articolo apparso sul New England Journal of Medicine del 1997 a firma di P. Lurie e S.M. Wolfe. In questo articolo gli autori descrivevano come non etici alcuni studi sull’efficacia di dosi ridotte di AZT nella trasmissione materno-fetale dell’HIV. Tali studi erano sponsorizzati da organizzazioni occidentali e realizzati in paesi dell’Africa subsahariana e in Asia. Il nodo etico più importante messo in luce era l’utilizzo di un braccio placebo-controllato anche se era già nota l’efficacia del trattamento a base di zidovudina per la riduzione della trasmissione perinatale dell’infezione grazie ad uno studio (ACTG 076) effettuato negli USA e in Francia e che aveva indicato la zidovudina come terapia standard. Nella prima parte del presente lavoro analizziamo la letteratura scientifica internazionale nei quinquenni precedente e successivo alla pubblicazione dell’articolo di Lurie e Wolfe. Da tale analisi appare un incremento statisticamente significativo delle pubblicazioni sull’etica della ricerca clinica nei paesi in via di sviluppo negli ultimi anni. Nella seconda parte del lavoro invece si cerca di analizzare il tema specifico della giustificazione etica dell’uso del braccio placebo-controllato in sperimentazioni effettuate nei paesi in via di sviluppo pur esistendo una terapia standard. Si approfondiscono pertanto le posizioni favorevoli e quelle contrarie, soprattutto facendo riferimento agli strumenti interpretativi elaborati da A.J. London. Le conclusioni raggiunte forniscono indicazioni generali sulla non eticità, dal punto di vista etico e logico, dell’utilizzo del braccio placebo-controllato nelle sperimentazioni nei paesi in via di sviluppo quando si conosca una terapia standard per la patologia in studio. Tuttavia rimane aperta la discussione per quel che riguarda la “generalizzabilità” dei risultati di un trial a popolazioni di differente identità storica e culturale.
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Celentano, Maria Silvana. "Oratorical Exercises from the Rhetoric to Alexander to the Institutio oratoria: Continuity and Change." Rhetorica 29, no. 3 (2011): 357–65. http://dx.doi.org/10.1525/rh.2011.29.3.357.

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Abstract:
Quintiliano dedica la sua attenzione all'exercitatio in due luoghi distinti dell'Institutio oratoria, rispettivamente nel libro II e nel libro X. La pratica dell'exercitatio si è consolidata dall'età ellenistica in poi nell'insegnamento scolastico di grammatica e retorica sia in Grecia che a Roma, con modalità e sviluppi differenziati. Ma a tempi ben più antichi riconducono le tracce delle prime formulazioni di tale exercitatio: più precisamente si può risalire fino alla Rhetorica ad Alexandrum. Nel sec. I d.C. è in atto un vivace dibattito interno all'ambito tecnico retorico, ma anche un rinnovamento della formazione filosofica dei giovani. Il riferimento ad antichi modelli di exercitatio, opportunamente adattati alla realtà culturale e formativa contemporanea, conferisce una nuova attualità alla Rhetorica ad Alexandrum.
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Bertelé, Matteo. "Un ambasciatore del "Realismo" italiano: Gabriele Mucchi nella Repubblica democratica tedesca negli anni Cinquanta." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 87–101. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002005.

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Abstract:
L'articolo esamina il ruolo di Gabriele Mucchi (1899-2002) nel contesto delle relazioni culturali tra Italia e Repubblica democratica tedesca nel corso degli anni Cinquanta, quindi prima di un reciproco riconoscimento giuridico e della firma di accordi bilaterali. Pittore realista e militante comunista, Mucchi fu una figura chiave nel dibattito artistico della DDR, all'interno del quale il "Realismo" italiano costituì un contributo determinante al processo di autodeterminazione di un'arte tedesca e socialista. L'artista fu oggetto di una crescente attenzione da parte delle istituzioni culturali della DDR, che nel 1956 lo invitarono a ricoprire la cattedra di pittura presso la Scuola d'arte di Berlino Est, città dove avrebbe continuato a risiedere, pur alternandosi con l'Italia, anche in seguito alla caduta del Muro. Sulla base di documenti d'archivio inediti e di uno spoglio della stampa, l'articolo mette in luce le premesse e gli esordi della sua poliedrica attività nella DDR in ambito formativo, critico ed espositivo, analizzando al tempo stesso il suo particolare status come esempio di cooperazione tra Europa occidentale e orientale, e quindi come caso di studio della Guerra Fredda culturale.
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Alessia Rosa and Maria Filomia. "Il coordinatore pedagogico nel sistema integrato “zerosei”: una figura in evoluzione." IUL Research 3, no. 5 (June 20, 2022): 373–89. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.259.

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Abstract:
La definizione delle peculiarità che caratterizzano la struttura del coordinamento pedagogico è intrinsecamente connessa alle potenzialità di sviluppo dei servizi “zerosei” e all’opportunità di innescare processi di riflessione e di rielaborazione circolari delle organizzazioni, garantendo nuovi e diversificati modelli di accompagnamento sociale e culturale. Il presente contributo intende descrivere nel dettaglio, attraverso un’analisi puntuale dei documenti normativi, il ruolo, le funzioni e le competenze del coordinatore pedagogico all’interno del sistema “zerosei”. A tal fine, il contributo dà conto dello sviluppo storico che ha accompagnato il configurarsi di tale professionalità e del dibattito inerente ai possibili sviluppi futuri. Ci si pone inoltre l’obiettivo di ridefinire tipologicamente la figura del coordinatore pedagogico all’interno delle dinamiche gestionali di innovazione e cambiamento possibili attraverso la coprogettazione tra servizi e territorio.
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Bosna, Vittoria. "Donna impegnata a livello civile e culturale: Dora d’Istria la voce di una intellettuale fuori dal coro." El Futuro del Pasado 10 (September 19, 2019): 519–29. http://dx.doi.org/10.14516/fdp.2019.010.001.019.

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Abstract:
Elena Ghika, conosciuta con il nome d’arte di Dora d’Istria, donna istruita ed erudita, si inserisce nel dibattito sulla emancipazione civile e culturale femminile in atto nel corso del xix secolo. Pronta a difendere i suoi diritti e quelli delle altre donne, propone come soluzione la diffusione dell’istruzione.La stessa Dora, sostenne che l’origine della disuguaglianza tra uomo e donna non era di natura biologica, ma di natura sociale. Quindi dipendeva da una tradizione culturale secondo cui le donne non dovessero istruirsi. Tutto questo aveva causato l’esclusione dalla politica delle donne e consentito l’emergere di false opinioni in merito alla loro inferiorità naturale. Un comportamento così ostile verso le donne Dora lo aveva notato in strutture tradizionali, il vero problema era liberare la società dagli antichi stereotipi riguardanti i ruoli femminili e quelli maschili.Utilizzando fonti storiografiche, articoli e documenti d’archivio, la ricerca è volta a sottolineare l’importante ruolo che l’intellettuale rumena ebbe nel panorama europeo come scrittrice e donna impegnata in politica. L’obiettivo del lavoro è ricostruire il suo pensiero sulle donne attraverso le sue opere e i suoi contatti con gli intellettuali del tempo che apprezzarono in lei il pensiero sia politico che pedagogico.
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Pistone, Sergio. "Un'Italia federale in un'Europa federale." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (October 2011): 5–16. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-002001.

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Abstract:
L'unificazione italiana su base federale č una idea che fu presente in modo significativo nel dibattito politico-culturale del Risorgimento. Ma la situazione internazionale caratterizzata da una strutturale lotta per la potenza fra gli stati europei e la arretratezza complessiva dell'Italia imposero una scelta rigidamente centralistica. Un'evoluzione in senso federale dello stato italiano č diventata possibile dopo il 1945, perché il processo di integrazione europea ha comportato il superamento dei rapporti di potenza fra gli stati europei e permesso una decisiva attenuazione (se non ancora il pieno superamento) dei divari economico-sociali, territoriali e ideologici presenti in Italia. Il completamento dell'unificazione europea in termini federali č la condizione ineludibile perché l'Italia continui a progredire e per impedire che la spinta alla trasformazione in senso federale del paese diventi un fattore di crisi dell'unitŕ statale invece che di una sua modernizzazione.
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Civenti, Graziella. "Vivere da soli in una grande città durante il Covid-19. Esiti di una ricerca condotta a Milano." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (September 2021): 174–90. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-001015.

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Abstract:
Negli ultimi decenni il numero delle persone che vivono una parte significativa della propria vita adulta da soli è cresciuto esponenzialmente in tutti i paesi occidentali: in Italia una fami-glia su tre è composta da una sola persona e nelle aree metropolitane a essere composta da una sola persona è ormai una famiglia su due. Nonostante l'importanza che questo fenomeno ha assunto e nonostante l'impatto che ha sulle comunità, esso risulta ancora relativamente assente dal dibattito culturale così come dalla programmazione delle politiche sociali. Il testo lo affronta assumendo un'ottica di genere e, partendo dai dati raccolti attraverso una indagine condotta nella città di Milano su un cam-pione di novecentoottantotto persone di età superiore a quaranta anni che vivono da sole, descrive come queste hanno fronteggiato il lockdown e più in generale la pandemia da Covid-19.
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Blanckaert, Claude, and Sandra Puccini. "Le premesse dell'antropologia "culturale" in Francia. Il dibattito sul "Questionnaire de Sociologie et d'Ethnographie" di Charles Letourneau (1882-1883)." La Ricerca Folklorica, no. 32 (October 1995): 51. http://dx.doi.org/10.2307/1479996.

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Sicurello, Rossana. "La revisione dell'istruzione professionale: giovani, orientamento, competenze trasversali e occupabilità PDF." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 1 (June 2020): 5–28. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2020oa10074.

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Abstract:
Il processo di globalizzazione e il progresso tecnologico alla base della Quarta Rivoluzione Industriale hanno sconvolto il tradizionale modello di organizzazione dell'istruzione e del mercato del lavoro divenuti sempre più dinamici e complessi. La formazione professionale, cercando di rispondere ai bisogni attuali dei singoli e della società della conoscenza e del lavoro 5.0, si sta adoperando per assicurare azioni efficaci di modernizzazione e di innovazione delle pratiche didattiche, formative e valutative, facendo dell'orientamento e della pratica lavorativa gli strumenti principali della loro azione. Lo scopo è quello di verificare la propria capacità di stare al passo con i cambiamenti sociali, nonché di contribuire in maniera significativa alla crescita economica e, quindi, alla promozione della mobilità e dell'employability di cui le soft skills costituiscono una dimensione chiave, soprattutto nell'ambito dell'attuale dibattito politico, sociale, culturale ed economico attorno al mercato del lavoro e al tema della disoccupazione.
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Cangiano, Ciro, and Rosalba Sarnataro. "Il lavoro che vorrei. Uno studio sulla capacità di aspirare dei giovani studenti napoletani." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 157 (August 2020): 209–24. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-157011.

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Abstract:
Dopo una lunga stagione in cui le categorie di rischio e di incertezza hanno dominato il panorama delle scienze sociali, negli ultimi anni il tema del futuro si è imposto nel dibattito sociologico. A testimonianza di ciò le aspirazioni, proficuo strumento di operativizzazione dell'avvenire, si sono configurate come un'imprescindibile dimensione da esplorare quando si rivolge lo sguardo in direzione dei giovani. Basandosi sull'analisi di 30 storie di vita di studenti universitari raccolte a Napoli, il contributo utilizza le aspirazioni lavorative per interrogarsi sulla relazione tra disuguaglianza e futuro. Ciò che viene messo in luce è come, nonostante la generalizzata difficoltà di guardare al "domani", a fare la differenza nel modo in cui le nuove generazioni sviluppano la propria capacità di aspirare sia la dotazione di capitale culturale, non tanto nella sua forma istituzionalizzata quanto nella sua più complessa e ampia accezione di capitale di esperienza, situato nella soggettività delle singole biografie.
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Bell, David. ""Do Not Adjust Your Set". Riflessioni psicoanalitiche sull'incremento dell'incidenza della disforia di genere nei bambini e negli adolescenti." PSICOANALISI, no. 2 (February 2023): 37–50. http://dx.doi.org/10.3280/psi2022-002004.

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Abstract:
Il focus di questo lavoro concerne l'aumento assai elevato di bambini e giovani (CYPs) che chiedono la transizione di genere. Esamina i fattori che hanno contribuito a questo fenomeno sia a livello individuale che a livello socio-culturale. A livello individuale ci sono numerosi percorsi che portano alla disforia di genere (come l'omofobia interiorizzata, problemi complessi di comorbilità, storie di traumi familiari e così via). L'autore ritiene che un grandissimo numero di bambini sia stato gravemente danneggiato a causa della penetrazione dell'ideologia "trans" nei servizi per l'infanzia e l'adolescenza, che ha fatto sì che i loro complessi problemi venissero visti solo attraverso la lente del genere, finendo così per essere tra-scurati. Lo scritto esamina anche i processi socioculturali più ampi che hanno contribuito a questo fenomeno, come la mercificazione dell'assistenza sanitaria, la misoginia, la relativizzazione della verità: tutti fattori che hanno portato a quello che l'autore definisce "uno strano mo-do di pensare" che è arrivato a dominare il dibattito sull'argomento.
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Guasti, Niccolň. "La Compagnia del Gesů nel secondo settecento." SOCIETÀ E STORIA, no. 134 (February 2012): 661–72. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-134001.

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Abstract:
Nel corso degli ultimi decenni il panorama storiografico relativo alla Compagnia di Gesů in etÀ moderna ha conosciuto un profondo rinnovamento. Al ribaltamento del vecchio cliché liberale che assegnava anche ai gesuiti la responsabilitÀ di aver ostacolato la libertÀ di pensiero e lo sviluppo di una matura cultura scientifica, ha fatto seguito un rinnovato interesse per le strategie culturali messe in atto dai gesuiti nel corso del XVIII secolo, in particolare nei confronti dei Lumi. A questo riguardo č stato sottolineato che durante il settecento si rendono ben visibili, all'interno dell'ordine, almeno due "anime": un settore piů conservatore, impegnato nella strenua difesa dell'ortodossia cattolica contro gli eretici e i miscredenti; e un settore dinamico e dialogante, sostenitore anche in ambito culturale dello "spirito d'adattamento", che si prefiggeva di ricomporre le fratture filosofiche e le nuove sfide epistemologiche, riconducendole nell'alveo della tradizione cattolica. La volontÀ di "cristianizzare" i Lumi, anche attraverso la sistematica occupazione dei luoghi della sociabilitÀ settecentesca, non si interruppe neppure a seguito della soppressione canonica del 1773. Anche la lunga fase che condusse alla restaurazione dell'ordine (1793-1814) deve essere collegata al contesto coevo: il vivace dibattito sull'identitÀ della nuova Compagnia in rapporto a quella antica si collocň durante la polarizzazione del clima politico-ideologico innescata dalla Rivoluzione francese e dai regimi napoleonici.
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Eliszezynski, Giuseppe Mrozek. ""La hora de la mudanza". l'ascesa del marchese di Denia e il dibattito culturale sul favorito nella corte di Filippo II." SOCIETÀ E STORIA, no. 144 (September 2014): 219–47. http://dx.doi.org/10.3280/ss2014-144001.

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Maconi, Simone. "Un tentativo di propaganda locale: i protagonisti dell'Istituto fascista di cultura di Milano negli anni Venti." STORIA IN LOMBARDIA, no. 1 (September 2022): 94–114. http://dx.doi.org/10.3280/sil2022-001003.

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Abstract:
Nel 1924 nasce a Milano l'Istituto fascista di cultura. I suoi fondatori sono il presidente Dino Alfieri e il direttore Leo Pollini. Entrambi danno vita al nuovo ente con l'intenzione di arginare la violenza squadrista attraverso il dibattito culturale. Successivamente Alfieri pone come obiettivo principale quello di diffondere i principi fascisti tra i cittadini milanesi non inquadrati nel Partito. Ad affiancarlo è presente Pollini, il quale organizza le attività da cui emergono i tratti identificativi dell'Istituto, come il legame con Milano o l'educazione delle nuove generazioni. Il suo operato è guidato da una concezione elitaria della cultura che impedisce tuttavia il raggiungimento degli scopi del presidente. La prova è data dai corsi del quinto anno accademico, ideati appositamente a fini propagandistici. La scelta delle lezioni e dei conferenzieri dimostra la capacità dell'Istituto di procurarsi le attenzioni del regime e la collaborazione di intellettuali di prestigio, sebbene non sempre aderenti all'ideologia fascista, ma anche la difficoltà a includere la popolazione milanese. Il presente saggio si propone dunque di analizzare il ruolo dell'Istituto nella propaganda locale e i suoi risultati.
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Lacagnina, Davide. "Milano, 1881: Courbet e Carpeaux tra le “macchiette” di Navarro della Miraglia." ACME 74, no. 2 (September 14, 2022): 123–45. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/18664.

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Abstract:
Nel 1881, per i tipi dell’editore Brigola di Milano, vedeva la luce Macchiette parigine, un compendio di profili biografici che lo scrittore siciliano Emanuele Navarro della Miraglia (1838-1919) dedicava a eminenti personalità della cultura letteraria e artistica francese di metà Ottocento.Francesista, a lungo residente a Parigi (1864-1872), in contatto a Milano con gli ambienti della scapigliatura lombarda (1872-1882) e da ultimo professore di Lingua e letteratura francese presso l’Istituto superiore di magistero femminile di Roma (1883-1913), Navarro della Miraglia includeva fra le sue “macchiette” anche due ritratti d’artisti dedicati rispettivamente a Gustave Courbet e a Jean-Baptiste Carpeaux.Questo contributo si propone di definire il contesto e le ricadute di una lettura non allineata alla tempestiva e più “ortodossa” discussione della lezione di Courbet promossa da Diego Martelli presso i macchiaioli toscani, a beneficio di una geografia culturale diversamente articolata fra le aperture cosmopolite del naturalismo meridionale e le frange più avanzate della scapigliatura lombarda. Allo stesso modo il resoconto dell’atelier di Carpeaux è riconsiderato alla luce del coevo dibattito sulla scultura monumentale e delle ricerche in corso a Milano su un modellato più mosso e nervoso.
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Serventi Longhi, Enrico. "Gli italiani «senza patria». La denazionalizzazione degli esuli antifascisti: ideologia del fascismo e politica internazionale (1925-1932)." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (July 2012): 5–34. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-001001.

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Abstract:
Il saggio si propone di analizzare la genesi ideologica, l'applicazione e le conseguenze dell'approvazione della cosiddetta «legge sui fuorusciti» e della denazionalizzazione di 17 esuli antifascisti nel 1926. Mesi dopo il delitto Matteotti, la denazionalizzazione fu soprattutto uno strumento per colpire i protagonisti dell'efficace campagna democratica contro il regime e per dissuadere altri italiani dall'appoggiare le correnti antifasciste in esilio. Ma la legge 31 gennaio 1926 n. 108, detta, appunto, «legge sui fuorusciti», fu l'espressione coerente dell'orientamento culturale e ideologico del regime, teso a subordinare la cittadinanza italiana all'adesione al fascismo e a considerare come stranieri («senza patria») gli oppositori. La peculiare dottrina fascista della cittadinanza si pose in evidente contrasto con il tentativo degli organismi internazionali di eliminare l'apolidia e di stabilire una disciplina comune sui rapporti tra cittadino e Stato. Il provvedimento causň un'aspra controversia nella Societŕ delle nazioni, anche a causa delle proteste degli antifascisti italiani e dell'appoggio di correnti radico-socialiste francesi. Il dibattito fu il riflesso dell'inconciliabile differenza fra la visione della cittadinanza fascista e quella democratica e divenne un terreno su cui misurare il desiderio di Mussolini di affermare in sede internazionale i diritti della sua rivoluzione.
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BIAGINI, CARLO. "OSPEDALI VECCHI E NUOVI: IL DIBATTITO TECNICO-CULTURALE SUL RINNOVAMENTO DELLE STRUTTURE OSPEDALIERE NELL'ITALIA POST-UNITARIA. IL CASO DEL SANTA MARIA NUOVA A FIRENZE." Nuncius 13, no. 1 (January 1, 1998): 139–50. http://dx.doi.org/10.1163/221058798x00053.

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Di Pasquale, Caterina. "Le verità dei testimoni: per una antropologia del ricordare." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2021): 87–103. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-001005.

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Abstract:
L'articolo è una riflessione sulla testimonianza autobiografica e sullo statuto conoscitivo che la testimonianza ha progressivamente acquisito nel discorso scientifico euroamericano. Lo scopo della riflessione è descrivere e analizzare le verità della testimonianza e dei testimoni facendo dialogare la prospettiva etnografica e antropologica con la letteratura psicologica, storica e filosofica. Usando come fonti alcune storie di vita rilevate durante una ricerca etnografica sulle memorie delle stragi nazi-fasciste perpetrate contro la popolazione civile in Italia, specificatamente a Sant'Anna di Stazzema (12 agosto 1944), verranno analizzate le istanze narrative e culturali delle testimonianze, il ruolo performativo del testimone, l'efficacia simbolica e comunicativa nel contesto pubblico e il rapporto tra verità testimoniale, esperienza soggettiva e vissuto biografico. Questi aspetti del testimoniare saranno confrontati con la verità storica e giuridica sul caso etnografico descritto e verranno poi connessi con i quadri argomentativi ed esplicativi usati nella letteratura scientifica sull'argomento. In particolar modo verranno analizzate le conflittualità che dividono alcune testimonianze allontanandole dalle verità storiche e giuridiche sancite con le ricerche storiche e con le sentenze giudiziarie. Infine, per uscire dalla dimensione micro-etnografica, il confronto tra le diverse rappresentazioni della testimonianza nella ricerca antropologica sarà veicolato dalla dimensione particolare, relativa a Sant'Anna di Stazzema, alla dimensione nazionale e internazionale. Le conclusioni che l'articolo vuole condividere riguardano il superamento delle dicotomie memoria versus storia, finzione versus verità, soggettività versus oggettività, che caratterizzano da almeno un ventennio il dibattito pubblico, scientifico e non, e che hanno finito per connotare moralmente e ideologicamente ogni riflessione sul valore sociale e culturale del ricordo e del ricordare
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Spaziante, Ermenegildo. "L’aborto provocato: dimensioni planetarie del fenomeno." Medicina e Morale 45, no. 6 (December 31, 1996): 1083–134. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.893.

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Abstract:
La concentrazione del dibattito sulla liceità etica dell’aborto terapeutico espone al rischio di trascurare la realtà molto più consistente e diffusa dell’abortività provocata volontariamente e legalmente non per ragioni mediche, ma per libera opzione personale (aborto volontario), o per il controllo demografico delle nascite (aborto sociale). L’autore con questo studio si propone di fornire una visione globale del fenomeno abortivo su basi essenzialmente statistiche che consenta una migliore conoscenza delle dimensioni epidemiologiche e dell’estensione planetaria dell’abortività provocata così da evidenziarne il rapporto sia con l’evoluzione demografica sia con le prospettive di contenimento e prevenzione. La pratica abortiva è di fatto una acquisizione del costume corrente in ampi strati della popolazione in molti Paesi, mentre è sovente coperta in altri Paesi da un silenzio ingiustificato, ma significativo. Con ogni probabilità - ritiene l’autore - l’evoluzione culturale porterà ad evidenziare sempre più il carattere rozzo e disumano dell’aborto, come si è verificato per altri problemi sociali. La conoscenza oggettiva del problema medico e sociale dell’aborto indotto è auspicabile che solleciti normative e programmi tesi al suo massimo contenimento ed alla sua eliminazione; ma si tratterà di un’evoluzione lenta, progressiva e determinata ancor prima che dalle norme di legge emanate, dalla maturazione della coscienza civile, morale e sanitaria delle popolazioni.
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Corona, Gabriella. "Paolo Frascani e le trasformazioni storiche dei mari italiani." SOCIETÀ E STORIA, no. 126 (March 2010): 669–72. http://dx.doi.org/10.3280/ss2009-126004.

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Abstract:
L'Italia e il mare di Paolo Frascani Questo volume vuole essere la storia del recupero dell'identitÀ marittima dell'Italia otto-novecentesca, dopo un declino durato parecchi secoli che aveva visto l'Italia comunale, l'Italia delle Repubbliche Marinare progressivamente perdere il suo primato sul mare. Si racconta il processo di recupero del mare nella rappresentazione dell'Italia come nazione dando conto di come questo avviene nell'ambito del dibattito culturale, politico, istituzionale, facendo riferimento ai valori, ai sensi di appartenenza, ai modelli identitari e impiegando materiali molto diversi: la letteratura storiografica, la narrativa, la pubblicistica coeva, le fonti audiovisive, il cinema e cosě via. Ma al di lÀ dei propositi l'autore mostra l'urgenza ed il piacere di raccontare il mare liberamente dandone conto in maniera piů ampia. Nel dipanare il suo racconto Frascani non perde di vista le trasformazioni territoriali, demografiche, sociali ed economiche e da questo punto di vista il libro č anche la storia dei fattori che hanno determinato i processi di trasformazione attraverso i quali si sono venuti configurando i mari e le coste cosě come si presentano a noi oggi. Molte le questioni problematiche: la complessitÀ della periodizzazione, il ruolo delle scale geografiche, il mutamento nella percezione storica dei valori ambientali, i rischi di una nuova rappresentazione ideologica.
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Lombardi Ricci, Mariella, and Andrea Grillo. "Riflessioni sull'intervento del Ministro olandese della Giustizia M.H. Hirsch Ballin." Medicina e Morale 43, no. 3 (June 30, 1994): 443–52. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1013.

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Abstract:
Sollecitati dalla crescente attenzione, anche da parte dell'opinione pubblica, al dibattito sul tema della eventuale legalizzazione della eutanasia, gli Autori commentano il documento del ministro olandese Hirsch Ballin, che presenta il recente provvedimento legislativo con cui i Paesi Bassi hanno avanzato una sia pur minima regolamentazione giuridica della prassi eutanasica. Gli Autori procedono ad individuare nel Documento un mutamento di prospettiva che - se recepito nella prassi concreta - realizza uno di quegli slittamenti verso l'allargamento dell'atto eutanasico. Esso pare ravvisabile nel concetto "essere di peso" riferito alla condizione del malato e che finisce per sovrapporsi al concetto di "sofferenza senza speranza", solitamente richiamato dai sostenitori della legalizzazione dell'eutanasia. Ci si sofferma in particolare sull'uso dei concetti di "forza maggiore", "stato di necessità" e - indirettamente - di "legittima difesa", richiamati dal Documento in funzione dell'esclusione della punibilità dell'équipe medica. In essi gli Autori ravvisano, anzitutto, intrinseche contraddizioni sul piano giuridico, dovute anche al sistema giuridico olandese, solo parzialmente confrontabile con il sistema giuridico italiano. In secondo luogo sollevano perplessità sul piano teologico-morale e sul significato culturale dell'intervento del Ministro, mettendo in luce non solo il concretizzarsi dei rischi impliciti di una normativa eutanasica, ma anche la necessità di una serena riflessione sul senso della vita umana.
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Scotti Douglas, Vittorio. "Napoli e Torino, due rivoluzioni sull’esempio di Cadice." Pasado y Memoria. Revista de Historia Contemporánea, no. 22 (January 28, 2021): 53. http://dx.doi.org/10.14198/pasado2021.22.02.

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Abstract:
Dopo una breve introduzione sui secolari rapporti tra Spagna e Italia, il saggio presenta un esame sommario della Costituzione di Cadice e si sofferma poi sulla situazione italiana agli inizi della Restaurazione, analizzando in dettaglio e in profondità il caso del Regno delle Due Sicilie e del Regno di Sardegna dal punto di vista politico e sociale, spiegando come la Costituzione di Cadice fosse divenuta la parola d’ordine del movimento patriottico italiano. Il testo continua indicando come l’insurrezione costituzionale spagnola del 1820 abbia costituito il detonatore della rivoluzione di Napoli dello stesso anno, e mette in luce le reazioni della società napoletana al nuovo regime politico, soffermandosi sul dibattito culturale e politico che si svolse sulla stampa. Si passa poi alla rivoluzione piemontese, mettendo nuovamente in risalto come l’insieme dei patrioti decidesse di adottare la Costituzione di Cadice dopo molte accese discussioni, e come infine la rivoluzione fallisse da un lato per la condotta pusillanime del Principe Reggente Carlo Alberto, dall’altro per la sostanziale apatia e indifferenza delle classi popolari, che non scorgevano alcun possibile vantaggio materiale immediato in un nuovo sistema politico. Infine l’Autore, che vuole qui sottolineare l’impiego di una bibliografia basata essenzialmente su fonti contemporanee e di testimoni oculari, conclude l’opera tracciando un parallelo tra patrioti spagnoli e italiani, uniti nel comune destino della lotta per la libertà e l’indipendenza.
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Fenudi, L. R., and M. Marchetti. "Elettroshock e autonomia di scelta dello psichiatra." Medicina e Morale 44, no. 1 (February 28, 1995): 113–22. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.994.

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Abstract:
Il tema del consenso alla terapia psichiatrica sembra occupare, negli ultimi tempi, una considerevole parte delle riflessioni etico-deontologiche degli studiosi, con l'affermarsi di posizioni decisamente lontane dall'antico patemalismo che pareva connotare la Psichiatria forse più di altri ambiti della Medicina. Ci si interroga, infatti, sul diritto al rifiuto ed alla scelta della terapia da parte del paziente. Del resto le recenti acquisizioni del dibattito scientifico sul consenso del paziente psichiatrico sembrano essere state recepite solo in minima parte al di fuori del contesto culturale dal quale sono emerse. Ad esemplificazione delle difficoltà di concretizzare in normativa i principi etico-deontologici, si è presa in esame la Circolare n. 33/94 dell'Assessorato alla Sanità della Regione Lazio, nella quale sono contenute delle raccomandazioni in tema di terapia elettroconvulsivante (elettroshock o ES). Al di là dell'aspetto formale, emergono dei punti criticabili. Anzitutto l'assimilazione dell'elettroshock all'insulina-shock-terapia; la possibile eccessiva burocratizzazione della raccolta del consenso del paziente; la possibilità che sia riconosciuto valido il consenso prestato da altri (parenti o sanitari del Centro di Igiene Mentale); l'equiparazione acritica di intetventi tanto diversi quali la psicoterapia, la psicofarmacoterapia e l'ES. A conclusione viene ribadito che la migliore tutela della libertà e dignità del paziente, e in particolare di quello psichiatrico, si può ottenere con una forte riaffermazione della responsabilità individuale del medico.
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Andreatta, Filippo. "Effetti sistemici e politica internazionale." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no. 1 (April 1999): 157–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200026526.

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Abstract:
Questi due recenti lavori di importanti studiosi statunitensi dimostrano ancora una volta la vitalità e la creatività della disciplina delle relazioni internazionali. Si tratta infatti di opere di grande respiro e rigore teorico che introducono nel dibattito accademico ipotesi ed analisi alquanto avvincenti. Il libro di Snyder si concentra su uno degli aspetti essenziali della politica internazionale – le alleanze – e riesce nell'intento di affrontare approfonditamente un argomento che, paradossalmente, è invece rimasto piuttosto trascurato nella letteratura specializzata. A parte la letteratura politologica sulle coalizioni ed i beni pubblici, e la letteratura più classica sulle relazioni internazionali, non ci sono infatti analisi recenti in materia. Il volume di Jervis è invece meno ambizioso in quanto non si presenta come un'analisi compiuta su uno degli aspetti principali della disciplina. Ciò nonostante, l'autore cerca di proporre una chiave di lettura sistemica di tutta la politica internazionale risultando così non meno rilevante del libro di Snyder. La ricchezza del background culturale di Jervis e la sua capacità di sintesi – che già si erano espresse in campi diversi quali la teoria della deterrenza nucleare, l'importanza delle variabili tecnologiche, l'analisi psicologica delle decisioni e le grandi metafore strategiche della diplomazia contemporanea – assumono in questo caso una forma matura che permette all'autore di attingere proficuamente da altre discipline quali la biologia e l'ingegneria ambientale senza mai perdere di vista l'intento di spiegare fenomeni sociali complessi.
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Salone, Carlo, and Francesco Arfò. "Città e grandi eventi: il programma Matera Capitale Europea della Cultura 2019 nella percezione dei residenti." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 3 (September 2020): 5–29. http://dx.doi.org/10.3280/rgi2020-003001.

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Abstract:
L'adozione di politiche di sviluppo urbano focalizzate sulla cultura, sia dal lato dell'offerta (realizzazione di infrastrutture e sostegno alle industrie culturali e creative) sia da quello della domanda (campagne di promozione turistica, programmazione di eventi) e prassi corrente nel capitalismo cognitivo. Intorno al nesso tra cultura e sviluppo economico si e coagulato un vasto dibattito scientifico che fa da sfondo e giustificazione per l'adozione di politiche pubbliche conseguenti, in particolare, ma non solo, alla scala urbana. In realta, la produzione e il consumo di cultura sono pero spesso associati a fenomeni tra loro molto diversi e non di rado conflittuali. Secondo alcuni autori (Bridge, 2006; Kaasa e Vadi, 2010; Scott, 2000), lo sviluppo del settore culturale contribuisce soprattutto alla crescita economica e al vantaggio competitivo urbano, attraverso la generazione di nuova conoscenza per l'innovazione e la creativita ma, anche, effetti positivi su altre attivita economiche correlate. Altri ne enfatizzano le potenzialita inclusive, adatte alla costruzione dei diritti di cittadinanza e alla promozione di una societa piu giusta e coesa (Stern e Seifert, 2007), altri ancora assumono una posizione intermedia, attribuendo alla cultura sia un vantaggio competitivo che un beneficio per l'inclusione sociale, senza pero riuscire a chiarire appieno il rapporto tra queste due dimensioni dello sviluppo (Sacco e Segre, 2009). In questo articolo si inquadra e analizza il caso di Matera 2019 all'interno del progetto di Capitale Europea della Cultura ed alla luce delle teorie legate allo sviluppo urbano trainato dalla cultura. L'analisi del caso di Matera 2019 si pone l'obiettivo di misurare gli impatti attualmente osservabili nella citta sotto il profilo socio-spaziale e di indagare le modalita con cui i cittadini materani hanno interagito con l'evento, attraverso un'analisi della loro opinione circa il percorso svolto e le possibilita future della citta.
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