Academic literature on the topic 'Diagnostica per i beni culturali'

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Journal articles on the topic "Diagnostica per i beni culturali"

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Di Giorgio, Sara, and Claudio Prandoni. "Il progetto inDICEs: misurare l’impatto della cultura digitale." DigItalia 15, no. 2 (December 2020): 59–73. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00014.

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Abstract:
inDICEs è un progetto di ricerca e innovazione finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del programma Horizon 2020, e coordinato dall'ICCU. La ricerca condotta da inDICEs permetterà di sviluppare una metodologia scientifica per misurare e valutare l’impatto economico della digitalizzazione del patrimonio culturale, analizzando le modalità di accesso ai beni e ai servizi culturali in Europa. A partire da questo, il progetto elaborerà delle raccomandazioni rivolte ai responsabili del settore dei beni culturali e delle industrie culturali e creative, per fornire loro strumenti utili ad affrontare le sfide poste dall'avvento del mercato unico digitale al fine di far prosperare e diffondere la cultura europea. Infine, il progetto svilupperà una piattaforma partecipativa e un sistema di autovalutazione, utile agli istituti culturali per migliorare il proprio posizionamento strategico nel mercato unico digitale, favorendone perciò la trasformazione digitale.
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Guerrieri, Claudia. "Linked open data e rappresentazione del patrimonio culturale: un caso applicativo per diffondere la conoscenza dei beni culturali ecclesiastici nel web semantico." DigItalia 17, no. 1 (June 2022): 184–202. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00047.

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Abstract:
Nel dominio dei beni culturali molte organizzazioni stanno applicando le tecnologie del web semantico e hanno affrontato progetti – alcuni dei quali sperimentali – di pubblicazione dei dati descrittivi del patrimonio culturale in linked open data (LOD): la sfida è far affiorare la conoscenza rappresentata dai dati rendendola immediatamente interpretabile dalle macchine. Attraverso la delicata fase di definizione non ambigua dei concetti e delle relazioni che rappresentano una determinata porzione di realtà (modellazione dei dati) il web semantico si pone come strumento per far emergere significati e produrre nuove relazioni reciproche. Questo contributo ha l’obiettivo di porre le basi per una prospettiva strategica di produzione e pubblicazione di LOD del patrimonio informativo esposto sul portale BeWeB – Beni ecclesiastici in web, scelto come esempio altamente rappresentativo del dominio culturale in virtù non solo dei suoi numeri – circa 12 milioni di schede descrittive di beni culturali di proprietà ecclesiastica – ma soprattutto della modalità in cui è costruito e quotidianamente popolato. Il portale è ideato e coordinato dall’Ufficio nazionale per i Beni Culturali ecclesiastici e l’Edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana (Ufficio nazionale BCE – CEI), con l’ambizione di offrire una lettura d’insieme sui beni culturali di proprietà ecclesiastica conservati in Italia, dove gli authority data assumono il ruolo di punto di snodo per la tessitura di relazioni tra risorse culturali di natura diversa (risorse storico-artistiche, architettoniche, bibliografiche, archivistiche, fotografiche, istituti di conservazione). La proposta di integrazione nel web semantico del patrimonio informativo esposto sul portale BeWeB mira al raggiungimento di una piena interoperabilità semantica, attraverso l’analisi delle ontologie già presenti nel dominio culturale, per favorirne un loro riuso. BeWeB è dunque un case study presentato e introdotto da un inquadramento generale, utile a spiegare il contesto in cui sono inscritte le tecnologie che abilitano la realizzazione del web semantico e dei progetti di costruzione dei grafi della conoscenza (knowledge graph).
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Lupo, Eleonora. "Design, beni culturali immateriali e “attivazione dell’autentico”: progettare il valore delle eredità culturali come “open-ended knowledge system”." i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 4 (January 9, 2011): 44–54. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2011.v4i.12662.

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Abstract:
Quando si parla di design per i beni culturali, più che di competenze di design e ambito di applicazione del progetto, è opportuno parlare di processi di design per i beni culturali. In questa visione, la valorizzazione dei beni culturali può essere vista come un insieme di processi di design (Lupo 2009). In un ideale ciclo di vita del bene culturale, materiale o immateriale (Lupo 2009), che proponiamo come lineare (si noti che questa semplificazione viene attuata solo come artificio retorico ed espediente comunicativo) si ha all’inizio un bene culturale ancora potenziale (che non esiste in quanto non ha forma), che si concretizza in forme di bene e che, quando è collettivamente socializzato riconosciuto, diventa bene esplicito, e quindi successivamente bene fruito o attivato da una comunità nel momento in cui se ne ‘appropria’ o vi partecipa in varie forme. Nel passaggio da uno stadio all’altro si verificano dei processi che sono chiamati rispettivamente di produzione (della forma) bene culturale, riconoscimento (del senso) del bene culturale e di attivazione (della funzione) del bene culturale.
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Tavano, Blessi Giorgio. "Cultura e benessere individuale: uno strumento di costruzione del capitale sociale." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 97 (May 2012): 131–48. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-097010.

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Abstract:
Nel presente articolo l'autore analizza il ruolo della partecipazione ad eventi ed attivitŕ culturali quale risorsa per il benessere individuale, dato il grado di relazionabilitŕ e quindi gli effetti in termini di beni relazionali prodotti e le possibili ricadute rispetto allo sviluppo di capitale sociale. L'analisi porta in evidenza come la partecipazione ad attivitŕ culturali sia favorevolmente associata al livello di benessere individuale, e questo risulta rilevante laddove gli individui, attraverso tali attivitŕ, sono in grado di promuovere relazioni interpersonali orientate al cooperativismo piuttosto che utilitarismo. L'ipotesi teorica viene suffragata attraverso i risultati di un campionamento realizzato rispetto alla popolazione a livello nazionale, indirizzato a fornire evidenze sul peso dei consumi culturali rispetto al benessere individuale, ed un campionamento effettuato con esperti rispetto al grado di relazionabilitŕ generato dalle variabili culturali dell'indagine precedente. Le evidenze dimostrano che la cultura č in grado di promuovere la costruzione di beni relazionali, ed in tale prospettiva puň essere considerata una piattaforma per lo sviluppo del benessere individuale e collettivo nella direzione di incrementare il capitale sociale.
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D'Agnelli, Francesca Maria, Claudia Guerrieri, Maria Teresa Rizzo, and Silvia Tichetti. "L'authority work nel sistema dei beni culturali ecclesiastici." DigItalia 16, no. 2 (December 2021): 91–107. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00038.

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Abstract:
L'approccio metodologico dei censimenti del patrimonio culturale degli enti ecclesiastici (diocesi e istituti culturali), coordinati dall'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'Edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana, avviene nel rispetto degli standard di settore (beni storico artistici, architettonici, archivistici, librari, fotografici). Anche l'authority work, connaturato all'attività catalografica, rispetta questa scelta. Tuttavia, per garantire l'integrazione e consultazione cross domain delle banche dati sul portale BeWeB, il modello di authority work adottato gestisce tutto il ciclo di vita dei record di autorità, dalla produzione nei gestionali di catalogazione usati dai singoli enti schedatori fino a BeWeB, passando attraverso processi di riconciliazione che identificano univocamente l'entità e le risorse ad essa collegate.
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da Empoli, Domenico. "A. Allocati (a cura di), Carteggio Loria–Graziani (1888–1943)." Journal of Public Finance and Public Choice 9, no. 2 (October 1, 1991): 147–49. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345324.

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7

Manetti, Giacomo, and Massimo Valeri. "La valutazione del patrimonio museale: il caso del Museo di Storia Naturale di Firenze." FINANCIAL REPORTING, no. 3 (November 2012): 111–33. http://dx.doi.org/10.3280/fr2012-003006.

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Abstract:
Il presente lavoro mira ad individuare le prassi per la valutazione dei beni culturali di proprietà delle pubbliche amministrazioni attraverso lo studio del caso del Museo di Storia Naturale di Firenze. Dopo aver esaminato le principali indicazioni della prassi e della dottrina in tema di valutazione dei beni culturali, gli autori affrontano un caso di studio nel quale è stato adottato, per l'inventariazione dell'intero patrimonio museale, uno dei metodi in precedenza discussi, ossia la stima degli esperti, quale proxy del valore di mercato delle collezioni. Con riferimento al caso di studio si indicano le motivazioni a supporto del metodo adottato e le difficoltà incontrate nella conduzione del processo valutativo. Dall'indagine condotta emergono alcuni limiti ed alcuni potenziali sviluppi della ricerca, evidenziati nelle conclusioni, sui criteri di valutazione del patrimonio museale.
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Lupo, Eleonora. "Design e beni culturali: creare sistemi di valore per connettere cultura, luoghi, conoscenza, comunità, impresa." i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 8 (April 7, 2013): 30–39. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2013.v8i.12594.

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Abstract:
La valorizzazione dei beni culturali oggi è un asset privilegiato per lo sviluppo sostenibile e l’innovazione del sistema paese. La fruizione collettiva di cultura si è evoluta, parallelamente alla società dei servizi e delle esperienze, verso la democratizzazione moltiplicazione di momenti e occasioni di appropriazione e accesso a beni, prodotti, servizi ed attività culturali e creative, in termini di circuito di senso identitario di una comunità, di rigenerazione e ridistribuzione del valore di un territorio, di strumento di partecipazione, integrazione e coesione sociale.In questa logica, in coerenza con le indicazioni promosse dalla comunità Europea e dall’Unesco, i modelli di sviluppo culture oriented, hanno l’obiettivo di generare, attivare e incrementare il valore del bene culturale nella sua funzione patrimoniale, storica, civile, simbolica, sociale e di sviluppo, e sono finalizzati allo sviluppo di piattaforme e sistemi di connessione in grado di connettere le comunità attraverso cultura e conoscenza.
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Nuovo, Angela. "Accademie e Biblioteche d'Italia. Rivista del Ministero per i Beni e le attivita culturali-Direzione generale per i beni librari e gli istituti culturali (review)." Libraries & the Cultural Record 39, no. 1 (2004): 106–7. http://dx.doi.org/10.1353/lac.2004.0015.

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Mercurio, Franco. "Per una politica bibliotecaria che sostenga la crescita culturale e agevoli la ricerca storica." SOCIETÀ E STORIA, no. 172 (June 2021): 352–57. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-172006.

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Abstract:
L'autore illustra il processo di progressiva marginalizzazione delle biblioteche pubbliche, in primis di quelle statali, rispetto alle altre componenti del patrimonio culturale nazionale. Tale processo, avviato tra gli anni sessanta e settanta del secolo scorso, si è accentuato nei decenni successivi con crescenti differenziazioni tra i diversi settori dell'amministrazione dei beni culturali, alimentando conflitti per la distribuzione e l'allocazione delle risorse finanziarie ed umane. Ne è derivata, soprattutto nell'ultimo decennio, segnato da una forte contrazione della spesa pubblica, una decisa marginalizzazione dei settori bibliotecario e archivistico. Le gravi conseguenze si avvertono oggi nella perduta qualità dell'erogazione dei servizi bibliotecari necessari all'alta formazione e alla ricerca. Sintetiche ed efficaci tabelle documentano la situazione critica in cui versano attualmente le biblioteche statali. L'autore propone soluzioni differenti per le diverse tipologie di biblioteche prese in esame. Per quanto riguarda le biblioteche non statali propone una maggior coordinamento nazionale che superi l'artificiosa suddivisone regionale delle politiche bibliotecarie. Per le biblioteche statali auspica il passaggio delle competenze, assieme agli archivi, dal Ministero per i beni culturali al neonato Ministero dell'università e della ricerca, ritenendo la loro funzione più aderente alla missione di quest'ultimo.
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Dissertations / Theses on the topic "Diagnostica per i beni culturali"

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Viselli, Maria Pia. "Le onde elettromagnetiche per la diagnostica non distruttiva sui beni culturali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8291/.

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Abstract:
La mole di reperti e manufatti definiti, al momento, dalla legge come “bene culturale” è immensa e in continua espansione. La definizione di bene culturale copre un'infinità di oggetti, di variabili datazioni, materiali e dimensioni ed è ovvio immaginare che la quantità di manufatti da conservare e restaurare andrà, col tempo, ampliandosi essendo logico supporre che, con l'evolversi del genere umano, gli oggetti attualmente di uso e consumo andranno ad aggiungersi a quanto già viene conservato e tutelato diventando anch'essi reperti storici. La necessità di conoscere quanto più possibile del bene e di massimizzarne la durata mantenendo al contempo la sua integrità e una sua accessibilità al pubblico ha portato alla ricerca di soluzioni sempre più efficaci per adempiere allo scopo. Il fortunato evolversi della tecnologia ha ben risposto a questa richiesta permettendo l'utilizzo di una grande quantità di strumenti per far fronte alle più varie necessità del restauratore, dello studioso e del conservatore che cercano risposte sull'oggetto in esame volendo al contempo incidere il meno possibile sul bene stesso. Al momento di questa trattazione ci troviamo di fronte ad un'enorme quantità di dati ottenibili dalle più svariate forme di indagine. Ciò che tuttavia accomuna molti degli strumenti di indagine non distruttiva utilizzati da chi lavora nel campo dello studio, della conservazione e del restauro è il basarsi sull'impiego delle onde elettromagnetiche nelle diverse bande spettrali. Questa trattazione ha quindi lo scopo di fare il punto su quali tipologie, con quali metodi e con quali risultati le onde elettromagnetiche rispondono alle esigenze della conservazione e dello studio dei beni culturali.
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Panetto, Giulia <1989&gt. "Diagnostica non invasiva per lo studio delle superfici architettoniche: il Vecchio Portale d’Ingresso del Cimitero Monumentale di San Giuseppe di Conegliano (TV)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18343.

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Abstract:
La Tesi ha preso in considerazione questo caso di studio del Vecchio Portale d’Ingresso del Cimitero Monumentale di San Giuseppe di Conegliano (TV), per la messa a punto di metodologie non invasive per la diagnostica con lo scopo di presentare le principali forme di degrado cui sono soggette le superfici architettoniche, con particolare attenzione ai materiali costitutivi: pietra, intonaco, mattone. La scelta di questo bene culturale soggetto a tutela della Soprintendenza deriva dall’esperienza di tirocinio, in cui le mappature dei materiali e del degrado hanno permesso di raccogliere informazioni preliminari sullo stato attuale di conservazione. La ricerca proposta nell’elaborato si è strutturata in una fase di sopralluogo, in cui al metodo tradizionale (visivo, prospetti, mappe), si sono affiancate tecniche non invasive, in particolare l’utilizzo di una camera iper-spettrale e di spettroscopia Raman; la fase sperimentale ha lo scopo di caratterizzare i materiali, identificarne le forme di degrado (Osservazioni al microscopio, FTIR), provando a quantificarle ai fini di capire l’estensione di una futura fase di intervento di restauro.
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TORRIELLI, GIULIA. "Indagini diagnostiche e procedure chimico-fisiche per i Beni Culturali." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2018. http://hdl.handle.net/11567/932787.

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Abstract:
Nowadays, the concept of Cultural Heritage is deeply heart-felt; each country tries to promote and protect the artistic works standing on its territory, as they are a manifestation of culture and, at the same time, they can become an instrument of wealth for the country itself. Talking about protection and enhancement of the Cultural Heritage, it results mandatory to protect these artistic assets from degradation phenomena as they are often subjected to: these kind of phenomena are becoming even more pressing. Research in this field is putting a great deal of efforts, as the protection of artistic works is now widespread and relies on scientific techniques to prevent, treat and improve the status of the works. The doctorate project focused both on the research of new methods for the conservation and restoration of artistic works (in particular the made of inorganic materials, such as artificial and natural stones) and on the increase of knowledge on Giulio Monteverde’s artistic techniques, a well-known 20th Century sculptor, by means of diagnostic tools. The cleaning method for porous materials affected by saline degradation developed during this research work is based on the international patent PCT / IB2015 / 055129, G. Torrielli, L. Gaggero, M. Ferretti owned by the University of Genoa. For brevity and clarity, during the elaborate, we will refer to this patent as "extraction method by suction" [1,2]. Currently, there are several techniques that face the salts problem: preventive solutions, such as polarity reversal devices, electromagnetic fields [3,4] and isolation of the foundations, which try to solve the problem at the origin in order to avoid that the salts enter in contact with and then penetrate into the materials. Differently, when the degradation is already underway, there are possible solutions where it is necessary to extract the present salts, such as extractive poultice applications, which are available today on the market [5,6]. These poultices are made of absorbent materials, such as clays, kaolin, talc, cellulose pulp, etc. The object of this thesis fits itself in the second group of methods for the soluble salts removal. The proposed method exploits a mechanical action in the salts extraction from the material phase: the process of removing the salts in solution towards the outside is speeded up through a micro-suction point. The first part of the work, which was carried out in the laboratory, was designed in order to define all the optimal operating parameters of the extractive method on different porous materials (such as plasters, frescoed plasters, bricks and stone materials). Once contaminated with known concentrations of saline solutions, the materials were cleaned both with the commercial technique and with the suction extractive method. The results showed that the proposed technique is faster and more efficient than traditional wraps. In the light of the obtained results, the extractive method was applied on two different real cases: a farmstead of the early ‘900 not subject to protection restrictions, and a protected property (Santa Giulia’s Church of Monastero Bormida, 18th century). In both structures, a monitoring was carried out over time to assess any saline re-growth. It emerged that the suction extractive method, as well as the wraps, allows a surface cleaning that may be however in vain, if the main deterioration source is not drained, like, for example, architectural interventions able to isolate the capillary rising of the water from the ground. The results obtained have shown that the suction extractive method can be used for the cleaning of porous materials, allowing a good removal of the salts, conveying even the ones situated in depth towards the surface. In collaboration with the Department of Earth Sciences of the University of Zaragoza, a preliminary method was developed to define saline distribution in stone materials inspired by a known technique in the geological field for land geophysical measurements [7]. The method has led to the development of a model that correlates the measured resistance of the material to the presence and distribution of salts; furthermore it could be applied even in small scale and providing non-invasive measurements for the material. In addition, another technique to be applied in the restoration field for the removal of organic coatings from surface of stone materials was investigated. This technique exploits titanium dioxide nanoparticles (TiO2). This material is well-known since many years for its photocatalytic properties, and, for this reason, it was employed in the medical, environmental and restoration field [8-10]. The photocatalytic mechanism exploits solar energy, which is able to activate the photocatalyst. When TiO2 is irradiated with a suitable wavelength, an electron-hole couple is formed and they can lead to the formation of radical species that are capable of mineralizing completely the organic substances. These features, specific of TiO2 were tested on natural and artificial stone material (brick) at the Chiostro Vecchio of Lodi, an architectural asset protected by the Superintendence of Lombardy. The structure showed a widespread aesthetic degradation due to biological coatings. In the literature the use of TiO2 for the removal of bio-degrading agents and the creation of self-cleaning films is already reported and consolidated [11-15]; therefore, in agreement with the Superintendent, it was decided to apply photocatalytic nanoparticles to test their restoring capability. The diagnostic investigations carried out on the site have shown the presence of a thin layer of natural wax on the bricks, probably due to a restoration of the nineteenth century. Before performing the tests in the real case, a laboratory study was carried out in order to identify the type of nanoparticles able to degrade the surface biological coating without affecting the underlying wax layer, which was decided to be preserved. Tests were carried out on natural wax samples treated with four different types of titanium dioxide nanoparticles: three of them were synthesized in the laboratory using the sol-gel technique (anatase TiO2, N-doped TiO2, S-doped TiO2) [16], the fourth is a commercial one (TiO2 P25 Sigma-Aldrich). The results showed that only the TiO2 P25 produced a degradation of the natural wax layer; for on-site application synthetic anatase TiO2 was chosen as it did not degrade the wax layer, but at the same time presented the best photocatalytic yield. The TiO2 application at the Chiostro Vecchio led to a good degree of cleaning of the biological coating. The last part of the work concerned the diagnostic investigation of samples taken from a plaster sculpture of Giulio Monteverde, a well-known artist of the twentieth century. The investigations allowed to widen the knowledge on a part of his unknown work, in particular on his executive technique for the realization of the plaster works and on the components of mixtures he used. The study was conducted on one of the most Monteverde famous gypsum works: "Ideality and Materialism" [17,18]. This sculpture is part of a series of gypsum artworks, a cheap material used by Monteverde for copies to be reproduced in more durable and precious materials, like marble or bronzes. With the collaboration of the Superintendence of Piedmont, it was possible to pick up samples from the surface of the “Materialism” figure and perform in-depth instrumental analyses (optical microscopy, SEM-EDS electron microscopy- microprobe, FTIR spectrometry, XRD of powder) that allowed us to identify the presence of a thin layer of finishing, the sculpture "skin", composed of a mixture made of gypsum, calcite and anhydrite, which is a different mixture with respect to the underlying plaster layer. These data provided important information on Giulio Monteverde’s sculptural technique, and proof of the artist’s choice to create a very particular blend for the final layer of his work, perhaps for aesthetic reasons and to improve the mechanical properties of the layer itself.
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Popeo, Mariagrazia. "Assessing functional connectivity in the newborn brain using fNIRS." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2019. https://hdl.handle.net/11572/368751.

Full text
Abstract:
Functional connectivity represents a powerful approach to describe the intrinsic activity of the brain. It reveals the organization and correlations among anatomically separated regions supporting similar cognitive and sensory processes. Using functional Magnetic Resonance Imaging (fMRI), the recurrent spatial characteristics of these patterns have been extensively explored in the adult brain and their disruption has been found to be associated with psychiatric and developmental disorders. Unveiling the processes of emergence of resting state networks at a very early stage of life could shed light on the neuronal origins of these diseases. However, the study of the inception and development of functional connectivity in the newborn brain poses exceptional challenges, due to the complexity of dealing with non-compliant subjects. To this end, cortical activity at birth can be investigated using functional Near Infrared Spectroscopy (fNIRS) that represents a promising non-invasive neuroimaging method for developmental studies. In the present thesis, I applied fNIRS to assess functional connectivity in term neonates. The first part of the dissertation is dedicated to investigating the maturation of a specific resting state network, the Default Mode Network, within the first 48 hours of life. The study aimed to examine its emergence, for the first time, using optical imaging on newborns immediately after birth. While the majority of fMRI literature focused on large-scale spatial patterns, I took a different approach measuring an intrinsic and localized fingerprint feature of the network, consistently detected in adult subjects. In the second part of the dissertation, I aimed at improving the anatomical representation of brain connectivity, inferred only from signals collected at the scalp. Thus, I developed and validated a method for the reconstruction of spatially distributed functional signals on a dedicated template for term newborn subjects. The intent is to promote the shift from a sensor space description (one signal for each channel) to a source space representation in which the origin of the signal is reconstructed with better anatomical fidelity. The reliability of the reconstruction method was tested on synthetic and real data. In the former case, I simulated spatially correlated neural activity in the cortex, thus enabling assessment of the reconstructed images against a ground-truth map. Analyses of functional connectivity in both sensor and source space showed that the Default Mode Network is still immature at birth, with a lack of homotopic correlation in the lateral parietal cortices, and no evidence of anticorrelation with the Dorsal Attention Network, a well established feature in the adult brain. Overall the work presented in the thesis contributes to the understanding of functional connectivity in the infant’s brain and provides useful tools for source-based connectivity analysis and for probe design and optimization.
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PECCENINI, Eva. "A scanning device for wide band infrared reflectography." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2389461.

Full text
Abstract:
Diagnostics in the cultural heritage field is an important resource to investigate art history, issues, execution techniques, materials and state of conservation of an artwork. In this field the main concern is preservation and, for this reason, new non-invasive and non-destructive technologies have been developed. At the Department of Physics in Ferrara, imaging for cultural heritage, using electromagnetic radiation, from visible light to X-rays is applied and studied. A diagnostics protocol has been defined to standardize the study approach on paintings considering that each painting is a particular case, and the protocol must be adapted to the needs that the artwork itself requires. This work consists in the development of a scanning devices for wide band infrared Reflectography, to extend the applications of the reflectographic technique, and how it is inserted in the diagnostic protocol. Infrared reflectography use the electromagnetic radiation of Near-IR to investigate the underdrawing in paintings. The success of IR Reflectography to reveal the underdrawing in paintings since XIV up to XVI century depends on the peculiar technique of painters in that period. Thin and uniform pictorial layers, covering high contrast drawings on white priming allow a good detection of underdrawing details. Paintings of late sixteenth century have dark preparations and thick paint layers, so Reflectography doesn’t get the same good results. Extension of the spectral band to longer wavelengths, up to 2,5 μm, is a tool to improve reflectographic capability.
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Masetti, Simone <1970&gt. "Sviluppo di un tomografo multi-energy per lo studio pre-clinico di nuove metodiche diagnostiche finalizzate al riconoscimento precoce della patologia tumorale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/841/1/Tesi_Masetti_Simone.pdf.

Full text
Abstract:
A new multi-energy CT for small animals is being developed at the Physics Department of the University of Bologna, Italy. The system makes use of a set of quasi-monochromatic X-ray beams, with energy tunable in a range from 26 KeV to 72 KeV. These beams are produced by Bragg diffraction on a Highly Oriented Pyrolytic Graphite crystal. With quasi-monochromatic sources it is possible to perform multi-energy investigation in a more effective way, as compared with conventional X-ray tubes. Multi-energy techniques allow extracting physical information from the materials, such as effective atomic number, mass-thickness, density, that can be used to distinguish and quantitatively characterize the irradiated tissues. The aim of the system is the investigation and the development of new pre-clinic methods for the early detection of the tumors in small animals. An innovative technique, the Triple-Energy Radiography with Contrast Medium (TER), has been successfully implemented on our system. TER consist in combining a set of three quasi-monochromatic images of an object, in order to obtain a corresponding set of three single-tissue images, which are the mass-thickness map of three reference materials. TER can be applied to the quantitative mass-thickness-map reconstruction of a contrast medium, because it is able to remove completely the signal due to other tissues (i.e. the structural background noise). The technique is very sensitive to the contrast medium and is insensitive to the superposition of different materials. The method is a good candidate to the early detection of the tumor angiogenesis in mice. In this work we describe the tomographic system, with a particular focus on the quasi-monochromatic source. Moreover the TER method is presented with some preliminary results about small animal imaging.
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7

Masetti, Simone <1970&gt. "Sviluppo di un tomografo multi-energy per lo studio pre-clinico di nuove metodiche diagnostiche finalizzate al riconoscimento precoce della patologia tumorale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/841/.

Full text
Abstract:
A new multi-energy CT for small animals is being developed at the Physics Department of the University of Bologna, Italy. The system makes use of a set of quasi-monochromatic X-ray beams, with energy tunable in a range from 26 KeV to 72 KeV. These beams are produced by Bragg diffraction on a Highly Oriented Pyrolytic Graphite crystal. With quasi-monochromatic sources it is possible to perform multi-energy investigation in a more effective way, as compared with conventional X-ray tubes. Multi-energy techniques allow extracting physical information from the materials, such as effective atomic number, mass-thickness, density, that can be used to distinguish and quantitatively characterize the irradiated tissues. The aim of the system is the investigation and the development of new pre-clinic methods for the early detection of the tumors in small animals. An innovative technique, the Triple-Energy Radiography with Contrast Medium (TER), has been successfully implemented on our system. TER consist in combining a set of three quasi-monochromatic images of an object, in order to obtain a corresponding set of three single-tissue images, which are the mass-thickness map of three reference materials. TER can be applied to the quantitative mass-thickness-map reconstruction of a contrast medium, because it is able to remove completely the signal due to other tissues (i.e. the structural background noise). The technique is very sensitive to the contrast medium and is insensitive to the superposition of different materials. The method is a good candidate to the early detection of the tumor angiogenesis in mice. In this work we describe the tomographic system, with a particular focus on the quasi-monochromatic source. Moreover the TER method is presented with some preliminary results about small animal imaging.
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ESPOSITO, PIER GIORGIO. "Knowledge-Based Automatic Planning Optimization for Whole Breast Irradiation." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/884213.

Full text
Abstract:
This work explored effective strategies to automatize radiotherapy planning for whole breast irradiation, mimicking the classical tangential fields (TF) technique. An original arc technique (named Virtual Tangential-fields Arc Therapy, ViTAT) was first optimized to mimic TF. Then, using the commercial software RapidPlan (Varian Medical System, Inc), dose distributions of past clinical plans were used to train Knowledge-Based models: after proper validation, models were translated into individually-optimized templates for automatic plan optimization: ViTAT clinically replaced manual TF, also replacing the manual choice of beam angles. This approach was extended to the TomoDirect approach, delivering TF-like treatments with the Tomotherapy machine: the clinical implementation is currently on going.
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D'Annibale, Enzo. "Fotogrammetria close-range e visual design per i beni culturali." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2012. http://hdl.handle.net/11566/242287.

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Abstract:
La documentazione, conservazione e analisi del patrimonio culturale ha a sua disposizione al giorno d’oggi una grande varietà di strumenti e tecnologie e risulta evidente come il confine tra i diversi approcci di rilievo (sistemi di acquisizione 3D attivi e passivi) e le tecniche di Compute Vision stia diventando labile a favore di una crescente integrazione tra settori multidisciplinari. In questo contesto, una metodologia di lavoro flessibile per la documentazione dei Beni Culturali e la ricostruzione virtuale non può prescindere dall’effetto sinergico garantito dalla combinazione critica di diversi approcci di rilievo e metodi di visualizzazione. In questa ricerca è proposta una metodologia di lavoro interattiva per la valorizzazione dei Beni Culturali, basata sull’Image-Based Modeling partendo dalla Fotogrammetria Sferica fino alla ricostruzione 3D automatizzata tramite tacniche di Structure from Motion. L’approccio sviluppato di interactive Image-Based Modeling (IBM) si sviluppa attraverso fasi differenti (surface reconstruction, inverse mapping e texture projection, real-time rendering) in modo iterativo al fine di ottimizzare le ricostruzione fotorealistica del Bene oggetto del rilievo. La Fotogrammetria Close-Range (Fotogrammetria Sferica e Structure from Motion) è usata per estrarre dati metrici mentre applicazioni di Computer Vision (Surface Reconstruction, Inverse Mapping and Real-Time Rendering) garantiscono risultati fotorealistici ed un alto impatto comunicativo. La metodologia sviluppata è accurata, accessibile, con un alto grado di flessiblità e, avvalendosi di strumenti e tecnologie low-cost, garantisce risultati professionali con elevati standard di qualità. In più la ricerca evidenzia come è possibile, usando gli stessi panorami necessari al rilievo fotogrammetrico, combinare i vantaggi dei due approcci sopra citati (Fotogrammetria sferica and Structure from Motion) per velocizzare la ricostruzione fotorealistica del modello senza perdere in accuratezza metrica e fotometrica. Infine la necessità di procedure personalizzate ha spinto verso un particolare linguaggio di programmazione visuale (vvvv) con l’obiettivo di sviluppare soluzioni di lavoro e prototipi proprietari per il rilievo 3D, la modellazione e visualizzazione/comunicazione dei Beni Culturali. Keywords.
Giving an overview about the state of art of cultural heritage technologies, it’s clear how the borderline between different survey approaches (three-dimensinal active and passive acquisition systems) and computer vision techniques (modeling and rendering) is getting thinner and more confused in favour of an increasing integration between cross-curricular elaborations and management systems. Aware of this background, a flexible working methodology aimed at cultural heritage documentation and virtual reconstruction can’t manage without the synergy affects gained by a smart combination of different survey approaches and visualization methods. In this research an interactive working methodology for the documentation of good architectural/archaeological value is proposed, taking under special consideration Image-Based Modeling gathering from Spherical Photogrammetry to automated 3D reconstruction from a sparse photo set (Structure from Motion). The interactive Image-Based Modeling (IBM) approach developed goes through different steps (surface reconstruction, inverse mapping and texture projection, real time rendering) and feeds back until an optimized and photo-realistic reconstruction of archaeological /architectural heritage is achieved. Close range Photogrammetry (Spherical Photogrammetry and Structure from Motion) are used to obtain metric data. Beside, Computer Vision applications (Surface Reconstruction, Inverse Mapping and Real Time Rendering) allow photo-realistic results and high communicative impact. The developed methodology ensures accuracy, accessibility and a high degree of flexibility for the photo-realistic model reconstruction and, although using low-cost tools and technologies, allows to meet quality standards and professional levels. Moreover the proposed research highlights how is possible, using the same panorama dataset, to combine the advantages of the two mentioned technologies (Spherical photogrammetry and Structure from Motion) to speed up the 3D photorealistic model reconstruction without losing metric and photometric accuracy. Again, using multimedia tools, reliable results were obtained by developing a platform for the management of survey acquisition data and the provision of innovative services to the visitors and the responsibles for archeological sites: reality-based 3D surveying, modeling and visualization applied to architectures and cultural heritage.
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Leidi, Giacomo. "Realizzazione di un applicativo per la catalogazione collaborativa dei beni culturali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17274/.

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Abstract:
OpenArtMap è un applicativo per la catalogazione collaborativa dei beni culturali. È diviso in un applicativo Android per la raccolta dati sul campo e un sistema web per la revisione delle modifiche. Il client Android reperisce i dati da un database del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e li mostra su una mappa e permette di contribuire nuovi beni culturali mentre l'interfaccia web permette la modifica, l'inserimento e la rimozione delle contribuzoini. In questo scritto saranno individuate le caratteristiche comuni ai sistemi per la catalogazione collaborativa della conoscenza, per poi applicarle alla progettazione di OpenArtMap. Saranno infine analizzate le principali scelte architetturali e implementative che hanno portato alla realizzazione di questo sistema.
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Books on the topic "Diagnostica per i beni culturali"

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Maurizio, Diana, Guidi Giolj, and ENEA (Agency :. Italy), eds. Tecnologia per la cultura: Tecniche di diagnostica avanzata dell'ENEA per lo studio e la conservazione dei beni culturali. Roma: De Luca, 1988.

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2

Galasso, Giuseppe. Beni e mali culturali. Napoli: Editoriale scientifica, 1996.

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3

Salvadori, O., Giulia Caneva, and M. P. Nugari. La biologia vegetale per i beni culturali. Firenze: Nardini, 2005.

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4

Pia, Bertolucci Maria, Colozzi Ivo, and Martini Maria Eletta, eds. Il volontariato per i beni culturali in Italia. Torino: Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli, 1992.

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5

I beni culturali: Risorse per l'organizzazione del territorio. Bologna: Pàtron, 2001.

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6

Catholic Church. Pontificia Commissio de Bonis Culturalibus Ecclesiae., ed. Enchiridion dei beni culturali della Chiesa: Documenti ufficiali della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa. Bologna: EDB, 2002.

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7

Valeria, Pracchi, ed. Le chiese come beni culturali: Suggerimenti per la conservazione. Milano: Electa, 2003.

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8

Menegazzi, Giovanna. Restaurare a Venezia: I restauratori per i beni culturali. Saonara (Pd) [Italy]: Il prato, 2005.

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9

Istituto per i beni archeologici e monumentali, ed. Il dialogo dei saperi: Metodologie integrate per i beni culturali. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2010.

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10

Mansi, Antonio. Il nuovo testo unico per i beni culturali e ambientali. Padova: CEDAM, 2000.

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Book chapters on the topic "Diagnostica per i beni culturali"

1

"4 Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali • Ca’FFFé? Eureka! Ca’ Foscari Fucine in Férmento." In 8 tesi per 150 anni. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-384-7/005.

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2

Modolo, Mirco. "Fotografare per conservare: libera riproduzione come opportunità per la tutela del patrimonio archivistico e bibliografico." In Dalla tutela al restauro del patrimonio librario e archivistico. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-215-4/012.

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Abstract:
On 29th August 2017 the competition law (L. 124) came into effect, sanctioning free reproduction with personal devices of public domain books and archival sources. As a direct consequence public libraries and archives immediateley allowed users to make digital copies of records in consultation removing several onerous levels of bureaucracy and making the role of a researcher much easier. The present essay analyses the document of Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici of Minister of Cultural Heritage, Activities and Tourism (16-05-2016) and two ministerial circular letters containing guidelines on free self reproductions in public libraries and archives. The paper emphasises the importance of free reproduction in order to improve preservation of archival records and historical volumes and to relaunch the role of archives and libraries as centres of cultural dissemination in our society.
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Sara Gonizzi Barsanti and Adriana Rossi. "Scan-to-HBIM e Gis per la documentazione dei beni culturali: un'utile integrazione." In 42th INTERNATIONAL CONFERENCE OF REPRESENTATION DISCIPLINES TEACHERS. CONGRESS OF UNIONE ITALIANA PER IL DISEGNO. PROCEEDINGS 2020. LINGUAGGI, DISTANZE, TECNOLOGIE. FrancoAngeli srl, 2021. http://dx.doi.org/10.3280/oa-693.132.

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4

Valeria Croce, Gabriella Caroti, Livio De Luca, Andrea Piemonte, Philippe Véron, and Marco Giorgio Bevilacqua. "Tra Intelligenza Artificiale e H-BIM per la descrizione semantica dei beni culturali: la Certosa di Pisa." In 42th INTERNATIONAL CONFERENCE OF REPRESENTATION DISCIPLINES TEACHERS. CONGRESS OF UNIONE ITALIANA PER IL DISEGNO. PROCEEDINGS 2020. LINGUAGGI, DISTANZE, TECNOLOGIE. FrancoAngeli srl, 2021. http://dx.doi.org/10.3280/oa-693.33.

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