Dissertations / Theses on the topic 'Diagnosi clinica'
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Turrini, Mauro. "La clinica nel laboratorio. Etnografia dell'incertezza nella diagnosi prenatale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426442.
Full textLA CLINICA NEL LABORATORIO Etnografia dell’incertezza nella diagnosi prenatale La ricerca prende le mosse dall’analisi empirica di un’area specifica della medicina, la diagnosi prenatale, caratterizzata dal ruolo fondamentale della componente scientifica di laboratorio, allo scopo di analizzare l’incertezza, un tema che accomuna sia gli studi sociali della salute che quelli della scienza e della tecnologia. Frutto della tendenza secolare, tipica della medicina moderna, ad inglobare saperi e strumenti aventi una genealogia scientifica, tale ambito medico rappresenta un caso esemplare di applicazione in campo sanitario di strumenti della scienza genetica e, più specificatamente, delle tecniche di analisi citogenetica. Il lavoro svolto dal laboratorio di citogenetica, una volta assunto un ruolo centrale in ambito sanitario, pur essendo fortemente caratterizzato dalla propria origine scientifica, risulta permeato e modellato da significati culturali e giuridici peculiari della medicina prenatale. Lo sforzo teorico è diretto a rielaborare prospettive analitiche su un argomento non certo nuovo, a partire dal dialogo tra due tradizioni sociologiche che, pur essendo state a lungo distanti, sembrano ora aver trovato diversi punti di contatto. Concepita dapprima in relazione ai processi decisionali medici, l’incertezza acquisisce successivamente una nuova centralità sociologica grazie allo studio empirico del lavoro scientifico, che dimostra il profondo iato tra la scienza che esiste in pratica e la scienza descritta nella letteratura. Da qui discende la scelta di un metodo ispirato a strumenti propri dell’indagine qualitativa, quali l’osservazione partecipante e l’intervista in profondità, orientati ad esplorare la dimensione lavorativa quotidiana nei diversi contesti medici e scientifici che compongono il network biomedico della diagnosi prenatale. Essendo rivolta unicamente al punto di vista dei professionisti, la ricerca si è svolta attraverso una graduale opera di avvicinamento alla prospettiva degli osservati, a partire dallo studio teorico della letteratura medico-scientifica di riferimento, dagli strumenti operativi quali le linee-guida e i protocolli, sino ad arrivare allo scambio di vedute in occasione della presentazione in un convegno scientifico di genetica. L’ibridizzazione tra medicina e scienza enfatizza un tratto comune alle pratiche di entrambi gli ambiti disciplinari, l’incertezza, studiata empiricamente da un duplice punto di vista. In primo luogo, si privilegia una prospettiva microsociale concentrata a ricostruire le strategie di addomesticamento dell’incertezza nella processazione e nell’interpretazione dei campioni biologici. Si intende così dimostrare come la pervasività dell’incertezza penetri in maniera costitutiva nel processo di soggettivazione professionale dei citogenetisti, nelle metodiche di analisi e, infine, nei programmi di standardizzazione. In secondo luogo, si allarga il campo di indagine all’articolazione delle diverse componenti che costituiscono tale piattaforma biomedica, comparandole con altre aree biomediche quali l’oncoematologia. Sia nelle relazioni tra i diversi elementi che compongono il laboratorio sia nelle relazioni tra i contesti medici e quelli scientifici, l’incertezza appare un fenomeno non esclusivamente di tipo tecnico, ma frutto di una percezione e di rappresentazioni che partecipano alla formazione tanto della cultura di un ambiente lavorativo quanto dello status professionale di chi vi lavora. L’incertezza risulta essere non solo un ostacolo, derivato dall’applicazione contestuale di regole generali, ma anche una risorsa di natura sociale, essenziale nell’articolare gli elementi eterogenei appartenenti ad una stessa rete.
Calzolari, Claudia <1976>. "Diagnosi e prognosi molecolare nel linfoma canino." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/92/1/definitiva_per_PDF_claudia.pdf.
Full textCalzolari, Claudia <1976>. "Diagnosi e prognosi molecolare nel linfoma canino." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/92/.
Full textStorni, Elisa <1970>. "Applicazione di metodi molecolari nella diagnosi di alcune infezioni batteriche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/36/1/tesi_Storni.pdf.
Full textStorni, Elisa <1970>. "Applicazione di metodi molecolari nella diagnosi di alcune infezioni batteriche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/36/.
Full textSALA, FRANCESCA CHIARA. "La comunicazione della diagnosi di tumore ai bambini: tre studi." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/168701.
Full textCAMERONI, IRENE. "Tumore e gravidanza. Diagnosi, trattamento e outcome, l'esperienza della clinica ostetrico ginecologica di Monza." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/19597.
Full textCamiletti, Sara. "Realtà Aumentata: sviluppi, applicazioni e contributi nella pratica clinica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24516/.
Full textGRIONI, ANDREA. "Application of modern data science to genomics and clinical research." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/279991.
Full textAfter the completion of the human genome project in April 2003, the continuous flow of sequencing data and the development of new databases began to transform the field of genomics into data-driven science. Bioinformatics analyses raw experimental data with the aim to obtain information describing biological processes, thus providing a powerful tool to investigate specific molecular and genetic mechanisms. This domain knowledge in combination with genomics allows to decipher the interrelationships between genes, regulatory elements, metabolic pathways, and protein interactions. Deep learning, a subdiscipline of machine learning, has been recently applied to the field of genomics, leading to remarkable results. The two main objectives of this study were: the development and application of bioinformatic tools for the study of the genetic basis of acute lymphoblastic leukaemia, and the usage of deep learning techniques for the identification of small non-coding RNA elements in the human genome. This dissertation provides a comprehensive overview of the recent evolution of genomics as an interdisciplinary field of research strongly associated with computer science and data analysis.
PAVIA, Laura. "Valutazione di un rolling group ambulatoriale per pazienti con diagnosi di abuso da cocaina." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/90887.
Full textRuta, Sara. "Aspetti clinici e modalità indigative nella sindrome di Minor." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1270.
Full textPERRONE, DONNORSO MICHELA. "Analisi quantitativa del 24S-idrossicolesterolo come applicazione clinica della LC-MS/MS alle malattie neurologiche: Alzheimer e demenza vascolare." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1231.
Full textAccording to a recent WHO report, there is 1 billion of people spread all over the world, living with a neurological diseases, in particular 50 million of cases of epilepsy and 24 cases of dementia, that will increase to 114 million within the 2050, especially for Alzheimer’s disease (AD) and vascular dementia (VD), the two main forms of dementia. Alzheimer’s disease represents 50% and vascular dementia 20% of all dementia cases. In the worrying scenario of this wide diffusion there is also a difficulty of early diagnosis that could have got clear advantages to ensure timely intervention. In the early stage is difficult to distinguish symptoms of dementia from a normal ageing as well to distinguish AD from VD and depression. The current standards for dementia diagnosis refer to some guidelines and follow a diagnostic procedure based on neuropsychological and neuroimaging tests that are however not sufficient for early diagnosis. Try to find diagnostic markers linked to brain damage that happens in this kind of pathologies, that is neuronal death. Between the possible markers, it is of great interest 24s-Hydroxycholesterol, oxysterol, the main cholesterol metabolites in the CNS that goes into systemic circulation through the haematoencephalic barrier. The simple variation of concentration of 24S- Hydroxycholesterol, produced only by the brain, in the blood of pathologic patients compared to healthy people entail an altered cholesterol homeostasis in CNS as a consequence of brain damage. The main purpose of this work is to develop and support an analytic method in LC-MS/MS for the serum 24S- Hydroxycholesterol dosage with following application to the analysis of control and pathologic samples (20 persons suffering from late beginning Alzheimer’s disease, 20 persons suffering from VD and 20 persons with MCI, a preclinical dementia stage). The results prove a significant fall in 24S- Hydroxycholesterol average values between people suffering from AD and VD compared to controls, and an increase between sufferers from MCI. A negligible difference has been picked out between AD and LOAD patients.
D'Alterio, Gian Lorenzo. "Determinazione termografica della temperatura superficiale interdigitale del piede ovino sano ed affetto da pedaina: possibili implicazioni nella diagnosi precoce d'infiammazione del piede." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426965.
Full textLa pedaina è una malattia nota da oltre 200 anni, la cui contaggiosità è riconosciuta dalla prima metà del 1800, caratterizzata da zoppia podale su base algica e forti ricadute sulla produttività ed il benessere animale. Nonostante i progressi compiuti sugli aspetti eziologici, patogenetici e sulle strategie di controllo della malattia, la stessa è ancora molto diffusa nei Paesi con popolazioni ovine di rilievo, inclusa l'Italia. Questa è certamente l’ esperienza professionale dell'Autore nel corso della pratica clinica veterinaria svolta in Italia centrale. La parte introduttiva fornisce una rassegna approfondita delle conoscenze attuali sulla pedaina, trattando elementi di eziologia, epidemiologia, patogenesi, segni clinici, diagnosi e metodi di controllo della malattia. Vengono quindi forniti elementi di termografia ad infrarossi e la sua applicazione in ambito diagnostico veterinario, specificamente nella diagnosi di zoppia. Nella parte sperimentale vengono descritti due studi volti alla determinazione tramite rilievo termografico di possibili ritmi circadiani della temperatura cutanea interdigitale del piede ovino sano ed affetto da pedaina virulenta tramite. Si vuole contribuire preliminarmente alla determinazione di un range di temperatura “normale” di questa area, così da poter poi rilevare a fini diagnostici eventuali variazioni del range in corso di patologie infiammatorie podali. Nello Studio 1 si sono ottenuti 360 termogrammi dello spazio interdigitale di 10 pecore sane, insieme alla temperatura rettale, ogni 3 ore nell’arco delle 24 ore. Nello Studio 2, si sono campionate 32 pecore affette da pedaina ottenendo 128 termogrammi ai giorno 0 e 14. Lo Studio 1 ha messo in evidenza un effetto statisticamente significativo del tempo sulla temperatura monitorata, confermando la necessità di considerare la ritmicità circadiana della temperatura superficiale cutanea ogni qualvolta se ne voglia determinare un range di normalità.
Di, Gangi Iole Maria. "Analisi quantitativa delle dimetilarginine (ADMA ed SDMA) e degli aminoacidi strutturalmente correlati mediante UPLC-ESI-MS/MS nella diagnosi e prognosi di patologie NO-dipendenti correlate allo stress ossidativo nell'adulto e nel bambino." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422070.
Full textPresupposti: L' ADMA, dimetilarginina asimmetrica, è un analogo metilato dell'aminoacido arginina. Essa viene prodotta all'interno delle cellule attraverso processi di metilazione di catene polipeptidiche e rilasciata in circolo dopo proteolisi. L'ADMA compete con l'arginina, precursore necessario per la sintesi dell'ossido nitrico, per il legame con l'enzima ossido nitrico sintetasi (NOS), inibendone così la sintesi. LâNO è il più potente vasodilatatore conosciuto, che svolge un ruolo chiave, agendo sul sistema endoteliale, nel mantenimento di una grande varietà di meccanismi omeostatici del nostro organismo. E' noto da tempo che l'ADMA, per inibizione della produzione di NO, è coinvolta nella patogenesi delle principali disfunzioni indotte da stress ossidativo NO-dipendente a livello cardiovascolare, renale e recentemente anche nell'ambito delle malattie respiratorie come l'asma e la fibrosi cistica, in quanto contribuisce ad aggravare lo stato infiammatorio e l'iperreattività delle vie aeree. Analizzando i dati riportati in letteratura, si è notato che non vi sono studi longitudinali sulle concentrazioni di ADMA in età neonatale, sia nei soggetti a termine che in quelli prematuri, né sono stati ad oggi dosati i livelli di ADMA nel condensato dell'aria espirata, che si ritiene essere un biofluido la cui composizione riflette quella del liquido di superficie delle vie aeree, oltre ad essere caratterizzato dalla non invasività e la semplicità nell'esecuzione della metodica di prelievo. Scopo dello studio: il presente lavoro ha avuto in primo luogo lo scopo di applicare il metodo UPLC-ESI-MS/MS messo a punto nel nostro laboratorio, su una popolazione di adulti sani al fine di verificare la validità della metodica, confermando i dati esistenti in letteratura. Si è poi passati all'applicazione su soggetti adulti affetti da diverse patologie (iperglicemia, cardiopatie, preeclampsia) per verificarne l'applicabilità in ambito clinico, ed infine è stata presa in considerazione la popolazione pediatrica, determinando in maniera longitudinale la concentrazione sierica di ADMA e delle altre arginine metilate (SDMA, NMMA) in un gruppo di neonati a termine in prima e terza giornata di vita e in un gruppo di neonati pretermine di peso neonatale estremamente basso (< 1000 g - ELBW) durante il primo mese di vita. Per quanto riguarda lo studio delle malattie respiratorie lo scopo è stato quello di valutare se l'ADMA è dosabile nel condensato dell'aria espirata in bambini affetti da asma in buon controllo, con o senza terapia, confrontati con un gruppo di bambini sani e verificare la riproducibilità della metodica di analisi dell'ADMA sull'EBC. Materiali e metodi: La determinazione quantitativa è stata effettuata attraverso una separazione cromatografica in UPLC e analisi dei campioni mediante uno spettrometro di massa a triplo quadrupolo. Le caratteristiche del metodo sono costituite dall'utilizzo di quantità esigue di campione, elevata specificità e sensibilità strumentale. Per poter ricavare i valori di riferimento della popolazione adulta sono stati arruolati 36 soggetti sani (18 uomini e 18 donne di età media pari a 36.5 anni) come gruppo di controllo rispetto a pazienti con infarto miocardico (20 soggetti di cui 10 uomini e 10 donne di età media pari a 75.5 anni) e diabete di tipo II insulino resistente (30 soggetti di cui 16 uomini e 14 donne di età media pari a 71 anni). Lo studio sulle donne in gravidanza ha previsto l'arruolamento di 15 donne affette da pre-eclampsia confrontate con 15 donne in gravidanza normale (età media 32 anni per entrambi i gruppi). L'applicazione in ambito pediatrico ha infine coinvolto un gruppo di 31 neonati di peso estremamente basso alla nascita (ELBW <1000 grammi) rispetto al gruppo di controllo di 30 neonati sani a termine, e un gruppo di 29 bambini asmatici di età compresa tra 5,8 e 16,3 anni confrontati con i relativi controlli sani (62 bambini di età compresa tra 5,1 e 15,4 anni), di cui è stato raccolto il condensato dell'aria espirata. Risultati: I valori dei diversi metaboliti ottenuti sui soggetti adulti sani hanno confermato i dati riportati in letteratura, mentre nei soggetti cardiopatici le concentrazioni di ADMA ed SDMA sono state rispettivamente pari a 0.89±0.17µM e 0.72±0.26µM , risultando entrambi significativamente più alti rispetto ai controlli sani (p<0.05), a differenza invece dei soggetti iperglicemici che hanno mostrato livelli significativamente inferiori (p=0.002) di ADMA (0.47±0.13µM) rispetto ai relativi controlli, ma nessuna differenza nelle concentrazioni di SDMA. Il confronto tra donne gravide sane e con pre-eclampsia, ha invece evidenziato che la concentrazione di ADMA al momento del ricovero è stata significativamente più bassa nelle gravide ipertese rispetto alle gravide normotese (p=0.006), contrariamente a quanto riportato in letteratura, mentre a 30 giorni di distanza dal parto la situazione si è invertita. Nel gruppo dei neonati a termine, l'ADMA in prima giornata è risultata estremamente elevata, all'incirca 2-3 volte maggiore rispetto agli adulti. La sua concentrazione è diminuita rapidamente, riducendosi già del 25% in terza giornata di vita. Nei soggetti pretermine di peso estremamente basso il dosaggio di ADMA è risultato sensibilmente più basso rispetto ai neonati a termine senza variazioni nel tempo. Considerando insieme i due gruppi di neonati, è presente una correlazione significativa tra valori di ADMA in prima ed in terza giornata e l'età gestazionale, nonché il peso neonatale. Lo studio condotto sull'EBC ha, infine dimostrato che è possibile misurare l'ADMA nel condensato con una buona riproducibilità intrasoggetto a distanza di 24 ore. I valori di ADMA nei bambini asmatici (mediana 2,17 [1,15-3,19] µmol/mL) sono risultati significativamente più elevati rispetto a quelli dei bambini sani (mediana 1,1 [0,7-1,5] µmol/mL, p<0,001) evidenziando anche una significativa correlazione dei livelli di questo metabolita con il dosaggio dei farmaci corticosteroidei inalatori ICS (p=0,005; r=0,406) assunti dai soggetti asmatici. Conclusioni: Il metodo sviluppato in questo studio soddisfa i requisiti analitici di precisione, riproducibilità , specificità , sensibilità e recupero analitico indispensabili per l'impiego in ambito clinico. Esso inoltre può essere facilmente automatizzabile e adatto per il suo impiego su larga scala consentendo l'applicazione in qualità di metodo diagnostico nell'ambito delle patologie da stress ossidativo e disfunzione endoteliale e delle malattie cardiovascolari. L'uso di una quantità esigua di campione, inoltre ne suggerisce l'impiego per lo studio delle diverse patologie del neonato come la sepsi, l'ipertensione polmonare e lo scompenso cardiaco. Infine, essendo questo il primo studio che dimostra la fattibilità del dosaggio dell'ADMA e dei biomarker di stress ossidativo nel condensato dell'aria espirata, ottenendo risultati concordanti con lavori precedenti che dimostravano un aumento di ADMA nell'asma in altre matrici biologiche, ci sono i presupposti per estendere la casistica per confermare il suo possibile ruolo come biomarker nell'infiammazione asmatica e come possibile target di nuovi approcci farmacologici.
Neri, Jessica. "Identità in trasformazione. Processi di costruzione narrativa dell'identità e della diagnosi nei percorsi di transizione di genere." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3426698.
Full textLa ricerca muove da un paradigma epistemologico postmoderno e assume le prospettive dell’interazionismo simbolico (Mead, 1934; Blumer, 1969) e del costruzionismo sociale (Gergen, 1985; Berger e Luckmann, 1966) come cornici teoriche generali della ricerca. I diversi aspetti legati alle identità̀ e al genere sono letti come processi di costruzione plurali e mutevoli, storicamente e culturalmente collocati e legati alle dimensioni del discorso e delle narrazioni, del fare e della performatività in ogni contesto della vita quotidiana (West e Zimmerman, 1987; Denzin, 2003; Salvini, 2011). Tre sono gli obiettivi principali della ricerca e riguardano l’analisi dei processi discorsivi di costruzione dell’identità̀ legati ai percorsi di transizione di genere e alle biografie da parte delle persone in transito; l’analisi dei processi discorsivi legati alle pratiche dei/lle professionisti/e inerenti ai percorsi di transizione di genere, il processo diagnostico e i servizi psicologici, nonché́ possibili attribuzioni di senso sulle biografie degli interlocutori da parte dei/lle professionisti/e della salute mentale e infine, la riflessione sulle implicazioni di tali processi discorsivi nelle pratiche e nei processi di negoziazione di significati tra professionisti e persone in transito, alla luce della complessità̀ delle narrazioni ed esigenze di questi ultimi. Sono state condivise interviste narrative (Hermanns, 2004) con 25 persone in transito e interviste episodiche con 11 professionisti/e della salute mentale (Flick, 2007). Entrambe le forme di intervista consentono di mettere in luce i punti di vista soggettivi e le teorie personali usate dalle persone per dare senso ai diversi aspetti del proprio percorso e della propria esperienza, raccontati e ricostruiti nel dialogo. I metodi di analisi scelti in questa ricerca hanno compreso l’analisi del discorso (Potter e Wheterell, 1987) e l’analisi dialogico-performativa (Riessman, 2008), attraverso l’individuazione di repertori interpretativi e posizionamenti identitari. I processi narrativi e discorsivi sono stati analizzati mettendone in risalto gli aspetti pragmatici e performativi, sottolineandone la multivocalità̀, compresa la mia voce come ricercatrice in relazione. Dall’analisi delle interviste emerge come diverse siano le voci e i discorsi che le persone raccontano e che mettono in relazione alla propria biografia, così come alle pratiche da parte dei/lle professionisti/e. Per la prima linea di indagine, diverse modalità̀ narrative e discorsive emergenti mettono in luce la portata e gli effetti pragmatici di diverse dimensioni di senso, ad esempio, relative alla “normalità̀” ideale o ricostruita, “al corpo giusto-sbagliato”, alla “natura” determinante, al “riconoscimento” interpersonale, alla “malattia” o alla “devianza” e infine, alla scelta intenzionale e alla soggettività̀ nella costruzione della propria identità. Per la seconda linea di indagine si possono mettere in luce la portata e gli effetti pragmatici di altre dimensioni di senso, ad esempio, la “disforia” come categoria ambigua, “l’adattamento alla realtà̀” come presupposto della transizione, “soggettività̀ versus oggettività̀”, la “non binarietà̀ come dilemma” e infine, “la responsabilità̀ e il potere” come aspetti critici e rilevanti nella pratica operativa. Questa ricerca può̀ pertanto contribuire a mettere in luce le specificità̀ narrative e le esigenze di entrambi i gruppi, e in particolare delle persone in transito. Ciò̀ può̀ essere utile al fine di informare e offrire elementi ulteriori per la comprensione delle esperienze delle persone in transito nell’ambito clinico, problematizzando il costrutto della diagnosi. Infine, i risultati possono contribuire ad una comprensione riflessiva del lavoro clinico per la transizione di genere, in riferimento ai diversi modi di significare sia la diagnosi sia la relazione e ai loro effetti pragmatici.
Gentilini, Fabio <1971>. "Il cane come modello animale spontaneo di patologie neoplastiche dell'uomo: ene Ataxia-Telangiectasia Mutated (ATM) Nnella predisposizione al cancro ed importanza dei riarrangimanti genici dei geni Ig/TCR per la diagnosi e prognosi delle malattie linfoproliferative." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1844/1/Gentilini_Fabio_Tesi.pdf.
Full textGentilini, Fabio <1971>. "Il cane come modello animale spontaneo di patologie neoplastiche dell'uomo: ene Ataxia-Telangiectasia Mutated (ATM) Nnella predisposizione al cancro ed importanza dei riarrangimanti genici dei geni Ig/TCR per la diagnosi e prognosi delle malattie linfoproliferative." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1844/.
Full textForgione, Antonella <1992>. "Ecografia con mezzo di contrasto dalla ricerca alla pratica clinica: diagnosi di carcinoma epatocellulare con sistema CEUS LI-RADS e con software di quantificazione della perfusione tissutale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10283/1/forgione_antonella_tesi.pdf.
Full textHepatocellular carcinoma (HCC) is the most common primary liver cancer with an incidence of up to 85%. It is one of the most frequent cancers in the world and is known for its high lethality, especially in the advanced stage. Early diagnosis through ultrasound surveillance is needed to improve survival of at-risk patients. The ultrasound contrast agent improves the sensitivity and diagnostic specificity of conventional ultrasound. Contrast-enhanced ultrasound (CEUS) is therefore considered a valid method for diagnosing HCC globally due to its excellent specificity even if its sensitivity is suboptimal. The aspect of focal hepatic lesions on CEUS led a team of experts to develop the Liver Imaging Reporting and Data System (LI-RADS) with the aim of standardizing data collection and reporting of imaging methods for the diagnosis of HCC. CEUS is an operator-dependent examination and the diagnostic discrepancies with panoramic imaging leave room for new techniques such as the Dynamic Contrast Enhanced UltraSound (DCE-US) aimed at improving the diagnostic accuracy and in particular the sensitivity of the echography. A tissue perfusion quantification software could be of help in clinical practice to identify the wash-out that is not visible even to the eye of the most experienced operator. Our study has two objectives: 1) to validate the CEUS LI-RADS system in the diagnosis of hepatocellular carcinoma in patients at high risk of HCC using histology as a gold standard when available or radiological imaging methods accepted by all guidelines (computed tomography or magnetic resonance imaging) performed within four weeks from CEUS; 2) evaluate the efficacy of a tissue perfusion quantification software in the detection of wash-out for the diagnosis of HCC in CEUS.
BAGARDI, MARA. "MYXOMATOUS MITRAL VALVE DISEASE IN CAVALIER KING CHARLES SPANIEL: CLINICAL, GENETIC, AND CARDIAC BIOMARKERS STUDY." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2022. http://hdl.handle.net/2434/916544.
Full textGIORDANO, FRANCESCA. "Il "Test de trois dessins: avant, pendant et avenir" : uno strumento qualitativo a supporto della diagnosi di trauma psichico nel bambino vittima di terremoto." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1302.
Full textExpressive therapies are considered one of the most effective intervention modality with children who have experienced traumatic events such as natural catastrophes. Particularly, several art therapists affirm that for trauma affected children, drawing is a preferential mode for expressing emotions, as it gives them the possibility of conveying the complexity of traumatic feelings, perceptions, thoughts and memories, by giving them a shape and, therefore, a sense. Notwithstanding these assumptions, the efficacy of art therapies with children exposed to natural disasters, has not been research proved. This thesis presents two studies, a pilot study and the main study, aimed at exploring the use of the “test de trois dessins: avant, pendant et avenir”, as a diagnostic tool and a therapeutic technique, with children victims of the earthquake in Italy, Haiti and Chilli. The pilot study is based on non-statistical qualitative observation of case studies, while the principal one employ of both qualitative and quantitative methodology. The results show the efficacy of the test in both pointing out the presence and the extent of the psychological trauma, and in enhancing the process of elaborating trauma. Further researches need to be done in order to validate the use of the “test de trois dessins: avanat, pendant et avenir” as a diagnostic and therapeutic tool with trauma affected children.
FAVARO, MARCO. "Studio di una PCR multitarget in real time PCR per la diagnosi rapida di meningite: ipotesi di studio per l'applicazione di un nuovo tipo di sonda molecolare." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1206.
Full textMeningitis is an inflammation of the meninges, the membranes that cover the brain and spinal cord. It is usually caused by bacteria or viruses, but it can also be caused by certain medications or illnesses (meningitis of non-infectious etiology). Bacterial meningitis is rare, but is usually serious and can be life-threatening if it's not treated right away. Viral meningitis (also called aseptic meningitis) is relatively common and far less serious. It often remains undiagnosed because its symptoms can be similar to those of the common flu. If promptly diagnosed, meningitis can be treated successfully. So it's important to get routine vaccinations, know the signs of meningitis, and if you suspect that your child has the illness, seek medical care right away. Many of the bacteria and viruses that cause meningitis are fairly common and are typically associated with other routine illnesses. Bacteria and viruses that infect the skin, urinary system, gastrointestinal or respiratory tract can spread by the bloodstream to the meninges through cerebrospinal fluid, the fluid that circulates in and around the spinal cord. In some cases of bacterial meningitis, the bacteria spread to the meninges from a severe head trauma or a severe local infection, such as a serious ear infection (otitis media) or nasal sinus infection (sinusitis). Many different types of bacteria can cause bacterial meningitis. In newborns, the most common causes are Group B streptococcus, Escherichia coli, and Listeria monocytogenes. In older kids, Streptococcus pneumoniae (pneumococcus) and Neisseria meningitidis (meningococcus) are more often the causes. Another bacteria, Haemophilus influenza type b (Hib), can also cause the illness but because of widespread childhood immunization, these cases are now rarer. Similarly, many different viruses can lead to viral meningitis, including enteroviruses (such as coxsackievirus, poliovirus, and hepatitis A) and the herpesvirus. The symptoms of meningitis vary and depend both on the age of the child/adult patient and on the cause of the infection. Because the flu-like symptoms can be similar in both types of meningitis, particularly in the early stages, and bacterial meningitis can be very serious, it's important to quickly diagnose an infection. Its importance stems not only from its gravity, the infection progresses rapidly and can lead to death, but also the consequences that can cause: damage and permanent disabilities of various types and levels. And this is the reason why the mere suspicion of meningitis in a patient cause alarm and strong emotional implications for all health professionals involved in emergency doctor called it raises the need for a methodological approach based on speed, accuracy and especially on the choice of systems that are highly sensitive.
Pacenti, Monia. "Studio dei correlati virologici, patologici e clinici in pazienti pediatrici trapiantati di rene: applicazione di nuove indagini molecolari." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3425935.
Full textIl ruolo dell’infezione virale nell’insorgenza di lesioni nel rene trapiantato non è stato ancora del tutto precisato sebbene alcuni virus come HCMV, EBV, VZV, HHV6, HHV8, in una fase più precoce, e il poliomavirus BK (BKV) e JC (JCV) e al parvovirus B19, dopo più tempo dal trapianto, sembrano avere una precisa funzione nel determinare danni a carico del rene trapiantato. Infatti, tutti questi virus sono stati già descritti come importanti patogeni con tropismo renale. Nel presente studio sono state investigate le infezioni virali, intrarenali e sistemiche, in una casistica di bambini e giovani adulti che sono stati sottoposti a trapianto di rene dal 2000 al 2006. Più esattamente sono stati analizzati i dati della prevalenza delle sequenze genomiche virali intrarenali e delle infezioni sistemiche (DNAemia) in associazione con il rischio di insorgenza di rigetto acuto e/o di lesioni croniche del rene trapiantato. La presenza delle sequenze genomiche virali dei virus erpetici umani, dei poliomavirus e del parvovirus B19 è stata analizzata a livello della biopsie di rene eseguite al momento del trapianto, biopsie baseline, in presenza di disfunzioni renali acute e durante i primi due anni dal trapianto seguendo i tempi del protocollo di follow-up cioè a 6, 12 e 24 mesi post trapianto. Sono stati studiati 69 riceventi pediatrici, bambini e giovani adulti, con un’età media pari a 13 anni che avevano ricevuto il rene da donatore deceduto in 65 casi e in 4 casi da famigliare vivente: l’età dei donatori era inferiore a 6 anni in 15 casi. I risultati di questa prima parte dello studio, relativi alla prevalenza del DNA virale intrarenale sono stati correlati con i dati clinici, i dati di viremia (DNAemia), di funzionalità del rene trapiantato e con le valutazioni istologiche dello stesso momento del follow-up. Globalmente, il DNA virale è stato ritrovato nel 46% delle biopsie baseline e nel 70% delle biopsie di follow-up, dove generalmente persiste nelle biopsie successive. I virus più frequentemente identificati sono il parvovirus B19 e l’herpesvirus HHV6, già presenti a livello delle biopsie di rene del donatore. Mentre la presenza delle sequenze genomiche dei virus EBV e BKV è stata associata alla comparsa di lesioni acute nel rene trapiantato. Tra tutti i virus studiati e ritrovati a livello del rene del ricevente, soltanto il DNA del parvovirus B19 e le relativa DNAemia sono state associate con lo sviluppo di lesioni croniche del rene trapiantato: tale dato non era mai stato dimostrato in precedenti studi della letteratura. Per quanto riguarda il HCMV, la relativa DNAemia è stata considerata un fattore di rischio per la comparsa di episodi di rigetto acuto: dato, questo, già dimostrato e confermato con il nostro studio. Quindi è possibile concludere che il parvovirus B19 sembra preferire, in modo particolare, il rene come possibile bersaglio da infettare e la sua persistenza intrarenale è associata con la comparsa di lesioni croniche del rene trapiantato. Nella seconda parte del presente studio, con l’intento di identificare nuovi marcatori del rischio di infezione del ricevente trapiantato di rene, è stata valutata la presenza delle sequenze genomiche virali di EBV, HCMV, BKV, e del parvovirus B19 nel rene del donatore prima dell’impianto; più precisamente sono state analizzate le biopsie, le soluzioni di conservazione e di lavaggio dell’organo prima che questo venga trapiantato. È stato osservato poi se la presenza del DNA virale nell’unità rene (ovvero l’insieme dei diversi campioni derivati dal donatore: biopsia, soluzione di conservazione e di lavaggio) correlava con la comparsa dell’infezione virale nel ricevente. L’ indagine condotta a livello dei diversi campioni dell’unità rene del donatore, consente di aumentare la sensibilità del test molecolare, ma anche da maggiori indicazioni relative al meccanismo di trasmissione dell’infezione virale mediante il rene trapiantato dal momento che i diversi campioni dell’unità rene sono arricchiti di più frazioni cellulari del donatore: sono presenti sia le cellule residenti del rene a livello della biopsia, ma anche le cellule del sangue circolante soprattutto nel liquido di lavaggio. Le sequenze genomiche virali sono frequentemente identificate nell’unità rene del donatore, soprattutto nelle soluzioni di conservazione e di lavaggio. Globalmente, il DNA virale è stato identificato, in almeno un tipo di campione dell’unità rene, in 51 su 75 reni donati (68%) e il virus più ritrovato è il B19 (47%). In accordo con la loro capacità di definire uno stato di latenza dei linfociti B e nei monociti, il DNA dei virus EBV, nel primo caso, e HCMV nel secondo, sono stati identificati principalmente nelle soluzioni di lavaggio e di conservazione, poiché tali virus sono probabilmente veicolati dalle cellule del sangue periferico. Mentre, nel caso del parvovirus B19, il DNA virale è stato trovato spesso nelle biopsie del rene del donatore: questo suggerisce che il virus probabilmente infetta le cellule residenti del rene, le quali potrebbero essere un importante sorgente di trasmissione dell’infezione al ricevente. Il poliomavirus BK si pensa abbia un particolare tropismo per il rene e che vada in latenza nelle cellule epiteliali tubulari del rene: ciononostante nel presente studio il DNA di BKV è stato identificato solo in una biopsia di rene del donatore mentre è stato più volte ritrovato, anche in maniera persistente, nelle biopsie di follow-up. In generale, è stato possibile constatare che la presenza del DNA virale nel rene del ricevente è un importante fattore di rischio di infezione sistemica per il ricevente sieronegativo nel primo periodo successivo al trapianto. In particolare, la presenza del DNA di EBV nell’ unità rene donata comporta un più elevato rischio di infezione da EBV nel ricevente sieronegativo, mentre la persistenza di B19 nel rene del ricevente è un fattore di rischio di infezione e/o di DNAemia da B19 per il ricevente sia sieropositivo che sieronegativo. Al contrario questo tipo di indagine molecolare dell’unità rene del donatore, condotta per il HCMV e per BKV non mostra una valida utilità diagnostica. Concludendo, con questo studio è stato possibile dimostrare che l’identificazione di acidi nucleici virali a livello delle soluzioni di lavaggio e di conservazione del rene da trapiantare potrebbe essere un test molecolare particolarmente utile per riconoscere i riceventi con un maggior rischio di infezione, soprattutto sistemica. La sensibilità e la specificità di tale test molecolare dipende però dal tropismo del virus per le cellule o per il tessuto dell’organo da trapiantare.
Azin, Francisca Raimunda Felizardo Guerreiro. "DinÃmica do perfil hematolÃgico e bioquÃmico dos pacientes com dengue internados no Hospital SÃo Josà de DoenÃas Infecciosas em Fortaleza â Cearà no perÃodo de janeiro a maio de 2008." Universidade Federal do CearÃ, 2010. http://www.teses.ufc.br/tde_busca/arquivo.php?codArquivo=6622.
Full textThis is an observational, descriptive and retrospective study of 154 patients who have been diagnosed clinically and serologically for dengue fever, interned in a tertiary public hospital in the city of Fortaleza of Cearà State, during the period of January â May, 2008, for the purpose of correlating the laboratory examinations, symptoms and alarming signs with the chronological evolution of the disease and to observe the frequencies of the more severe clinical forms of disease, so as to help adopt therapeutic conducts that are more effective. The patientsâ ages varied from two to 85 years. The study sample was divided in to two groups: patients < 15 years (n=66) and those ≥15 years (n=88). As the patients were all from a tertiary public hospital, the clinical classification of cases showed that hemorrhagic dengue fever (HDF) was predominant (58.4%), followed by severe dengue (SD â 28.6%) and classic dengue (CD - 13%). The CD patients showed alterations in the laboratory findings such as thrombocitopenia and rise of transaminases, which motivated their hospitalization. The principal laboratory alterations found in HDF patients were: thrombocytopenia, hemoconcentration and rise of transaminases. Similar alternations were found in SD patients, but hemoconcentration was not detected in them. The alarming signs were observed more frequently in the two severe forms of dengue. In the <15-years and ≥15-year groups, the respective clinical pictures were: hemorrhagic manifestations â 55, 55% and 69,23%; acute and continuous abdominal pain â 72,22% and 65,38%; and postural dizziness â 11,11% and 23,08%; vomiting â 61,10% and 38,40%. In the HDF patients, in the <15-years and ≥15-year subgroups, the respective hemorrhagic manifestations were: 52,27% and 65,22%; acute and continuous abdominal pain â 97,73% and 71,74%; and postural dizziness â 9,09% and 43,48%; vomiting â81,80% and 58,70%. Within the chronologic evolution of the disease, these results were important and were independent of the clinical form of the disease and the age group of the patients. In the majority of cases, the laboratory alterations were observed from the 3rd day onwards, being more evident on the 5th day and stabilizing to normal values by the 11th day. Within this chronology, the detection of alarming signs was important for the clinical characterization of HDF and SD cases in patients. These results appear to be relevant for the evaluation of the clinical disease, as the detection of the alarming signs within the chronologic evolution may be utilized as warning signals for the more severe forms of the disease, and hence could help in the early adoption of more efficient therapeutic strategies for the patients.
Cateriano-Alberdi, Maria Paula, Cecilia D. Palacios-Revilla, and Eddy R. Segura. "Survey of Diagnostic Criteria for Fetal Distress in Latin American and African Countries: Over Diagnosis or Under Diagnosis?" Glorigin LifeSciences, 2017. http://hdl.handle.net/10757/622212.
Full textDando, Charlotte. "The diagnosis of symptomatic forefoot neuroma from a clinical diagnostic protocol for podiatric assessment." Thesis, University of Southampton, 2018. https://eprints.soton.ac.uk/427315/.
Full textPujari, Goutam. "Current and future trends in proteomics (SELDI-TOF) in clinical diagnosis and clinical research." Thesis, Click to view the E-thesis via HKUTO, 2004. http://sunzi.lib.hku.hk/hkuto/record/B31972111.
Full textWinter, Zuzana. "Impact of the diagnosis of borderline personality disorder and its diagnostic process." Thesis, Canterbury Christ Church University, 2015. http://create.canterbury.ac.uk/14396/.
Full textWung, Shu-Fen. "Bradyarrhythmias: Clinical Presentation, Diagnosis, and Management." W B SAUNDERS CO-ELSEVIER INC, 2016. http://hdl.handle.net/10150/621215.
Full textWong, Thomas Kwok Shing. "Clinical decision making in nursing." Thesis, Glasgow Caledonian University, 1995. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.283692.
Full textPavlo, Anthony John. "Experiential Constructivist Diagnosis: A Comparison of Therapist Experiences of DSM and Experiential Constructivist Diagnoses." Miami University / OhioLINK, 2014. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=miami1396977802.
Full textJayasekera, Dushyanti Samantha. "Clinical diagnosis and pathogenesis of Balamuthia mandrillaris." Thesis, Birkbeck (University of London), 2006. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.437325.
Full textMcKeith, Ian G. "The clinical diagnosis of Lewy body dementia." Thesis, University of Newcastle Upon Tyne, 1993. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.333615.
Full textKnöfler, Ralf, and Werner Streif. "Strategies in Clinical and Laboratory Diagnosis of Inherited Platelet Function Disorders in Children." Saechsische Landesbibliothek- Staats- und Universitaetsbibliothek Dresden, 2014. http://nbn-resolving.de/urn:nbn:de:bsz:14-qucosa-136597.
Full textAngeborene Thrombozytenfunktionsstörungen stellen eine seltene und heterogene Gruppe von Erkrankungen dar, welche meist durch eine leichte bis mittelschwere Blutungsneigung auffallen. Typische Blutungssymptome sind Hämatomneigung, Epistaxis, Menorrhagien sowie Schleimhaut- und perioperative Blutungen. Die Durchführung der Thrombozytenfunktionsdiagnostik bei Kindern wird erschwert durch die altersabhängig begrenzte Blutprobenmenge, schwierige Venenverhältnisse und das Fehlen von Referenzbereichen für Kinder unterschiedlichen Alters. Aufgrund der meist komplizierten und zeitaufwendigen Tests ist die Thrombozytendiagnostik auf spezialisierte Zentren begrenzt. Mit hoher Wahrscheinlichkeit wird eine relevante Anzahl von Kindern mit nichtdiagnostizierten bzw. unkorrekt klassifizierten, klinisch relevanten Thrombozytopathien übersehen. Die Erhebung der Blutungsanamnese und die Bewertung der Blutungssymptome sind erforderlich für eine stufenweise erfolgreiche Gerinnungsdiagnostik. Vor Durchführung einer Thrombozytenfunktionsdiagnostik sollten das Vorliegen einer Thrombozytopenie, einer von-Willebrand-Erkrankung und sekundärer Gerinnungsstörungen ausgeschlossen werden. Die Lichttransmissionsaggregometrie gilt noch immer als Standardmethode für die Beurteilung der Thrombozytenfunktion. Nach Möglichkeit sollte stets versucht werden, den vorliegenden spezifischen Thrombozytenfunktionsdefekt zu klassifizieren, da dies für eine adäquate Behandlung und eine gezielte genetische Beratung notwendig ist
Dieser Beitrag ist mit Zustimmung des Rechteinhabers aufgrund einer (DFG-geförderten) Allianz- bzw. Nationallizenz frei zugänglich
Rachow-Walkowitz, Andrea [Verfasser]. "Clinical evaluation of new diagnostic tests and development of testing strategies for tuberculosis diagnosis in Africa / Andrea Rachow-Walkowitz." München : Universitätsbibliothek der Ludwig-Maximilians-Universität, 2018. http://d-nb.info/1196529000/34.
Full textBusse, Harald, Tim Riedel, Nikita Garnov, Gregor Thörmer, Thomas Kahn, and Michael Moche. "Targeting accuracy, procedure times and user experience of 240 experimental MRI biopsies guided by a clinical add-on navigation system." Universitätsbibliothek Leipzig, 2015. http://nbn-resolving.de/urn:nbn:de:bsz:15-qucosa-176108.
Full textLove, Patrick K. "Examining the Clinical Utility of Research Domain Criteria in an Outpatient Sample." Thesis, University of North Texas, 2018. https://digital.library.unt.edu/ark:/67531/metadc1157643/.
Full textLam, Siu-Yuk Rebecca. "Acupuncturists' clinical problem-solving strategies." Thesis, McGill University, 1994. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=28477.
Full textThe results indicate that acupuncturists were influenced by their initial medical training. Physician-acupuncturists and non-licensed physician-acupuncturists' practices were greatly influenced by the training in Western medicine, regardless of their exposure to traditional Chinese medicine. The traditionally trained practitioners outperformed the other groups of subjects in the non-routine case. Accuracy in diagnoses and treatments for the non-routine case was also positively related to the length of clinical experience. The findings support theories of expertise that experts use forward reasoning when coping with familiar cases, and backward reasoning when encountering difficult cases.
Loh, Kah Meng, and not supplied. "Physiological System Modelling and Clinical Simulation for Diagnosis." RMIT University. Electrical and Computer Engineering, 2007. http://adt.lib.rmit.edu.au/adt/public/adt-VIT20080910.143512.
Full textAhmed, Mobyen Uddin. "A Multimodal Approach for Clinical Diagnosis and Treatment." Doctoral thesis, Mälardalens högskola, Akademin för innovation, design och teknik, 2011. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:mdh:diva-13166.
Full textReichmann, Heinz. "Clinical Criteria for the Diagnosis of Parkinson’s Disease." Saechsische Landesbibliothek- Staats- und Universitaetsbibliothek Dresden, 2014. http://nbn-resolving.de/urn:nbn:de:bsz:14-qucosa-136567.
Full textDieser Beitrag ist mit Zustimmung des Rechteinhabers aufgrund einer (DFG-geförderten) Allianz- bzw. Nationallizenz frei zugänglich
Adams, Linda. "Clinical reasoning and causal attribution in medical diagnosis." Thesis, University of Plymouth, 2013. http://hdl.handle.net/10026.1/1535.
Full textGonçalves, Cristina Alexandra Azevedo Maciel. "Deepy infiltrating endometriosis pathogenesis, diagnosis and clinical managment." Master's thesis, Instituto de Ciências Biomédicas Abel Salazar, 2008. http://hdl.handle.net/10216/20975.
Full textReichmann, Heinz. "Clinical Criteria for the Diagnosis of Parkinson’s Disease." Karger, 2010. https://tud.qucosa.de/id/qucosa%3A27712.
Full textDieser Beitrag ist mit Zustimmung des Rechteinhabers aufgrund einer (DFG-geförderten) Allianz- bzw. Nationallizenz frei zugänglich.
Gonçalves, Cristina Alexandra Azevedo Maciel. "Deepy infiltrating endometriosis pathogenesis, diagnosis and clinical managment." Dissertação, Instituto de Ciências Biomédicas Abel Salazar, 2008. http://hdl.handle.net/10216/20975.
Full textEliasson, Henrik. "Tularemia : epidemiological, clinical and diagnostic aspects." Doctoral thesis, Örebro University, Academy of Health Science, 2008. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:oru:diva-1806.
Full textTularemia is a zoonosis caused by the small, fastidious, gram-negative rod Francisella tularensis that appears over almost the entire Northern Hemisphere. In Sweden, tularemia has appeared mainly in restricted areas in northern parts of central Sweden.
The disease can be transmitted through several routes: direct contact with infected animals, by vectors, through contaminated food or water or through inhalation of aerosolized bacteria. Distinct clinical forms of the disease are seen, depending on the route of transmission. During the last years, tularemia has emerged in new areas in central Sweden, south of the endemic area. The emergence of tularemia in the County of Örebro prompted the investigations presented in this thesis.
We performed a case-control study, using a mailed questionnaire, to identify risk factors for acquiring tularemia in Sweden (Paper I). After multivariate analysis, mosquito bites and cat ownership could be associated with tularemia in all studied areas while farming appeared as a risk factor only in endemic areas.
In Paper II, we evaluated a PCR analysis, targeting the tul4 gene, used on samples from primary lesions in patients with ulceroglandular tularemia. The method performed well, with a sensitivity of 78% and a specifi city of 96%. The clinical characteristics of tularemia in an emergent area in Sweden were studied Paper III), using case fi les and a questionnaire. Of 278 cases of tularemia reported during the years 2000 to 2004, 234 had been in contact with a doctor from the Department of Infectious Diseases at Örebro University Hospital, and were thus included. The ulceroglandular form of the disease was seen in 89% of the cases, with the primary lesion, in most cases, on the lower leg. An overwhelming majority of cases occurred during late summer and early autumn, further supporting transmission by mosquitoes. Erythemas overlying the affected lymph node areas were seen in 19% of patients with forms of tularemia affecting peripheral lymph nodes. Late skin manifestations, of various appearances, were seen in 30% of the cases, predominantly in women. A raised awareness of tularemia among physicians in the county during the course of the outbreak was found, as documented by the development of shorter doctor’s delay and less prescription of antibiotics inappropriate in tularemia.
Finally, we developed a simplifi ed whole-blood lymphocyte stimulation test, as a diagnostic tool in tularemia (Paper IV). The level of IFN-γ, as a proxy for lymphocyte proliferation, was measured after 24-h stimulation. Additionally, a tularemia ELISA with ultra-purifi ed LPS as the antigen was evaluated, showing a high sensitivity. The lymphocyte stimulation test, when performed on consecutive samples from subjects with ongoing tularemia was able to detect the disease earlier in the course of the disease than both the new ELISA and the tube agglutination test. Furthermore, all tularemia cases became positive in the lymphocyte stimulation test within 12 days of disease. In conclusion, this thesis describes risk factors for acquiring tularemia as well as the clinical characteristics of the disease in Sweden. Additionally, a Francisella PCR analysis and a tularemia ELISA based on highly purifi ed LPS is evaluated, and a simplified lymphocyte stimulation test, for early confirmation of the disease, is developed.
Henrik Eliasson, Department of Infectious Diseases,
Örebro University Hospital, SE-701 85 Örebro, Sweden,
henrik.eliasson@orebroll.se
Llewelyn, David Evan Huw. "Assessing the validity of diagnostic tests and clinical decisions." Thesis, King's College London (University of London), 1987. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.325963.
Full textLotito, Claudia. "Diagnosi e strumenti di valutazione con la persona migrante. Uno studio in ambito clinico e giuridico." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3422814.
Full textL'aumento dei processi migratori e la crescente diversità culturale impongono un ripensamento delle usuali modalità di approccio al paziente straniero. Come può un medico fare una diagnosi e trattare adeguatamente un paziente basandosi unicamente sul proprio significato di salute e malattia, senza conoscere altre modalità di pensare e utilizzare le pratiche mediche? La domanda diventa ancora più complessa e articolata quando l’incontro con l'Altro avviene per comprendere e curare la sofferenza psichica ed esistenziale. Una difficoltà – quella dell’incontro – che si esprime nella confusione vissuta dal professionista e dal paziente mentre tentano di rispondere a domande non sempre condivise o traducibili. La presenza dei migranti nei servizi di cura e nei tribunali non solo ci fornisce informazioni su noi stessi e sui nostri modi di curare, ma impone una sfida, sia epistemologica che pratica. Ci costringe a riconsiderare i nostri modelli di benessere, eziologia e trattamento della sofferenza, poiché sempre incompleti e parziali. La ricerca si propone di indagare – in tre differenti studi - l'incontro di valutazione diagnostica tra professionista della salute mentale – che lavora in ambito clinico e giuridico - e paziente/cliente migrante, focalizzando l’attenzione su pratiche, esperienze vissute, difficoltà percepite, uso di strumenti di valutazione e diagnosi. Tale ricerca si propone di offrire una riflessione teorica su tali tematiche, a partire da una integrazione tra la prospettiva etno-psichiatrica e quella fenomenologica.
Aronoff, Derek N. "Errors in clinical judgment : the effect of temporal order of client information on anchoring, adjustment, and adjustment mitigation and category of clinical inferences." Thesis, National Library of Canada = Bibliothèque nationale du Canada, 1997. http://www.collectionscanada.ca/obj/s4/f2/dsk3/ftp04/nq29876.pdf.
Full textChing, K. Y., and 程潔怡. "Validating a quantified clinical screening tool in detecting aspiration." Thesis, The University of Hong Kong (Pokfulam, Hong Kong), 2005. http://hub.hku.hk/bib/B4500996X.
Full textKnöfler, Ralf, and Werner Streif. "Strategies in Clinical and Laboratory Diagnosis of Inherited Platelet Function Disorders in Children." Karger, 2010. https://tud.qucosa.de/id/qucosa%3A27716.
Full textAngeborene Thrombozytenfunktionsstörungen stellen eine seltene und heterogene Gruppe von Erkrankungen dar, welche meist durch eine leichte bis mittelschwere Blutungsneigung auffallen. Typische Blutungssymptome sind Hämatomneigung, Epistaxis, Menorrhagien sowie Schleimhaut- und perioperative Blutungen. Die Durchführung der Thrombozytenfunktionsdiagnostik bei Kindern wird erschwert durch die altersabhängig begrenzte Blutprobenmenge, schwierige Venenverhältnisse und das Fehlen von Referenzbereichen für Kinder unterschiedlichen Alters. Aufgrund der meist komplizierten und zeitaufwendigen Tests ist die Thrombozytendiagnostik auf spezialisierte Zentren begrenzt. Mit hoher Wahrscheinlichkeit wird eine relevante Anzahl von Kindern mit nichtdiagnostizierten bzw. unkorrekt klassifizierten, klinisch relevanten Thrombozytopathien übersehen. Die Erhebung der Blutungsanamnese und die Bewertung der Blutungssymptome sind erforderlich für eine stufenweise erfolgreiche Gerinnungsdiagnostik. Vor Durchführung einer Thrombozytenfunktionsdiagnostik sollten das Vorliegen einer Thrombozytopenie, einer von-Willebrand-Erkrankung und sekundärer Gerinnungsstörungen ausgeschlossen werden. Die Lichttransmissionsaggregometrie gilt noch immer als Standardmethode für die Beurteilung der Thrombozytenfunktion. Nach Möglichkeit sollte stets versucht werden, den vorliegenden spezifischen Thrombozytenfunktionsdefekt zu klassifizieren, da dies für eine adäquate Behandlung und eine gezielte genetische Beratung notwendig ist.
Dieser Beitrag ist mit Zustimmung des Rechteinhabers aufgrund einer (DFG-geförderten) Allianz- bzw. Nationallizenz frei zugänglich.