Academic literature on the topic 'Detenzione amministrativa'

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Journal articles on the topic "Detenzione amministrativa"

1

Campesi, Giuseppe. "La detenzione amministrativa degli stranieri in Italia: storia, diritto, politica." DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 3 (May 2012): 177–225. http://dx.doi.org/10.3280/ded2011-003014.

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Lendaro, Annalisa. "Proteste ed emancipazione alla frontiera europea. Il caso di Lampedusa." REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 24, no. 48 (December 2016): 93–103. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880004807.

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Abstract:
Riassunto Questo articolo si propone di approfondire a livello teorico i legami tra proteste ed emancipazione dei migranti senza status legale, che si trovano in situazione di detenzione amministrativa sull’isola italiana di Lampedusa. Il presente contributo mette in evidenza il fatto che l’agency dei migranti, seppur privi di libertà e di uno status legale, è determinante per sbloccare una situazione di crisi in un contesto simile allo stato di eccezione descritto da Agamben. Più precisamente, la protesta dei migranti di Lampedusa mostra in che modo la sospensione dello stato di diritto apra degli spiragli per, non solo denunciare l’ingiustizia di alcune norme, ma anche per agire.
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3

Caputo, Giuseppe. "Stato costituzionale di diritto e carcere." La Nuova Giuridica 2, no. 2 (January 19, 2023): 37–59. http://dx.doi.org/10.36253/lng-1974.

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Abstract:
A partire dall’analisi della giurisprudenza costituzionale in materia di detenzione, nell’articolo si propone una teoria costituzionale dei diritti irrinunciabili della persona privata della libertà personale. Questa viene elaborata a partire dalla critica alla tradizionale teoria liberale dell'insindacabilità del governo amministrativo del carcere e alla più recente teoria del primato della rieducazione. Entrambe risultano incompatibili con il principio del primato della persona sancito dallo stato costituzionale di diritto. A partire dall’articolato reasoning della Corte, viene proposta una teoria utilitaristica dei diritti dei detenuti basata sul principio della minima sofferenza necessaria e su quello della giurisdizionalizzazione del carcere. The article presents a constitutional theory of the inalienable rights of the person deprived of personal liberty, based on the constitutional jurisprudence on detention. The theory is elaborated from the critique of the traditional liberal theory of the unquestionability of the administrative government of the prison and of the more recent theory of the primacy of re-education. Both are considered incompatible with the principles of the constitutional rule of law based on the respect of fundamental human rights. Starting from the articulated reasoning of the Court, the article proposes a utilitarian theory of the rights of prisoners based on the principles of the minimum necessary suffering and of the jurisdictionalization of the prison.
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Dissertations / Theses on the topic "Detenzione amministrativa"

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Cancellaro, Francesca <1984&gt. "La detenzione amministrativa degli stranieri. Nuove frontiere in materia di liberta' personale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7226/1/cancellaro_francesca_tesi.pdf.

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Abstract:
La detenzione amministrativa degli stranieri, pur condividendo il carattere tipicamente afflittivo e stigmatizzante delle pene, non si fonda sulla commissione di un reato e non gode delle medesime garanzie previste dal sistema della giustizia penale. Nel nostro ordinamento l’inadeguatezza della legislazione, l’ampio margine di discrezionalità rimesso all’autorità di pubblica sicurezza, nonché il debole potere di sindacato giurisdizionale rimesso all’autorità giudiziaria, raggiungono il loro apice problematico nell’ambito delle pratiche di privazione della libertà personale che hanno per destinatari gli stranieri maggiormente vulnerabili, ossia quelli appena giunti sul territorio e il cui status giuridico non è ancora stato accertato (c.d. situazione di pre-admittance). E’ proprio sulla loro condizione che il presente lavoro si focalizza maggiormente. Le detenzioni de facto degli stranieri in condizione di pre-admittance sono analizzate, nel primo capitolo, a partire dal “caso Lampedusa”, descritto alla luce dell’indagine sul campo condotta dall’Autrice. Nel secondo capitolo viene ricostruito lo statuto della libertà personale dello straniero sulla base dei principi costituzionali e, nel terzo capitolo, sono analizzati i principi che informano il diritto alla libertà personale nell’ambito delle fonti sovranazionali, con particolare riferimento al diritto dell’Unione Europea e al sistema della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Sulla scorta dei principi indagati, nel quarto capitolo è tracciata l’evoluzione legislativa in materia di detenzione amministrativa dello straniero in Italia e, nel quinto capitolo, è approfondito il tema dei Centri dell’immigrazione e delle regole che li disciplinano. Nelle conclusioni, infine, sono tirate le fila del percorso tracciato, attraverso la valutazione degli strumenti di tutela in grado di prevenire le pratiche di privazione della libertà informali e di garantire uno standard minimo nella tutela della libertà individuale, anche nelle zone di frontiera del nostro ordinamento.
This thesis focuses on the issue of the legality of migrants’ detention immediately following disembarkation on EU shores. Under Italian practice, this phase is one of those where access to justice and legal advice are poorly protected, so that under the justification of necessity and urgency, cases of unlawful deprivation of liberty frequently take place without any legal basis and judicial review. This has been the case at the Immigration Centre located on Lampedusa Island in recent years, where under the label of ‘reception’ in reality migrants have been subjected to unlawful detention. As personally observed by the author, who carried out some fieldwork research within this Centre, the above situation has represented a case of arbitrary detention in breach of the principles established in the Italian Constitution and in International Conventions, in primis in the case law under the European Convention of Human Rights. This thesis builds on the Lampedusa case study with the aim of suggesting better ways to protect migrants’ personal liberty. Starting from the evaluation of the general legal safeguards available in the field of immigration detention in Italy, this thesis criticizes the habeas corpus system, specifically addressed to those who are in limbo’ between the arrival at the border of Europe and the determination of their individual legal status. It concludes that in Italy a migrant’s right to personal liberty is undermined by the lack of legal remedies in the Italian system.
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Cancellaro, Francesca <1984&gt. "La detenzione amministrativa degli stranieri. Nuove frontiere in materia di liberta' personale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7226/.

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Abstract:
La detenzione amministrativa degli stranieri, pur condividendo il carattere tipicamente afflittivo e stigmatizzante delle pene, non si fonda sulla commissione di un reato e non gode delle medesime garanzie previste dal sistema della giustizia penale. Nel nostro ordinamento l’inadeguatezza della legislazione, l’ampio margine di discrezionalità rimesso all’autorità di pubblica sicurezza, nonché il debole potere di sindacato giurisdizionale rimesso all’autorità giudiziaria, raggiungono il loro apice problematico nell’ambito delle pratiche di privazione della libertà personale che hanno per destinatari gli stranieri maggiormente vulnerabili, ossia quelli appena giunti sul territorio e il cui status giuridico non è ancora stato accertato (c.d. situazione di pre-admittance). E’ proprio sulla loro condizione che il presente lavoro si focalizza maggiormente. Le detenzioni de facto degli stranieri in condizione di pre-admittance sono analizzate, nel primo capitolo, a partire dal “caso Lampedusa”, descritto alla luce dell’indagine sul campo condotta dall’Autrice. Nel secondo capitolo viene ricostruito lo statuto della libertà personale dello straniero sulla base dei principi costituzionali e, nel terzo capitolo, sono analizzati i principi che informano il diritto alla libertà personale nell’ambito delle fonti sovranazionali, con particolare riferimento al diritto dell’Unione Europea e al sistema della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Sulla scorta dei principi indagati, nel quarto capitolo è tracciata l’evoluzione legislativa in materia di detenzione amministrativa dello straniero in Italia e, nel quinto capitolo, è approfondito il tema dei Centri dell’immigrazione e delle regole che li disciplinano. Nelle conclusioni, infine, sono tirate le fila del percorso tracciato, attraverso la valutazione degli strumenti di tutela in grado di prevenire le pratiche di privazione della libertà informali e di garantire uno standard minimo nella tutela della libertà individuale, anche nelle zone di frontiera del nostro ordinamento.
This thesis focuses on the issue of the legality of migrants’ detention immediately following disembarkation on EU shores. Under Italian practice, this phase is one of those where access to justice and legal advice are poorly protected, so that under the justification of necessity and urgency, cases of unlawful deprivation of liberty frequently take place without any legal basis and judicial review. This has been the case at the Immigration Centre located on Lampedusa Island in recent years, where under the label of ‘reception’ in reality migrants have been subjected to unlawful detention. As personally observed by the author, who carried out some fieldwork research within this Centre, the above situation has represented a case of arbitrary detention in breach of the principles established in the Italian Constitution and in International Conventions, in primis in the case law under the European Convention of Human Rights. This thesis builds on the Lampedusa case study with the aim of suggesting better ways to protect migrants’ personal liberty. Starting from the evaluation of the general legal safeguards available in the field of immigration detention in Italy, this thesis criticizes the habeas corpus system, specifically addressed to those who are in limbo’ between the arrival at the border of Europe and the determination of their individual legal status. It concludes that in Italy a migrant’s right to personal liberty is undermined by the lack of legal remedies in the Italian system.
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MENTASTI, GIULIA. "LA 'CRIMMIGRATION' NEL SISTEMA ITALIANO: TRA SCELTE DI INCRIMINAZIONE E RICORSO AL TRATTENIMENTO AMMINISTRATIVO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/852159.

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Abstract:
La “crimmigration” nel sistema italiano: tra scelte di incriminazione e ricorso al trattenimento amministrativo. Il presente elaborato si pone l’obiettivo di studiare la criminalizzazione del fenomeno migratorio in Italia. In particolare, il lavoro verifica l’applicabilità al sistema giuridico italiano della cd. crimmigration, ossia di un fenomeno di sovrapposizione o intersezione tra diritto penale e diritto dell’immigrazione. Originariamente osservato e studiato negli Stati Uniti – dove, nel 2006, Juliet Stumpf ne ha coniato il nome – tale fenomeno si traduce, da un lato, in un inasprimento degli strumenti a disposizione degli Stati per la gestione dei flussi migratori irregolari e, dall’altro lato, in un progressivo orientarsi delle politiche migratorie in senso repressivo ed escludente. Seguendo le tre ‘direttrici’ in cui la dottrina in materia è solita articolare il fenomeno (ossia: l’uso della sanzione penale per punire condotte di violazione della normativa in tema di immigrazione, la previsione di conseguenze amministrative relative alla legittimità del soggiorno derivanti da condanne penali e il ricorso a misure privative o limitative della libertà personale di tipo) lo studio ricostruisce gli sviluppi normativi e giurisprudenziali in materia di contrasto all’immigrazione irregolare nel nostro Paese, constatando come l’approccio securitario delle politiche migratorie in cui si sostanzia la crimmigration sia ormai prevalente e costante nel tempo anche in Italia. Gli esiti della ricerca conducono a tre osservazioni. In primo luogo, a seguito della sentenza El Dridi della Corte di Giustizia del 2011 e delle stringenti indicazioni provenienti dal diritto dell’Unione europea, la criminalizzazione in senso stretto della migrazione irregolare risulta oggi una strada praticamente abbandonata dal legislatore. Alla previsione di reati ad hoc per lo straniero irregolare e all’uso della sanzione penale si stanno, infatti, sostituendo strumenti più agili ed efficaci come le misure amministrative tipiche della seconda direttrice. Accanto alle molteplici forme di espulsione, infatti, un numero sempre crescente e disomogeneo di reati, se commessi dallo straniero, incidono sulla sua permanenza in Italia o sul suo stesso ingresso, richiamando alla mente i contenuti della membership theory formulata oltreoceano. In secondo luogo, sembra invece affiorare una nuova direttrice di intervento repressivo (definita quale possibile ‘quarta direttrice’) che dispiega gli strumenti tipici dell’arsenale sanzionatorio penale nei confronti non più direttamente degli irregolari, ma di coloro che, anche a fini meramente solidaristici, ne supportano in qualsiasi modo il percorso migratorio. Rientrano in questa definizione, in particolare, le incriminazioni delle condotte di assistenza ai migranti contestate alle ONG attive nel Mediterraneo nelle forme del favoreggiamento ex art. 12 t.u.imm. nonché la recente (e poco longeva) incriminazione della violazione dei divieti di ingresso e sosta nel mare territoriale italiano, creati appositamente per contrastare l’attracco nei porti italiani delle navi delle ONG di ritorno da operazioni di salvataggio. In terzo luogo, in concomitanza con il progressivo abbandono della sanzione detentiva, hanno acquisito un ruolo sempre più centrale diverse forme di privazione amministrativa della libertà personale dei migranti irregolari (nei CPR, negli hotspot, nelle zone di transito degli aeroporti e, da ultimo, sulle navi-quarantena). Proprio dall’analisi della disciplina della detenzione amministrativa in Italia e delle molteplici criticità di questo strumento – che, come osservato dalla più autorevole dottrina in materia, con la pena detentiva presenta ‘sinistre affinità’ – emerge con chiarezza l’interferenza tra sostanza penale e forma amministrativa, confermando come oggi in Italia si stia facendo spazio un sistema ibrido, confinante con quello penale, che a questi si ispira nelle tecniche e negli strumenti senza al contempo importarne le garanzie, sacrificate in nome di esigenze di maggiore efficacia e speditezza nel contrasto all’immigrazione irregolare.
The “crimmigration” in the Italian system: between choices of incrimination and the use of administrative detention. This paper aims to study the criminalization of the migratory phenomenon in Italy. In particular, the work verifies the applicability to the Italian legal system of the so-called crimmigration, i.e., a phenomenon of overlap or intersection between criminal law and immigration law. Originally observed and studied in the United States – where, in 2006, Juliet Stumpf coined the name – this phenomenon translates, on the one hand, into a tightening of the instruments available to States for the management of irregular migratory flows and, on the other hand, in a progressive orientation of migration policies in a repressive and excluding sense. Following the three ‘guidelines’ (direttrici) in which the doctrine on the subject usually articulates the phenomenon (i.e.: the use of criminal sanctions to punish conducts of violation of the legislation on immigration, the provision of administrative consequences relating to the legitimacy of the stay deriving from criminal convictions and the use of privative or restrictive measures of personal freedom) the study reconstructs the regulatory and jurisprudential developments in the field of contrasting irregular immigration in our country, noting how this securitarian approach is now prevalent also in Italy. The results of the research lead to three main observations. In the first place, following the El Dridi judgment of the European Court of Justice of 2011 and the stringent indications coming from European law, the criminalization ‘in the strict sense’ of irregular migration is today a path practically abandoned by the legislator. The provision of ad hoc crimes for irregular foreigners and the use of criminal sanctions are, in fact, being replaced by more agile and effective tools such as the administrative measures (typical of the second ‘guideline’). Alongside the many forms of expulsion, in fact, an ever-increasing and uneven number of crimes, if committed by a foreigner, affect his stay in Italy or his own entry, recalling the contents of the ‘membership theory’ formulated overseas. Secondly, a new line of repressive intervention with the typical criminal tools seems to emerge (defined as a possible ‘fourth guideline’) against those who, even for pure solidarity purposes, support the aliens in their illegal migratory path. In particular, the definition includes the incrimination of the conduct of assistance of the NGOs active in the Mediterranean, both in the forms of aiding (pursuant to art. 12 t.u.imm.) as well as the recent (and short-lived) sanctions for violating the entry bans in the Italian territorial sea. Thirdly, in conjunction with the gradual abandonment of criminal detention, various forms of administrative deprivation of personal freedom of irregular migrants have acquired an increasingly central role (in the CPRs, in hotspots, in the transit areas of airports, and, lastly, on quarantine ships). Precisely from the analysis of the discipline of administrative detention in Italy and of the many criticalities of this instrument – which, as observed by the most authoritative doctrine on the subject, has ‘sinister affinities’ with the prison sentence – the paper shows the interference between criminal substance and administrative form, confirming how today in Italy a hybrid system is moving forward, next to the penal system and being inspired by its techniques and instruments but without importing its guarantees, sacrificed in the name of needs of greater effectiveness and speed in contrast to irregular immigration.
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