Academic literature on the topic 'Descrittività'

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Journal articles on the topic "Descrittività"

1

Tammaro, Ciro. "IL MATRIMONIO NEL «DE SACRAMENTIS» DI UGO DI SAN VITTORE E NELLE Ciro Tammaro IL MATRIMONIO NEL « DE SACRAMENTIS » DI UGO DI SAN VITTORE E NELLE « SENTENTIAE » DI PIETRO LOMBARDO: BREVI NOTE TEOLOGICO-CANONICHE COMPARATIVE." Revista Española de Derecho Canónico 72, no. 179 (July 1, 2015): 599–614. http://dx.doi.org/10.36576/summa.46451.

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Abstract:
Considerazioni preliminari. Struttura essenziale del matrimonio nell’opera De Sacramentis di Ugo di San Vittore: considerazioni generali. La teoria «consensuale» nella dottrina matrimoniale di Ugo di San Vittore: rilievi descrittivi. La disciplina dei beni del matrimonio nel pensiero teologico-canonico espresso nel De Sacramentis. Struttura essenziale del matrimonio nelle Sententiae di Pietro Lombardo: considera- zioni generali. La teoria «reale» nella dottrina matrimoniale di Pietro Lombardo: rilievi descrittivi. La disciplina dei beni del matrimonio nel pensiero teologico-canonico espresso nelle Sententiae. Considerazioni teologico-canoniche comparative e rilievi conclusivi.
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Metzeltin, Michele. "Il valore semantico del complento oggetto nelle frasi goldoniane." Linguistica 25, no. 2 (December 1, 1985): 29–43. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.25.2.29-43.

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Abstract:
Per capire le frasi di un testo bisogna tra l'altro analizzare i loro aspetti sintattici, pragmatici e semantici. A questo fine occorre disporre di strumenti o apparati descrittivi di precisione in grado di rendere espliciti questi aspetti.
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Bianchi, Valentina. "PROGETTARE PERCORSI “VERTICALI” SULL’ARGOMENTAZIONE, TRA MODELLI DESCRITTIVI E PROPOSTE DIDATTICHE." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 28, 2022): 1068–84. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18338.

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Abstract:
L’argomentazione è una pratica complessa e, allo stesso tempo, cruciale per il nostro agire (sociale) quotidiano: saper argomentare rientra, infatti, tra i principali obiettivi da raggiungere alla fine del percorso scolastico. A tal fine, diventa imprescindibile la realizzazione di un curricolo verticale che preveda un iter graduale di avvicinamento all’atto argomentativo (e ai suoi processi costitutivi) e che, dalla scuola primaria, in una prospettiva di continuità organica e sistematica, accompagni il discente fino all’esame finale del secondo ciclo. Considerando la dimensione testuale (e la pratica di interazione con la multiformità dei testi argomentativi) il filo conduttore dell’intero percorso, dopo aver illustrato i principi e i modelli teorici utili alla definizione della struttura argomentativa e dei dispositivi linguistici su cui si regge, con questo lavoro si prova ad avanzare una serie di proposte didattiche concrete da poter sviluppare anche in aula. Designing “vertical” paths on argumentation, between descriptive models and teaching proposals Argumentation is a complex practice and, at the same time, crucial for our (social) daily interaction: being able to argue is one of the main objectives to reach at the end of the school career. To this end, it becomes essential to create a vertical curriculum that provides a gradual approach to the act of argumentation (and its constituent processes) and that, from elementary school, in a perspective of organic and systematic continuity, accompanies the learner until the final exam of the second cycle. Considering the textual dimension (and the practice of interaction with the multiformity of argumentative texts) as the guiding thread of the entire course, after illustrating the principles and theoretical models useful for the definition of the argumentative structure and the linguistic devices on which it is based, this paper attempts to suggest a series of concrete didactic proposals that can also be developed in the classroom.
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Crivella, Giuseppe. "L’oeil-araignée. Sistemi descrittivi come scatole ottiche nei "Salons" di Diderot. Una lettura a partire dalle tesi di Hamon." e-Scripta Romanica 8 (November 3, 2020): 36–53. http://dx.doi.org/10.18778/2392-0718.08.03.

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Abstract:
Il testo si propone di analizzare le modalità di funzionamento dei sistemi descrittivi nei Salons di Diderot. Recuperando il fitto reticolo di definizioni operative messe a punto da Philippe Hamon nel noto testo Du descriptif, il nostro studio sviluppa una serie di analisi finalizzate a mettere in luce la distanza della prassi descrittiva di Diderot rispetto alle enunciazioni teoriche della trattatistica retorica a lui anteriore o coeva, puntando l’attenzione soprattutto su un uso assolutamente originale del pantonimo all’interno dei Salons.
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Miatto, Enrico. "L'inclusione come un prisma: significati e prospettive di una incursione nel catalogo OPAC del SBN." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 285–95. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9468.

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Abstract:
Il termine 2inclusione" sul piano interpretativo e descrittivo dei fenomeni sociali si offre con una pluralità di significati e di caratteristiche che lo identificano, distinguendolo da altri fenomeni descrittivi dell'umano. Allo scopo di produrre uno stato dell'arte e di cogliere i macro ambiti in cui il termine viene utilizzato, l'articolo propone un'analisi sulla sua presenza nella pubblicistica italiana attraverso l'interrogazione dello strumento On-line Public Access Catalog del Servizio Bibliotecario Nazionale. Focus dell'analisi è il periodo dal 1999 al 2019. Dall'analisi delle occorrenze sono desumibili macrocatergorie a cui i titoli delle opere considerati sono stati ricondotti. Ne emerge un netto slittamento sul versante educativo che alimenta di certo i saperi disciplinari pedagogici
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Sola, Giorgio. "LA DEMOCRAZIA RIVISITATA DA SARTORI: UNA NOTA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 1 (April 1989): 113–36. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017512.

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Abstract:
IntroduzioneL'uscita diThe Theory of Democracy Revisited(Chatham, N.J., Chatham House, 1987, 2 voll.) è un avvenimento di grande rilievo, non solo per la comunità politologica internazionale, ma anche per un pubblico colto ed informato. La ragione principale consiste nel fatto che questa opera di oltre cinquecento pagine rappresenta il punto di arrivo e la sintesi di trent'anni di studi e di ricerche condotte da Giovanni Sartori nel campo della politica, con particolare riguardo ai problemi del metodo, allo studio dei partiti e dei sistemi di partito, all'edificazione di una teoria della democrazia in cui trovino coerente collocazione sia gli aspetti descrittivi che quelli prescrittivi, sia le aspirazioni che le valutazioni che accompagnano questo termine fin dal suo apparire nel IV secolo a.C.
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Wakefield, Jerome C. "Patologizzare la normalitŕ: l'incapacitŕ della psichiatria di individuare i falsi positivi nelle diagnosi dei disturbi mentali." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 3 (September 2010): 295–314. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-003001.

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Abstract:
Quando la psichiatria si č trasformata da un'attivitŕ basata sul lavoro nei manicomi a una professione inserita nella comunitŕ, le diagnosi false positive hanno rappresentato una vera sfida alla validitŕ dei sistemi diagnostici. L'introduzione, col DSM-III del 1980, di criteri diagnosti operazionalizzati basati sui sintomi descrittivi ha esacerbato questa difficoltŕ a causa della natura contestuale della distinzione tra normale disagio e disturbo mentale. Viene discusso, anche con esempi clinici, se i DSM-III e DSM-IV sono riusciti a evitare i falsi positivi, e viene fatta un'analisi concettuale dei criteri di alcune diagnosi, proponendo contro-esempi alla pretesa dei DSM di identificare un disturbo. A tutt'oggi la psichiatria non č riuscita a risolvere il problema dei falsi positivi. Permangono lacune riconoscibili persino da non specialisti, e questo anche se il problema č puramente concettuale e non dipende da nuove informazioni provenienti da ricerche.
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8

Garzilli, Francesca. "Latenze del paesaggio periurbano: in dialogo con François Jullien." CRIOS, no. 19 (May 2021): 34–45. http://dx.doi.org/10.3280/crios2020-019004.

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Abstract:
Il paper rilegge criticamente il territorio periurbano e le sue potenzialità a partire da un'intervista rilasciata da François Jullien in merito ad alcuni concetti, pertinenti all'oggetto di riflessione, espressi all'interno del libro "Vivre de paysage ou l'impensé de la raison" (2014) . Scopo del sag¬gio è di mettere in relazione il concetto di paesaggio espresso da Jullien, riferito alla tradizione cinese, ed in particolare le sue condizioni di spazio entre ed ècart, con le caratteristiche tipiche del territorio periurbano. Questa impostazione sembra particolarmente utile per superare i limiti descrittivi e prefigurativi legati alla condizione topologica di questo spazio, frammentario, ibrido, discontinuo, contradditorio. La visione olistica sostenuta dallo studioso francese sembra infatti esaltare le potenzialità del periurbano come "campo di transizione", aiutando ad uscire da alcune secche concettuali persistenti nel dibattito disciplinare. La contaminazione tra questa interpretazione del paesaggio e gli studi provenienti dalla tradizione del landscape ecology possono così contribuire a un nuovo discorso sul paesaggio periurbano e sulle possibilità di una sua risignificazione mediante una rinnovata idea di progetto.
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9

Mancini, Tiziana, Nadia Monacelli, Chiara Foŕ, and Luca Caricati. "L'AIDS, una malattia come le altre? Rappresentazioni sociali dell'HIV/AIDS in un campione di soggetti adulti." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (September 2010): 5–32. http://dx.doi.org/10.3280/psd2010-001001.

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Abstract:
Lo studio č parte di un progetto finanziato nel 2007 dall'ISS finalizzato a cogliere i motivi che possono favorire o ostacolare l'accesso al test per l'HIV. L'obiettivo dello studio presentato era quello di cogliere alcuni aspetti descrittivi delle rappresentazioni sociali dell'HIV e dell'AIDS attivando due piani della conoscenza: quello evocativo-emotivo e quello razionale- cognitivo. Un questionario semi-strutturato č stato somministrato a 307 partecipanti. I risultati mostrano come, da un punto di vista evocativo-emotivo, sia possibile cogliere una sostanziale equivalenza fra l'immagine dell'AIDS e quella dell'HIV. Queste rappresentazioni enfatizzano, da un lato, una concezione di AIDS/HIV basata prevalentemente su contenuti propri delle conoscenze scientifiche, dall'altro concezioni in cui prevale la dimensione valutativo-morale. Č solo a seguito di un'attivazione mediata cognitivamente che i partecipanti riconoscono piů chiaramente la differenza fra HIV e AIDS. In questo caso, essi sono consapevoli che l'HIV non sia la stessa cosa dell'AIDS e che essere sieropositivi non equivalga ad essere malati di AIDS. Vengono discusse le implicazioni di tali risultati per le campagne preventive.
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Manfrida, Gianmarco, and Elisa Serafini. "La famiglia dell'emigrante č sempre una risorsa? Reti sociali e vissuti familiari nelle donne nigeriane vittime di tratta." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 31 (October 2010): 29–42. http://dx.doi.org/10.3280/pr2010-031003.

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Abstract:
Nell'ultimo decennio in Italia la tratta degli esseri umani ha assunto maggiore rilevanza e importanza. Il fenomeno si caratterizza per la sua complessitŕ e la sua rapida trasformazione, per questo gli autori hanno deciso di guardarlo ponendo attenzione ad un aspetto specifico: le reti sociali. In particolare si sono soffermati sulla situazione individuale e familiare di donne nigeriane inserite in programmi di protezione previsti dall'art. 18 D.Lgs. 286/98, con l'obiettivo di svolgere una prima analisi su handicap e risorse sociali, attraverso due strumenti descrittivi e proiettivi: genogramma e disegno simbolico dello spazio vitale. I risultati hanno permesso di evidenziare una sostanziale differenza fra la struttura descritta nel primo strumento e quella piů corrispondente ai vissuti individuali che appare nel secondo. Secondo gli autori tale discrepanza puň riflettere la differenza esistente fra un supporto reale ambivalente della rete sociale e il supporto sociale effettivamente percepito dal soggetto, libero dai condizionamenti negativi impliciti nelle "lealtŕ invisibili". Si aprono cosě spazi e responsabilitŕ per gli operatori formati in un modello relazionale sistemico.
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Dissertations / Theses on the topic "Descrittività"

1

Brambilla, Emanuele. "THE QUEST FOR ARGUMENTATIVE EQUIVALENCE.An Interpreting-oriented Argument Analysis of Political Source Texts on the Economic Crisis." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/10077/10985.

Full text
Abstract:
2013/2014
L’interpretazione ha spesso luogo in situazioni argomentative, vale a dire eventi comunicativi miranti alla “soluzione” di una divergenza di opinioni in merito a una specifica questione. Nel tentativo di difendere o delegittimare determinate posizioni, gli oratori fanno solitamente ricorso a tecniche argomentative che determinano la forza pragmatica del discorso. In questo senso, l’argomentazione è essenzialmente relativa, poiché dipende da convenzioni culturali, vincoli contestuali e fattori soggettivi. La relatività delle tecniche argomentative complica il compito interpretativo, soprattutto considerando che, nelle situazioni argomentative, la qualità dell’interpretazione è determinata dall’abilità dell’interprete di trasmettere lo scopo argomentativo del testo di partenza. L’equivalenza passa, cioè, per il rispetto delle convinzioni dell’oratore, senza il quale l’interpretazione è destinata a produrre un testo non equivalente all’originale a livello pragmatico. Guidato anche dall’intenzione di sopperire, seppur in misura minima, alla scarsa considerazione che le teorie dell’argomentazione godono nella ricerca in interpretazione, il presente progetto di ricerca circoscrive lo studio delle situazioni argomentative all’analisi dell’argomentazione in ambito politico, perseguendo due obiettivi principali: la definizione di una metodologia appropriata per l’analisi descrittiva dell’argomentazione nei testi di partenza e la valutazione empirica della relatività delle tecniche argomentative, mirante alla formulazione di indicazioni per l’interpretazione di discorsi politici. Lo studio si basa su un corpus comparabile multilingue denominato ARGO. Il corpus contiene trecentotredici discorsi politici sull’attuale crisi economico-finanziaria, pronunciati da Barack Obama, David Cameron, Nicolas Sarkozy e François Hollande. L’analisi di ARGO è mirata all’individuazione e alla descrizione di schemi argomentativi, “ragionamenti” stereotipati che vengono spesso usati in ambito politico per legittimare o screditare determinate posizioni. Alla luce della natura relativa dell’argomentazione, la presenza di schemi argomentativi estremamente eterogenei è stata ipotizzata sin dall’inizio del progetto. I risultati dell’analisi contrastiva confermano l’ipotesi iniziale, poiché Obama, Cameron, Sarkozy e Hollande fanno ricorso a diversi schemi argomentativi che richiedono l’utilizzo di diverse strategie interpretative a seconda dell’oratore in questione, del destinatario del discorso e del contesto in cui il discorso viene pronunciato. I risultati trovano pertanto utile applicazione in ambito didattico, poiché, insieme ad ARGO, forniscono materiale e indicazioni teoriche per sensibilizzare gli studenti a concetti argomentativi pertinenti all’interpretazione nella prospettiva di un graduale sviluppo della competenza argomentativa, intesa come l’abilità di anticipare le argomentazioni degli oratori. In maniera più generale, i risultati confermano la natura relativamente prevedibile dei discorsi politici; di conseguenza, avvalorano le implicazioni positive dell’analisi argomentativa dei testi di partenza in ambito interpretativo, il cui utilizzo sistematico è destinato a fornire risultati sempre più consistenti, affidabili e utili per promuovere la ricerca dell’equivalenza argomentativa nei testi interpretati.
Interpreting activity is frequently performed in argumentative situations, i.e. communicative events whose purpose is the discursive “solution” of a conflict between different standpoints regarding one specific question. In their attempts at defending and attacking standpoints, speakers generally resort to argumentative techniques which determine the pragmatic force of speeches. In this respect, argumentation is essentially relative, as it depends on cultural conventions, contextual constraints and subjective factors. The relativity of argumentation compounds the interpreting task, as the quality of the interpreter’s performance within argumentative situations is determined by his/her ability to convey the argumentative purpose of the source text by reproducing the speaker’s convictions. Failure to do so is bound to lead to the production of pragmatically inequivalent interpreted texts. Guided also by the intention partially to cater for the marked neglect of argumentation theories in interpreting research, the present research project focuses on political argumentation and pursues two main objectives: streamlining a suitable analytical methodology for the descriptive study of source-text argumentation in interpreting research and empirically assessing the relative nature of argumentation techniques with a view to providing suggestions for the interpretation of political speeches. The study is based on a multilingual comparable corpus named ARGO. It is composed of three hundred and thirteen political speeches on the current financial and economic crisis, delivered by Barack Obama, David Cameron, Nicolas Sarkozy and François Hollande. The analysis focuses on the identification and description of content-related argumentation schemes, i.e. stereotypical patterns of reasoning recurrently exploited by politicians to legitimise or delegitimise given courses of action. In the light of the relative nature of argumentation, the presence in the corpus of significantly different argumentation schemes was hypothesised at the outset. The findings of the contrastive analysis corroborate the initial hypothesis, as Obama, Cameron, Sarkozy and Hollande generally resort to extremely different argument schemes, which call for the adoption of specific interpreting strategies according to the speaker in question, the communicative context of speech delivery and the relevant audience. The results, thus, find useful application in interpreter training, in that, together with ARGO, they provide material and theoretical indications to sensitise students to relevant argumentation concepts with a view gradually to enhance their argumentative competence, understood as the ability to anticipate speakers’ arguments. More broadly, the results shed light on the predictability of political speeches and, consequently, foster the systematic adoption of argumentation analysis as a source-text research methodology, which could yield increasingly substantial findings paving the way for argumentative equivalence in interpreted argumentative situations.
XXVII Ciclo
1985
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ALBORGHETTI, CLAUDIA. "VOCI E IMMAGINI DI GIANNI RODARI IN TRADUZIONE INGLESE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10791.

Full text
Abstract:
La ricerca studia le riscritture delle opere di Gianni Rodari (1920-1980) in traduzione inglese attraverso la mediazione degli editori, critici letterari ma soprattutto dei traduttori tra il 1960 e il 2011. Nell’ambito degli studi sul contesto di produzione delle opere tradotte (Bassnett & Lefevere, 1998; Chesterman et al., 2000), la prima parte della ricerca presenta le caratteristiche traduttive della letteratura per l’infanzia attraverso un’analisi retrospettiva (Toury, 2012) utile a contestualizzare le opere di Rodari in inglese per il pubblico Anglo-Americano. La seconda parte illustra la mediazione linguistica dei traduttori in quattro di queste opere in inglese a partire dagli S-Universals (Chesterman, 2004). L’analisi delle traduzioni di Patrick Creagh (1965, 1971), Jack Zipes e Antony Shugaar (2008, 2011 rispettivamente), condotta attraverso le nove categorie traduttive proposte da J. L. Malone nel 1988, ha mostrato diversi gradi di addomesticamento ed estraniamento traduttivo (Venuti, 1995) a seconda dell’età del pubblico ricevente. Specificamente, le traduzioni addomesticanti si sono rivelate creative al punto da avvicinarsi all’intento narrativo di Rodari nei testi originali. La traduzione estraniante di Shugaar del 2011 ha mantenuto i riferimenti alla cultura italiana del testo rodariano, mostrando un cambiamento di pubblico ricevente dal testo fonte (pubblico giovane) al testo di arrivo (adulti).
The research investigates the extent to which Gianni Rodari’s (1920-1980) works changed in their English translations through the mediating presence of publishers, reviewers, and especially translators between the 1960s and 2011. With reference to the cultural context of production of translated works (Bassnett & Lefevere, 1998; Chesterman et al., 2000), translational patterns of children’s literature were firstly studied from a retrospective point of view (Toury, 2012) to contextualise Rodari’s books in English in the UK and the US. Secondly, the intervention of translators in four of these books was analysed within the mediation framework provided by S-Universals in translation (Chesterman, 2004). The discrete analysis of the translations by Patrick Creagh (1965, 1971), Jack Zipes and Antony Shugaar (2008, 2011 respectively), based on the nine translational trajections identified by J. L. Malone (1988), showed that the translators adopted different foreignising and domesticating strategies (Venuti, 1995) according to the intended public. More specifically, domesticating strategies presented a high degree of creativity in line with Rodari’s original narrative purpose, whereas Shugaar’s foreignising translation (2011) retained references to the Italian culture as in Rodari’s source text, marking a shift of audience from children to adults, from the Italian to the English target text.
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ALBORGHETTI, CLAUDIA. "VOCI E IMMAGINI DI GIANNI RODARI IN TRADUZIONE INGLESE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10791.

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Abstract:
La ricerca studia le riscritture delle opere di Gianni Rodari (1920-1980) in traduzione inglese attraverso la mediazione degli editori, critici letterari ma soprattutto dei traduttori tra il 1960 e il 2011. Nell’ambito degli studi sul contesto di produzione delle opere tradotte (Bassnett & Lefevere, 1998; Chesterman et al., 2000), la prima parte della ricerca presenta le caratteristiche traduttive della letteratura per l’infanzia attraverso un’analisi retrospettiva (Toury, 2012) utile a contestualizzare le opere di Rodari in inglese per il pubblico Anglo-Americano. La seconda parte illustra la mediazione linguistica dei traduttori in quattro di queste opere in inglese a partire dagli S-Universals (Chesterman, 2004). L’analisi delle traduzioni di Patrick Creagh (1965, 1971), Jack Zipes e Antony Shugaar (2008, 2011 rispettivamente), condotta attraverso le nove categorie traduttive proposte da J. L. Malone nel 1988, ha mostrato diversi gradi di addomesticamento ed estraniamento traduttivo (Venuti, 1995) a seconda dell’età del pubblico ricevente. Specificamente, le traduzioni addomesticanti si sono rivelate creative al punto da avvicinarsi all’intento narrativo di Rodari nei testi originali. La traduzione estraniante di Shugaar del 2011 ha mantenuto i riferimenti alla cultura italiana del testo rodariano, mostrando un cambiamento di pubblico ricevente dal testo fonte (pubblico giovane) al testo di arrivo (adulti).
The research investigates the extent to which Gianni Rodari’s (1920-1980) works changed in their English translations through the mediating presence of publishers, reviewers, and especially translators between the 1960s and 2011. With reference to the cultural context of production of translated works (Bassnett & Lefevere, 1998; Chesterman et al., 2000), translational patterns of children’s literature were firstly studied from a retrospective point of view (Toury, 2012) to contextualise Rodari’s books in English in the UK and the US. Secondly, the intervention of translators in four of these books was analysed within the mediation framework provided by S-Universals in translation (Chesterman, 2004). The discrete analysis of the translations by Patrick Creagh (1965, 1971), Jack Zipes and Antony Shugaar (2008, 2011 respectively), based on the nine translational trajections identified by J. L. Malone (1988), showed that the translators adopted different foreignising and domesticating strategies (Venuti, 1995) according to the intended public. More specifically, domesticating strategies presented a high degree of creativity in line with Rodari’s original narrative purpose, whereas Shugaar’s foreignising translation (2011) retained references to the Italian culture as in Rodari’s source text, marking a shift of audience from children to adults, from the Italian to the English target text.
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ANELLI, LAURA. "UMORISMO E DOPPIAGGIO: CENSURA E MANIPOLAZIONE NELLA RISCRITTURA DELLE SITCOM AMERICANE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/24617.

Full text
Abstract:
La presente tesi ha come scopo l’analisi della traduzione per il doppiaggio dell’umorismo costruito su argomenti tabù (quali ad esempio riferimenti al sesso, alla sessualità, all’obesità, al consumo di alcol e droghe) presente in quattro sitcom americane, nello specifico Friends, Will & Grace, How I Met Your Mother e 2 Broke Girls. In particolare, partendo dalla teoria della riscrittura proposta da Lefevere (1992,) la ricerca mira ad identificare casi di censura e manipolazione presenti nella traduzione in italiano dei suddetti testi audiovisivi. Con un approccio traduttivo descrittivo, i dialoghi trascritti dall’inglese sono stati confrontati con la loro traduzione in lingua italiana e i risultati dimostrano che censura e manipolazione all’interno della traduzione per il doppiaggio sono due fenomeni esistenti pur non essendo sempre possibile distinguere tra i due dal momento che non solo i vari specialisti coinvolti nel doppiaggio, quali traduttori, direttori del doppiaggio, doppiatori, adattatori, ma anche gli organi afferenti al patronato (Lefevere 1992) possono in qualche modo influire sull’atto traduttivo stesso. Un confronto diacronico tra le sitcom prese in esame dimostra tuttavia come fenomeni censori e manipolatori nella traduzione dell’umorismo tabù siano oggi in diminuzione rispetto al passato, probabile segno di una mutata ideologia nella cultura di arrivo.
The purpose of the present thesis is to analyse the translation for dubbing of humour based on taboo topics – such as, for example, references to sex, sexuality, obesity, alcohol and drug addiction – present in four American sitcoms, namely Friends, Will & Grace, How I Met Your Mother and 2 Broke Girls. Moving from the theory of rewriting introduced by Lefevere (1992), the present research aims to identify cases of manipulation and censorship in the Italian translation of the above-mentioned audiovisual texts. Following a descriptive translational approach, the English dialogues have been compared to their Italian translation. Results show that censorship and manipulation exist in the translation for dubbing even though it is not always possible to distinguish between the two. Indeed, not only the several specialists involved in the dubbing process, such as translators, dubbing directors, dubbing actors, adaptors, but also the powers linked to patronage (Lefevere 1992) can influence in several ways the translation process. However, a diachronic comparison of the analysed sitcoms demonstrates that censorial and manipulative phenomena in the translation of taboo humour are decreasing compared to the past, and this is probably due to a change in the receiving culture ideology.
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ANELLI, LAURA. "UMORISMO E DOPPIAGGIO: CENSURA E MANIPOLAZIONE NELLA RISCRITTURA DELLE SITCOM AMERICANE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/24617.

Full text
Abstract:
La presente tesi ha come scopo l’analisi della traduzione per il doppiaggio dell’umorismo costruito su argomenti tabù (quali ad esempio riferimenti al sesso, alla sessualità, all’obesità, al consumo di alcol e droghe) presente in quattro sitcom americane, nello specifico Friends, Will & Grace, How I Met Your Mother e 2 Broke Girls. In particolare, partendo dalla teoria della riscrittura proposta da Lefevere (1992,) la ricerca mira ad identificare casi di censura e manipolazione presenti nella traduzione in italiano dei suddetti testi audiovisivi. Con un approccio traduttivo descrittivo, i dialoghi trascritti dall’inglese sono stati confrontati con la loro traduzione in lingua italiana e i risultati dimostrano che censura e manipolazione all’interno della traduzione per il doppiaggio sono due fenomeni esistenti pur non essendo sempre possibile distinguere tra i due dal momento che non solo i vari specialisti coinvolti nel doppiaggio, quali traduttori, direttori del doppiaggio, doppiatori, adattatori, ma anche gli organi afferenti al patronato (Lefevere 1992) possono in qualche modo influire sull’atto traduttivo stesso. Un confronto diacronico tra le sitcom prese in esame dimostra tuttavia come fenomeni censori e manipolatori nella traduzione dell’umorismo tabù siano oggi in diminuzione rispetto al passato, probabile segno di una mutata ideologia nella cultura di arrivo.
The purpose of the present thesis is to analyse the translation for dubbing of humour based on taboo topics – such as, for example, references to sex, sexuality, obesity, alcohol and drug addiction – present in four American sitcoms, namely Friends, Will & Grace, How I Met Your Mother and 2 Broke Girls. Moving from the theory of rewriting introduced by Lefevere (1992), the present research aims to identify cases of manipulation and censorship in the Italian translation of the above-mentioned audiovisual texts. Following a descriptive translational approach, the English dialogues have been compared to their Italian translation. Results show that censorship and manipulation exist in the translation for dubbing even though it is not always possible to distinguish between the two. Indeed, not only the several specialists involved in the dubbing process, such as translators, dubbing directors, dubbing actors, adaptors, but also the powers linked to patronage (Lefevere 1992) can influence in several ways the translation process. However, a diachronic comparison of the analysed sitcoms demonstrates that censorial and manipulative phenomena in the translation of taboo humour are decreasing compared to the past, and this is probably due to a change in the receiving culture ideology.
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CIANI, SCIOLLA JACOPO. "¿SEGNI DISTINTIVI E PUBBLICO DOMINIO: IL RUOLO DELL¿IMPERATIVO DI DISPONIBILITA¿ NELLA REGISTRAZIONE E NELLA TUTELA DEL MARCHIO¿." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/351166.

Full text
Abstract:
La filosofia del diritto occidentale, mentre si è ampiamente preoccupata di indagare i fondamenti giustificativi dei diritti di proprietà intellettuale, raramente si è occupata di quelli del loro antagonista concettuale, ovvero del pubblico dominio. Lo scarso interesse manifestato dalla letteratura scientifica trova plausibile spiegazione nella concezione largamente diffusa che identifica il pubblico dominio nel concetto opposto e contrario di “proprietà”, finendo per cadere nell’equazione che considera una risorsa valorizzabile e meritevole di attenzione e tutela solo ciò che è appropriabile e tratta ciò che non lo è come scarto privo di intrinseco interesse. Oggi, a questa visione se ne è sostituita un’altra, che vede il pubblico dominio non più come res nullius, ma come res publici iuris, ovvero proprietà collettiva, comune, di tutti. Riconoscere che sul pubblico dominio insiste un interesse proprietario comune, equivale a dire che ciascun membro della collettività vanta un interesse a rivendicarne la comune proprietà, ovvero ad opporsi a tentativi di loro privata appropriazione. In relazione al diritto dei marchi tale interesse si contrappone al fenomeno di appropriazione indebita dei segni distintivi che devono considerarsi patrimonio comune, sottratto a qualsiasi diritto di privativa e liberamente disponibile per la collettività. Il capitolo introduttivo affronta i problemi definitori del pubblico dominio con riferimento alle principali privative industrialistiche, per poi concentrarsi, in particolare, sul rapporto con il diritto dei marchi. Esso dà conto delle principali iniziative mosse a livello internazionale per studiare le interazioni tra diritto dei marchi e pubblico dominio e si conclude con l’individuazione degli interessi collegati alla salvaguardia di un pubblico dominio ricco ed accessibile e delle minacce a tale interesse, ravvisabili nella tendenza all’espansione e al cumulo delle tutele. La durata tendenzialmente illimitata del diritto e la revocabilità dello status di pubblico dominio di un segno, caratterizzano il diritto di marchio rispetto alle altre privative industrialistiche per non avere una struttura di per sé favorevole e predisposta alla salvaguardia del dominio pubblico. Tale limite strutturale è però temperato dal legislatore mediante la previsione di limiti alla possibilità di acquisizione del diritto, nonché alla sua portata una volta acquisito. I capitoli II e V si occupano dei meccanismi che il diritto dei marchi prevede al fine di garantire spazi di pubblico dominio cui gli operatori del mercato possono liberamente attingere senza perciò interferire con l’area dei diritti di esclusiva dei titolari di marchio. Il capitolo II, in particolare, si occupa dei meccanismi di salvaguardia del pubblico dominio costituito dai segni esclusi dalla registrazione. I singoli impedimenti alla registrazione sono presi in esame evidenziandone la scarsa capacità escludente anche alla luce della tendenza all’estensione dell’oggetto della tutela di marchio, evidenziata attraverso una rassegna dei principali marchi-non convenzionali cui negli anni è stata concessa tutela. Tra tali meccanismi di salvaguardia del pubblico dominio spazio centrale è dedicato al principio dell’imperativo di disponibilità dei segni distintivi. Tale dottrina è stata elaborata dal formante giurisprudenziale tedesco sotto il nome di “Freihaltebedürfnis” (letteralmente “necessità di mantenere libero”) e fatta propria dalla dottrina anglosassone come “right to keep free” e sostiene, almeno nel suo impianto originale, la necessità di subordinare la registrazione di un marchio ad una previa valutazione di opportunità che il segno per cui si domanda tutela debba rimanere in pubblico dominio, ovvero liberamente appropriabile dalla collettività. Oggi è più che mai in dubbio quale sia il ruolo di questo principio all’interno del diritto comunitario dei marchi. Il capitolo III illustra l’iter della giurisprudenza comunitaria con riferimento alla questione del riconoscimento e della rilevanza dell’imperativo di disponibilità nel giudizio di registrazione. L’analisi evidenzierà come la Corte sia giunta a conclusioni differenti a seconda del diverso impedimento alla registrazione oggetto di interpretazione, con risultati considerati irragionevoli da larga parte della dottrina e non banali difficoltà e incertezze applicative per gli Uffici di registrazione. Nonostante ciò si evidenzierà l’emergere di una linea interpretativa comune alla maggior parte delle decisioni analizzate, tesa a riconoscere un ruolo effettivo all’imperativo di disponibilità nel giudizio di registrazione, seppur solo di carattere strumentale alla valutazione di distintività di un segno. Il capitolo IV illustra come il recente progetto di riforma di Direttiva e Regolamento comunitari non abbia colto l’opportunità di positivizzare tale principio, restando insensibile alla proposta originaria formulata dallo Studio del Max Planck Institut diMonaco di Baviera di inserire un riconoscimento espresso del suo operare all’interno del giudizio di registrazione. Conclusa la prima parte del lavoro dedicata alle interazioni tra il principio di disponibilità dei segni distintivi e la registrazione di marchio, nel capitolo V si entrerà nel terreno meno battuto dei riflessi che lo stesso principio dispiega nei confronti del giudizio di contraffazione. Dopo aver analizzato i diversi meccanismi previsti dal legislatore al fine di salvaguardare il pubblico dominio costituito dalle libere utilizzazioni di un segno registrato, si darà conto della loro scarsa capacità escludente e delle conseguenti minacce che la tutela assoluta prevista per i casi di contraffazione per doppia identità e quella aggravata del marchio che gode di rinomanza pongono alla salvaguardia dello spazio di pubblico dominio, specialmente con riguardo ai numerosi casi in cui il marchio altrui è utilizzato per scopi “atipici”, ovvero non chiaramente distintivi dell’attività imprenditoriale e dei beni o servizi dell’avente diritto. Con riferimento ad essi, l’interprete ha l’arduo compito di capire, di volta in volta, se sia maggiormente meritevole di tutela il titolare di marchio nel suo interesse di escludere i terzi dall’utilizzo del proprio segno, o i terzi stessi nell’interesse antagonista di fare uso del segno per finalità descrittive, espressive, decorative ecc. La giurisprudenza non ha offerto alcuna interpretazione univoca di questo bilanciamento, stentando a tracciare lo spartiacque tra usi leciti ed illeciti del marchio altrui. Molti di questi casi sono allora stati risolti dalla giurisprudenza ricorrendo, per sancirne la liceità, ad un principio di “necessità dell’uso” che porta nel giudizio di contraffazione gli stessi interessi di libera disponibilità presenti in sede di registrazione. Anche all’interno del giudizio di contraffazione, tuttavia, tale interesse resta sostanzialmente un oggetto misterioso per la Corte di Giustizia, che resta ancorata alla contraddizione che vede tale interesse confinato ad operare come principio interpretativo generale della normativa, privo però di qualsiasi implicazione concreta ed effettiva nel giudizio di registrazione e di contraffazione. In conclusione si suggerisce la necessità di sciogliere questo paradosso e si individua nella proposta del Max Planck un’occasione inspiegabilmente mancata per farlo.
Among the 45 Recommendations adopted under the WIPO Development Agenda, two indicate the preservation of public domain as a key task for firms, individuals and Member States. This study explores the notion of “public domain” in relation to trademark law, with particular reference to the challenging issue of how safeguarding it, avoiding misappropriation of signs which should remain usable by the public. Some studies have shown that legal instruments provided by trademark law to keep signs and certain forms of use free, risk not being appropriate counterbalances to prevent the misappropriation of public domain. A general exclusion from registration does not exist for many signs which are part of a communal heritage and even if a refusal for registration may be grounded on the lack of distinctiveness, this requirement may still be overcome, showing that the sign has acquired a “secondary meaning”. Furthermore, a look into the registers reveals that trademark right is often used as a vehicle to extend prior patent, design or copyrights, with great public domain’s concerns. At last, the space of public domain is endangered by the expanded protection of new types of marks and by the anti-dilution enhanced protection, which gave the registered trademark’s owner more general control over his sign, making it unavailable for socially and culturally valuable use, such as news reporting, criticism, review and parody. German case law was the first to address the issue of the safeguard of this room for free signs and uses, suggesting that trademark registration should be subject to a prior assessment of the opportunity that a sign remain public available (Freihaltebedürfnis). This interest raises from the observation of the negative impact that granting rights to certain types of trademark may have on market competition and led most countries to refrain from recognising trademark rights to descriptive and generic signs and functional shapes. Otherwise, by choosing these signs, right holders may acquire strategic competitive advantages on competitors whose marketing strategies and communication, deprived of the opportunity to use them, would result much less effective than that allowed to the trademark’s holder. This advantage has nothing to do with the essential function to guarantee the trade mark as an indication of origin and is therefore not justified in the light of the objectives underlying trade mark law. The ECJ, requested to preliminary ruling on whether this “need to keep free” should play any role in the European trademark law, answered contradictorily. Notwithstanding, courts still rely on public policy concerns in order to preclude or limit the trademark protection, such as the “color depletion” and the “functionality” doctrine used by U.S. Courts for granting protection to color or shape marks. This work suggests that public interest should still play a role as a key-factor in order to assess the distinctive character relevant both in registration and infringement proceedings and shares the view that wording should be added in the Trademark Directive and Regulation, that the assessment of distinctive character should take into account the “right to keep free”. This proposal becomes particularly actual in the light of the works in progress for reforming the European trademark legislation, which appear to have ignored the problem of striking the proper balance between trademark right and public domain.
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TOMASSETTI, ALESSANDRA. "Gli archivi di archeologia a Roma: quadro concettuale, tipologie e modelli descrittivi." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1250004.

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Abstract:
Il progetto di ricerca nasce dalla constatazione dell’assenza di studi generali ed approfonditi sulla storia, e i processi di formazione, gestione, conservazione e valorizzazione degli archivi pertinenti alla materia archeologica. L’obiettivo è di individuare la tipologia, natura e struttura degli archivi di archeologia in base alla ricostruzione ed analisi dei processi di formazione dei sistemi documentari ed archivistici delle istituzioni di tutela e ricerca (ricognizioni e missioni archeologiche, campagne di archeologia preventiva), e di definire un modello descrittivo che coniughi gli standard archivistici con gli strumenti delle digital libraries (in particolare delle missioni archeologiche).
The research project takes over the absence of general and in-depth studies about the history, and the processes of formation, management, conservation and development of the archive of the archives relevant to the archaeological matter. The aim is to identify the type, nature and structure of archeology archives based on the reconstruction and analysis of the formation processes of records management systems of preservation and research institutions (surveys, archaeological missions, etc.), and to design a descriptive model that combines archival standards with the digital libraries tools (especially the archaeological missions).
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Books on the topic "Descrittività"

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D'Agostino, Emilio. Analisi del discorso: Metodi descrittivi dell'italiano d'uso. Napoli: Loffredo, 1992.

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Rosini, Rosanna Masiola. La traduzione è servità, ovvero, Food for thought: Analisi di corpora paralleli in traduzione costruiti su topos descrittivi e tematici inentrati sul cibo. Trieste, Italia: Edizioni Università di Trieste, 2004.

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3

Inventarî sonori delle lingue: Elementi descrittivi di sistemi e processi di variazione segmentali e sovrasegmentali : fonetica e fonologia per il modulo-base di linguistica generale (Facoltà di lingue e letterature straniere). Alessandria: Edizioni dell'Orso, 2008.

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Cataloghi Sistematici e Descrittivi Degli Oggetti di Storia Naturale Esistente Nel Museo (Classic Reprint) (Italian Edition). Forgotten Books, 2017.

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Book chapters on the topic "Descrittività"

1

Naso, Francesco, and Leonardo Ugo Artico. "1 • Primi risultati dell’Osservatorio sulle trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano." In Osservatorio sulle trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano 2022. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2023. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-703-6/001.

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Abstract:
In questo capitolo verrà evidenziato il contesto industriale dell’automotive italiano (§ 2) per poi presentare l’approccio metodologico oggetto di analisi (§ 3) e le risultanze derivanti dalla sua applicazione evidenziando alcuni elementi descrittivi sul nuovo ecosistema (§ 4), gli scenari al 2030 (§ 5) e alcune raccomandazioni conclusive (§ 7).
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Viti, Carlotta. "48. Principi descrittivi ed esplicativi nel De lingua latina di Varrone." In LATINITATIS RATIONES, edited by Paolo Poccetti. Berlin, Boston: De Gruyter, 2016. http://dx.doi.org/10.1515/9783110431896-050.

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Carolo, Attilio Giovanni. "Le Sfere Planetarie di Giove, Venere, Luna e Sole & Ottava sfera nei Musei Civici di Vicenza: note relative al loro ritrovamento ed aspetti storico-didattici descrittivi." In Società italiana degli storici della fisica e dell'astronomia : atti del XLI Convegno annuale = proceedings of the 41st Annual Conference. Pisa University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.12871/978883339694144.

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