Academic literature on the topic 'Democrazia del pubblico'

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Journal articles on the topic "Democrazia del pubblico"

1

Cirillo, Antonella. "L'amministrazione relazionale. Modelli comunicativi di Public Governance." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (November 2011): 59–78. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-004005.

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Abstract:
Il percorso di modernizzazione della Pubblica amministrazione italiana č analizzato alla luce della piů ampia transizione politico-istituzionale in corso nelle democrazie contemporanee dallo schema autoritativo diallo schema reticolare di. I mutamenti legislativi, organizzativi e culturali con cui a partire dagli anni '90 il sistema pubblico del nostro paese tenta di adeguarsi agli standard qualitativi e competitivi richiesti dalle imperanti logiche del mercato globale ruotano attorno ai principi fondativi della. In particolare, nell'articolo si intende porre in evidenza come l'attivazione e il presidio da parte delle amministrazioni pubbliche di flussi comunicativi interni ed esterni coordinati e continuativi costituisca, in termini e di strumento e di processo, il presupposto funzionale e strategico ineludibile per la realizzazione di pratiche di democrazia deliberativa e partecipativa.
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2

Ciaffi, Daniela, and Emanuela Saporito. "Il diritto alla cura dei beni comuni come palestra di democrazia." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 127 (March 2022): 39–51. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-127004.

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Abstract:
L'incrocio tra il diritto e la sociologia urbana apre a scenari di sperimentazione di modelli democratici nuovi, permettendoci di ridefinire servizi pubblici, spazi urbani, territori come beni comuni. Secondo la prospettiva proposta, le pratiche sempre più diffuse di cittadinanza attiva, che si prende cura dei beni comuni, trasformano i cittadini/abitanti da utilizzatori/consumatori di servizi e spazi a prosumers, suggerendoci che siamo in una fase di cambio di paradigma nella rappresentazione e definizione delle istituzioni pubbliche. La scuola è proposta come campo concreto di riflessione, nel suo passaggio da servizio pubblico a bene comune, quando cioè si territorializza, diventando oggetto di cura di tutta la "comunità educante", per disegnarsi sui caratteri socio-spaziali del bisogno educativo.
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Elster, Jon. "La democrazia deliberativa." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 36 (January 2010): 33–50. http://dx.doi.org/10.3280/las2009-036004.

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Abstract:
- L'articolo esamina le qualitÀ della democrazia deliberativa a partire dal riferimento a espressioni storiche di questa: nelle istituzioni ateniesi del quinto-quarto secolo a. C., nella Convenzione Federale statunitense del 1788, negli Stati Generali della Rivoluzione francese, in varie esperienze locali odierne. Stabiliti tre modelli di democrazia (diretta, rappresentativa, del sorteggio) e tre criteri per la deliberazione (moralitÀ, causalitÀ, probabilitÀ), la questione da affrontare č se la forma deliberativa di democrazia sia un buon sistema politico. La risposta č sě, purché si verifichino tre condizioni: intensitÀ della motivazione nei partecipanti, orientamento al bene pubblico della motivazione stessa, corretta informazione dei partecipanti. Ma si tratta di una conclusione ipotetica, che tiene conto della complessitÀ e molteplicitÀ dei fattori in gioco, e dunque del fatto che nessuna proprietÀ dei processi decisionali collettivi č desiderabile incondizionatamente.
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Viñuela, Enrique García, and Pablo Vázquez Vega. "The Financing of Political Parties: a Public Choice Approach*." Journal of Public Finance and Public Choice 14, no. 1 (April 1, 1996): 41–55. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540246.

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Abstract:
Abstract I numerosi e recenti casi di finanziamenti illegali ai partiti politici, malgrado la diffusa convinzione dell’importanza del finanziamento legale ai partiti come prerequisite di una efficiente democrazia rappresentativa, mettono in evidenza come il fenomeno del finanziamento illegale ai partiti sia un fenomeno alquanto diffuso. Ciò ha portato i Paesi più afflitti da questa pratica ad introdurre riforme nella legislazione che riguarda il finanziamento dei partiti politici.Gli AA. ricostruiscono in questo articolo i punti salienti dell’organizzazione dei partiti politici nei Paesi a più radicata democrazia, analizzando separatamente sia il finanziamento pubblico (suggerito qualora i cittadini fossero riluttanti alia contribuzione), sia il finanziamento privato (più adatto in una democrazia con partiti forti e liberi dal con- * trollo statale e dei gruppi di pressione).La loro pragmatica conclusione è nel senso che i partiti politici dovrebbero sfruttare l’occasione della riforma di questa normativa per riguadagnare consensi presso l’elettorato e che il sistema più efficace per controllare il fenomeno del finanziamento illegale dei partiti è quello di ridurre gli incentivi verso la ricerca di rendite parassitarie nel settore pubblico.
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5

Sola, Giorgio. "LA DEMOCRAZIA RIVISITATA DA SARTORI: UNA NOTA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 1 (April 1989): 113–36. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017512.

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Abstract:
IntroduzioneL'uscita diThe Theory of Democracy Revisited(Chatham, N.J., Chatham House, 1987, 2 voll.) è un avvenimento di grande rilievo, non solo per la comunità politologica internazionale, ma anche per un pubblico colto ed informato. La ragione principale consiste nel fatto che questa opera di oltre cinquecento pagine rappresenta il punto di arrivo e la sintesi di trent'anni di studi e di ricerche condotte da Giovanni Sartori nel campo della politica, con particolare riguardo ai problemi del metodo, allo studio dei partiti e dei sistemi di partito, all'edificazione di una teoria della democrazia in cui trovino coerente collocazione sia gli aspetti descrittivi che quelli prescrittivi, sia le aspirazioni che le valutazioni che accompagnano questo termine fin dal suo apparire nel IV secolo a.C.
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Dovizio, Ciro. "Tra questione siciliana e questione mafiosa. Sul giornale "L'Ora" nella seconda metà degli anni Cinquanta." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 297 (January 2022): 36–66. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297002.

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Abstract:
Negli anni Cinquanta il Partito comunista acquisì l'antica testata de "L'Ora" con l'obiettivo di allargare l'opinione di sinistra in Sicilia. Alla direzione fu chiamato il calabrese Vittorio Nisticò, già redattore del giornale filocomunista romano "Paese Sera", il quale seguì una linea fortemente regionalista, critica verso la gestione democristiana dell'autonomia, propugnando alleanze non necessariamente in sintonia col quadro nazionale. Opzione, questa, venuta alla ribalta nel 1958-60 con i governi regionali di Silvio Milazzo, appoggiati da dissidenti Dc, destre e, sia pure esternamente, dai social-comunisti. A tale prospettiva venne affiancandosene, a un certo punto, un'altra di pugnace contestazione della mafia e dei suoi rapporti con la Democrazia cristiana, divenuta presto la più autentica cifra del giornale. Logico che il discorso pubblico appiattisse la vicenda sull'immagine un po' unilaterale del ‘quotidiano antimafia'. L'articolo affronta la fase iniziale della direzione Nisticò, attingendo alla collezione del giornale e a documenti d'archivio, sottolineando come solo parzialmente la dimensione regionalista si sovrapponesse a quella antimafia, balzata all'attenzione dell'opinione pubblica dopo la grande inchiesta dell'autunno 1958. Senza pretese di completezza, l'intento è d'indagare un caso ancora inesplorato dalla storiografia.
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Pulignano, Valeria. "E-democrazia al lavoro: effetti e problematicità dell'era digitale." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 160 (August 2021): 7–23. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160001.

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Abstract:
Questo contributo mette in evidenza le problematicità derivanti dagli effetti della tecnologia digitale sulla democrazia. Tre sono i temi principali che vengo affrontati. Il primo è legato al controllo di sistemi tecnologici avanzati nelle mani di una élite che rischia di aumentare il suo potere e la sua influenza sulle masse di utenti e consumatori che utilizzano le nuove tecnologie. Il secondo tema, direttamente connesso al primo, riguarda la fiducia del pubblico verso le istituzioni democratiche a seguito dell'entrata in campo di sistemi di comunicazione digitale di massa, che spesso sono portatori di disinformazione e notizie false (‘fake news'). Il terzo tema, è quello del ‘capitalismo della sorveglianza', che si lega alle relazioni industriali e di lavoro, nel senso che esamina le implicazioni che questo comporta per la democrazia, intesa come partecipazione diretta e indiretta dei lavoratori sui luoghi di lavoro.
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8

Dondi, Mirco. "L'emittenza privata tra cambiamento sociale e assenza normativa (1976-1984)." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 298 (June 2022): 278–301. http://dx.doi.org/10.3280/ic298-oa1.

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Abstract:
Il saggio analizza la fase nascente delle televisioni private in Italia e l'autonoma evoluzione del sistema televisivo fino al consolidamento dei tre network nazionali Canale 5, Italia 1, Rete 4. I protagonisti di questa fase sono le piccole televisioni private, i grandi editori e i partiti. Le prime stazioni televisive sono spesso destinate a una breve vita, ma rappresentano un interessante fenomeno di costume che apre la strada ai grandi investitori. Sin dall'inizio degli anni Settanta i principali gruppi editoriali Rizzoli, Rusconi, Mondadori ai quali si aggiunge poi Silvio Berlusconi, entrano nell'emittenza televisiva con l'obiettivo di creare emittenti nazionali, un percorso che si compie attraverso strette relazioni con i partiti politici, soprattutto con la Democrazia cristiana e il Partito socialista. In una fase di piena trasformazione, l'assenza di una disciplina normativa, legata a un calcolo politico dei partiti, gioca a favore degli investitori più forti. La trasformazione dell'etere si accompagna a un processo di mutazione antropologica del pubblico, al quale concorre l'influsso della pubblicità. I mutati gusti del pubblico costituiranno un freno alla sistemazione del settore televisivo.
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Febbrajo, Alberto. "Per una sociologia del diritto tributario." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 2 (December 2011): 27–31. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-002002.

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Abstract:
Questa presentazione tenta di sottolineare l'importanza di una sociologia del diritto tributario che, ingiustamente trascurata, costituisce un cruciale punto di congiunzione tra la sociologia del diritto e la sociologia dell'agire economico. Tale connessione, che risulta sempre piů visibile in un sistema complesso come il nostro, richiede l'utilizzazione sul piano teorico di strumenti di analisi inter-sistemica, sul piano empirico di strumenti di analisi delle opinioni del pubblico e, sul piano concettuale, di strumenti di comparazione tra sistemi giuridici diversi. Una sociologia del diritto tributario dovrŕ infatti tenere conto della graduale perdita di significato degli orizzonti nazionali delle politiche fiscali. Correlativamente, dovrŕ tenere conto del profondo influsso di organismi e relazioni sovranazionali nel quadro di una "democrazia finanziaria" che stabilisca sempre piů stretti contatti tra ruoli e istituzioni dei sistemi giuridici ed economici dei diversi Stati.
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Ciampi, Marina. "Per una fenomenologia della societŕ contemporanea. Accesso, approvvigionamento e democrazia dell'acqua." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (November 2010): 137–49. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-003013.

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Abstract:
Nella societŕ contemporanea, definita anche societŕ del rischio globale, la crisi idrica riveste un ruolo decisivo ma controverso rispetto ad altri rischi (sanitari, ambientali, finanziari, bellici). Essa infatti colpisce maggiormente le aree geografiche del sud del mondo, dove tale risorsa č sempre piů carente e di scarsa qualitŕ; al contrario i Paesi industriali avanzati hanno un approccio poco responsabile nei confronti di un bene cosě prezioso e di una fonte che č esauribile e limitata. I vantaggi dello sviluppo e della globalizzazione non sono infatti distribuiti equamente a livello geografico e il gap tra i "ricchi" e gli "ultimi della Terra" sta diventando sempre piů profondo. Eppure uno sviluppo che intenda essere davvero sostenibile deve affrontare globalmente il problema della disponibilitŕ dell'acqua potabile, della sua qualitŕ, del suo accesso pubblico, in un'ottica di gestione e condivisione democratica di tale risorsa. Accedere all'acqua č un diritto fondamentale, universale e inalienabile, ma se non si attuerŕ un'inversione di tendenza a livello sociale, economico e politico, tale bene continuerŕ ad essere sempre piů mercificato e privatizzato.
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Dissertations / Theses on the topic "Democrazia del pubblico"

1

Russo, Mariangela. "Soggetti politici e trasformazioni della democrazia: democrazia del “pubblico”e controdemocrazia." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/2462.

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Abstract:
2014 - 2015
Il progetto di ricerca analizza alcuni aspetti della democrazia rappresentativa nel XXI secolo, e in particolare i fenomeni quali la democrazia del “pubblico” e la controdemocrazia. Vengono evidenziati gli effetti delle “promesse democratiche non mantenute” dai soggetti politici, e le cause economiche e sociali che hanno contribuito a destabilizzare la democrazia rappresentativa sia a livello nazionale che europeo (tanto da essere configurata come postedmocratica). Democrazia del “pubblico” intesa come trasformazione del popolo in “pubblico” non solo per l’influenza di un leader e dell’uso mediatico del suo partito, ma per l’effetto della politica neoliberale di cui i media sono espressione e strumento. Si segnala come la questione non sia quella di recuperare il metodo del sorteggio come pensa B. Manin, bensì di provare a dare forma a nuovi soggetti politici. Nell’ultima parte della ricerca vengono analizzati i poteri contro democratici (così come definiti da Pierre Rosanvallon), e le possibili strategie per arginarli. Le forme del controllo (sorveglianza, sanzione-interdizione e giudizio, secondo la fenomenologia elaborata da Rosanvallon) vengono da noi considerate non tanto espressione di una partecipazione attiva dei cittadini (come vuole Rosanvallon stesso), quanto piuttosto un mezzo per constatare le inefficienze della politica “negativa”. Il moltiplicarsi, infatti, del lavoro delle autorità indipendenti così come di internet e della stampa ( a partire dagli anni ’90) corrisponde al mal funzionamento dei partiti politici, e il loro compito non può essere accollato a tali istanze, giacché esse hanno funzione di controllo sul mercato ma non di regolazione nella sfera politica. La nostra riflessione evidenzia come la soluzione non sia nella limitazione dei soggetti politici bensì in una loro nuova costruzione, poiché solo attraverso di essi sarà possibile affermare i diritti della pluralità e sfidare questioni importanti (come il populismo e le tendenze alle individualizzazione estrema del corpo sociale) . La nostra analisi si sofferma sull’importanza non solo della sfera sociale (come indica Rosanvallon) ma di quella politica, in quanto entrambe risultano necessarie in un contesto che possa dirsi democratico. Il populismo viene da noi inteso non solo in una veste patologica, cioè come la capacità dell’anti politica di estremizzare la sorveglianza e i poteri di interdizione e di giudizio in un’azione impolitica e contro-politica ( come pensa Rosanvallon), o solo in chiave democratica-radicale, (come ritiene E. Laclau) ossia come costruzione della politica e del politico, bensì in una forma più 2 articolata perché sintomo della democrazia “economica” (cioè del lavoro delle lobby e della finanza). La tesi vuole dimostrare come Rosanvallon individui solo alcuni effetti relativi al populismo quale il bisogno di trasparenza nei confronti della politica che ha esasperato il suo elettorato, trascurandone però lo svuotamento dei contenuti politici e la sostituzione degli stessi con forme sociali che provano a nascondere il bisogno della rappresentanza politica attraverso la sua stessa negazione, e come la politica rischi perciò di ridursi ad un contenitore del populismo. La contro-politica ( o impolitica) viene da noi intesa come fenomeno più ampio, quale: la crisi del potere democratico e dei soggetti collettivi, che denunciano una carenza della politica e del politico. La nostra proposta illustra la necessità di ripensare ad entrambi in una veste agonista e non antagonista, così come suggerisce la filosofa C. Mouffe. Il politico infatti, viene da noi inteso non solo come espressione di un concetto storico ( come vuole Rosanvallon) ma anche egemonico ( come ritiene Mouffe). Inoltre, la “singolarità” viene da noi considerata come l’incapacità delle istituzioni di farsi espressione delle richieste dei singoli, ossia come la mancanza di un’autorità politica in grado di far convergere le richieste della pluralità in un progetto politico; e come ciò abbia portato i singoli a sganciarsi dalla politica e a ricercare nelle proprie capacità (come nel merito e nella fortuna), il modo attraverso cui emergere. La nostra ricerca da un lato prende atto dell’importanza delle proposte quali comunalità, riflessività, similarità ( messe in campo da Rosanvallon) dall’altro ritiene che esse non possano funzionare se non supportate da un contesto politico adeguato. La possibilità di una condivisione mediatica (ossia una democrazia orizzontale, che sfocia nel racconto dei singoli) viene da noi ritenuta efficace solo in parte, poiché tale proposta seppur ambiziosa non sarà forse in grado di affrontare le questioni neoliberali, e probabilmente sarà capace solo di far aumentare la fuoriuscita dei suoi sintomi quali: populismo, singolarità e controllo. Quest’ultimi infatti, rispecchiano il deficit rappresentativo della fase contemporanea, ossia il risultato della mancanza di un’autorità politica (soprattutto di sinistra) in grado di far convergere le richieste della pluralità in un progetto politico. In chiusura d’analisi, l’ipotesi auspicabile consisterebbe in una nuova politicizzazione dal basso con nuovi soggetti politici, e una cultura politica che sia in grado di comprendere non solo i mezzi propri dell’era mediatica globale ma soprattutto le soggettività popolari, la partecipazione e un potere democratico quale espressione di un contesto normativo e istituzionale. [a cura dell'autore]
XIV n.s.
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2

TIMO, MATTEO. "Democrazia partecipativa e democrazia deliberativa, in particolare l’istituto del dibattito pubblico." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2018. http://hdl.handle.net/11567/933152.

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Indaco, Serena. "La costruzione condivisa dello spazio pubblico. Architettura e programmi sociali per Zingonia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11969/.

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Abstract:
L’innovazione non è solamente l’applicazione e l’uso di nuovi device tecnologici ma, anche, un nuovo approccio capace di gestire le sfide sociali delle nostre città. In esse gli spazi pubblici sono i luoghi che per primi possono essere portatori di nuovi valori, nuovi modi di vivere e di agire sulle città. Sono spazi di sperimentazione dove possiamo imparare ad interagire con (e rispettando) i diversi attori. L’intervento architettonico in questi ambiti diventa il mezzo per favorire l’evoluzione positiva dell’attuale stato fisico e sociale. La progettazione si sta, però, evolvendo trasformandosi sempre più in una strategia in grado di apprendere dagli eventi e dalle contingenze. Gli interventi proposti nella mia tesi di laurea, seguendo questo approccio, vogliono portare una riqualificazione degli spazi urbani pubblici di Zingonia, una realtà estremamente complessa e stimolante. Zingonia è nata come New town nel 1964 ed oggi appare come un quartiere metropolitano degradato e pericoloso senza Comune, una periferia senza centro, uno dei più sorprendenti e complessi laboratori d’immigrazione in Italia. L’insieme di piccoli interventi proposti sono azioni che vogliono incrementare la percezione di un luogo “sicuro”, tentando di abbassare alcune barriere mentali e fisiche. I risultati concreti di questi interventi sono altrettanto importanti quanto i risultati sociali e psicologici percepiti dai partecipanti. La strategia adottata prevede il coinvolgimento degli user in tutto il processo, promuovendo interventi di autocostruzione “DIY-Do it yourself”. Questo approccio è rilevante perchè l’azione di creazione genera un legame molto importante con lo spazio e attiva il dialogo con gli altri partecipanti che è alla base dello sviluppo di una comunità. Le persone vengono così coinvolte in un educazione pratica dell’estetica del paesaggio diventando consapevoli del proprio potere nel cambiare ciò che le circonda.
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MICHIELI, ANDREA. "Democrazia sostanziale e partecipazione economica. Profili costituzionali della collaborazione dei lavoratori all’impresa." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/262960.

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Abstract:
La tesi si prefigge lo scopo di analizzare le forme della partecipazione economica iscritte nella Costituzione Italiana. Soffermandosi sul concetto di "democrazia sostanziale" la ricerca analizza le norme costituzionale sui "rapporti economici" della Costituzione; si sofferma, in particolare, sulla partecipazione dei lavoratori all'impresa come forma principale - ancorché inattuata - di contributo dei cittadini alla democratizzazione del potere economico.
The thesis aims to analyze the forms of economic participation embedded in the Italian Constitution. The research examines the norms on “economic relations” in the Constitution focusing on the concept of “democrazia sostanziale”; particularly, it addresses the participation of workers in the enterprise as main form of contribution of the citizens to the democratization of the economic power, although so far unrealized.
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MANDATO, MARCO. "La democrazia del sorteggio." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1073040.

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Abstract:
L'oggetto del lavoro è costituito dall'analisi del sorteggio, inteso come metodo per adottare una decisione, nell'ordinamento giuridico italiano. Si è proceduto ad esaminare la categoria generale delle decisioni e delle votazioni per poi inquadrare il tema del sorteggio attraverso i principi generali ad esso sottesi e sulla base della ricostruzione delle ipotesi normative in cui lo stesso trova impiego, nel Diritto pubblico e nel Diritto privato. Il criterio della casualità è stato inteso, inoltre, anche come parametro storico per comprendere l'evoluzione della rappresentanza politica in stretta connessione con il rinnovamento della struttura interna delle Assemblee parlamentari a partire dai Regolamenti interni alle Camere dal 1848 fino alle riforme attuali. Da ultimo, si sono analizzate le motivazioni per cui si è ritornati a parlare di sorteggio come metodo per la selezione del personale in campo politico in considerazione della crisi dei partiti, della rappresentanza politica e della recessione del principio elettivo evidenziandone problemi e opportunità relativi al suo impiego.
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GIURICKOVIC, ANNA. "Il conflitto tra interessi pubblici nell'azione amministrativa." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1360124.

Full text
Abstract:
Con il presente lavoro mi sono prefissa l’obiettivo di fornire un quadro, il più completo possibile, circa i modelli di composizione tra i distinti interessi pubblici alla cui cura e attuazione è preposta la pubblica Amministrazione, rivolgendo una particolare attenzione al conflitto tra valori economici e valore ambientale. L’analisi è stata condotta anche in chiave comparata, con riferimento ad alcuni specifici istituti che in altri ordinamenti europei (in particolare in quello francese) dimostrano un migliore rendimento. In particolare, la ricerca si propone di evidenziare le criticità di alcuni istituti di coordinamento amministrativo, o delle soluzioni previste - non solo dalla legge sul procedimento amministrativo, ma anche da alcune normative di speciali e di settore - per il superamento ora dell'inerzia ora del dissenso espresso da alcune pubbliche amministrazioni; e ciò anche alla luce delle varie modifiche apportate dallo spirito riformatore del legislatore degli ultimi anni.
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DONATO, Giuseppe. "La funzione costituzionale dei partiti e il sindacato del potere giudiziario." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11570/3190346.

Full text
Abstract:
La tesi mira a ricostruire la funzione costituzionale svolta dai partiti politici nell’ordinamento costituzionale italiano, tracciando i limiti dell’attività del potere giudiziario e concludendo con alcune proposte di modifica de iure condendo. La ricerca prende avvio da un’analisi diacronica del partito come fenomeno sociale, muovendo dall’iniziale ostilità degli ordinamenti statali fino ad arrivare all’attuale ruolo di protagonista del sistema politico, secondo una parabola comune a tutte le democrazie occidentali. Si passa, quindi, a ripercorrere i lavori dell’Assemblea Costituente italiana, vagliando le motivazioni che hanno portato all’adozione di una disposizione, quale l’art. 49 Cost., dal carattere fortemente garantistico. Viene analizzato il partito, sia singolarmente che come elemento del sistema, sotto il profilo dinamico-funzionale, nel quale svolgono un ruolo di primo piano i principi del pluralismo, del concorso e della parità di chances, e sotto il suo profilo statico-organizzativo, in qualità di associazione non riconosciuta. Dalle premesse teoriche si passa, poi, all’analisi concreta della configurazione dei partiti in Italia, dal modello di partito solido della c.d. Prima Repubblica fino alle mutazioni registratesi nell’attuale quadro politico. Il secondo capitolo è dedicato all’analisi dell’organizzazione interna del partito. Si pone attenzione alla concezione di metodo democratico e alla sua estensibilità ai profili interni. Ampio spazio viene dato alla ricostruzione giurisprudenziale e alla sua evoluzione: dopo una prima fase di netta chiusura verso le questioni interne, i giudici di merito hanno iniziato a sindacare con maggiore attenzione anche i casi di espulsione e di esclusione dalle candidature. I medesimi problemi sono stati valutati anche nelle esperienze giuridiche tedesca e spagnola, le quali, per ragioni storiche, politiche e culturali, rappresentano due modelli molto vicini a quello italiano. Il terzo capitolo è riservato alla problematica del limite all’associazione in partiti previsto dalla XII disp. fin. Cost. Vengono attentamente ricostruiti il significato di questa disposizione in relazione all’intero corpo della Costituzione e il suo impatto sulla tenuta del sistema politico. Segue un’ampia analisi della giurisprudenza di merito sullo scioglimento dei partiti e della giurisprudenza amministrativa sulla ricusazione di liste elettorali di ispirazione neofascista. Accanto all’analisi del sistema italiano viene condotto un approfondimento sulle democrazie protette e semiprotette, quali Germania e Spagna, che, per le esperienze di regimi autoritari che le hanno accomunate all’Italia, rappresentano i Paesi di maggiore interesse per la ricerca. A conclusione del capitolo viene dato spazio alla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, le cui decisioni offrono numerosi spunti di riflessione sull’attuale assetto del sistema della protezione delle democrazie. Il quarto e ultimo capitolo è finalizzato ad offrire un quadro preciso dello stato della legislazione interna sui partiti politici, muovendo dalle prime norme sul finanziamento per arrivare alle riforme riuscite (nel 2013) o rimaste incompiute (nel 2016). La disamina degli ordinamenti tedesco, spagnolo e statunitense, tanto nella legislazione quanto nella giurisprudenza, ha permesso di delineare ancor meglio i punti di forza e, soprattutto, le criticità del sistema italiano vigente. In conclusione si prospettano delle possibili modifiche all’attuale assetto della materia nella direzione di una valorizzazione del metodo democratico anche sotto il profilo interno e di una maggiore istituzionalizzazione dei partiti quanto all’attività esterna.
The thesis aims to reconstruct the constitutional function carried out by political parties in the Italian constitutional system, outlining the limits of the activity of the judiciary and concluding with some proposals for change de iure condendo. The research starts from a diachronic analysis of the party as a social phenomenon, starting from the initial hostility of the national systems up to the current role of protagonist of the political system, according to a parable common to all Western democracies. There follows the review the work of the Italian Constituent Assembly, examining the reasons that led to the adoption of a provision, such as art. 49 Cost., with a strong guarantee character. The party is analyzed, both individually and as an element of the system, from a dynamic-functional point of view, in which the principles of pluralism, competition and equal opportunities, and its static profile, play a prominent role as a non-approved association. From the theoretical premises we then move on to the concrete analysis of the configuration of the parties in Italy, from the solid party model of the so-called First Republic up to the changes recorded in the current political framework. The second chapter is devoted to the analysis of the internal organization of the party. Attention is paid to the concept of the democratic method and its extensibility to internal profiles. Ample space is given to the jurisprudential reconstruction and its evolution: after a first phase of clear closure towards internal issues, the judges of merit have begun to consult with greater attention also the cases of expulsion and exclusion from the candidatures. The same problems have also been assessed in the German and Spanish legal experiences, which, for historical, political and cultural reasons, represent two models very close to the Italian one. The third chapter is reserved to the problem of the limit to the association in parties provided for by the XII disp. fin. Cost. The meaning of this provision in relation to the entire body of the Constitution and its impact on the holding of the political system are carefully reconstructed. There follows an extensive analysis of the case law of merit on the dissolution of parties and administrative jurisprudence on the objection of electoral lists of neo-fascist inspiration. In addition to the analysis of the Italian system, a study is carried out on protected and semi-protected democracies, such as Germany and Spain, which, due to the experiences of authoritarian regimes that have united them with Italy, represent the countries of greatest interest for research. At the end of the chapter, the jurisprudence of the European Court of Human Rights is given space, whose decisions offer numerous points of reflection on the current system of the protection of democracies. The fourth and final chapter aims to provide an accurate picture of the state of domestic legislation on political parties, moving from the first rules on funding to successful reforms (in 2013) or left unfinished (in 2016). The examination of the German, Spanish and American legal systems, both in the legislation and in the jurisprudence, has made it possible to delineate even better the strengths and, above all, the criticalities of the Italian system in force. In conclusion, possible changes to the current structure of the matter are proposed, especially looking forward to the direction of a strengthening of the democratic method also internally and a greater institutionalization of the parties as to external activity.
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ALMELA, SALVADOR MARTA. "Partecipazione e web 2.0: retorica o realtà? Una ricerca nella provincia di Barcellona." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11573/933330.

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Abstract:
L’oggetto della tesi è la partecipazione dei cittadini realizzata dalla pubblica amministrazione, anche attraverso le nuove opportunità offerte da internet. La partecipazione in un contesto caratterizzato dalla crescente sfiducia nei confronti del sistema politico e dalle opportunità di partecipazione in rete. La prima parte della ricerca si è focalizzata nell’analisi, attraverso la letteratura scientifica, del quadro teorico della partecipazione civica, del civic engagement, dell’impatto del web 2.0 e dello sviluppo della democrazia. A questo si affianca l’analisi dello scenario di riferimento delle politiche pubbliche per l’innovazione digitale, gli strumenti e le tecnologie per la partecipazione e esperienze di riferimento. Il quadro spagnolo contiene un approfondimento normativo dello stato società dell’informazione, gli strumenti partecipativi e la presenza delle amministrazioni nel web. La seconda parte della tesi è basata su un caso di studio su otto comuni della provincia di Barcellona, realizzata attraverso interviste in profondità a 24 amministratori e funzionari. Gli otto comuni sono stati individuati a partire dagli indicatori ITA e Infoparticip@. Per ogni comune è stato misurato il livello di awareness e di engagement nella presenza nei principali social media. La sintesi delle interviste è articolata nelle principali dimensioni: la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini, le pratiche partecipative, la partecipazione attraverso il web, la valutazione e la comunicazione della partecipazione. Le conclusioni hanno sintetizzato i punti di forza e di debolezza delle otto esperienze di partecipazione pubblica in 14 raccomandazioni che si riassumono in: trasparenza; priorità politica; azione amministrativa; risorse economiche e umane; cultura della partecipazione; processo e obiettivi; comunicazione del processo; legislazione abilitante; interessi dei cittadini; partecipazione inclusiva; valutazione; media civici digitali; social media; diritti di cittadinanza digitale.
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Books on the topic "Democrazia del pubblico"

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La fine del dibattito pubblico: Come la retorica sta distruggendo la lingua della democrazia. Milano: Feltrinelli, 2016.

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2

Baris, Tommaso. C'era una volta la Dc: Intervento pubblico e costruzione del consenso nella Ciociaria andreottiana (1943-1979). Roma: GLF editori Laterza, 2011.

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3

Fedele, Marcello. Democrazia referendaria: L'Italia dal primato dei partiti al trionfo dell'opinione pubblica. Roma: Donzelli, 1994.

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4

Soffiato, Ruggero. La Società di istruzione pubblica e la formazione del consenso nella Venezia democratica del 1797. Padova: Cleup, 2015.

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5

Media e politica in Italia e Francia: Due democrazie del pubblico a confronto. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2011.

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6

Dalla spending review al ritorno del Principe, ovvero, La pubblica amministrazione come presidio di democrazia. Roma: Datanews, 2012.

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7

Bersani, Marco. Come abbiamo vinto il referendum: Dalla battaglia per l'acqua pubblica alla democrazia dei beni comuni. Roma: Alegre, 2011.

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8

Montalti, Morris. Orientamento sessuale e costituzione decostruita. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg237.

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Abstract:
Attraverso l’analisi critica e dialettica del dibattito costituzionale più recente in tema di orientamento sessuale, l’autore analizza i principi ritenuti fondamentali per la costruzione di una società democratica e aperta a stili di vita differenti. Egli dimostra come le argomentazioni legali siano pesantemente condizionate dalla pressione di tabù sessuali, di paradigmi culturali sessisti, di tradizioni radicate che assurgono al ruolo di veri e propri miti sociali. Da più parti continuano infatti a sostenersi visioni discriminatorie (socialmente costruite) soprattutto in tema di rapporti sessuali consentiti, famiglia, matrimonio, filiazione, e spesso ci è possibile grazie all'utilizzo di contestate – e pur tuttavia diffuse – prassi d’interpretazione costituzionale che, secondo logiche solo in apparenza coerenti e razionali, considerano la tradizione o la storia come parametro normativo ultimo di definizione dei limiti dei diritti fondamentali e/o dell’ammissibilità di nuovi diritti, così ostacolando l’emersione di un vero e proprio diritto fondamentale al libero orientamento sessuale. L’obiettivo della ricerca è duplice e circolare: da un lato si vuole offrire un fondamento logico, razionale e convincente capace di giustificare le politiche pubbliche e costituzionali che salvaguardano le minoranze sessuali stigmatizzate e storicamente discriminate. Dall'altro si vuole dimostrare come le valutazioni interpretative e il diritto delle società aperte al nuovo e al diverso influenzino le credenze di persone appartenenti a culture chiuse e tradizionaliste in merito agli orientamenti sessuali considerati come anormali, o immorali, o comunque devianti, affinché i loro rispettivi sistemi possano sostenere, anche emotivamente, la ragionevolezza e desiderabilità del cambiamento politico e costituzionale. Un processo duplice e circolare, dunque, che gradatamente anela all'affermazione di un paradigma normativo "sessualmente" decostruito e garantista per tutti.
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